Sotto Traccia numero 3 giugno luglio 2003 Poste Italiane spedizione in A.P.-70%-Brescia cronaca economia costume periodico di cultura www.bedizzole.bcc.it a cura della banca di bedizzole turano valvestino d Be peciale Assemb S e l l ea izzo p ag .34 a A tu .10 Gavardo di g a p ario r i ll g fie o t r t e m pa ompie 30 a n ione c n ip fus a g .5 La P r ino o fu st ve g “Il forte Va 4 l .1 radicamento nell’area di insediamento consente alla banca locale di godere di un vantaggio competitivo nei rapporti con le piccole imprese e di beneficiare della cura che gli operatori dedicano alla propria reputazione.” Vincenzo Desario Direttore Generale della Banca d’Italia o di c nca ba dina pag. 6 Viaggi pa itta g . 8 - 9P r ev a ll speciale assemblea 2 Il bilancio 2002 conferma il trend positivo della Bcc SUCCESSO DI NUMERI E SOCIALITA’ Azzi conferma: “L’efficacia del modello cooperativo che coniuga la forza del gruppo e l’autonomia dei singoli istituti.” Prima assemblea generale dei soci per il nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Ospite dell’annuale raduno in Sala Don Gorini, l’avvocato Alessandro Azzi Presidente Nazionale di Federcasse. Una mattina dedicata al riassunto generale dell’istituto per l’anno 2002, fatto di numeri in crescita e di progetti per il futuro. Ma aldilà delle cifre di bilancio, la riunione annuale rappresenta uno dei momenti di aggregazione più significativi per tutta la compagine sociale. 2.720.364 euro è l’utile netto 2002. Un traguardo che conferma l’ottimo andamento gestionale e programmatico, sotto l’attenda guida del direttore generale Dottor Mario Pizzatti. Di particolare interesse, come spiegato ampiamente nella relazione, l’adozione per la prima volta “..di un organico Piano Strategico Pluriennale 20032005, che il Consiglio di Amministrazione ha approvato alla fine dell’esercizio 2002, a completamento e prosieguo delle precedenti linee strategiche 2000 – 2002. Altro punto di importanza fondamentale nell’economia di crescita aziendale, l’introduzione della rivalutazione del valore delle azioni, attuata per la prima volta dalla Banca di Bedizzole Turano Valvestino, portando un rendimento effettivo sul valore nominale del 5,20% lordo. La rivalutazione favorisce tra l’altro la sottoscrizione di nuove azioni, per incrementare sempre di più capitale sociale e patrimonio, operazioni che portano sempre maggior forza alla nostra cooperativa e rafforzano il legame tra l’istituzione e la compagine sociale. A supporto di questa linea previsionale di crescita dei volumi della Banca, l’organigramma è stato costantemente monitorato per accrescere l’efficacia e l’efficienza di azione verso i soci e la clientela. Inoltre, secondo le sollecitazioni di Bankitalia, è stato dato impulso alle fondamentali attività di controllo operativo. Alessandro Azzi, ha espresso “apprezzamento per il risultato di bilancio 2002 della Bcc di Bedizzole Turano Valvestino, unitamente all’impegno per la stesura del Bilancio Sociale e delle linee contenute nel Piano Strategico triennale. Tali risultati – ha proseguito Azzi – confermano l’efficacia del modello cooperativo che coniuga la forza del gruppo, l’autonomia dei singoli istituti e la capacità di garantire un modello di diversità economica in un contesto bancario che privilegia le grandi aggregazioni.” Le valutazioni del Presidente Azzi, sono state ribadite anche dal dottor Angelo Zanutto, che in una seduta del Consiglio di Amministrazione della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, ha espresso “un apprezzamento al Cda e alla direzione per le positive risultanze di bilancio della BCC. Zanutto ha poi sottolineato l’importanza della struttura federale in merito al ritorno all’operatività degli organi sociali della BCC di Castel Goffredo,oggetto di commissariamento nel corso del 2002. Vanni Zecchi speciale assemblea 3 Alessandro Azzi confermato alla guida della Federazione di Milano ZECCHI NEL CDA LOMBARDO DELLE BCC Vanni Zecchi entra a far parte anche del consiglio di amministrazione di ISIDE, polo informatico del gruppo Assemblea della riconferma per Alessandro Azzi, eletto alla guida della Federazione Lombarda della Banche di Credito Cooperativo. E Assemblea anche dell’elezione di Vanni Zecchi, Presidente della Banca di Bedizzole Turano Valvestino all’interno del Consiglio Federale. L’entrata in campo di Bedizzole rappresenta un elemento di grande importanza dal punto di vista associativo generale, confermato anche dall’altro incarico recentemente assegnato all’ Ingegner Zecchi, ovvero quello di membro del consiglio di amministrazione di ISIDE, la società satellite del Credito Cooperativo che fornisce e gestisce i servizi informatici del gruppo. ISIDE attualmente supporta i servizi informatici di 112 banche, ICCREA compresa. L’assemblea federale, incastonata nella splendida cornice del parco di Carate Brianza, dove ha sede l’Auditorium della BCC di Carate, ha accolto i numerosi rappresentanti dei 48 Crediti Cooperativi Lombardi. Per la Banca di Bedizzole erano presenti insieme a chi scrive, il Presidente Vanni Zecchi, i vice presidenti Claudio Gazzurelli e Giovanni Ciolina, il consigliere Giovanni Zatti e il responsabile dell’Area Filiali Giorgio Venturini. Sul palco sedevano, accanto al Presidente Alessandro Azzi, Battista De Paoli, vice presidente vicario dimissionario, Carlo Tremolada, Presidente del Collegio Sindacale e il Direttore Generale della Federazione Angelo Zanutto. Qualche dato sulla Federazione evidenzia, come detto, 48 istituti associati, per un totale di 537 sportelli nei quali operano 4.893 dipendenti. La raccolta diretta del gruppo è stata nel 2002 di 14,9 miliadi di euro, gli impieghi 11,5 miliardi per un capitale di circa duecentomila clienti affidati e 96.868 soci. Complessivamente la crescita è stata del 13,5% per quanto riguarda la raccolta diretta e del 16% se parliamo di impieghi. La riconferma di Alessandro Azzi è stata supportata sostanzialmente dagli interventi assembleari successivi alla lettura della relazione. Relazione che ha sostenuto i valori tradizionali del credito cooperativo che si sintetizza nella tradizione centenaria di conoscenza locale e nell’essere “buona banca e buona cooperativa.” Aggiungendo però precise connotazioni di modernizzazione dalle quali non si può prescindere. “..la federazione Lombarda – ha sostenuto Azzi – è convinta che per le proprie associate essere buone banche e buone cooperative non sia ancora sufficiente. Per affrontare un mercato in continuo cambiamento, per poter conseguire economie di velocità, che sembrano sopravanzare economie di scala e di gamma, è infatti assolutamente necessario poter contare su capacità, competenze, strutture, organizzazione, non ottenibili a livello di singola azienda.” Notevole la soddisfazione, a casa Bedizzole per la doppia elezione di Zecchi che spiega “Questo incarico rappresenta l’oggettiva constatazione della validità nei numeri e nei progetti della nostra BCC. E tutto questo è stato possibile grazie alla partecipazione di tutte le nostre componenti operative ed amministrative. E le prime cifre del 2003 sembrano sostenere il trend positivo che ci riguarda. Nel mese di marzo infatti – continua Zecchi – gli impieghi con la clientela sono aumentati del 24,55% rispetto al marzo del 2002, mentre la media di variazione a livello lombardo è stata del 16,76%. Stessa parametro positivo per mutui (+39,27% Bedizzole, +25,39 Lombardia), raccolta (+ 15,85% Bedizzole, +13,04 Lombardia) e patrimonio, (Bedizzole +8,32%, Lombardia 4,26%). Altro dato positivo il calo in media regionale dell’incremento di partite a sofferenza che a Bedizzole è lievitato solo dello 0,72% rispetto al posizionamento lombardo del 6,37%.” Mario Pizzatti bedizzole 4 La Bcc di Bedizzole Turano Valvestino presenta il Bilancio Sociale 2002 UNA BANCA A TRAZIONE SOCIALE Le cifre per un istituto di credito a responsabilita’ sociale Anche la Banca di Bedizzole Turano Valvestino, come buona parte delle Banche di Credito Cooperativo italiane, ha provveduto a presentare all’Assemblea ordinaria dei Soci dell’11 maggio scorso, oltre al tradizionale bilancio d’esercizio, il Bilancio Sociale 2002, disponibile presso tutte le filiali della Banca. Uno strumento che, come è stato scritto nell’introduzione del documento, intende dare conto “della coerenza sociale della nostra Banca, fornendo notizie in merito all’assetto istituzionale dell’azienda, ai suoi valori di riferimento, aziendali e di gruppo, ai collegamenti tra valori dichiarati, politiche e scelte compiute” e contemporaneamente “esplicare quanto in concreto la Banca di Credito Cooperativo contribuisce allo sviluppo – globalmente inteso – degli attori che con essa interagiscono. Il Bilancio Sociale ha trovato, come detto, una larga diffusione all’interno del sistema del credito cooperativo per la naturale consonanza delle finalità che esso vuole esplicare e che ben si sposano con la sensibilità e il profilo di Responsabilità Sociale portato avanti dalle BCC. Responsabilità che non esclude, ma anzi integra, la necessità della Banca di rispondere con sempre maggiore attenzione a criteri di economicità e competitività. Per ciò che riguarda la Banca di Bedizzole Turano