Sui luoghi di lavoro Igiene + Sicurezza = Prevenzione Ridurre gli incidenti adottando comportamenti in sicurezza >> Realizzato da: Cav. Rag. MARCELLO SANTOPIETRO Funzionario Vigilanza Ispettiva I.N.A.I.L. – Caserta La normativa italiana in materia di Igiene e sicurezza sul di lavoro ha subito, negli anni, una profonda evoluzione, passando da una concezione impositiva dei tradizionali metodi di prevenzione tecnica, delineati nei D.P.R. n. 547 /55 e n. 303/56, ad un sistema di sicurezza globale che pone l’uomo, anziché la macchina, al centro della nuova organizzazione della sicurezza aziendale, con il conseguente coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate al processo prevenzionale, identificato nel D. Lgs. n. 626.1994 -. Alle norme che disciplinano il singolo rischio specifico si affiancano disposizioni che puntano sulla prevenzione globale dei rischi connessi allo svolgimento di un insieme di attività produttive. Il recepimento delle direttive comunitarie, intese ad armonizzare le varie leggi degli Stati membri dell’EU ha portato in parte a compimento la dolorosa gestione della sicurezza. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Il Decreto Legislativo n. 626/94 e n. 494/96, superando la logica della frammentarietà degli interventi a favore della prevenzione, hanno posto al centro del sistema prevenzionale il principio della “ partecipazione e collaborazione tra il datore di lavoro e lavoratore”, soggetti protagonisti della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. L’informazione del rischio da lavoro, le cause e modalità di accadimento degli infortuni e delle malattie professionali rilevate statisticamente, costituisce la base di preparazione della “ cultura della prevenzione “. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Lo Stato, attraverso le sue strutture di informazione, consulenza ed assistenza, assume il ruolo di collaboratore del datore di lavoro, lasciando all’ Imprenditore l’organizzazione e la gestione dell’attività lavorativa in sicurezza. Il legislatore, per la prima volta nel nostro paese,ha inteso disciplinare compiutamente l’intero sistema della La NOVITA’ PREVENZIONE, dove le parti del rapporto di lavoro “ Datore di lavoro e Lavoratori “ Con il prevenzione sono chiamate a svolgere un ruolo finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo comune della venga organizzata dal sicurezza basso nei luoghi di lavoro. D. Lgs. 626/94 il Legislatore vuole che la e non più impostata dall’ alto. <<< www.marcellosantopietro.135.it La CULTURA << >> Troppi si occupano o investono in : Sicurezza • Il Legislatore e (norme: 303 – 547 – 626 – 494 ...) allora • I Nuovi Soggetti (RSPP,RSL,…) • L’Azienda (DPI,Formazione...) perché • Sistemi Gestionali (SGQ, SGA, SGSL, ... ) • Enti preposti (ISPESL, ASL, INAIL,...) tanti • Le Assicurazioni • I Sindacati infortuni ? • I Comitati Paritetici Anno 2005: Necessita migliorare i nostri comportamenti pericolosi sui luoghi di lavoro trasmettendo la “ cultura della sicurezza e prevenzione “ <<< www.marcellosantopietro.135.it 939.640 infortuni - 1.196 mortali, ai quali vanno aggiunti circa 200.000 casi appartenenti al lavoro sommerso o incidenti lievi non denunciati all’Inail e gestiti differentemente. << >> Le tecniche di controllo hanno un limite Livello di controllo "misura" dei parametri di rischio Minaccia Vulnerabilità Top Event Danno Deviazioni Rischio limite di tolleranza <<< www.marcellosantopietro.135.it area di rischio << >> Le tecniche di controllo non sempre raggiungono l’obiettivo Sistema gestionali Analisi procedurali controlli SGQ – SGA – SGI SGSL Buona tecnica Partecipazione Cultura Comportamenti responsabili <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Comportamenti e sicurezza sul lavoro “ La comunità scientifica internazionale concorda sul fatto che oltre l’80% degli incidenti sul lavoro si verifica a causa di comportamenti insicuri piuttosto che per carenze dei dispositivi di sicurezza “. Necessita ridurre gli incidenti adottando comportamenti di sicurezza Ottenere risultati concreti in termini di sicurezza è dunque funzione della capacità di insegnare, attivare e mantenere i comportamenti di sicurezza sul luogo di lavoro, attraverso un nuovo modo di intervenire sullo “ Fattore umano ”. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La behavior-analysis - analisi del comportamento ha come oggetto lo studio del comportamento e del suo condizionamento, attraverso l’adozione di metodi evidence based. I principi base di questo metodo consentono di condizionare i comportamenti di sicurezza sul lavoro al fine di ridurre l’influenza della componente legata all’errore umano nella dinamica della maggior parte degli eventi incidentali. Nel determinismo degli infortuni e delle malattie professionali, il fattore umano occupa una posizione di preminenza su tutti gli altri fattori: esso presenta, infatti, molte variabili ed ancora di più se ne possono prevedere per le varie combinazioni possibili. Quindi, al fine di ridurre il ripetersi degli eventi incidentali, oltre ad agire sulla sicurezza di macchine ed ambienti di lavoro, è necessario realizzare interventi che tendano a neutralizzare o a ridurre al minimo il verificarsi di comportamenti caratterizzati da inosservanza di norme operative o regolamentari, o dal porre in essere comportamenti non conformi alle comuni pratiche di sicurezza. <<< << >> www.marcellosantopietro.135.it Proviamo a gestire i nostri comportamenti con la conoscenza Motivazione Comunicazione Informazione (management) SICUREZZA Formazione (training) Necessita, per la riduzione degli infortuni sul lavoro, far emergere: “ una coscienza collettiva “ <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Motivazione (management) Ciclo produttivo – progetto lavoro un insieme organizzato di risorse umane e materiali riunite temporaneamente per raggiungere obiettivi innovativi mediante attività spesso inconsuete e/o interdisciplinari in presenza di vincoli di tempo, costo, risorse e risultati tecnici. Ruolo del Manager: • Pianificazione: scadenzare le cosa da fare • Organizzare: predisporre le attività da compiere • Staffing: selezionare il personale da impegnare • Dirigere: fornire le istruzioni da eseguire (strade da percorrere) • Controllare: prendere le decisioni per “risolvere” i problemi • Monitorare: verificare (osservare) l’avanzamento • Innovare: suggerire le soluzioni innovative •… • e gestire il Rischio: valutare e governare possibili rischi consente di ottenere • una forte motivazione delle persone a raggiungere obiettivi (… sicurezza) • la possibilità di anticipare gli eventi, controllarli, avviare azioni correttive • la diffusione dell’innovazione e dell’apprendimento continuo <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Il concetto di comunicazione Trasmissione di informazioni il più ovvio ed immediato, si associano termini tipo trasmissione, diffusione, informazione, ecc. Condivisione Comunicare equivale a condividere – mettere in comune qualcosa e si coglie la comune radice concettuale tra il vocabolo comunicare ed i vocaboli comunità, comunione; si associano a questo significato/concezione termini come consenso, condivisione, partecipazione <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La comunicazione persuasiva Soggetti Sicurezza Emittente Persuadere • Catturare l’ATTENZIONE • Farsi capire “ COMPRENSIONE “ • Modificare il modo di pensare “ INFLUENZAMENTO “ • Essere ricordati “ RITENZIONE “ Messaggio: Comunicazione + contenuto chiaro • Ottenere un COMPORTAMENTO diverso Operatore ricevente Promuovere il senso di Responsabilità e il clima di Sicurezza tra i lavoratori. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Comunicazione e relazione sociale A - Emittente Comunicazione: Codifica F e e d b a c k Messaggio comprensione del messaggio Relazione: Decodifica B - Ricevente coordinamento dei comportamenti <<< A Codifica Interpretazione Decodifica Emittente e ricevente si scambiano i ruoli www.marcellosantopietro.135.it B Decodifica Interpretazione Codifica ritorno << >> La comunicazione funzionale - essenzialmente operativa, necessaria a supportare i processi informativi, decisionali e realizzativi delle diverse aree aziendali; utilizzando documenti tecnici, colloqui e riunioni di lavoro, manuali tecnici, bacheche. senso di appartenenza La comunicazione funzionale La comunicazione formativa Condivisione di valori, di obiettivi comuni e responsabilità gioco di squadra La comunicazione formativa - relativa all’attività formativa e a tutte quelle modalità di supporto nella diffusione di conoscenze e competenze nella struttura (addestramento, auto-formazione, convegni e riunioni aziendali); utilizzando gli strumenti formativi, i colloqui, le modalità e le dinamiche di apprendimento della singola persona o del gruppo. