Sotto
Traccia
numero 3 giugno luglio 2003
Poste Italiane spedizione in A.P.-70%-Brescia
cronaca
economia
costume
periodico di
cultura
www.bedizzole.bcc.it
a cura della banca di bedizzole turano valvestino
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“Il forte
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radicamento nell’area
di insediamento consente
alla banca locale di godere di un
vantaggio competitivo nei rapporti
con le piccole imprese e di beneficiare
della cura che gli operatori dedicano
alla propria reputazione.”
Vincenzo Desario
Direttore Generale della
Banca d’Italia
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speciale assemblea
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Il bilancio 2002 conferma il trend positivo della Bcc
SUCCESSO DI NUMERI E SOCIALITA’
Azzi conferma: “L’efficacia del modello cooperativo che
coniuga la forza del gruppo e l’autonomia dei singoli istituti.”
Prima assemblea generale dei soci per
il nuovo Consiglio di Amministrazione
della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino. Ospite dell’annuale
raduno in Sala Don Gorini, l’avvocato
Alessandro Azzi Presidente Nazionale
di Federcasse. Una mattina dedicata
al riassunto generale dell’istituto
per l’anno 2002, fatto di numeri in
crescita e di progetti per il futuro. Ma
aldilà delle cifre di bilancio, la riunione
annuale rappresenta uno dei momenti di
aggregazione
più
significativi
per tutta la
compagine
sociale.
2.720.364
euro è l’utile
netto 2002.
Un traguardo
che conferma
l’ottimo andamento gestionale e
programmatico, sotto l’attenda
guida del direttore
generale Dottor Mario
Pizzatti. Di particolare
interesse, come spiegato
ampiamente nella
relazione, l’adozione per
la prima volta “..di un
organico Piano Strategico
Pluriennale 20032005, che il Consiglio
di Amministrazione ha
approvato alla fine dell’esercizio 2002,
a completamento
e prosieguo delle
precedenti linee
strategiche 2000 –
2002. Altro punto
di importanza
fondamentale
nell’economia di
crescita aziendale,
l’introduzione della
rivalutazione del valore delle
azioni, attuata per la prima
volta dalla Banca di Bedizzole
Turano Valvestino, portando
un rendimento effettivo sul
valore nominale del 5,20%
lordo. La rivalutazione
favorisce tra l’altro la
sottoscrizione di nuove azioni, per
incrementare sempre di più
capitale sociale
e patrimonio,
operazioni che
portano sempre
maggior forza alla
nostra cooperativa e
rafforzano il legame
tra l’istituzione e la
compagine sociale. A
supporto di questa linea
previsionale di crescita
dei volumi della Banca,
l’organigramma è
stato costantemente
monitorato per
accrescere l’efficacia
e l’efficienza di
azione verso i
soci e la clientela.
Inoltre, secondo
le sollecitazioni
di Bankitalia, è
stato dato impulso alle fondamentali
attività di controllo
operativo. Alessandro
Azzi, ha espresso
“apprezzamento per
il risultato di bilancio
2002 della Bcc di
Bedizzole Turano
Valvestino, unitamente
all’impegno per la
stesura del Bilancio
Sociale e delle linee contenute nel
Piano Strategico
triennale. Tali
risultati – ha
proseguito Azzi
– confermano
l’efficacia del modello
cooperativo che
coniuga la forza del
gruppo, l’autonomia
dei singoli istituti e la
capacità di garantire
un modello di
diversità economica in
un contesto bancario
che privilegia le
grandi aggregazioni.”
Le valutazioni del
Presidente Azzi, sono
state ribadite anche
dal dottor Angelo
Zanutto, che in una
seduta del Consiglio
di
Amministrazione della
Banca di Bedizzole
Turano Valvestino,
ha espresso “un
apprezzamento al Cda
e alla direzione per
le positive risultanze
di bilancio della
BCC. Zanutto ha
poi sottolineato l’importanza della
struttura federale in merito al ritorno
all’operatività degli organi sociali della
BCC di Castel Goffredo,oggetto di
commissariamento nel corso del 2002.
Vanni Zecchi
speciale assemblea
3
Alessandro Azzi confermato alla guida della Federazione di Milano
ZECCHI NEL CDA LOMBARDO DELLE BCC
Vanni Zecchi entra a far parte anche del consiglio di
amministrazione di ISIDE, polo informatico del gruppo
Assemblea della riconferma per
Alessandro Azzi, eletto alla guida della
Federazione Lombarda della Banche di
Credito Cooperativo. E Assemblea anche
dell’elezione di Vanni Zecchi, Presidente
della Banca di Bedizzole Turano Valvestino
all’interno del Consiglio Federale. L’entrata
in campo di
Bedizzole
rappresenta
un elemento
di grande
importanza
dal punto
di vista
associativo
generale,
confermato
anche
dall’altro
incarico
recentemente assegnato all’ Ingegner
Zecchi, ovvero quello di membro del
consiglio di amministrazione di ISIDE, la
società satellite del Credito Cooperativo
che fornisce e gestisce i servizi
informatici del gruppo. ISIDE
attualmente supporta i servizi
informatici di 112 banche, ICCREA
compresa. L’assemblea federale,
incastonata nella splendida cornice
del parco di Carate Brianza, dove
ha sede l’Auditorium della BCC
di Carate, ha accolto i numerosi
rappresentanti dei 48 Crediti
Cooperativi Lombardi. Per la Banca di
Bedizzole erano presenti insieme a
chi scrive, il Presidente Vanni Zecchi,
i vice presidenti Claudio Gazzurelli
e Giovanni Ciolina, il consigliere Giovanni
Zatti e il responsabile dell’Area Filiali
Giorgio Venturini. Sul palco sedevano,
accanto al Presidente Alessandro Azzi,
Battista De Paoli, vice presidente vicario
dimissionario, Carlo Tremolada,
Presidente del Collegio
Sindacale e il Direttore
Generale della Federazione
Angelo
Zanutto.
Qualche
dato sulla
Federazione
evidenzia,
come detto,
48 istituti
associati, per
un totale di
537 sportelli
nei quali operano 4.893
dipendenti. La raccolta
diretta del gruppo è
stata nel 2002 di 14,9 miliadi di euro,
gli impieghi 11,5 miliardi per un capitale
di circa duecentomila clienti affidati e
96.868 soci. Complessivamente la crescita
è stata del 13,5% per quanto riguarda la
raccolta diretta e del 16% se parliamo
di impieghi. La riconferma di Alessandro
Azzi è stata supportata sostanzialmente
dagli interventi assembleari successivi
alla lettura della relazione. Relazione
che ha sostenuto i valori tradizionali del
credito cooperativo che si sintetizza
nella tradizione centenaria di conoscenza
locale e nell’essere “buona banca e
buona cooperativa.” Aggiungendo però
precise connotazioni di modernizzazione
dalle quali non si può prescindere. “..la
federazione Lombarda – ha sostenuto Azzi
– è convinta che per le proprie associate
essere buone banche e buone cooperative
non sia ancora sufficiente. Per affrontare
un mercato in continuo cambiamento, per
poter conseguire economie di velocità,
che sembrano sopravanzare economie di
scala e di gamma, è infatti assolutamente
necessario poter contare su capacità,
competenze, strutture, organizzazione,
non ottenibili a livello di singola
azienda.” Notevole la soddisfazione, a
casa Bedizzole per la doppia elezione
di Zecchi che spiega “Questo incarico
rappresenta l’oggettiva constatazione
della validità nei numeri e nei progetti
della nostra BCC. E tutto questo è stato
possibile grazie alla partecipazione di
tutte le nostre componenti operative
ed amministrative. E le prime cifre
del 2003 sembrano sostenere il trend
positivo che ci riguarda. Nel mese di
marzo infatti – continua Zecchi – gli
impieghi con la clientela sono aumentati
del 24,55% rispetto al marzo del 2002,
mentre la media di variazione a livello
lombardo è stata del 16,76%. Stessa
parametro positivo per mutui (+39,27%
Bedizzole, +25,39 Lombardia), raccolta
(+ 15,85% Bedizzole, +13,04 Lombardia) e
patrimonio, (Bedizzole +8,32%, Lombardia
4,26%). Altro dato positivo il calo in media
regionale dell’incremento di partite a
sofferenza che a Bedizzole è lievitato solo
dello 0,72% rispetto al posizionamento
lombardo del 6,37%.”