Valvestino, il Bilancio Sociale 2002 è stata l’occasione per prendere una prima confidenza con tale strumento. Una riflessione necessaria a far emergere, anche mediante evidenze contabili e numeriche, alcune peculiarità di valore che caratterizzano la nostra Banca rendendola oggettivamente “differente” da altre aziende di credito. Innanzitutto il Valore della propria storia e la saldezza delle coordinate valoriali che dal 1895, pur nel mutare di condizioni sociali ed economiche, v e n g o n o riconfermate, dimostrando la propria straordinaria attualità ed efficacia. Valore che trova conferma anche in considerazione del fatto che è proprio di oltre 470 BCC italiane. In un contesto sociale che tende a disaggregare l’individuo e i cosiddetti “corpi intermedi”, la BCC può a ragione considerare un valore la Partecipazione e il coinvolgimento della Compagine Sociale, sia in termini di adesione alla vita sociale, dalle varie iniziative culturali alle occasioni di incontro e comunicazione, che di reale rappresentatività degli organi sociali. Un’occasione ulteriore per dimostrare come la natura cooperativa sia non solo un esempio di democrazia economica e di decentramento economico, ma anche una formula efficiente ed efficace di “fare” Banca. Il terzo grande valore che è emerso è legato al rapporto di Radicamento e mutuo coinvolgimento tra il territorio servito e la Banca, con quest’ultima presente in prima fila nel dialogo e sostegno alle famiglie, alle aziende, alle istituzioni di solidarietà e promozione del territorio fino agli enti amministrativi. Se non è possibile misurare quanto la BCC ha contribuito in 107 anni allo sviluppo del proprio territorio, è peraltro agevole dare conto della rilevanza che oggi la BCC riveste nelle comunità nelle quali è chiamata a operare e del circolo virtuoso che si è venuto a creare. Per concludere un valore che riporta ad uno dei cardini del credito cooperativo: la centralità della Persona. La riflessione su quanto la BCC oggi compie non può prescindere dal prendere coscienza del Valore del Patrimonio umano, della rete di relazioni che essa sa vivificare, a partire dai Soci, ai collaboratori, fino a quanti si rapportano con la nostra istituzione nella continua ricerca di una reciproca soddisfazione e nella speranza di trovare e ricevere fiducia. Alberto Comini Un incarico di presitigio per l’imprenditore lumezzanese URSO CHIAMA LUIGI BECCHETTI Il socio ed ex amministratore della Banca di Bedizzole, diventa consigliere del sottosegretario alle attività produttive I destini delle attività produttive italiane passano anche dall’esperienza più vicina ai nostro mondo. Luigi Becchetti, imprenditore lumezzanese, socio della Banca di Bedizzole Turano Valvestino di cui è stato anche amministratore, ricopre da qualche tempo l’incarico di consigliere del sottosegretario alle attività Produttive Adolfo Urso. L’incarico è di indubbio prestigio e si inserisce nella qualità che il commendator Becchetti da sempre inserisce all’interno del comparto d’impresa. L’esperienza dunque. Quella che dal lavoro catalizzato quasi per magia nella Lumezzane dei record, ha portato Becchetti a sviluppare nel tempo e nella storia anche dalle parti di Bedizzole. Un vita scandita con l’orgoglio e la presenza valgobbina, che non ha manca di riconoscerne meriti anche in campo politico e civile. Il cerchio interessante e concreto di conoscenza, ha portato poi Becchetti ad occuparsi dell’ambiente bancario. Anche in questi ricordi proviamo una certa emoziona raccordando il periodo in cui Luigi Becchetti, offrì la sua esperienza nel Consiglio di Amministrazione dell’allora Cassa Rurale Artigiana di Bedizzole Turano Valvestino. Il connubio tra i grandi numeri dell’imprenditorialità bresciana e lumezzanese e la costante, ma inesorabile, amalgama artigiana e rurale della Bedizzole degli anni ottanta, raccordava con qualità e senso critico l’attività sempre attenta e stimolante del Becchetti amministratore di banca. Oggi l’esperienza già ricordata del commendatore estenderà, attraverso l’incarico di consigliere del sottosegretario Urso, quello zoccolo duro e programmato di intensa qualità bresciana. Favorendo crediamo, anche attraverso la mediazione oculata di Luigi Becchetti, il sostegno ad una corretta e regolata internazionalizzazione dell’impresa italiana. turano valvestino 5 Nel 1973 le storiche assemblee straordinalrie LA FUSIONE COMPIE TRENT’ANNI La sostennero 120 soci di Bedizzole e 60 di Turano Valvestino Trentennale della fusione tra Bedizzole e Turano Valvestino. A parlare le note dell’ormai storica unione, che determinò lo sviluppo e la crescita dell’istituto di credito. Il giorno Ventinove Aprile 1973 nel Cinema Oratorio Arena, alle ore 09.00, ed il sei maggio 1973 alle ore 10 nei locali dell’albergo Alle Alpi di Turano Valvestino le assemblee straordinarie della due Casse, Rurale ed Artigiana di Bedizzole Società Cooperativa a Responsabilità Illimitata e Rurale di Turano Valvestino, sempre Società Cooperativa a Responsabilità Illimitata deliberavano, per Turano 60 soci su 74 ,per Bedizzole 120 soci (di cui ventidue per delega) su 208, la trasformazione da società cooperativa a responsabilità illimitata e la fusione delle due casse rurali nella nuova “ Cassa Rurale ed Artigiana di Bedizzole Turano Valvestino, da quel momento società cooperativa a responsabilità limitata. Tra i vantaggi derivanti dell’operazione si soffermava l’attenzione su quello dell’allargamento della zona di operatività nei comuni di Gavardo, Polpenazze, Roe Volciano e Vobarno.La Cassa Rurale di Turano operava in una zona montana, con scarse prospettive di sviluppo della redditività. Le possibilità di impiego rimanevano scarse, mentre la massa fiduciaria continuava ad accumularsi sensibilmente grazie al risparmio dei lavoratori della Valle, che prestavano la loro opera altrove , specialmente all’estero.Queste prospettive indussero gli allora amministratori a trovare contatti con una consorella del gruppo disponibile ad una unione . Dopo varie trattative la fusione venne fatta con Bedizzole. Ai tempi l’operazione fu considerata anomala, in quanto si univano due entità territoriali troppo differenti geograficamente, culturalmente ed economicamente. Con il passare degli anni si rivelò invece una soluzione vincente, VIAGGIO DENTRO LA BCC Accompagnati dai coleghi anziani i giovani scoprono il territorio Quando si sente parlare di banca viene subito alla memoria un ambiente non particolarmente chiaro, dove predominano freddi e complicati meccanismi. Una sorta di nemico dal quale è necessario tutelarsi attraverso un costante controllo, il cui unico scopo e quello di raggiungere obbiettivi lucrativi. Esiste un tipo di banca diversa. Una Banca che appartiene al Credito Cooperativo e che da oltre cent’anni opera nel settore ed il cui scopo principale non è quello del lucro, bensì quello di produrre utilità e vantaggi svolgendo un’attività culturale e sociale a benefici dei soci e delle comunità locali. Stiamo parlando della Banca di bedizzole Turano Valvestino, un tempo chiamata Cassa Rurale ed Artigiana. A dimostrazione della diversità di questa Banca, basti solo pensare all’incontro formativo per tutti noi neoassunti, accompagnati sulle strade di provincia proprio fino a Turano Valvestino, dove si radica una parte delle origini della BCC, grazie alla fusione tra la Cassa Rurale di Bedizzole e quella di Turano che avvenne nel 1973.Anche quest’anno circa 10 giovani hanno intrapreso il viaggio per Valvestino, accompagnati dal Direttore Mario Pizzatti, Giorgio Venturini e Mauro Chiappini. Dopo un veloce tour panoramico delle Filiali vicine, Calvagese, Muscoline e Gavardo, siamo giunti alla Filiale di Gargnano. Una breve sosta per poi riprendere il viaggio per l’alta valle. A Turano ci hanno accolto nel Palazzo Comunale all’interno del quale è iniziato il vero e proprio incontro formativo. Qui ogni neo-assunto ha avuto la possibilità di parlare di sé, delle proprie esperienze lavorative e dell’attuale impiego. A tutto questo è seguito il discorso del Direttore riguardante le origini della nostra Banca. La Cassa Rurale ed Artigiana nasceva per dare sostegno ai contadini poveri della zona che spesso, a causa di scarsi raccolti, erano costretti ad indebitarsi finendo abitualmente nelle mani degli usurai. Oggi per tradizione la BCC ha conservato questi valori: è una Banca solidale, vicina ai meno abbienti, a chi vive con difficoltà l’inizio di un’attività impreditoriale, facilitando l’accesso al credito alla categorie economicamente più deboli. E’ chiaro però che i valori, gli obbiettivi nobili da soli non bastano. E’ essenziale sia per la zona di operatività che si allargava con il progetto fusione, sia per la dislocazione territoriale che ha favorito lo sviluppo dell’attuale Banca di Bedizzole Turano Valvestino .Oggi possiamo affermare l’importanza del nostro Istituito di Credito, punto fermo nel panorama finanziario ed economico della Provincia di Brescia, nonché motore di sviluppo e di sotegno a tutte le attività della zona in cui operiamo. Anche per Turano Valvestino costituisce un considerevole traguardo aver contribuito al successo della BCC, conservando la presenza sul territorio