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Le informazioni Comprensibilità: i criteri adottati nell’espressione dei parametri che compongono il rischio devono essere trasparenti e comprensibili. Condivisione: i valori attribuiti alle informazioni devono essere condivisi tra le funzioni aziendali interessate. Coerenza: i valori attribuiti alle informazioni devono essere coerenti con quanto stabilito dalle politiche di sicurezza di alto livello, essendo in genere la definizione delle politiche di alto livello a monte dell’operazione di analisi dei rischi. Attinenza al dominio: la definizione del dominio di applicazione del sistema di gestione della sicurezza delle informazioni deve essere coerente con il dominio definito per l’analisi dei rischi. Adeguatezza al livello di consapevolezza in azienda: la complessità di una metodologia per l’analisi dei rischi deve essere adeguata al livello di consapevolezza esistente in azienda sui temi relativi alla sicurezza delle informazioni. Ciò per evitare gli insuccessi derivanti dall’introduzione di sistemi di gestione e processi non recepiti e lasciati allo statodi elementi avulsi dalla cultura aziendale, attuati solo perché la norma lo richiede. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La comunicazione è integrazione organizzativa Hanno una visione ampia e complessiva del funzionamento del contesto organizzativo Conoscono e condividono gli obiettivi comuni Le persone lavorano meglio in gruppo se: Sentono di contribuire ai risultati e li possono verificare <<< www.marcellosantopietro.135.it Si sentono accettate e rispettate dagli altri << >> Comunicazione significa “ spirito di gruppo “ Significa: Capire che Capire che Capire che <<< Il successo non è individuale ma della squadra. La discussione consente di comprendere meglio i contenuti dei problemi e chiarire la relazione, tutti contribuiscono al successo dell’insieme Competenza più umiltà sono la “miscela” vincente che ispira la fiducia dei componenti la squadra. www.marcellosantopietro.135.it << >> Comunicazione significa “ senso di appartenenza “ Significa: <<< Accettare mettere in discussione le proprie idee e il proprio modo di lavorare Accettare discutere i propri errori così come quelli degli altri, non per decidere chi è il colpevole ma per non commetterli più Accettare che anche “gli altri” possono fare delle “cose belle” e dargliene atto www.marcellosantopietro.135.it << >> Il lavoro di squadra porta al successo Cosa FARE … Come FARLO … … Per fare in modo che il risultato venga raggiunto Definire e raggiungere high performance Le criticità sono occasioni di miglioramento • Credo nelle capacità altrui • Lavoro in armonia con tutti • Mi fido dei colleghi Promettere e mantenere Livello accordo di produzione Assumere responsabilità Offrire qualità per differenziarsi • Se qualcosa non funzione si interviene con saggezza • Ciò che viene chiesto si realizza in sicurezza Evitare ripetitività • Si lavora bene in squadra • Le procedure di lavoro vengono rispettate Vedere il lavoro dal punto di vista dell’utenza <<< Se non funziona attivarsi e non imputare il problema a terzi • Si esegue serenamente Il successo si fonda sui migliori processi gestionali, sulle risorse strumentali disponibili, sullo sviluppo di un team qualificato …, ma non può prescindere da una forte collaborazione fra le parti. www.marcellosantopietro.135.it << >> La formazione per acquisire responsabilità sul lavoro SAPERE (conoscenza) Abbattimento del Rischio residuo SAPERE FARE (addestramento) adozione da parte dei lavoratori di atteggiamenti e comportamenti sicuri SAPERE ESSERE (atteggiamento) SAPERE AGIRE (comportamento) Il lavoratore attento alla sua protezione, perché adeguatamente informato e formato sui rischi aziendali e professionali, è la migliore garanzia di sicurezza <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Nonostante l’utilizzo di contromisure adeguate il rischio non può essere eliminato del tutto I risultati prodotti dal processo di analisi dei rischi devono essere sintetici e facilmente accessibili Essenziali per una “ Comunicazione condivisa “ nel mettere in relazione le informazioni (o le classi di informazioni) e le risorse con il livello di rischio associabile ad esse. Necessarie per ottenere “ Comportamenti sicuri “ La sicurezza non è mai statica, perciò deve essere tenuta sotto controllo durante tutto il ciclo di vita del sistema, ne consegue che anche la relativa documentazione deve essere rivista periodicamente (cambiamenti nelle tecnologie, un incidente, ecc.). <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Negatività che condizionano i comportamenti in sicurezza Collusione Incomprensione Errori Abusi di potere delle istruzioni di valutazioni possono nascondere o insabbiare procedure Distrazione <<< Stanchezza: fisica, psicologica ambientale www.marcellosantopietro.135.it Negligenza raggirare procedure la cui efficacia dipende dalla separazione delle responsabilità Equilibrio tra Costi/Ricavi Investire in sicurezza è un beneficio << >> La comunicazione scadente porta all’insuccesso Carenza Difetti Inconsistenza Carenza nella regia di comunicazione degli obiettivi di progettualità Carenze di Difetti Incapacità di reagire integrità organizzativa nei controlli dei sistemi al cambiamento <<< www.marcellosantopietro.135.it Insuccesso << >> Ma tutto ciò sarà inutile se … È essenziale che “ il Soggetto ” capisca che : Deve saper scegliere i suoi collaboratori (professionisti – imprese – lavoratori) Deve saper controllare il loro operato Deve saper collaborare con loro nelle scelte Deve saperli assecondare nella “ gestione “ dei lavori È indispensabile che il Soggetto assuma un “ruolo” nella esecuzione dei lavori che non sia solo quello che “esegue” ma soprattutto che “partecipa ” <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Flusso comportamenti per nuovi lavoratori dati Datore lavoro informativi Servizio Prevenzione e Protezione Informazioni sull’attività lavorativa Informazione su rischi e formazione Servizio Personale scheda destinazione lavorativa Lista DPI Medico competente <<< Magazzino www.marcellosantopietro.135.it << >> Flusso comportamenti per ordini nuove tecnologie – materie prime Datore lavoro procedure Scambio informazioni Ufficio Amm.vo - tecnico Servizio Prevenzione e Protezione Valutazione rischi Eventuali prescrizionj Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo Magazzino e/o produzione Arrivo nuove merci e/o partenza muovo ciclo produttivo <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> L’effetto piramide della non NEGATIVITA’ Prevenzione Rischi : NECESSITA agire alla fonte Morte Infortuni in rendita Infortuni in temporanea Infortuni in franchigia Giorni perduti Incidenti sfiorati - Danni alle cose Sopravvenienze economiche passive Non bisogna punire la non-sicurezza ma necessita utilizzare un metodo basato sul “rinforzo del comportamento sicuro“, quindi trasmettere responsabilità e apprezzamenti per risultati raggiunti. Rischi Insicurezza – Comportamenti pericolosi <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Igiene – Sicurezza - Prevenzione 1 Inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza nell’ambiente di lavoro 2 Adottare comportamenti di prevenzione e sicurezza nell’attività lavorativa Il soggetto è in grado di: 3 Praticare procedure di emergenza 4 Collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza del luogo di lavoro <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Per inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza dell’ambito lavorativo Il soggetto ha bisogno di sapere come: 5 1 Riconoscere i rischi per la salute e la sicurezza connessi alle attività