Periodico di informazione del Partito Democratico della Provincia di Gorizia La concretezza di un Paese vivo Dopo le indecenti vicende alle quali tutti i telegiornali hanno fatto eco, sulle serate festose del Presidente del Consiglio dei Ministri, altre boutade all’orizzonte. Ora è possibile cambiare anche l’età non per mano di lifting, per far finta di essere maggiorenni quando non lo si è. E’ possibile che i pagamenti alle cosiddette “escort” vengano fatti a nero, cioè senza fatture. E pochi parlano di evasione fiscale. E’ possibile sentire ragazze che venderebbero loro stesse, cullate da potenti, per qualche migliaio di euro. Insomma, questo pezzo di Italia che ha confuso le soap opera con la realtà non si arrende e continua a giustificare una visione del mondo corrotta a tal punto da sembrare normale. Dall’altra parte invece c’è un altro pezzo di Italia fatta di ragazze che fanno le cameriere per pagarsi gli studi e sperare in una vita più appagante, ci sono badanti che accudiscono i nostri anziani, ci sono insegnanti che spiegano ai loro studenti i valori fondanti della nostra cara Repubblica, ci sono lavoratori che si svegliano ogni mattina e tornano a casa la sera, quando va bene, per guadagnare la pagnotta e per dare una speranza alle loro famiglie, ci sono amministratori seri che cercano di salvaguardare il bene comune, ci sono volontarie e volontari che nel tempo libero si sostituiscono ai servizi che uno Stato civile dovrebbe garantire ai propri abitanti, ci sono persone che in vacanza fanno pure loro volontariato ma internazionale, per dare una speranza a chi sta molto peggio di loro, ci sono nonni che aiutano a crescere i figli di coloro che per obbligo sono costretti a rinunciare agli asili che mancano sempre, ci sono sportivi che vincono le loro gare senza doping solo per il gusto di superare loro stessi, migliorare, dando anche loro speranza agli altri. Il PD ha il compito di promuovere l’Italia che infonde speranza perchè è cosciente che per la stragrande maggioranza degli abitanti di questo Paese l’obiettivo della vita non è un posto in tv o sulle ginocchia di un anziano Premier. Questa è l’Italia che manifesta la sua indignazione per lo svilimento delle donne, della scuola, del lavoro e dei lavoratori e dei valori fondanti della nostra Repubblica. Questa è la parte dell’Italia che infonde fiducia in un mondo diverso, migliore, dove lo Stato eroga servizi di pubblica utilità ai cittadini, dove i cittadini si sentono tutelati. Uno Stato che funziona è quello che ascolta i bisogni dei cittadini e fa tesoro delle loro All’interno: richieste, investe fondi per elevare l’Italia in testa alle classifiche mondiali per qualità della Scuola/elezioni/donne/ vita, per investimenti sulla ricerca e sulla scuola, per uguaglianza sociale, per pari sanità opportunità, per un’economia competitiva, per infrastrutture degne di questo nome. Lo Stato, questa entità così nominata, è la fonte che può garantire a tutti, se ben amministrato, un futuro migliore. Questo Governo non è stato capace e non sarà capace di invertire la tendenza a spettacolarizzare qualsiasi cosa per evitare di affrontare i veri problemi. Non possiamo far altro che chiedere le dimissioni, per manifesta incapacità nel gestire il nostro presente, il nostro passato ed il nostro futuro. Elena Cettul Pag. 1 Sostenere i centri antiviolenza Nonostante gli impegni assunti dal Governo ormai due anni fa, oggi le principali reti di associazionismo femminile, impegnate sui temi della tutela della donna e dei servizi territoriali contro la violenza, si trovano a dovere lanciare un grido di allarme per la chiusura forzata di numerosi centri antiviolenza e case rifugio in molto zone del territorio nazionale. Anche laddove i centri non rischiano direttamente la chiusura, la riduzione dei trasferimenti economici ridimensiona gravemente le attività e la dimensione dei servizi erogati e, in generale, indebolisce il senso stesso dei centri antiviolenza, che vanno considerati servizi essenziali e riconosciuti come parte essenziale e di un sistema integrato. Intervenire solo sul circuito penale non è certo sufficiente se manca del tutto una cultura della prevenzione e della assistenza delle vittime: inoltre è inutile intervenire con leggi nazionali se poi, sui territori, non si finanziano i servizi operativi, anzi li si costringono alla chiusura per totale mancanza di risorse economiche. Ecco perché noi oggi chiediamo torniamo a chiedere - di