dello sportello di Turano Valvestino e della tesoreria comunale a Capovalle. Un riconoscimento a dei coraggiosi amministratori, non forse strateghi di economia di scala, ma dotati di molto buon senso e saggezza, che hanno permesso la nascita della nostra banca, investendo con la loro scelta nel futuro e nello sviluppo. Giorgio Venturini Un tour di conoscenza per i neo assunti la presenza dell’impegno costante e continuativo per dare corso ai tanti progetti economici e solidali di questo tipo di istituzione. In quest’ottica ecco l’importanza del personale dipendente. Uno staff, oggi di circa 100 elementi, che ha consentito alla BCC di Bedizzole Turano Valvestino, insieme alle attente scelte programmatiche degli amministratori, di sopravvivere in un contesto dove, in alcuni casi, altre Casse Rurali sono scomparse. Da qui, l’importanza della formazione del personale. Partendo anche dall’incontro di Turano. Appuntamento utile per poter trasmettere proprio ai dipendenti, che rappresentano il futuro della BCC, i valori che hanno contribuito la nascita dalla Banca. Valori indispensabili per garantire la sopravvivenza di questo Istituto di Credito. Al termine dell’incontro abbiamo avuto modo di visitare la piccola, ma non per questo meno importante, Filiale di Turano che è stata recentemente munita di un nuovo punto bancomat a disposizione di cittadini e turisti.La giornata si è felicemente conclusa a Capovalle, dove accolti dal sindaco, abbiamo potuto assaggiare le gustose delizie della Valle, per poi finire a suon di musica tra le note della fisarmonica del signor Bruno. Francesca Bodei ciliverghe 6 Lo sportello di Ciliverghe è in funzione di cinque anni PROFUMO DI BANCA CITTADINA Sempre aperta la concorrenza con il mercato del credito bresciano, ma la crescita continua Ciliverghe, primo lustro. Cinque anni di Banca di Bedizzole Turano Valvestino, conditi dall’impegno oggi consolidato di sportello in piena attività ed espansione, sulla via napoleonica che da Brescia attraversa la provincia verso Est. O meglio verso Nord Est. Inspirando il movimento lombardo - veneto dello sviluppo imprenditoriale moderno. Qui il ragionamento prende giri veloci di progresso. E la dinamica dell’agenzia non manca di coronare questo aspetto stimolante e creativo del qualificato territorio bresciano, appoggiata dentro e fuori la città con prorompente e alternativa forza commerciale. “Abbiamo iniziato con grande entusiasmo cinque anni fa – ci racconta il direttore Graziano Pavan – ed all’inizio non è stato molto facile. Ciliverghe era e rimane una piazza complessa. La grande vicinanza con Brescia favorisce il fenomeno della grande concorrenza, anche in relazione al fatto che il maggior numero di clienti è costituito da aziende. Le difficoltà iniziali – continua Pavan – si collegavano a questi aspetti che in sostanza rendevano problematica la nostra visibilità. Ma oggi la situazione è cambiata. La BCC di Bedizzole Turano Valvestino è ben conosciuta, con una clientela di qualità che seguiamo sempre con grande attenzione.” Attualmente lo sportello di Ciliverghe occupa con il direttore, quattro addetti. Qualche ulteriore ragguaglio a margine della breve, ma intensa storia di questa agenzia, ce lo racconta Paola Guatta, giovanissima cassiera cresciuta sostanzialmente nella BCC a Ciliverghe “Quello che mi piace del mio lavoro è il contatto quotidiano con la gente. Deve dire che qui ho sempre avuto un ottimo rapporto con la clientela.” Il contatto positivo e diretto con il pubblico, è marchio fondamentale nella filosofia di intervento della Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Alberto Avanzi, anche lui cassiere, prima di lavorare in BCC, ha vissuto un’esperienza di occupazione in un istituto bancario a Berlino “Rispetto al cliente tedesco, quello italiano è molto diverso – spiega Avanzi – perché manifesta maggiore elasticità, attraverso il colloquio e la voglia di parlare. In Germania il sistema è più rigido. In ogni caso ci sono pregi e difetti in ognuna di queste realtà. Sicuramente però, dal punto di vista lavorativo, è più invitante il morbido approccio all’italiana, che anche qui a Ciliverghe ho potuto intrattenere ed apprezzare.” Diverse esperienze, diverse valutazioni, ma unicità nelle metodiche relazionali all’interno della normale routine di sportello “Dopo la filiale di Gavardo – aggiunge Marco Zanetti, vice direttore di agenzia – ho potuto apprezzare la piazza di Ciliverghe, che rispetto alla mia precedente sede di lavoro mi è apparsa, anche in ragione del volume d’affari, in una veste più morbida, anche se non meno aggressiva dal punto di vista operativo e promozionale. C’è poi da dire – prosegue Zanetti – che questo è il nostro sportello più cittadino, sia per il forte legame con Brescia, che per la vicinanza con il centro commerciale.” Il crocevia di Ciliverghe, frazione di Mazzano, con il contraltare dell’altro campanile comunale suddiviso di Molinetto, ha allargato l’estensione territoriale della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, in una prospettiva di impegno concorrenziale molto stimolante. “Sostanzialmente – riprende il direttore Graziano Pavan – questa è un’agenzia principalmente orientata verso operazioni di investimento e di impiego. Il pullulare di aziende che si affacciano sulla statale, giustifica questo orientamento. Sono infatti proprio queste aziende che oggi valutano e utilizzano le nostre offerte. La concorrenza è sempre stata molto agguerrita, lo dicevano gli studi programmatici di marketing effettuati prima di aprire lo sportello. Lo sentiamo anche adesso, soprattutto in merito alle condizioni applicate ai prodotti. Però – conclude Pavan – la sfida sul mercato l’abbiamo vinta, mentre esistono ancora discreti margini di miglioramento.” Travolgente questo vento di nord est bresciano, rimarca perifrasi di un progresso sul quale intervenire con lucida coerenza. A questo volge lo sguardo futuribile del team di Ciliverghe, che interpreta la crescita controllando l’oggi e il domani, aggiungendo sentimento e tradizione. nuvolento 7 Il rally è giunto all’edizione numero ventisette MILLE MIGLIA,PRIMO CAMPOS Il portoghese vince in volata dopo una gara entusiasmante La Valle Sabbia, l’Alto Garda e la Valvestino sono stati interessati il 4 ed il 5 aprile scorsi dal passaggio della Ventisettesima edizione del Rally 1000 Miglia, terza tappa del Campionato Italiano e soprattutto gara di apertura a massimo coefficiente del Campionato Europeo. La gara, partita da Desenzano del Garda per il quarto anno consecutivo, e più precisamente da Villa Pellegrini, situata alle porte della cittadina gardesana e oggi sede dell’Istituto Antoniano Padri Rogazionisti, si è corsa su diciotto prove speciali cronometrate, distribuite su sette tratti asfaltati differenti percorsi dai concorrenti più volte nell’arco dei due giorni di gara. Gli organizzatori bresciani ormai da anni hanno scelto i tratti cronometrati più significativi, riproposti edizione dopo edizione: la prima tappa si è disputata sulle prove speciali di Irma (novità di questa edizione), Capovalle (con partenza da Crone di Idro e arrivo nei pressi della Diga di Valvestino), Tremosine (lieto ritorno dopo un anno di assenza e considerata a pieno titolo una prova da Campionato Mondiale) e San Michele di Gardone Riviera (prova speciale ormai entrata nella storia delle corse automobilistiche italiane); la seconda tappa si è svolta invece sulle insidiosissime curve delle “piesse” di Marmentino (caratterizzata da un fondo stradale spesso umido e sporco), Cavallino della Fobbia (prova cult del Rally 1000 Miglia con partenza da Vobarno e arrivo a Treviso Bresciano) e Pertiche (ben 25 chilometri di curve impegnative e teatro solitamente di un tifo da stadio). Le due tappe sono state precedute giovedì 3 aprile dalla ormai classica prova spettacolo di Lonato, svoltasi in notturna sulla pista del kartodromo “South Garda”, tracciato tra i più impegnativi in ambito europeo dove si disputano gare di kart a livello mondiale. La sfida è stata incerta fino al chilometro conclusivo dell’ultima frazione speciale, la “Pertiche”, al termine della quale il portoghese Ribeiro de Campos su Peugeot 206 WRC, entrato in prova con soli 5 decimi di vantaggio sul bresciano Luca Pedersoli, ha consolidato il suo primato portandolo a più di 22 secondi. Un successo annunciato ma ben più sofferto del previsto quello del portoghese. Campos infatti nella prova spettacolo di Lonato era stato penalizzato di 3 minuti per essere uscito dal circuito con un giro di anticipo. Un clamoroso errore, senza il quale sarebbe stato largamente al comando di un rally che, a detta di molti, si è invece rivelato come l’edizione più appassionante degli ultimi dieci anni. Ne ha approfittato infatti il vobarnese Pedersoli con la sua Peugeot 306 Maxi, concludendo al comando la prima tappa del Rally davanti a Longhi su Subaru Impreza e al russo Vasin su Peugeot 306 WRC. Nella seconda tappa la superiorità tecnica della vettura WRC di Campos (identica a quelle utilizzate nel campionato mondiale e capace di rifilare un secondo e mezzo ogni chilometro a vetture di categoria A/7 ) ha permesso al portoghese di ribaltare il risultato, e di aggiudicarsi