Corso di Formazione RSPP
Comunicazione
Modulo “ C “
Miglioramento
continuo
Gestione
“La qualità della vita è data dalla differenza soggettiva
che esiste tra le richieste di adattamento che l’ambiente
ci impone e la quantità di energia che riteniamo di avere”
Informazione
Analisi rischi
Relazioni
Ergonomia
Realizzato da:
Cav. Rag. MARCELLO SANTOPIETRO
Funzionario Vigilanza Ispettiva I.N.A.I.L. – Caserta
Rischi di natura Psico-Sociale
La normativa italiana in materia di
Igiene e sicurezza sul di lavoro
ha subito, negli anni, una profonda evoluzione, passando da una concezione
impositiva dei tradizionali metodi di prevenzione tecnica, delineati nei D.P.R.
n. 547 /55 e n. 303/56, ad un sistema di sicurezza globale che pone l’uomo, anziché la
macchina, al centro della nuova organizzazione della sicurezza aziendale, con il
conseguente coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate al processo
prevenzionale, identificato nel D. Lgs. n. 626.1994 -.
Alle norme che disciplinano il singolo rischio specifico si affiancano disposizioni che
puntano sulla prevenzione globale dei rischi connessi allo svolgimento di un insieme
di attività produttive.
Il recepimento delle direttive comunitarie, intese ad armonizzare le varie leggi degli
Stati membri dell’EU ha portato in parte a compimento la dolorosa gestione della
sicurezza.
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Il miglioramento della qualità della vita
ci ha portato ad una crescente attenzione nei confronti della sicurezza che, grazie
al recepimento di Direttive Europee, si cerca oggi di interpretare nella sua più
ampia definizione e non limitatamente ai luoghi comuni del lavoro.
Sul lavoro è nata una collaborazione
non soltanto dettata per legge, ma
frutto di un confronto a tutto campo,
aperto e leale tra le parti:
datore di lavoro
lavoratore
Non basta infatti rispettare le leggi, occorre arrivare a condividere gli stessi
obiettivi, concordare i percorsi da fare, dimostrare a tutti i livelli comportamenti
coerenti con essi, verificare continuamente i risultati e aggiornare i programmi.
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Il lavoro in condizioni di sicurezza e benessere
è un obiettivo perseguibile solo sulla base di una collaborazione
reale tra i vari soggetti dell’impresa.
Datore Lavoro
Staff
S.P.P
svolgono bene il proprio
ruolo solo se si rapportano
effettivamente tra loro
RLS
Preposti
RSU
Lavoratori
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Troppi si occupano o investono in : Sicurezza
• Il Legislatore
e
(norme: 303 – 547 – 626 – 494 ...)
allora
• I Nuovi Soggetti (RSPP,RSL,…)
• L’Azienda (DPI,Formazione...)
perché
• Sistemi Gestionali (SGQ, SGA, SGSL, ... )
• Enti preposti (ISPESL, ASL, INAIL,...)
tanti
• Le Assicurazioni
• I Sindacati
infortuni ?
• I Comitati Paritetici
Anno 2005:
Necessita migliorare
i nostri comportamenti pericolosi sui
luoghi di lavoro trasmettendo la
“ cultura della sicurezza e prevenzione “
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939.640 infortuni - 1.196 mortali, ai
quali vanno aggiunti circa 200.000
casi appartenenti al lavoro sommerso
o incidenti lievi non denunciati all’Inail
e gestiti differentemente.
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Le tecniche di controllo hanno un limite
Livello di controllo
"misura"
dei parametri di rischio
Minaccia
Vulnerabilità
Top Event
Danno
Deviazioni
Rischio
limite di tolleranza
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area di rischio
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Le tecniche di controllo non sempre raggiungono l’obiettivo
Sistema gestionali
Analisi procedurali
controlli
SGQ – SGA – SGS
SGI - SGSL
Buona tecnica
Partecipazione
Cultura
Comportamenti responsabili
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Comportamenti e sicurezza sul lavoro
“ La comunità scientifica internazionale concorda sul
fatto che oltre l’80% degli incidenti sul lavoro si
verifica a causa di comportamenti insicuri piuttosto
che per carenze dei dispositivi di sicurezza “.
Necessita ridurre gli incidenti
adottando comportamenti di sicurezza
Ottenere risultati concreti in termini di sicurezza è dunque
funzione della capacità di insegnare, attivare e mantenere i
comportamenti di sicurezza sul luogo di lavoro, attraverso un
nuovo modo di intervenire sul “ Fattore umano ”.
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Proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza
Motivazione
Comunicazione
Informazione
(management)
SICUREZZA
Formazione
(training)
Necessita, per la riduzione degli infortuni
sul lavoro, far emergere:
“ una coscienza collettiva “
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… proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza
Motivazione: è il processo mediante il quale viene creato
(o si crea) un motivo che possa spingerci all'azione.
E’fondamentale perchè è uno degli ingredienti
indispensabili per il raggiungimento di qualsiasi
obiettivo.
E’ un costrutto usato per spiegare l'inizio, la direzione, l'intensità
e la persistenza del comportamento diretto verso un obiettivo.
Informazione
Formazione
fornire notizie
utili o funzionali
Addestramento
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fornire, mediante un’appropriata
disciplina, i requisiti necessari ad
una attività
rendere idoneo ad una determinata funzione
o ad un comportamento specifico
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Scopi della comunicazione
Informativi
Formativi
Facilitare l’interpretazione
del messaggio e la
comprensione tra i soggetti
Decisionali
Sviluppare procedure per la
risoluzione dei problemi o conflitti
legati al rischio e alle misure per
ridurlo
Indirizzare le attitudini delle persone
e indurre cambiamenti nei loro
comportamenti
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Psicologici
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Ridurre i margini
di indecisione/incertezza
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Trasmettere informazioni o comunicare
• Nell’informazione l’Emittente si limita a trasmettere un messaggio
(es. volantino, cartello, audiovisivo, radio, ecc.)
• Nella comunicazione è contenuto il messaggio ma anche la verifica
del suo effetto
• Quello che viene comunicato non rappresenta quello espresso, ma
quello che viene capito
• Quello che non viene capito non è stato comunicato
Se si desidera comunicare efficacemente e’ importante
•
•
•
•
•
•
<<<
Ciò che viene detto
L’espressione del viso
Il tono della voce
Il comportamento nel quotidiano
La capacità di ascoltare e capire le persone con le quali si comunica
La capacità-possibilità di avere un rapporto di collaborazione con
gli interlocutori
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Emittente - Ricevente
Si comunica bene se:
L’Emittente
Il Ricevente
ha ben chiaro cosa vuol dire
lo mette in evidenza
punta su poche idee (fondamentali)
adatta il proprio stile al ricevente
non parla velocemente
tiene conto della differenza tra
tempo di parola e di ascolto
• non è prolisso (noioso)
• valorizza l’interlocutore (ricevente)
• guarda negli occhi
• ascolta, osserva attentamente
• verifica se ha capito quanto
l’emittente vuole trasmettere
• evita valutazioni affrettate
• pone domande
• esce dal proprio quadro di
riferimento
• presta attenzione alla comunicazione
non verbale
•
•
•
•
•
•
<<<
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Circolazione della comunicazione
dall’alto
in
basso
trasversale
Nelle aziende dove vige un sistema
burocratico la comunicazione
funziona prevalentemente dall’alto
in basso - comunicazione ad una via <<<
Dal basso
in
alto
La cosiddetta comunicazione a due vie
consente invece un flusso nei due sensi,
non solo dal vertice alla base, ma anche
dalla base al vertice.
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… circolazione della comunicazione
A UNA VIA
E’ sottoposta, più facilmente, ad equivoci e malintesi.
Non è possibile variare o correggere il messaggio in
base alle reazioni del destinatario
A DUE VIE
Relazione di tipo circolare tra gli interlocutori.
E’ possibile verificare subito le reazioni e quindi
l’efficacia del messaggio. Genera interdipendenza
tra gli interlocutori – Provoca un feed-back
(informazione di ritorno) ovvero il controllo della
corretta percezione e decodificazione del messaggio.
