IL PERCORSO DEL PAZIENTE SOTTOPOSTO A
PROCEDURA DI EMODINAMICA
La preparazione, l’esecuzione e il decorso post-intervento
Gestione delle emergenze
durante le procedure:
complicanze e
pianificazione degli
interventi
07/11/2012
Ravenna
M. Margheri
U.O. Cardiologia; Ospedale S. Maria delle Croci Ravenna
Gestione delle emergenze!
•  Conoscenza delle possibili complicanze che si possono verificare
durante le procedure di emodinamica
•  Valutazione del rischio clinico del paziente, del tipo di procedura
effettuata e del tipo di lesione coronarica trattata
•  Conoscenza dei protocolli farmacologici e non di trattamento da
attuare nelle emergenze in sala di emodinamica (pianificazione
degli interventi)
•  Conoscenza dei devices e loro utilizzo nelle emergenze in sala di
emodinamica
Complicanze!
1.  Complicanze legate al sito di accesso
2.  Complicanze legate al cateterismo cardiaco
3.  Complicanze legate alla somministrazione del mezzo di
contrasto
4.  Complicanze legate alla procedura di trattamento (es.
angioplastica coronarica, angioplastica periferica,
valvuloplastica …)
5.  Complicanze legate alle terapie farmacologiche
Complicanze!
Complicanze legate al sito di accesso
Ematoma, pseudoaneurisma, fistola AV,
infezione, chiusura acuta o cronica del
vaso per trombosi o embolia.
Complicanze legate al mezzo di
contrasto
Reazioni allergiche, nefropatia da mdc
(dialisi).
Complicanze legate al cateterismo
cardiaco e/o alla procedura di
trattamento
Morte, stroke (emorragico o ischemico),
infarto miocardico, ischemia che
richiede CABG in emergenza, scompenso
cardiaco, aritmie, dissezione coronarica,
perforazione coronarica, perforazione
del ventricolo dx, tamponamento
cardiaco, dissezione dell’aorta
ascendente.
Complicanze legate alle terapie
farmacologiche
Reazioni allergiche, sanguinamento o
alterazioni dei parametri emocoagulativi, insufficienza renale,
resistenza.
Complicanze!
Rischi dell’esame coronarografico:
Tipo di complicanza
Percentuale
Mortalità
0,11%
Infarto miocardico
0,05%
Stroke (ischemico o emorragico)
0,07%
Aritmie
0,38%
Complicanze vascolari
0,43%
Reazioni al mezzo di contrasto
0,37%
Complicanze emodinamiche
0,26%
Perforazione delle camere cardiache
0,03%
Altre complicanze
0,28%
Totale delle complicanze maggiori
1,7%
ACC/AHA Guidelines for Coronary Angiography. 1999!
<0,1%
<0,2%
Complicanze!
Rischi dell’esame diagnostico e interventistico:
Tipo di complicanza
Mortalità
Percentuale
PCI
elettive
0,2-1,5%
<0,5%
Morte, infarto miocardico, aritmie, stroke
1-4%
Complicanze vascolari
< 1%
Reazioni allergiche gravi al mdc
Aritmie cardiache minacciose
0,15-0,7%
0,1%
Perforazione coronarica
0,01-0,1%
Dissezione coronarica
0,1-0,5%
<3%
Dimensione del problema !
nella nostra realtà!
Dati GISE 2011
relativi all’attività del laboratorio di emodinamica
dell’ospedale Santa Maria delle Croci - Ravenna
N°
Sedute effettuate
2259
Coronarografie
1997
Altri esami diagnostici
304
Angioplastiche totali
1483
Pazienti trattati con PCI
1174
Dimensione del problema !
nella nostra realtà!
N°
PTCA con impianto di stent
1287
PTCA primarie
291
PTCA multivaso
402
PTCA su TC
136
PTCA su CTO (disostruzioni)
108
PTCA con IABP
65
PTCA con rotablator
20
PTCA con sistemi di tromboaspirazione
167
Procedure con IVUS
87
Valvulopastiche aortiche/mitraliche
36/2
Chiusura di PFO
16
Trombectomia reolitica nell’EP
11
Dati GISE 2011 relativi all’attività del laboratorio di emodinamica dell’ospedale di Ravenna!
Dimensione del problema !
nella nostra realtà!