dopo l’ultima prova speciale, come già citato, la vittoria della competizione. Pierangelo Festa soiano del lago A Polpenazze e dintorni la quinta edizione del torneo giovanile internazionale VALTENESI CALCIO INTERNATIONAL 900 atleti in gara, fra pulcini,allievi,esordienti e giovanissimi Giovani d’Europa in campo a Polpenazze. Sono i mini calciatori che hanno partecipato alla quinta edizione del torneo internazionale Valtenesi del Garda. Una tre giorni intensa che ha visto gareggiare nella varie categorie italiani, tedeschi, francesi, austriaci e ungheresi. L’idea è nata a cura dell’Associazione Sportiva Valtenesi, presieduta da Piero Merigo, con la collaborazione dei Comuni valtenesini e dei vari Gruppi sportivi locali. Una festa dello sport. Una festa, unica nel suo genere almeno in Lombardia, che aggiunge interesse turistico in quel di Pentecoste sulla Riviera del Garda. Dal poggio di Polpenazze, dove il pallone interpreta da sempre un risvolto organizzativo interessante, con il bellissimo torneo a sei su campo in erba, le esperienze diverse dei giovani calciatori d’Europa. Così nella categoria pulcini si è affermata la squadra tedesca del VFL NeckarauMannheim. Sempre la Germania al primo posto negli esordienti con la SV Worblingen. Mentre gli italiani dell’AC Alfianello e dell’ AS Valtenesi, sono saliti sul gradino più alto del podio rispettivamente nelle sezioni dedicate a giovanissimi ed allievi. Notevole il successo di pubblico, che ha partecipato con gran passione ai numerosi match previsti dal calendario. Sui campi di Polpenazze, Manerba e Moniga in totale si sono esibiti circa 900 giovanissimi atleti. Ma aldilà dei numeri, che pure risultano molto rappresentativi, è bene sottolineare il carattere internazionalmente qualificato della manifestazione. Caratteristica che sostanzialmente aggiunge qualità e spessore allo spirito d’integrazione europea, anche in ambiente giovanile locale. viaggi 8 Il gruppo dei soci agricoltori tra valli di pesca e casoni UN DELTA DI AROMI E SENSAZIONI In visita al museo della bonifica.Tra la natura del fiume e l’arte secolare dell’Abbazia di Pomposa Solletico della mattina fresca e quasi nebbiosa. L’orario è per le 6 e 30, ma qualcuno aggira il suo sguardo anticipato di mezz’ora nella desolata piazza Europa. Bedizzole inizia il risveglio. Il suo zoccolo duro agricolo, già percorre con ansia la ricerca del bus in partenza per il Delta del Po’. La gita, formato Banca di Bedizzole Turano Valvestino, stimola il gruppo. Change over di terre da visitare. Contrafforti di acque e di pesci diversi, da scoprire tutti assieme, paragonando la quotidiana esperienza del pöta a quella del ciò. Di mezzo le radici veneziane, ricordate da nomi e segni comuni tra il Po’ di Venezia e le rogge del Chiese. Consolidati e corroborati dalla novità, i soci radunano gli spiriti sotto le insegne del vessillo Zecchi, cognome veneziano trapiantato a Bedizzole nei secoli ed oggi rappresentato dall’Ingegner Vanni, Presidente della BCC. Pullman in azione allora con l’arrivo del management di Alberto. Via sulla Serenissima per incontrare subito caffè e cappuccini. Poi qualche acquisto sospetto, rilevato dalle parti del bus number one. Dicotomie spirituali diverse aleggiano nell’aria veloce che apre all’arteria Transpolesana. Torpedone numero due: movimenti telefonici, un po’ di relax, qualche parola in compagnia. Pulman numero uno: accurate e scientifiche libagioni. Ritmate dal pane, eccolo l’acquisto sospetto, e dal salame che come sempre s’intrufola nel movimento rurale ed artigiano. Simbolo antico. Quasi un amuleto che s’impone nell’occasionale nomadismo, per mantenere il contatto con la terra d’origine. L’occhio sul primo appuntamento al Museo della Bonifica di Ca’ Vendramin, viene così buttato in maniera diversa. Allegramente spensierato, primo bus. In attenta osservazione, secondo gruppo, nel quale si scorgono moti evidenti di golosità invidiosa. Di fronte comunque l’archeologia industriale dell’impianto di idrovore, utili a sollevare le acque di tutto il territorio dell’Isola di Ariano. Saliscendi di emozioni in quei ricordi. Con le bocche di fuoco, attrezzate per ingabbiare il vapore. Il problema primi novecento era quello di non annegare. Di non togliere respiro alla voglia di restare per quelle terre. Deviate con rigore dall’astuzia veneziana. In una tagliata di Po’, per impedire l’interramento dei porti serenissimi. Guerra senza archibugi, quella inventata dalla sottile diplomazia dei Dogi. A farne le spese gli estensi, con conseguente mutazione del profilo attuale del Delta. Ca’ Vendramin chiuse i battenti alla fine degli anni cinquanta. Carbone e elettricità, spensero la loro energica azione di sostegno per questo mondo dove spesso i pesci nuotano più in alto del volo degli uccelli. Si riparte, in bocca alle valli di pesca che affacciano il loro regime ittico allo sguardo dagli argini. Cormorani e volpoche, sibilano nei grandi stagni alla ricerca del pesce che presa una via, mai e poi mai cambierà direzione. E qui è questione di coerenza. Di rigore morale-animale. Confutato dalla malizia umana, che di questa serietà naturale si fa beffe, allestendo reti e trappole a favore di pesche miracolose. A Porto Tolle la nave è in banchina. La truppa sale sopra e sotto per navigare il fiume fino al mare. L’aria frizza sugli anatemi degli ultimi freddi. La truppa agricola si assopisce nel balneare colore dell’acqua che pian piano s’intrufola nel sale. Eccolo il mare. Arriva improvviso, anticipato dalle sabbie affioranti. Magia appena accennata in avanscoperta marina. Bocca di Pila che scorre su quella costante di sottosopra terracqueo discreto e fascinoso. Camargue dal sapore nostrano, dove l’erre moscia svanisce nel dirompente andirivieni dell’acqua nazional popolare. Giù dal battello su in corriera. Ancora valli di pescato e pescatori, con camuffamenti eroici di caccia controllata. A qualcuno del gruppo forse prude il sano rito del grilletto. Bisogna accontentarsi del binocolo, rimirando falchi pescatori garzette ed aironi grigi. Di airone manca quello rosso. Eggià, la strada dal Sud Africa, sebbene libera, è sempre lunga. Stefano e Sandro, le guide del Delta, sorridono e scaricano nozioni e racconti. Fino al background del trionfo del gusto. La pappa si rivela nel casone con il fuoco più grande del mondo. Favola antica di griglia trapiantata in questo Delta sopraffino di luci e sapori. Girano i branzini, vincolando l’anguilla alla brace che ne sgrassa l’umore. Imbanditi tra il bianco frizzante ed il risotto che occhieggia al gnocco nero di seppia, i soci agricoltori eludono la dieta, formulando il piacere vero della forchetta da maneggiare senza riserve. Stop al convivio con sguardi di nostalgia per la piazza d’armi infuocata e via ancora verso la romanica Pomposa. La storia conclude la passeggiata sul Delta. Con le folaghe del ricordo che narrano della millenaria abbazia benedettina. Potenza religiosa, incastonata nei pensieri degli uomini forti di terra e di fiume. L’arpeggio dei motori riprende a narrare la sua voglia di autostrada. Un ciao a Stefano e Sandro e poi l’urlo silenzioso verso Bedizzole. Confronti e racconti tra le chiacchiere di fine avventura. “Quanto costerà da queste parti la terra?” “Certo l’estensione non manca.” “Però quanta acqua!” Riparati dalle controversie della stanchezza, gli agricoltori valutano il sentimento con l’arguzia dei fatti. A noi restano le parole, utili al racconto. Frasi che vivono. Per cantare in coro le suggestioni di un giorno non qualsiasi. Attraversando il Delta in compagnia dei figli veri della nostra terra. viaggi 9 Ricordi di vita e di lavoro al Parco della Miniere RICORDI DI VITA SOTTO TERRA Un museo del lavoro in miniera, per non dimenticare Scavando nel grembo del ricordo di miniera. Ripercorrendo la strada del tempo in cui l’esistenza si realizzava nell’andirivieni sistematico della fatica indirizzata sotto il pelo ruvido della terra. Così i Soci della Banca di Bedizzole Turano Valvestino, ospiti del Parco Minerario dell’Alta Valtrompia e della consorella BCC della Valtrompia, hanno potuto guardare in faccia questo passato di lavoro. Sono entrati nei cunicoli scavati con perizia nella dura roccia. Hanno osservato l’immagine complessa delle dinamiche di lavoro nel tempo. Quel tempo in cui il pezzo di pane era lusso e gloria essenziale, nascosto al palcoscenico pubblico nella sofferenza tragicamente concepita negli angoli sperduti del sottosuolo. Il Presidente Vanni Zecchi e i soci della BCC di Bedizzole hanno imboccato l’originale antro della miniera Marzoli di Pezzaze, accolti dai componenti dello staff del Parco Minerario, guidati da Rosaria Paterlini e Alessandro Bernardi insieme al Presidente della BCC della Valtrompia Giovanni Bernardi. Suggello sinergetico di economia e tradizione. Come il vento rurale ed artigiano di queste banche tanto locali, quanto essenziali, riportava a pieni polmoni. Ma là sotto di vento ce n’era e ce n’è davvero poco. Provare per credere. Anche in condizioni di passeggiata turistico educativa. E i polmoni, quelli professionali da minatore, qualche anatema dannatamente fastidioso lo raccontano ancora nella rabbia del loro storia attuale. Ma per