A.A. 2006-2007
Corso di Politica Sociale
Maria Letizia Pruna
Settima lezione
Il sistema pensionistico italiano
I pilastri della previdenza pubblica
Fino agli anni ’90, il sistema pensionistico italiano è
rimasto fondato su un unico pilastro pubblico
associato ad uno schema peculiare denominato
trattamento di fine rapporto (TFR). I pilastri
complementari sono rimasti del tutto marginali in
confronto alla maggior parte dei paesi europei.
Le riforme degli anni ’90 hanno però inciso in
maniera significativa sul sistema di tutela della
vecchiaia, avviando una riconfigurazione su tre
pilastri del sistema pensionistico nazionale.
Il TFR e la riforma in corso
Il trattamento di fine rapporto è una prestazione di
fine servizio che le imprese devono obbligatoriamente
corrispondere ai loro dipendenti in ogni caso di
risoluzione del rapporto di lavoro: pensionamento,
licenziamento, dimissioni.
E’ finanziato da contributi sociali (il 6,91% della
retribuzione lorda) e concepito come una forma di
salario differito per tutti i dipendenti privati e prevede
un rendimento modesto ma garantito (per i dipendenti
pubblici esiste uno schema simile denominato
indennità di buonuscita).
Il primo pilastro pubblico:
le due componenti
Costituisce il nucleo del sistema pensionistico ed
composto di due livelli:
 il primo livello è costituito dalle prestazioni
assistenziali (volte a garantire agli anziani una
sicurezza minima contro la povertà), erogate dalla
Gestione interventi assistenziali per conto dello
Stato (GIAS), presso l’INPS;
 il secondo livello è costituito dalle prestazioni
previdenziali, gestite a ripartizione, collegate al
reddito da lavoro, a fronte di contributi sociali.
Il primo pilastro pubblico:
gli enti di gestione
Sono due i principali enti gestori:
 l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), che
assicura circa 20 milioni di lavoratori ed eroga 8 milioni
di prestazioni per la tutela della vecchiaia, attraverso una
serie di gestioni o casse (la principale è quella relativa al
Fondo pensioni lavoratori dipendenti – FPLD – cui
aderiscono 12 milioni e mezzo di lavoratori ed eroga
oltre il 64% delle prestazioni corrisposte dall’INPS).
 L’Istituto Nazionale di Previdenza dell’Amministrazione
Pubblica (INPDAP), cui sono iscritti circa 3 milioni di
lavoratori ed eroga oltre 2 milioni di prestazioni
pensionistiche. Anche questo ente comprende numerose
casse differenziate per la tutela dei dipendenti pubblici.
Il secondo pilastro (complementare)
Il secondo pilastro è costituito dalle forme
pensionistiche a capitalizzazione basate su una
adesione collettiva. Tra queste ci sono i cosiddetti
“fondi pensione”, che si distinguono in fondi chiusi
(detti anche negoziali o occupazionali, poiché sono
rivolti a specifiche categorie di lavoratori e/o vengono
istituiti attraverso la contrattazione collettiva) e in fondi
aperti (cui aderiscono lavoratori di una medesima
azienda o di un settore produttivo).
Attualmente si contano 42 fondi pensione chiusi e 96
fondi pensione aperti, che si sono aggiunti ai numerosi
fondi preesistenti di piccole dimensioni (510), per un
totale di circa 650 fondi pensione.
Il terzo pilastro (complementare)
Il terzo pilastro è quello della previdenza a
capitalizzazione di tipo individuale per i lavoratori
che vogliono garantirsi un’ulteriore rendita per la
vecchiaia. Comprende le Polizze Pensionistiche
Individuali (PIP) introdotte nel 2000, i “fondi
pensione aperti ad adesione individuale”, le polizze
assicurative sulla vita con possibilità di conversione
in rendita vitalizia.
L’incidenza della protezione
della vecchiaia
 Il sistema di welfare italiano è sbilanciato
verso l’iper-protezione del rischio vecchiaia,
che da sola assorbe oltre il 51% della spesa
sociale complessiva
 La protezione della vecchiaia ha un peso
ancora più accentuato nell’ambito del sistema
previdenziale, dove incide per il 76% sulla
spesa complessiva (il resto è suddiviso tra
premorienza e invalidità).
Le cifre del sistema pensionistico
 Gli iscritti agli enti, fondi e casse previdenziali
sono circa 24.765.000
 Le pensioni erogate ammontano a 16.874.000
 La spesa pubblica complessiva è pari a circa
171.254 milioni di euro
 L’importo medio annuo pro-capite per le
pensioni è di 10.165,00 euro (l’entità varia
molto: dagli oltre 46.000 euro dell’Istituto
nazionale di Previdenza dei Giornalisti agli
8.872 euro medi dei lavoratori dipendenti)
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Lezione n.7