del settore e dell’impresa 2 Identificare le misure strutturali ed ergonomiche relative alla salute, all’igiene e sicurezza dei lavoratori nell’ambiente di lavoro 3 Rapportarsi alle figure preposte alla sicurezza secondo le specifiche funzioni da esse svolte 4 Interpretare e applicare norme e regolamenti che prescrivono i doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione Fornire e/o elaborare dati eventualmente richiesti in materia di sicurezza <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Per inserirsi nel sistema organizzativo della sicurezza dell’ambito lavorativo Descrivere e motivare le misure strutturali di sicurezza adottate nell’ambiente di lavoro, indicare le funzioni delle diverse figure aziendali preposte alla sicurezza e i doveri dei lavoratori in materia di sicurezza. deve: 1 Il soggetto Le principali misure strutturali adottate dall’azienda ai fini della sicurezza sono identificate ed sono correttamente collegate alla funzione specifica svolta in funzione della sicurezza dei lavoratori Tutte le figure preposte alla sicurezza sono identificate e sono descritte le loro principali funzioni 2 3 I principali doveri dei lavoratori sono identificati <<< www.marcellosantopietro.135.it << Per adottare comportamenti di prevenzione, sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa 1 Riconoscere i rischi, i pericoli e i danni connessi alle specifiche attività direttamente svolte 2 Interpretare i segnali di comunicazione in materia di sicurezza utilizzati negli ambienti di lavoro 3 Utilizzare adeguatamente le misure e i dispositivi di protezione individuali. Il soggetto ha bisogno di sapere come: 4 <<< Applicare le norme di sicurezza, le norme di buona tecnica e le misure antinquinamento nell’espletamento delle diverse fasi dell’attività lavorativa www.marcellosantopietro.135.it << >> Per adottare comportamenti di prevenzione, sicurezza e antinquinamento nell’attività lavorativa deve: Collegare comportamenti lavorativi preventivi definiti da norme tecniche e di buona prassi ai rischi e pericoli dell’attività lavorativa svolta Il soggetto 1 I principali rischi sono indicati I principali comportamenti preventivi e tutti i dispositivi di protezione sono indicati e sono identificate le loro funzioni 2 3 Le relazioni fra rischi e comportamenti preventivi sono coerenti <<< www.marcellosantopietro.135.it << Per praticare procedure di emergenza Applicare le procedure previste in caso di infortunio e incidente 1 Il soggetto ha bisogno di sapere come: 2 Realizzare interventi di primo soccorso 3 4 Applicare i comportamenti previsti nelle procedure di evacuazione <<< Applicare i comportamenti previsti nelle procedure antincendio www.marcellosantopietro.135.it << >> Per praticare procedure di emergenza Praticare/simulare correttamente procedure di emergenza (es. intervento di un primo deve: Il soggetto soccorso, procedura di evacuazione, antincendio, ecc.) Le procedure devono essere applicate in modo corretto e preciso in tutte le fasi Segnali antincendio <<< www.marcellosantopietro.135.it Segnali di esodo << Per collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro 1 2 Il soggetto ha bisogno di sapere come: <<< 3 Monitorare i fattori ambientali di rischio nel proprio ambito di lavoro e segnalare tempestivamente criticità e difettosità Monitorare i fattori individuali di rischio propri e dei collaboratori e segnalare tempestivamente criticità e situazioni problematiche Rilevare fabbisogni di informazione e formazione propri e dei collaboratori e collaborare ad azioni di sensibilizzazione alla sicurezza www.marcellosantopietro.135.it << >> Per collaborare al mantenimento delle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro Descrivere i rischi connessi ad un cattivo stato di manutenzione o mal funzionamento di macchine, strumenti o attrezzature di lavoro I principali casi di malfunzionamento degli strumenti comportanti pericolo per i lavoratori vengono correttamente indicati Il soggetto deve: Il collegamento fra i difetti di funzionamento e i rischi per i lavoratori è correttamente individuato <<< www.marcellosantopietro.135.it << La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Figure preposte alla sicurezza Il soggetto identificherà le figure del Servizio di Protezione e Prevenzione, il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza, i Responsabili delle procedure di evacuazione e antincendio, ecc. Conoscerà le specifiche funzioni e i nominativi, e selezionerà le ragioni per le quali si rivolgerà a ciascuno di essi. Rischi per la salute e sicurezza Il soggetto riconoscerà i rischi presenti nell’ambiente di lavoro (esposizione ad intemperie, polveri o fumi, temperature elevate, ecc.), i rischi derivanti dalle caratteristiche del proprio lavoro (movimentazione carichi, esposizione ad agenti biologici, chimici o fisici, ecc.) o derivanti dall’impiego delle attrezzature (videoterminali, ecc.) e individuerà i danni ad essi connessi. <<< << >> www.marcellosantopietro.135.it La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Misure strutturali ed ergonomiche Il soggetto identificherà e rispetterà le misure strutturali per la riduzione dei rischi alla fonte (ambienti separati per lavorazioni particolari, misure collettive di protezione, locali per il pronto soccorso, ecc.) e i principi ergonomici applicati nella concezione dei posti di lavoro (scelta delle apparecchiature, materiali, sedili e piani di lavoro, lay out del posto di lavoro, ecc.) e degli ambienti di lavoro (condizioni di temperatura, rumore, luminosità, ecc.) e nella definizione delle condizioni di lavoro e produzione (tempi, ritmi, esposizione a condizioni di rischio per la sapute, ecc.), anche per attenuare lavoro monotono e ripetitivo, evitare stress e affaticamento e prevenire malattie professionali. Riconoscerà e praticherà comportamenti previsti per la riduzione dell’impatto inquinante (l’abbattimento di fumi e rumori, lo smaltimento di scarti e residui, ecc.) <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione. Il soggetto mostrerà di conoscere e utilizzare le norme e i regolamenti in materia (sottoporsi a controlli sanitari previsti, partecipare alle iniziative di formazione per la sicurezza, segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, ecc.) Fornire e/o elaborare dati eventualmente richiesti Il soggetto realizzerà o raccoglierà la documentazione materiale per analisi statistiche, verifiche, controllo materiali, ecc. Segnali di comunicazione in materia di sicurezza Il soggetto dimostrerà di conoscere simboli, segnalazioni, allarmi, etichette e contrassegni, ecc. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Fattori ambientali di rischio Per monitorare i fattori ambientali di rischio, il soggetto dovrà attuare una serie di comportamenti tra i quali: controllare costantemente lo stato di funzionamento e manutenzione di macchinari, apparecchiature, utensili, attrezzature di lavoro, mezzi di trasporto, ecc. utilizzati, l’efficienza dei dispositivi di protezione e sicurezza, le condizioni di temperatura, umidità, illuminazione, ecc. Fattori individuali di rischio Per monitorare i fattori individuali di rischio propri e dei collaboratori il soggetto dovrà controllare il mantenimento dei requisiti di idoneità fisica, abbigliamento, adozione di comportamenti lavorativi sicuri, rispetto delle norme tecniche, utilizzo dei dispositivi di protezione, ecc. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Norme di buona tecnica Per buona parte i comportamenti lavorativi che seguono correttamente le regole tecniche (nell’utilizzo di macchine, rispetto dei tempi, utilizzo degli strumenti di protezione, ecc.) coincidono con la misure di safety (limitazione del rischio) e security (protezione). Il soggetto saprà che lavorare bene significa dunque anche lavorare in sicurezza. Interpreterà i comportamenti lavorativi di qualità anche in funzione della sicurezza per sé e per gli altri. Dispositivi di protezione individuale Il soggetto dovrà conoscere gli strumenti di protezione individuale necessari nel proprio lavoro e il loro corretto impiego (strumenti per la protezione del capo, dell’udito, occhi e viso, epidermide, vie respiratorie, del tronco, di mani e braccia, di piedi e gambe, di protezione anticaduta, ecc.) <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> La conoscenza come positività nei comportamenti Riferimento D. Lgs. n. 626.94 Fabbisogni di informazione e formazione Il soggetto deve sapere che si sottoporrà alle iniziative di formazione organizzate dal datore di lavoro. Egli stesso, nella misura in cui coordinerà il lavoro di altri, favorirà la sensibilità alla sicurezza, individuerà eventuali carenze di informazione e fornirà direttamente ai collaboratori l’informazione necessaria o segnalerà il fabbisogno alla figura responsabile. Doveri generali e specifici dei lavoratori in materia di sicurezza e prevenzione Il LAVORATORE mostrerà di conoscere e utilizzare le norme e i regolamenti in materia (sottoporsi a controlli sanitari previsti, partecipare alle iniziative di formazione per la sicurezza, segnalare le deficienze dei mezzi e dei dispositivi, ecc.) <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> “ Le nuove Figure ” della Prevenzione Responsabilità Operative: Datore di Lavoro - imprenditore ed organizzatore Dirigente - organizza il lavoro di altre persone Preposto - vigila e sorveglia la corretta esecuzione dei lavori in sicurezza Lavoratore - esegue correttamente Responsabilità Consultive: Servizio Prevenzione e Protezione (ausilio tecnico) La Riunione periodica di Prevenzione e Protezione dai rischi Medico Competente (ausilio medico) Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (ausilio consultivo) <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4 Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto Datore di lavoro È il responsabile della sicurezza in azienda Valuta i rischi presenti in azienda e mette in atto le misure di prevenzione Elabora un documento specifico da conservare in azienda attestante la valutazione dei rischi e l’adempimento degli obblighi (per aziende fino a dieci dipendenti è sufficiente allo scopo una autocertificazione) Nomina i componenti del Servizio di Prevenzione e Protezione, il Responsabile dello stesso ed il Medico competente Designa i responsabili delle emergenze e della prevenzione incendi Attua un programma di informazione e formazione nei confronti dei dipendenti riguardo ai fattori di rischio ed alle misure di sicurezza messe in atto <<< www.marcellosantopietro.135.it << D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4 - Obblighi del dirigente Il termine ”Dirigente” in materia di sicurezza non sta ad indicare una qualifica formale, ma una FUNZIONE: sostituire il datore di lavoro in settori di attività nei limiti in cui il datore non può provvedere direttamente, e sempre che sia messo in condizione di agire in piena autonomia, cioè con il trasferimento dei poteri necessari per operare. Nelle pubbliche amministrazioni per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale nei soli casi in cui quest’ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale … … Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del d. lgs. n. 29.1993, per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale (d.lgs. m. 626.94 – art. 2-b) <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< >> D. Lgs. n. 626.94 - Art. 4 - Obblighi del dirigente “ responsabilità oggettive” I Direttori, poiché sono responsabili della gestione delle strutture, dovranno adeguare le strutture stesse alle nuove norme in materia di sicurezza, eventualmente delegando parte delle loro attribuzioni a dirigenti e preposti; pertanto, essendo loro attribuite responsabilità gestionali ai sensi del D. Lgs. n. 626/94, possono ritenersi destinatari delle norme di cui al decreto riguardanti i datori di lavoro. Nel settore pubblico il datore di lavoro (cioè quel dirigente fornito dei poteri di gestione) intanto potrà essere considerato responsabile da parte del magistrato o dell’organo di vigilanza in quanto abbia omesso di esercitare il potere di gestione oppure lo abbia male esercitato. Nel pubblico, i poteri di gestione spettanti al datore di lavoro sono per forza di cose esercitabili all’interno dei limiti delle risorse messe a disposizione di questo dirigente designato come datore di lavoro. “ CHI DIRIGE IL LAVORO ALTRUI DEVE FARSI CARICO ANCHE DELLA SUA INCOLUMITA’ “ <<< <<< << Il Preposto D.P.R. n. 547, 27 Aprile 1955: “ Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro“ art. 4 - I datori di lavoro, i dirigenti ed i preposti che eserciscono, dirigono o sovraintendono alle attività indicate all'art. 1, devono, nell'ambito delle rispettive attribuzioni e competenze: …. La Legislazione non dà una definizione del Preposto ma affianca ripetutamente a tale figura il verbo ”sovrintendere”, come riepilogativo della totalità dei suoi obblighi istituzionali. (figure “classiche” di preposto: caporeparto, capo officina, capo servizio, capo-ufficio, etc.) Nei casi in cui risulta arduo distinguere tra il Preposto ed il Dirigente (distinzione necessaria per individuare correttamente le rispettive responsabilità penali)bisogna rifarsi ad indici quali la professionalità dei soggetti, gli effettivi compiti svolti, l’esame dell’organizzazione del lavoro e della prassi e delle consuetudini seguite. Se il Preposto viene incaricato di controllare l’esistenza dei necessari dispositivi di sicurezza, deve ricevere anche i poteri per intervenire: in tal caso è un dirigente di fatto, anche se ha la qualifica di caposquadra. <<< << D. Lgs. n. 626.94 - Art. 5 - Obblighi dei lavoratori Lavoratore Osserva tutte le misure di sicurezza disposte dal datore di lavoro senza apportare modifiche ai dispositivi e alle protezioni Si sottopone ai controlli sanitari eventualmente previsti dopo che il datore di lavoro ha eseguito la valutazione dei rischi Partecipa alla nomina del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) Partecipa ai programmi di informazione e formazione sui rischi e sulle misure preventive <<< www.marcellosantopietro.135.it << D. Lgs. n. 626.94 - Art. 8- Servizio di prevenzione e protezione Art. 9 - Compiti del servizio di prevenzione e protezione Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) Il responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere individuato dal datore di lavoro tra persone con attitudini e capacità adeguate al ruolo Deve essere in possesso di formazione specifica I compiti di responsabile del servizio possono essere svolti direttamente dal datore di lavoro nelle aziende con meno di 30 addetti, previo opportuno corso di formazione Collabora alla valutazione del rischio ed identifica le misure preventive per la sicurezza Elabora le procedure di sicurezza e di emergenza per le varie attività dell’azienda Propone i programmi di informazione e formazione dei lavoratori <<< www.marcellosantopietro.135.it << D. Lgs. n. 626.94 - Art. 17 - Il medico competente Medico Competente Viene nominato dal datore di lavoro qualora dalla valutazione dei rischi emerga la necessità di attivare una sorveglianza sanitaria per rischi alla salute Collabora alla valutazione del rischio ed identifica le misure preventive per la salute Collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione per attuare le misure di tutela della salute e dell’integrità psico-fisica dei lavoratori Effettua le visite preventive e periodiche - Informa i lavoratori del significato e dell’esito degli accertamenti sanitari eseguiti - Comunica al datore di lavoro in forma anonima i risultati della sorveglianza sanitaria - Segnala i casi di sospetta o certa malattia occupazionale Prescrive ai lavoratori gli accertamenti previsti dal protocollo sanitario redatto in base alla valutazione dei rischi - Instaura e cura l’eventuale registro degli esposti <<< www.marcellosantopietro.135.it << D. Lgs. n. 626.94 - Art. 18 - Rappresentante per la sicurezza Art. 19 - Attribuzioni del rappresentante per la sicurezza Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza (RLS) Viene eletto dai lavoratori ed è il collegamento tra i lavoratori e tutti gli altri soggetti coinvolti nel sistema della prevenzione aziendale Deve ricevere dal datore di lavoro una formazione adeguata ed assumere tutte le informazioni inerenti la tutela della salute e sicurezza Accede ai luoghi di lavoro per gli aspetti connessi alla sicurezza e alla salute È consultato preventivamente per la valutazione dei