Sette argomenti contro la 4°revisione
dell’assicurazione disoccupazione
Calpestare i nostri diritti?
NO ai tagli della LADI
La maggioranza di destra attacca le nostre assicurazioni sociali
una dopo l’altra. Poco tempo fa è toccato alle casse pensioni.
Fortunatamente la popolazione ha reagito respingendo in maniera
decisa il furto delle rendite nella votazione dello scorso 7 marzo.
Adesso è la volta dell’assicurazione contro la disoccupazione,
mentre è già in arrivo l’attacco all’AVS. A questo si aggiungono poi
le massicce riduzioni delle prestazioni. A sopportare le conseguenze della crisi dovrebbe essere la popolazione, mentre i grandi
manager continuano a mettersi in tasca bonus vergognosi. A tutto
questo diciamo fermamente NO!
Il Parlamento ha portato a termine la revisione della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) lo scorso 10 marzo.
Unia ha lanciato il referendum insieme ad altri sindacati e partiti di
sinistra. Il termine ultimo per presentare il referendum è l’8 luglio.
La votazione avrà luogo in autunno. Infatti, il Consiglio federale ha
fissato la data del voto al 26 settembre 2010.
Questo opuscolo spiega in sette punti perché bisogna dire NO allo
smantellamento della LADI. Potete ordinare altro materiale informativo e partecipare alla campagna compilando il modulo che si
trova alla fine dell’opuscolo. Grazie del vostro appoggio!
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1. Pagare di più per avere meno prestazioni!
Ci credono stupidi?
I politici vogliono farci pagare 600 milioni in più per l’assicurazione contro la disoccupazione. In cambio, riducono le prestazioni di 600 milioni di franchi. Motivo: non ci sono
abbastanza soldi. Eppure, meno di due anni fa la Confederazione era disposta a tirare fuori
68 miliardi di franchi per salvare una banca privata perché diceva che il fallimento di tale
istituto avrebbe costituito un «rischio per il sistema». Le persone che hanno perso il lavoro a
causa della crisi, non sono indispensabili al buon funzionamento del sistema? Le casse
dello Stato possono versare miliardi alle banche che si sono indebitate oltre misura e non
ne hanno abbastanza per coloro che hanno perso il lavoro? Tra l’altro, le banche hanno
ricominciato a versare ai loro dirigenti bonus vergognosi, mentre noi dovremmo pagare di
più per ricevere di meno! Diciamo fermamente NO!
2. Un regalo di 440 milioni all’anno
ai grandi manager
Più si guadagna, meno si contribuisce all’assicurazione disoccupazione (AD): ecco la più
grande vergogna di questo sistema! La percentuale versata all’AD è la stessa per tutti fino
a un reddito di 126 000 franchi e corrisponde al 2,2% del salario. Tra i 126000 ei
315000 franchi tale percentuale scende all’1%. Al di là di 315 000 franchi di reddito non
si paga più nulla! Questo significa che chi guadagna 500 000 franchi verserà proporzionalmente la metà in meno di chi ha un salario normale. Con un reddito di un milione si
paga addirittura 4 volte di meno! Questa generosità nei confronti dei salari più elevati
equivale ad un regalo di 440 milioni di franchi all’anno ai grandi manager e ai redditi più
elevati. Tutti soldi che sono sottratti alle casse dell’assicurazione contro la disoccupazione.
Questo significa che i manager e coloro che dispongono di redditi superiori – ovvero coloro
che hanno provocato la crisi e hanno fatto perdere il lavoro a migliaia di persone – sono
premiati con tassi di contribuzione più bassi. Se questa scandalosa disparità scomparisse
e tutti contribuissero all’assicurazione contro la disoccupazione al tasso del 2,2% sull’intero salario, il deficit dell’assicurazione scomparirebbe e non sarebbe più necessario ridurre
le prestazioni. La domanda da porsi è la seguente: vogliamo continuare a premiare questi
individui e a punire coloro che hanno perso il lavoro? Assolutamente NO! Diciamo tutti NO
allo smantellamento dell’assicurazione contro la disoccupazione.
