SAGRA DELLA POLENTA E DEL MAIS SOFFIATO
Questa foto rappresenta la piazza di Antridonati, una
frazione di Cassino che concentra circa 300 abitanti. Essa è
situata ai confini con la Campania e si estende lungo il fiume Gari.
Gli abitanti del luogo sono prevalentemente contadini, che
lavorano il terreno coltivando numerosi campi di mais, che si
trovano nelle vicinanze di un fiume, con grande vantaggio per
l’irrigazione. Questi terreni per altro sono fertili, e un tempo
venivano irrigati con difficoltà, da pochi anni invece sono stati
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realizzati impianti di irrigazione più sofisticati, favorendo un certo
incremento nella produzione di mais, tanto da rendere questa
zona la prima del basso Lazio.
Dopo aver raggiunto tale risultato, alcuni giovani del luogo
pensarono che era il caso di far conoscere il loro prodotto locale,
istituendo la sagra della polente e del mais soffiato e la festa
dell’emigrante, che si ripete ogni anno dal 1978.
In questa occasione, fu deciso che la sagra, ogni anno
doveva essere fatta la seconda domenica di Ottobre, tempo in cui
ogni contadino aveva ultimato il raccolto.
Per organizzare questa festa bisogna preparare un piano di
lavoro, già dal mese di Settembre, che viene svolto da un apposito
comitato. Come primo compito bisogna raccogliere il mais, che
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viene offerto dalle varie famiglie, questo viene in seguito macinato
per ottenere la farina sufficiente per cuocere la polenta.
Le donne iniziano a lavorare un paio di giorni prima (venerdì
e sabato precedenti la festa), preparando sacchettini di mais
soffiato.
I giovani si impegnano ad addobbare la piazza, innalzando
un grande palco al centro, e addobbandolo con tanti palloncini
colorati, striscioni pubblicitari, e in particolare vengono appesi in
più parti le pannocchie come simbolo della sagra.
La festa ha inizio alle ore 8.30, con lo svolgimento di gare e
giochi popolari diversi a seconda delle fasce di età.
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Da tre anni ci sono gare di corsa veloce, di atletica, caccia al
tesoro, corsa coi sacchi, gioco con la pignatta, l’ago nel pagliaio, il
palo della cuccagna e gare di ballo.
La piccola piazza si riempie di persone veramente felici di
partecipare alle varie competizioni sportive. Il gioco più divertente
è quello dell’ago nel pagliaio: i bambini “si tuffano” in una grande
botte piena di farina in cui devono trovare un premio; si divertono
a lanciarsi la farina addosso.
Da un lato della piazza delle donne cantano canzoni
popolari, mentre preparano il ragù e i relativi “segreti” ingredienti
per la preparazione della polenta, il tutto sotto il diretto “controllo”
dei cuochi.
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Nel primo pomeriggio inizia la cottura della polenta: 16
pentoloni da un quintale ciascuno vengono posti sopra ad
altrettanti fornelli, e vicino ad ogni pentolone si pongono due
donne che si danno il cambio per girare. Da qualche anno ormai si
fanno due turni per un totale di 32 quintali di Polenta, ma nell’anno
corrente si stima di iniziare il primo turno dalle prime ore del
mattino per raggiungere i 40 quintali di Polenta.
Dalle contrade arrivano bande musicali e gruppi folcloristici,
che ballando e cantando rallegrano le strade e in modo particolare
gli anziani, che rivivono i momenti della loro giovinezza.
Poi, dalle varie contrade arriva la sfilata dei carri, che
rappresentano la semina, la raccolta, e la macinatura del mais;
verso sera poi in piazza il sacerdote dà loro la benedizione.
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Intanto le donne sono sempre più indaffarate per portare a
termine la cottura della polenta.
Finalmente terminato di girarla, la versano in grandi madie,
dove viene condita con il ragù e formaggio parmigiano.
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sagra della polenta e del mais soffiato