Complicanze in corso di CORONAROGRAFIA (2011)
Complicanze vascolari
%
0,3%
TIA/stroke
0%
Altro
0%
Complicanze in corso di VPLAo (2011)
%
Decesso ospedaliero
Complicanze vascolari
Emotrasfusioni
2,7%
0%
2,7%
TIA/ictus
0%
BAV totale
0%
Dimensione del problema !
nella nostra realtà!
Complicanze in corso di PTCA (2011)
%
Insuccesso
-  successo parziale o insuccesso in STEMI
-  successo parziale o insuccesso in CTO
2,3%
5,8%
20%
Decesso
-  intraprocedurale
-  intraospedaliero
-  in pazienti con STEMI
-  in pazienti con STEMI e shock
-  in pazienti con STEMI senza shock
-  in pazienti senza STEMI
1,4%
19%
81%
5,8%
47%
3,2%
0,3%
IMA Q e non-Q
1,7%
Complicanze vascolari
0,7%
TIA/stroke
0,2%
Re-PTCA urgente / CABG in emergenza
0,4% / 0%
Perforazione coronarica/pericardiocentesi
0,5%/57%
complessità
del paziente
Valutazione del rischio!
caratteristiche
cliniche del
paziente
aspetti
tecnicoprocedurali
complicanze come
conseguenza della
storia naturale
della malattia
Complicanze
procedurali
Valutazione del rischio!
Caratteristiche cliniche del paziente: predittori di complicanze maggiori
Predittore
OR (95% IC)
Paziente molto “fragile” con comorbilità severe
10,22 (3,7-27,7)
Shock cardiogeno
6,52 (4,1-10,1)
IMA (<24h)
4.03 (2,6-6,2)
Insufficienza renale
3,3 (2,3-4,5)
Cardiomiopatia
3,29 (2,2-4,8)
Valvulopatia aortica
2,72 (2-3,6)
Valvulopatia mitralica
2,33 (1,7-3)
Scompenso cardiaco congestizio
2,22 (1,7-2,9)
Ipertensione arteriosa
1,45 (1,2-1,7)
Angina instabile
1,4 (1,1-1,7)
Aadapted frpm CC/AHA Guidelines for Coronary Angiography. 1999!
Valutazione del rischio!
Caratteristiche cliniche del paziente: predittori di complicanze maggiori
Predittori di mortalità
Età avanzata, classe NYHA IV, malattia severa del tronco comune o malattia
multivasale, disfunzione sistolica ventricolare sinistra (FE <30%) e/o
scompenso cardiaco, insufficienza renale cronica, procedura in urgenza/
emergenza, sesso femminile.
Predittori di infarto miocardica periprocedurale
Malattia del tronco comune, sindrome coronarica acuta, diabete mellito
insulino-dipendente.
Predittori di complicanze neurologiche (TIA/stroke)
Aterosclerosi aortica severa, trattamento trombolitico pre-procedura,
somministrazione di elevati dosi di farmaci anticoagulanti/antiaggreganti.
Valutazione del rischio!
Tipo di procedura e aspetti tecnici
Predittori
Contesto clinico in cui viene eseguita la procedura (elettivo vs urgenza)
Tipo di procedura: coronarografia, angioplastica, valvuloplastica …
Tipo di accesso vascolare (femorale vs radiale, accessi vascolari multipli) e
dimensione del diametro degli introduttori
Tipo di lesione da trattare (instabile, TC, calcifica, biforcazione, CTO,
multivasale, graft venoso degenerato, malattia lunga >20 mm, tortuosità
eccessiva del segmento prossimale, segmento molto angolato >90°, mancata
protezione dei collaterali maggiori)
Device utilizzati (cateteri guida di diametro grande, fili guidi idrofilici e da
disostruzione, sistemi di tromboaspirazione, IVUS, rotablator …)
Esperienza dell’operatore, numero e tipo di procedure svolte dal centro
Pianificazione degli interventi!
Le complicanze intraprocedurali si possono evitare?
COMPLICANZE
INEVITABILI
•  prevederle
•  riconoscerle
•  agire tempestivamente secondo
protocolli definiti
COMPLICANZE
EVITABILI
•  adeguata preparazione del
paziente
•  “manovre” per evitare la
complicanze
•  agire tempestivamente secondo
protocolli definiti
Pianificazione degli interventi!
