Corriere del Ticino
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SABATO 6 SETTEMBRE 2014
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ECONOMIA
NOTIZIEFLASH
Variazione % rispetto all’anno precedente
BNS
Danthine lascerà
a fine giugno 2015
❚❘❙ Il vicepresidente della Direzione
della Banca nazionale svizzera
(BNS), Jean-Pierre Danthine, lascerà l’incarico a fine giugno 2015, per
andare in pensione. Il 64enne faceva parte della Direzione della BNS
dal gennaio 2010, quando ha assunto la guida del terzo dipartimento
(mercato monetario, operazioni
bancarie, informatica). In tale veste
è stato fra l’altro responsabile
dell’attuazione operativa della soglia minima di cambio fra euro e
franco fissata il 6 settembre 2011.
NEW YORK
Un fondo pensioni
cita in giudizio UBS e CS
Ticino Luglio grigio per il turismo
Nel cantone pernottamenti in calo del 7,7%, contro un –2,7% a livello nazionale
Frapolli: «Dipendiamo troppo dal meteo, la parola d’ordine è diversificazione»
ROBERTO GIANNETTI
❚❘❙ In luglio il cattivo tempo ha avuto un
effetto particolarmente negativo sul turismo ticinese. Nel nostro cantone infatti il numero di pernottamenti è diminuito del 7,7% a 338.951 unità rispetto
allo stesso mese del 2013, contro una
flessione del 2,7% (a 3,9 milioni) registrata a livello svizzero. Nei Grigioni il
calo è stato del 6,2% a 561.577 notti.
Sul piano nazionale la flessione più
importante è stata registrata dagli ospiti indigeni (–3,7% a 1,7 milioni), mentre
per gli stranieri la diminuzione si è limitata all’1,9% (a 2,2 milioni), ha reso
noto ieri l’Ufficio federale di statistica
(UST). Le abbondanti piogge e il clima
poco favorevole del mese di luglio non
sono certamente estranei a questi risultati, hanno commentato gli esperti
di Neuchâtel.
Nel periodo da gennaio a luglio il numero cumulato di pernottamenti ha
raggiunto quota 21 milioni, con una
contrazione su base annua dello 0,6%.
Il calo è stato praticamente identico sia
per gli svizzeri (–0,6% a 9,3 milioni) che
per gli stranieri (–0,5% a 11,7 milioni).
Anche in questo periodo i dati ticinesi
sono molto peggiori rispetto a quelli a
livello nazionale: nel cantone il calo è
stato del 4,4% a 1.306.412 notti.
Abbiamo chiesto a Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo, quali sono le
particolarità che hanno portato il Ticino ad un così cattivo risultato. «Normalmente – spiega – noi di TicinoTurismo non commentiamo l’andamento
dei singoli mesi, vista l’elevata volatilità
dei dati. Comunque è chiaro che sia in
giugno che in luglio il motivo alla base
della forte flessione dei pernottamenti
è stata la meteorologia, che è stata particolarmente negativa. Ho sentito dire
che è stato il peggior luglio da quando
si fanno le statistiche. Il Ticino rappresenta una destinazione molto meteodipendente. Infatti numerosi turisti
vengono da noi per le nostre bellezze
paesaggistiche e naturali, e quindi
quando è brutto tempo ne risentiamo
parecchio. Questa non è una novità».
In generale, il settore turistico ticinese
sta cercando di attuare delle strategie
per diventare meno dipendente dalla
meteorologia. «Il nostro cantone – continua Frapolli – è molto apprezzato per
le sue attività all’aria aperta. E quindi è
difficile cambiare la sua struttura turistica. Però il settore cerca di affrontare
questa sfida, soprattutto perseguendo
una strategia di diversificazione, e questo su più ambiti. Da una parte a livello
di stagionalità, con l’obiettivo di allungare la stagione turistica in modo da
non puntare tutto sui mesi estivi di luglio e agosto. Quindi l’obiettivo è di
cercare portare più turisti da noi in primavera e in autunno, e tentare anche la
carta dell’inverno, che non è poi così
impossibile. A questo livello possiamo
per esempio contare sulle iniziative legate all’enogastronomia, che comunque attirano parecchia gente sul nostro
territorio. Poi occorre diversificare i
mercati di provenienza. Per esempio
sappiamo che certi tipi di clienti, come
gli svizzero-tedeschi, per quanto molto
fedeli al Ticino quando è brutto tempo
sono rapidi nel cambiare destinazione
all’ultimo minuto. E infatti quest’estate
sono calati parecchio. Per questo po-
tremmo cercare di attirare turisti provenienti da mercati diversi, più lontani
e meno dipendenti dal meteo, oppure
indiani e cinesi, che viaggiano molto
nella bassa stagione, ossia primavera e
autunno».
Comunque non mancano anche alcuni motivi di speranza. «Per il turismo
ticinese io vedo un futuro positivo – afferma Frapolli – e questo lo dico non
tanto osservando l’andamento volatile
delle statistiche, ma perchè noto in Ticino un cambiamento strutturale, con
l’apertura di nuovi alberghi e il rinnovo
di hotel datati. Spesso inoltre si fa strada una nuova gestione, magari attraverso un cambio generazionale. Vedo
anche investimenti milionari, come lo
Splash&Spa o il Lido di Locarno. Tutti
questi elementi, uniti al fatto che il Ticino offre comunque dei luoghi spettacolari, mi fanno credere in un futuro
positivo per il nostro turismo. In questo
momento mi trovo nel parco divertimenti dell’Europa Park, in Germania,
dove è stata allestita una piazza ticinese, e vedo centinaia e centinaia di per-
sone interessate al nostro cantone. Insomma, il Ticino resta attrattivo».