Mario Pizzatti
bedizzole
4
La Bcc di Bedizzole Turano Valvestino presenta il Bilancio Sociale 2002
UNA BANCA A TRAZIONE SOCIALE
Le cifre per un istituto di credito a responsabilita’ sociale
Anche la Banca di Bedizzole Turano
Valvestino, come buona parte delle Banche
di Credito Cooperativo italiane, ha
provveduto a presentare all’Assemblea
ordinaria dei Soci dell’11 maggio scorso,
oltre al tradizionale bilancio d’esercizio,
il Bilancio Sociale 2002,
disponibile presso tutte
le filiali della Banca. Uno
strumento che, come è stato
scritto nell’introduzione del
documento, intende dare
conto “della coerenza sociale
della nostra Banca, fornendo
notizie in merito all’assetto
istituzionale dell’azienda, ai suoi
valori di riferimento, aziendali
e di gruppo, ai collegamenti
tra valori dichiarati,
politiche e scelte compiute”
e contemporaneamente
“esplicare quanto in concreto
la Banca di Credito Cooperativo
contribuisce allo sviluppo –
globalmente inteso – degli attori
che con essa interagiscono. Il
Bilancio Sociale ha trovato,
come detto, una larga diffusione
all’interno del sistema del credito
cooperativo per la naturale consonanza
delle finalità che esso vuole esplicare e
che ben si sposano con la sensibilità e il
profilo di Responsabilità Sociale portato
avanti dalle BCC. Responsabilità che non
esclude, ma anzi integra, la necessità della
Banca di rispondere con sempre maggiore
attenzione a criteri di economicità e
competitività.
Per ciò che riguarda la Banca di Bedizzole
Turano Valvestino, il Bilancio Sociale
2002 è stata l’occasione per prendere una
prima confidenza con tale strumento. Una
riflessione necessaria a far emergere,
anche
mediante
evidenze contabili
e
numeriche,
alcune peculiarità
di
valore
che
caratterizzano
la nostra Banca
rendendola
oggettivamente
“differente”
da
altre aziende di
credito.
Innanzitutto
il Valore della
propria storia e
la saldezza delle
coordinate valoriali
che
dal
1895,
pur nel mutare di
condizioni sociali
ed
economiche,
v e n g o n o
riconfermate, dimostrando la propria
straordinaria attualità ed efficacia. Valore
che trova conferma anche in considerazione
del fatto che è proprio di oltre 470 BCC
italiane. In un contesto sociale che tende
a disaggregare l’individuo e i cosiddetti
“corpi intermedi”, la BCC può a ragione
considerare un valore la Partecipazione e
il coinvolgimento della Compagine Sociale,
sia in termini di adesione alla vita sociale,
dalle varie iniziative culturali alle occasioni
di incontro e comunicazione, che di reale
rappresentatività degli organi sociali.
Un’occasione ulteriore per dimostrare
come la natura cooperativa sia non solo
un esempio di democrazia economica e di
decentramento economico, ma anche una
formula efficiente ed efficace di “fare”
Banca. Il terzo grande valore che è emerso
è legato al rapporto di Radicamento e mutuo
coinvolgimento tra il territorio servito e la
Banca, con quest’ultima presente in prima
fila nel dialogo e sostegno alle famiglie,
alle aziende, alle istituzioni di solidarietà
e promozione del territorio fino agli enti
amministrativi. Se non è possibile misurare
quanto la BCC ha contribuito in 107 anni allo
sviluppo del proprio territorio, è peraltro
agevole dare conto della rilevanza che oggi
la BCC riveste nelle comunità nelle quali è
chiamata a operare e del circolo virtuoso
che si è venuto a creare. Per concludere
un valore che riporta ad uno dei cardini
del credito cooperativo: la centralità
della Persona. La riflessione su quanto
la BCC oggi compie non può prescindere
dal prendere coscienza del Valore del
Patrimonio umano, della rete di relazioni
che essa sa vivificare, a partire dai Soci,
ai collaboratori, fino a quanti si rapportano
con la nostra istituzione nella continua
ricerca di una reciproca soddisfazione
e nella speranza di trovare e ricevere
fiducia.
Alberto Comini
Un incarico di presitigio per l’imprenditore lumezzanese
URSO CHIAMA LUIGI BECCHETTI
Il socio ed ex amministratore della Banca di Bedizzole,
diventa consigliere del sottosegretario alle attività produttive
I destini delle attività produttive italiane passano anche dall’esperienza più vicina ai nostro mondo. Luigi Becchetti, imprenditore
lumezzanese, socio della Banca di Bedizzole Turano Valvestino di cui è stato anche amministratore, ricopre da qualche tempo l’incarico
di consigliere del sottosegretario alle attività Produttive Adolfo Urso. L’incarico è di indubbio prestigio e si inserisce nella qualità
che il commendator Becchetti da sempre inserisce all’interno del comparto d’impresa. L’esperienza dunque. Quella che dal lavoro
catalizzato quasi per magia nella Lumezzane dei record, ha portato Becchetti a sviluppare nel tempo e
nella storia anche dalle parti di Bedizzole. Un vita scandita con l’orgoglio e la presenza valgobbina, che
non ha manca di riconoscerne meriti anche in campo politico e civile. Il cerchio interessante e concreto di
conoscenza, ha portato poi Becchetti ad occuparsi dell’ambiente bancario. Anche in questi ricordi proviamo
una certa emoziona raccordando il periodo in cui Luigi Becchetti, offrì la sua esperienza nel Consiglio di
Amministrazione dell’allora Cassa Rurale Artigiana di Bedizzole Turano Valvestino. Il connubio tra i grandi
numeri dell’imprenditorialità bresciana e lumezzanese e la costante, ma inesorabile, amalgama artigiana e
rurale della Bedizzole degli anni ottanta, raccordava con qualità e senso critico l’attività sempre attenta
e stimolante del Becchetti amministratore di banca. Oggi l’esperienza già ricordata del commendatore
estenderà, attraverso l’incarico di consigliere del sottosegretario Urso, quello zoccolo duro e programmato
di intensa qualità bresciana. Favorendo crediamo, anche attraverso la mediazione oculata di Luigi Becchetti,
il sostegno ad una corretta e regolata internazionalizzazione dell’impresa italiana.
turano valvestino
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Nel 1973 le storiche assemblee straordinalrie
LA FUSIONE COMPIE TRENT’ANNI
La sostennero 120 soci di Bedizzole e 60 di Turano Valvestino
Trentennale della fusione tra Bedizzole
e Turano Valvestino. A parlare le note
dell’ormai storica unione, che determinò
lo sviluppo e la crescita dell’istituto di
credito. Il giorno Ventinove Aprile 1973
nel Cinema Oratorio Arena, alle ore 09.00,
ed il sei maggio 1973 alle ore 10 nei locali
dell’albergo Alle Alpi di Turano Valvestino
le assemblee straordinarie della due
Casse, Rurale ed Artigiana di Bedizzole
Società Cooperativa a Responsabilità
Illimitata e Rurale di Turano Valvestino,
sempre Società Cooperativa a
Responsabilità Illimitata deliberavano, per
Turano 60 soci su 74 ,per Bedizzole 120
soci (di cui ventidue per delega) su 208,
la trasformazione da società cooperativa
a responsabilità illimitata e la fusione
delle due casse rurali nella nuova “ Cassa
Rurale ed Artigiana di Bedizzole Turano
Valvestino, da quel momento società
cooperativa a responsabilità limitata.