“Manovre” per evitare le complicanze: solo un atto medico?
Esempi
1.  PTCA sul TC:
•  assistenza meccanica (IABP, impella, VAD) ?
•  ottimizzazione dell’impianto con IVUS ?
•  scelta ragionata della tecnica di trattamento
della biforcazione ?
•  preparazione di alcune lesioni con aterectomia ?
2.  PTCA su graft:
•  pre-trattamento o trattamento con anti-IIb/
IIIa ?
•  aspirazione del trombo (AngioJet) ?
•  sistemi di protezione (prossimale e distale) ?
•  stent disegnati per i graft (stent ricoperto) ?
Pianificazione degli interventi!
Adeguata
preparazione del
paziente
Monitoraggio
continuo dei
parametri vitali
Anamnesi, terapia
farmacologica in
atto, indicazione e
tipo di procedura
Farmaci, pompe di
infusione, protocolli
di somministrazione
Device di supporto
Carrello della
rianimazione
Defibrillatore, PM
temporaneo
Defibrillatore, PM
temporaneo
Ventilatore,
aspiratore, EGA
Pericardiocentesi,
accessi venosi centrali
IABP
o altri VAD
Pianificazione degli interventi:
preparazione del paziente!
•  Controllare che sia stato ottenuto il consenso informato
•  Monitoraggio elettrocardiografico di buona qualità
•  Monitoraggio della saturazione arteriosa di O2 e valutazione dell’eventuale
necessità di O2-terapia
•  Accesso venoso funzionante
•  Controllo di eventuali infusioni farmacologiche in corso
•  Posizionamento delle piastre del defibrillatore in paziente selezionati (es.
pazienti con STEMI, con instabilità elettrica e/o recenti aritmie minacciose,
con instabilità emodinamica)
•  Posizionamento degli elettrodi del contropulsatore in pazienti selezionati (es.
pazienti con instabilità emodinamica o elettrica, con grave malattia
coronarica e severa disfunzione VSn e/o valvulopatie associate, in corso di
procedure complesse)
Pianificazione degli interventi:
monitoraggio del paziente!
MONITORARE
SEGNI
VITALI
SUPPORTARE
MIGLIORARE
Pianificazione degli interventi:
monitoraggio del paziente!
ECG:
bradiaritmie, tachiaritmie
Pressione arteriosa:
ipo/ipertensione, dumping
pressorio, mancato
rilevamento della
pressione, sede del
catetere …
Stato di coscienza
Dolore
SatO2, frequenza
respiratoria
Pianificazione degli interventi:
monitoraggio del paziente - aritmie!
Pianificazione degli interventi:
monitoraggio del paziente - aritmie!
Pianificazione degli interventi:
aritmie!
•  Qualsiasi procedura in emodinamica, anche in presenza di
ritmo sinusale, data la possibile patologia di base dei
pazienti e l’uso di dispositivi diagnostici o interventistici,
può provocare aritmie.
•  All’infermiere è richiesto di saper riconoscere l’evento
aritmico, nonché i contesti nei quali attendersi di vederli
comparire.
•  All’infermiere è richiesto di agire tempestivamente per la
risoluzione dell’evento aritmico ricorrendo all’utilizzo di
device e/o alla somministrazione di farmaci sulla base
delle indicazioni del medico.
Pianificazione degli interventi:
aritmie!
Fase della procedura
Aritmia
Trattamento
Puntura per anestesia locale
e reperimento dell’accesso
arterioso
Bradicardia (dovuta a riflesso Manovre di stimolazione
vaso-vagale)
spontanee (colpo di tosse o
respiro profondo) o
somministrazione di atropina
e/o infusione di fluidi.
Catetere o filo guida in
ventricolo sn
Tachiaritmie ventricolari da
stimolo meccanico per
contatto con l’endocardio
(run di TV, extrasistolia)
Di solito si risolvono
spontaneamente dopo alcuni
secondi oppure modificando la
sede del catetere
Ventricolografia sn
Bradicardia da mdc
Risoluzione spontanea o con
manovre di stimolazione
spontanee
Risoluzione spontanea con il
termine dell’iniezione
Tachicardia da mdc
Pianificazione degli interventi:
aritmie!
