Sui luoghi di lavoro
Igiene + Sicurezza = Prevenzione
Ridurre gli incidenti adottando comportamenti in sicurezza
>>
Realizzato da:
Cav. Rag. MARCELLO SANTOPIETRO
Funzionario Vigilanza Ispettiva I.N.A.I.L. – Caserta
La normativa italiana in materia di
Igiene e sicurezza sul di lavoro
ha subito, negli anni, una profonda evoluzione, passando da una concezione
impositiva dei tradizionali metodi di prevenzione tecnica, delineati nei D.P.R.
n. 547 /55 e n. 303/56, ad un sistema di sicurezza globale che pone l’uomo, anziché la
macchina, al centro della nuova organizzazione della sicurezza aziendale, con il
conseguente coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate al processo
prevenzionale, identificato nel D. Lgs. n. 626.1994 -.
Alle norme che disciplinano il singolo rischio specifico si affiancano disposizioni che
puntano sulla prevenzione globale dei rischi connessi allo svolgimento di un insieme
di attività produttive.
Il recepimento delle direttive comunitarie, intese ad armonizzare le varie leggi degli
Stati membri dell’EU ha portato in parte a compimento la dolorosa gestione della
sicurezza.
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<< >>
Il Decreto Legislativo
n. 626/94 e n. 494/96,
superando la logica della frammentarietà degli interventi
a favore della prevenzione, hanno posto al centro del
sistema prevenzionale il principio della
“ partecipazione e collaborazione
tra il datore di lavoro e lavoratore”,
soggetti
protagonisti della sicurezza
e salute nei luoghi di lavoro.
L’informazione del rischio da lavoro, le cause e
modalità di accadimento degli infortuni e delle
malattie professionali rilevate statisticamente,
costituisce la base di preparazione della
“ cultura della prevenzione “.
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>>
Lo Stato, attraverso le sue strutture di informazione, consulenza ed assistenza,
assume il ruolo di collaboratore del datore di lavoro, lasciando
all’ Imprenditore l’organizzazione e la gestione dell’attività lavorativa in sicurezza.
Il legislatore, per la prima volta nel
nostro paese,ha inteso disciplinare
compiutamente l’intero sistema della
La
NOVITA’
PREVENZIONE,
dove le parti del rapporto di lavoro
“ Datore
di lavoro e
Lavoratori “
Con il
prevenzione
sono chiamate a svolgere
un ruolo finalizzato al
raggiungimento dell’obiettivo comune
della
venga organizzata dal
sicurezza
basso
nei luoghi
di lavoro.
D. Lgs. 626/94
il Legislatore
vuole che la
e non più impostata
dall’ alto.
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La
CULTURA
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Troppi si occupano o investono in : Sicurezza
• Il Legislatore
e
(norme: 303 – 547 – 626 – 494 ...)
allora
• I Nuovi Soggetti (RSPP,RSL,…)
• L’Azienda (DPI,Formazione...)
perché
• Sistemi Gestionali (SGQ, SGA, SGSL, ... )
• Enti preposti (ISPESL, ASL, INAIL,...)
tanti
• Le Assicurazioni
• I Sindacati
infortuni ?
• I Comitati Paritetici
Anno 2005:
Necessita migliorare
i nostri comportamenti pericolosi sui
luoghi di lavoro trasmettendo la
“ cultura della sicurezza e prevenzione “
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939.640 infortuni - 1.196 mortali, ai
quali vanno aggiunti circa 200.000
casi appartenenti al lavoro sommerso
o incidenti lievi non denunciati all’Inail
e gestiti differentemente.
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Le tecniche di controllo hanno un limite
Livello di controllo
"misura"
dei parametri di rischio
Minaccia
Vulnerabilità
Top Event
Danno
Deviazioni
Rischio
limite di tolleranza
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area di rischio
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Le tecniche di controllo non sempre raggiungono l’obiettivo
Sistema gestionali
Analisi procedurali
controlli
SGQ – SGA – SGI
SGSL
Buona tecnica
Partecipazione
Cultura
Comportamenti responsabili
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Comportamenti e sicurezza sul lavoro
“ La comunità scientifica internazionale concorda sul
fatto che oltre l’80% degli incidenti sul lavoro si
verifica a causa di comportamenti insicuri piuttosto
che per carenze dei dispositivi di sicurezza “.
Necessita ridurre gli incidenti
adottando comportamenti di sicurezza
Ottenere risultati concreti in termini di sicurezza è dunque
funzione della capacità di insegnare, attivare e mantenere i
comportamenti di sicurezza sul luogo di lavoro, attraverso un
nuovo modo di intervenire sullo “ Fattore umano ”.
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La behavior-analysis - analisi del comportamento
ha come oggetto lo studio del comportamento e del suo condizionamento,
attraverso l’adozione di metodi evidence based.
I principi base di questo metodo consentono di condizionare i comportamenti di
sicurezza sul lavoro al fine di ridurre l’influenza della componente legata all’errore
umano nella dinamica della maggior parte degli eventi incidentali.
Nel determinismo degli infortuni e delle malattie professionali, il fattore umano
occupa una posizione di preminenza su tutti gli altri fattori: esso presenta, infatti,
molte variabili ed ancora di più se ne possono prevedere per le varie combinazioni
possibili.
Quindi, al fine di ridurre il ripetersi degli eventi incidentali, oltre ad agire sulla
sicurezza di macchine ed ambienti di lavoro, è necessario realizzare interventi che
tendano a neutralizzare o a ridurre al minimo il verificarsi di comportamenti
caratterizzati da inosservanza di norme operative o regolamentari, o dal porre in
essere comportamenti non conformi alle comuni pratiche di sicurezza.
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Proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza
Motivazione
Comunicazione
Informazione
(management)
SICUREZZA
Formazione
(training)
Necessita, per la riduzione degli infortuni
sul lavoro, far emergere:
“ una coscienza collettiva “
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Motivazione
(management)
Ciclo produttivo – progetto lavoro
un insieme organizzato di risorse umane e materiali riunite
temporaneamente per raggiungere obiettivi innovativi mediante
attività spesso inconsuete e/o interdisciplinari in presenza di
vincoli di tempo, costo, risorse e risultati tecnici.
Ruolo del Manager:
• Pianificazione: scadenzare le cosa da fare
• Organizzare: predisporre le attività da compiere
• Staffing: selezionare il personale da impegnare
• Dirigere: fornire le istruzioni da eseguire (strade da percorrere)
• Controllare: prendere le decisioni per “risolvere” i problemi
• Monitorare: verificare (osservare) l’avanzamento
• Innovare: suggerire le soluzioni innovative
•…
• e gestire il Rischio: valutare e governare possibili rischi
consente
di ottenere
• una forte motivazione delle persone a raggiungere obiettivi (… sicurezza)
• la possibilità di anticipare gli eventi, controllarli, avviare azioni correttive
• la diffusione dell’innovazione e dell’apprendimento continuo
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Il concetto di comunicazione
Trasmissione di informazioni
il più ovvio ed immediato, si associano termini tipo
trasmissione, diffusione, informazione, ecc.
Condivisione
Comunicare equivale a condividere – mettere in comune qualcosa e si coglie la comune radice concettuale tra il
vocabolo comunicare ed i vocaboli comunità, comunione;
si associano a questo significato/concezione termini come
consenso, condivisione, partecipazione
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La comunicazione persuasiva
Soggetti
Sicurezza
Emittente
Persuadere
• Catturare l’ATTENZIONE
• Farsi capire “ COMPRENSIONE “
• Modificare il modo di pensare
“ INFLUENZAMENTO “
• Essere ricordati “ RITENZIONE “
Messaggio:
Comunicazione
+
contenuto chiaro
• Ottenere un COMPORTAMENTO
diverso
Operatore
ricevente
Promuovere il senso di Responsabilità e
il clima di Sicurezza tra i lavoratori.