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Ecco cosa si paga per l’assicurazione disoccupazione (in percentuale):
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
Mensilità:
CHF 35385.–
Mensilità:
CHF 5500.–
Mensilità:
CHF 27850.–
Giovanni Muster
lavoratore
dell’industria
Jean-Daniel Gerber Hans-Rudolf Merz Yves Serra
Segretario di Stato Consigliere
CEO Georg
federale
alla Seco
Fischer
Mensilità:
CHF 90462.–
Mensilità:
CHF 90462.–
Mensilità:
CHF 592706.–
Walter B. Kielholz Hariolf Kottmann
membro del
Ceo Clariant
Consiglio
d’amministrazione
del Credit Suisse
Mensilità:
CHF 6930769.–
Brady Dougan
Ceo Credit Suisse
L’esempio dei manager della OC Oerlikon
Hans Ziegler, Jürg Fedler, Bjoern Bajan e Thomas Babacan fanno parte della direzione
della OC Oerlikon.Tra il 2008 ed il 2009 l’azienda ha accumulato perdite per oltre 1 miliardo di franchi e tagliato 4000 posti di lavoro. Eppure, i membri della direzione hanno
saputo trarre profitto dalla crisi: le loro remunerazioni sono passate da 5,1 a 11,3 milioni
rispetto al 2008. Di questi 11,3 milioni di franchi, i membri della direzione hanno versato
solo 10080 franchi di contributi all’assicurazione contro la disoccupazione ovvero una
percentuale pari allo 0,0225% dei loro salari. Detto diversamente, hanno versato 2 franchi e 52 centesimi per ogni lavoratore licenziato. È semplicemente vergognoso!
Altro esempio, quello dell’Agie Charmilles:
Yves Serra versa all’assicurazione disoccupazione lo 0,4% del proprio salario. Il CEO del
Gruppo Georg Fischer – di cui fa parte anche Agie Charmilles – lo scorso anno ha licenziato 1'845 persone, 500 nella sola Svizzera. Molti lavoravano ad Agie Charmilles
da anni e avevano versato regolarmente i contributi all’assicurazione contro la disoccupazione.
5
3. Risparmi vergognosi sulle spalle
dei lavoratori più anziani
I lavoratori più anziani (oltre 55 anni) hanno diritto a 520 indennità giornaliere se hanno
pagato i contributi all’AD per almeno un anno e mezzo. Con la riforma avrebbero diritto solo
a 400 giorni d’indennità. Quindi chi a causa della crisi perdesse nuovamente il lavoro dopo
meno di due anni sarebbe doppiamente svantaggiato perché perderebbe anche sei mesi
d’indennità. Per i lavoratori più anziani, questi sei mesi sono di capitale importanza, poiché
per loro è molto più difficile ritrovare velocemente un lavoro. Questa misura di risparmio
che penalizza chi ha lavorato tutta la vita è vergognosa.
Anche i lavoratori di meno di 55 anni verrebbero penalizzati: infatti finora avevano diritto a
400 giorni d’indennità dopo aver pagato i contributi per un anno. In futuro essi avranno
diritto unicamente a 260 giorni, ovvero a meno di un anno.
Il Consiglio federale spera di risparmiare 174 milioni con la riduzione delle indennità giornaliere.
La revisione della LADI fa perdere...
29941 franchi a Francesco B.
Francesco B. (58 anni), due figli a carico,
è manovale. È stato disoccupato per qualche mese due anni fa. Dopo 20 mesi di
lavoro, la ditta per cui lavora fallisce e si
ritrova nuovamente disoccupato. Con la
nuova legge, Francesco B. riceverà solamente 400 indennità giornaliere anziché
le 520 cui aveva diritto finora guadagnando 6500.– al mese.
Aumento con
tributi
fr. 1’183.–
Riduzione de
lle prestazio
ni fr. 28 758
’ .–
Perdita com
plessiva
fr. 29’941.–
*
La revisione della LADI fa perdere...
fr. 2’652.–
Aumento contributi
tazioni fr. 30’968.–
Riduzione delle pres
33620 franchi a Maria N.