Fase della procedura
Aritmia
Trattamento
Coronarografia destra o
sinistra
Bradicardia da mdc o vagodipendente
Risoluzione prevalentemente
spontanea, a volte è
necessaria la
somministrazione di atropina
Coronarografia destra e
sinistra
Tachicardia ventricolare/
fibrillazione ventricolare da
passaggio di bolla d’aria
(spesso con segni di ischemia
all’ECG)
Se TV può risolversi
spontaneamente, altrimenti
occorre ricorrere a DC-shock
Coronarografia destra
Bradicardia fino al BAV per
riduzione del flusso ematico
dovuto a occlusione
meccanica da catetere
Risoluzione prevalentemente
spontanea, a volte è
necessaria la
somministrazione di atropina
Fibrillazione ventricolare da
incannulamento del ramo al
cono
DC-shock
Tachiaritmia ventricolare
Risoluzione normalmente
spontanea
Coronarografia sinistra
Pianificazione degli interventi:
aritmie!
Fase della procedura
Aritmia
Trattamento
PTCA in corso di IMA
Bradiaritmie fino al BAV
Blocco di branca
TV/FV
TV lenta o bradicardia da
riperfusione
Atropina, PMT
Nessuna correzione
Amiodarone/lidocaina/DC-shock
Nessuna correzione
PTCA su CDx
Bradicardia fino al BAV
Raramente FV
Atropina, PMT
DC-shock
PTCA su CSn
Run di TV
TV persistente
FV
Risoluzione spontanea
Farmaci/DC-shock
DC-shock
Utilizzo di AngioJet
Bradicardia, BAV parossistico
Manovre di stimolazione
spontanee, atropina, raramente
PMT
Dislocazione di trombo
intracoronarico
FV (spt se su IVA)
BAV (spt su CDx)
DC-shock
Atropina, PMT
Valvuloplastica aortica
BBSn, BAV
PMT
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Tachiacrdia/Fibrillazione
ventricolare
Tachicardia/Fibrillazione ventricolare
Fibrillazione atriale
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Carrello della
rianimazione
ACLS
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Accesso venoso centrale
• 
• 
• 
• 
preparazione della sede di accesso (femorale, succlavia, giugulare)
anestesia locale (lidocaina 2%, 2 fl in una siringa da 20 ml)
ago angiografico
introduttore 7-8 Fr (PMT, Swan-Ganz, infusione di farmaci) o kit del
catetere venoso centrale (bi o tri-lume)
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Catetere di Swan-Ganz
•  accesso venoso centrale con
introduttore 7-8 F
•  catetere di Swan-Ganz
•  deflussori con trasduttore per il
monitoraggio
•  registrazione al poligrafo delle
pressioni nelle varie camere
cardiache
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
Pericardiocentesi
•  preparazione del sito di accesso
(approccio sottoxifoideo)
•  anestesia locale
•  bisturi
•  kit da pericardiocentesi e conoscenza
dei vari pezzi
•  monitoraggio ECG e PA
•  monitoraggio ecocardiografico
Complicanze dell’IMA, perforazione
coronarica, disostruzioni coronariche,
rotablator …
!
Pianificazione degli interventi: !
conoscenza e utilizzo di device, farmaci e
protocolli operativi!
IABP
• 
• 
• 
• 
preparazione del sito di accesso (arteria femorale)
(cateterismo vescicale)
monitoraggio ECG (elettrodi)
Kit (non rimuovere il pallone dal contenitore prima
di aver eseguito il vuoto; dopo aver aspirato con
siringa da 50 cc dalla valvola unidirezionale questa
non deve essere rimossa finchè il pallone non viene
posizionato in aorta; non gettare la valvola
unidirezionale e la siringa, servono al momento della
rimozione per fare il vuoto)
•  disinfettare e coprire la sede di inserzione e parte
del catetere con telo trasparente adesivo senza
garze per visualizzare eventuali sanguinamenti dalla
sede di inserzione
Conclusioni!
•  Conoscenza del paziente da trattare e delle possibili
complicanze sia in generale che eventualmente attese in
base al tipo di paziente e/o al tipo di procedura
•  Conoscenza di tutti i device (conosci il tuo ambiente e le
risorse che hai a disposizione)
•  Formazione ed aggiornamento continuo (clinical competence)
Approfondimenti sulle complicanze durante
le procedure di emodinamica
Reazioni allergiche al mezzo di
contrasto!