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Comunicazione e relazione sociale
A - Emittente
Comunicazione:
Codifica
F
e
e
d
b
a
c
k
Messaggio
comprensione
del messaggio
Relazione:
Decodifica
B - Ricevente
coordinamento
dei comportamenti
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A
Codifica
Interpretazione
Decodifica
Emittente e ricevente
si scambiano i ruoli
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B
Decodifica
Interpretazione
Codifica
ritorno
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La comunicazione funzionale - essenzialmente operativa, necessaria a supportare
i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzando
documenti tecnici, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche.
senso di appartenenza
La comunicazione funzionale La comunicazione formativa
Condivisione di valori,
di obiettivi comuni e
responsabilità
gioco di squadra
La comunicazione formativa - relativa all’attività formativa e a tutte quelle
modalità di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura
(addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzando gli
strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della
singola persona o del gruppo.
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Le informazioni
Comprensibilità: i criteri adottati nell’espressione
dei parametri che compongono il rischio devono
essere trasparenti e comprensibili.
Condivisione: i valori attribuiti alle informazioni devono essere
condivisi tra le funzioni aziendali interessate.
Coerenza: i valori attribuiti alle informazioni devono essere coerenti
con quanto stabilito dalle politiche di sicurezza di alto livello, essendo
in genere la definizione delle politiche di alto livello a monte
dell’operazione di analisi dei rischi.
Attinenza al dominio: la definizione del dominio di applicazione del
sistema di gestione della sicurezza delle informazioni deve essere
coerente con il dominio definito per l’analisi dei rischi.
Adeguatezza al livello di consapevolezza in azienda: la complessità di una metodologia
per l’analisi dei rischi deve essere adeguata al livello di consapevolezza esistente in
azienda sui temi relativi alla sicurezza delle informazioni. Ciò per evitare gli insuccessi
derivanti dall’introduzione di sistemi di gestione e processi non recepiti e lasciati allo
statodi elementi avulsi dalla cultura aziendale, attuati solo perché la norma lo richiede.
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La comunicazione è integrazione organizzativa
Hanno una visione ampia e
complessiva del
funzionamento del contesto
organizzativo
Conoscono e condividono
gli obiettivi comuni
Le persone lavorano
meglio in gruppo se:
Sentono di contribuire
ai risultati e li possono verificare
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Si sentono accettate
e rispettate dagli altri
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Comunicazione significa “ spirito di gruppo “
Significa:
Capire che
Capire che
Capire che
<<<
Il successo non è individuale ma della
squadra.
La discussione consente di comprendere
meglio i contenuti dei problemi e chiarire
la relazione, tutti contribuiscono al
successo dell’insieme
Competenza più umiltà sono la
“miscela” vincente che ispira la
fiducia dei componenti la squadra.
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Comunicazione significa “ senso di appartenenza “
Significa:
<<<
Accettare
mettere in discussione le proprie
idee e il proprio modo di lavorare
Accettare
discutere i propri errori così come
quelli degli altri, non per decidere chi è
il colpevole ma per non commetterli più
Accettare
che anche “gli altri” possono fare delle
“cose belle” e dargliene atto
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Il lavoro di squadra porta al successo
Cosa
FARE
…
Come
FARLO …
… Per fare in modo che il
risultato venga raggiunto
Definire e raggiungere
high performance
Le criticità sono occasioni
di miglioramento
• Credo nelle capacità altrui
• Lavoro in armonia con tutti
• Mi fido dei colleghi
Promettere e
mantenere
Livello
accordo
di produzione
Assumere
responsabilità
Offrire qualità
per differenziarsi
• Se qualcosa non funzione
si interviene con saggezza
• Ciò che viene chiesto si
realizza in sicurezza
Evitare ripetitività
• Si lavora bene in squadra
• Le procedure di lavoro
vengono rispettate
Vedere il lavoro dal
punto di vista dell’utenza
<<<
Se non funziona attivarsi e non
imputare il problema a terzi
• Si esegue serenamente
Il successo si fonda sui migliori processi gestionali, sulle risorse
strumentali disponibili, sullo sviluppo di un team qualificato …,
ma non può prescindere da una forte collaborazione fra le parti.
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La formazione per acquisire responsabilità sul lavoro
SAPERE
(conoscenza)
Abbattimento
del Rischio residuo
SAPERE FARE
(addestramento)
adozione da parte dei lavoratori di
atteggiamenti e comportamenti sicuri
SAPERE ESSERE
(atteggiamento)
SAPERE AGIRE
(comportamento)
Il lavoratore attento alla sua protezione, perché adeguatamente
informato e formato sui rischi aziendali e professionali,
è la migliore garanzia di sicurezza
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Nonostante l’utilizzo di contromisure adeguate
il rischio non può essere eliminato del tutto
I risultati prodotti dal processo di analisi dei
rischi devono essere sintetici e facilmente
accessibili
Essenziali per una
“ Comunicazione condivisa “
nel mettere
in relazione
le informazioni (o le classi di informazioni) e
le risorse con il livello di rischio associabile
ad esse.
Necessarie per ottenere
“ Comportamenti sicuri “
La sicurezza non è mai statica, perciò deve essere tenuta sotto controllo durante tutto
il ciclo di vita del sistema, ne consegue che anche la relativa documentazione deve essere
rivista periodicamente (cambiamenti nelle tecnologie, un incidente, ecc.).
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Negatività che condizionano i comportamenti in sicurezza
Collusione
Incomprensione
Errori
Abusi di potere
delle istruzioni
di valutazioni
possono nascondere
o insabbiare procedure
Distrazione
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Stanchezza:
fisica, psicologica
ambientale
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Negligenza
raggirare procedure
la cui efficacia dipende
dalla separazione delle
responsabilità
Equilibrio tra
Costi/Ricavi
Investire in sicurezza è
un beneficio
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La comunicazione scadente porta all’insuccesso
Carenza
Difetti
Inconsistenza
Carenza
nella regia
di comunicazione
degli obiettivi
di progettualità
Carenze di
Difetti
Incapacità di reagire
integrità organizzativa
nei controlli dei sistemi
al cambiamento
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Insuccesso
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Ma tutto ciò sarà inutile se …
È essenziale che “ il Soggetto ” capisca che :
Deve saper scegliere i suoi collaboratori
(professionisti – imprese – lavoratori)
Deve saper controllare
il loro operato
Deve saper collaborare
con loro nelle scelte
Deve saperli assecondare
nella “ gestione “ dei lavori
È indispensabile che il Soggetto assuma un “ruolo” nella esecuzione dei
lavori che non sia solo quello che “esegue” ma soprattutto che “partecipa ”
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Flusso comportamenti per
nuovi lavoratori
dati
Datore lavoro
informativi
Servizio
Prevenzione e
Protezione
Informazioni sull’attività lavorativa
Informazione su rischi e formazione
Servizio Personale
scheda
destinazione lavorativa
Lista DPI
Medico competente
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Magazzino
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Flusso comportamenti per
ordini
nuove tecnologie – materie prime
Datore lavoro
procedure
Scambio informazioni
Ufficio
Amm.vo - tecnico
Servizio
Prevenzione e
Protezione
Valutazione rischi
Eventuali prescrizionj
Arrivo nuove merci
e/o partenza muovo ciclo produttivo
Magazzino e/o
produzione
Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo
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L’effetto piramide della non
NEGATIVITA’
Prevenzione Rischi :
NECESSITA
agire alla
fonte
Morte
Infortuni
in rendita
Infortuni
in temporanea
Infortuni in franchigia
Giorni perduti
Incidenti sfiorati - Danni alle cose
Sopravvenienze economiche passive
Non bisogna punire la non-sicurezza
ma necessita utilizzare un metodo
basato sul
“rinforzo del comportamento sicuro“,
quindi trasmettere responsabilità e
apprezzamenti per risultati raggiunti.
