IL CAFFÈ 20 novembre 2011 54 L’IN CON TRO @ www.istitutobibliografico.ch www.comfamiliare.org C4SOCIETÀ E CULTURA Padre Callisto ‘‘ Io non conosco che una Chiesa: è la società degli uomini Il frate blogger, bibliografo, profondo conoscitore del Ticino che ha indagato nelle mille pubblicazioni dal ‘700 all’800 Intellettuale, scrittore, animatore sociale, sacerdote che preferisce parlare agli atei più che ai credenti “D al tempo della Controriforma, la barba per noi è un segno distintivo. Da quando i Cappuccini si ribellarono all’imposizione per gli ecclesiastici di radersi, in quanto nobili”. Callisto, “fratello e bibliografo”, si accarezza la lunga barba con un gesto che sa d’antico. Che arriva dal Medioevo, dal tempo in cui i fondatori dell’ordine propugnavano un ritorno allo stile di vita francescana. Osteggiati dalla Chiesa, si rifugiarono dai Camaldolesi, prendendo poi in segno di riconoscenza l’uso del saio col cappuccio e della barba. Segno di saggezza, ma anche di irriducibilità. Callisto, “fratello” nel senso di frate, ma anche sacerdote, animatore, intellettuale, storico, scrittore, polemista, blogger… “Sono uno dei pochi frati cappuccini in Ticino a vestire ancora il saio - dice -. Ritengo sia importante, perché la gente ha sempre bisogno di simboli”. Solo quando esce dal Ticino, quando va in Italia, veste in borghese: “Se metto i jeans e la giacca può capitare che alla stazione di Milano mi scambino per un pusher, mi chiedono se ho della roba... Ma una volta a Milano mi contattarono pure un frate e una suora: per celia mi dichiarai ateo, e iniziammo a discutere. Fu molto interessante e divertente”. Una vita intensa quella di Callisto Caldelari, 77 anni, che incontriamo all’archivio storico di Bellinzona, dove l’Istituto bibliografico ticinese ha allestito una mostra sull’arte della stampa in Ticino dal ‘700 all’800, proprio per ricordare il suo mezzo secolo d’attività. I fogli volanti “Vedi questi fogli volanti - dice - erano il mezzo di comunicazione d’un tempo, fogli che raccontano molto di più di tanti libri la vita e le vicende della nostra gente”. Appesi come panni, fogli di carta d’ogni tipo e dimensione che raccontano di un Ticino d’una volta: le prime forme di pubblicità, le prescrizioni dello Stato, l’annuncio di feste religiose, gli avvisi turistici, le proteste dei cittadini, le poesie, sonetti volanti. Documenti fragili, in parte andati persi, profondamente legati all’oralità. Come le “grida manzoniane”, le leggi emanate dal governatore di Milano nel ‘600, così chiamate perché venivano gridate nelle strade di Milano per informare i cittadini in gran parte analfabeti. Foglio volante era la prima lettera d’indulgenza concessa da papa Nicolò V al re di Cipro, nel 1454. Tra i fogli volanti più conosciuti, ci sono certamente le 95 tesi di Martin Lutero, la Dichiarazione d’indipendenza stampata a Philadelphia, la Dichiarazione dei diritti del- ‘‘ scrittore, in “Diavolo e il buon Dio”, 1951 l’uomo e del cittadino del 1789. S’infervora quando parla del suo “mestiere”, padre Callisto, che ha studiato archivistica a Milano e biblioteconomia a Roma, alla Biblioteca vaticana. La bibliografia ticinese, nata con Emilio Motta nel 1879, che a Zurigo pubblicò la sua opera, ha avuto come degno epigono proprio Callisto. Fu lui nel 1961 che pubblicò la bibliografia del fondo della biblioteca del convento dei cappuccini di Lugano, ora nota come “Biblioteca Salita dei Frati”. Cinquant’anni dopo, la mostra che inquadra la significativa produzione dell’Istituto bibliografico ticinese da lui diretto. Un lavoro meticoloso e tenace, iniziato quando non c’era l’ombra dei computer, con Callisto a registrare e scrivere i dati su migliaia di schede. Un immenso materiale che ha potuto essere pubblicato grazie alla collaborazione delle biblioteche cantonali e dell’Archivio di Stato. “Ma siamo incappati anche in molte difficoltà”. Inevitabile lanciare un appello a chi possiede libri, opuscoli e fogli stampati nel Ticino del ‘700 e dell‘800: “Segnalateceli per una prossima pubblicazione”. convento del Bigorio. “Era in condizioni pietose, ci impegnammo a fondo nel suo restauro. Un giorno, dissi ai giovani che ci frequentavano che avrei voluto trasformare una legnaia in una cappelletta. Fu così che una delle ragazze, Maria, ci venne incontro offrendo l’aiuto del fidanzato, Mario, che studiava architettura a Venezia”. Quel