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Che cosa e’ la comunicazione interpersonale
Rendere noto-diffondere
Essere in rapporto-contatto con qualcuno
Un messaggio
Partecipare-trasmettere personalmente
Far parte ad altri di qualcosa
Ciò che viene scambiato,
sotto forma di informazione,
tra l’emittente ed il ricevente
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Comunicazione e relazione sociale
A - Emittente
Comunicazione:
Codifica
F
e
e
d
b
a
c
k
Messaggio
comprensione
del messaggio
Relazione:
Decodifica
B - Ricevente
coordinamento
dei comportamenti
<<<
A
Codifica
Interpretazione
Decodifica
Emittente e ricevente
si scambiano i ruoli
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B
Decodifica
Interpretazione
Codifica
ritorno
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La comunicazione persuasiva
Soggetti
Sicurezza
Emittente
Persuadere
• Catturare l’ATTENZIONE
• Farsi capire “ COMPRENSIONE “
• Modificare il modo di pensare
“ INFLUENZAMENTO “
• Essere ricordati “ RITENZIONE “
Messaggio:
Comunicazione
+
contenuto chiaro
• Ottenere un COMPORTAMENTO
diverso
Operatore
ricevente
Promuovere il senso di Responsabilità e
il clima di Sicurezza tra i lavoratori.
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Comunicazione efficace
Costante controllo coerenza di:
• contenuti
• comportamenti
• strumenti
• linguaggi
• continuità
• feedback (ritorno)
Obiettivi
• Migliorare e valorizzare trasparenza dei messaggi
• Stimolare il flusso per favorire adesione alla mission
• Creare clima di condivisione ed integrazione
• Promuovere atteggiamenti dedicati all’ascolto e all’apertura
• Facilitare lo sviluppo di gruppi per il miglioramento delle pratiche quotidiane
promuovendo la creatività e l’innovazione
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Messaggio
La facilità di ricezione di un messaggio è maggiore quanto
maggiore è la sua ridondanza e quanto differenti sono i modi
attraverso cui viene trasmessa
Riusciamo infatti a ricordare …
Il 20 % di ciò che vediamo
Il 30 % di ciò che udiamo
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Il 50 % di ciò che vediamo e udiamo
+
L’ 80 % di ciò che vediamo, udiamo e facciamo
+
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+
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La comunicazione funzionale - essenzialmente operativa, necessaria a supportare
i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzando
documenti tecnici, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche.
senso di appartenenza
La comunicazione funzionale La comunicazione formativa
Condivisione di valori,
di obiettivi comuni e
responsabilità
gioco di squadra
La comunicazione formativa - relativa all’attività formativa e a tutte quelle
modalità di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura
(addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzando gli
strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della
singola persona o del gruppo.
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Da Gruppo di Persone a Squadra
Quando si parla di Comunicazione non si
intendono solo le informazioni aziendali
relative a cifre, dati, grafici, ecc., ma
soprattutto il processo attraverso il quale
si trasferiscono
ovvero gli elementi
base per sviluppare:
?
?
?
?
?
?
? ?
anonimati
valori,
immagine,
emozioni,
Lo spirito di gruppo,
cioè la creazione di un’identità chiara di un gruppo
di persone con dati obiettivi, risorse e vincoli;
Il Senso di appartenenza,
dunque l’adesione personale all’identità riconosciuta
e condivisa;
Per creare il Senso di Appartenenza devo arrivare
a far condividere i legami.
La condivisione dei legami crea l’appartenenza !
Il gioco di squadra,
ruoli
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L’attivazione di tutte le competenze e energie
disponibili per raggiungere il miglior risultato possibile
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Le informazioni
Comprensibilità: i criteri adottati nell’espressione
dei parametri che compongono il rischio devono
essere trasparenti e comprensibili.
Condivisione: i valori attribuiti alle informazioni devono essere
condivisi tra le funzioni aziendali interessate.
Coerenza: i valori attribuiti alle informazioni devono essere coerenti
con quanto stabilito dalle politiche di sicurezza di alto livello, essendo
in genere la definizione delle politiche di alto livello a monte
dell’operazione di analisi dei rischi.
Attinenza al dominio: la definizione del dominio di applicazione del
sistema di gestione della sicurezza delle informazioni deve essere
coerente con il dominio definito per l’analisi dei rischi.
Adeguatezza al livello di consapevolezza in azienda: la complessità di una metodologia
per l’analisi dei rischi deve essere adeguata al livello di consapevolezza esistente in
azienda sui temi relativi alla sicurezza delle informazioni. Ciò per evitare gli insuccessi
derivanti dall’introduzione di sistemi di gestione e processi non recepiti e lasciati allo
statodi elementi avulsi dalla cultura aziendale, attuati solo perché la norma lo richiede.
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Motivazione
(management)
Ciclo produttivo – progetto lavoro
un insieme organizzato di risorse umane e materiali riunite
temporaneamente per raggiungere obiettivi innovativi mediante
attività spesso inconsuete e/o interdisciplinari in presenza di
vincoli di tempo, costo, risorse e risultati tecnici.
Ruolo del Manager:
• Pianificazione: scadenzare le cosa da fare
• Organizzare: predisporre le attività da compiere
• Staffing: selezionare il personale da impegnare
• Dirigere: fornire le istruzioni da eseguire (strade da percorrere)
• Controllare: prendere le decisioni per “risolvere” i problemi
• Monitorare: verificare (osservare) l’avanzamento
• Innovare: suggerire le soluzioni innovative
•…
• e gestire il Rischio: valutare e governare possibili rischi
consente
di ottenere
• una forte motivazione delle persone a raggiungere obiettivi (… sicurezza)
• la possibilità di anticipare gli eventi, controllarli, avviare azioni correttive
• la diffusione dell’innovazione e dell’apprendimento continuo
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La formazione per acquisire responsabilità sul lavoro
SAPERE
(conoscenza)
Abbattimento
del Rischio residuo
SAPERE FARE
(addestramento)
adozione da parte dei lavoratori di
atteggiamenti e comportamenti sicuri
SAPERE ESSERE
(atteggiamento)
SAPERE AGIRE
(comportamento)
Il lavoratore attento alla sua protezione, perché adeguatamente
informato e formato sui rischi aziendali e professionali,
è la migliore garanzia di sicurezza
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Nonostante l’utilizzo di contromisure adeguate
il rischio non può essere eliminato del tutto
I risultati prodotti dal processo di analisi dei
rischi devono essere sintetici e facilmente
accessibili
Essenziali per una
“ Comunicazione condivisa “
nel mettere
in relazione
le informazioni (o le classi di informazioni) e
le risorse con il livello di rischio associabile
ad esse.
Necessarie per ottenere
“ Comportamenti sicuri “
La sicurezza non è mai statica, perciò deve essere tenuta sotto controllo durante tutto
il ciclo di vita del sistema, ne consegue che anche la relativa documentazione deve essere
rivista periodicamente (cambiamenti nelle tecnologie, un incidente, ecc.).
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Negatività che condizionano i comportamenti in sicurezza
Collusione
Incomprensione
Errori
Abusi di potere
delle istruzioni
di valutazioni
possono nascondere
o insabbiare procedure
Distrazione
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Stanchezza:
fisica, psicologica
ambientale
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Negligenza
raggirare procedure
la cui efficacia dipende
dalla separazione delle
responsabilità
Equilibrio tra
Costi/Ricavi
Investire in sicurezza è
un beneficio
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La comunicazione scadente porta all’insuccesso
Carenza
Difetti
Inconsistenza
Carenza
nella regia
di comunicazione
degli obiettivi
di progettualità
Carenze di
Difetti
Incapacità di reagire
integrità organizzativa
nei controlli dei sistemi
al cambiamento
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Insuccesso
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Ma tutto ciò sarà inutile se …
È essenziale che “ il Soggetto ” capisca che :
Deve saper scegliere i suoi collaboratori
(professionisti – imprese – lavoratori)
Deve saper controllare
il loro operato
Deve saper collaborare
con loro nelle scelte
Deve saperli assecondare
nella “ gestione “ dei lavori
È indispensabile che il Soggetto assuma un “ruolo” nella esecuzione dei
lavori che non sia solo quello che “esegue” ma soprattutto che “partecipa ”
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<< >>
Le Fonti e gli Strumenti di informazione
Fonti
Strumenti
• il documento di cui all,art.4, c.2;
• le schede dei dati di sicurezza delle
sostanze e/o preparati;
• le schede di sicurezza di macchine
e/o impianti;
• il registro dei dati ambientali;
• il registro dei dati sanitari;
• il registro degli infortuni;
• il registro degli esposti;
• le indicazioni dei servizi di vigilanza;
• le ” banche dati “ sulle bonifiche.