Rischi
Insicurezza – Comportamenti pericolosi
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Igiene – Sicurezza - Prevenzione
1
Inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza nell’ambiente di lavoro
2
Adottare comportamenti di prevenzione
e sicurezza nell’attività lavorativa
Il soggetto
è in grado di:
3
Praticare procedure di emergenza
4
Collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza del luogo di lavoro
<<<
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Per inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza dell’ambito lavorativo
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
5
1
Riconoscere i rischi per la salute e la sicurezza
connessi alle attività del settore e dell’impresa
2
Identificare le misure strutturali ed ergonomiche
relative alla salute, all’igiene e sicurezza dei
lavoratori nell’ambiente di lavoro
3
Rapportarsi alle figure preposte alla sicurezza
secondo le specifiche funzioni da esse svolte
4
Interpretare e applicare norme e regolamenti
che prescrivono i doveri generali e specifici dei
lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione
Fornire e/o elaborare dati eventualmente
richiesti in materia di sicurezza
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Per inserirsi nel sistema organizzativo
della sicurezza dell’ambito lavorativo
Descrivere e motivare le misure strutturali di
sicurezza adottate nell’ambiente di lavoro,
indicare le funzioni delle diverse figure
aziendali preposte alla sicurezza e i doveri
dei lavoratori in materia di sicurezza.
deve:
1
Il soggetto
Le principali misure strutturali adottate dall’azienda ai fini della
sicurezza sono identificate ed sono correttamente collegate alla
funzione specifica svolta in funzione della sicurezza dei lavoratori
Tutte le figure preposte alla sicurezza sono identificate e sono
descritte le loro principali funzioni
2
3
I principali doveri dei lavoratori sono identificati
<<<
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Per adottare comportamenti di prevenzione,
sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
1
Riconoscere i rischi, i pericoli e i danni connessi
alle specifiche attività direttamente svolte
2
Interpretare i segnali di comunicazione in
materia di sicurezza utilizzati negli ambienti di
lavoro
3
Utilizzare adeguatamente le misure e i
dispositivi di protezione individuali.
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
4
<<<
Applicare le norme di sicurezza, le norme di
buona tecnica e le misure antinquinamento
nell’espletamento delle diverse fasi dell’attività
lavorativa
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Per adottare comportamenti di prevenzione,
sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa
deve:
Collegare comportamenti lavorativi
preventivi definiti da norme tecniche e di
buona prassi ai rischi e pericoli dell’attività
lavorativa svolta
Il soggetto
1
I principali rischi sono indicati
I principali comportamenti preventivi e tutti i dispositivi di
protezione sono indicati e sono identificate le loro funzioni
2
3
Le relazioni fra rischi e comportamenti preventivi sono coerenti
<<<
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Per praticare procedure di emergenza
Applicare le procedure
previste in caso di
infortunio e incidente
1
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
2
Realizzare interventi
di primo soccorso
3
4
Applicare i comportamenti
previsti nelle procedure di
evacuazione
<<<
Applicare i comportamenti
previsti nelle procedure
antincendio
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Per praticare procedure di emergenza
Praticare/simulare correttamente procedure
di emergenza (es. intervento di un primo
deve:
Il soggetto
soccorso, procedura di evacuazione,
antincendio, ecc.)
Le procedure devono essere applicate in
modo corretto e preciso in tutte le fasi
Segnali antincendio
<<<
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Segnali di esodo
<<
Per collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
1
2
Il soggetto ha bisogno
di sapere come:
<<<
3
Monitorare i fattori ambientali di rischio
nel proprio ambito di lavoro e segnalare
tempestivamente criticità e difettosità
Monitorare i fattori individuali di rischio
propri e dei collaboratori e segnalare
tempestivamente criticità e situazioni
problematiche
Rilevare fabbisogni di informazione e
formazione propri e dei collaboratori e
collaborare ad azioni di sensibilizzazione
alla sicurezza
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Per collaborare al mantenimento delle
condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro
Descrivere i rischi connessi ad un cattivo stato
di manutenzione o mal funzionamento di
macchine, strumenti o attrezzature di lavoro
I principali casi di malfunzionamento degli
strumenti comportanti pericolo per i
lavoratori vengono correttamente indicati
Il soggetto deve:
Il collegamento fra i difetti di funzionamento
e i rischi per i lavoratori è correttamente
individuato
<<<
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Figure preposte alla sicurezza
Il soggetto identificherà le figure del Servizio di Protezione e Prevenzione,
il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza, i Responsabili delle procedure di
evacuazione e antincendio, ecc. Conoscerà le specifiche funzioni e i nominativi,
e selezionerà le ragioni per le quali si rivolgerà a ciascuno di essi.
Rischi per la salute e sicurezza
Il soggetto riconoscerà i rischi presenti nell’ambiente di lavoro (esposizione ad
intemperie, polveri o fumi, temperature elevate, ecc.), i rischi derivanti dalle
caratteristiche del proprio lavoro (movimentazione carichi, esposizione ad agenti
biologici, chimici o fisici, ecc.) o derivanti dall’impiego delle attrezzature
(videoterminali, ecc.) e individuerà i danni ad essi connessi.
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Misure strutturali ed ergonomiche
Il soggetto identificherà e rispetterà le misure strutturali per la riduzione dei rischi
alla fonte (ambienti separati per lavorazioni particolari, misure collettive di
protezione, locali per il pronto soccorso, ecc.) e i principi ergonomici applicati
nella concezione dei posti di lavoro (scelta delle apparecchiature, materiali, sedili
e piani di lavoro, lay out del posto di lavoro, ecc.) e degli ambienti di lavoro
(condizioni di temperatura, rumore, luminosità, ecc.) e nella definizione delle
condizioni di lavoro e produzione (tempi, ritmi, esposizione a condizioni di rischio
per la sapute, ecc.), anche per attenuare lavoro monotono e ripetitivo, evitare stress
e affaticamento e prevenire malattie professionali.
Riconoscerà e praticherà comportamenti previsti per la riduzione dell’impatto
inquinante (l’abbattimento di fumi e rumori, lo smaltimento di scarti e residui,
ecc.)
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione.
Il soggetto mostrerà di conoscere e utilizzare le norme e i regolamenti in materia
(sottoporsi a controlli sanitari previsti, partecipare alle iniziative di formazione per
la sicurezza, segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, ecc.)
Fornire e/o elaborare dati eventualmente richiesti
Il soggetto realizzerà o raccoglierà la documentazione materiale per analisi
statistiche, verifiche, controllo materiali, ecc.
Segnali di comunicazione in materia di sicurezza
Il soggetto dimostrerà di conoscere simboli, segnalazioni, allarmi, etichette e
contrassegni, ecc.
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Fattori ambientali di rischio
Per monitorare i fattori ambientali di rischio, il soggetto dovrà attuare una serie
di comportamenti tra i quali: controllare costantemente lo stato di funzionamento
e manutenzione di macchinari, apparecchiature, utensili, attrezzature di lavoro,
mezzi di trasporto, ecc. utilizzati, l’efficienza dei dispositivi di protezione e
sicurezza, le condizioni di temperatura, umidità, illuminazione, ecc.
Fattori individuali di rischio
Per monitorare i fattori individuali di rischio propri e dei collaboratori il soggetto
dovrà controllare il mantenimento dei requisiti di idoneità fisica, abbigliamento,
adozione di comportamenti lavorativi sicuri, rispetto delle norme tecniche, utilizzo
dei dispositivi di protezione, ecc.