Mario era Mario Botta, allora poco più che ventenne, studente da Le Courbusier. Ebbe l’idea di inserire un pavimento di asfalto fra i muri di sasso, arredando il tutto con elementi modernissimi. “Un accostamento feroce, stridente, fra moderno e passato, ma di grande efficacia”. Il convento del Bigorio Qualche tempo dopo, sempre al convento di Bigorio, iniziò un’attività a favore delle giovani famiglie che si stavano formando. Nacque così nel 1971 Comunità familiare, associazione aperta a tutti. “Aprimmo un consultorio a Lugano. Io mi misi a studiare psicoterapia, gruppi di mamme aprirono centri di assistenza bambini e ludoteche. Demmo vita a colonie integrate”. Il gruppo negli anni si è rinnovato, impegnandosi anche in una politica trasversale ai partiti. “Non vi erano progetti di leggi che parlassero di famiglie e socialità che non venissero studiate e, attraverso l’azione di alcuni membri di Comunità familiare in Gran Consiglio anche modificate” ha ricordato sul suo Blog Callisto, chiamato come segretario dell’associazione in diverse commissioni cantonali per la preparazione di queste leggi. Il resto è la storia di un uomo, di un frate che a trent’anni ha rischiato di diventare vescovo... alle Seychelles, dove esisteva una comunità di cappuccini: “Me lo chiesero a Roma, ma io risposi che non ero mai stato missionario, che preferivo restare in Ticino”. Sono vicende, direbbe Manzoni, di un “fra’ Cristoforo” che non ha avuto problemi a polemizzare con le autorità, in passato quando gli negarono i sussidi per le colonie integrate per handicappati e normodotati, o recentemente contro le volgarità e la denigrazione in politica. Pronto a discutere con ironia e sagacia per tutelare i monumenti religiosi, come successe con il ministro Ugo Sadis per i lavori di restauro della Madonna del Sasso, di proprietà statale. “A vel dem indrée, mi disse Sadis. Al che io risposi: ‘Ma no, tegnel ti: basta che ti finiset i lavor per temp”. E poi le provocazioni sociali, come quel presepe con tanto di minareto in un Natale dove gli svizzeri avevano votato per un divieto generalizzato. E ancora i libri sul vangelo, che parlano più agli atei che ai religiosi, perché, come dice il vangelo: “I pubblicani e le prostitute vi passeranno davanti nel regno di Dio”. Un uomo che riporta in superficie la nostalgia del tempo in cui era facile credere. Il sussidio tassato “Ho portato avanti da solo questo lavoro fino 1983, quando mi chiesero di assumere la cura pastorale della nuova comunità parrocchiale del Sacro Cuore a Bellinzona - ricorda Callisto . Fu allora che il consigliere di Stato, Carlo Speziali, preoccupato che il materiale venisse disperso, mi propose di acquistarlo. La Biblioteca cantonale ne avrebbe curato la pubblicazione. Poi, dopo aver valutato meglio la questione, lo stesso Speziali, decise di garantirmi un sussidio per poter assumere un collaboratore a tempo parziale e continuare così il lavoro”. Una decina i volumi editi, dalla Bibliografia ticinese dell’Ottocento, ai quattro volumi sulle opere e sulle recensioni degli Agnelli (1999, 2002, 2006), alle pubblicazioni storiche occasionate dal bicentenario dell‘Indipendenza ticinese (1998) e dalla creazione del Cantone Ticino (2003). “Poi successe che un solerte funzionario dello Stato mi tassò il sussidio - racconta divertito -; allora andai da Marina Masoni, consigliere di Stato, e le spiegai la questione. Fu molto comprensiva. ‘Lo so - mi rispose - tassano anche i sussidi, ma basta organizzarsi come fondazione o associazione per esserne esenti’. Così facemmo. Fu molto generosa e ci aumentò pure il sussidio”. Per questo formalmente l’Istituto bibliografico ticinese risulta fondato nel 2004, ma in verità l’attività dura ininterrottamente dal 1961, da mezzo secolo con l’opera di Callisto. Nato a Locarno nel ‘34, trasferito poi a Bellinzona, ordinato prete nel ‘58, Callisto inizia la sua attività dapprima occupandosi del COMUNITÀ FAMILIARE Si è configurata come associazione apartitica e aconfessionale dal 1971. È attiva in campo sociale, civico e culturale ‘‘ Ti-Press CLEMENTE MAZZETTA JEAN-PAUL SARTRE ISTITUTO BIBLIOGRAFICO TICINESE Si è costituito formalmente solo nel 2004, ma l’attività del suo fondatore risale al 1961, mezzo secolo fa ‘‘ CHIESA DEL SACRO CUORE La chiesa e il convento sono stati realizzati dagli architetti Carlo e Rino Tami nel ‘39 su incarico dei Cappuccini