IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE IL DOVERE DI INFORMARE Osservatorio medico-legale UNA ESPERIENZA CONCRETA: IL DATA-BASE DI UN CONSORZIO DI OSPEDALI CITTADINI Sono stati classificati tutti i sinistri riconducibili a responsabilità professionale segnalati all’Ufficio Affari Legali dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2003 con lo scopo di: 1. presentare l’effettivo stato di sinistrosità dell’Azienda al mercato assicurativo 2. contribuire ad analizzare e monitorare le condizioni di sicurezza del paziente al suo interno IMPARARE DAGLI ERRORI • L’osservatorio della Medicina assicurativa ha una debolezza intrinseca: è capace di cogliere solo quegli “errori” che stanno alla base delle denunce dei pazienti, quindi solo, da un lato, gli “errori” meno facilmente mascherabili, e, dall’altro, quelle che sono, in realtà, più propriamente le “insoddisfazioni” dei pazienti. CIO’ NONOSTANTE … • … la valorizzazione di questi reclami, in un’ottica di customer satisfaction (appunto la percezione che ha un utente della qualità della prestazione ricevuta), è senz’altro utile perché può produrre riflessioni di un certo interesse. Complicanze chirurgiche o delle procedure invasive Ritardo di diagnosi o di trattamento Mancata o insufficiente informazione al paziente Infezione Caduta del paziente Reazione avversa ad un farmaco Aborto Complicanze dell'anestesia Errore di indicazione, prescrizione e/o somministrazione farmacologica Guasto o malfunzionamento o errore d'uso delle apparecchiature Intervento chirurgico su una parte corporea sbagliata o un paziente sbagliato Altro N.B. 80 68 12 9 7 5 4 1 1 1 1 14 39,4% 33,5% 5,9% 4,4% 3,4% 2,5% 2,0% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 6,9% eventi così come denunciati dai pazienti, indipendentemente dalla fondatezza della denuncia e dall’esito successivo del contenzioso LA FONTE PRINCIPALE DI CONTENZIOSO UNA CATTIVA COMUNICAZIONE • Se la mancata o insufficiente informazione al paziente viene lamentata espressamente solo nel 5,9 % dei casi, circa la metà dei reclami relativi alle prime due voci del data-base (complessivo 64,4% dei sinistri) è leggibile come problema di comunicazione con il paziente. COMPLICANZE CHIRURGICHE O DELLE PROCEDURE INVASIVE • Non solo casi di errata esecuzione materiale di terapia chirurgica o della procedura invasiva o errori nel trattamento postchirurgico che delineano un comportamento censurabile da parte degli operatori, ma tutti i “cattivi risultati”, quali ne siano le ragioni, comprese le complicanze inevitabili. RITARDO DI DIAGNOSI O TRATTAMENTO • Non solo i casi caratterizzati da carenze relative al momento diagnostico o da (eventualmente conseguente) errore terapeutico, ma anche quelli inerenti ad inevitabili evoluzioni della primitiva condizione patologica del paziente. R. Smith, “The NHS: possibilities for the endgame”, BMJ, 318, 1999 All’opinione pubblica va detto finalmente che: • la morte è inevitabile • la maggior parte delle malattie gravi non può essere guarita • gli antibiotici non servono per curare l’influenza • le protesi artificiali ogni tanto si rompono • gli ospedali sono luoghi pericolosi • ogni farmaco ha anche effetti collaterali • gli screening producono anche risultati falsi-negativi e falsi-positivi CDM 1998 Art. 30 Informazione al cittadino Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate… CDM - art. 30 Versione 1998 • Il Medico … nell’informare il cittadino dovrà tenere conto delle sue capacità di comprensione, al fine di promuoverne la massima adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche. Nuova formulazione • Il Medico … dovrà comunicare con il soggetto, al fine di promuoverne la massima partecipazione alle scelte decisionali e l’adesione alle proposte diagnostico-terapeutiche I DATI DELLA REALTA’ • 18 secondi: è il tempo che l’individuo ha a disposizione per parlare prima di essere interrotto dal Medico. • Solo il 23 % dei pazienti riesce a esprimere tutti i problemi con un racconto continuo. Dipartimento per la Salute e i servizi umani del governo americano, 2001 Tra le pratiche che accrescono la sicurezza del paziente sono indicate le procedure per acquisire il consenso. La pratica proposta come di provata efficacia consiste nel “chiedere ai pazienti di ricordare e di riformulare ciò che è stato detto loro durante il processo dell’informazione”. I FAMILIARI “Nella pratica professionale si instaura spesso, in casi che non riguardino modeste patologie, una vera e propria dinamica di gruppo che non si basa su alcun diritto e potrebbe anzi essere considerata in contrasto con il vigente Codice Deontologico. Ma … nella maggior parte dei casi la pressione psicologica esercitata dall’ambiente familiare è di tale portata, e di tale legittimità morale, da non consentire facilmente al Medico di prescinderne. Anche perché il vero rischio, per lo stesso Medico, è proprio quello di entrare in conflitto con i congiunti del paziente …” (A. Fiori, Medicina legale della responsabilità medica, Giuffrè Editore, 1999) COSA SOGNANO I PESCI ROSSI Marco Venturino, Mondadori 2005 • Odio parlare ai parenti! Non sopporto il loro dolore, quella sofferenza smarrita che mi sbattono in faccia … Forse gli architetti che