Maria N. (48 anni), un figlio a carico, ha
perso l’impiego che aveva presso una
grande industria a causa della crisi. È
*
–
.
0
2
stata più di un anno e mezzo disoccupafr. 33’6
Perdita complessiva
ta prima di ritrovare un posto. Ma anche
la sua nuova impresa sta per essere
ristrutturata: Maria, assunta di recente,
è una delle prime ad essere licenziata.
Con la nuova legge riceverà solo 260 indennità
giornaliere, ovvero meno di un anno, anziché 400. Guadagnava 6000 franchi al mese.
6
4. Riduzioni inaccettabili delle prestazioni
per i giovani
La revisione dell’assicurazione contro la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani. Si
vogliono risparmiare 100 milioni sulle prestazioni destinate ai giovani lavoratori e a coloro
che si affacciano sul mondo del lavoro.
n In futuro i giovani fino ai 30 anni dovranno accettare qualsiasi impiego, anche se non ha
nulla a che vedere con la loro formazione, le loro capacità o la loro attività precedente.
È assolutamente assurdo obbligare i giovani provvisti di una determinata formazione ad
accettare un lavoro per cui sono troppo qualificati. In tal modo rischiano di perdere le
loro qualifiche e d’ipotecare il loro futuro professionale. Inoltre questo pregiudica anche i
salari di altri giovani meno qualificati di loro.
n I giovani che hanno appena terminato una formazione avranno diritto solamente a
4 mesi d’indennità di disoccupazione (90 indennità giornaliere) anziché un anno
(260 indennità), visto che non hanno versato alcun contributo all’AD. Il periodo d’attesa
prima di poter beneficiare di qualsiasi indennità o di essere consigliato da un consulente
dell’ufficio del lavoro è di oltre 6 mesi.
n Il periodo di attesa dei lavoratori più giovani (fino ai 25 anni) è stato prolungato:
ormai dovranno aspettare un mese per beneficiare della prima indennità.
n I giovani sotto i 25 anni senza famiglia a carico che hanno versato contributi per un solo
anno dovranno accontentarsi di 200 indennità (9 mesi) dell’assicurazione contro la
disoccupazione.
La revisione della LADI fa perdere...
26580 franchi a Sven P.
Sven P. (28 anni) ha un diploma di
costruttore di macchine ottenuto in un
istituto universitario specializzato ed è
alla ricerca di un impiego, un compito
molto arduo in periodo di crisi. Siccome
non ha potuto lavorare durante gli studi,
ha diritto solamente a 90 giorni (appena
4 mesi) contro gli attuali 260 giorni concessi dall’AD.
–
fr. 5’772.
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t
u
b
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8.–
Aumento co
ni fr. 20 ’80
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Riduzione d
–*
fr. 26 ’580.
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Perdita co
* Modalità di calcolo: per calcolare la perdita complessiva abbiamo dapprima calcolato l’aumento dei contributi all’AD sul salario (+0,2%) prevista dalla nuova legge fino all’età del pensionamento. Poi abbiamo aggiunto
l’importo relativo al numero d’indennità giornaliere perse, calcolato in base ai parametri ufficiali. Siccome non
abbiamo preso in considerazione né l’evoluzione dei salari né un eventuale aumento dei contributi, riteniamo
di essere ancora molto al di sotto dell’aumento reale. Nel caso di Sven P., abbiamo calcolato un salario medio
fino alla pensione pari a 6000 franchi. In caso di liberazione dalle condizioni relative al periodo di contribuzione,
la cassa di disoccupazione calcola una riduzione forfettaria per i neodiplomati (3200 franchi nel caso di Sven).
Per quanto riguarda Ruth L., è stato preso in considerazione un salario medio di 4500 franchi. In questo caso la
deduzione forfettaria dovuta alla liberazione dal pagamento dei contributi corrisponde a quella dovuta dai
detentori di un Attestato federale di capacità.
7
5. Le donne ci rimettono sempre
Le donne che decidono di dedicarsi per qualche anno alla famiglia ci perdono sempre.