capire bisogna guardare più da vicino. Indossata la divisa classicamente adeguata nei colori forti di casacca e baschetto, il treno della Marzoli stride nella partenza che alla fine qualcosa di sottilmente temerario lo nasconde ancora. Il buio si fa sempre più fitto. Quasi a stabilire una gradazione surreale dell’oscurità. Qual è il buio più buio? Quello della mente o quello del cuore? Quello che si accompagna alla fredda e pungente umidità? Oppure quello inconscio ossessivo e neutro che elude la materia? Sicuramente l’oscurità enfatizza il rumore. Forte e tragico elemento, che catalizza il risveglio deciso dei nostri sensi benevolmente sterilizzati. E’ venuto il momento di scendere. Glauco, occhio intenso di accompagnatore dal vissuto minerario accertato, racconta la storia camminando insieme al gruppo assegnato. Come lui le altre guide dello staff, ripercorrono con nostalgica estasi di linguaggio, i segni e le modalità della legge di miniera. Su e giù fra lo scorrimento dell’acqua. Guardando in alto verso i cosiddetti formelli, ossia pertugi di servizio magistralmente collocati sui percorsi di lavoro. A due a due lavoravano i minatori. E non dovevano essere fratelli. Dogma di miniera per preservare la specie, in ragione della capacità di sostenere il lavoro e la sofferenza. Quasi una benevola volontà di tutelare nel tempo una carriera di sventura a garanzia del pane quotidiano. La via del ferro era passata anche da questo. Ora la materia s’è fatta silenziosa di lavoro e tragedie. Resta il ricordo imbastito per chi vuol rammentare o più semplicemente conoscere. Ricordi della via del ferro sono anche quelli che accompagnano il Forno-Museo Fusorio di Tavernole sul Mella, con l’impronta dei suoi sistemi di mantice e fusione. Respiri forti di spessore montanaro, con imprinting bresciano capace di interessare anche Leonardo da Vinci, venuto da queste parti, pare, per studiare proprio gli efficienti mantici valtrumplini. Ma è sempre la miniera che scarica l’adrenalina interpretativa della difficoltà del vivere. L’obbligo della sopravvivenza legato ad un lavoro che della vita sembra interessarsi ben poco. Paradosso crudele a favore di un’esistenza veicolata ad una realtà grama. Eppure. Eppure il condimento della memoria e della storia, suggerisce pensieri annessi e connessi più che appassionati. Sarà il battito del racconto che interseca l’emozione in un boato. Esplosione di immagini e parole. E sentimenti forti. La miccia, ai tempi, era accesa in automatico. Oggi riverbera ancora nella nelle finte verità di variegati fitness, che per esser tali devono passare dalla sofferenza. Ossia, massacriamoci di fatica, rischiamo la vita , che poi la felicità arriva. Concetto ribaltato, o perversione da benessere? Ragioni di miniera: ci tocca faticare, soffrire e morire per poter guadagnare e di conseguenza esistere. Ragioni dell’attualità: ci tocca ancora faticare, soffrire e morire, questa volta pagando il dazio di un canone mensile, sempre per poter continuare ad esistere. Così la ragione, al cospetto di analogismi così assurdi, perde i pezzi. Ma il cuore, sebbene oggi un po’ perverso, prova ancora a battere in sotterranea scioltezza. prevalle 10 Fratelli Ferraboli, l’ artigianato di qualità esportato nel mondo A TUTTO GRILL Eralado il maestro artigiano, Mimma la manager, Mario il creativo meccanico Il caso. Il fato o destino. Poi la costanza, l’impegno e la voglia di crescere. Mimma Ferraboli, la racconta così, spiluccando dalla memoria genesi, storia e attualità della Ferraboli SNC, azienda che viaggia per l’Italia, l’Europa ed il mondo con i suoi barbecue, dall’originale ed evoluta impronta progettuale. Ricetta di ben vissuta dinamica industriale, quella allertata dai fratelli Ferraboli. Riassunta nell’attualità che rivela i duemila girarrosto al giorno, realizzati e progettati con l’amore e la competenza di chi argomenta la fortuna con coerente e concreta applicazione. Triade vincente alla fine, quella formata da Eraldo, fratello primogenito dalla qualificata esperienza di maestro artigiano; Mario, creativo geniale di meccanica ed affini e Mimma, che investe nel suo ruolo di manager, la lungimirante e vitalissima esperienza affrancata dall’impegno nella Confederazione Nazionale Artigianato in breve CNA - dove attualmente riveste la carica di vice presidente nazionale. “Eppure la ditta è nata proprio da un caso - conferma Mimma Ferraboli forse la pazienza e la perizia di nostro padre Ottorino, operaio aggiustatutto per definizione, e una famiglia di cinque figli ha scatenato qualcosa. L’inizio è stato comunque molto particolare. Finita la maturità classica - continua Mimma Ferraboli - mio fratello Eraldo costruisce un girarrosto per casa, il tipico spiedo bresciano. Lo vede uno zio che conduce un negozio di ferramenta <fanne un altro che lo metto in vetrina>. Morale: l’oggetto è subito venduto. Così la faccenda cresce sotto il portico di casa sul banco di lavoro di papà.” Ma è solo l’inizio, perché nel frattempo Mimma prende il diploma di segretaria d’azienda, Mario studia alla Moretto, mentre Eraldo prosegue nel suo prezioso armeggiare su spiedi ed affini. “Preso il diploma - continua Mimma - lavoro per tre anni alla Gnutti, dove sviluppo una grande esperienza. Contemporaneamente mi occupavo della contabilità della ditta individuale di Eraldo. La società in nome collettivo prende corpo nel 1976, ben delineata nelle competenze di noi tre fratelli. L’abilità nel progettare, costruire e vendere, permette quasi immediatamente di iniziare con le esportazioni. “Devo dire - continua Mimma Ferraboli - che da sempre abbiamo esportato i nostri prodotti. Personalmente ho iniziato a viaggiare per l’Europa e poi per il mondo, partecipando a fiere e rassegne di settore. L’assistenza e la cura nei riguardi della clientela alla fine si sono rivelate vincenti.” Il galoppo continua in questo attraente mondo artigiano. Ma le difficoltà naturalmente non sono mancate. “Ricordo ancora oggi - riprende Mimma Ferraboli - il 1986, con l‘incidente nucleare di Cernobyl. Improvvisamente vennero bloccati tutti gli ordini. Nessuno investiva più nulla in attrezzature gastronomiche da utilizzare all’aria aperta. Eppure siamo riusciti a superare la crisi. E di questo dobbiamo ringraziare i nostri dipendenti che hanno capito la situazione impegnandosi ancor più a fondo.” Quello dell’impegno globale e sinergico in tutte le sue componenti specifiche, è marchio indelebile dello stile Ferraboli. Come pure l’attività all’interno dell’associazione di categoria di Mimma Ferraboli. “Anche riguardo a questo, devo parlare di casualità - puntualizza l’imprenditrice - mi ero recata a Brescia da quelli che allora nominavano come gli artigiani, ovvero l’unica associazione di categoria. Il periodo era quello dei primi anni settanta. Da poco era stata varata la legge sulle coperative artigiane di garanzia, che dava la possibilità di accedere a finanziamenti particolari e mirati. Dopo alcune difficoltà di logistica e qualche coda di troppo, mi sento rispondere allo sportello <deve tornare domani!> Improvvisamente il moto di rabbia si è trasformato in ricerca immediata della soluzione. Qualcuno mi aveva informato della nascita di una nuova Associazione: la CNA. Sono iscritta da allora. Ne sono stata Presidente provinciale per Brescia dal 1990 al 2000 ed ora sono al secondo mandato di Vice Presidenza Nazionale. E’ un incarico importante che mi ha dato molte soddisfazioni, ma la mia vita è l’azienda, nella quale oggi collabora anche mio figlio Davide.” L’elemento di continuità libera il fiato ai progetti per il futuro e per un mercato che ormai spazia dall’Europa alle due Americhe fino all’Asia. Con l’Australia per ora ancora in attesa “perché in quelle zone servono articoli molto più grandi. Si vedrà. Come si vedrà per un’azienda da creare in Argentina, quando la situazione economica di quel paese sarà più stabile.” Luccicano gli investimenti concreti in creatività ed idee sempre molto chiare, che Mimma, manager di razza, sviluppa a getto continuo. Mancano le domande - ma saranno davvero fondamentali? - sul ruolo di donna a capo d’industria e vai ancora sulla globalizzazione. “La generazione giovane sia di donne che di uomini - taglia corto Mimma Ferraboli - insieme alla costante mancanza di valori, mi sembra si soffermi su eccessivi sproloqui sui diritti, evitando accuratamente riflessioni sui doveri. Per quanto riguarda la globalizzazione ci sono naturalmente vantaggi e svantaggi. Molte regole non sono effettivamente a favore delle piccole imprese. Oggi essere imprenditori è sempre più difficile, ma io ritengo sia importante sfruttare le potenzialità organizzative che la globalizzazione offre anche ai più piccoli. Mi viene da pensare ad Internet ed al fatto che ognuno di noi può comunicare e vendere sempre più liberamente per le vie ufficiali o telematiche che siano.” Così la banalità si risolve in attributi efficaci e decisi. Quelli della qualità che si fa concretezza. Condizioni coniugate, guarda caso, in un grill di emozioni al femminile. gargnano 11 Sono iniziati i lavori di ristrutturazione della parrocchiale LA RINASCITA DI SAN MARTINO Con Don Valerio Scolari alla scoperta del capolavoro