IL CAFFÈ 20 novembre 2011
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L’IN
CON
TRO
@ www.istitutobibliografico.ch
www.comfamiliare.org
C4SOCIETÀ E CULTURA
Padre
Callisto
‘‘
Io non conosco
che una Chiesa:
è la società
degli uomini
Il frate blogger, bibliografo, profondo
conoscitore del Ticino che ha indagato
nelle mille pubblicazioni dal ‘700
all’800 Intellettuale, scrittore, animatore
sociale, sacerdote che preferisce
parlare agli atei più che ai credenti
“D
al tempo della Controriforma, la barba per
noi è un segno distintivo. Da quando i
Cappuccini si ribellarono all’imposizione
per gli ecclesiastici di radersi, in quanto nobili”.
Callisto, “fratello e bibliografo”, si accarezza la
lunga barba con un gesto che sa d’antico. Che
arriva dal Medioevo, dal tempo in cui i fondatori dell’ordine propugnavano un ritorno allo
stile di vita francescana. Osteggiati dalla Chiesa,
si rifugiarono dai Camaldolesi, prendendo poi
in segno di riconoscenza l’uso del saio col cappuccio e della barba. Segno di saggezza, ma anche di irriducibilità. Callisto, “fratello” nel senso
di frate, ma anche sacerdote, animatore, intellettuale, storico, scrittore, polemista, blogger…
“Sono uno dei pochi frati cappuccini in Ticino a
vestire ancora il saio - dice -. Ritengo sia importante, perché la gente ha sempre bisogno di
simboli”. Solo quando esce dal Ticino, quando
va in Italia, veste in borghese: “Se metto i jeans e
la giacca può capitare che alla stazione di Milano mi scambino per un pusher, mi chiedono
se ho della roba... Ma una volta a Milano mi
contattarono pure un frate e una suora: per celia mi dichiarai ateo, e iniziammo a discutere.
Fu molto interessante e divertente”.
Una vita intensa quella di Callisto Caldelari, 77
anni, che incontriamo all’archivio storico di
Bellinzona, dove l’Istituto bibliografico ticinese
ha allestito una mostra sull’arte della stampa in
Ticino dal ‘700 all’800, proprio per ricordare il
suo mezzo secolo d’attività.
I fogli volanti
“Vedi questi fogli volanti - dice - erano il mezzo
di comunicazione d’un tempo, fogli che raccontano molto di più di tanti libri la vita e le vicende della nostra gente”. Appesi come panni,
fogli di carta d’ogni tipo e dimensione che raccontano di un Ticino d’una volta: le prime
forme di pubblicità, le prescrizioni dello Stato,
l’annuncio di feste religiose, gli avvisi turistici,
le proteste dei cittadini, le poesie, sonetti volanti. Documenti fragili, in parte andati persi,
profondamente legati all’oralità. Come le
“grida manzoniane”, le leggi emanate dal governatore di Milano nel ‘600, così chiamate
perché venivano gridate nelle strade di Milano
per informare i cittadini in gran parte analfabeti. Foglio volante era la prima lettera d’indulgenza concessa da papa Nicolò V al re di Cipro, nel 1454. Tra i fogli volanti più conosciuti,
ci sono certamente le 95 tesi di Martin Lutero,
la Dichiarazione d’indipendenza stampata a
Philadelphia, la Dichiarazione dei diritti del-
‘‘
scrittore,
in “Diavolo e il buon Dio”, 1951
l’uomo e del cittadino del 1789. S’infervora
quando parla del suo “mestiere”, padre Callisto, che ha studiato archivistica a Milano e biblioteconomia a Roma, alla Biblioteca vaticana. La bibliografia ticinese, nata con Emilio
Motta nel 1879, che a Zurigo pubblicò la sua
opera, ha avuto come degno epigono proprio
Callisto. Fu lui nel 1961 che pubblicò la bibliografia del fondo della biblioteca del convento
dei cappuccini di Lugano, ora nota come “Biblioteca Salita dei Frati”. Cinquant’anni dopo,
la mostra che inquadra la significativa produzione dell’Istituto bibliografico ticinese da lui
diretto. Un lavoro meticoloso e tenace, iniziato
quando non c’era l’ombra dei computer, con
Callisto a registrare e scrivere i dati su migliaia
di schede. Un immenso materiale che ha potuto essere pubblicato grazie alla collaborazione delle biblioteche cantonali e dell’Archivio di Stato. “Ma siamo incappati anche in
molte difficoltà”. Inevitabile lanciare un appello a chi possiede libri, opuscoli e fogli stampati nel Ticino del ‘700 e dell‘800: “Segnalateceli per una prossima pubblicazione”.
convento del Bigorio. “Era in condizioni pietose, ci impegnammo a fondo nel suo restauro.
Un giorno, dissi ai giovani che ci frequentavano
che avrei voluto trasformare una legnaia in una
cappelletta. Fu così che una delle ragazze, Maria, ci venne incontro offrendo l’aiuto del fidanzato, Mario, che studiava architettura a Venezia”. Quel Mario era Mario Botta, allora poco
più che ventenne, studente da Le Courbusier.