rischi, l’individuazione, la programmazione, la realizzazione e la verifica degli interventi di prevenzione <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< >> CHI E’? IL R.L.S. Persona o persone elette o designate, in tutte le aziende o unità produttive, per rappresentare i lavoratori relativamente agli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro N° dipendenti R.S.L. - modalità di elezione e numero n < 15 eletto all’interno direttamente dai lavoratori individuato per più aziende nell’ambito territoriale o del comparto n > 15 • eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda • eletto o designato dai lavoratori all’interno, in assenza delle rappresentanze sindacali n < 200 1 201 < n < 1000 3 n > 1000 6 <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << D. Lgs. n. 626.94 Art. 11 Riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi Viene indetta dal Datore di Lavoro, almeno una volta l’anno, nelle aziende unità produttive con più di 15 dipendenti, nonché in occasione di significative variazioni del ciclo produttivo e delle condizioni di esposizione. Vi partecipano: • il datore di lavoro, • il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, • il medico competente, • il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Vengono esaminati: • la valutazione dei rischi, • i programmi di prevenzione e protezione, • l’idoneità dei mezzi di protezione, • i programmi di formazione e informazione dei lavoratori. Viene steso un verbale tenuto a disposizione dei partecipanti per consultazioni. Nelle aziende che occupano fino a 15 dipendenti, in occasione di significative variazioni del ciclo produttivo e delle condizioni di esposizione, il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza può chiedere la convocazione di una apposita riunione. <<< www.marcellosantopietro.135.it << Indice del rischio Incidente: Evento dovuto a causa fortuita che ha potenzialità di condurre ad un infortunio o di provocare danni alle cose. Rischio: Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione; dimensioni possibili del danno stesso (orientamenti CEE). Combinazione di probabilità e di gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa (Norma UNI EN 292/1991). Scala delle probabilità P Il rischio in funzione della probabilità che si manifesti con possibile danno lesivo viene valutato con una scala di valori/significati Rischio R=PxD Scala dell’entità del danno D <<< www.marcellosantopietro.135.it Improbabile - Possibile Probabile - Molto probabile Gradualità numerica Trascurabile Medio Alto Molto alto Lieve - Modesta Grave - Gravissima << >> Rischio Tecnologico Rischi Specifici Legati a fattori chimici e fisici che per loro natura possono danneggiare in tempi brevi o lunghi persone, cose ed ambiente. Eventi continui e molto frequenti con danni modesti. Rischi Convenzionali Legati all’attività di lavoro, agli apparecchi, agli impianti presenti in tutti i settori industriali (si tratta prevalentemente di problemi di infortunistica). Eventi abbastanza frequenti con danni di media intensità che interessano una o più persone. Rischi Potenziali di incidenti rilevanti Derivanti da eventi anomali capaci di provocare incendi, esplosioni, rilasci di prodotti tossici dentro e fuori lo stabilimento. Frequenza molto bassa, danni gravissimi. <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Analisi del Rischio Processo di identificazione degli elementi che possono portare al rischio di incidente (Top Event). Valutazione del Rischio Sintesi degli elementi che caratterizzano il rischio e relative conseguenze. Più in generale una indicazione, qualitativa o quantitativa, delle possibilità di danno che un sistema tecnico può causare. Affidabilità Attitudine di un oggetto (componente , sistema, servizio) ad adempiere alle sue funzioni specifiche, quando utilizzato nelle sue condizioni prefissate, ogni volta che ne è richiesto e per la durata desiderata Guasto Conclusione del periodi di regolare funzionamento per effetto di un fenomeno chimico - fisico prodottosi in una o più parti di un dispositivo che determina una o più variazioni delle prestazioni nominali tali da rendere il dispositivo stesso inaccettabile all’uso che se ne deve fare <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Gestione del rischio Insieme delle azioni che devono, essere messe in atto per cercare di attenuare il rischio. La ricerca di condizioni di minor rischio ® (con maggior grado di sicurezza) comporta interventi mirati a diminuire l’entità della conseguenza “ protezione “ o la frequenza degli eventi pericolosi “ prevenzione “ o di entrambe F r e q u e n z a Protezione r1 Prevenzione r2 r3 Gestione dell’emergenza Insieme delle azioni da mettere in atto per cercare di attenuare le conseguenze di un incidente rilevante <<< Emergenza interna Piano di emergenza interno “ Gestore Stabilimento “ Emergenza esterna Piano di emergenza esterno “ Prefettura – Sindaco “ www.marcellosantopietro.135.it << >> Valutazione del Rischio Risk Analysis a) acquisizione dati e studio dell'impianto b) individuazione dei rischi potenziali e quindi delle unità interessate e delle sostanze pericolose c) identificazione degli eventi primari e delle sequenze che possono portare all'incidente d) valutazione della probabilità del manifestarsi dell'incidente f) valutazione delle conseguenze g) valutazione quantitativa del rischio h) analisi e presentazione dei risultati Risk Assessment <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Risk Analysis Documentazione necessaria Planimetria dell'installazione con l'indicazione della posizione degli impianti, dei depositi, degli uffici e di tutti gli altri elementi fisici che compongono l'installazione stessa Planimetria dell'area circostante lo stabilimento con l'indicazione del sistema viario, della destinazione d'uso delle aree limitrofe, della ubicazione dei centri abitati,della localizzazione di siti vulnerabili quali scuole, ospedali, case di riposo, e di tutti gli altri elementi atti a mostrare come l'installazione si inserisce nel contesto territoriale Descrizione dello scenario ambientale meteorologico e delle perturbazioni geofisiche, meteomarine,… <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< >> Risk Analysis - Documentazione necessaria Descrizione dettagliata dell'installazione nei suoi aspetti impiantistici e processuali, comprendente: descrizione contenente la natura e la quantità dei beni prodotti, i processi e le apparecchiature impiegate, le condizioni fisiche di operazione, le modalità di stoccaggio, la natura e la quantità dei consumi e delle emissioni nell'ambiente; schema a blocchi, per ogni impianto di produzione all'interno dello stabilimento, le funzioni fondamentali dello schema produttivo e le loro interconnessioni logiche; schema di processo quantificato, che è la rappresentazione grafica simbolica dei depositi, dei macchinari, delle tubazioni e condotte di interconnessione con i relativi organi di sezionamento e la strumentazione di controllo e sicurezza; bilancio di materia ed energia che riporti la contabilità dei materiali in ingresso ed in uscita e della energia consumata e prodotta nella installazione. