Ecco il mio percorso di ri-avvicinamento
alla geometria.
Esso consta soprattutto di ricordi,
partendo dalla scuola dell’infanzia,
passando alle scuole elementari, medie,
superiori, università e infine il mio
percorso da insegnante di matematica in
questi anni di supplenza alla scuola
primaria
La
scuola
dell’infanzia
è
il
luogo
privilegiato in cui si impara facendo,
manipolando, giocando ed è proprio qui
che mi ricordo di aver utilizzato:
• Costruzioni lego
• Blocchi logici di varie forme e colori
• Casette in cui inserire solidi geometrici
facendoli passare dall’apposito buco
• Puzzle
• Disegni da colorare, ritagliare, incollare
in cui classificare per colore e forma
Alle scuole elementari, non ero tanto brava in
matematica e geometria, non ricordavo mai le
aree e i perimetri, scambiavo le formule e facevo
confusione, ma la maestra mi diceva che ero
molto precisa e ordinata, difatti amavo fare
stupende cornicette per separare i lavori della
giornata, lavori di precisione e attenzione
Amavo usare riga, compasso e carta
millimetrata
Nei problemi ciò che mi riusciva meglio era il
disegno, non sempre applicavo le formule in
modo corretto, ma capivo subito il problema
dopo che me lo avevano spiegato.
Alle scuole medie mi piaceva la geometria
solida, programma se non sbaglio del
terzo anno, ma soprattutto il disegno
tecnico
Per quanto riguarda le scuole superiori ,
ho frequentato l’Istituto Magistrale
«G.M. Colombini» di Piacenza, scuola
dove prevalgono gli insegnamenti
umanistici .
Ho cambiato insegnante di matematica
ogni anno e, non ricordo molto di quel
periodo ,tranne la sufficienza
stiracchiata in matematica sulla pagella
Nella prima laurea, Scienze
dell’Educazione, conseguita presso
l’università Cattolica del Sacro Cuore di
Piacenza la geometria non è stata per
niente oggetto dei miei studi, che invece
riguardavano le materie umanistiche
Nella mia esperienza di insegnante di
scuola elementare ho capito
l’importanza di coinvolgere gli alunni
nell’attività, e farlo in modo pratico:
misurare, manipolare,
colorare, ritagliare e questo a maggior ragione in
una disciplina come la geometria, dove non
bisogna esporre i concetti in modo astratto ma
farlo in modo pratico per poi arrivare alla teoria
Quest’anno ho insegnato matematica in una quinta
elementare e non mi vergogno a dire che alcuni
argomenti li ho dovuti ristudiare perché non li
ricordavo e probabilmente non li avevo capiti
nemmeno quando me li avevano spiegati ai
tempi in cui ero io l’alunna!!!!
Ad esempio le dimostrazioni dell’area del rombo
oppure quella dell’apotema
Visto il mio trascorso con la geometria…
Non avrei mai pensato di diventare
insegnante di matematica… ma …
Vedere che i miei alunni hanno capito le
mie spiegazioni è stata davvero una
soddisfazione e mi ha fatto scoprire che
il mio rapporto con la geometria non è
poi così terribile.
Infondo, ogni cosa che ci
circonda, ha una sua forma,
quindi la geometria non può
non far parte del quotidiano
Scarica

Io e la geometria