Ebbe l’idea di inserire un pavimento di asfalto
fra i muri di sasso, arredando il tutto con elementi modernissimi. “Un accostamento feroce, stridente, fra moderno e passato, ma di
grande efficacia”.
Il convento del Bigorio
Qualche tempo dopo, sempre al convento di
Bigorio, iniziò un’attività a favore delle giovani
famiglie che si stavano formando. Nacque così
nel 1971 Comunità familiare, associazione
aperta a tutti. “Aprimmo un consultorio a Lugano. Io mi misi a studiare psicoterapia, gruppi
di mamme aprirono centri di assistenza bambini e ludoteche. Demmo vita a colonie integrate”. Il gruppo negli anni si è rinnovato, impegnandosi anche in una politica trasversale ai
partiti. “Non vi erano progetti di leggi che parlassero di famiglie e socialità che non venissero
studiate e, attraverso l’azione di alcuni membri
di Comunità familiare in Gran Consiglio anche
modificate” ha ricordato sul suo Blog Callisto,
chiamato come segretario dell’associazione in
diverse commissioni cantonali per la preparazione di queste leggi. Il resto è la storia di un
uomo, di un frate che a trent’anni ha rischiato di
diventare vescovo... alle Seychelles, dove esisteva una comunità di cappuccini: “Me lo chiesero a Roma, ma io risposi che non ero mai
stato missionario, che preferivo restare in Ticino”. Sono vicende, direbbe Manzoni, di un
“fra’ Cristoforo” che non ha avuto problemi a
polemizzare con le autorità, in passato quando
gli negarono i sussidi per le colonie integrate
per handicappati e normodotati, o recentemente contro le volgarità e la denigrazione in
politica. Pronto a discutere con ironia e sagacia
per tutelare i monumenti religiosi, come successe con il ministro Ugo Sadis per i lavori di restauro della Madonna del Sasso, di proprietà
statale. “A vel dem indrée, mi disse Sadis. Al che
io risposi: ‘Ma no, tegnel ti: basta che ti finiset i
lavor per temp”. E poi le provocazioni sociali,
come quel presepe con tanto di minareto in un
Natale dove gli svizzeri avevano votato per un
divieto generalizzato. E ancora i libri sul vangelo, che parlano più agli atei che ai religiosi,
perché, come dice il vangelo: “I pubblicani e le
prostitute vi passeranno davanti nel regno di
Dio”. Un uomo che riporta in superficie la nostalgia del tempo in cui era facile credere.
Il sussidio tassato
“Ho portato avanti da solo questo lavoro fino
1983, quando mi chiesero di assumere la cura
pastorale della nuova comunità parrocchiale
del Sacro Cuore a Bellinzona - ricorda Callisto . Fu allora che il consigliere di Stato, Carlo Speziali, preoccupato che il materiale venisse disperso, mi propose di acquistarlo. La Biblioteca cantonale ne avrebbe curato la pubblicazione. Poi, dopo aver valutato meglio la
questione, lo stesso Speziali, decise di garantirmi un sussidio per poter assumere un collaboratore a tempo parziale e continuare così il
lavoro”. Una decina i volumi editi, dalla Bibliografia ticinese dell’Ottocento, ai quattro volumi
sulle opere e sulle recensioni degli Agnelli
(1999, 2002, 2006), alle pubblicazioni storiche
occasionate dal bicentenario dell‘Indipendenza ticinese (1998) e dalla creazione del
Cantone Ticino (2003).
“Poi successe che un solerte funzionario dello
Stato mi tassò il sussidio - racconta divertito -;
allora andai da Marina Masoni, consigliere di
Stato, e le spiegai la questione. Fu molto comprensiva. ‘Lo so - mi rispose - tassano anche i
sussidi, ma basta organizzarsi come fondazione o associazione per esserne esenti’. Così
facemmo. Fu molto generosa e ci aumentò
pure il sussidio”. Per questo formalmente l’Istituto bibliografico ticinese risulta fondato nel
2004, ma in verità l’attività dura ininterrottamente dal 1961, da mezzo secolo con l’opera di
Callisto. Nato a Locarno nel ‘34, trasferito poi a
Bellinzona, ordinato prete nel ‘58, Callisto inizia la sua attività dapprima occupandosi del
COMUNITÀ FAMILIARE
Si è configurata come associazione
apartitica e aconfessionale dal 1971.
È attiva in campo sociale, civico e culturale
‘‘
Ti-Press
CLEMENTE MAZZETTA
JEAN-PAUL SARTRE
ISTITUTO BIBLIOGRAFICO TICINESE
Si è costituito formalmente solo nel
2004, ma l’attività del suo fondatore
risale al 1961, mezzo secolo fa
‘‘
CHIESA DEL SACRO CUORE
La chiesa e il convento sono stati realizzati
dagli architetti Carlo e Rino Tami nel ‘39
su incarico dei Cappuccini
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L`IN CON TRO