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Norme di buona tecnica
Per buona parte i comportamenti lavorativi che seguono correttamente le regole
tecniche (nell’utilizzo di macchine, rispetto dei tempi, utilizzo degli strumenti di
protezione, ecc.) coincidono con la misure di safety (limitazione del rischio) e
security (protezione).
Il soggetto saprà che lavorare bene significa dunque anche lavorare in sicurezza.
Interpreterà i comportamenti lavorativi di qualità anche in funzione della sicurezza
per sé e per gli altri.
Dispositivi di protezione individuale
Il soggetto dovrà conoscere gli strumenti di protezione individuale necessari nel
proprio lavoro e il loro corretto impiego (strumenti per la protezione del capo,
dell’udito, occhi e viso, epidermide, vie respiratorie, del tronco, di mani e braccia,
di piedi e gambe, di protezione anticaduta, ecc.)
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La conoscenza come positività nei comportamenti
Riferimento D. Lgs. n. 626.94
Fabbisogni di informazione e formazione
Il soggetto deve sapere che si sottoporrà alle iniziative di formazione organizzate
dal datore di lavoro.
Egli stesso, nella misura in cui coordinerà il lavoro di altri, favorirà la sensibilità
alla sicurezza, individuerà eventuali carenze di informazione e fornirà direttamente
ai collaboratori l’informazione necessaria o segnalerà il fabbisogno alla figura
responsabile.
Doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione
Il LAVORATORE mostrerà di conoscere e utilizzare le norme e i regolamenti in
materia (sottoporsi a controlli sanitari previsti, partecipare alle iniziative di
formazione per la sicurezza, segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, ecc.)
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“ Le nuove Figure ” della Prevenzione
Responsabilità Operative:
Datore di Lavoro - imprenditore ed organizzatore
Dirigente - organizza il lavoro di altre persone
Preposto - vigila e sorveglia la corretta esecuzione dei lavori in sicurezza
Lavoratore - esegue correttamente
Responsabilità Consultive:
Servizio Prevenzione e Protezione (ausilio tecnico)
La
Riunione
periodica
di
Prevenzione
e
Protezione
dai
rischi
Medico Competente (ausilio medico)
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (ausilio consultivo)
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4
Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto
Datore di lavoro
È il responsabile della sicurezza in azienda
Valuta i rischi presenti in azienda e mette in atto le misure di prevenzione
Elabora un documento specifico da conservare in azienda attestante la
valutazione dei rischi e l’adempimento degli obblighi (per aziende fino a dieci
dipendenti è sufficiente allo scopo una autocertificazione)
Nomina i componenti del Servizio di Prevenzione e Protezione, il Responsabile
dello stesso ed il Medico competente
Designa i responsabili delle emergenze e della prevenzione incendi
Attua un programma di informazione e formazione nei confronti dei dipendenti
riguardo ai fattori di rischio ed alle misure di sicurezza messe in atto
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4 - Obblighi del dirigente
Il termine ”Dirigente” in materia di sicurezza non
sta ad indicare una qualifica formale, ma una
FUNZIONE:
sostituire il datore di lavoro in settori di attività nei limiti in cui il datore non può
provvedere direttamente, e sempre che sia messo in condizione di agire in piena
autonomia, cioè con il trasferimento dei poteri necessari per operare.
Nelle pubbliche amministrazioni per datore di lavoro si intende il dirigente
al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica
dirigenziale nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente
autonomia gestionale …
… Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del d. lgs. n. 29.1993,
per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione,
ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui
quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale
(d.lgs. m. 626.94 – art. 2-b)
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4 - Obblighi del dirigente
“ responsabilità oggettive”
I Direttori, poiché sono responsabili della gestione delle strutture, dovranno adeguare
le strutture stesse alle nuove norme in materia di sicurezza, eventualmente delegando
parte delle loro attribuzioni a dirigenti e preposti; pertanto, essendo loro attribuite
responsabilità gestionali ai sensi del D. Lgs. n. 626/94, possono ritenersi destinatari
delle norme di cui al decreto riguardanti i datori di lavoro.
Nel settore pubblico il datore di lavoro (cioè quel dirigente fornito dei poteri di
gestione) intanto potrà essere considerato responsabile da parte del magistrato
o dell’organo di vigilanza in quanto abbia omesso di esercitare il potere di
gestione oppure lo abbia male esercitato.
Nel pubblico, i poteri di gestione spettanti al datore di lavoro sono per forza di
cose esercitabili all’interno dei limiti delle risorse messe a disposizione di questo
dirigente designato come datore di lavoro.
“ CHI DIRIGE IL LAVORO ALTRUI DEVE FARSI
CARICO ANCHE DELLA SUA INCOLUMITA’ “
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Il Preposto
D.P.R. n. 547, 27 Aprile 1955: “ Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro“
art. 4 - I datori di lavoro, i dirigenti ed i preposti che eserciscono, dirigono o
sovraintendono alle attività indicate all'art. 1, devono, nell'ambito delle rispettive
attribuzioni e competenze: ….
La Legislazione non dà una definizione del Preposto ma affianca ripetutamente
a tale figura il verbo ”sovrintendere”, come riepilogativo della totalità dei suoi
obblighi istituzionali. (figure “classiche” di preposto: caporeparto, capo officina,
capo servizio, capo-ufficio, etc.)
Nei casi in cui risulta arduo distinguere tra il Preposto ed il Dirigente
(distinzione necessaria per individuare correttamente le rispettive
responsabilità penali)bisogna rifarsi ad indici quali la professionalità
dei soggetti, gli effettivi compiti svolti, l’esame dell’organizzazione del
lavoro e della prassi e delle consuetudini seguite.
Se il Preposto viene incaricato di controllare l’esistenza dei necessari
dispositivi di sicurezza, deve ricevere anche i poteri per intervenire:
in tal caso è un dirigente di fatto, anche se ha la qualifica di caposquadra.
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 5 - Obblighi dei lavoratori
Lavoratore
Osserva tutte le misure di sicurezza disposte dal datore di lavoro senza
apportare modifiche ai dispositivi e alle protezioni
Si sottopone ai controlli sanitari eventualmente previsti dopo che il datore di
lavoro ha eseguito la valutazione dei rischi
Partecipa alla nomina del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
(RLS)
Partecipa ai programmi di informazione e formazione sui rischi e sulle misure
preventive
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 8- Servizio di prevenzione e protezione
Art. 9 - Compiti del servizio di prevenzione e protezione
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
Il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere individuato
dal datore di lavoro tra persone con attitudini e capacità adeguate al ruolo
Deve essere in possesso di formazione specifica
I compiti di responsabile del servizio possono essere svolti direttamente dal
datore di lavoro nelle aziende con meno di 30 addetti, previo opportuno corso
di formazione
Collabora alla valutazione del rischio ed identifica le misure preventive
per la sicurezza
Elabora le procedure di sicurezza e di emergenza per le varie attività
dell’azienda
Propone i programmi di informazione e formazione dei lavoratori
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 17 - Il medico competente
Medico Competente
Viene nominato dal datore di lavoro qualora dalla valutazione dei rischi emerga
la necessità di attivare una sorveglianza sanitaria per rischi alla salute
Collabora alla valutazione del rischio ed identifica le misure preventive per
la salute
Collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione
per attuare le misure di tutela della salute e dell’integrità psico-fisica dei
lavoratori
Effettua le visite preventive e periodiche - Informa i lavoratori del significato e
dell’esito degli accertamenti sanitari eseguiti - Comunica al datore di lavoro in
forma anonima i risultati della sorveglianza sanitaria - Segnala i casi di sospetta
o certa malattia occupazionale
Prescrive ai lavoratori gli accertamenti previsti dal protocollo sanitario redatto
in base alla valutazione dei rischi - Instaura e cura l’eventuale registro degli
esposti
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D. Lgs. n. 626.94 - Art. 18 - Rappresentante per la sicurezza
Art. 19 - Attribuzioni del rappresentante per la sicurezza
Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza (RLS)
Viene eletto dai lavoratori ed è il collegamento tra i lavoratori e tutti gli altri
soggetti coinvolti nel sistema della prevenzione aziendale
Deve ricevere dal datore di lavoro una formazione adeguata ed assumere tutte
le informazioni inerenti la tutela della salute e sicurezza
Accede ai luoghi di lavoro per gli aspetti connessi alla sicurezza e alla salute
È consultato preventivamente per la valutazione dei rischi, l’individuazione,
la programmazione, la realizzazione e la verifica degli interventi di prevenzione
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CHI E’?