vantiniano Urgenti e delicati interventi per la parrocchiale di San Martino a Gargnano. Li ha promossi con impegno da caterpillar dinamico della fede Don Valerio Scolari. Si tratta di mettere in asse il castello delle campane e di ristrutturare e restaurare la cupola vantiniana. I lavori sono già iniziati. Adesso serve che il gran mondo del denaro aggiunto, sostenga l’impegno da tradurre in opere di bene come questa in soccorso della Chiesa. Posto magico quello che si affaccia con la parrocchiale di San Martino che domina il boccascena di lago formato Gargnano. Don Valerio ci accompagna in questo viaggio tra chiesa, canonica e attività quotidiane di parrocchia. Al riparo dai rigori del nord, il giardino incantato che tra limoni, aranci, pompelmi ed ulivi balconeggia imponente a rimirare le azzurre intensità gardesane. Là dentro cresce di tutto. Come per magia in quella armonizzante onnipotenza climatica che il lago è in grado di offrire. “Lo spazio è veramente incantevole – spiega Don Valerio – per tenere tutto questo ben di Dio in ordine, è necessario l’impegno e la volontà di molte persone.” Qualche nuvola ondeggia, mentre osserviamo il movimento di persone calibrato che ne mette in evidenza l’impegno. Un cortese invito al pensiero dell’acqua in ipotesi di piccole gocce e noi rientriamo guardando da vicino la bellissima sala che si affaccia sul loggiato. La datazione di questo ambiente originale e autorevole, si colloca nel periodo veneziano. Bellissima ed affascinante nel suo retaggio storico di cui immaginiamo il variegato utilizzo per riunioni e convivi. Come a significare la parola inespressa di muri, soffitti ed affreschi. Ma la canonica offre spunti ancor più intriganti. Telefoni che squillano, in un incessante movimento che intreccia la fede al ritmo quotidiano. Don Valerio risponde, argomenta, precisa e manifesta interessamento adeguato ad ogni sorta di richiesta. Continuando naturalmente a rispondere alle nostre domande, che inclinano la curiosità sulle problematiche di restauro generale “Nel nostro territorio – aggiunge Don Scolari – abbiamo undici chiese, tre canoniche, due oratori ed alcuni altri edifici di culto. In ben sei casi dobbiamo assicurare interventi urgenti per quanto riguarda la sicurezza. Per non parlare naturalmente di quelli di tipo architettonico Le opere che stiamo realizzando a San Martino erano ormai inderogabili.” Le parole, le cifre e un accurato manuale stilato dai tecnici, confermano la mappa complessa delle problematiche generali. Ma giunge il tempo di guardare l’avanzamento dei lavori più da vicino. La Chiesa è stupenda. Ne incrociamo lo sguardo grandioso della cupola Vantiniana. Sorprende l’immensità del presbiterio, mentre la navata enfatizza un’originalità quasi esclusiva. Saliamo le scale interne. Una chiocciola lunghissima che arriva fino alla sommità. Da sopra si scorge la particolare architettura a doppia parete, necessaria per sostenere l’ampia cupola, che dall’apice al pavimento dista ventotto metri. Interno giorno che valorizza il progetto del Vantini. Con Don Valerio ridiscendiamo, sfidando vertigini e compromessi labirintici. Ma il filo d’Arianna è solidamente legato all’appassionata perizia emozionale del parroco. Usciamo dalla chiesa ed entriamo nell’antro stretto e verticale del campanile. L’interno di scale, pianerottoli e ringhiere in legno, conferisce allo spazio un accogliente movimento ospitale. Fili robusti in lunghezza ed altezza, arrivano fin su. Su dove il cinque più uno di campane ci attende, insieme agli operai della ditta sud tirolese che ne accarezzano il castello di supporto. “ A Pasqua – s’inorgoglisce Don Valerio – le campane hanno suonato a pieno ritmo.” Dalla balconata il panorama è indescrivibile. Guardiamo la cupola della Chiesa e la sua magica prospettiva su questo lago che varia nella luce e nei colori, di momento in momento. Dentro il puntale di quella cupola, un documento che ne accerta, dopo il restauro di lamiere ed affini, l’originale strutturazione dei materiali. Un piccolo ed intrigante segreto, che fa vedere l’impegno e la regola d’arte nel effettuare l’intervento generale. Poi si ragiona del suono di queste campane. Che oggi è più intenso. E si libera completamente grazie all’accurata e meticolosa perizia nel calibrarne il colore timbrico e il grande suono. Il riassunto globale di questo incontro, riparte dal punto a capo che precisa priorità e urgenze. E intanto osserviamo ancora il lago. Mentre il profumo di carcadè invade la stanza e interpreta l’ospitalità di Don Valerio. “Questo non fa male e si gusta abbinato al succo d’arancia.” L’armonia si completa guardando più sotto, il giardino delle meraviglie dove crescono proprio le mitiche arance. Lì, dopo la fine della scuola, arriveranno i bambini per il Grest. Don Valerio ne è coordinatore ed inventore esclusivo. Reinventiamo il pensiero in quei sorrisi di gioia e di speranza, pronti a scattare veloci, su e giù per le balze del giardino di canonica. Rivedendo volontà e progetti in questa luce vivacissima e pulita. In un mix di sentimenti e ingenuità utili e fondamentali per avviare con concreta emozione, il viaggio continuo e affascinante nel recupero e consolidamento degli spazi, delle cose e degli oggetti, che superano la materia per sostenere memoria, pregio e spirito. salò 12 Compie 144 anni la Società di Mutuo Soccorso Artigiana Operaia MUTUO SOCCORSO ULTRACENTENARIO L’associazione opera oggi a sostegno della comunità di Salò La società di Mutuo Soccorso Artigiana Operaia di Salò ha da poco festeggiato nel corso dell’Assemblea di maggio i 144 anni dalla propria fondazione essendo stata costituita, prima nella Provincia di Brescia, la mattina del 2 gennaio 1859. In tale giornata circa duecento soci si riunivano nella chiesa di S. Giustina a Salò per partecipare alla prima adunanza generale della società. Nella chiesa gremita vi trovavano posto calzolai e fabbri, falegnami e barcaioli, prestinai e osti, negozianti al minuto e girovaghi, giardinieri e contadini di Caccavero, l’attuale Campoverde; tra gli altri i rappresentanti di attività ormai dimenticate quali quelle dei lavoranti in cordelle e in palle da gioco, chiodaroli e sellai nonché gli ultimi imbiancatori di refe salodiani. Nei primi banchi, accanto alle autorità, il gruppo di notabili che aveva creduto in quel progetto e che aveva raccolto con straordinario tempismo l’esempio dei primi movimenti associativi di solidarietà che, seppur sorti e sostenuti dalla “paterna” presenza di filantropi, predicavano la compartecipazione e il mutuo soccorso delle classi operaie ed artigiane. Essa aveva seguito un duplice riferimento: a livello nazionale quello delle prime società di mutuo soccorso piemontesi che a loro volta si richiamavano a simili iniziative inglesi; a livello locale aveva giocato un ruolo fondamentale l’esempio di Mantova e soprattutto lo stretto rapporto con le vicine società di Riva e Rovereto costituite intorno alla metà del secolo. Il richiamo ai valori della cooperazione e del mutuo soccorso si concretizzerà in altre significative iniziative che seguiranno l’istituzione della Società di Mutuo Soccorso. Sono infatti da ricollegarsi alla stessa radice umana e ideale la nascita dell’Asilo d’infanzia (1863), la costituzione della Banca Popolare di Salò sorta nel 1869 per volontà della società e diretta alla raccolta di piccoli risparmi e alla concessione di crediti sull’onore ad attività artigianali, la cooperativa (1897) e l’unione di consumo (1906), la mutualità scolastica salodiana (1911). In un’epoca nella quale l’intervento dello Stato in materia era ancora inesistente, la società mutua offriva una garanzia di sostentamento nel caso di forzata assenza dal lavoro evitando all’artigiano di dover ricorrere agli istituti di beneficenza pubblica o privata. Oltre al sussidio di malattia era previsto che una quota fosse riservata alla costituzione di un fondo pensione da elargire dopo dieci anni di contribuzioni. Nel 1894 venne inoltre costituito un terzo fondo destinato a sovvenire ai lavoratori colti da infortuni, ossia “malattie di breve durata e dipendenti da cause traumatiche”. Accanto al servizio di “mutua” la Società intendeva seguire la crescita morale e culturale degli associati. E’ soprattutto in questo passaggio che più facilmente si scorge da parte dei notabili quella “paterna premura”, di ottocentesca memoria, nell’inculcare sentimenti di sana morale, dedizione alla propria professione e amore per la Patria. La società intendeva preservare inoltre una significativa unione di intenti tra notabilato e classi lavoratrici a dispetto delle crescenti tensioni sociali che caratterizzeranno la fine del secolo XIX. A distanza di decenni la Società di Mutuo Soccorso di Salò, venute meno le finalità originarie e dopo alcuni anni di stagnazione, opera oggi proficuamente e vivacemente a sostegno della Comunità di Salò. Grazie all’impegno di un gruppo di persone, la Società ha recentemente ampliato la propria Compagine Sociale ed oggi conta ben 357 iscritti. Tale impulso ha permesso un rinnovato impegno nel campo della cultura e della valorizzazione della storia locale, tra cui l’istituzione del premio “Zanoli”, riconoscimento rivolto agli