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Sicurezza
sul lavoro
• Opuscoli;
• Avvisi in bacheca/busta paga;
• Riunioni (anche di piccoli gruppi);
• Colloqui individuali
(es. medico competente);
• Audiovisivi;
• Circolari;
• Cartellonistica, segnaletica;
• Sistemi in rete.
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Flusso comportamenti per
nuovi lavoratori
dati
Datore lavoro
informativi
Servizio
Prevenzione e
Protezione
Informazioni sull’attività lavorativa
Informazione su rischi e formazione
Servizio Personale
scheda
destinazione lavorativa
Lista DPI
Medico competente
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Magazzino
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Flusso comportamenti per
ordini
nuove tecnologie – materie prime
Datore lavoro
procedure
Scambio informazioni
Ufficio
Amm.vo - tecnico
Servizio
Prevenzione e
Protezione
Valutazione rischi
Eventuali prescrizionj
Arrivo nuove merci
e/o partenza muovo ciclo produttivo
Magazzino e/o
produzione
Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo
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L’ambiente di lavoro
influisce notevolmente sulle condizioni di lavoro ed è un fattore determinante per
il benessere, la stanchezza, la sicurezza sul lavoro, la soddisfazione, la salute e non
da ultimo per il rendimento.
L’ambiente lavorativo si compone di: condizioni che possono essere considerate i
presupposti essenziali per lo svolgimento del lavoro condizioni createsi e modificatesi
durante lo svolgimento del lavoro condizioni associate a fattori esterni, ossia
determinate da posti di lavoro vicini.
Tra i presupposti fondamentali va considerato
il clima adattato
all’attività da svolgere,
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l’illuminazione corretta,
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pulizia e l’ordine
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… l’ambiente di lavoro
Il Lavoratore necessita di:
• clima e luce adeguati alla mansione che è chiamato a svolgere
• colore come punto di riferimento, segnali d’avvertimento,
caratteristiche sensoriali
• buone condizioni igieniche
• clima sociale buono
I mezzi di lavoro e il lavoro creano:
• calore
• circolazione e umidità dell’aria
• abbagliamento
• rumore
• vibrazioni
• radiazioni
• sostanze nocive
• odori
• sporcizia
• polvere
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clima
Questi fattori
influiscono sia su colui
che li causa
sia
sui vicini posti di lavoro
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Clima
è determinato dalla temperatura, dalla circolazione dell’aria, dall’umidità e dalla
temperatura superficiale di locali e impianti.
Il cosiddetto «clima del benessere» dipende anche dall’intensità dei movimenti del
corpo e dall’impegno muscolare ed è in funzione di una serie di fattori quali età, sesso,
costituzione, salute, alimentazione e abbigliamento.
Il confort climatico
è un importante
fattore di benessere
negli ambienti di lavoro
Esistono parametri per
garantire condizioni
ambientali di benessere
microclimatico :
• aria non inquinata
• giusto grado di umidità
• temperatura adeguata
I parametri fisici sono :
• umidità relativa
• temperatura dell’aria
• movimentazione dell’aria
• temperatura radiante
E’ importante valutare il carico calorico durante il lavoro, interagisce con i fattori climatici
ambientali altro parametro da valutare è il vestiario che ci protegge dal freddo, permette di
compensare situazioni di scambi termici con l’ambiente.
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Illuminazione
L’illuminazione contribuisce a creare quelle condizioni di benessere che devono essere
assicurate sia agli ambienti abitativi che lavorativi.
Condizioni sub-ottimali di luce non ingenerano effetti di disturbo immediato bensì a
lungo termine, data la grande capacità dell’occhio di adattarsi a condizioni più o meno
disagevoli di visione.
Nel caso di illuminazione scarsa si è istintivamente portati a diminuire la distanza
ottimale tra l’occhio e l’oggetto da osservare, stabilita intorno ai 30 - 35 cm.
Nel caso di illuminazione intensa, cioè emessa da sorgenti di notevole intensità e che
colpisce direttamente l’occhio, si verifica il fenomeno dell’abbagliamento.
Illuminazione
• I locali di lavoro devono disporre di luce naturale o artificiale.
• L’illuminazione deve essere sufficiente in ragione del lavoro che
viene svolto.
• I vetri e i corpi illuminanti devono essere mantenuti puliti.
Una efficiente manutenzione è una buona norma di prevenzione.
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Pulizia e l’ordine
D.Lgs 626.94, art. 32 - c) i luoghi di lavoro, gli impianti
e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura,
onde assicurare condizioni igieniche adeguate;
La pulizia e l’ordine nell’ambiente
di lavoro si ripercuotono sulla pulizia
e sull’ordine sul posto di lavoro e
contribuiscono in modo determinante
alla qualità del lavoro, al rendimento,
alla sicurezza e alla salute.
• Sensazione personale
• Esigenze associate al lavoro
• Sicurezza
La pulizia delle macchine e l’ordine nell’ambiente
di lavoro sono i presupposti di tutte le attività,
perché permettono di identificare con la massima
rapidità malfunzionamenti, perdite e anomalie.
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Relazioni aziendali
Il contesto nel quale si esplicano i
processi lavorativi e le dinamiche
relazionali fra gli individui entro
l'Azienda costituisce il clima
aziendale.
Un buon clima viene generato
da un equilibrato rapporto fra
cultura e valori guida,
comportamenti quotidiani del
management ed aspettative dei
dipendenti.
Benessere organizzativo
La capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado
di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione
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Come si presenta una buona organizzazione
• Ambiente di lavoro salubre e confortevole
• Obiettivi espliciti e chiari
• Coerenza tra enunciati e prassi operative
• Valorizzazione competenze
• Stimola nuove potenzialità
• Ascolta istanze dipendenti
• Modalità di comunicazione efficace
• Scorrevolezza operativa e rapidità di decisione
• Equità di retribuzione, di assegnazione responsabilità e promozione del personale
• Stimola il senso di utilità sociale
• Apertura ambiente esterno, innovazione tecnologica e culturale
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ERGONOMIA
L’interazione fra le capacità umane,
l’ambiente di vita e di lavoro, ed i suoi
strumenti
All’interno dell’ergonomia la medicina
del lavoro ha collocato alcune patologie:
Compare nell’ambito delle misure generali di tutela
della salute e sicurezza dei lavoratori D.Lgs. n. 626/94
PATOLOGIE MUSCOLO - SCHELETRICHE connesse
a posture incongrue, gesti ripetitivi
DISTURBI DELL’APPARTATO OCULARE connessi
con un notevole impegno visivo
ALTERAZIONI DELLO STATO PSICO - MENTALE
legate a condizioni inadeguate del sistema cognitivo e
relazionale
ALTERAZIONI DEL SISTEMA Cardio - Circolatorio
riconducibili a condizioni di sovraccarico fisico ed
emozionale
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… ERGONOMIA
Se si lavora a lungo alla stessa postazione, l’arredo
dell’ufficio deve consentire di cambiare spesso posizione.
Occorre evitare il più possibile
di assumere posture forzate.
SI
NO
SI
Lavoro
di precisione
Inoltre, è raccomandabile alternare
la posizione seduta con quella in piedi.
leggero
pesante
Gli esercizi di stretching o di ginnastica svolti occasionalmente
durante l’orario di lavoro dovrebbero non solo essere tollerati,
ma anche incentivati.
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ERGONOMIA – spazio di lavoro/posture
Spazio di lavoro
• Seduto / in piedi
• Allungamento orizzontale o verticale
• Altezza dello spazio di lavoro
• Altezza e forma delle gambe
• Postura delle spalle e del tronco
Posture
• Inclinarsi, rannichiarsi
• Angolo testa e collo
• Angolo spalla e braccio
• Angolo mano e polso
• Posizione statica
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ERGONOMIA – Displays/controlli
Displays
• Quadrante / design indicatore
• Organizzazione displays
• Definizione segnale
• Simboli, lettere, colori
• Distanza dall’utente
Controlli
• Distanza
• Identificazione
• Layout displays
• Aspettativa delle operazioni
• Relazione display / controllo
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ERGONOMIA – movimentazione/manipolazione
Movimentazione manuale materiali
• Misura, peso, presa
• Punto di partenza / arrivo
• Rotazione
• Frequenza, durata
• Spostamento, spazio confinato
Manipolazione
• Postura del polso
• Uso della forza
• Dimensione del Grip
• Ripetizione operazioni
• Presa statica
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ERGONOMIA – strumenti manuali/fattori ambientali
Strumenti manuali
• Misura Grip, impugnatura, design
• Angolo polso
• Peso e bilanciamento
• Pressione e vibrazioni
Fattori Ambientali
• Temperatura, umidità
• Abbigliamento
• Illuminazione, abbagliamento, contrasto
• Rumore, vibrazioni
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Movimentazione manuale dei carichi
no
Evitare di sollevare o posare laterizi:
• mantenendo la schiena flessa o i ginocchi diritti;
• tenendo il carico lontano dal corpo
no
si
Quando si
esegue la posa
consecutiva
si
di più laterizi,utilizzare la posizione accucciata,
anche appoggiando alternativamente uno dei
ginocchi al suolo.