predisporre campagne informative e formative; ma, soprattutto, chiediamo di intervenire subito con misure e fondi consistenti per impedire che chiudano, o riducano al lumicino, le loro attività i centri antiviolenza. Antonella Bolletti Anno II n. 1 febbraio 2011 – Reg.Trib. di Gorizia n. 7/2010 dd. 16/12/2010 - Direttore responsabile: Oliviero Furlan – Redazione: v.le D’Annunzio, 15 Gorizia –“Poste Italiane SPA – Spedizione in abbonamento postale – 70% NE/GO” GO! Tempesta d’idee sulla scuola Facciamo un gioco d’associazione libera di pensieri: cosa rispondiamo d’istinto all’espressione “scuola pubblica”? Proviamo a proporlo ai nostri nonni, vicini di Nello stabilimento Fincantieri di casa, amici virtuali, figli e colleghi. Il risultato sarebbe quasi certamente un universo immaginifico costellato di Uguaglianza, Opportunità, Comprensione, Monfalcone nel mese di febbraio Cultura. I più ribelli tra noi potrebbero aggiungere anche Spirito Critico e Libertà ha perso la vita sul lavoro un di Pensiero, senza scordare Sacrificio e Impegno che non guastano mai in un giovane uomo. Il PD della percorso di formazione. provincia di Gorizia esorta tutti i Questo guazzabuglio d‘idee astratte non dovrebbe avere alcuna datori di lavoro ad impegnarsi per caratterizzazione partitica, sono parole che appartengono alla sfera dei nostri ricordi o delle speranze per le giovani generazioni. Eppure con stupore la sicurezza nei luoghi di lavoro, crescente da tre anni a questa parte dobbiamo difendere la positività intrinseca rispettando le leggi e le vite della scuola pubblica, dobbiamo opporci alla visione distorta di una destra umane. Perchè di lavoro si deve classista che teme il diritto allo studio garantito a tutti. vivere, non morire. Mentre il Fondo Sociale fornisce ai cittadini d’Europa più in difficoltà la possibilità di una formazione culturale e professionale continua mettendo a disposizione cospicue somme, il sistema scolastico italiano viene immeritatamente debilitato a colpi di decreti finanziari. La classe degli insegnanti - siano essi di sostegno, universitari, di ruolo o precari senza alcuna distinzione - oltre ad essere stata definita “parassita dello Stato” sembra abbia la grave colpa di “inculcare” strane e riprovevoli idee nelle menti fertili dei nostri fanciulli. Insomma, secondo questa visione, quando ci hanno insegnato i principi dell’Illuminismo o il metodo scientifico, le responsabilità dei nazifascismi o il principio di indeterminazione di Heisenberg, non si voleva spalancare le porte della nostra consapevolezza: faceva tutto parte di un progetto d’indottrinamento finalizzato alla creazione di una squallida società egalitaria. Il problema è che la ripetizione continua di queste ossessioni-spauracchio non fa altro che ingigantire l’angoscia delle famiglie e favorisce la polarizzazione del consenso. L’unico strumento che abbiamo per poter migliorare la situazione ormai fuori controllo è la nostra testimonianza: ciascuno di noi sa chi ringraziare nel proprio percorso di studi. La scuola che abbiamo frequentato è stata fucina di idee, di incontri, di impegni e la ricchezza umana sperimentata non può essere monetizzata. C’è così tanto da migliorare in termini di efficienza ed efficacia dei programmi scolastici e dell’organizzazione del personale docente e amministrativo che l’unica cosa saggia da fare concretamente è non perdere la calma della Resistenza per far capire che i tagli trasversali vanno proprio nella direzione opposta alla crescita sana dell’istituzione Scuola. Esigiamo il meglio, pretendiamo che sia rispettata la nostra Costituzione nella quotidianità di ogni lavagna d’Italia scuotendo dal torpore chi ci vive accanto. Certamente anche lui avrà un episodio scolastico fondamentale da raccontarci. Lucia Giurissa Lavoro Elezioni Monfalcone La domanda che ho sentito porre da molti, in questi giorni di ''pre-campagna elettorale'', è: dove dove vuole andare Monfalcone? Che cosa ambisce a diventare? È una domanda a cui non è facile trovare una risposta, specie in una realtà dalle mille sfaccettature come la nostra. E proprio per questo, a mio giudizio, non è neppure una domanda a cui si può dare una risposta univoca. Anzi, quello che Monfalcone può e deve diventare, sarà il risultato di tante azioni, diverse fra loro e magari anche ''piccole'', ma capaci, assieme, di una grande forza. Il grande tema che dovremo affrontare è quello della coesione sociale, perché dobbiamo far fronte al senso