Tra i vantaggi derivanti dell’operazione
si soffermava l’attenzione su quello
dell’allargamento della zona di operatività
nei comuni di Gavardo, Polpenazze, Roe
Volciano e Vobarno.La Cassa Rurale di
Turano operava in una zona montana,
con scarse prospettive di sviluppo della
redditività. Le possibilità di impiego
rimanevano scarse, mentre la massa
fiduciaria continuava ad accumularsi
sensibilmente grazie al risparmio dei
lavoratori della Valle, che prestavano la
loro opera altrove
, specialmente
all’estero.Queste
prospettive
indussero gli allora
amministratori a
trovare contatti
con una consorella
del gruppo
disponibile ad
una unione . Dopo
varie trattative la fusione venne fatta
con Bedizzole. Ai tempi l’operazione fu
considerata anomala, in quanto si univano
due entità territoriali troppo differenti
geograficamente, culturalmente ed
economicamente. Con il passare degli anni
si rivelò invece una soluzione vincente,
VIAGGIO DENTRO LA BCC
Accompagnati dai coleghi anziani i giovani
scoprono il territorio
Quando si sente parlare di banca viene
subito alla memoria un ambiente non
particolarmente chiaro, dove predominano
freddi e complicati meccanismi. Una
sorta di nemico dal quale è necessario
tutelarsi attraverso un costante controllo,
il cui unico scopo e quello di raggiungere
obbiettivi lucrativi. Esiste un tipo di
banca diversa. Una Banca che appartiene
al Credito Cooperativo e che da oltre
cent’anni opera nel settore ed il cui scopo
principale non è quello del
lucro, bensì quello di produrre
utilità e vantaggi svolgendo
un’attività culturale e sociale
a benefici dei soci e delle
comunità locali. Stiamo parlando
della Banca di bedizzole Turano
Valvestino, un tempo chiamata
Cassa Rurale ed Artigiana. A
dimostrazione della diversità
di questa Banca, basti solo pensare
all’incontro formativo per tutti noi neoassunti, accompagnati sulle strade di
provincia proprio fino a Turano Valvestino,
dove si radica una parte delle origini della
BCC, grazie alla fusione tra la Cassa
Rurale di Bedizzole e quella di Turano
che avvenne nel 1973.Anche quest’anno
circa 10 giovani hanno intrapreso il
viaggio per Valvestino, accompagnati
dal Direttore Mario Pizzatti, Giorgio
Venturini e Mauro Chiappini. Dopo un
veloce tour panoramico delle Filiali vicine,
Calvagese, Muscoline e Gavardo, siamo
giunti alla Filiale di Gargnano. Una breve
sosta per poi riprendere il viaggio per
l’alta valle. A Turano ci hanno accolto
nel Palazzo Comunale all’interno del
quale è iniziato il vero e proprio incontro
formativo. Qui ogni neo-assunto ha avuto
la possibilità di parlare
di sé, delle proprie
esperienze lavorative
e dell’attuale impiego.
A tutto questo è
seguito il discorso del
Direttore riguardante
le origini della nostra
Banca. La Cassa Rurale
ed Artigiana nasceva
per dare sostegno ai contadini poveri della
zona che spesso, a causa di scarsi raccolti,
erano costretti ad indebitarsi finendo
abitualmente nelle mani degli usurai.
Oggi per tradizione la BCC ha conservato
questi valori: è una Banca solidale, vicina
ai meno abbienti, a chi vive con difficoltà
l’inizio di un’attività impreditoriale,
facilitando l’accesso al credito alla
categorie economicamente più deboli.
E’ chiaro però che i valori, gli obbiettivi
nobili da soli non bastano. E’ essenziale
sia per la zona di operatività che si
allargava con il progetto fusione, sia per la
dislocazione territoriale che ha favorito
lo sviluppo dell’attuale Banca di Bedizzole
Turano Valvestino .Oggi possiamo
affermare l’importanza del nostro
Istituito di Credito, punto fermo nel
panorama finanziario ed economico della
Provincia di Brescia, nonché motore
di sviluppo e di sotegno a tutte le
attività della zona in cui operiamo.
Anche per Turano Valvestino
costituisce un considerevole
traguardo aver contribuito al
successo della BCC, conservando
la presenza sul territorio dello
sportello di Turano Valvestino
e della tesoreria comunale a
Capovalle. Un riconoscimento a
dei coraggiosi amministratori, non forse
strateghi di economia di scala, ma dotati
di molto buon senso e saggezza, che hanno
permesso la nascita della nostra banca,
investendo con la loro scelta nel futuro e
nello sviluppo.
Giorgio Venturini
Un tour di conoscenza
per i neo assunti
la presenza dell’impegno costante e
continuativo per dare corso ai tanti
progetti economici e solidali di questo
tipo di istituzione. In quest’ottica ecco
l’importanza del personale dipendente.
Uno staff, oggi di circa 100 elementi, che
ha consentito alla BCC di Bedizzole Turano
Valvestino, insieme alle attente scelte
programmatiche degli amministratori, di
sopravvivere in un contesto dove, in alcuni
casi, altre Casse Rurali sono scomparse.
Da qui, l’importanza della formazione del
personale. Partendo anche dall’incontro
di Turano. Appuntamento utile per poter
trasmettere proprio ai dipendenti, che
rappresentano il futuro della BCC, i valori
che hanno contribuito la nascita dalla
Banca. Valori indispensabili per garantire
la sopravvivenza di questo Istituto di
Credito. Al termine dell’incontro abbiamo
avuto modo di visitare la piccola, ma non
per questo meno importante, Filiale di
Turano che è stata recentemente munita
di un nuovo punto bancomat a disposizione
di cittadini e turisti.La giornata si è
felicemente conclusa a Capovalle, dove
accolti dal sindaco, abbiamo potuto
assaggiare le gustose delizie della Valle,
per poi finire a suon di musica tra le note
della fisarmonica del signor Bruno.
Francesca Bodei
ciliverghe
6
Lo sportello di Ciliverghe è in funzione di cinque anni
PROFUMO DI BANCA CITTADINA
Sempre aperta la concorrenza con il mercato del credito
bresciano, ma la crescita continua
Ciliverghe, primo lustro. Cinque anni di
Banca di Bedizzole Turano Valvestino,
conditi dall’impegno oggi consolidato di
sportello in piena attività ed espansione,
sulla via napoleonica che da Brescia
attraversa la provincia verso Est. O meglio
verso Nord
Est. Inspirando
il movimento
lombardo
- veneto
dello sviluppo
imprenditoriale
moderno. Qui il
ragionamento
prende giri
veloci di
progresso. E
la dinamica
dell’agenzia
non manca
di coronare
questo aspetto stimolante e creativo
del qualificato territorio bresciano,
appoggiata dentro e fuori la città
con prorompente e alternativa forza
commerciale. “Abbiamo iniziato con
grande entusiasmo
cinque anni fa
– ci racconta il
direttore Graziano
Pavan – ed all’inizio
non è stato molto
facile. Ciliverghe
era e rimane una
piazza complessa.
La grande
vicinanza con
Brescia favorisce
il fenomeno della grande concorrenza,
anche in relazione al fatto che il maggior
numero di clienti è costituito da aziende.