Evitare di effettuare la posa:
no
no
<<<
titolo V del D.Lgs. 626.94
Evitare di compiere torsioni del
tronco nello spostare un carico:
è assai pericoloso effettuare il
movimento se il peso è elevato
o se il tronco è flesso in avanti
Per effettuare correttamente
l’operazione: avvicinare prima
Il carico al corpo, poi,
utilizzandole gambe compiere
lo spostamento
•mantenendo la schiena flessa a lungo;
•posando gli elementi molto lontano dal corpo
•compiendo torsioni a schiena flessa
si
Le posizioni più corrette
per la posa degli elementi di
copertura (tegole, coppi, lastre,
ecc.) sono quelle: accucciata o a ginocchi entrambi
appoggiati o con un solo ginocchio appoggiato
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Lavoro manuale con attrezzi ed utensili
Consigli per la prevenzione dei disturbi da sforzi
Per rendere meno gravoso il lavoro,
è necessario
che gli attrezzi impiegati siano:
• in buono stato di conservazione (punte non usurate, lame
non piegate, ecc.);
• i più maneggevoli e adatti al lavoro da eseguire (pale e
badili con lame in lega di alluminio e manici in legno leggero).
L’uso prolungato della pala e del piccone, oltre a richiedere
un notevole sforzo fisico, comporta un alto rischio per la
schiena e per alcune strutture del braccio.
no
Anche quando si usa il martello pneumatico
è bene non stare sempre a schiena flessa,
si
ma qualche volta piegare anche i ginocchi
Per non creare danni agli arti superiori l’utensile
deve trasmettere poche vibrazioni alle braccia
<<<
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Consigli per la prevenzione dei disturbi agli arti
Il trasporto manuale
Il secchio,
si
per non creare disturbi alle mani,
Manico
deve avere l’impugnatura rotonda,
secchio
o cilindrica, priva di spigolo,
di diametro di circa 3 cm.
Si consiglia di non
e larga almeno 12 cm.
trasportare manualmente
secchi di peso superiore ai 10 Kg.
Quando è necessario
spingere una carriola,
soprattutto in salita,
evitare di inarcare
la schiena all’indietro
4 ruote:fino a
250 Kg. circa
2 ruote
Fare invece
leva sulle gambe,
mantenendo
il più possibile
la schiena diritta
<<<
Transpallet
manuale fino a
600 Kg. circa
no
si
Quando il trasporto manuale
è inevitabile,
è meglio dividere il carico
in due contenitori, portandoli,
se mai, contemporaneamente.
da
50
a
100
Kg.
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no
Per il trasporto in piano
fare uso di specifici carrelli
Per evitare il trasporto su scale,
è bene usare elevatori
(piattaformi, carrelli elevatori,
montacarichi).
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Lavoro ai VTD,
catene di montaggio, assemblaggio, confezioni, cassiera, ecc.
I principali disturbi che possono comparire sono:
Impegno che richiede l’assunzione
di una posizione di lavoro fissa,cioè
con poche possibilità di cambiamento
e spesso associata a movimenti
ripetitivi degli arti superiori
• senso di peso, senso di fastidio, dolore, intorpidimento, rigidità
al collo e alla schiena (da posizione scorretta e/o troppo fissa);
• formicolii, intorpidimento, perdita di forza, impaccio ai movimenti,
dolori agli arti superiori (da movimenti ripetitivi);
• caduta spontanea di piccoli oggetti dalle mani, perdita di forza, ecc.
Essi sono spesso la conseguenza della degenerazione dei dischi della
colonna vertebrale, dell’affaticamento muscolare o dell’infiammazione
delle strutture tendinee e nervose degli arti superiori.
Nelle pause di lavoro (ufficiali e non) evitare di rimanere seduti, impegnando la vista,
cambiare spesso posizione: alzarsi e fare qualche passo, sgranchirsi collo, spalle e schiena
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BURN-OUT – STRESS - MOBBING
Culture organizzative caratterizzate da forte gerarchia, stile di leadership
autoritario, focalizzate sulla competizione e poco sensibili alla gestione delle
risorse umane, sono da considerarsi maggiormente a rischio per l'insorgenza
di conflitti aziendali disagio lavorativo con la possibile insorgenza di rischi di
natura Psico-Sociale quali: BURN-OUT – STRESS - MOBBING
BURN-OUT : progressiva perdita di idealismo, energia e scopi,
vissuta come risultato delle condizioni in cui lavorano operatori
sociali, professionali e non.
STRESS : è una risposta non specifica dell'organismo davanti
ad una qualsiasi sollecitazione si presenti, che innesta una
normale reazione di adattamento che può arrivare ad essere
patologica in situazioni estreme
Caratteristiche
stressanti
del lavoro
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MOBBING: è una forma di terrore psicologico che viene
esercitato sul posto di lavoro attraverso attacchi ripetuti da
parte dei colleghi o dei datori di lavoro.
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Burn-out
Sindrome di esaurimento psico-emotivo
Il processo stressogeno si trasforma in un meccanismo di difesa , con conseguente
comportamento di distacco emozionale - Insieme di sintomi che testimoniano una
patologia del comportamento ed … tipica delle professioni ad elevato investimento
relazionale (le cosidette ” professioni di aiuto “)
Sintomi psichici
Crollo delle energie psichiche
Crollo della motivazione
Apatia, fatica ad alzarsi ed a recarsi
al lavoro, apatia, demoralizzazione
sensi di colpa e fallimento, mancanza
di concentrazione....
Perdita di sentimenti verso l’utenza,
prestazione solo tecnica senza
coinvolgimento emotivo, distacco
Dalle relazioni....
Caduta dell’autostima
Perdita di controllo
Tendenza alla svalutazione,
Incapacità a circoscrivere lo spazio
mancanza di realizzazione sul
di lavoro, i problemi sul lavoro
lavoro, sfiducia nei propri mezzi
invadono la sfera privata, il
sul piano professionale, ...
malessere e sempre presente ...
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… Burnout
Cause - Fattori di base organizzativi:
• Mancanza di autonomia nel lavoro,
• Richieste eccessive di produttività,
• Bassa retribuzione con prestazioni elevate,
• Difficile comunicazione fra colleghi e/o
superiori,
• Risorse insufficienti, basso coinvolgimento
nelle decisioni,
• Isolamento lavorativo con orari prolungati
Conseguenza
Sul piano comportamentale
Intervento organizzativo
Assenteismo, non volontà di interazione con utenti e/o colleghi, presenza
anonima alle riunioni, difficoltà a scherzare.
Intervento individuale
• Eventi autodistruttivi con aumento del consumo (sigarette, alcol, droghe,
psicofarmaci, propensione ad incidenti e infortuni
• Comportamenti eterodistruttivi allontanamento fisico degli utenti e/o
colleghi, aggressività verbale con reazioni impulsive e violenti
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STRESS
” una risposta non specifica dell’organismo ad ogni richiesta
fatta dall’ambiente esterno e/o interno “ (Hans Seyle)
Non essendo lineare
(causa-effetto)
e sempre difficile scoprirla
La relazione fra stress lavorativo
e modificazione del benessere è
sempre multifattoriale
Più specificamente
si realizza in tre fasi:
reazione d’allarme
l’organismo, trovandosi di fronte ad una
situazione nuova, si attiva fisiologicamente
per prepararsi ad affrontare lo stimolo;
fase di resistenza
l’organismo mobilita le proprie energie
per affrontare la situazione “stressante”
e contrastarla.
Se, nonostante tutto, l’individuo non riesce a
ritrovare il proprio equilibrio, si passa dalla
fase di resistenza a quella di esaurimento.
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fase di esaurimento
caratterizzata da un abbassamento
delle difese generali.
E’, questa, la fase in cui ci si rende
più vulnerabili alle malattie.