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << >> Rappresentazione del rischio Rischio Locale e Rischio Individuale espressi dal valore della frequenza con cui, in un certo punto di un'area geografica, si può verificare il danno di riferimento, ovvero la morte di un individuo Rischio individuale Rischio locale si riferisce ad un individuo presente in modo permanente in un determinato punto e privato delle possibilità di fuga o di protezione nel punto considerato. tiene conto della probabilità che l'individuo si trovi realmente in quel punto, e della sua capacità di mettere in atto misure di protezione per la sua incolumità (rischio individuale è in ogni punto non superiore al rischio locale). La rappresentazione di questi due valori è fatta tracciando sulla mappa della zona delle curve a rischio costante dette curve di isorischio, oppure disegnando le superfici di rischio <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << Risk Assessment è un'analisi approfondita che individua analiticamente le aree e gli aspetti di maggiore criticità, le aree di vulnerabilità e di non conformità agli standard di sicurezza, analizzando l'adeguatezza del piano di sicurezza, consiste essenzialmente in due parti: Un piano d’azione Verifica e adattamenti Risk Assessment Circolo Deming “Miglioramento continuo” Cambiamenti sul lavoro Identificare i pericoli e associarli ai relativi rischi al fine di preparare una serie di provvedimenti (piano d'azione) che dovrebbero ridurre i rischi e ogni effettivo dannoso. Un ciclo di miglioramento Migliorare salute e sicurezza Le condizioni di un sistema cambiano continuamente e perciò il risk assessment è un processo di continuo monitoraggio e ottimizzazione. Questo processo assicura che i livelli di salute e sicurezza siano mantenuti elevati. Prevenire attivamente i problemi di salute e gli incidenti fa parte del buon management <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< >> Elementi del processo Risk Assessment 1 Identificazione del pericolo Controllo del rischio 5 2 Percezione del rischio Processo di gestione del rischio 6 3 Rischio Comunicazione del rischio 7 4 Valutazione del rischio Analisi rischi/benefici o costi/benefici 8 Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio Le problematiche che scaturiscono da un basso livello di controllo oltre a far soffrire le vittime e le loro famiglie, producono un serie di costi aggiuntivi non sottovalutabili, sia diretti e immediati che indiretti (quelli di maggiore entità). <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << Risk Assessment Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio. Identificazione del pericolo - Riconoscimento dell'esistenza di un pericolo e definizione delle sue caratteristiche. Percezione del rischio - Consapevolezza che si sta verificando un effetto negativo per influenza di fattori esterni. Rischio - Misura della probabilità e della gravità di un effetto negativo per la salute, la proprietà, l'ambiente. Valutazione del rischio - Fase del processo di gestione del rischio in cui entrano in gioco valori e giudizi, per cui si devono prendere in considerazione l'importanza relativa di più rischi presenti contemporaneamente e le conseguenze correlate alle azioni adottate, comprese l'accettazione di un rischio e l'analisi di opinioni. Controllo del rischio - L'applicazione del processo decisionale per la gestione del rischio al fine di ridurlo o eliminarlo. Tale processo si avvale di strumenti come il “ risk assessment “ e comprende l'implementazione di misure, la verifica dell'applicazione e la misura dell'efficacia. <<< www.marcellosantopietro.135.it << Risk Assessment Processo congiunto di stima e di valutazione del rischio. Processo di gestione del rischio - L'intero processo di identificazione del fattore di rischio, stima del rischio, valutazione del rischio e controllo del rischio. Comunicazione del rischio - Scambiare o fornire informazioni al fine di informare, persuadere o mettere in guardia qualcuno su rischi per la salute. Si tratta della trasmissione di informazioni tra parti interessate circa i livelli di rischio per la salute, il significato di tali rischi, le decisioni, le azioni o le politiche per la loro gestione o controllo. Parti interessate sono enti o amministrazioni pubbliche, politici, imprese e gruppi industriali, sindacati, mezzi di comunicazione di massa, studiosi, associazioni professionali, gruppi di interesse pubblico e singoli cittadini. Analisi rischi/benefici o costi/benefici - Confronto tra le probabili conseguenze negative derivanti dalla accettazione di un certo livello di rischio e i vantaggi, per singoli individui o per una comunità, di tipo sociale, economico, per la salute o di altro genere che si ritiene ne derivino. Tali benefici possono essere espressi sia in termini quantitativi (monetari o di salute), sia in termini qualitativi (qualità di vita). Anche i rischi possono essere espressi in termini monetari e in questo caso il confronto viene definito come analisi costi/benefici. Questi tipi di confronti sono finalizzati all'adozione di decisioni. <<< << www.marcellosantopietro.135.it Classificazione e definizione dei rischi I Rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro, in conseguenza dello svolgimento delle attività lavorative, possono essere divisi in tre grandi categorie: a b c Rischi per la salute dovuti a: (rischi di natura infortunistica) Rischi per la salute dovuti a: (rischi di natura igienico ambientale) Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: (rischi di tipo trasversale) • • • • • strutture macchine impianti elettrici sostanze pericolose incendio-esplosioni • agenti chimici • agenti fisici • agenti biologici • • • • organizzazione del lavoro attori psicologici fattori ergonomici condizioni lavori difficili Criteri procedurali per la valutazione del rischio <<< www.marcellosantopietro.135.it << A – Rischi per la sicurezza I Rischi per la Sicurezza, o Rischi di natura infortunistica, sono quelli responsabili del potenziale verificarsi di incidenti o infortuni, ovvero di danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) subite dalle persone addette alle varie attività lavorative, in conseguenza di un impatto fisico-traumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, etc.). Le cause di tali rischi sono da ricercare almeno nella maggioranza dei casi, in un Non idoneo assetto delle caratteristiche di sicurezza inerenti: l’ambiente di lavoro; le macchine e/o le apparecchiature utilizzate; l’organizzazione del lavoro, le modalità operative; etc. Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o protezione nei confronti di tali tipi di rischi deve mirare alla ricerca di un “ Idoneo equilibrio bio-meccanico tra UOMO e STRUTTURA, MACCHINA, IMPIANTO ” sulla base dei più moderni concetti ergonomici. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< A1 – Rischi per la sicurezza Rischi da carenze strutturali dell’Ambiente di Lavoro relativamente a: • • • • • • • • • • • • Esempi di rischi: Altezze: < 3,00 m. - Corridoi: ingombri da ostacoli fissi o mobili Pavimenti: sconnessi – scale: senza protezioni <<< Altezza dell’ambiente Superficie dell’ambiente Volume dell’ambiente Illuminazione (normale e in emergenza) Pavimenti (lisci o sconnessi) Pareti (semplici o attrezzate: scaffalatura, apparecchiatura) Solai (tenuta) Soppalchi (destinazione, praticabilità, tenuta, portata) Botole (visibili e con chiusura a sicurezza) Uscite (in numero sufficiente in funzione del personale) Porte (in numero sufficiente in funzione del personale) Locali sotterranei (dimensioni, ricambi d’aria) www.marcellosantopietro.135.it <<< A2 – Rischi per la sicurezza Rischi da carenze di sicurezza su Macchine e Apparecchiature relativamente a: • • • • • • • • • • Esempi di rischi: <<< Protezione degli organi di avviamento Protezione degli organi di trasmissione Protezione degli organi di lavoro Protezione degli organi di comando Macchine con marchio ‘CE’. Riferimento Direttiva Macchine (89/392 CEE emendata) Macchine prive di marchio ‘CE’. Riferimento al D.P.R. 547/55 Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento Protezione nell’uso di ascensori e montacarichi Protezione nell’uso di apparecchi a pressione (bombole e circuiti) Protezione nell’accesso a vasche, serbatoi, piscine e simili. Assenza di protezione su organi in movimento o parti elettriche www.marcellosantopietro.135.it <<< A3 – A4 - Rischi per la sicurezza A3 - Rischi da manipolazione di Sostanze pericolose: • • • • Esempi di rischi: Sostanze indicate come pericolose dai simboli dell’etichettatura e conservati in quantità superiori ad una confezione commerciale per ogni sostanza pericolosa usata. A4 - Rischi da carenza di Sicurezza Elettrica connessa a: • Idoneità del progetto • Idoneità d’uso • Impianti a sicurezza intrinseca in atmosfere a rischio di incendio e/o esplosione • Impianti speciali a caratteristiche di ridondanza. Sostanze infiammabili Sostanze corrosive Sostanze comburenti Sostanze esplosive. Possibilità di contatto con conduttori; presenza di impianti inidonei all’uso o Esempi di rischi: inidonei alle atmosfere presenti dell’ambiente (corrosive, infiammabili, esplosive). <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< A5 – Rischi per la sicurezza Rischi da Incendio e/o Esplosione per: Esempi di