progettano i reparti di Terapia Intensiva hanno sentore di questo atteggiamento nei confronti dei parenti dei malati, quindi assai raramente prevedono un posto dove poterli sistemare per poterci parlare un po’ assieme. Nella maggioranza delle Terapie intensive, e quella in cui lavoro è fra queste, il colloquio con i parenti avviene nei corridoi o negli spogliatoi o comunque in siti frequentati dal solito via vai di persone che affollano questo luogo di cura. Per cui … CDM 1995 • Spetta ai responsabili delle strutture di ricovero o ambulatoriali stabilire le modalità organizzative per assicurare la corretta informazione dei pazienti in accordo e collaborazione con il Medico curante. D.M. 18 marzo 1998 Linee guida di riferimento per l’istituzione e il funzionamento dei comitati etici • FUNZIONI Il C.E. è chiamato a verificare … la qualità della comunicazione e dell’informazione. Il C.E. valuterà inoltre l’idoneità delle condizioni logistiche e del tempo riservati all’informazione. LA “CARTA DI FIRENZE” 31 marzo 2005 Il tempo dedicato all’informazione, alla comunicazione e alla relazione è tempo di cura. La formazione alla comunicazione e all’informazione deve essere inserita nell’educazione di base e permanente dei professionisti della Sanità. COMPLICANZE INEVITABILI OVVERO CATTIVE NOTIZIE • “Comunicare male una cattiva notizia produce nuove occasioni di sospetto e sfiducia … Si rende necessario un training etico-psicologico per acquisire competenze nella comunicazione col malato” (P. Cattorini, “A proposito di errori”, in Gestire il rischio clinico per prevenire i conflitti, I Quaderni di Janus, Zadigroma editore, 2004) QuickTime™ e un decompressore TIFF (LZW ) sono necessari per visualizzare quest'immagine. La malattia vista dal medico e la malattia vista dal malato. E se per una volta i due punti di osservazione coincidessero? QUANDO LA CATTIVA NOTIZIA E’ UN ERRORE • “Quando qualcosa va storto, è quasi impossibile per un Medico parlare sinceramente con il paziente dei suoi errori. I legali degli ospedali avvertono i dottori che non devono mai far capire di aver sbagliato, perché la loro confessione potrebbe finire in Tribunale e costituire una prova della loro colpevolezza. Al massimo un Medico può dire: <Mi dispiace che le cose non siano andate come speravamo>” SVELARE L’ERRORE? • Il Code of Medical Ethics dell’American Medical Association Council on Ethical and Judicial Affairs (2000) enfatizza la RESPONSABILITA’ in capo ai Medici di riconoscere con i pazienti i propri errori. • Recenti standard (Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organization, 2004) legano l’accreditamento degli ospedali alla comunicazione degli “eventi avversi”. Mazor, K. M. et. al. Ann Intern Med 2004;140:409-418 • Spiegare bene cosa sia accaduto, assumersi la responsabilità dei propri errori, chiedere scusa e rassicurare i pazienti che si lavorerà per evitare che errori simili si ripetano (“I am sorry that it happened. … We have a committee on patient safety here that looks at exactly this type of problem. The first order of business at the next meeting will be to work out a system so that this doesn’t happen again”) non garantisce dal contenzioso, ma può influire positivamente sull’evoluzione del rapporto medicopaziente e non sembra invece incrementare il numero delle denunce. E GLI INFERMIERI? • L’infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali, anche al fine di … consentire all’assistito di esprimere le proprie scelte. • L'infermiere, nell'aiutare e sostenere la persona nelle scelte terapeutiche, garantisce le informazioni relative al piano di assistenza ed adegua il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere. Si adopera affinché la persona disponga di informazioni globali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto alla scelta di non essere informato. (Codice deontologico, 1999) WHEN CONSENT ISN’T INFORMED ENOUGH AJN, April 2005, Vol. 105, n. 4 • Susan Shaw, ostetrica neoassunta al Lambeth Juncion Community Hospital, Ms Kane, gravida alla 37.ma settimana, e la dott.ssa Marla Sharpe. • Quale responsabilità in capo all’ostetrica? • Come avrebbe dovuto gestire la situazione? WHEN CONSENT ISN’T INFORMED ENOUGH AJN, April 2005, Vol. 105, n. 4 • Usare il tempo prima dell’arrivo del Medico per sondare l’effettivo livello di comprensione delle informazioni da parte della paziente • Chiamare il Medico prima del suo arrivo in reparto e informarlo che nel colloquio con la paziente era chiaramente emerso che la donna non aveva compreso che esisteva la possibilità di dover effettuare un taglio cesareo d’urgenza … “Potremmo fissarle un altro appuntamento?” • Confrontarsi con il suo supervisore o i colleghi, che conoscevano meglio il Medico. WHEN CONSENT ISN’T INFORMED ENOUGH AJN, April 2005, Vol. 105, n. 4 • Supponiamo che la dottoressa Sharpe fosse solita non informare adeguatamente le sue pazienti e questo nonostante le proteste del personale infermieristico. • Discutere il problema con il singolo Medico ed eventualmente con altri medici. • Se invece il problema è istituzionale, coinvolgere il Comitato per la qualità, eventualmente il Comitato etico o anche sollecitare l’intervento del Collegio per una presa di posizione ufficiale.