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>>
Effetti dello Stress
Fisiologici
Psicologici
Comportamentali
<<<
Stress acuto:
• Rilascio di adrenalina e noradrenalina
• Energia per consumo immediato
• Lotta - fuga
Stress cronico:
• Rilascio cortisolo e cortisone “ormoni dello stress”
• Riserva di energia, mantenimento
• Resistenza
Le emozioni negative associate allo stress stimolano
abitudini e comportamenti che possono incrementare
malattie mentali:
• Tabagismo e alcolismo
• Dipendenza da farmaci
• Umore depresso
• Insoddisfazione lavorativa
• Riduzione livelli di aspirazione
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Il termine deriva dall’inglese
“ To mob > aggredire tumultuando”
MOBBING
Forma intenzionale sistemica e duratura di violenza psicologica in ambiente
di lavoro, volta alla estromissione del soggetto/i dal processo lavorativo o
dall’azienda (Ispesl).
Gli attori del mobbing
Mobber o esecutore
Mobbed o vittima
colui che perpetra
l’attacco; può essere
un attore individuale
o collettivo
Spettatori
<<<
chi subisce gli attacchi;
è un singolo individuo
“ vittima è chi si sente tale “
coloro che assistono o partecipano passivamente
al mobbing; possono essere side-mobber,
indifferenti o oppositori
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>>
… MOBBING
Classificazioni del Mobbing:
1. Mobbing verticale: posto in essere dai superiori gerarchici.
2. Bossing: variante del mobbing verticale finalizzata all’espulsione del lavoratore
dal contesto lavorativo in attuazione di una precisa politica aziendale.
3. Mobbing orizzontale: posto in essere dai colleghi di lavoro.
4. Mobbing ascendente: attuato dai prestatori di lavoro nei confronti dei superiori
gerarchici.
Prova del Mobbing e del Danno:
Lavoratore: reiterata e sistematica adozione di atti o comportamenti persecutori o
vessatori; eventuale danno patrimoniale o biologico; sussistenza del nesso causale
tra l’evento lesivo e il comportamento del datore di lavoro.
Datore: proporzionalità tra il fatto del lavoratore e la reazione causale datoriale;
esistenza delle circostanze oggettive che giustificano i comportamenti o i provvedimenti adottati, nonché l’adozione di tutte le misure necessarie per tutelare
l’integrità psicofisica del lavoratore.
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Parametri per l’individuazione del Mobbing:
1.
2.
3.
4.
Ambiente di lavoro.
Frequenza: almeno alcune volte al mese.
Durata: sei mesi o tre mesi se la frequenza è quotidiana.
Categorie di azioni: almeno due tra: attacchi ai contatti umani e alla possibilità
di comunicare; isolamento sistematico; cambiamenti delle mansioni lavorative;
attacchi alla reputazione; violenze e minacce di violenza.
5. Dislivello tra antagonisti: non gerarchico, ma di potere (il mobbizzato non ha le
stesse capacità di difendersi dell’aggressore, è confinato nella posizione più debole).
6. Andamento secondo fasi successive: fasi precise cronologicamente successive.
7. Intento persecutorio: scopo politico (fine ultimo), obiettivo conflittuale (obiettivo
a corto raggio), carica emotiva (conferisce la carica distruttiva agli obiettivi).
Risultati delle azioni Mobbizzanti
La vittima perde la salute:
la sua dignità, la fiducia in se stesso, il rispetto degli altri,
gli Amici, il potere decisionale, l’entusiasmo nel lavoro/vita
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Caratteristiche stressanti del lavoro
(Fonte: Agenzia Europea Per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro)
CATEGORIA
CONDIZIONI CHE DETERMINANO PERICOLO
CONTESTO DI LAVORO
Cultura e
funzione organizzativa
Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno per la
risoluzione dei problemi e la crescita personale, mancanza di
definizione di obiettivi aziendali
Ruolo nell’organizzazione
Ambiguità del ruolo e conflitti di ruolo, responsabilità di
persone
Sviluppo di carriera
Stagnazione e incertezza della carriera, bassa retribuzione,
precarietà del posto di lavoro, basso valore sociale del lavoro
Autonomia decisionale controllo
Scarsa partecipazione al processo decisionale, mancanza di
controllo sul lavoro
Rapporti interpersonali sul
lavoro
Isolamento sociale o fisico, rapporti scadenti con i superiori,
conflitto interpersonale, mancanza di sostegno sociale
Interfaccia casa-lavoro
Esigenze conflittuali, scarso sostegno a casa, problemi di
doppia carriera
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... Caratteristiche stressanti del lavoro
CATEGORIA
CONDIZIONI CHE DETERMINANO PERICOLO
CONTENUTO DEL LAVORO
Ambiente di lavoro e
attrezzature di lavoro
Problemi riguardanti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità
e la manutenzione o riparazione di attrezzature e impianti
Progettazione dei compiti
Mancanza di varietà o cicli di lavoro brevi, lavoro
frammentario o privo di significato, sottoutilizzo di abilità,
alta incertezza
Carico di lavoro - ritmo di
lavoro
Carico di lavoro eccessivo o scarso, mancanza di controllo sui
ritmi, alti livelli di pressione in termini di tempo
Orario di lavoro
Lavoro per turni, orari di lavoro non flessibili, orari
imprevedibili, orari lunghi o impossibili
” La salute è lo stato di completo benessere fisico, sociale e mentale ”
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(O.M.S.)
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Valutazione dei rischi
“ Valutazione globale della probabilità e della
gravita di possibili lesioni in una situazione
pericolosa per scegliere le adeguate misure di
Sicurezza “ (Norma UNI EN 292 Parte I/1991).
Obiettivo
“ Consentire al datore di lavoro di prendere
i provvedimenti che sono effettivamente
necessari per salvaguardare la sicurezza e la
salute dei lavoratori “.
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… Valutazione dei rischi
Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato
fattore avente il potenziale di causare danni
Rischio : probabilità che sia raggiunto il limite
potenziale di un danno nelle condizioni di impiego,
ovvero, di esposizione,di un determinato fattore
Valutazione del rischio: procedimento di valutazione
della possibile entità del danno, quale conseguenza del
rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori
nell’espletamento delle loro mansioni, derivante dal
verificarsi di un pericolo sul luogo di lavoro
Elementi costitutivi
• Identificazione dei pericoli
• Individuazione e programmazione di
(fattori di rischio)
misure atte ad eliminare o ridurre
• Identificazione dei lavoratori esposti
l’esposizione e/o il numero degli esposti
• Stima delle entità delle esposizioni
• Redazione del documento
e valutazione dell’entità dei rischi
• Revisione-aggiornamento della valutazione
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Gestione del rischio
Insieme delle azioni che devono, essere messe
in atto per cercare di attenuare il rischio.
La ricerca di condizioni di minor rischio ®
(con maggior grado di sicurezza) comporta
interventi mirati a diminuire l’entità della
conseguenza “ protezione “ o la frequenza
degli eventi pericolosi “ prevenzione “ o di
entrambe
F
r
e
q
u
e
n
z
a
Protezione
r1
Prevenzione
r2
r3
Gestione dell’emergenza
Insieme delle azioni da mettere in atto per cercare di attenuare le conseguenze
di un incidente rilevante
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Emergenza interna
Piano di emergenza interno “ Gestore Stabilimento “
Emergenza esterna
Piano di emergenza esterno “ Prefettura – Sindaco “
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Indice del rischio
Incidente: Evento dovuto a causa fortuita che ha potenzialità di condurre ad un
infortunio o di provocare danni alle cose.
Rischio: Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni
di impiego e/o di esposizione; dimensioni possibili del danno stesso (orientamenti CEE).
Combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una
situazione pericolosa (Norma UNI EN 292/1991).
