1.
La terza parte del testo di Dogana (1990)
i nodi tematici
Riflessioni sull’iconismo in diacronia
2.
L’iconismo nelle forme primordiali
3.
Usi espressivi della parola
4.
Applicazioni psicopedagogiche
Riflessioni sull’iconismo in diacronia: tesi ermogeniano-
:
aristotelica vs tesi cratiliano-stoica (katà fùsin)
•
Il mondo classico: Platone Cratilo (giustezza dei nomi orthotes o convenzione
syntheké)
Ermogene
Cratilo, qui presente, sostiene che ciascun
essere possiede la correttezza del nome che
per natura gli conviene e che il nome non è
quello col quale alcuni, come accordatisi a
chiamarlo, lo chiamano, mettendo fuori
una piccola parte della propria voce, ma
che una correttezza riguardo i nomi esista
per natura per Greci e barbari ed è la
stessa per tutti. Io gli domando dunque se
Gérard Genette Mimologie (1976)
egli ha a nome Cratilo conforme verità ed
Platone =cratilista deluso per via della
egli ne conviene. "E che dire", gli chiedo,
Presenza di R in skleròtes ‘durezza’ e
"per Socrate?" "Socrate", mi risponde.
della assenza di R in kìnesis ‘movimento’
diacronia
• Il Medioevo: Agostino (fra 300-400> cratiliano); Boezio
(1200>ermogeniano) Dante Nomina sunt consequentia rerum
• dal Rinascimento al ‘700: Ficino platonismo; Bacone (1623) segni
ex congruo vs ad libitum; Locke vs Leibniz (1704)
• Il ‘700: Giovambattista Vico tesi glottogoniche ; De Brosses;
Condillac; Herbert
• l’Ottocento: Humboldt (1836) famiglie di parole (wind,
wehen,ecc.) ; Cesarotti: parole rappresentative vs memorative
• Il Novecento: Jespersen Migliorini > questioni etimologiche : per
es.dump; adattamento del Sto al Snte = miniatura da minio e poi
piccolo; chic da chicane ‘cavillo’
L’iconismo nelle forme primordiali
Linguaggio animale
• Gestualità e postura animali: antitetici o graduali
• Segni vocali: gradualità
Linguaggio umano
• Realismo nominale : De Goeje lingue caraibiche
• Ideofoni : Doke lingue bantu
• Clicks: Stopa Boscimani
Linguaggio infantile
Simone : lingua infantile completamente antiarbitraria
Piaget: parola sole è calda, luce è luminosa, ombrello la o ripara dal sole
Lingue inventate, forme delle parole ,
Baby talk >iterazione, funzione centripeta e centrifuga, palatalizzazioni
Marchi > definizione
Il marchio è un qualunque segno suscettibile di essere rappresentato graficamente, in
particolare parole, compresi i nomi di persone, disegni, lettere, cifre, suoni, forma
di un prodotto o della sua confezione, combinazioni o tonalità cromatiche, purché
siano idonee a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli delle altre.
In Italia la materia marchi è disciplinata dagli articoli da 7 a 28 del Codice della
proprietà industriale (D.L. n. 30 del 10 febbraio 2005).
Tipi di marchi
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Logogramma o marchio denominativo che descrive ogni raffigurazione il cui segno
grafico è riconducibile a una forma verbale, ad un logotipo oppure ad una forma
alfabetizzante.
Pittogramma o marchio figurativo che descrive ogni rappresentazione il cui segno
grafico non è riconducibile a una forma verbale bensì a una figura, a una
immagine.
Marchi misti che sono composti dalle due categorie precedenti, cioè logogramma e
pittogramma.
Marchi di forma che sono determinati dalla forma stessa del prodotto o dagli
oggetti che caratterizzano la produzione dell’impresa.
Marchi uditivi a cui appartengono tutte quelle tipologie di marchi caratterizzati da
elementi sonori.
Marchi di qualità in cui la qualità non è riferita alla qualità del marchio ma a quella
del prodotto che si identifica con questo marchio, intendendo cioè tutti quei
marchi che garantiscono la qualità, il modo di fabbricazione o le caratteristiche del
prodotto.
Classificazioni
Riferimenti connotativi
Classificazioni
Riferimenti connotativi
Rudolph Arnheim Il pensiero visivo, 1969
• Sul marchio di Francesco Saroglia e Franco
Grignani per l’International Wool Secretariat
Manifesti marchio (Leonetto Cappiello, Armando Testa)
Esercitazione : come tradurre “to feel in the bones”?
Immagine da
Codeluppi 1997
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