Speciale Cardiopatie in Ticino Gli arresti cardiaci sono quasi uno al giorno nel nostro cantone. A livello svizzero le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e il motivo più frequente di consultazione del medico e di ospedalizzazione. Tuttavia, rispetto a vent’anni fa, la situazione è parecchio migliorata. In Ticino inoltre si vive più a lungo rispetto al resto della Svizzera e ad influire sulla diminuzione della mortalità è stato soprattutto il calo dei decessi dovuti a malattie cardiovascolari. E questo nonostante un tasso d’ospedalizzazione per infarto del miocardio superiore al resto della Svizzera, come rileva l’Osservatorio svizzero della salute. In uno studio sulla mortalità in Ticino pubblicato a fine 2008 dall’Ufficio cantonale di statistica, risulta che la speranza di vita media da noi (77,4 anni per gli uomini e 83,8 per le donne) è inferiore solamente a quella dei giapponesi (77,5 anni gli uomini, 84,3 le donne). Il tasso di mortalità è calato significativamente: meno 37 per cento tra gli uomini e meno 34 per cento tra le donne. Eppure i ritmi di vita si sono fatti più frenetici, l’inquinamento è aumentato, la popolazione è invecchiata, tutti fattori che aumentano il rischio di ammalarsi di patologie del sistema cardiocircolatorio. Cos’è cambiato? Difficile rispondere. Secondo una delle autrici dello studio, Cristina Gianocca, si possono solo avanzare delle ipotesi: «I dati analizzati non possono spiegare il perché di questa mortalità più bassa in Ticino, bisognerebbe fare Un infarto al giorno, ma un tasso di mortalità in calo. La gestione delle malattie cardiovascolari in Ticino è cambiata radicalmente con l’apertura del Cardiocentro: i pazienti non devono più spostarsi Oltralpe per farsi operare e lo Stato non è più chiamato a contribuire per gli interventi di Priscilla De Lima foto Ti-Press Questioni di cuore ulteriori studi. Sappiamo tuttavia che da noi non vi è uno stile di vita più sano rispetto al resto della Svizzera». Secondo le ricercatrici il progresso realizzato nelle malattie cardiovascolari dev’essere messo in relazione al particolare sforzo di prevenzione operato in Ticino in quest’ambito. Nel corso degli anni ’80 infatti furono distribuiti gli opuscoli ‘Con tutto il cuore’ (1987), nel quale erano raccolte le informazioni di base sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e ‘I minuti che contano’ (1989), sui sintomi che permettono di riconoscere un infarto. Questo tipo di campa- gna ha un impatto rilevante solo dopo un lungo periodo di tempo. La rianimazione Che la prevenzione sia fondamentale per questa evoluzione positiva è sottolineato anche da chi della lotta alle malattie cardiovascolari ha fatto una missione: la Fondazione Ticino Cuore e il ‘Progetto rianimazione e defibrillazione precoce’. Dall’inizio del progetto nel febbraio del 2006 sono infatti aumentati i casi di sopravvivenza per le persone colpite da infarto cardiaco. La diffusione dei defi- brillatori e soprattutto la formazione dei ‘laici’ sono state fondamentali: «C’è un’esplosione dei casi in cui il non professionista ha già cominciato la rianimazione prima dell’arrivo dei soccorsi. Si sono compressi i tempi di reazione sul paziente e in questo modo sono aumentati coloro che non riportano danni cerebrali dopo un arresto», spiega Roberto Cianella, direttore della Federazione cantonale ticinese servizi ambulanze. Dal punto di vista tecnologico si è davvero all’avanguardia. Grazie alla collaborazione tra servizi ambulanze, Ente ospedaliero e Cardiocentro, da sei mesi nell’alto Ticino si sta infatti utilizzando un sistema di spedizione dati dalle ambulanze agli ospedali di riferimento che permette al medico di ricevere l’elettrocardiogramma del paziente soccorso. In questo modo si tenta di accorciare ancora di più i tempi di ricovero in caso d’infarto. Il Cardiocentro Tra i fattori che hanno influito sulla diminuzione della mortalità nel nostro cantone non possiamo ignorare l’apertura nel luglio del 1999 (fra mille polemiche, vedi box nella pagina a destra) del primo centro di cardiochirurgia ticinese. La presenza di una struttura del genere in territorio cantonale ha infatti cambiato radicalmente la gestione delle urgenze, in quanto raggiungibile in tempi relativamente brevi da tutto il territorio cantonale. Dalla sua apertura il Cardiocentro ha ospitato oltre ventimila pazienti e attualmente è attrezzato per poter affrontare praticamente ogni tipo di patologia cardiaca, senza l’obbligo di dover spostare il paziente ticinese fuori cantone, riducendo in questo modo di parecchio il contributo pubblico alle cure.