Scala
delle probabilità P
Il rischio in funzione della
probabilità che si manifesti
con possibile danno lesivo
viene valutato con una scala
di valori/significati
Rischio
R=PxD
Scala dell’entità
del danno D
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Improbabile - Possibile
Probabile - Molto probabile
Gradualità
numerica
Trascurabile
Medio
Alto
Molto alto
Lieve - Modesta
Grave - Gravissima
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… Valutazione del Rischio:
Risk Analysis - Risk Assessment
Risk Analysis
a) acquisizione dati e studio dell'impianto
b) individuazione dei rischi potenziali e
quindi delle unità interessate e delle
sostanze pericolose
c) identificazione degli eventi primari e delle
sequenze che possono portare all'incidente
d) valutazione della probabilità del manifestarsi
dell'incidente
f) valutazione delle conseguenze
g) valutazione quantitativa del rischio
h) analisi e presentazione dei risultati
Risk Assessment
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Risk Analysis
Documentazione necessaria
Planimetria dell'installazione
con l'indicazione della posizione degli impianti, dei depositi, degli uffici e di tutti
gli altri elementi fisici che compongono l'installazione stessa
Planimetria dell'area circostante lo stabilimento
con l'indicazione del sistema viario, della destinazione d'uso delle aree limitrofe,
della ubicazione dei centri abitati,della localizzazione di siti vulnerabili quali
scuole, ospedali, case di riposo, e di tutti gli altri elementi atti a mostrare come
l'installazione si inserisce nel contesto territoriale
Descrizione dello scenario ambientale
meteorologico e delle perturbazioni geofisiche, meteomarine,…
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Risk Analysis - Documentazione necessaria
Descrizione dettagliata dell'installazione
nei suoi aspetti impiantistici e processuali, comprendente:
descrizione contenente la natura e la quantità dei beni prodotti, i processi e le
apparecchiature impiegate, le condizioni fisiche di operazione, le modalità di
stoccaggio, la natura e la quantità dei consumi e delle emissioni nell'ambiente;
schema a blocchi, per ogni impianto di produzione all'interno dello stabilimento,
le funzioni fondamentali dello schema produttivo e le loro interconnessioni logiche;
schema di processo quantificato, che è la rappresentazione grafica simbolica dei
depositi, dei macchinari, delle tubazioni e condotte di interconnessione con i relativi
organi di sezionamento e la strumentazione di controllo e sicurezza;
bilancio di materia ed energia che riporti la contabilità dei materiali in ingresso
ed in uscita e della energia consumata e prodotta nella installazione.
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Rappresentazione del rischio
Rischio Locale e Rischio Individuale
espressi dal valore della frequenza con cui, in un certo punto di un'area
geografica, si può verificare il danno di riferimento, ovvero la morte di
un individuo
Rischio individuale
Rischio locale
si riferisce ad un individuo presente in
modo permanente in un determinato
punto e privato delle possibilità di fuga
o di protezione nel punto considerato.
tiene conto della probabilità che
l'individuo si trovi realmente in quel
punto, e della sua capacità di mettere in
atto misure di protezione per la sua
incolumità (rischio individuale è in ogni
punto non superiore al rischio locale).
La rappresentazione di questi due valori è fatta tracciando
sulla mappa della zona delle curve a rischio costante dette
curve di isorischio, oppure disegnando le superfici di rischio
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Risk Assessment è un'analisi
approfondita che individua analiticamente le aree e gli aspetti di maggiore criticità,
le aree di vulnerabilità e di non conformità agli standard di sicurezza, analizzando
l'adeguatezza del piano di sicurezza, consiste essenzialmente in due parti:
Un piano d’azione
Verifica e
adattamenti
Risk
Assessment
Circolo Deming
“Miglioramento continuo”
Cambiamenti
sul lavoro
Identificare i pericoli e associarli ai
relativi rischi al fine di preparare una
serie di provvedimenti (piano d'azione)
che dovrebbero ridurre i rischi e ogni
effettivo dannoso.
Un ciclo di miglioramento
Migliorare
salute e
sicurezza
Le condizioni di un sistema cambiano
continuamente e perciò il risk assessment
è un processo di continuo monitoraggio
e ottimizzazione.
Questo processo assicura che i livelli di
salute e sicurezza siano mantenuti elevati.
Prevenire attivamente i problemi di salute e gli incidenti fa parte del buon management
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>>
Elementi del processo
Risk Assessment
1
Identificazione del pericolo
Controllo del rischio
5
2
Percezione del rischio
Processo di gestione del rischio
6
3
Rischio
Comunicazione del rischio
7
4
Valutazione del rischio
Analisi rischi/benefici
o costi/benefici
8
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio
Le problematiche che scaturiscono da un basso livello di controllo oltre a far soffrire
le vittime e le loro famiglie, producono un serie di costi aggiuntivi non sottovalutabili,
sia diretti e immediati che indiretti (quelli di maggiore entità).
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Risk Assessment
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Identificazione del pericolo - Riconoscimento dell'esistenza di un pericolo e
definizione delle sue caratteristiche.
Percezione del rischio - Consapevolezza che si sta verificando un effetto negativo
per influenza di fattori esterni.
Rischio - Misura della probabilità e della gravità di un effetto negativo per la salute,
la proprietà, l'ambiente.
Valutazione del rischio - Fase del processo di gestione del rischio in cui entrano in
gioco valori e giudizi, per cui si devono prendere in considerazione l'importanza
relativa di più rischi presenti contemporaneamente e le conseguenze correlate alle
azioni adottate, comprese l'accettazione di un rischio e l'analisi di opinioni.
Controllo del rischio - L'applicazione del processo decisionale per la gestione del
rischio al fine di ridurlo o eliminarlo. Tale processo si avvale di strumenti come il
“ risk assessment “ e comprende l'implementazione di misure, la verifica
dell'applicazione e la misura dell'efficacia.
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Risk Assessment
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Processo di gestione del rischio - L'intero processo di identificazione del fattore
di rischio, stima del rischio, valutazione del rischio e controllo del rischio.
Comunicazione del rischio - Scambiare o fornire informazioni al fine di informare,
persuadere o mettere in guardia qualcuno su rischi per la salute.
Si tratta della trasmissione di informazioni tra parti interessate circa i livelli di rischio
per la salute, il significato di tali rischi, le decisioni, le azioni o le politiche per la loro
gestione o controllo. Parti interessate sono enti o amministrazioni pubbliche, politici,
imprese e gruppi industriali, sindacati, mezzi di comunicazione di massa, studiosi,
associazioni professionali, gruppi di interesse pubblico e singoli cittadini.
Analisi rischi/benefici o costi/benefici - Confronto tra le probabili conseguenze
negative derivanti dalla accettazione di un certo livello di rischio e i vantaggi,
per singoli individui o per una comunità, di tipo sociale, economico, per la salute
o di altro genere che si ritiene ne derivino.
Tali benefici possono essere espressi sia in termini quantitativi (monetari o di salute),
sia in termini qualitativi (qualità di vita). Anche i rischi possono essere espressi in
termini monetari e in questo caso il confronto viene definito come analisi
costi/benefici. Questi tipi di confronti sono finalizzati all'adozione di decisioni.
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Igiene – Sicurezza - Prevenzione
1
Inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza nell’ambiente di lavoro
2
Adottare comportamenti di prevenzione
e sicurezza nell’attività lavorativa
Il soggetto
è in grado di:
3
Praticare procedure di emergenza
4
Collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza del luogo di lavoro
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Per inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza dell’ambito lavorativo
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
5
1
Riconoscere i rischi per la salute e la sicurezza
connessi alle attività del settore e dell’impresa
2
Identificare le misure strutturali ed ergonomiche
relative alla salute, all’igiene e sicurezza dei
lavoratori nell’ambiente di lavoro
3
Rapportarsi alle figure preposte alla sicurezza
secondo le specifiche funzioni da esse svolte
4
Interpretare e applicare norme e regolamenti
che prescrivono i doveri generali e specifici dei
lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione
Fornire e/o elaborare dati eventualmente
richiesti in materia di sicurezza
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>>
Per inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza dell’ambito lavorativo
Descrivere e motivare le misure strutturali di
sicurezza adottate nell’ambiente di lavoro,
indicare le funzioni delle diverse figure
aziendali preposte alla sicurezza e i doveri
dei lavoratori in materia di sicurezza.
deve:
1
Il soggetto
Le principali misure strutturali adottate dall’azienda ai fini della
sicurezza sono identificate ed sono correttamente collegate alla
funzione specifica svolta in funzione della sicurezza dei lavoratori
Tutte le figure preposte alla sicurezza sono identificate e sono
descritte le loro principali funzioni
2
3
I principali doveri dei lavoratori sono identificati
<<<
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Per adottare comportamenti di prevenzione,
sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
1
Riconoscere i rischi, i pericoli e i danni connessi
alle specifiche attività direttamente svolte
2
Interpretare i segnali di comunicazione in
materia di sicurezza utilizzati negli ambienti di
lavoro
3
Utilizzare adeguatamente le misure e i
dispositivi di protezione individuali.