di smarrimento che avvertono i nostri concittadini. I Monfalconesi si sono sentiti intimiditi dai cambiamenti che hanno investito la nostra città ed ora hanno bisogno di trovare una ridefinizione dei contorni del nostro vivere sociale. Continueremo sicuramente a lavorare sulla scia di quanto fatto finora per una città più vivibile, con servizi sempre migliori, una città più verde, una città meno congestionata dal traffico con l’attivazione del piano del traffico intercomunale ed il completamento del ''progetto rotonde'', e il perseguimento della mobilità alternativa all’uso dell’automobile. Nel futuro una delle sfide più importanti sarà quella dell'occupazione e del lavoro: vivere in una bella città, se non c'è la sicurezza economica per la propria famiglia, non basta. Ecco perchè lavoreremo a tutte le strategie possibili per favorire la ripresa dell'economia nel nostro territorio. Sosterremo con determinazione i progetti per lo sviluppo del nostro porto, (attivando le sue potenzialità attuali e quelle future), le nostre aziende, le attività che creano posti di lavoro sicuri e di qualità. Questo non significa però dimenticare gli altri aspetti: la vocazione turistica (con il Parco della Grande Guerra), l'importanza della nautica da diporto (con lo sviluppo del Canale Est Ovest) e la cultura. E, dal momento che la forza della società sono i giovani, faremo quanto possibile per dare loro le migliori opportunità di impiego sul territorio. Un percorso già ben avviato con diverse iniziative di qualità, (come il grande evento “Scienza under 18” della scorsa primavera e le varie edizioni dell'Open Day, che quest’anno si chiamerà “Tutti per uno”, e gli incontri dedicati agli studenti delle scuole cittadine, che esplorerà le opportunità di studio all'estero in vista di un rientro in Italia. Cercheremo in tal modo di ribaltare il processo dei ''cervelli in fuga'': ci attiveremo per cercare canali di finanziamento per permettere ai nostri giovani diplomati e laureati di riportare le loro conoscenze sul territorio, arricchendolo sempre di più. Perché dobbiamo guardare avanti e costruire la premesse per uno sviluppo di qualità del nostro tessuto produttivo, che non potrà più essere legato soltanto a quanto è stato costruito con perizia e duro lavoro la fama di Monfalcone, città operosa e orgogliosa della sua vocazione industriale. Silvia Altran (Candidata Sindaco del PD a Monfalcone) Pag. 2 Elezioni Ronchi dei Legionari Sono già trascorsi cinque anni dall’inizio della nostra esperienza politica cominciata nel 2006, e ritengo che gli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati mantenuti. In particolare quello del mantenimento di un livello alto dei servizi rivolti alla cittadinanza, precisamente nei settori dell’assistenza, cultura, sport ed associazionismo. Ad evidenziare il raggiungimento di questi obiettivi basta scorrere i bilanci comunali degli anni passati per rendersi conto di quanto sia stato investito dall’amministrazione in questi settori. Anche nel bilancio di previsione 2011, in fase di predisposizione, le somme previste per questi settori ammonteranno a quasi il 50% del totale della spesa corrente complessivamente previste. Spesso noi siamo abituati a criticare senza proporre nulla di costruttivo: non dobbiamo dimenticare mai invece che la Provincia di Gorizia è ai primi posti in Italia per la qualità della vita, frutto degli ottimi servizi rivolti alla cittadinanza tutta da parte delle strutture pubbliche. L’amministrazione comunale in questi cinque anni è riuscita ad ottenere importanti finanziamenti destinati al riordino strutturale di scuole e strutture sportive nonché al completamento della rete fognaria (complessivamente oltre 15 milioni di euro). Il raggiungimento di questi obiettivi non può far dimenticare che tagli operati dalla Regione e dallo Stato potrebbero portare ad una diminuzione da parte degli enti locali di molti interventi a favore della cittadinanza, proprio in questo momento di maggior bisogno, basti pensare all’aumento esponenziale negli ultimi mesi della cassa integrazione e della disoccupazione. Il lavoro è la preoccupazione del 2011: un intera generazione si sta avvicinando all’età lavorativa senza nessuna prospettiva certa per il futuro, questo a partire dalla scuola divenuta un contenitore vuoto e non un volano per una futura professionalità e occupazione. Ritengo l’obiettivo di Eurologistica, un progetto a cui credo fermamente e che potrà essere da