Spesso è difficile reinserirsi nella vita attiva e ritrovare un impiego dopo un lungo periodo
di pausa. Un divorzio o la morte del partner hanno spesso conseguenze finanziarie gravi
per le donne, ma l’assicurazione contro la disoccupazione non se ne cura. Le donne che
hanno appena divorziato o perso il coniuge avranno ormai diritto solo a 4 mesi di disoccupazione, mentre attualmente tale periodo è di un anno. Questa misura riguarda anche
chi cerca un lavoro dopo un lungo periodo di malattia.
La revisione della LADI fa perdere...
17857 franchi a Ruth L.
Dopo l’apprendistato come impiegata
di commercio, Ruth L. (58 anni) ha
lavorato in varie agenzie viaggi. A 56
anni cambia ancora lavoro, e poco
tempo dopo scopre di essere malata
di cancro. Dopo tre mesi di malattia
perde il lavoro. Dopo varie operazioni e
una chemioterapia – durate più di un
anno – può nuovamente cercare un
impiego. Ma con la nuova legge Ruth L.
avrà diritto solamente a 90 indennità
giornaliere anziché 260.
fr. 585.–
buti
i
r
t
n
o
c
o
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n
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72.–
stazioni fr. 17’2
e
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Perdita comples
fr. 17’857.– *
6. Trasferimento dei costi ai cantoni
La legge in vigore prevede che i cantoni che presentano un tasso di disoccupazione elevato
possano aumentare il numero d’indennità giornaliere per i disoccupati. Con la nuova legge,
questo non sarà più possibile. Con questa misura il Consiglio federale intende risparmiare
30 milioni.
D’altra parte cantoni e comuni dovrebbero sopportare un aumento delle spese per
l’assistenza sociale pari a 240 milioni. Questo trasferimento dei costi a cantoni e a comuni
– soprattutto le città – sarà automatico in caso di riduzione dell’assicurazione contro
la disoccupazione. Il numero di persone che dovranno bussare alla porta dell’assistenza
sociale aumenterà in maniera esponenziale.
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7. È del tutto normale che un’assicurazione
sociale s’indebiti in periodi di crisi
L’assicurazione contro la disoccupazione serve ad attutire le crisi. Quando la disoccupazione aumenta, è normale che l’assicurazione vada in rosso. In questo modo l’assicurazione contro la disoccupazione svolge un ruolo di sostegno alla congiuntura e mantiene alto
il potere d’acquisto con vari miliardi di franchi. Quando la ripresa si fa sentire, la disoccupazione scende e i salari aumentano, l’assicurazione contro la disoccupazione torna in attivo.
Dopo la crisi degli anni Novanta, gli 8,8 miliardi di franchi di debiti dell’assicurazione contro
la disoccupazione sono stati recuperati in meno di quattro anni.
Ciononostante il Consiglio federale ha avuto l’idea di abbassare i tassi di contribuzione
in occasione della congiuntura favorevole. Essi sono stati addirittura eliminati per i salari
superiori ai 315000. E adesso dovrebbero essere i disoccupati a farne le spese? Noi
diciamo fermamente NO!
Rispetto agli altri paesi europei i lavoratori della Svizzera sono poco protetti
contro il licenziamento: hanno quindi bisogno di un’assicurazione contro la
disoccupazione ancora più solida.
#
Sono contrario alla riduzione delle rendite e contribuisco alla raccolta delle firme.
Per favore inviatemi
cartoline supplementari.
Per favore, inviatemi l’opuscolo «contro lo smantellamento della LADI».
Per favore, tenetemi al corrente sull’andamento della raccolta di firme e sulla campagna
in vista sulla votazione
per posta
via e-mail:
per SMS Tel.:
Sostengo finanziariamente la campagna «Contro il saccheggio delle rendite»
Unia ha costituito un fondo per le offerte in favore della campagna
«contro lo smantellamento della LADI»: conto postale 30-631038-3, Unia,
«contro lo smantellamento della LADI», Weltpoststr. 20, 3000 Berna 15.
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