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
4
<<<
Applicare le norme di sicurezza, le norme di
buona tecnica e le misure antinquinamento
nell’espletamento delle diverse fasi dell’attività
lavorativa
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>>
Per adottare comportamenti di prevenzione,
sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
deve:
Collegare comportamenti lavorativi
preventivi definiti da norme tecniche e di
buona prassi ai rischi e pericoli dell’attività
lavorativa svolta
Il soggetto
1
I principali rischi sono indicati
I principali comportamenti preventivi e tutti i dispositivi di
protezione sono indicati e sono identificate le loro funzioni
2
3
Le relazioni fra rischi e comportamenti preventivi sono coerenti
<<<
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Per praticare procedure di emergenza
Applicare le procedure
previste in caso di
infortunio e incidente
1
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
2
Realizzare interventi
di primo soccorso
3
4
Applicare i comportamenti
previsti nelle procedure di
evacuazione
<<<
Applicare i comportamenti
previsti nelle procedure
antincendio
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<<<
>>
Per praticare procedure di emergenza
Praticare/simulare correttamente procedure
di emergenza (es. intervento di un primo
deve:
Il soggetto
soccorso, procedura di evacuazione,
antincendio, ecc.)
Le procedure devono essere applicate in
modo corretto e preciso in tutte le fasi
Segnali antincendio
<<<
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Segnali di esodo
<<<
<<
Per collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
1
2
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
<<<
3
Monitorare i fattori ambientali di rischio
nel proprio ambito di lavoro e segnalare
tempestivamente criticità e difettosità
Monitorare i fattori individuali di rischio
propri e dei collaboratori e segnalare
tempestivamente criticità e situazioni
problematiche
Rilevare fabbisogni di informazione e
formazione propri e dei collaboratori e
collaborare ad azioni di sensibilizzazione
alla sicurezza
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>>
Per collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
Descrivere i rischi connessi ad un cattivo stato
di manutenzione o mal funzionamento di
macchine, strumenti o attrezzature di lavoro
I principali casi di malfunzionamento degli
strumenti comportanti pericolo per i
lavoratori vengono correttamente indicati
Il soggetto deve:
Il collegamento fra i difetti di funzionamento
e i rischi per i lavoratori è correttamente
individuato
<<<
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<<<
<<
Il fenomeno infortunistico
L’incidente non è mai
dovuto al caso …
eliminare le cause per
eliminare l’incidente
Infortuni dovuti a cause soggettive
(fattore umano)
infortuni in cui il comportamento del singolo è
risultato difforme da quello consolidato della
grandissima maggioranza dei lavoratori del
gruppo di appartenenza
Infortuni dovuti a cause oggettive
(non dipendenti dal fattore umano)
infortuni in cui il comportamento è risultato
conforme a quello consolidato della grandissima
maggioranza dei lavoratori del gruppo di
appartenenza
<<<
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INFORTUNI: fattori/concause
• Scarsa padronanza della macchina
• Assuefazione ai rischi (abitudine dei gesti)
• Banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo
• Sottostima dei rischi (neutralizzazione delle protezioni)
• Diminuzione dell’attenzione nel lavoro di sorveglianza (stanchezza)
• Mancato rispetto delle procedure
• Aumento dello stress (rumore, ritmo, ecc..)
• Precarietà del lavoro che conduce ad una formazione insufficiente
• Manutenzione poco o male eseguita (rischi insospettati)
• Dispositivi di protezione inadatti
• Sistemi di comando e controllo sofisticati
• Rischi propri della macchina (movimenti alternati,
avviamento imprevisto, arresto precario)
• Macchine non adatte allo scopo o all’ambiente (allarme
sonoro mascherato dal rumore del parco macchine)
• Circolazione di persone (linee automatiche)
• Assemblaggio di macchine di provenienze e tecnologie
differenti
• Flusso di materiale o di prodotti tra le macchine
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INFORTUNI:
- conseguenze
- misure di prevenzione
• Danno più o meno grave all’integrità fisica del lavoratore
• Arresto della produzione della macchina interessata
• Immobilizzazione del parco macchine similari per perizie
(es. ispezione ispettorato del lavoro)
• Se necessario, messa in conformità delle macchine
• Sostituzione di personale e formazione sul posto di lavoro
• Rischi sociali
• Degradazione dell’immagine dell’azienda
• Formazione ed addestramento per ottenere comprensione (dei problemi)
e condivisione (sulle modalità di tutela)
• Seguire ordini, divieti ed indicazioni
• Corretto uso dei dispositivi di protezione individuale
• Ordine e pulizia
• Rigido rispetto delle procedure nei casi in cui la sicurezza tecnica non basta
La riduzione degli incidenti sul lavoro si impone a tutti, per ragioni etiche (rispetto della risorsa
umana), economiche (costi degli incidenti sul lavoro), giuridiche (rispetto della legislazione).
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Considerazioni economiche
sui costi per la prevenzione e sicurezza sul lavoro
Perdita
di
produzione
Danni
economici
per la collettività
Perdita
diretta
Costi
diretti
Costi
aziendali
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Costi
indiretti
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• Morte – Invalidità
• Arresto del processo di
formazione della ricchezza
• Oneri sanitari
• Riduzione capacità lavorative
• Assistenza sanitaria
• Danni alle risorse
• Danni ecologici
• Aumento premio ass.vo Inail
• Retribuzione giorni di carenza
• Integrazione C.N.L..
• Rivalsa Inail
• Danni agli impianti
• Riduzione rendimento
• Aumento assenteismo
• Crescita microconflittualità
• Oneri vari
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Costi e Responsabilità
RESPONSABILITA’
CIVILE
L’assicurazione esonera il datore
di lavoro dalla responsabilità
civile per infortuni sul lavoro
AUMENTANO
gli INFORTUNI
nell’Azienda ?
Nonostante l’assicurazione permane
la responsabilità civile a carico di coloro
che abbiano riportato condanna penale per il fatto
dal quale l’infortunio è derivato
SI
NO
Aumento del
tasso
di rischio
Riduzione del
Tasso di rischio
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AZIONE di SURROGA
L’Istituto può esercitare diritto di regresso:
per somme pagate a titolo di indennità;
per la somma corrisp.te al valore capitale rendita
La sentenza che accerta la responsabilità civile è sufficiente a
costituire l’Inail in credito verso la persona civilmente obbligata
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Classificazione e definizione dei rischi
I Rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello
svolgimento delle attività lavorative, possono essere divisi in tre grandi categorie:
a
b
c
Rischi per la salute dovuti a:
(rischi di natura infortunistica)
Rischi per la salute dovuti a:
(rischi di natura igienico ambientale)
Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a:
(rischi di tipo trasversale)
•
•
•
•
•
strutture
macchine
impianti elettrici
sostanze pericolose
incendio-esplosioni
• agenti chimici
• agenti fisici
• agenti biologici
•
•
•
•
organizzazione del lavoro
attori psicologici
fattori ergonomici
condizioni lavori difficili
Criteri procedurali per la valutazione del rischio
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A – Rischi per la sicurezza
I Rischi per la Sicurezza, o Rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili
del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni
fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività lavorative,
in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica,
elettrica, chimica, termica, etc.).
Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un
Non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti: l’ambiente di lavoro;
le macchine e/o le apparecchiature utilizzate; l’organizzazione del lavoro,
le modalità operative; etc.
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei
confronti di tali tipi di rischi deve mirare alla ricerca di un “ Idoneo equilibrio
bio-meccanico tra UOMO e STRUTTURA, MACCHINA, IMPIANTO ” sulla
base dei più moderni concetti ergonomici.
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B – Rischi per la salute
I Rischi per la salute, o Rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della
potenziale compromissione dell’equilibrio biologico del personale addetto ad
operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione nell’ambiente di fattori
ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente esposizione
del personale addetto.
Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni
igienico-ambientali dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati
dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle apparecchiature) e da
modalità operative.
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o di protezione nei
confronti di tali tipi di rischio deve mirare alla ricerca di un
"Idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO E AMBIENTE DI LAVORO".
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C – Rischi trasversali o organizzativi
Tali rischi, sono individuabili all’interno della complessa articolazione
che caratterizza il rapporto tra ‘l’ operatore’ e "l’organizzazione del
lavoro" in cui è inserito.
Il rapporto in parola è peraltro immerso in un "quadro" di
compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico
anche psicologico ed organizzativo.
La coerenza di tale "quadro", pertanto può essere analizzata anche
all’interno di possibili trasversalità tra rischi per la sicurezza e rischi
per la salute.
