… Pronti per una nuova intervista! Abbiamo deciso di intervistare EDDA CERIALI, un’insegnante della Scuola Primaria XXV Aprile di Cormano (MI)… è stata un’esperienza molto interessante, ma soprattutto utile per il nostra continua formazione! Ho frequentato l’Istituto Magistrale a Milano, ho deciso poi di iscrivermi alla facoltà di Pedagogia, ma non ho terminato ( a malincuore) i miei studi. Questo è stato uno dei miei più grandi dispiaceri, ma purtroppo non è stato un mio volere. Fortunatamente vinsi il Concorso per ottenere l’abilitazione e ora mi ritrovo ui a svolgere una professione che sognavo fin da piccola. Questo è il mio Trentaduesimo anno! Mi occupo di matematica, scienze, geografia, inglese e informatica Sicuramente l’innovazione principale è stata l’avvento delle nuove tecnologie. L’uso del computer e di internet ha notevolmente facilitato la preparazione del lavoro didattico quotidiano. Senza il pc mi sentirei persa, è uno strumento che riveste una ruolo fondamentale nella mia professione di insegnante. Purtroppo nel mondo degli insegnanti esiste una profonda spaccatura tra coloro che hanno il “pallino per l’informatica”, e coloro che non usano il computer neanche a casa, non ne hanno il bisogno,non vedono motivo di perdere tempo con un aggeggio infernale che in fondo fa il lavoro delle vecchie care macchine da scrivere … sono due mondi vicini per contiguità spaziale, ma lontani anni luce per atteggiamento. La differenza sostanziale tra un insegnante in gamba e uno così cosi non dipende certo dagli strumenti usati. Però. Però, chi utilizzava la stamperia di Freinet faceva una scuola diversa dai colleghi più tradizionali; chi armeggiava con i blocchi logici non aveva una didattica identica a chi esauriva la matematica in infinti esercizi di calcolo …. Anche oggi ,dunque, la scelta degli strumenti è un segnale di quanto si sia attenti alla realtà dei ragazzi e del mondo.. .. In altre parole se certamente l’uso di strumenti moderni non è di per sé indicativo di un buon insegnante, può essere tuttavia vero che il bravo docente non ne ignora e non ne rifiuta le potenzialità. Con la tecnologia, le cose poi si complicano. Nessuno ormai è più convinto che il computer sia solo una macchina da scrivere più veloce: anche chi non vuole sapere niente di byte si è almeno accorto che invece molto ne sanno i bambini. I bambini di oggi sono nativi digitali, quindi vivono in una realtà nella quale il computer è parte integrante della società. La maggior parte dei miei alunni usa il computer a casa per giocare o per altre attività e possiede una certa dimestichezza con gli strumenti di tipo informatico. Però quello che sanno sull’informatica, lo sanno appunto da bambini, cioè in maniera incompleta, imprecisa, in genera acritica. Nonostante ciò ne parlano, ne fanno oggetto privilegiato dei loro giochi. L’insegnante ha il compito di riferirsi alle conoscenze di cui il bambino è già in possesso, far emergere le sue preconcezioni, farle evolvere e rielaborarle, trovare schemi riorganizzatori percepibili e tangibili alla sua mente di fanciullo e alle sue possibilità di apprendimento. Le tecnologie sono un’opportunità e non devono diventare un limite. Devono essere percepite come una risorsa, perciò è necessario accompagnare all’addestramento la conoscenza dei possibili risultati e la condivisione degli obiettivi da perseguire. Nella mia scuola sono presenti due laboratori di informatica e già da alcuni anni tutti gli alunni ne usufruiscono con una certa regolarità. L’informatica, pur avendo anche obiettivi propri, viene intesa prioritariamente come un’attività trasversale, che integra e rielabora attività ed obiettivi già propri del curricolo. I programmi più utilizzati sono Paint (soprattutto nei primi anni, per la creazione di disegni di vario tipo, per la costruzione di forme geometriche, per la realizzazione di simmetrie ….), Word (il programma di videoscrittura si presta agli usi più vari, dalla scrittura di testi, poesie, racconti nell’ambito della lingua italiana, alla stesura di ricerche e approfondimenti su argomenti di vario tipo, alla creazione di testi di problemi – anche con l’inserimento di immagini – nell’ambito logico matematico…). Power Point (per la realizzazione di presentazioni, a soprattutto partire già negli ultimi dalla classe anni prima), della Excel scuola (utilizzo primaria), dei fogli Excel di (utilizzo calcolo, dei fogli di calcolo, realizzazione realizzazione di grafici didivario grafici tipo dilegati vario atipo semplici legatiindagini a semplici indagini statistiche statistiche svolte con svolte gli alunni con gli nell’ambito alunni nell’ambito delle varie delle varie discipline). Software didattici per consolidare , integrare o rafforzare gli apprendimenti. (Ivana sacchi) Gli alunni accolgono sempre volentieri la proposta di utilizzare il computer e quasi tutti si applicano con impegno ed entusiasmo nelle attività proposte. La matematica attraverso il computer è resa più divertente e motivante, ed è proprio questa una delle esigenze più forti da parte degli alunni. L’apprendimento cooperativo è utile e stimolante per gli alunni perché sviluppa la motivazione e migliora le relazioni interpersonali e la capacità di ascolto