Esistono due categorie di pazienti che necessitano di profilassi:
1.  pazienti con precedenti reazioni anafilattoidi al mezzo di contrasto
2.  pazienti con diatesi allergica
Protocollo di prevenzione delle reazioni allergiche nei pazienti “elettivi”
•  24 h ore prima della procedura:
q  trimeton 4 mg x 4 (ore 6, 12, 18 e 24)
q  urbason 4 mg 1 cp x 2 (ore 8 e 16)
q  ranidil 150 mg 1 cp x 2 (ore 8 e 20)
•  il giorno della procedura:
q  trimeton 4 mg x 2 (ore 6 e 12)
q  urbason 4 mg 1 cp (ore 8)
q  ranidil 150 mg 1 (ore 8)
Reazioni allergiche al mezzo di
contrasto!
Protocollo di prevenzione delle reazioni allergiche nei pazienti “urgenti”
•  Somminitrazione ev flebocortid 100 mg ev immediatamente prima e 4 ore
dopo la procedura.
•  Somminitrazione ev di trimeton 10 mg (1 fl) ev subito prima della
procedura.
•  Preferire mdc non ionici con la più bassa osmolalità.
Reazioni allergiche al mezzo di
contrasto!
Protocollo di trattamento delle reazioni anafilattoidi in atto
Minori
Trattamento
Orticaria localizzata
Prurito
Eritema
Antagonisti dei recettori H2 (es. cimetidina)
ev al dosaggio di 1 fl da 20 mg in 15 min.
Moderate
Trattamento
Orticaria diffusa
Broncospasmo senza ipotensione
Broncospasmo con ipotensione, angioedema
Agonisti β2 adrenergici (es. salbutamolo) 2
puff per inalazione.
Edema laringeo
Stimolanti adrenergici e dopominergici ev
(epinefrina inizialmente in boli di 10 mcg/
min poi infusione continua da 1-4 mcg/min).
Severe
Trattamento
Shock cardiovascolare
Arresto respiratorio / cardiaco
IOT, somministrazione ev di epinefrina e
rapida infusione di liquidi.
Nefropatia da mdc!
Definizione: aumento della creatininemia di 0,5 mg/dl o del 25% rispetto al
valore basale.
Fattori di rischio per la sviluppo della nefropatia da mdc
Fattori di rischio non modificabili
Fattori di rischio modificabili
Età
Ipovolemia
Insufficienza renale pre-esistente
Alti volumi di mezzo di contrasto
Diabete mellito
Mezzi di contrasto iperosmolali
Scompenso cardiaco congestizio
Utilizzo di farmaci nefrotossici (FANS,
ciclosporine, aminoglicosidi, cisplatino)
Instabilità emodinamica
Bassi livelli sierici di albumina (<35 g/L)
Sindrome nefrosica
Anemia
Trapianto renale
Nefropatia da mdc: score di rischio!
Fa#ori di rischio Score Ipotensione 5 IABP 5 Scompenso cardiaco conges4zio 5 Età > 75 anni 4 Anemia 3 Diabete 3 Quan4tà di mdc Crea4nina sierica >1,5 mg/dl o eGFR <60 ml/min/1,73 m2 1 ogni 100 cc3 4 2 per 40-­‐60 4 per 20-­‐40 6 per <20 Score di rischio Rischio di CIN Rischio di dialisi ≤ 5 7,5% 0,04% 6 – 10 14% 0,12% 11 – 16 26,1% 1,09% ≥16 57,3% 12,6% Nefropatia da mdc!
Protocollo di prevenzione della nefropatia da mdc
•  Nei pazienti con IRC o con diabete mellito, somministrare soluzione salina al
dosaggio di 1 ml/kg/h nelle 12 ore precedenti e seguenti l’esame
coronarografico/PTCA, riducendo il dosaggio nei pazienti con bassa FE
•  Ridurre la quantità di mdc
•  Usare mdc non ionici isoosmolali o a bassa iperosmolalità
•  Limitare l’uso dei diuretici prima della procedura, evitare l’uso concomitante di
farmaci potenzialmente nefrotossici
•  Procedure staged (far trascorrere almeno 48-72 ore prima di un’eventuale
successiva esposizione, previa verifica della funzionalità renale)
•  Possibile, ma non raccomandato, l’uso dell’acetilcisteina
Complicanze neurologiche!