volano non solo della nostra zona ma di tutto l’alto Adriatico. Grande perplessità la nostra amministrazione ha espresso al progetto della TAV. Ritengo che il progetto dell’alta velocità debba fermarsi davanti allo scalo aeroportuale, zona nella quale potrà essere costruita la nuova stazione ferroviaria che collegherà l’aeroporto di Ronchi a tutto il territorio monfalconese e a tutti gli scali aeroportuali dell’alto adriatico. Trovo inopportuno invece proseguire la linea di alta velocità verso Trieste in quanto danneggerebbe l’entroterra monfalconese e l’ambiente carsico. Per il futuro del Partito Democratico che ha la prospettiva di governare l’Italia è necessario portare a compimento un progetto comune di società un progetto globale che evidenzi l’orgoglio di appartenenza ad una visione non faziosa della politica. Siamo un grande partito, ci accingiamo a governare la Provincia di Gorizia e innumerevoli comuni della stessa, dobbiamo perciò essere elemento di traino degli altri partiti minori non soggiacendo al ricatto di partiti testimoni di passati eroici ma inutili e inconcludenti. Roberto Fontanot (Sindaco uscente e candidato Sindaco del PD di Ronchi dei Legionari) Calendario Festa della donna Perchè si celebra la festa della donna? Nel 1908, 129 operaie dell’industria tessile americana “Cotton” protestarono per i salari e per le condizioni di lavoro. Il proprietario della fabbrica le chiuse all’interno dello stabile ed appiccò il fuoco. Le 129 donne morirono, nei giorni poco antecendenti all’8 marzo. La data venne proposta come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Il PD della provincia di Gorizia vuole fare un augurio speciale a tutte le donne, vista l’importanza delle stesse nella storia della nostra Repubblica. Gli ultimi fatti che purtroppo riguardano una delle più alte cariche dello Stato, le violenze domestiche, lavorative, le pressioni psicologiche, la disparità tra i salari, la posizione del nostro Paese per l’accessibilità alla vita politica e decisionale, ci portano a pensare che le lotte a favore delle pari opportunità non sono ancora finite. Invitiamo le donne a riflettere su loro stesse e gli uomini a riflettere sulle proprie madri, sulle proprie sorelle, zie, cugine, nipoti, amiche, mogli, figlie. Invitiamo tutti a portare rispetto per le battaglie che le donne hanno sempre fatto e stanno continuando a fare a favore della loro e della nostra dignità, della famiglia, a favore dei diritti e della vera libertà. Elena Cettul Comunicazione a tutte le iscritte, alle elettrici e alle simpatizzanti del PD Si è costituita l’assemblea nazionale e regionale delle donne del Partito Democratico. Tutte le iscritte, le elettrici e le simpatizzanti possono partecipare all’assemblea regionale delle donne per portare idee e per partecipare attivamente, anche tra donne, alle proposte che il Partito Democratico vuole fare sui temi che riguardano l’ambito femminile, che è strettamente legato a quello delle famiglie. A livello provinciale abbiamo già contribuito con due documenti presentati al PD regionale e al PD nazionale, uno sulla violenza sulle donne e uno sulle discrminazioni sul lavoro. Chi è interessata a partecipare può telefonare alla sede provinciale del PD (il numero è sull’ultima pagina del giornalino) e lasciare il proprio nome e recapito. Pag. 3 Sanità I servizi territoriali dell’ASS n. 2 isontina Il PD provinciale, forum sanità, nel dicembre 2009 ha dato vita ad un progetto relativo ad un miglioramento della comunicazione Istituzionale e che si è concretizzato con la costituzione delle commissioni della Conferenza dei Sindaci della provincia di Gorizia. Si è creato quindi, un nuovo strumento di monitoraggio della realtà della nostra Sanità, che attraverso il lavoro di due commissioni, definite rispettivamente Ospedaliera e Territoriale, ha consentito di avere tutto un insieme di dati e di informazioni, sulle quali abbiamo anche concretizzato le nostre rivendicazioni alla Regione. La particolarità di dette commissioni, consiste nel veder coinvolti non solamente i referenti dei cittadini per quanto attiene alla salute, e cioè i Sindaci, ma anche gli operatori dell’Azienda Sanitaria n° 2 Isontina, i quali, attraverso il meccanismo delle audizioni, hanno dato un fondamentale contributo per la conoscenza dello stato dell’arte dei servizi. L’augurio è che si prosegua su questa strada ed è un nostro preciso impegno di sollecitare continuamente il Sindaco