reciproco, di collaborazione e di condivisione. Nelle ore di informatica, per esempio, i bambini lavorano a gruppi di due o tre per ogni computer e gli abbinamenti vengono periodicamente variati al fine di consentire una maggiore socializzazione e la creazioni di legami di collaborazione con i compagni. Con le attività proposte si avviano gli alunni a lavorare in piccoli gruppi e a decidere e/o scoprire le strategie necessarie alla riuscita del lavoro. L’approccio allo strumento informatico è di tipo attivo e strettamente correlato all’attività didattica svolta nelle varie discipline curricolari. Lo svolgimento delle attività rispetta criteri di gradualità: si guidano gli alunni a procedere per prove ed errori, verificando insieme in itinere le fasi del proprio lavoro e modificandolo fino ad ottenere il risultato voluto. Durante il lavoro nei piccoli gruppi si percepisce una crescita di autonomia e capacità di iniziativa diversa rispetto a quando la direzione delle attività in classe è affidata unicamente all’insegnante. Gli alunni sono più liberi di agire e, pur in mezzo alle difficoltà, di trovare soluzioni personali. Sono “costretti” ad essere maggiormente propositivi o comunque a confrontarsi tra pari e a non avere l’insegnante come unico, e a volte comodo, riferimento. Il rapporto tra compagni si arricchisce così in una relazione non solo emotiva, ma cognitiva, attraverso la comunicazione del pensiero e delle scelte personali. Secondo Kaye, ricercatore della Open University, non è “apprendimento collaborativo” un modello tradizionale che : • Si basa sulla trasmissione del sapere • dove la principale attività di apprendimento è lo studio individuale • In cui le fonti di informazioni sono i libri e il docente • Dove l’autorità e la conoscenza si identificano con il docente “Collaborare (co-laborare) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un’esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzioni di istruzioni. Un ‘ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe essere l’acuisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un’interazione di gruppo”. L’approccio ludico alla matematica è molto importante perché favorisce un approccio stimolante alla materia, sviluppa la motivazione e permette una migliore interiorizzazione di quanto proposto. Se il gioco è attività dei bambini, è anche la modalità più adeguata perché vengano loro trasmessi contenuti d’insegnamento. Credo che il gioco si qualifichi come una vera e propria attività di tipo apprenditivo. Ciò nonostante, gli strumenti di verifica dell’apprendimento di cui disponiamo abitualmente, siano essi tradizionali o più moderni e sofisticati, risultano in genere pensati per controllare esiti di apprendimenti, piuttosto che gli apprendimenti stessi. L’insegnamento/apprendimento della matematica prende sempre avvio dall’esperienza degli alunni. Conoscenze e abilità non sono imposte in modo formale, ma vengono acquisite in modo progressivo e graduale, attraverso attività molteplici e diversificate. Si propongono attività basate su giochi, manipolazione di materiali, osservazione diretta dei fenomeni, esperienze operative, seguite sempre da una descrizione verbale e poi da una rappresentazione grafica. Un’esperienza utile ed interessante in questo senso è stata la partecipazione ai Giochi Matematici on line promossi ogni anno dal Dipartimento di Matematica "F. Enriques" dell'Università degli Studi di Milano (http://www.quadernoaquadretti.it/giochi/ ) La verifica viene effettuata con le seguenti modalità: 1. all' inizio d’anno scolastico, valutazione del livello di partenza e del possesso dei prerequisiti di ciascun alunno; 2. nel corso dell’anno (in itinere e al termine di ogni bimestre) verifiche periodiche volte a monitorare il grado di comprensione e le conoscenze raggiunte dagli alunni rispetto alle attività proposte; 3. osservazioni sistematiche sulla partecipazione e sulle modalità di lavoro e di intervento durante le attività; 4. prove orali (conversazioni guidate, verbalizzazione delle esperienze, discussioni, domande, richieste di spiegazione,…); 5. prove scritte (schede, esercitazioni …); 6. prove pratiche (esercizi, giochi, …). Il consiglio che vi posso dare relativamente al mondo dell’informatica è quello di sviluppare una consapevolezza dell’importanza di questo ambito; le nuove tecnologie devono diventare quotidiane non solo perché noi adulti rischiamo di diventare obsoleti rispetto alle esigenze dei “nativi digitali”, ma anche e soprattutto perché possono permetterci di arricchire l’insegnamento in relazione ai bisogni e agli stili di apprendimento dei nostri alunni! Io noto, tra l’altro come la diffusione delle tecnologie provochi un’evoluzione a livello di rapporti interpersonali: lo scambio e il contatto sono resi più facili sia con i coetanei sia con gli adulti. Oggi assistiamo a scambi di e-mail tra alunni e insegnanti: tale, pur semplice fenomeno consente di creare relazioni private e valorizzare il dialogo tra le generazioni. GRAZIE EDDA, Grazie per la tua disponibilità, per la ricchezza delle informazioni e per la passione che hai saputo trasmetterci!!! A Cura di: FRANCESCA Greco, CAROLINA Giussani, FRANCESCO Prevedello, CHIARA Sutera & LAURA Quistini