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Criteri procedurali per la valutazione del rischio
fase
linee guida
I
Identificazione delle Sorgenti di Rischio
II
Individuazione dei Rischi di Esposizione
III
‘STIMA’ dei Rischi di Esposizione
Protezioni
Al termine di questa III FASE di "STIMA" del rischio di esposizione, sulla base
dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del
PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA
(Tecnica - Organizzativa - Procedurale),
Riepilogo
secondo le priorità indicate dall’art. 3 del D. L. gs. 626/94 e tali da non comportare
rischi per la salute della popolazione o il deterioramento dell’ambiente esterno.
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Identificazione delle Sorgenti di Rischio
Tale fase viene eseguita attraverso una breve, ma accurata descrizione del ciclo
lavorativo che viene condotto nell’ambiente di lavoro preso in esame.
A supporto della descrizione dell’attività lavorativa svolta, dovranno essere riportate:
la finalità della lavorazione o dell’operazione, con la descrizione del processo
tecnologico, delle macchine, impianti e apparecchiature utilizzate, delle sostanze
impiegate e/o prodotte e di eventuali intermedi;
nella descrizione del ciclo tecnologico delle lavorazioni, devono essere considerate
le operazioni di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiuti ed
eventuali lavorazioni concomitanti;
la destinazione dell’ambiente di lavoro (reparto di lavoro, laboratorio, studio, etc.);
le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (superficie, volume, porte,
finestre, rapporto tra superficie pavimento e superficie finestre, etc.);
il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in
quell’ambiente di lavoro;
le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria se presente;
la presenza di movimentazione manuale dei carichi.
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La individuazione dei Rischi di Esposizione
costituisce una operazione, generalmente non semplice, che deve portare a definire se
la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase precedente,
possa comportare nello svolgimento della specifica attività un reale rischio di
esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto.
Al riguardo si dovranno esaminare:
le modalità operative seguite nell’espletamento dell’attività (es. manuale,
automatica, strumentale) ovvero dell’operazione (a ciclo chiuso, in modo
segregato o comunque protetto);
l’entità delle lavorazioni in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di
materiali utilizzati nell’arco della giornata lavorativa;
l’organizzazione dell’attività: tempi di permanenza nell’ambiente di lavoro;
contemporanea presenza di altre lavorazioni;
la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione,
previste per lo svolgimento delle lavorazioni.
In conclusione si deve individuare ogni rischio di esposizione per il quale le
modalità operative non ne consentano una gestione ‘controllata’: Rischi Residui.
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La “ STIMA “ dei Rischi di Esposizione
ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall’esame delle fasi
precedenti (Fase I, Fase II) può essere eseguita attraverso:
una verifica del rispetto dell’applicazione delle norme di sicurezza alle macchine
durante il loro funzionamento;
una verifica dell’accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad esame
oggettivo della entità dei Rischi e della durata delle lavorazioni, delle modalità
operative svolte e di tutti i fattori che influenzano le modalità e l’entità
dell’esposizione, in analogia con i dati di condizioni di esposizione similari riscontrati
nello stesso settore operativo, in considerazione di consolidate esperienze.
una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione
di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell’azienda;
una vera e propria "misura" dei parametri di rischio (Fattori Ambientali di Rischio)
che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione
attraverso il confronto con indici di riferimento (ad esempio: Indici di riferimento
igienico-ambientale e norme di buona tecnica). Tale misura è indispensabile nei casi
previsti dalle specifiche normative (es.: rumore, amianto, piombo, cancerogeni,
radiazioni ionizzanti, agenti biologici, etc.).
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A - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
A) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Chimico
a. Interventi di protezione dell’ambiente
• cappe aspiranti
• ventilazione amb. (R/h)
• aspirazioni localizzate
• lavorazioni a ciclo chiuso
• automazione - Robot
• sistemi di allarme
• corretto impiego di sistemi di
produzione
b. Interventi di protezione personali
• guanti
• maschere
• cappe di aspirazione;
• corretto impiego delle apparecchiature
e strumentazioni di laboratorio;
• propipette;
• pipettatrici automatiche;
• materiali a perdere;
• disponibilità di recipienti per deposito
provvisorio dei rifiuti;
c. Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro
▪ divieto di fumare; ▪ operazioni lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille;
▪ formazione - informazione; ▪ etichettatura; ▪ scheda di sicurezza; ▪ segnaletica di
sicurezza; ▪ servizi di sicurezza (docce di emergenza, lavaocchi, note di intervento di
primo soccorso per le sostanze adoperate)
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B - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
B) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Fisico
a. Interventi di protezione dell’ambiente
• controllo del microclima;
• corretto funzionamento del sistema di condizionamento;
• corretto funzionamento del sistema di insonorizzazione;
• schermatura macchine;
• controllo condizioni di emissione;
• corretto funzionamento dell’avvisatore di miscele infiammabili (se necessario);
• corretto funzionamento dell’impianto antincendio.
b. Interventi di protezione personale
• occhiali
• schermi protettivi;
• maschere per polveri;
• cuffie insonorizzanti;
• guanti;
• caschi.
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Comportamenti responsabili
D. Lgs. 626.94 Art. 5 - 1. Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della
propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere
gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai
mezzi forniti dal datore di lavoro.
La valutazione soggettiva del rischio
Rischio oggettivo
dipende da un insieme di fattori sociali,
individuali e culturali, che insieme
determinano quella che si chiama necessità
di contestualità.
Tutte le persone sono portate ad inscrivere
il rischio all’interno della propria esperienza
personale, annullandone così la sua
dimensione oggettiva.
La valutazione che il lavoratore fa della
propria esperienza lavorativa determina un
innalzamento del rischio, palesa sicurezza
che in molti casi porta all’evento infortunio.
- comportamento errato -
è quanto viene razionalmente determinato
dall’esame attento delle procedure di lavoro
e dei materiali usati.
Ciò significa che è tecnicamente possibile
determinare tipologia e qualità del rischio e
mettere a punto , quindi, azioni preventive
possibili per ogni singola fase lavorativa.
Il rischio oggettivo, dunque, deriva dallo
studio attento delle operazioni lavorative e
dalle variabili oggettivamente determinabili
attraverso l’osservazione e il loro ordinamento.
- comportamento corretto -
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Ponteggi metallici
Accrescere la sicurezza nel comportamento
Tutti gli elementi metallici che compongono il ponteggio
devono portare impresso il marchio del fabbricante.
Ancoraggio
cavalletto
Il ponteggio all’acquisto deve essere
provvisto di autorizzazione all’impiego
del Ministero del lavoro e di relazione
tecnica
Il ponteggio deve essere ancorato
efficacemente alla costruzione in
maniera conforme alle istruzioni
fornite dal fabbricante.
Il ponteggio viene assemblato a
terra e poi ciascuna sezione viene
posizionata con una gru sulle staffe.
diagonale
Ancoraggio
corrente
I ponteggi possono collassare
o cadere provocando gravi
lesioni ai lavoratori.
Il ponteggio viene poi smontato
allo stesso modo.
corrente (volta testa)
quando si smontano i ponteggi …
Basetta
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La buona tecnica …
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I comportamenti secondo la norma
Sono al secondo piano, devo lavorare su un
trabattello e quindi mi devo assicurare che
le ruote siano bloccate saldamente.
Quando le ruote sono saldamente
bloccate e il trabattello è stabile, è più
difficile scivolare e cadere in male modo.
Le ruote del ponte in opera devono
essere saldamente bloccate con cunei
dalle due parti.
I ponti su ruote devono essere
ancorati alla costruzione almeno
ogni due piani.
La verticalità dei ponti su ruote
deve essere controllata con livello
o con pendolino.
(art. 52 D.P.R. 164.56)
Evitiamo di piangere quando il danno è stato già causato
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Saper gestire le emergenze - comportamenti
Comportamenti in sicurezza
per ogni tipo di emergenza
• vie di fuga appropriatamente segnalate,
sgombre da ostacoli e con illuminazione
di emergenza autonoma
• gli estintori e gli interruttori di emergenza devono essere
facilmente raggiungibili e segnalati in modo idoneo.
• punti di soccorso medico dotati di attrezzature minime
di pronto soccorso.
• esercitazioni periodiche che devono riguardare l'utilizzo
dei mezzi di emergenza e l’evacuazione dei locali.
Le modalità di gestione delle emergenze devono
prevedere il mantenimento del controllo delle
protezioni di Sicurezza
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fasi
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Formazione RSPP