Romoli, in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci e l’Assessore Romano, affinché proseguano su questa strada, ma pare che non ci sia da parte loro alcuna volontà di impegnarsi in tal senso. Il sottoscritto è stato presente a tutte le commissioni in qualità di garante, mentre il dott. Giuseppe Latella è il referente della commissione territoriale. Dal documento conclusivo di quest’ultima, emerge una situazione quasi drammatica dei nostri servizi. Per anni la nostra attenzione si è focalizzata sugli ospedali e ci siamo resi conto con maggior consapevolezza del continuo e inesorabile depauperamento di tutta l’offerta territoriale. Quando parliamo di territorio, dobbiamo avere in mente una mappa dei servizi così composta : i Distretti (Alto e Basso Isontino), il Dipartimento di Prevenzione, il Dipartimento di Psichiatria e il Sert. All’interno dei Distretti ci sono le RSA (residenze sanitarie assistite), l’ADI (assistenza domiciliare integrata, i Medici di medicina generale, l’U.O.E.E.P.H. (età evolutiva ed handicap) e i Consultori Familiari. Per capire quanto siamo rimasti indietro rispetto agli obiettivi definiti, ormai, quasi dieci anni fa dai piani nazionali della salute, da quelli regionali e a cascata quelli locali, dobbiamo fare questa constatazione: alla luce dei cambiamenti di politica sanitaria e culturali, dovevamo rinforzare il territorio in tutte queste succitate componenti e prendendo atto che nella maggior parte del Paese,, la spesa sanitaria aveva una ricaduta rispettivamente sugli ospedali del 58-60% rispetto al territorio (mediamente), questa tendenza doveva essere praticamente invertita. Alcune realtà sono riuscite nell’intento (vedi Toscana con le Società della Salute), mentre altre come la nostra non hanno spostato nessun punto percentuale. Purtroppo, con l’arrivo della recessione, alcune risorse vengono spostate dal territorio agli ospedali per colmare vuoti improvvisi (blocco del turn over). Presso la nostra provincia la situazione non è migliore di altre , anzi, dai dati emersi e mai contraddetti dall’Assessorato regionale alla Salute, i nostri servizi territoriali stanno operando con molte risorse in meno rispetto alle altre provincie. Per tutti, basti un esempio : la nostra assistenza domiciliare infermieristica può contare su 2,6 infermieri ogni 10.000 abitanti, mentre per le altre Aziende sanitaria si va da un minimo di 3,4 a un massimo di 6 infermieri, sempre ogni 10.000 abitanti. La differenza è enorme e a farne le spese sono i cittadini che molto spesso devono affidarsi alla buona volontà dei familiari , nonostante lo strenuo impegno degli operatori. Se poi, dovessimo valutare ogni singolo servizio, potremmo constatare che c’è una carenza cronica di personale, alcune funzioni fondamentali non vengono garantite, vedi ad esempio il percorso nascita. Troviamo sofferenze nella Psichiatria, nel Sert e nei Consultori Familiari. Dobbiamo farci carico di supportare il cambiamento culturale e organizzativo che deve riconoscere al territorio la missione di dare delle risposte di salute in tutte quelle situazioni che non richiedono un ricovero ospedaliero. Pare che la nuova direzione aziendale intenda muoversi in questo senso, da quanto anticipato alla Conferenza dei Sindaci di gennaio. Il nostro impegno dovrà consistere nel monitorare i processi di cambiamento e, in mancanza dei finanziamenti della L.328/2000 (chiamata legge Turco o dei piani di zona) di cui non si è assunta la responsabilità la nostra amministrazione regionale, garantire il lavoro di rete tra tutte le componenti del sociale che si occupano di salute e quindi, anche il mondo del volontariato. Come più volte ho espresso sui giornali locali, il PD e tutte le forze di centrosinistra devono garantire la centralità della persona nella programmazione sanitaria, devono continuare ad ascoltare e informare, all’insegna di quel background che ci appartiene e che risulta incomprensibile per il centrodestra. Silvano Ceccotti (Referente PD Forum provinciale Sanità) IL PD SOLLECITA LA POPOLAZIONE A CELEBRARE IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’D’ITALIA GO! Periodico di informazione del Partito Democratico della provincia di Gorizia Registrato al Tribunale di Gorizia n. 7/2010 dd. 16/12/2010 – Bimestrale Giornale murale - Anno II n. 1 – febbraio 2011 – st. pr. viale D’Annunzio, 15 – Gorizia Direttore Responsabile: Oliviero Furlan Editore: Partito Democratico provinciale di Gorizia Tel. 0481/531436 Pag. 4