studenti che presentino ricerche su temi di storia locale, della solidarietà con il sostegno a istituzioni sul territorio e della cooperazione permettendo inoltre di arricchire le iniziative di aggregazione rivolte ai Soci con incontri e gite. Una presenza dunque che, a 140 anni dalla nascita, intende ancora farsi voce della propria Comunità, delle proprie radici e delle sue più positive aspirazioni. muscoline Alberto Comini A Salò le ex Rondinelle del Brescia Calcio sfidano il team di Radio Delta 2000 SOLIDAL FOOTBALL IN UN MATTONE Il ricavato dell’incontro sarà devoluto alla ricerca immunologica Un mattone per l’immunologia. Ed una partita di calcio allo stadio di Salò, per aggiungere cemento a quel mattone. Così domenica 22 giugno alle ore 18 la squadra sponsorizzata da Radio Delta 2000 di Muscoline, affronterà le ex Rondinelle del Brescia calcio in un match benefico, patrocinato dagli Assessorati allo Sport della Provincia di Brescia e del Comune di Salò. Il ricavato delle offerte sarà poi devoluto all’Associazione “Un mattone per l’Immunologia” degli Spedali Civili di Brescia, mentre la partita sarà dedicata a Vittorio Mero, il giocatore del Brescia tragicamente scomparso. Anche la Banca di Bedizzole Turano Valvestino sostiene l’iniziativa a favore della ricerca sull’immunologia. Il progetto bresciano, a proposito di impegno nel settore immunologico, riguarda la realizzazione di una nuova sede e di un nuovo modello organizzativo per l’assistenza e la ricerca nelle malattie reumatiche, infiammatorie croniche ed autoimmuni. Questo tipo di intervento risulta essere molto importante, perché riguarda un tipo di malattie invalidanti che producono elevati costi sanitari: un esempio conosciuto, l’artrite reumatoide. A queste problematiche si aggiunge il progressivo incremento della richiesta di prestazioni e la impellente necessità di adeguamento della struttura e dell’attività alle normative di legge. E qui si parla di partecipazione al registro internazionale dei trapianti, organismo indispensabile per valutare la compatibilità dei donatori. Un dato su tutti: fino ad oggi ben 8.300 bresciani hanno risposto all’appello della donazione, permettendo il trapianto a 39 malati di leucemia a cui è stata salvata la vita. vobarno 13 Valle Sabbia, tra Cattolicesimo, Islam e capacità di dialogo RELIGIOSITA’ SENZA FRONTIERE In valle anche Buddisti, Taoisti e Scientology L’attuale quadro religioso e razziale della Valle Sabbia è fluido e caratterizzato da intense dinamiche ancora in fase di studio. La presenza storica della Chiesa cattolica, sul territorio con 194 edifici di culto rintracciabili in tutta la Valle, rileva un incremento dovuto alle correnti migratorie di cristiani orientali appartenenti all’Ortodossia (rumeni, moldavi, serbi, bielorussi, ucraini) e di Evangelici, (immigrati non islamici di colore). La Congregazione cristiana dei testimoni di Geova, rimane la religione non-cattolica di maggior radicamento in almeno 15 località e con 3 luoghi di culto (le c.d. “Sale del Regno”). L’Islam è probabilmente la seconda religione valsabbina dal punto di vista numerico, sia per gli immigrati marocchini e senegalesi, che per l’immissione di pakistani e cingalesi, albanesi e bosniaci. Anche i cinesi, sempre più presenti, sono portatori discreti di valori religiosi: Confucianesimo, Taoismo e Buddismo sono le religioni dell’antica Cina che né il comunismo né l’odierna corsa al mercato globale hanno potuto soppiantare. Va pure rilevata la presenza di Scientology, localmente denominata Chiesa di Scientology dei Tre laghi, con una sede a Brescia e appartenenti in più paesi della Valle. Difficile evidenziare invece interessi per il mondo dell’esoterismo e dell’occulto: ultime ricerche rilevano comunque un’attenzione e una crescente frequentazione di maghi e cartomanti o sedute spiritiche; non constano, per il momento, presenze di gruppi dediti al satanismo, anche se non sono mancate in passato segnalazioni perlopiù fuorvianti, o a determinati cerimoniali magici. Con questo nuovo clima, il dialogo interreligioso ed interazziale dovrà fare rapidamente i conti in nome della libertà e del rispetto delle identità, ed il futuro delle convivenza in Valle si giocherà sulle vicendevoli capacità di confronto, di critica e di riconoscimento, da cui il mondo economico ed i suoi appartenenti (banche in primo luogo) non possono esimersi. Anche la nostra Banca, da sempre attenta alle problematiche della comunità e per Statuto ispirata “ai principi della dottrina sociale cristiana”, di fronte ad una realtà variegata e frutto dell’immigrazione interrazziale e interreligiosa, si sta avvicinando ad essa con consapevolezza e rispetto, non solo accogliendo clientela straniera ed offrendo loro condizioni e consulenza professionale non diverse dalla clientela nazionale, ma anche, fornendo servizi apparentemente semplici, ma ad alto valore aggiunto come per esempio, consentire l’invio di rimesse nei paesi di origine a condizioni agevolate attraverso partners commerciali specializzati. La nostra Banca, anche e non solo in Valle, dimostra quell’apertura mentale di chi osserva la realtà e la sua evoluzione, sentendosi parte integrante di una comunità e assumendosi la responsabilità di un ruolo che va oltre la semplice fornitura di servizi di banca. Luca Galvani calvagese della riviera Arte,Finanza e Gusto in mostra a tra Raffa e S.Felice A TUTTI I COSTI Contaminazione fra generi per una miscela di ricerca fra istituzione,azienda,banca e creatività L’arte contemporanea sfida il realismo quotidiano, nel magico raggio tra le colline moreniche e il lago di Garda. Miscellanea intrigante quella ideata da Vanda Sabatino in collaborazione con il Comune di San Felice del Benaco, Pasini Produttori e Banca di Bedizzole Turano Valvestino. Una proposta che da giugno fino al 3 agosto, entra a far parte del territorio. Esponendo prima all’Osteria della Cantina a Raffa di Puegnago la rassegna Alias Arte, poi al palazzo Ex Monte di Pietà di San Felice del Benaco con la provocatoria A tutti i Costi. Simbolica e avvincente cornice questa contaminazione di dialettiche apparentemente opposte. Commistione suggestiva che entra nel gioco delle parti fra denaro, creatività e linguaggio del gusto, aprendo forzieri fantasiosi e surreali di metodo che aggiungono apparentamenti a lontananze solo manieristiche. In questa direzione muovono i tentacoli della rappresentazione contemporanea. E soprattutto nel titolo di A tutti i costi, che racchiude nell’indubbia efficacia del lampo promozionale, la vernice espressiva di un’identità complessa di ricerca. A tutti i costi è la progressiva concatenazione del pensiero che entra nella materia finanziaria, sotto l’occhio dell’indagine critica installata dall’arte. E per un’arte che ironizza e supera la reality a volte supponente del linguaggio economico, ecco l’alternativa. Elemento che entra nella panacea poco mediatica dei fatti che evolvono. Ecco la realtà solidale, mascherata dalla qualità interessata dei progetti realizzati e promossi a cura dell’inventiva bancaria. Nessuno ne parla. Perché il leit motive inossidabile qualifica la sensibilità in definiti compartimenti stagni. E stagnanti. Parliamone. A tutti i costi. gavardo 14 Dentro lo stand della Banca di Bedizzole Turano Valvestino GAVARDO DIARIOFIERA Tre giorni di Credito Cooperativo versione sportello immagine Metti due giorni in Fiera. Dentro il contenitore della Gavardo commerciale e produttiva della Valsabbia operosa e inventiva. Metti ancora una Banca. Quella di Bedizzole Turano Valvestino. Con il suo vestito centenario di credito cooperativo. Quella che cerca nella singolarità dell’incontro con la clientela, l’esclusività di un rapporto di lavoro che non esclude passioni e corollari diversi dal freddo raziocinio economico. In questo imbuto di metti e rimetti in opera, lo stand BCC ha aperto le sue tracce di esperienza e collaborazione al fluire metallico del popolo di visitatori nella tre giorni di fiera. Accompagnati da quella fisicità out di sportello, i colleghi hanno raccontato la banca fuori porta. Calando gli assi di personalità e franchezza, eludendo l’immagine e il look della tradizione accademico finanziaria. Prima attrice dell’happening gavardese, Rosaria che di cognome fa Baruzzi, direttrice dell’agenzia di Gavardo. Cambio di ambiente, e talenti inespressi evolvono nell’allestimento dello stand. Altri produttori si affidano alle sapienti art direction di standisti professionali. Da noi tutto si ragguaglia nel cataclisma veloce del dare e avere. Ma anche qui la sensibilità si fa forza. Inerpicandosi per sentieri complessi di fruizione in offerta speciale. Così il patrimonio storico di un divano così, così, sbuca fuori nella sua alternativa ipnotizzante, sotto un telo copritutto che ne incentiva la presenza scenica. Si può fare ragazzi. Ma sopra non ci potremo sedere. Mettiamoci i libri della BCC, come ingredienti di qualità. Sull’arte moderna confidiamo aggredendo i visitors con una doppia C incrociata all’essenza di polistirolo. Niente computer. Troppo banale. Troppo vestito. Troppo cravatta di rappresentanza superficiale. Meglio le caramelle. Vero Rosaria? Tutto ok! Possiamo partire . Per quel