Fiammetta Fanizza Università di Foggia Dipartimento di Scienze Umane [email protected] La sistemazione dello spazio urbano influisce nella definizione del rapporto tra cittadini e res pubblica La civitas risente degli interventi di pianificazione e di progettazione urbanistica Possiamo considerare una città solo come spazio fisico? La pianificazione e la progettazione urbana sono utili per descrivere la relazione tra cittadini e politica pubblica, oppure sono dei fini veri e propri? In Italia espansione, rigenerazione e riqualificazione urbanistica intendono la città esclusivamente come spazio fisico invece che come paesaggio e come racconto In Italia lo stato sociale ha perso il suo ruolo e la sua funzione. A partire dalla seconda metà degli anni '70, le politiche pubbliche non hanno garantito la qualità della organizzazione urbana, trasformando, invece, trasformazione la città in una vetrina in cui il piacere è lo scopo principale di ogni attività. Le politiche pubbliche italiane continuano ad accelerare i processi di devastazione sociale, soprattutto al fine di valorizzare i patrimoni ed aumentare le rendite immobiliari (centri storici) turisticizzazione dell’esperienza urbana In assenza di politiche pubbliche efficaci, il mercato immobiliare e la filosofia di centro commerciale definiscono le nuove geografie urbane tanto che le aree del consumo descrivono la città, offrendo nuovi scenari utili per descrivere e raccontare la modernità e la condizione di vita urbana. Il consumo esperienziale determina il paesaggio, ossia il commercio moderno e il property management generano le nuove geografie urbane ed incidono sul carattere identitario degli abitanti di un luogo da cittadini a cittadini-consumatori La città non è più il luogo della socialità e né della solidarietà in quanto la gente (i cittadini) oggi raramente è interessata a sviluppare sentimenti di empatia. Ne consegue che la visione della città come rete e come connessione tra cose e persone è continuamente messa in discussione le città si trasformano in un insieme di relazioni di scambio e di servizio la materializzazione delle aree urbane cancella la visione di città come determinazione di rapporti di vicinanza, di somiglianza e di connessione tra le diverse zone urbane la domanda e l’offerta di consumo delle città: destrutturano l’ordine e la composizione sociale dei suoi abitanti; turbano il rapporto di mutualità e di solidarietà tra gli abitanti di un medesimo luogo; modificano gli indici di densità abitativa; disaffezione verso la “cosa pubblica” mancanza di pratiche di partecipazione civile dispersione e/o smarrimento del logos la città smette di favorire il continuo processo di scambio tra elementi naturali e culturali (svuotamento dei centri storici) Dipende da un uso della città: sperequato; disarmonico rispetto agli interessi di tutti i cittadini; che utilizza in maniera negoziale la pianificazione territoriale. Il “vuoto” è quindi il il prodotto di una continua competizione La competizione riguarda: 1) territori: le sperequazioni compromettono e/o rallentano i processi di differenziazione e di mobilità sociale 2) gruppi di potere: le speculazioni economiche riducono i cittadini al rango di moltitudine ininfluente e obbligatoriamente consenziente; 3) inclusione ed esclusione: per ricercare modi per legittimare le istituzioni pubbliche e le forme di sovranità Gli strumenti di controllo urbanistico e gli obiettivi di pianificazione territoriale continuano a limitare il concetto di cittadinanza al principio giuridico della residenza Attraverso lo studio dei nuovi status legati all’affermazione dell’egemonia culturale derivata dalla mercificazione degli spazi e dei paesaggi, la riflessione sociologica deve procedere alla rifondazione dei concetti di luogo e di discorso pubblico Per associare il problema del cedimento del logos al tema della ridensificazione sociale dei centri urbani occorre tratteggiare una nuova vivibilità sociale, ovvero elaborare un metodo per consentire nuovamente ai cittadini l’esercizio del diritto alla città ed allo spazio pubblico L’esercizio del potere deve accompagnare in modo aperto e dinamico l’evoluzione dell’urbanesimo 1) 1) la rifondazione dei concetti sociologici di luogo urbano e di discorso pubblico, soprattutto per consentire ai cittadini di esercitare il loro diritto alla città come spazio pubblico; le ideologie devono tornare ad essere considerate come un'opportunità per tutelare l'identità culturale e per la produzione di racconto urbano 3) 3) definire il codice per raggiungere un sistema di welfare inclusivo assegnare significati socialmente condivisi all’economia per stabilire un collegamento inter-organizzativo tra strutture ed attori sociali una nuova viabilità sociale urbana metodo per la sistematica riassegnazione e/o ridistribuzione di competenze e di ruoli tra le diverse zone della città, ossia in rapporto ai mutamenti dei modelli cognitivi e degli stili di condotta sociale propri dell’urbanesimo una nuova viabilità sociale urbana Acquisire o riconquistare il concetto ed il principio di spazio pubblico partendo dalla ristrutturazione del lessico Per progettare un modello significativo di relazione sociale la città deve essere innanzitutto habitat di comunicazione e di partecipazione