Le difficoltà iniziali – continua Pavan
– si collegavano a questi aspetti che in
sostanza rendevano problematica la nostra
visibilità.
Ma oggi la
situazione
è cambiata.
La BCC di
Bedizzole
Turano
Valvestino
è ben
conosciuta, con
una clientela
di qualità
che seguiamo
sempre
con grande attenzione.” Attualmente
lo sportello di Ciliverghe occupa con il
direttore, quattro addetti. Qualche
ulteriore ragguaglio a margine della breve,
ma intensa storia di questa agenzia, ce
lo racconta Paola Guatta, giovanissima
cassiera cresciuta sostanzialmente nella
BCC a Ciliverghe “Quello che mi piace del
mio lavoro è il contatto quotidiano con
la gente.
Deve dire
che qui ho
sempre avuto
un ottimo
rapporto con
la clientela.”
Il contatto
positivo e
diretto con
il pubblico,
è marchio
fondamentale
nella filosofia
di intervento
della Banca
di Bedizzole Turano Valvestino. Alberto
Avanzi, anche lui cassiere, prima di
lavorare in BCC, ha vissuto un’esperienza
di occupazione in un istituto bancario a
Berlino “Rispetto al cliente tedesco, quello
italiano è molto diverso
– spiega Avanzi – perché
manifesta maggiore
elasticità, attraverso il
colloquio e la voglia di
parlare. In Germania il
sistema è più rigido. In ogni
caso ci sono pregi e difetti
in ognuna di queste realtà.
Sicuramente però, dal punto
di vista lavorativo,
è più invitante il
morbido approccio all’italiana, che
anche qui a Ciliverghe ho potuto
intrattenere ed apprezzare.”
Diverse esperienze, diverse
valutazioni, ma unicità nelle
metodiche relazionali all’interno
della normale
routine di
sportello “Dopo la
filiale di Gavardo
– aggiunge
Marco Zanetti,
vice direttore
di agenzia – ho
potuto apprezzare la
piazza di Ciliverghe,
che rispetto alla mia
precedente sede di
lavoro mi è apparsa,
anche in ragione del
volume d’affari, in una veste più morbida,
anche se non meno aggressiva dal punto
di vista operativo e promozionale. C’è poi
da dire – prosegue Zanetti – che questo
è il nostro sportello più cittadino, sia
per il forte legame con Brescia, che per
la vicinanza con il centro commerciale.”
Il crocevia di Ciliverghe, frazione di
Mazzano, con il contraltare dell’altro
campanile comunale suddiviso di Molinetto,
ha allargato l’estensione territoriale della
Banca di Bedizzole Turano Valvestino, in
una prospettiva di impegno concorrenziale
molto stimolante. “Sostanzialmente
– riprende il direttore Graziano Pavan
– questa è un’agenzia principalmente
orientata verso operazioni di investimento
e di impiego. Il pullulare di aziende che si
affacciano sulla statale, giustifica questo
orientamento. Sono infatti proprio queste
aziende che oggi valutano e utilizzano le
nostre offerte. La concorrenza è sempre
stata molto agguerrita, lo dicevano
gli studi programmatici di marketing
effettuati prima di aprire lo sportello.
Lo sentiamo anche adesso, soprattutto
in merito alle condizioni applicate ai
prodotti. Però – conclude Pavan – la sfida
sul mercato l’abbiamo vinta, mentre
esistono ancora discreti margini di
miglioramento.” Travolgente questo vento
di nord est bresciano, rimarca perifrasi
di un progresso sul quale intervenire con
lucida coerenza. A questo volge lo sguardo
futuribile del team di Ciliverghe, che
interpreta la crescita controllando l’oggi
e il domani, aggiungendo sentimento e
tradizione.
nuvolento
7
Il rally è giunto all’edizione numero ventisette
MILLE MIGLIA,PRIMO CAMPOS
Il portoghese vince in volata dopo una gara entusiasmante
La Valle Sabbia, l’Alto Garda e la Valvestino
sono stati interessati il 4 ed il 5 aprile
scorsi dal passaggio della Ventisettesima
edizione del Rally 1000 Miglia, terza tappa
del Campionato Italiano e soprattutto gara
di apertura a massimo coefficiente del
Campionato Europeo.
La gara, partita da Desenzano del Garda per
il quarto anno consecutivo, e più precisamente
da Villa Pellegrini, situata alle porte della
cittadina gardesana e oggi sede dell’Istituto
Antoniano Padri Rogazionisti, si è corsa
su diciotto prove speciali cronometrate,
distribuite su sette tratti asfaltati differenti
percorsi dai concorrenti più volte nell’arco
dei due giorni di gara. Gli organizzatori
bresciani ormai da anni hanno scelto i tratti
cronometrati più significativi, riproposti
edizione dopo edizione: la prima tappa si è
disputata sulle prove speciali di Irma (novità
di questa edizione), Capovalle (con partenza
da Crone di Idro e arrivo nei pressi della
Diga di Valvestino), Tremosine (lieto ritorno
dopo un anno di assenza e considerata a pieno
titolo una prova da Campionato Mondiale)
e San Michele di Gardone Riviera (prova
speciale ormai entrata nella storia delle corse
automobilistiche italiane); la seconda tappa
si è svolta invece sulle insidiosissime curve
delle “piesse” di Marmentino (caratterizzata
da un fondo stradale spesso umido e sporco),
Cavallino della Fobbia (prova cult del Rally
1000 Miglia con partenza da Vobarno e
arrivo a Treviso Bresciano) e Pertiche (ben
25 chilometri di curve impegnative e teatro
solitamente di un tifo da stadio). Le due
tappe sono state precedute giovedì 3 aprile
dalla ormai classica prova spettacolo di
Lonato, svoltasi in notturna sulla pista del
kartodromo “South Garda”, tracciato tra
i più impegnativi in ambito europeo dove si
disputano gare di kart a livello mondiale.
La sfida è stata incerta fino al chilometro
conclusivo dell’ultima frazione speciale, la
“Pertiche”, al termine della quale il portoghese
Ribeiro de Campos su Peugeot 206 WRC,
entrato in prova con soli 5 decimi di vantaggio
sul bresciano Luca Pedersoli, ha consolidato
il suo primato portandolo a più di 22 secondi.
Un successo annunciato ma ben più sofferto
del previsto quello del portoghese. Campos
infatti nella prova spettacolo di Lonato era
stato penalizzato di 3 minuti per essere
uscito dal circuito con un giro di anticipo.
Un clamoroso errore, senza il quale sarebbe
stato largamente al comando di un rally che,
a detta di molti, si è invece rivelato come
l’edizione più appassionante degli ultimi dieci
anni. Ne ha approfittato infatti il vobarnese
Pedersoli con la sua Peugeot 306 Maxi,
concludendo al comando la prima tappa del
Rally davanti a Longhi su Subaru Impreza e
al russo Vasin su Peugeot 306 WRC.
Nella seconda tappa la superiorità tecnica
della vettura WRC di Campos (identica a
quelle utilizzate nel campionato mondiale
e capace di rifilare un secondo e mezzo
ogni chilometro a vetture di categoria A/7
) ha permesso al portoghese di ribaltare il
risultato, e di aggiudicarsi dopo l’ultima prova
speciale, come già citato, la vittoria della
competizione.
Pierangelo Festa
soiano del lago
A Polpenazze e dintorni la quinta edizione del torneo giovanile internazionale
VALTENESI CALCIO INTERNATIONAL
900 atleti in gara, fra pulcini,allievi,esordienti e giovanissimi
Giovani d’Europa in campo a Polpenazze.