rischi: <<< • Presenza di materiali infiammabili d’uso • Presenza di armadi di conservazione (caratteristiche strutturali e di aerazione) • Presenza di depositi di materiali infiammabili (caratteristiche strutturali di ventilazione e di ricambi d’aria) • Carenza di sistemi antincendio • Carenza di segnaletica di sicurezza. Presenza di bombole di gas compressi, in assenza di bombolaio e/o sistemi a pressione o sotto vuoto www.marcellosantopietro.135.it <<< B – Rischi per la salute I Rischi per la salute, o Rischi igienico-ambientali, sono quelli responsabili della potenziale compromissione dell’equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazioni che comportano l’emissione nell’ambiente di fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente esposizione del personale addetto. Le cause di tali rischi sono da ricercare nella insorgenza di non idonee condizioni igienico-ambientali dovute alla presenza di fattori ambientali di rischio generati dalle lavorazioni, (caratteristiche del processo e/o delle apparecchiature) e da modalità operative. Lo studio delle cause e dei relativi interventi di prevenzione e/o di protezione nei confronti di tali tipi di rischio deve mirare alla ricerca di un "Idoneo equilibrio bio-ambientale tra UOMO E AMBIENTE DI LAVORO". <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< B1 - Rischi chimici Rischi di esposizione connessi con l’impiego di sostanze chimiche, tossiche o nocive in relazione a: • ingestione; • contatto cutaneo; • inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di: - polveri; - fumi; - nebbie; - gas; - vapori; Esempi di rischi: Il rischio da possibile esposizione a sostanze chimiche sussiste quando nell’ambiente si manipola o si lavorano sostanze che sono indicate nell’etichettatura come tossiche o nocive (vedi scheda allegata) in quantità d’uso e con modalità tali da favorire l’esposizione al contatto cutaneo o l’emissione in aria (polveri, fumi, nebbie, gas e vapori) con conseguente rischio di inalazione. Il rischio è funzione di vari parametri quali:quantità d’uso, scorta d’uso, depositi annessi all’ambiente di lavoro, carenze di informazione, carenze di formazione sulle modalità di impiego, carenze significati etichettatura, carenze significati schede di sicurezza. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< B2 – Agenti fisici • B 2-1 Rumore (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo Rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano: <<< operativo e di funzionamento) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro. • B 2-2 Vibrazioni (presenza di apparecchiatura e strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta. • B 2-3 Ultrasuoni • B 2-4 Radiazioni ionizzanti - Presenza di apparecchiature che impiegano radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, etc.: Sorgenti di Radio frequenze, Sorgenti di Microonde, Radiazioni Infrarosse, Radiazione Ottica (visibile), Radiazioni Ultraviolette), Luce Laser (visibile e ultravioletto). • B 2-5 Microclima - Carenze nella climatizzazione dell’ambiente per quanto attiene alla: Temperatura, Umidità relativa, Ventilazione, Calore radiante, Condizionamento. • B 2-6 Illuminazione - Carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro (in relazione alla tipologia della lavorazione fine, finissima, etc.). Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di videoterminali. Presenza di videoterminali,Posizionamento, Illuminotecnica, Postura, Microclima. www.marcellosantopietro.135.it <<< B3 – Agenti biologici • Emissione involontaria (impianto condizionamento, emissioni di Rischi connessi con l’esposizione (ingestione, contatto cutaneo, inalazione) a organismi e microrganismi patogeni o non, colture cellulari, endoparassiti umani, presenti nell’ambiente a seguito di emissione e/o trattamento e manipolazione. polveri organiche, etc.); • Emissione incontrollata (impianti di depurazione delle acque, manipolazione di materiali infetti in ambiente ospedaliero, impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti ospedalieri, etc.); • Trattamento o manipolazione volontaria, a seguito di impiego per ricerca sperimentale in ‘vitro’ o in ‘vivo’ o in sede di vera e propria attività produttiva (biotecnologie). • B 3-1 Sperimentazione “ in vitro “ - Impiego di microrganismi naturali e/o geneticamente modificati e conservazione delle colture: batteri e organismi simili, virus, rickettsie, alghe, funghi e miceti, protozoi. - Colture cellulari per sperimentazione e produzione - Campioni Biologici Infetti manipolazione - conservazione - DNA Ricombinante: DNA Clonato (clonaggio e impiego DNAclonato) per sperimentazione e produzione. • B 3-2 Sperimentazione “ in vivo “ - Impiego di agenti: infettanti infestanti <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< C – Rischi trasversali o organizzativi Tali rischi, sono individuabili all’interno della complessa articolazione che caratterizza il rapporto tra ‘l’ operatore’ e "l’organizzazione del lavoro" in cui è inserito. Il rapporto in parola è peraltro immerso in un "quadro" di compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico ed organizzativo. La coerenza di tale "quadro", pertanto può essere analizzata anche all’interno di possibili trasversalità tra rischi per la sicurezza e rischi per la salute. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< C1 organizzazione del lavoro - C2 attori psicologici C1 organizzazione del lavoro • • • • • • Processi di lavoro usuranti: per es. lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro notturno; pianificazione degli aspetti attinenti alla sicurezza e la salute: programmi di controllo e monitoraggio; manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza; procedure adeguate per far fronte agli incidenti e a situazioni di emergenza; movimentazione manuale dei carichi; lavoro ai VDT (es. DATA ENTRY). C2 attori psicologici • • • • <<< Intensità, monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro; carenze di contributo al processo decisionale e situazioni di conflittualità; complessità delle mansioni e carenza di controllo; reattività anomala a condizioni di emergenza. www.marcellosantopietro.135.it <<< C3 fattori ergonomici - C4 condizioni lavori difficili C3 fattori ergonomici • • • • Sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni; conoscenze e capacità del personale; norme di comportamento; soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in condizioni variabili; C4 condizioni lavori difficili • Lavoro con animali; • lavoro in atmosfere a pressione superiore o inferiore al normale; condizioni climatiche esasperate; • lavoro in acqua: in superficie (es. piattaforme) e in immersione. • conseguenze di variazioni ragionevolmente prevedibili dalle procedure di lavoro in condizioni di sicurezza; • ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro; • carenza di motivazione alle esigenze di sicurezza. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< Criteri procedurali per la valutazione del rischio fase linee guida I Identificazione delle Sorgenti di Rischio II Individuazione dei Rischi di Esposizione III ‘STIMA’ dei Rischi di Esposizione Protezioni Al termine di questa III FASE di "STIMA" del rischio di esposizione, sulla base dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA (Tecnica - Organizzativa - Procedurale), Riepilogo secondo le priorità indicate dall’art. 3 del D. L. gs. 626/94 e tali da non comportare rischi per la salute della popolazione o il deterioramento dell’ambiente esterno. <<< www.marcellosantopietro.135.it << Identificazione delle Sorgenti di Rischio Tale fase viene eseguita attraverso una breve, ma accurata descrizione del ciclo lavorativo che viene condotto nell’ambiente di lavoro preso in esame. A supporto della descrizione dell’attività lavorativa svolta, dovranno essere riportate: la finalità della lavorazione o dell’operazione, con la descrizione del processo tecnologico, delle macchine, impianti e apparecchiature utilizzate, delle sostanze impiegate e/o prodotte e di eventuali intermedi; nella descrizione del ciclo tecnologico delle lavorazioni, devono essere considerate le operazioni di pulizia, manutenzione, trattamento e smaltimento rifiuti ed eventuali lavorazioni concomitanti; la destinazione dell’ambiente di lavoro (reparto di lavoro, laboratorio, studio, etc.); le caratteristiche strutturali dell’ambiente di lavoro (superficie, volume, porte, finestre, rapporto tra superficie pavimento e superficie finestre, etc.); il numero degli operatori addetti alle lavorazioni e/o operazioni svolte in quell’ambiente di lavoro; le informazioni provenienti dalla sorveglianza sanitaria se presente; la presenza di movimentazione manuale dei carichi. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< La individuazione dei Rischi di Esposizione costituisce una operazione, generalmente non semplice, che deve portare a definire se la presenza di sorgenti di rischio e/o di pericolo, identificate nella fase precedente, possa comportare nello svolgimento della specifica attività un reale rischio di esposizione per quanto attiene la Sicurezza e la Salute del personale addetto. Al riguardo si dovranno esaminare: le modalità operative seguite nell’espletamento dell’attività (es. manuale, automatica, strumentale) ovvero dell’operazione (a ciclo chiuso, in modo segregato o comunque protetto); l’entità delle lavorazioni in funzione dei tempi impiegati e delle quantità di materiali utilizzati nell’arco della giornata lavorativa; l’organizzazione dell’attività: tempi di permanenza nell’ambiente di lavoro; contemporanea presenza di altre lavorazioni; la presenza di misure di sicurezza e/o di sistemi di prevenzione - protezione, previste per lo svolgimento delle lavorazioni. In conclusione si deve individuare ogni rischio di esposizione per il quale le modalità operative non ne consentano una gestione ‘controllata’: Rischi Residui. <<< <<< www.marcellosantopietro.135.it La “ STIMA “ dei Rischi di Esposizione ai fattori di pericolo residui ovvero ai rischi che permangono dall’esame delle fasi precedenti (Fase I, Fase II) può essere eseguita attraverso: una verifica del rispetto dell’applicazione delle norme di sicurezza alle macchine durante il loro funzionamento; una verifica dell’accettabilità delle condizioni di lavoro, in relazione ad esame oggettivo della entità dei Rischi e della durata delle lavorazioni, delle modalità operative svolte e di tutti i fattori che influenzano le modalità e l’entità dell’esposizione, in analogia con i dati di condizioni di esposizione similari riscontrati nello stesso settore operativo, in considerazione di consolidate esperienze. una verifica delle condizioni di sicurezza ed igiene anche mediante acquisizione di documentazioni e certificazioni esistenti agli atti dell’azienda; una vera e propria "misura" dei parametri di rischio (Fattori Ambientali di Rischio) che porti ad una loro quantificazione oggettiva ed alla conseguente valutazione attraverso il confronto con indici di riferimento (ad esempio: Indici di riferimento igienico-ambientale e norme di buona tecnica). Tale misura è indispensabile nei casi previsti dalle specifiche normative (es.: rumore, amianto, piombo, cancerogeni, radiazioni ionizzanti, agenti biologici, etc.). <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< A - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio A) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Chimico a. Interventi di protezione dell’ambiente • cappe aspiranti • ventilazione amb. (R/h) • aspirazioni localizzate • lavorazioni a ciclo chiuso • automazione - Robot • sistemi di allarme • corretto impiego di sistemi di produzione b. Interventi di protezione personal • guanti • maschere • cappe di aspirazione; • corretto impiego delle apparecchiature e strumentazioni di laboratorio; • propipette; • pipettatrici automatiche; • materiali a perdere; • disponibilità di recipienti per deposito provvisorio dei rifiuti; c. Misure di sicurezza e organizzazione del lavoro ▪ divieto di fumare; ▪ operazioni lontano da fiamme, da sorgenti di calore, da scintille; ▪ formazione - informazione; ▪ etichettatura; ▪ scheda di sicurezza; ▪ segnaletica di sicurezza; ▪ servizi di sicurezza (docce di emergenza, lavaocchi, note di intervento di primo soccorso per le sostanze adoperate) <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< >> B - Esempi di interventi di Prevenzione e Misure di Sicurezza in caso di rischio B) Interventi di prevenzione e misure di sicurezza in caso di Rischio Fisico a. Interventi di protezione dell’ambiente • controllo del microclima; • corretto funzionamento del sistema di condizionamento; • corretto funzionamento del sistema di insonorizzazione; • schermatura macchine; • controllo condizioni di emissione; • corretto funzionamento dell’avvisatore di miscele infiammabili (se necessario); • corretto funzionamento dell’impianto antincendio. b. Interventi di protezione personale • occhiali • schermi protettivi; • maschere per polveri; • cuffie insonorizzanti; • guanti; • caschi. <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << >> Comportamenti responsabili D. Lgs. 626.94 Art. 5 - 1. Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. La valutazione soggettiva del rischio Rischio oggettivo dipende da un insieme di fattori sociali, individuali e culturali, che insieme determinano quella che si chiama necessità di contestualità. Tutte le persone sono portate ad inscrivere il rischio all’interno della propria esperienza personale, annullandone così la sua dimensione oggettiva. La valutazione che il lavoratore fa della propria esperienza lavorativa determina un innalzamento del rischio, palesa sicurezza che in molti casi porta all’evento infortunio. - comportamento errato - è quanto viene razionalmente determinato dall’esame attento delle procedure di lavoro e dei materiali usati. Ciò significa che è tecnicamente possibile determinare tipologia e qualità del rischio e mettere a punto , quindi, azioni preventive possibili per ogni singola fase lavorativa. Il rischio oggettivo, dunque, deriva dallo studio attento delle operazioni lavorative e dalle variabili oggettivamente determinabili attraverso l’osservazione e il loro ordinamento. - comportamento corretto - <<< www.marcellosantopietro.135.it << >> Ponteggi metallici Accrescere la sicurezza nel comportamento Tutti gli elementi metallici che compongono il ponteggio devono portare impresso il marchio del fabbricante. Ancoraggio cavalletto Il ponteggio all’acquisto deve essere provvisto di autorizzazione all’impiego del Ministero del lavoro e di relazione tecnica Il ponteggio deve essere ancorato efficacemente alla costruzione in maniera conforme alle istruzioni fornite dal fabbricante. Il ponteggio viene assemblato a terra e poi ciascuna sezione viene posizionata con una gru sulle staffe. diagonale Ancoraggio corrente I ponteggi possono collassare o cadere provocando gravi lesioni ai lavoratori. Il ponteggio viene poi smontato allo stesso modo. corrente (volta testa) quando si smontano i ponteggi … Basetta <<< www.marcellosantopietro.135.it La buona tecnica … <<< << >> I comportamenti secondo la norma Sono al secondo piano, devo lavorare su un trabattello e quindi mi devo assicurare che le ruote siano bloccate saldamente. Quando le ruote sono saldamente bloccate e il trabattello è stabile, è più difficile scivolare e cadere in male modo. Le ruote del ponte in opera devono essere saldamente bloccate con cunei dalle due parti. I ponti su ruote devono essere ancorati alla costruzione almeno ogni due piani. La verticalità dei ponti su ruote deve essere controllata con livello o con pendolino. (art. 52 D.P.R. 164.56) Evitiamo di piangere quando il danno è stato già causato <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << >> Saper gestire le emergenze - comportamenti Comportamenti in sicurezza per ogni tipo di emergenza • vie di fuga appropriatamente segnalate, sgombre da ostacoli e con illuminazione di emergenza autonoma • gli estintori e gli interruttori di emergenza devono essere facilmente raggiungibili e segnalati in modo idoneo. • punti di soccorso medico dotati di attrezzature minime di pronto soccorso. • esercitazioni periodiche che devono riguardare l'utilizzo dei mezzi di emergenza e l’evacuazione dei locali. Le modalità di gestione delle emergenze devono prevedere il mantenimento del controllo delle protezioni di Sicurezza <<< www.marcellosantopietro.135.it <<< << fasi <<< www.marcellosantopietro.135.it <<<