IO E I NUMERI
Fin da quando ero bambina sono stata
circondata
dalla
matematica.
Sono sempre stata affascinata da tutte
le
materie
scientifiche
ed
in
particolare
dalla
matematica.
Non la vedevo come una materia
scolastica da studiare ma piuttosto
come un gioco portato a scuola da
casa.
Ho avuto un rapporto piuttosto
curioso
con
questa
materia.
Infatti, se quand’ero piccola ero
attratta dalla matematica e avevo
anche una certa predisposizione verso
le materie scientifiche, con il passare
del tempo questa mia passione è
purtroppo svanita.
Il mio primo approccio con la
matematica è stato piacevole e
positivo. Mi piacevano un sacco i
numeri e non perdevo occasione per
contare qualsiasi cosa.
Alla scuola materna ho imparato tante
canzoncine
che
avevano
come
protagonisti
i
numeri.
Apprezzavo molto queste filastrocche
e spesso le ricantavo anche a casa.
Una, in particolare, di cui non ricordo
il titolo, mi ritorna in mente ancora
oggi.
Sette, quattordici, ventuno, ventotto:
questa è la conta del paperotto.
Questa è la conta del paperino,
venga fuori il più piccino.
Anche a casa, con mio fratello e con gli
amici, mi divertivo a contare e a
giocare
con
i
numeri.
Giocavamo a “nascondino”, a “un due
tre stella” e al gioco della campana.
Giunta alla scuola elementare ero
affascinata da questa materia che mi
incuriosiva. Già a casa amavo fare
calcoli insieme ai miei genitori e a mio
fratello.
In questi anni la matematica non mi
ha creato nessun tipo di problema.
Insiemi, problemi, regole, operazioni,
tabelline erano per me una sfida.
Anche i compiti a casa si rivelavano
per me un divertimento.
Ho avuto anche la fortuna alle
elementari di avere una maestra
competente
e
preparata.
Durante le sue ore, infatti, c’era
sempre un clima sereno e positivo.
Mi ricordo con piacere le sue lezioni
ed in particolare i momenti in cui si
usavamo i regoli.
Ma ciò che mi ha divertito sempre di
più era il momento in cui si facevano
le
gare
delle
tabelline.
Ero fortissima e mi piaceva un sacco
mettermi in competizione con i miei
compagni.
Poi, giunta alle scuole medie, la mia
passione per la matematica si è
trovata faccia a faccia con una
complicata sfida. Infatti questi anni
sono stati i peggiori per me e il mio
rapporto con la matematica.
Numerosi fattori hanno contribuito a
trasformare la mia passione per
questa materia in intolleranza: come
ad esempio il cambio di insegnante.
La mia professoressa era molto severa;
durante le sue lezioni in aula c’era
un’atmosfera piuttosto tesa ed il clima
instaurato era dittatoriale.
Inoltre,
devo
ammetterlo,
la
matematica
assomigliava
sempre
meno ad un gioco divertente.
La materia infatti si faceva sempre più
complicata ed impegnativa tanto che il
mio scarso impegno si faceva sentire
sul mio apprendimento e sul mio
mediocre rendimento.
Giungiamo così agli anni più
impegnativi:
quelli
delle
scuole
superiori.
Frequentando il liceo linguistico,
purtroppo
o
per
fortuna,
la
matematica era poco presente nei miei
pensieri, rivolti, invece, a materie più
umanistiche.
Nonostante
abbia
avuto
una
professoressa, a mio avviso, svogliata e
poco
motivata
i
miei
voti
raggiungevano la sufficienza e a me
bastava
così.
Infatti, a causa della mia passione
ampiamente affievolita, la mia voglia
di studiare la matematica ha perso il
suo fascino proprio in quegli anni.
Ed ora, a due anni dal diploma, mi
ritrovo all’università ad affrontare un
esame
di
matematica.
Però questa volta è tutto diverso.
Mi ritrovo infatti a scoprire un nuovo
modo di fare matematica improntato
sull’apprendimento.
Si tratta di una nuova visione della
matematica: più allegra, pratica e
creativa.
Insomma, posso affermare infine che
la matematica, secondo la mia
esperienza, è la capacità di osservare
le cose da differenti punti di vista!
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