IL R.L.S.
Persona o persone elette o designate, in tutte le aziende o unità produttive, per
rappresentare i lavoratori relativamente agli aspetti della salute e della sicurezza
durante il lavoro
N° dipendenti
R.S.L. - modalità di elezione e numero
n < 15
eletto all’interno direttamente dai lavoratori individuato per più
aziende nell’ambito territoriale o del comparto
n > 15
• eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle
rappresentanze sindacali in azienda
• eletto o designato dai lavoratori all’interno, in assenza delle
rappresentanze sindacali
n < 200
1
201 < n < 1000
3
n > 1000
6
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D. Lgs. n. 626.94 Art. 11
Riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi
Viene indetta dal Datore di Lavoro, almeno una volta l’anno, nelle aziende
unità produttive con più di 15 dipendenti, nonché in occasione di significative
variazioni del ciclo produttivo e delle condizioni di esposizione.
Vi partecipano:
• il datore di lavoro,
• il responsabile del servizio di prevenzione e protezione,
• il medico competente,
• il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Vengono esaminati:
• la valutazione dei rischi,
• i programmi di prevenzione e protezione,
• l’idoneità dei mezzi di protezione,
• i programmi di formazione e informazione dei lavoratori.
Viene steso un verbale tenuto a disposizione dei partecipanti per consultazioni.
Nelle aziende che occupano fino a 15 dipendenti, in occasione di significative variazioni del ciclo produttivo e delle condizioni
di esposizione, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza può chiedere la convocazione di una apposita riunione.
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Indice del rischio
Incidente: Evento dovuto a causa fortuita che ha potenzialità di condurre ad un
infortunio o di provocare danni alle cose.
Rischio: Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni
di impiego e/o di esposizione; dimensioni possibili del danno stesso (orientamenti CEE).
Combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una
situazione pericolosa (Norma UNI EN 292/1991).
Scala
delle probabilità P
Il rischio in funzione della
probabilità che si manifesti
con possibile danno lesivo
viene valutato con una scala
di valori/significati
Rischio
R=PxD
Scala dell’entità
del danno D
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Improbabile - Possibile
Probabile - Molto probabile
Gradualità
numerica
Trascurabile
Medio
Alto
Molto alto
Lieve - Modesta
Grave - Gravissima
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Rischio Tecnologico
Rischi Specifici
Legati a fattori chimici e fisici che per loro natura possono
danneggiare in tempi brevi o lunghi persone, cose ed
ambiente.
Eventi continui e molto frequenti con danni modesti.
Rischi Convenzionali
Legati all’attività di lavoro, agli apparecchi, agli impianti
presenti in tutti i settori industriali (si tratta prevalentemente
di problemi di infortunistica).
Eventi abbastanza frequenti con danni di media intensità
che interessano una o più persone.
Rischi Potenziali
di incidenti rilevanti
Derivanti da eventi anomali capaci di provocare incendi,
esplosioni, rilasci di prodotti tossici dentro e fuori lo
stabilimento.
Frequenza molto bassa, danni gravissimi.
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Analisi del Rischio
Processo di identificazione degli elementi che possono portare al rischio di
incidente (Top Event).
Valutazione del Rischio
Sintesi degli elementi che caratterizzano il rischio e relative conseguenze.
Più in generale una indicazione, qualitativa o quantitativa, delle possibilità
di danno che un sistema tecnico può causare.
Affidabilità
Attitudine di un oggetto (componente , sistema, servizio) ad adempiere alle
sue funzioni specifiche, quando utilizzato nelle sue condizioni prefissate, ogni
volta che ne è richiesto e per la durata desiderata
Guasto
Conclusione del periodi di regolare funzionamento per effetto di un fenomeno
chimico - fisico prodottosi in una o più parti di un dispositivo che determina
una o più variazioni delle prestazioni nominali tali da rendere il dispositivo
stesso inaccettabile all’uso che se ne deve fare
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Gestione del rischio
Insieme delle azioni che devono, essere messe
in atto per cercare di attenuare il rischio.
La ricerca di condizioni di minor rischio ®
(con maggior grado di sicurezza) comporta
interventi mirati a diminuire l’entità della
conseguenza “ protezione “ o la frequenza
degli eventi pericolosi “ prevenzione “ o di
entrambe
F
r
e
q
u
e
n
z
a
Protezione
r1
Prevenzione
r2
r3
Gestione dell’emergenza
Insieme delle azioni da mettere in atto per cercare di attenuare le conseguenze
di un incidente rilevante
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Emergenza interna
Piano di emergenza interno “ Gestore Stabilimento “
Emergenza esterna
Piano di emergenza esterno “ Prefettura – Sindaco “
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Valutazione del Rischio
Risk Analysis
a) acquisizione dati e studio dell'impianto
b) individuazione dei rischi potenziali e
quindi delle unità interessate e delle
sostanze pericolose
c) identificazione degli eventi primari e delle
sequenze che possono portare all'incidente
d) valutazione della probabilità del manifestarsi
dell'incidente
f) valutazione delle conseguenze
g) valutazione quantitativa del rischio
h) analisi e presentazione dei risultati
Risk Assessment
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Risk Analysis
Documentazione necessaria
Planimetria dell'installazione
con l'indicazione della posizione degli impianti, dei depositi, degli uffici e di tutti
gli altri elementi fisici che compongono l'installazione stessa
Planimetria dell'area circostante lo stabilimento
con l'indicazione del sistema viario, della destinazione d'uso delle aree limitrofe,
della ubicazione dei centri abitati,della localizzazione di siti vulnerabili quali
scuole, ospedali, case di riposo, e di tutti gli altri elementi atti a mostrare come
l'installazione si inserisce nel contesto territoriale
Descrizione dello scenario ambientale
meteorologico e delle perturbazioni geofisiche, meteomarine,…
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Risk Analysis - Documentazione necessaria
Descrizione dettagliata dell'installazione
nei suoi aspetti impiantistici e processuali, comprendente:
descrizione contenente la natura e la quantità dei beni prodotti, i processi e le
apparecchiature impiegate, le condizioni fisiche di operazione, le modalità di
stoccaggio, la natura e la quantità dei consumi e delle emissioni nell'ambiente;
schema a blocchi, per ogni impianto di produzione all'interno dello stabilimento,
le funzioni fondamentali dello schema produttivo e le loro interconnessioni logiche;
schema di processo quantificato, che è la rappresentazione grafica simbolica dei
depositi, dei macchinari, delle tubazioni e condotte di interconnessione con i relativi
organi di sezionamento e la strumentazione di controllo e sicurezza;
bilancio di materia ed energia che riporti la contabilità dei materiali in ingresso
ed in uscita e della energia consumata e prodotta nella installazione.
