A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini Onde di materia Se un’onda può comportarsi come un fascio di particelle, per simmetria, perché una particella non dovrebbe comportarsi come un’onda? (De Broglie, 1924) De Broglie propose di applicare a qualunque particella la relazione ipotizzata da Einstein per i quanti di luce: p h ad ogni particella di quantità di moto di modulo p è associata un’onda di materia di lunghezza d’onda h p A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini Proprieta’ ondulatorie della materia •se gli elettroni fossero onde, si manifesterebbero proprieta’ diffrattive… • un esperimento chiave: diffrazione degli elettroni (Davisson & Germer 1927) gli elettroni manifestano patterns di diffrazione A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini anche la materia è caratterizzata da una funzione d’onda con lunghezza d’onda, frequenza, velocità, ampiezza la funzione d’onda è denominata ampiezza di probabilità (r , t ) l’ipotesi di De Broglie è confermata sperimentalmente, anche a velocità relativistiche, per es. con esperimenti di diffrazione di elettroni Esempio numerico a 300 m/s per un aeroplano (18000 kg) e un elettrone (9 ·10-31 kg): aereo 1, 23 1040 m elettro 2, 43 106 m dato il valore molto piccolo della costante di Planck, un oggetto macroscopico si comporta come una particella A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini Comportamento ondulatorio della materia tre esperimenti (quasi) virtuali: 1° esperimento: luce e interferenza 2° esperimento: pallottole e interferenza 3° esperimento: elettroni e interferenza 4 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini 1° Esperimento: luce e interferenza I ( ) I m cos 2 2 sin 2 2 d sin a sin 5 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini 2° Esperimento: pallottole e interferenza ? 6 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini 3° Esperimento: elettroni e interferenza ! 7 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini Analisi dei 3 esperimenti ha senso chiedersi se un oggetto è un’onda o una particella? parrebbe che: • l’osservazione dell’oggetto determina la sua natura ondulatoria o particellare • simmetricamente a quanto visto per la radiazione (onda EM/fotone), anche gli oggetti massivi presentano carattere ondulatorio (elettroni che interferiscono) D D • e’ fondamentale il rapporto fra la del sistema osservato e le dimensioni dell’apparato di osservazione (misura). ha senso attribuire un carattere ondulatorio anche alle particelle massive 8 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini la luce che passa attraverso una fenditura di dimensione D, mostra caratteri ondulatori se D (diffrazione); se << D è assimilabile ad un raggio (come una particella). nell’effetto Compton i raggi X si comportano come particelle, trasferendo impulso ed energia (con piccola rispetto alle dimensioni atomiche) si tratta di aspetti (o descrizioni) diversi di uno stesso fenomeno. ha senso attribuire un carattere particellare anche alla radiazione elettromagnetica 9 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini Analisi dei 3 esperimenti Ad alta intensità sono evidenti le caratteristiche dell’interferenza: vi sono massimi e minimi. Le particelle non si cancellano; le onde sì! ma anche riducendo di molto l’intensità (un fotone alla volta), la distribuzione non cambia: nonostante si osservi una particella (fotone) alla volta, la natura ondulatoria non si perde. nelle zone dei massimi di intensità (densità) è maggiore la probabilità che vada un fotone; ma, grande intensità (densità) vuol dire grande (quadrato della) ampiezza dell’onda: quindi la densità di probabilità di trovare una particella in un certo punto è proporzionale al quadrato dell’ampiezza dell’onda associata P E 2 10 A.A A.A.2010-2011 2009-2010 G. Cambi M. Piccinini - N. Semprini - S. Zucchelli G.- Cambi – S. Zucchelli – M. Piccinini quindi, i campi elettrico e magnetico, oltre ad esercitare forze sulle cariche misurano la probabilità di trovare in un punto la particella associata (fotone) inoltre: quando una grandezza ha natura ondulatoria, vi è una qualche incertezza in alcune delle sue proprietà particellari. la diffrazione di un’onda piana attraverso una fenditura è tanto più accentuata quanto più essa è stretta in rapporto alla lunghezza d’onda: sin I I m 2 2 x sin quanto più stringiamo la posizione in x, (x 0) tanto più abbiamo una dispersione della quantità di moto px nella direzione x (principio di indeterminazione) x px Cost 11