vento di immagine che subito regala un’emozione. La cavalcata dei politici, guidata dal presidente della Provincia Alberto Cavalli, si ferma e ci saluta nella giornata inaugurale. Tra i sindaci una conoscenza familiare. Albino Zabbialini, presidente del nostro Collegio Sindacale e primo cittadino di Muscoline. La festa comincia bene. Il resto della qualità lo offrono i passanti ed i curiosi. Apprezzamenti e qualche aggiunta di chiacchiere al rituale quotidiano dell’estratto conto e del mutuo. Presidente, Vanni Zecchi e Direttore Generale Mario Pizzatti arrivano, in un pomeriggio dai torridi risvolti africani, a dar lustro a questa piccola città imbandita di credito e cooperazione. E il gruppo si rinfranca. Medicinalmente corroborato dalla presenza del gran giurì del potere. La fiera funziona. Molte promesse di lavoro a venire. Tanti appuntamenti da trapiantare in agenda. E il veicolo pubblicitario vola sull’ala d’immagine personale appoggiata alle facce del team. Bandito il biglietto da visita. Nel portafoglio altrui arriviamo solo noi. Senza l’orpello stampato privo di dialettica. E alla fine della fiera, come diceva qualcuno, il cassetto dei sogni diventa tangibile e materiale. Ma in primis, come sempre, è la fantasia a dettar legge. Secondo l’art direction del cuore. Che spende e spande in sentimento. Immagazzinando consensi e qualità in estasi professionale. PROMOTION MUTUO AZIENDA GIOVANI IMPRENDITORI ETA’ MAX RICHIEDENTE SOMMA MAX SOCI NON SOCI DURATA 30 ANNI 50.000 EURO EURIBOR + 1% EURIBOR + 1,50% 5 ANNI PER LE GIOVANI GENERAZIONI CHE: PROSEGUONO L’ATTIVITA’ DEI GENITORI INIZIANO UNA NUOVA ATTIVITA’ ENTRANO NEL MONDO COME IMPRENDITORI E INVESTONO NELLA PROPRIA AZIENDA 15 OBBLIGAZIONI “SOCIO” durata biennale tasso fisso 3,50% durata triennale tasso 3,75% OBBLIGAZIONI “SUPER” durata biennale tasso fisso 3,15% OBBLIGAZIONI “STEP UP” durata 7 anni tasso max 4,80% MUTUO DONNE DONNA IMPRESA NUOVA ATTIVITA’ ACCESSO AL CREDITO PER NUOVE ATTIVITA’ MAX 250.000 EURO 60 MESI TASSO EURIBOR 6 MESI + UNO% DONNA IMPRESA GIA’ AVVIATA ACCESSO AL CREDITO ALLE DONNE GIA’ IN ESERCIZIO DI IMPRESA MAX 250.000 EURO 60 MESI EURIBOR 6 MESI + 1,50% Sotto Traccia Editore Banca di Bedizzole Turano Valvestino Piazza 25 aprile 13 25081 BEDIZZOLE (BS) Direttore Responsabile Giuseppe Rocca Tipografia FDA EUROSTAMPA SRL Via Molino Vecchio 185 25010 BORGOSATOLLO (BS) tel. 030/2701606 Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03 Cellofanatura e Spedizione COOP SERVICE s.c.r.l. Via Napoleonica 7 25080 REZZATO (BS) Tel. 030/2594360 hanno collaborato Alberto Comini, Fabio Chiarini,Barbara Caldera, Luca Galvani,Franco Bertoloni, Giordano Guerra, Stefania Zanetti, Giorgio Venturini, Francesca Bodei, Pierangelo Festa, Mario Pizzatti, Vanni Zecchi In vista di una sempre maggiore attenzione alla Compagine Sociale e di una più mirata e puntuale organizzazione delle prossime iniziative sociali, nelle prossime settimane verrà recapitata ai Soci una scheda anagrafica da compilare e restituire presso le filiali di appoggio.Tale scheda intende raccogliere informazioni sui diversi settori di attività della Compagine Sociale consentendo l’aggiornamento e un più efficace utilizzo del nostro archivio Soci. Allegata alla scheda anagrafica si coglierà l’occasione per inviare la personale posizione azionaria con un specifico spazio riservato a chi intendesse sottoscrivere nuove azioni della Banca di Credito Cooperativo. REGOLAMENTO CONCORSO BORSA DI STUDIO La Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo bandisce per il dodicesimo anno consecutivo un concorso per l’assegnazione di n° 60 Borse di Studio per l’anno scolastico 2002/2003 per l’iscrizione e la frequenza ad istituti e scuole di istruzione media di primo e secondo grado, statali o riconosciuti dallo Stato, corsi di laurea universitari e diplomi universitari di qualsiasi facoltà e riconosciuti dallo Stato. ciascuna materia e gli eventuali debiti formativi. La media sarà calcolata con l’esclusione dei voti riportati in Condotta e nelle eventuali materie facoltative. Dal concorso sono esclusi gli studenti ripetenti e gli Assegnatari di altre borse di studio. I concorrenti iscritti ai Corsi Universitari ed ai Corsi di Laurea Breve successivi al primo delle rispettive facoltà dovranno comprovare che si trovano in regolare corso di studi presentando la seguente documentazione: copia del piano di studi depositato presso la Segreteria della Facoltà. Il suddetto piano di studi dovrà risultare regolarmente approvato. certificato rilasciato dalla Segreteria dell’Università attestante il numero di esami sostenuto e le votazioni riportate per ogni esame. Nel caso in cui uno dei due documenti di cui sopra non dovesse essere presentato il concorrente non sarà ammesso al concorso. L’età massima degli studenti frequentanti Corsi e diplomi Universitari non dovrà superare i 26 anni. 1) Le n. 60 borse di studio saranno riservate rispettivamente in n. 50 ai figli di Soci e in n. 10 ai figli di clienti della Banca. Esse verranno suddivise tra le varie scuole ed indirizzi secondo le modalità di seguito riportate ed in proporzione alle domande pervenute. Il valore delle Borse di Studio è fissato in Euro 200 per le medie inferiori, Euro 400 per le scuole superiori di secondo grado, Euro 300 per gli istituiti professionali, Euro 600 per l’Università e Euro 500 per i Diplomi universitari. Il criterio di assegnazione delle borse di studio è stabilito in base alla graduatoria di merito e, a parità di media dei voti, costituiscono nell’ordine titolo di preferenza nella assegnazione delle borse stesse: • • • 3) La domanda di ammissione al concorso redatta sul modello predisposto e disponibile presso tutti gli sportelli della Banca, corredata dalla documentazione prescritta dal successivo punto 4 potrà essere presentata, entro e non oltre il 31 luglio 2003, direttamente presso gli sportelli della Banca di Bedizzole-Turano Valvestino – Credito Cooperativo oppure essere inviata a mezzo lettera raccomandata alla segreteria della BCC (Piazza XXV Aprile 13 – 25081 BEDIZZOLE). L’anzianità di apertura del c/c o libretto di risparmio presso la Banca di Bedizzole -Turano Valvestino – Credito Cooperativo Lo stato di orfano di uno o entrambi i genitori L’appartenenza a famiglia numerosa Verranno prese in considerazione, ai fini della graduatoria di cui sopra, le domande presentate aventi i seguenti requisiti: � Studenti che hanno conseguito il Diploma di licenza media inferiore con il giudizio di “ottimo”. � Studenti della Scuola media di secondo grado a livello di maturità, che hanno riportato nella sessione estiva dell’anno scolastico 2002/2003 una votazione non inferiore a 7.50/10 nello scrutinio finale se trattasi di promozione ad anno successivo e 85/100 per il conseguimento del diploma di maturità. � Studenti di Istituti professionali (compresi in questa classificazione anche gli istituti alberghieri) che possono dar diritto al conseguimento del diploma oppure ad una semplice qualificazione professionale che hanno frequentato il terzo anno e si iscrivono al quarto ed anno riportato una votazione non inferiore a 7.50/10. Gli studenti del quarto e quinto anno saranno equiparati agli studenti di scuola media di secondo grado a livello di maturità. � Studenti frequentanti l’Università iscritti prima dell’attuazione del D.M. n. 509/1999 che siano in regola con gli esami previsti dal piano di studi ed abbiano conseguito una media non inferiore ai 27/30 e per gli studenti iscritti dopo l’attuazione del D.M. n. 509/1999 che abbiano conseguito un numero di crediti congruo con il relativo e regolare piano di studi e una media non inferiore ai 27/30. � Studenti che hanno conseguito un diploma universitario con una media non inferiore ai 28/30. 2) I concorrenti iscritti agli istituti di istruzione media di secondo grado per l’anno scolastico 2002/2003 dovranno comprovare i requisiti di cui sopra mediante certificato rilasciato dalla scuola o dall’istituto cui appartengono. Il certificato scolastico dovrà riportare, ove previste, le votazioni ottenute in 4) Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti: • • Stato di famiglia del concorrente. • Certificato della Scuola o dell’Università di cui al precedente punto 2) Dichiarazione che il concorrente non è assegnatario di altra borsa di studio. 5) All’assegnazione delle Borse di Studio provvederà il Consiglio di Amministrazione della Banca con sua delibera sulla base della graduatoria elaborata. 6) Ai vincitori sarà data comunicazione personale entro il mese di settembre 2003. La graduatoria di cui sopra sarà disponibile presso la segreteria e le filiali della Banca per una eventuale consultazione almeno quindici giorni prima della data stabilita per la consegna. 7) La consegna del premio è subordinata al possesso di libretto a risparmio per gli studenti minorenni e di conto corrente personale per gli studenti maggiorenni aperto presso la filiale della Banca di Bedizzole Turano Valvestino indicata dal vincitore. 8) Le domande incomplete nella documentazione o che pervenissero fuori termine stabilito non saranno prese in considerazione. SONO DISPONIBILI PRESSO LE NOSTRE AGENZIE I MODULI DI ISCRIZIONE