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Rappresentazione del rischio
Rischio Locale e Rischio Individuale
espressi dal valore della frequenza con cui, in un certo punto di un'area
geografica, si può verificare il danno di riferimento, ovvero la morte di
un individuo
Rischio individuale
Rischio locale
si riferisce ad un individuo presente in
modo permanente in un determinato
punto e privato delle possibilità di fuga
o di protezione nel punto considerato.
tiene conto della probabilità che
l'individuo si trovi realmente in quel
punto, e della sua capacità di mettere in
atto misure di protezione per la sua
incolumità (rischio individuale è in ogni
punto non superiore al rischio locale).
La rappresentazione di questi due valori è fatta tracciando
sulla mappa della zona delle curve a rischio costante dette
curve di isorischio, oppure disegnando le superfici di rischio
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Risk Assessment è un'analisi
approfondita che individua analiticamente le aree e gli aspetti di maggiore criticità,
le aree di vulnerabilità e di non conformità agli standard di sicurezza, analizzando
l'adeguatezza del piano di sicurezza, consiste essenzialmente in due parti:
Un piano d’azione
Verifica e
adattamenti
Risk
Assessment
Circolo Deming
“Miglioramento continuo”
Cambiamenti
sul lavoro
Identificare i pericoli e associarli ai
relativi rischi al fine di preparare una
serie di provvedimenti (piano d'azione)
che dovrebbero ridurre i rischi e ogni
effettivo dannoso.
Un ciclo di miglioramento
Migliorare
salute e
sicurezza
Le condizioni di un sistema cambiano
continuamente e perciò il risk assessment
è un processo di continuo monitoraggio
e ottimizzazione.
Questo processo assicura che i livelli di
salute e sicurezza siano mantenuti elevati.
Prevenire attivamente i problemi di salute e gli incidenti fa parte del buon management
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Elementi del processo
Risk Assessment
1
Identificazione del pericolo
Controllo del rischio
5
2
Percezione del rischio
Processo di gestione del rischio
6
3
Rischio
Comunicazione del rischio
7
4
Valutazione del rischio
Analisi rischi/benefici
o costi/benefici
8
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio
Le problematiche che scaturiscono da un basso livello di controllo oltre a far soffrire
le vittime e le loro famiglie, producono un serie di costi aggiuntivi non sottovalutabili,
sia diretti e immediati che indiretti (quelli di maggiore entità).
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Risk Assessment
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Identificazione del pericolo - Riconoscimento dell'esistenza di un pericolo e
definizione delle sue caratteristiche.
Percezione del rischio - Consapevolezza che si sta verificando un effetto negativo
per influenza di fattori esterni.
Rischio - Misura della probabilità e della gravità di un effetto negativo per la salute,
la proprietà, l'ambiente.
Valutazione del rischio - Fase del processo di gestione del rischio in cui entrano in
gioco valori e giudizi, per cui si devono prendere in considerazione l'importanza
relativa di più rischi presenti contemporaneamente e le conseguenze correlate alle
azioni adottate, comprese l'accettazione di un rischio e l'analisi di opinioni.
Controllo del rischio - L'applicazione del processo decisionale per la gestione del
rischio al fine di ridurlo o eliminarlo. Tale processo si avvale di strumenti come il
“ risk assessment “ e comprende l'implementazione di misure, la verifica
dell'applicazione e la misura dell'efficacia.
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Risk Assessment
Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio.
Processo di gestione del rischio - L'intero processo di identificazione del fattore
di rischio, stima del rischio, valutazione del rischio e controllo del rischio.
Comunicazione del rischio - Scambiare o fornire informazioni al fine di informare,
persuadere o mettere in guardia qualcuno su rischi per la salute.
Si tratta della trasmissione di informazioni tra parti interessate circa i livelli di rischio
per la salute, il significato di tali rischi, le decisioni, le azioni o le politiche per la loro
gestione o controllo. Parti interessate sono enti o amministrazioni pubbliche, politici,
imprese e gruppi industriali, sindacati, mezzi di comunicazione di massa, studiosi,
associazioni professionali, gruppi di interesse pubblico e singoli cittadini.
Analisi rischi/benefici o costi/benefici - Confronto tra le probabili conseguenze
negative derivanti dalla accettazione di un certo livello di rischio e i vantaggi,
per singoli individui o per una comunità, di tipo sociale, economico, per la salute
o di altro genere che si ritiene ne derivino.
Tali benefici possono essere espressi sia in termini quantitativi (monetari o di salute),
sia in termini qualitativi (qualità di vita). Anche i rischi possono essere espressi in
termini monetari e in questo caso il confronto viene definito come analisi
costi/benefici. Questi tipi di confronti sono finalizzati all'adozione di decisioni.
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Classificazione e definizione dei rischi
I Rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello
svolgimento delle attività lavorative, possono essere divisi in tre grandi categorie:
a
b
c
Rischi per la salute dovuti a:
(rischi di natura infortunistica)
Rischi per la salute dovuti a:
(rischi di natura igienico ambientale)
Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a:
(rischi di tipo trasversale)
•
•
•
•
•
strutture
macchine
impianti elettrici
sostanze pericolose
incendio-esplosioni
• agenti chimici
• agenti fisici
• agenti biologici
•
•
•
•
organizzazione del lavoro
attori psicologici
fattori ergonomici
condizioni lavori difficili
Criteri procedurali per la valutazione del rischio
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A – Rischi per la sicurezza
I Rischi per la Sicurezza, o Rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili
del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni
fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività lavorative,
in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica,
elettrica, chimica, termica, etc.).
Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un
Non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti: l’ambiente di lavoro;
le macchine e/o le apparecchiature utilizzate; l’organizzazione del lavoro,
le modalità operative; etc.
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei
confronti di tali tipi di rischi deve mirare alla ricerca di un “ Idoneo equilibrio
bio-meccanico tra UOMO e STRUTTURA, MACCHINA, IMPIANTO ” sulla
base dei più moderni concetti ergonomici.
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A1 – Rischi per la sicurezza
Rischi da
carenze
strutturali
dell’Ambiente di
Lavoro
relativamente a:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Esempi di rischi:
Altezze: < 3,00 m. - Corridoi: ingombri da ostacoli fissi o mobili
Pavimenti: sconnessi – scale: senza protezioni
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Altezza dell’ambiente
Superficie dell’ambiente
Volume dell’ambiente
Illuminazione (normale e in emergenza)
Pavimenti (lisci o sconnessi)
Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura, apparecchiatura)
Solai (tenuta)
Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata)
Botole (visibili e con chiusura a sicurezza)
Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale)
Porte (in numero sufficiente in funzione del personale)
Locali sotterranei (dimensioni, ricambi d’aria)
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A2 – Rischi per la sicurezza
Rischi da carenze
di sicurezza su
Macchine e
Apparecchiature
relativamente a:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Esempi di rischi:
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Protezione degli organi di avviamento
Protezione degli organi di trasmissione
Protezione degli organi di lavoro
Protezione degli organi di comando
Macchine con marchio ‘CE’. Riferimento Direttiva Macchine
(89/392 CEE emendata)
Macchine prive di marchio ‘CE’. Riferimento al D.P.R. 547/55
Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento
Protezione nell’uso di ascensori e montacarichi
Protezione nell’uso di apparecchi a pressione (bombole e
circuiti)
Protezione nell’accesso a vasche, serbatoi, piscine e simili.
Assenza di protezione su organi in movimento o parti elettriche
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A3 – A4 - Rischi per la sicurezza
A3 - Rischi da
manipolazione
di Sostanze
pericolose:
•
•
•
•
Esempi di rischi:
Sostanze indicate come pericolose dai simboli dell’etichettatura e conservati in
quantità superiori ad una confezione commerciale per ogni sostanza pericolosa
usata.