Sono i mini calciatori che hanno
partecipato alla
quinta edizione
del torneo
internazionale
Valtenesi del
Garda. Una tre
giorni intensa
che ha visto
gareggiare nella
varie categorie
italiani, tedeschi,
francesi,
austriaci e
ungheresi. L’idea
è nata a cura
dell’Associazione
Sportiva
Valtenesi, presieduta da Piero Merigo, con
la collaborazione dei Comuni valtenesini
e dei vari Gruppi sportivi locali. Una
festa dello sport. Una festa, unica nel
suo genere almeno in Lombardia, che
aggiunge interesse turistico in quel di
Pentecoste sulla Riviera del Garda. Dal
poggio di Polpenazze,
dove il pallone
interpreta
da sempre
un risvolto
organizzativo
interessante,
con il bellissimo
torneo a sei su
campo in erba,
le esperienze
diverse
dei giovani
calciatori
d’Europa. Così
nella categoria
pulcini si è
affermata
la squadra tedesca
del VFL NeckarauMannheim. Sempre la
Germania al primo posto negli esordienti
con la SV Worblingen. Mentre gli italiani
dell’AC Alfianello e dell’ AS Valtenesi,
sono saliti sul gradino più alto del
podio rispettivamente
nelle sezioni dedicate a
giovanissimi ed allievi.
Notevole il successo
di pubblico, che ha
partecipato con gran
passione ai numerosi match
previsti dal calendario.
Sui campi di Polpenazze,
Manerba e Moniga in
totale si sono esibiti circa
900 giovanissimi atleti.
Ma aldilà dei numeri,
che pure risultano molto
rappresentativi, è bene
sottolineare il carattere
internazionalmente
qualificato della
manifestazione.
Caratteristica che
sostanzialmente
aggiunge qualità e spessore allo spirito
d’integrazione europea, anche in ambiente
giovanile locale.
viaggi
8
Il gruppo dei soci agricoltori tra valli di pesca e casoni
UN DELTA DI AROMI E SENSAZIONI
In visita al museo della bonifica.Tra la natura del fiume e
l’arte secolare dell’Abbazia di Pomposa
Solletico della mattina fresca e quasi
nebbiosa. L’orario è per le 6 e 30, ma
qualcuno aggira il suo sguardo anticipato
di mezz’ora nella desolata piazza Europa.
Bedizzole inizia il risveglio. Il suo zoccolo
duro agricolo, già percorre con ansia
la ricerca del bus in partenza per il
Delta del Po’. La gita, formato Banca di
Bedizzole Turano Valvestino, stimola il
gruppo. Change over di terre da visitare.
Contrafforti di acque e di pesci diversi,
da scoprire tutti assieme, paragonando
la quotidiana esperienza del pöta a quella
del ciò.
Di mezzo
le radici
veneziane,
ricordate
da nomi
e segni
comuni
tra il
Po’ di
Venezia e
le rogge
del Chiese.
Consolidati
e
corroborati
dalla
novità,
i soci
radunano
gli spiriti
sotto le
insegne
del vessillo
Zecchi, cognome veneziano trapiantato a
Bedizzole nei secoli ed oggi rappresentato
dall’Ingegner Vanni, Presidente della
BCC. Pullman in azione allora con l’arrivo
del management di Alberto. Via sulla
Serenissima per incontrare subito caffè e
cappuccini. Poi qualche acquisto sospetto,
rilevato dalle parti del bus number one.
Dicotomie spirituali diverse aleggiano
nell’aria veloce che apre all’arteria
Transpolesana. Torpedone numero due:
movimenti telefonici, un po’ di relax,
qualche parola in compagnia. Pulman
numero uno: accurate e scientifiche
libagioni. Ritmate dal pane, eccolo
l’acquisto
sospetto, e
dal salame
che come
sempre
s’intrufola nel
movimento
rurale ed
artigiano.
Simbolo
antico. Quasi
un amuleto che s’impone nell’occasionale
nomadismo, per mantenere il contatto
con la terra d’origine. L’occhio sul primo
appuntamento al Museo della Bonifica
di Ca’ Vendramin, viene così buttato
in maniera diversa. Allegramente
spensierato, primo bus. In attenta
osservazione, secondo gruppo, nel quale
si scorgono moti evidenti di golosità
invidiosa. Di fronte comunque l’archeologia
industriale dell’impianto di idrovore, utili
a sollevare le acque di tutto il territorio
dell’Isola di Ariano. Saliscendi di emozioni
in quei ricordi. Con le bocche di fuoco,
attrezzate per ingabbiare il vapore.
Il problema primi novecento era
quello di non annegare. Di non
togliere respiro alla voglia di
restare per quelle terre. Deviate
con rigore dall’astuzia veneziana.
In una tagliata di Po’, per impedire
l’interramento dei porti serenissimi.
Guerra senza archibugi, quella
inventata dalla sottile diplomazia
dei Dogi. A farne le spese gli estensi,
con conseguente mutazione del profilo
attuale del Delta. Ca’ Vendramin chiuse
i battenti alla fine degli anni cinquanta.
Carbone e elettricità, spensero la loro
energica azione di sostegno per questo
mondo dove spesso i pesci nuotano più in
alto del volo degli uccelli. Si riparte, in
bocca alle valli di pesca che affacciano il
loro regime ittico allo sguardo dagli argini.
Cormorani e volpoche, sibilano nei grandi
stagni alla ricerca del pesce che presa
una via, mai e poi mai cambierà direzione.
E qui è questione di coerenza. Di rigore
morale-animale. Confutato dalla
malizia umana, che di questa
serietà naturale si fa
beffe, allestendo reti
e trappole a favore di
pesche miracolose. A
Porto Tolle la nave è in
banchina. La truppa sale
sopra e sotto per navigare
il fiume fino al mare.
L’aria frizza sugli anatemi
degli ultimi freddi. La truppa
agricola si assopisce nel balneare colore
dell’acqua che pian piano s’intrufola nel
sale. Eccolo il mare. Arriva improvviso,
anticipato dalle sabbie affioranti. Magia
appena accennata in avanscoperta marina.
Bocca di Pila che scorre su quella costante
di sottosopra terracqueo discreto e
fascinoso. Camargue dal sapore nostrano,
dove l’erre moscia svanisce nel dirompente
andirivieni dell’acqua nazional popolare.
Giù dal battello su in corriera. Ancora valli
di pescato e pescatori, con camuffamenti
eroici di caccia
controllata.
A qualcuno
del gruppo
forse prude
il sano rito
del grilletto.
Bisogna
accontentarsi
del binocolo,
rimirando falchi pescatori garzette ed
aironi grigi. Di airone manca quello rosso.
Eggià, la strada dal Sud Africa, sebbene
libera, è sempre lunga. Stefano e Sandro,
le guide del Delta, sorridono e scaricano
nozioni e racconti. Fino al background
del trionfo del gusto. La pappa si
rivela nel casone con il fuoco più
grande del mondo. Favola antica di
griglia trapiantata in questo Delta
sopraffino di luci e sapori. Girano
i branzini, vincolando l’anguilla
alla brace che ne sgrassa l’umore.
Imbanditi tra il bianco frizzante ed
il risotto che occhieggia al gnocco
nero di seppia, i soci agricoltori
eludono la dieta, formulando il
piacere vero della forchetta da
maneggiare senza riserve. Stop al
convivio con sguardi di nostalgia per
la piazza d’armi infuocata e via ancora
verso la romanica Pomposa. La storia
conclude la passeggiata sul Delta. Con
le folaghe del ricordo che narrano della
millenaria abbazia benedettina. Potenza
religiosa, incastonata nei pensieri degli
uomini forti di terra e di fiume. L’arpeggio
dei motori riprende a narrare la sua
voglia di autostrada. Un ciao a Stefano
e Sandro e poi
l’urlo silenzioso
verso Bedizzole.
