A.A. 2006-2007
Corso di Politica Sociale
Maria Letizia Pruna
Nona lezione
Le politiche del lavoro
Che cosa sono
Un insieme di interventi pubblici
rivolti alla tutela dell’interesse
collettivo all’occupazione.
Si possono distinguere in:
 politiche passive
 politiche attive
I compiti principali
1. Regolamentazione del mercato del lavoro
(disciplina dei rapporti di lavoro, norme sulla
sicurezza e la salute, quadro istituzionale di controllo
delle dinamiche retributive, concertazione di politiche
economiche e sociali, ecc.)
2. Promozione dell’occupazione (misure che
favoriscono l’inserimento lavorativo)
3. Garanzia del reddito (forme di sostegno
monetario del reddito
Le politiche passive
Consistono essenzialmente in prestazioni
monetarie a favore di lavoratori che hanno
perduto l’occupazione (dis-occupati) o che
subiscono una sospensione temporanea
dell’orario di lavoro e della retribuzione (pur
restando in vigore il rapporto di lavoro).
Si tratta di sussidi transitori e selettivi volti ad
“ammortizzare” le ripercussioni sociali della
disoccupazione (i cosiddetti ammortizzatori
sociali): sono essenzialmente “indennità” di
disoccupazione.
La “riparazione del danno”
Le politiche passive sono
impostate sulla riparazione del
danno: sono volte a produrre
un’attenuazione delle
conseguenze - soprattutto di
tipo economico - derivanti dalla
perdita del lavoro.
Le conseguenze di tipo sociale
- in termini di perdita o
indebolimento dell’identità e
del ruolo sociale, delle relazioni
personali, della fiducia in sé
stessi e nelle istituzioni – non
sono adeguatamente affrontate.
Le politiche attive
Consistono in interventi volti ad incidere
direttamente sulla struttura complessiva del
mercato del lavoro, favorendo l’attivazione di
nuovi posti di lavoro.
Si distinguono in 5 gruppi di intervento:
1. incentivi all’occupazione
2. creazione diretta e temporanea di posti di lavoro
3. formazione professionale
4. sostegno finanziario e servizi per la nuova
imprenditorialità
5. servizi per l’orientamento e il collocamento
La promozione dell’occupabilità
Le politiche attive sono
rivolte alla promozione
dell’occupabilità, cioè delle
capacità e opportunità di
inserimento lavorativo.
Comprendono una serie di
interventi che mirano a
migliorare le condizioni di
accesso al lavoro, il
mantenimento del posto di
lavoro, la stabilizzazione e
regolarizzazione delle
condizioni lavorative.
Gli obiettivi complessivi
delle politiche del lavoro
Agevolare e promuovere in forme diverse
l’inserimento lavorativo di tutti coloro che
sono in condizioni anagrafiche compatibili
con il lavoro (non meno di 15 anni e non oltre
l’età pensionabile) e che aspirano a lavorare,
tutelando la loro posizione nel mercato del
lavoro e il loro reddito nel passaggio da una
occupazione ad un’altra.
La protezione dalla perdita del lavoro
e/o del reddito in Italia
E’ impostata su due linee di intervento:
 interruzione involontaria del rapporto di lavoro:
-
Indennità ordinaria di disoccupazione
Indennità di disoccupazione a requisiti ridotti
Indennità ordinaria di disoccupazione per gli operai agricoli
Trattamento speciale di disoccupazione per gli operai agricoli
Trattamento speciale di disoccupazione per gli operai edili
Indennità di mobilità
 interruzione involontaria dell’orario di lavoro:
- Trattamento ordinario di integrazione salariale (Cassa Integrazione
Guadagni Ordinaria = CIGO)
- Trattamento straordinario di integrazione salariale (Cassa Integrazione
Guadagni Straordinaria = CIGS)
- Trattamento di integrazione salariale per i lavoratori agricoli
Gli inclusi e gli esclusi
dagli schemi di protezione
Inclusi: lavoratori dipendenti licenziati o che
si sono dimessi per giusta causa (mancato
pagamento retribuzione, modifica mansioni,
molestie, mobbing, ecc.) che possano vantare
periodi di contribuzione più o meno estesi.
Esclusi: lavoratori autonomi, lavoratori
irregolari, lavoratori para-subordinati, persone
in cerca di occupazione senza precedenti
esperienze lavorative, lavoratori dipendenti
senza sufficienti periodi di contribuzione.
La configurazione del sistema italiano
di protezione dalla disoccupazione
Le difformità nei trattamenti
 Le difformità nei trattamenti riservati alle varie
categorie di lavoratori sono legate in primo luogo
ai diversi settori di attività economica e alle
dimensioni delle imprese: i lavoratori delle grandi
imprese dell’industria ed alcuni comparti del
terziario godono di un altro livello di protezione
 In secondo luogo, le difformità derivano dalle
diverse condizioni che determinano la perdita del
lavoro e/o del reddito: nel caso di un
licenziamento individuale i lavoratori beneficiano
di una tutela più ridotta rispetto a quella prevista
nel caso di licenziamenti collettivi.
Qualche cifra
 Spesa dell’Italia per le politiche del lavoro:
1,12 (% sul PIL)
 Spesa di altri paesi europei (% PIL):
- Danimarca: 3,99
- Belgio:
3,20
- Germania: 2,85
- Finlandia: 2,79
- Paesi Bassi: 2,59
- Svezia:
2,41
- Francia:
2,30
Qualche osservazione
 L’Italia spende poco per le politiche del lavoro, e più per
quelle passive che per quelle attive
 Il sistema di ammortizzatori sociali è largamente tarato sulle
caratteristiche del mercato del lavoro di 30-40 anni fa, che
oggi sono molto cambiate
 Si privilegia l’erogazione di sussidi (ai lavoratori) o incentivi
(alle imprese) piuttosto che la fornitura di servizi diffusi ed
efficienti (buona formazione, rete di centri per l’impiego,
sostegno tecnico per l’attivazione di imprese)
 Le nuove figure di lavoratori e lavoratrici sono totalmente
escluse da ogni forma di protezione in caso di perdita del
lavoro e/o del reddito
Scarica

Lezione n.9