A4 - Rischi da
carenza di
Sicurezza
Elettrica
connessa a:
• Idoneità del progetto
• Idoneità d’uso
• Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di incendio
e/o esplosione
• Impianti speciali a caratteristiche di ridondanza.
Sostanze infiammabili
Sostanze corrosive
Sostanze comburenti
Sostanze esplosive.
Possibilità di contatto con conduttori; presenza di impianti inidonei all’uso o
Esempi di rischi: inidonei alle atmosfere presenti dell’ambiente (corrosive, infiammabili, esplosive).
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A5 – Rischi per la sicurezza
Rischi da
Incendio e/o
Esplosione per:
Esempi di rischi:
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• Presenza di materiali infiammabili d’uso
• Presenza di armadi di conservazione (caratteristiche
strutturali e di aerazione)
• Presenza di depositi di materiali infiammabili (caratteristiche
strutturali di ventilazione e di ricambi d’aria)
• Carenza di sistemi antincendio
• Carenza di segnaletica di sicurezza.
Presenza di bombole di gas compressi, in assenza di bombolaio e/o sistemi a
pressione o sotto vuoto
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B – Rischi per la salute
I Rischi per la salute, o Rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della
potenziale compromissione dell’equilibrio biologico del personale addetto ad
operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione nell’ambiente di fattori
ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente esposizione
del personale addetto.
Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni
igienico-ambientali dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati
dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle apparecchiature) e da
modalità operative.
Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o di protezione nei
confronti di tali tipi di rischio deve mirare alla ricerca di un
"Idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO E AMBIENTE DI LAVORO".
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B1 - Rischi chimici
Rischi di
esposizione
connessi con
l’impiego di
sostanze
chimiche,
tossiche o nocive
in relazione a:
• ingestione;
• contatto cutaneo;
• inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto
forma di: - polveri;
- fumi;
- nebbie;
- gas;
- vapori;
Esempi di rischi:
Il rischio da possibile esposizione a sostanze chimiche sussiste quando nell’ambiente
si manipola o si lavorano sostanze che sono indicate nell’etichettatura come tossiche
o nocive (vedi scheda allegata) in quantità d’uso e con modalità tali da favorire
l’esposizione al contatto cutaneo o l’emissione in aria (polveri, fumi, nebbie, gas e
vapori) con conseguente rischio di inalazione. Il rischio è funzione di vari parametri
quali:quantità d’uso, scorta d’uso, depositi annessi all’ambiente di lavoro, carenze
di informazione, carenze di formazione sulle modalità di impiego, carenze significati
etichettatura, carenze significati schede di sicurezza.
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B2 – Agenti fisici
• B 2-1 Rumore (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo
Rischi da
esposizione e
grandezze fisiche
che interagiscono
in vari modi con
l’organismo
umano:
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operativo e di funzionamento) con propagazione dell’energia sonora
nell’ambiente di lavoro.
• B 2-2 Vibrazioni (presenza di apparecchiatura e strumenti
vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione
diretta o indiretta.
• B 2-3 Ultrasuoni
• B 2-4 Radiazioni ionizzanti - Presenza di apparecchiature che
impiegano radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse,
etc.: Sorgenti di Radio frequenze, Sorgenti di Microonde,
Radiazioni Infrarosse, Radiazione Ottica (visibile), Radiazioni
Ultraviolette), Luce Laser (visibile e ultravioletto).
• B 2-5 Microclima - Carenze nella climatizzazione dell’ambiente
per quanto attiene alla: Temperatura, Umidità relativa,
Ventilazione, Calore radiante, Condizionamento.
• B 2-6 Illuminazione - Carenze nei livelli di illuminamento ambientale
e dei posti di lavoro (in relazione alla tipologia della lavorazione fine,
finissima, etc.). Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in
presenza di videoterminali. Presenza di videoterminali,Posizionamento,
Illuminotecnica, Postura, Microclima.
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B3 – Agenti biologici
• Emissione involontaria (impianto condizionamento, emissioni di
Rischi connessi
con l’esposizione
(ingestione,
contatto cutaneo,
inalazione) a
organismi e
microrganismi
patogeni o non,
colture cellulari,
endoparassiti
umani, presenti
nell’ambiente a
seguito di
emissione e/o
trattamento e
manipolazione.
polveri organiche, etc.);
• Emissione incontrollata (impianti di depurazione delle acque,
manipolazione di materiali infetti in ambiente ospedaliero, impianti di
trattamento e smaltimento di rifiuti ospedalieri, etc.);
• Trattamento o manipolazione volontaria, a seguito di impiego
per ricerca sperimentale in ‘vitro’ o in ‘vivo’ o in sede di vera e
propria attività produttiva (biotecnologie).
• B 3-1 Sperimentazione “ in vitro “
- Impiego di microrganismi naturali e/o geneticamente modificati e
conservazione delle colture: batteri e organismi simili, virus,
rickettsie, alghe, funghi e miceti, protozoi.
- Colture cellulari per sperimentazione e produzione
- Campioni Biologici Infetti manipolazione - conservazione
- DNA Ricombinante: DNA Clonato (clonaggio e impiego DNAclonato) per sperimentazione e produzione.
• B 3-2 Sperimentazione “ in vivo “
- Impiego di agenti: infettanti infestanti
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C – Rischi trasversali o organizzativi
Tali rischi, sono individuabili all’interno della complessa articolazione
che caratterizza il rapporto tra ‘l’ operatore’ e "l’organizzazione del
lavoro" in cui è inserito.
Il rapporto in parola è peraltro immerso in un "quadro" di
compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico
anche psicologico ed organizzativo.
La coerenza di tale "quadro", pertanto può essere analizzata anche
all’interno di possibili trasversalità tra rischi per la sicurezza e rischi
per la salute.
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C1 organizzazione del lavoro - C2 attori psicologici
C1 organizzazione del lavoro
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Processi di lavoro usuranti: per es. lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro
notturno;
pianificazione degli aspetti attinenti alla sicurezza e la salute: programmi di
controllo e monitoraggio;
manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza;
procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza;
movimentazione manuale dei carichi;
lavoro ai VDT (es. DATA ENTRY).
C2 attori psicologici
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Intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro;
carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità;
complessità delle mansioni e carenza di controllo;
reattività anomala a condizioni di emergenza.
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C3 fattori ergonomici - C4 condizioni lavori difficili
C3 fattori ergonomici
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Sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni;
conoscenze e capacità del personale;
norme di comportamento;
soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in condizioni variabili;
C4 condizioni lavori difficili
• Lavoro con animali;
• lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale;
condizioni climatiche esasperate;
• lavoro in acqua: in superficie (es. piattaforme) e in immersione.
• conseguenze di variazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro
in condizioni di sicurezza;
• ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro;
• carenza di motivazione alle esigenze di sicurezza.
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Criteri procedurali per la valutazione del rischio
fase
linee guida
I
Identificazione delle Sorgenti di Rischio
II
Individuazione dei Rischi di Esposizione
III
‘STIMA’ dei Rischi di Esposizione
Protezioni
Al termine di questa III FASE di "STIMA" del rischio di esposizione, sulla base
dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del
PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA
(Tecnica - Organizzativa - Procedurale),
Riepilogo
secondo le priorità indicate dall’art. 3 del D. L. gs. 626/94 e tali da non comportare
rischi per la salute della popolazione o il deterioramento dell’ambiente esterno.
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Identificazione delle Sorgenti di Rischio
Tale fase viene eseguita attraverso una breve, ma accurata descrizione del ciclo
lavorativo che viene condotto nell’ambiente di lavoro preso in esame.