Confronti e
racconti tra le
chiacchiere di
fine avventura.
“Quanto costerà
da queste parti
la terra?” “Certo
l’estensione non manca.” “Però quanta
acqua!” Riparati dalle controversie della
stanchezza, gli agricoltori valutano il
sentimento con l’arguzia dei fatti. A
noi restano le parole, utili al racconto.
Frasi che vivono. Per cantare in coro le
suggestioni di un giorno non qualsiasi.
Attraversando il Delta in compagnia dei
figli veri della nostra terra.
viaggi
9
Ricordi di vita e di lavoro al Parco della Miniere
RICORDI DI VITA SOTTO TERRA
Un museo del lavoro in miniera, per non dimenticare
Scavando nel grembo del ricordo di
miniera. Ripercorrendo la strada del
tempo in cui l’esistenza si realizzava
nell’andirivieni sistematico della fatica
indirizzata sotto il pelo ruvido della terra.
Così i Soci della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino, ospiti del Parco Minerario
dell’Alta
Valtrompia
e della
consorella
BCC della
Valtrompia,
hanno potuto
guardare in
faccia questo
passato di
lavoro. Sono
entrati nei
cunicoli
scavati
con perizia nella dura roccia. Hanno
osservato l’immagine complessa delle
dinamiche di lavoro nel tempo. Quel tempo
in cui il pezzo di pane era lusso e gloria
essenziale, nascosto
al palcoscenico
pubblico nella
sofferenza
tragicamente
concepita negli
angoli sperduti
del sottosuolo. Il
Presidente Vanni
Zecchi e i soci della
BCC di Bedizzole
hanno imboccato
l’originale antro
della miniera Marzoli
di Pezzaze, accolti
dai componenti dello
staff del Parco Minerario, guidati da
Rosaria Paterlini e Alessandro Bernardi
insieme al Presidente della BCC della
Valtrompia Giovanni Bernardi. Suggello
sinergetico di economia e tradizione.
Come il vento rurale ed artigiano di queste
banche tanto locali, quanto essenziali,
riportava a pieni polmoni. Ma là sotto
di vento ce n’era e ce n’è davvero poco.
Provare per credere. Anche in condizioni
di passeggiata turistico educativa. E i
polmoni, quelli professionali da minatore,
qualche anatema dannatamente fastidioso
lo raccontano ancora nella rabbia del loro
storia attuale. Ma per capire bisogna
guardare più da vicino. Indossata la divisa
classicamente adeguata nei colori forti di
casacca e baschetto, il treno della Marzoli
stride nella partenza che alla fine qualcosa
di sottilmente temerario lo nasconde
ancora. Il buio si fa sempre più fitto.
Quasi a stabilire una gradazione surreale
dell’oscurità. Qual è il buio più buio?
Quello della mente o quello del cuore?
Quello che si accompagna alla fredda e
pungente umidità? Oppure quello inconscio
ossessivo e neutro che elude la materia?
Sicuramente l’oscurità
enfatizza il rumore.
Forte e tragico elemento,
che catalizza il risveglio
deciso dei nostri
sensi benevolmente
sterilizzati. E’ venuto il
momento di scendere.
Glauco, occhio intenso
di accompagnatore
dal vissuto minerario
accertato, racconta la
storia camminando
insieme al gruppo
assegnato. Come lui le altre guide
dello staff, ripercorrono con
nostalgica estasi di linguaggio, i
segni e le modalità della legge di
miniera. Su e giù fra lo scorrimento
dell’acqua. Guardando in alto verso
i cosiddetti formelli, ossia pertugi
di servizio magistralmente collocati
sui percorsi di lavoro. A due a
due lavoravano i minatori. E non
dovevano essere fratelli. Dogma
di miniera per preservare la specie,
in ragione della capacità di sostenere
il lavoro e la sofferenza. Quasi una
benevola volontà di tutelare nel tempo
una carriera di sventura a garanzia
del pane quotidiano. La via del ferro
era passata anche da questo. Ora la
materia s’è fatta silenziosa di lavoro e
tragedie. Resta il ricordo imbastito per
chi vuol rammentare o più semplicemente
conoscere.
Ricordi della via
del ferro sono
anche quelli che
accompagnano
il Forno-Museo
Fusorio di
Tavernole sul
Mella, con
l’impronta dei
suoi sistemi
di mantice
e fusione.
Respiri forti
di spessore
montanaro, con imprinting bresciano
capace di interessare anche Leonardo da
Vinci, venuto da queste parti, pare, per
studiare proprio gli efficienti mantici
valtrumplini. Ma è sempre la miniera
che scarica l’adrenalina interpretativa
della difficoltà del vivere. L’obbligo della
sopravvivenza legato ad un lavoro che della
vita sembra
interessarsi
ben poco.
Paradosso
crudele a
favore di
un’esistenza
veicolata ad
una realtà
grama. Eppure. Eppure il condimento della
memoria e della storia, suggerisce pensieri
annessi e connessi più che appassionati.
Sarà il battito del racconto che interseca
l’emozione in un boato. Esplosione di
immagini e parole. E sentimenti forti. La
miccia, ai tempi, era accesa in automatico.
Oggi riverbera ancora nella nelle finte
verità di variegati fitness, che per esser
tali devono passare dalla sofferenza.
Ossia, massacriamoci di fatica, rischiamo
la vita , che poi la felicità arriva. Concetto
ribaltato, o perversione da benessere?
Ragioni di miniera: ci tocca faticare,
soffrire e morire per poter guadagnare
e di conseguenza esistere. Ragioni
dell’attualità:
ci tocca
ancora
faticare,
soffrire
e morire,
questa volta
pagando
il dazio di
un canone
mensile,
sempre
per poter
continuare ad
esistere. Così
la ragione,
al cospetto di analogismi così assurdi,
perde i pezzi. Ma il cuore, sebbene oggi
un po’ perverso, prova ancora a battere in
sotterranea scioltezza.
prevalle
10
Fratelli Ferraboli, l’ artigianato di qualità esportato nel mondo
A TUTTO GRILL
Eralado il maestro artigiano, Mimma la manager, Mario il
creativo meccanico
Il caso. Il fato o destino. Poi la costanza,
l’impegno e la voglia di crescere. Mimma
Ferraboli, la racconta così, spiluccando
dalla memoria genesi, storia e attualità
della
Ferraboli
SNC,
azienda
che viaggia
per l’Italia,
l’Europa ed
il mondo
con i suoi
barbecue,
dall’originale ed evoluta impronta
progettuale. Ricetta di ben vissuta
dinamica industriale, quella allertata dai
fratelli Ferraboli. Riassunta nell’attualità
che rivela i duemila girarrosto al giorno,
realizzati e progettati con l’amore e la
competenza di chi argomenta la fortuna
con coerente e concreta applicazione.
Triade vincente alla fine, quella formata
da Eraldo, fratello primogenito dalla
qualificata esperienza di maestro
artigiano; Mario, creativo geniale di
meccanica ed affini e Mimma, che
investe nel suo ruolo di manager, la
lungimirante e vitalissima esperienza
affrancata dall’impegno nella
Confederazione Nazionale Artigianato in breve CNA - dove attualmente riveste
la carica di vice presidente nazionale.