Tornando al dato di luglio, a livello svizzero spicca la forte diminuzione di
ospiti provenienti dalla Germania: un
–9,1% che in cifre assolute significa
43.000 notti in meno. Importante è risultata anche diserzione degli olandesi
(–6.300, pari a un –6,2%), dei russi
(–5,0%), dei francesi (–3,1%) e degli inglesi (–1,2%). In controtendenza sono
invece gli italiani (+2.600, +2,7%).
A salvare il mese ci hanno pensato gli
asiatici (+3,8%), con in prima fila i cinesi (+19.000, +14,1%). Ancora una volta
assai dinamica si è mostrata anche la
Corea del Sud (+8.300, +33,8%), mentre
in netto calo sono risultati i giapponesi
(–22.000, –16,2%).
Focalizzando l’attenzione sulle singole
regioni turistiche si nota che le bizze
del tempo oltre al Ticino e ai Grigioni
hanno fatto soffrire anche Oberland
bernese (–6,0%) e Vallese (–5,1%).
Hanno invece approfittato della situazione la zona del Lemano (+3,1%) e
Zurigo (+1,6%).
CSB Il fattore banche centrali
❚❘❙ Un fondo pensioni USA ha citato
in giudizio presso la Corte federale
di Manhattan, a New York, tredici
grandi banche d’investimento, tra
cui UBS e Credit Suisse, per presunte manipolazioni del tasso di riferimento dei prodotti derivati ISDAfix.
L'Alaska Electrical Pensions Fund
accusa gli istituti di essersi messi
d’accordo, almeno tra il 2009 e il
2012, e di aver così mantenuto artificialmente basso tale tasso.
AERONAUTICA
Ruag firma un contratto
con il gigante Airbus
❚❘❙ Ruag, gruppo specializzato negli
armamenti e nell’aerospazio controllato dalla Confederazione, rafforza la sua collaborazione con il
gigante aeronautico Airbus: le parti
hanno firmato un contratto pluriennale per un valore di circa 350
milioni di dollari.
ZURIGO
La Cantonale
vende la filiale Adamant
❚❘❙ La Banca cantonale di Zurigo
(ZKB) ha deciso di vendere la filiale
Adamant, specializzata negli investimenti nel settore biomedico, alla
Bellevue Group. Il prezzo della transazione, che verrà completata il 30
settembre e deve essere approvata
dalla Finma, non è stato reso noto.
A causa della liquidità creata i loro bilanci si sono ingigantiti
Svizzera L’attività
dell’industria
registra una crescita
❚❘❙ Incertezza e rischio fanno parte della
«nuova normalità» con cui il settore finanziario si confronta, come ha sostenuto Bruno Oppliger, partner di
Ernst&Young a Zurigo, aprendo l’Annual Forum Risk Management presso il
Centro di Studi Bancari di Vezia. Una
situazione che richiede trasformazioni
strutturali profonde agli operatori, incidendo su costi e margini di profitto. Le
tendenze puntano a maggiore capitalizzazione, più liquidità e minor leverage, ma in realtà le regole sono applicate
in modo diverso nei diversi Paesi, e la
Svizzera ha gli standard più restrittivi.
Mentre gli stress tests bancari appaiono spesso troppo «benevoli», altre fonti
di rischio non ricevono, per Oppliger,
sufficiente attenzione. È il caso delle
❚❘❙ L’industria svizzera è in fase di espansione: stando ai dati pubblicati ieri
dall’Ufficio federale di statistica (UST) nel
secondo trimestre il settore secondario
ha visto crescere – su base annua – la produzione (+3,1%), il fatturato (+2,5%), le
nuove commesse (+5,1%) e gli ordinativi
in portafoglio (+1,8%).
L’incremento maggiore sul fronte della
produzione è stato registrato dal ramo
farmaceutico (+7,8%), mentre la diminuzione più marcata è stato subito dal settore attività estrattive (–3,8%). La produzione complessiva è cresciuta del 4,5% in
aprile, ha registrato un calo in maggio
(–0,4%) per poi riprendere a salire in giugno (+5,5%). La stessa tendenza si riscontra anche a livello del giro d’affari (+3,7%,
–0,9%, +4,9%).
infrastrutture tecnologiche vulnerabili,
del cosiddetto «shadow banking», insieme di attività finanziarie poco o nulla regolamentate che ha raggiunto la
dimensione di 67 trilioni di dollari
USA, cui concorrono fondi, prestiti extra-bancari, home banking ed altre innumerevoli strutture.
Fattore di rischio è anche la liquidità
creata dalle banche centrali i cui bilanci sono divenuti «bolle mostruose», per
non dire dei 600 trilioni di dollari di
strumenti derivati trattati «over the
counter». Altro aspetto delicato è come
le banche valutano i titoli che detengono in portafoglio. Per Didier Marteau,
docente all’École superieure de commerce di Parigi, i criteri adottati sono
spesso arbitrari: il prezzo è riferito ad
una piccola parte negoziata, in condizioni di mercato liquido, ma le variabili
aleatorie sono molte ed una crisi può
mutare radicalmente la quotazione.
Anche per Marteau le banche centrali
sono un problema: «La crisi è ben lontana dall’essere superata e cadute
drammatiche dei prezzi posso aversi al
cambiare della politica monetaria».
Per gestire i rischi gli istituti hanno creato sofisticati modelli, come quelli illustrati da Donato Abbate di Banca Vontobel a Zurigo e da Patrick Hauri di
Lombard Odier & Cie. a Ginevra. Elio
Moroni, risk manager di BSI, ha considerato l’aspetto delicato della regolarizzazione dei patrimoni non dichiarati
e dell’attività cross-border.
GIAN LUIGI TRUCCO
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