A supporto della descrizione dell’attività lavorativa svolta, dovranno essere riportate:
la finalità della lavorazione o dell’operazione, con la descrizione del processo
tecnologico, delle macchine, impianti e apparecchiature utilizzate, delle sostanze
impiegate e/o prodotte e di eventuali intermedi;
nella descrizione del ciclo tecnologico delle lavorazioni, devono essere considerate
le operazioni di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiuti ed
eventuali lavorazioni concomitanti;
la destinazione dell’ambiente di lavoro (reparto di lavoro, laboratorio, studio, etc.);
le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (superficie, volume, porte,
finestre, rapporto tra superficie pavimento e superficie finestre, etc.);
il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in
quell’ambiente di lavoro;
le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria se presente;
la presenza di movimentazione manuale dei carichi.
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La individuazione dei Rischi di Esposizione
costituisce una operazione, generalmente non semplice, che deve portare a definire se
la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase precedente,
possa comportare nello svolgimento della specifica attività un reale rischio di
esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto.
Al riguardo si dovranno esaminare:
le modalità operative seguite nell’espletamento dell’attività (es. manuale,
automatica, strumentale) ovvero dell’operazione (a ciclo chiuso, in modo
segregato o comunque protetto);
l’entità delle lavorazioni in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di
materiali utilizzati nell’arco della giornata lavorativa;
l’organizzazione dell’attività: tempi di permanenza nell’ambiente di lavoro;
contemporanea presenza di altre lavorazioni;
la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione,
previste per lo svolgimento delle lavorazioni.
In conclusione si deve individuare ogni rischio di esposizione per il quale le
modalità operative non ne consentano una gestione ‘controllata’: Rischi Residui.
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La “ STIMA “ dei Rischi di Esposizione
ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall’esame delle fasi
precedenti (Fase I, Fase II) può essere eseguita attraverso:
una verifica del rispetto dell’applicazione delle norme di sicurezza alle macchine
durante il loro funzionamento;
una verifica dell’accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad esame
oggettivo della entità dei Rischi e della durata delle lavorazioni, delle modalità
operative svolte e di tutti i fattori che influenzano le modalità e l’entità
dell’esposizione, in analogia con i dati di condizioni di esposizione similari riscontrati
nello stesso settore operativo, in considerazione di consolidate esperienze.
una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione
di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell’azienda;
una vera e propria "misura" dei parametri di rischio (Fattori Ambientali di Rischio)
che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione
attraverso il confronto con indici di riferimento (ad esempio: Indici di riferimento
igienico-ambientale e norme di buona tecnica). Tale misura è indispensabile nei casi
previsti dalle specifiche normative (es.: rumore, amianto, piombo, cancerogeni,
radiazioni ionizzanti, agenti biologici, etc.).
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A - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
A) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Chimico
a. Interventi di protezione dell’ambiente
• cappe aspiranti
• ventilazione amb. (R/h)
• aspirazioni localizzate
• lavorazioni a ciclo chiuso
• automazione - Robot
• sistemi di allarme
• corretto impiego di sistemi di
produzione
b. Interventi di protezione personal
• guanti
• maschere
• cappe di aspirazione;
• corretto impiego delle apparecchiature
e strumentazioni di laboratorio;
• propipette;
• pipettatrici automatiche;
• materiali a perdere;
• disponibilità di recipienti per deposito
provvisorio dei rifiuti;
c. Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro
▪ divieto di fumare; ▪ operazioni lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille;
▪ formazione - informazione; ▪ etichettatura; ▪ scheda di sicurezza; ▪ segnaletica di
sicurezza; ▪ servizi di sicurezza (docce di emergenza, lavaocchi, note di intervento di
primo soccorso per le sostanze adoperate)
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B - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio
B) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Fisico
a. Interventi di protezione dell’ambiente
• controllo del microclima;
• corretto funzionamento del sistema di condizionamento;
• corretto funzionamento del sistema di insonorizzazione;
• schermatura macchine;
• controllo condizioni di emissione;
• corretto funzionamento dell’avvisatore di miscele infiammabili (se necessario);
• corretto funzionamento dell’impianto antincendio.
b. Interventi di protezione personale
• occhiali
• schermi protettivi;
• maschere per polveri;
• cuffie insonorizzanti;
• guanti;
• caschi.
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Comportamenti responsabili
D. Lgs. 626.94 Art. 5 - 1. Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della
propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere
gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai
mezzi forniti dal datore di lavoro.
La valutazione soggettiva del rischio
Rischio oggettivo
dipende da un insieme di fattori sociali,
individuali e culturali, che insieme
determinano quella che si chiama necessità
di contestualità.
Tutte le persone sono portate ad inscrivere
il rischio all’interno della propria esperienza
personale, annullandone così la sua
dimensione oggettiva.
La valutazione che il lavoratore fa della
propria esperienza lavorativa determina un
innalzamento del rischio, palesa sicurezza
che in molti casi porta all’evento infortunio.
- comportamento errato -
è quanto viene razionalmente determinato
dall’esame attento delle procedure di lavoro
e dei materiali usati.
Ciò significa che è tecnicamente possibile
determinare tipologia e qualità del rischio e
mettere a punto , quindi, azioni preventive
possibili per ogni singola fase lavorativa.
Il rischio oggettivo, dunque, deriva dallo
studio attento delle operazioni lavorative e
dalle variabili oggettivamente determinabili
attraverso l’osservazione e il loro ordinamento.
- comportamento corretto -
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Ponteggi metallici
Accrescere la sicurezza nel comportamento
Tutti gli elementi metallici che compongono il ponteggio
devono portare impresso il marchio del fabbricante.
Ancoraggio
cavalletto
Il ponteggio all’acquisto deve essere
provvisto di autorizzazione all’impiego
del Ministero del lavoro e di relazione
tecnica
Il ponteggio deve essere ancorato
efficacemente alla costruzione in
maniera conforme alle istruzioni
fornite dal fabbricante.
Il ponteggio viene assemblato a
terra e poi ciascuna sezione viene
posizionata con una gru sulle staffe.
diagonale
Ancoraggio
corrente
I ponteggi possono collassare
o cadere provocando gravi
lesioni ai lavoratori.
Il ponteggio viene poi smontato
allo stesso modo.
corrente (volta testa)
quando si smontano i ponteggi …
Basetta
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La buona tecnica …
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I comportamenti secondo la norma
Sono al secondo piano, devo lavorare su un
trabattello e quindi mi devo assicurare che
le ruote siano bloccate saldamente.
Quando le ruote sono saldamente
bloccate e il trabattello è stabile, è più
difficile scivolare e cadere in male modo.
Le ruote del ponte in opera devono
essere saldamente bloccate con cunei
dalle due parti.
I ponti su ruote devono essere
ancorati alla costruzione almeno
ogni due piani.
La verticalità dei ponti su ruote
deve essere controllata con livello
o con pendolino.
(art. 52 D.P.R. 164.56)
Evitiamo di piangere quando il danno è stato già causato
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Saper gestire le emergenze - comportamenti
Comportamenti in sicurezza
per ogni tipo di emergenza
• vie di fuga appropriatamente segnalate,
sgombre da ostacoli e con illuminazione
di emergenza autonoma
• gli estintori e gli interruttori di emergenza devono essere
facilmente raggiungibili e segnalati in modo idoneo.
• punti di soccorso medico dotati di attrezzature minime
di pronto soccorso.
• esercitazioni periodiche che devono riguardare l'utilizzo
dei mezzi di emergenza e l’evacuazione dei locali.
Le modalità di gestione delle emergenze devono
prevedere il mantenimento del controllo delle
protezioni di Sicurezza
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fasi
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Ridurre gli incidenti adottando comportamenti in sicurezza