“Eppure la ditta è nata proprio da un
caso - conferma Mimma Ferraboli forse la pazienza e la perizia di nostro
padre Ottorino, operaio aggiustatutto
per definizione, e una famiglia di cinque
figli ha scatenato qualcosa. L’inizio è
stato comunque molto particolare. Finita
la maturità classica - continua Mimma
Ferraboli - mio fratello Eraldo costruisce
un girarrosto per casa, il tipico spiedo
bresciano. Lo vede uno zio che conduce
un negozio di ferramenta <fanne un altro
che lo metto in vetrina>. Morale: l’oggetto
è subito venduto. Così la faccenda cresce
sotto il portico di casa sul banco di
lavoro di papà.” Ma è solo l’inizio, perché
nel frattempo Mimma prende il diploma
di segretaria d’azienda, Mario studia
alla Moretto, mentre Eraldo prosegue
nel suo prezioso armeggiare su spiedi
ed affini. “Preso il diploma - continua
Mimma - lavoro per tre anni alla Gnutti,
dove sviluppo una grande esperienza.
Contemporaneamente mi occupavo della
contabilità della ditta individuale di
Eraldo. La società in nome collettivo
prende corpo nel 1976, ben delineata nelle
competenze di noi tre fratelli. L’abilità
nel progettare, costruire e vendere,
permette quasi immediatamente di iniziare
con le esportazioni. “Devo dire - continua
Mimma Ferraboli - che da sempre abbiamo
esportato i nostri prodotti. Personalmente
ho iniziato a viaggiare per l’Europa e poi
per il mondo, partecipando
a fiere e rassegne di
settore. L’assistenza
e la cura nei riguardi
della clientela alla fine si
sono rivelate vincenti.”
Il galoppo continua in
questo attraente mondo
artigiano. Ma le difficoltà
naturalmente non sono
mancate. “Ricordo ancora oggi - riprende
Mimma Ferraboli - il 1986, con l‘incidente
nucleare di Cernobyl. Improvvisamente
vennero bloccati tutti gli ordini. Nessuno
investiva più nulla in attrezzature
gastronomiche da utilizzare all’aria aperta.
Eppure siamo riusciti a superare la crisi.
E di questo dobbiamo ringraziare i nostri
dipendenti che hanno capito la situazione
impegnandosi ancor più a fondo.” Quello
dell’impegno globale e sinergico in tutte
le sue componenti specifiche, è marchio
indelebile dello stile Ferraboli. Come pure
l’attività all’interno dell’associazione di
categoria di Mimma Ferraboli. “Anche
riguardo a questo, devo parlare di
casualità - puntualizza l’imprenditrice
- mi ero recata
a Brescia da
quelli che allora
nominavano come
gli artigiani,
ovvero l’unica
associazione
di categoria.
Il periodo era
quello dei primi
anni settanta. Da
poco era stata
varata la legge
sulle coperative
artigiane di
garanzia, che dava la possibilità di
accedere a finanziamenti particolari
e mirati. Dopo alcune difficoltà di
logistica e qualche coda di troppo, mi
sento rispondere allo sportello <deve
tornare domani!> Improvvisamente
il moto di rabbia si è trasformato in
ricerca immediata della soluzione.
Qualcuno mi aveva informato della
nascita di una nuova Associazione: la
CNA. Sono iscritta da allora. Ne sono
stata Presidente provinciale per Brescia
dal 1990 al 2000 ed ora sono al secondo
mandato di Vice Presidenza Nazionale.
E’ un incarico importante che mi ha
dato molte soddisfazioni, ma la mia vita
è l’azienda, nella quale oggi collabora
anche mio figlio Davide.” L’elemento di
continuità libera il fiato ai progetti per il
futuro e per un mercato che ormai spazia
dall’Europa alle due Americhe fino all’Asia.
Con l’Australia per ora ancora in attesa
“perché in quelle zone servono articoli
molto più grandi. Si vedrà. Come si vedrà
per un’azienda da creare in Argentina,
quando la situazione economica di quel
paese sarà più stabile.” Luccicano gli
investimenti concreti in creatività ed
idee sempre molto chiare, che Mimma,
manager di razza, sviluppa a getto
continuo. Mancano le domande - ma
saranno davvero fondamentali? - sul
ruolo di donna a capo d’industria e
vai ancora sulla globalizzazione. “La
generazione giovane sia di donne che di
uomini - taglia corto Mimma Ferraboli
- insieme alla costante mancanza
di valori, mi sembra si soffermi su
eccessivi sproloqui sui diritti, evitando
accuratamente riflessioni sui doveri.
Per quanto riguarda la globalizzazione ci
sono naturalmente vantaggi e svantaggi.
Molte regole non sono effettivamente
a favore delle piccole imprese. Oggi
essere imprenditori è sempre più
difficile, ma io ritengo sia importante
sfruttare le potenzialità organizzative
che la globalizzazione offre anche ai più
piccoli. Mi viene
da pensare ad
Internet ed
al fatto che
ognuno di noi
può comunicare
e vendere
sempre più
liberamente per
le vie ufficiali o
telematiche che
siano.” Così la
banalità si risolve
in attributi
efficaci e decisi.
Quelli della qualità che si fa concretezza.
Condizioni coniugate, guarda caso, in un
grill di emozioni al femminile.
gargnano
11
Sono iniziati i lavori di ristrutturazione della parrocchiale
LA RINASCITA DI SAN MARTINO
Con Don Valerio Scolari alla scoperta del capolavoro vantiniano
Urgenti e delicati interventi per la
parrocchiale di San Martino a Gargnano.
Li ha promossi
con impegno
da caterpillar
dinamico della
fede Don
Valerio Scolari.
Si tratta di
mettere in asse
il castello delle
campane e di
ristrutturare
e restaurare
la cupola
vantiniana. I
lavori sono già
iniziati. Adesso serve che il gran mondo
del denaro aggiunto, sostenga l’impegno
da tradurre in opere di bene come questa
in soccorso della Chiesa. Posto magico
quello che si affaccia con la parrocchiale
di San Martino che domina il boccascena
di lago formato Gargnano. Don Valerio
ci accompagna in questo viaggio tra
chiesa, canonica e attività quotidiane
di parrocchia. Al riparo dai rigori del
nord, il giardino incantato che tra limoni,
aranci, pompelmi ed ulivi balconeggia
imponente a rimirare le azzurre intensità
gardesane. Là dentro cresce di tutto.
Come per magia in quella armonizzante
onnipotenza climatica che il lago è in
grado di offrire. “Lo spazio è veramente
incantevole – spiega Don Valerio – per
tenere tutto questo ben di Dio in ordine, è
necessario l’impegno e la volontà di molte
persone.” Qualche nuvola ondeggia, mentre
osserviamo il movimento di persone
calibrato che ne mette in evidenza
l’impegno. Un cortese invito al pensiero
dell’acqua in ipotesi di piccole gocce e noi
rientriamo
guardando
da vicino la
bellissima
sala che si
affaccia sul
loggiato. La
datazione
di questo
ambiente
originale e
autorevole,
si colloca
nel periodo
veneziano.
Bellissima ed affascinante nel suo
retaggio storico di cui immaginiamo il
variegato utilizzo per riunioni e convivi.
Come a significare la parola inespressa di
muri, soffitti ed affreschi. Ma la canonica
offre spunti ancor più intriganti. Telefoni
che squillano, in un incessante movimento
che intreccia la fede al ritmo quotidiano.
Don Valerio risponde,
argomenta, precisa
e manifesta
interessamento
adeguato ad ogni
sorta di richiesta.
Continuando
naturalmente a
rispondere alle
nostre domande, che
inclinano la curiosità
sulle problematiche
di restauro generale
“Nel nostro territorio
– aggiunge Don Scolari
– abbiamo undici chiese, tre canoniche,
due oratori ed alcuni altri edifici di
culto. In ben sei
casi dobbiamo
assicurare
interventi
urgenti per
quanto riguarda
la sicurezza.