•  I sintomi si sviluppano durante o subito dopo il cateterismo nel 74%
dei pazienti colpiti. Possono comparire meno frequentemente tra la
seconda e dodicesima ora dopo la procedura.
•  I sintomi sono principalmente rappresentati da: debolezza degli arti,
asimmetria facciale, disartria, perdita visiva, diplopia.
•  Il danno neurologico è prevalentemente causato dall’embolizzazione di
materiale ateromatoso proveniente dall’aorta ascendente, anche se la
formazione dei trombi sul catetere e sulle guide e l’embolizzazione
gassosa sono altre possibilità.
•  In generale il 60% dei pazienti presenta regressione della
sintomatologia dopo 24 ore.
Complicanze vascolari!
• 
• 
• 
• 
• 
• 
• 
ematoma in sede di accesso
ematoma retroperitoneale
crisi vagale
fistola artero-venosa
pseudoanerusimi
infezioni
ischemia/trombosi
Fattori di rischio: ipertensione arteriosa, alti dosaggi di eparina, utilizzo
prolungato di eparina post-procedura, terapia trombolitica pre-procedura,
uso di inibitori anti-IIb/IIIa, introduttori di diametro elevato, tempo
prolungato di permanenza dell’introduttore in arteria, presenza di
arteriopatia periferica, presenza di introduttore venoso, età avanzata,
obesità, sesso femminile, sede di accesso (femorale vs radiale)
Complicanze vascolari!
Per ridurre il rischio di complicanze vascolari:
•  Scegliere l’accesso arterioso migliore in base alla tipologia di
paziente e di procedura che deve essere effettuata
•  Scegliere l’introduttore arterioso di minor diametro possibile in base
al tipo di procedura che deve essere effettuata
•  Controllare la sede di accesso ed i polsi distali nella prima ora ogni
15 minuti e successivamente ogni ora
•  Rimuovere l’introduttore arterioso femorale solo quando l’aPTT <50 sec
o l’ACT <170 sec
•  Mantenere il bendaggio compressivo in sede radiale per il minor tempo
possibile (4-5 ore)
Complicanze vascolari!
•  Ematoma retroperitoneale (0,3%): i segni sono rappresentati dalla
perdita di sangue senza origine apparente, presenza di ipotensione non
spiegabile, presenza di sanguinamento ed edema a livello soprainguinale, da dolorabilità al fianco, da crisi vagali ripetute. La
maggior parte dei sanguinamenti cessa con l’interruzione della terapia
antiaggregante, in casi rari necessita l’intervento chirurgico. La
diagnosi di ematoma retroperitoneale si effettua con ecografia o TAC.
•  Pseudoaneurisma (6%): la presenza di obesità, diabete, sesso
femminile, età >70 anni, sono fattori di rischio associati. La necessità
di un intervento attivo dipende dalle dimensioni, dall’incremento e
dalla necessità di continuare il trattamento antiaggregante. La
compressione eco-guidata è la prima strategia terapeutica. Gli
pseudoaneurismi di grandi dimensioni (>3 cm) raramente andranno
incontro a chiusura spontanea e necessitano di chiusura chirurgica o
di stent-graft. La diagnosi si effettua con Eco-Doppler.
Complicanze vascolari!
•  Fistola AV (0,4%): può essere causata da un sito di accesso
relativamente basso, per cui si ha la penetrazione dell’ago sia
all’interno dell’arteria femorale profonda o superficiale che del ramo
venoso, creando così una fistola. Molte fistole sono di piccole
dimensioni senza alcun significato emodinamico. Normalmente rimangono
stabili e non necessitano di intervento chirurgico. Alcune vanno
incontro a chiusura spontanea. Anche in questo caso la compressione
eco-guidata è la prima strategia terapeutica. La diagnosi si effettua
con Eco-Doppler.
•  Ischemia/trombosi (0-1%): i fattori di rischio sono rappresentati
dall’utilizzo di un introduttore molto grande, da una dissezione creata
dall’operatore o da una trombosi nel sito di accesso. I sintomi sono
correlati al flusso inadeguato di sangue all’arto: dolore, pallore,
cianosi, riduzione di temperatura e di polso al di sotto dell’ostruzione.
Può essere tentata PTA/stent oppure correzione chirurgica il più
precocemente possibile.
Scarica

Intervento di Massimo Margheri