Per non parlare
naturalmente
di quelli di tipo
architettonico
Le opere che
stiamo realizzando
a San Martino
erano ormai
inderogabili.” Le
parole, le cifre
e un accurato
manuale stilato
dai tecnici,
confermano la
mappa complessa
delle problematiche generali. Ma giunge
il tempo di guardare
l’avanzamento dei lavori
più da vicino. La Chiesa è
stupenda. Ne incrociamo
lo sguardo grandioso della
cupola Vantiniana. Sorprende
l’immensità del presbiterio,
mentre la navata enfatizza
un’originalità quasi esclusiva.
Saliamo le scale interne. Una
chiocciola lunghissima che
arriva fino alla sommità. Da
sopra si scorge la particolare
architettura a doppia parete,
necessaria per sostenere
l’ampia cupola, che dall’apice al pavimento
dista ventotto metri. Interno giorno
che valorizza il progetto del Vantini.
Con Don Valerio ridiscendiamo, sfidando
vertigini e compromessi labirintici. Ma
il filo d’Arianna è solidamente legato
all’appassionata perizia emozionale
del parroco. Usciamo dalla chiesa ed
entriamo nell’antro stretto e verticale del
campanile. L’interno di scale, pianerottoli
e ringhiere in legno, conferisce allo spazio
un accogliente movimento ospitale. Fili
robusti in lunghezza ed altezza, arrivano
fin su. Su dove il cinque più uno di campane
ci attende, insieme agli operai della ditta
sud tirolese che ne accarezzano il castello
di supporto. “ A Pasqua – s’inorgoglisce
Don Valerio – le campane hanno suonato a
pieno ritmo.” Dalla balconata il panorama
è indescrivibile. Guardiamo la cupola
della Chiesa e la sua magica prospettiva
su questo lago che varia nella luce e nei
colori, di momento in momento. Dentro il
puntale di quella cupola, un documento che
ne accerta, dopo il restauro di lamiere
ed affini, l’originale
strutturazione dei
materiali. Un piccolo
ed intrigante segreto,
che fa vedere l’impegno
e la regola d’arte nel
effettuare l’intervento
generale. Poi si ragiona
del suono di queste
campane. Che oggi è
più intenso. E si libera
completamente grazie
all’accurata e meticolosa
perizia nel calibrarne
il colore timbrico e il
grande suono. Il riassunto
globale di questo
incontro, riparte dal
punto a capo che precisa
priorità e urgenze. E
intanto osserviamo
ancora il lago. Mentre
il profumo di carcadè invade la stanza
e interpreta l’ospitalità di Don Valerio.
“Questo non fa male e si gusta abbinato
al succo d’arancia.” L’armonia si completa
guardando più sotto, il giardino delle
meraviglie dove crescono proprio le
mitiche arance. Lì, dopo la fine della
scuola, arriveranno i bambini per il
Grest. Don Valerio ne è coordinatore
ed inventore esclusivo. Reinventiamo
il pensiero in quei sorrisi di gioia e di
speranza, pronti a scattare veloci, su e
giù per le balze del giardino di canonica.
Rivedendo volontà e progetti in questa
luce vivacissima e pulita. In un mix di
sentimenti e ingenuità utili e fondamentali
per avviare con concreta emozione,
il viaggio continuo e affascinante nel
recupero e consolidamento degli spazi,
delle cose e degli oggetti, che superano la
materia per sostenere memoria, pregio e
spirito.
salò
12
Compie 144 anni la Società di Mutuo Soccorso Artigiana Operaia
MUTUO SOCCORSO ULTRACENTENARIO
L’associazione opera oggi a sostegno della comunità di Salò
La società di Mutuo Soccorso Artigiana
Operaia di Salò ha da poco festeggiato
nel corso dell’Assemblea di maggio i 144
anni dalla propria fondazione essendo
stata costituita, prima nella Provincia
di Brescia, la mattina del 2 gennaio
1859. In tale giornata circa duecento
soci si riunivano nella chiesa di S.
Giustina a Salò per partecipare
alla prima adunanza generale della
società. Nella chiesa gremita vi
trovavano posto calzolai e fabbri,
falegnami e barcaioli, prestinai
e osti, negozianti al minuto e
girovaghi, giardinieri e contadini
di Caccavero, l’attuale Campoverde;
tra gli altri i rappresentanti di
attività ormai dimenticate quali
quelle dei lavoranti in cordelle e in
palle da gioco, chiodaroli e sellai
nonché gli ultimi imbiancatori
di refe salodiani. Nei primi banchi,
accanto alle autorità, il gruppo di notabili
che aveva creduto in quel progetto e
che aveva raccolto con straordinario
tempismo l’esempio dei primi movimenti
associativi di solidarietà che, seppur
sorti e sostenuti dalla “paterna”
presenza di filantropi, predicavano la
compartecipazione e il mutuo soccorso
delle classi operaie ed artigiane. Essa
aveva seguito un duplice riferimento: a
livello nazionale quello delle prime società
di mutuo soccorso piemontesi che a loro
volta si richiamavano a simili iniziative
inglesi; a livello locale aveva giocato un
ruolo fondamentale l’esempio di Mantova
e soprattutto lo stretto rapporto con
le vicine società di Riva e Rovereto
costituite intorno alla metà del secolo. Il
richiamo ai valori della cooperazione e del
mutuo soccorso si concretizzerà in altre
significative iniziative che seguiranno
l’istituzione della Società di Mutuo
Soccorso. Sono infatti da ricollegarsi alla
stessa radice umana e ideale la nascita
dell’Asilo
d’infanzia
(1863), la
costituzione
della Banca
Popolare di
Salò sorta
nel 1869
per volontà
della società
e diretta
alla raccolta
di piccoli
risparmi
e alla concessione di crediti sull’onore
ad attività artigianali, la cooperativa
(1897) e l’unione di consumo (1906), la
mutualità scolastica salodiana (1911). In
un’epoca nella quale l’intervento dello
Stato in materia era ancora inesistente,
la società mutua offriva una garanzia
di sostentamento nel caso di forzata
assenza dal lavoro evitando all’artigiano
di dover ricorrere agli istituti di
beneficenza pubblica o privata. Oltre al
sussidio di malattia era previsto che una
quota fosse riservata alla costituzione
di un fondo pensione da elargire dopo
dieci anni di contribuzioni. Nel 1894
venne inoltre costituito un terzo fondo
destinato a sovvenire ai lavoratori colti da
infortuni, ossia “malattie di breve durata
e dipendenti da cause traumatiche”.
Accanto al servizio di “mutua” la Società
intendeva seguire la crescita morale e
culturale degli associati. E’ soprattutto
in questo passaggio che più facilmente
si scorge da parte dei notabili quella
“paterna premura”, di ottocentesca
memoria, nell’inculcare sentimenti di sana
morale, dedizione alla propria professione
e amore per la Patria. La società intendeva
preservare inoltre una significativa unione
di intenti tra notabilato e classi lavoratrici
a dispetto delle crescenti tensioni sociali
che caratterizzeranno la fine del secolo
XIX. A distanza di decenni la Società di
Mutuo Soccorso di Salò, venute meno le
finalità originarie e dopo alcuni anni di
stagnazione, opera oggi proficuamente e
vivacemente a sostegno della Comunità
di Salò. Grazie all’impegno di un gruppo
di persone, la Società ha recentemente
ampliato la propria Compagine Sociale ed
oggi conta ben 357 iscritti. Tale impulso
ha permesso un rinnovato impegno nel
campo della cultura e della valorizzazione
della storia locale, tra cui l’istituzione del
premio “Zanoli”, riconoscimento rivolto
agli studenti che presentino ricerche su
temi di storia locale, della solidarietà con
il sostegno a istituzioni sul territorio e
della cooperazione permettendo inoltre
di arricchire le iniziative di aggregazione
rivolte ai Soci con incontri e gite. Una
presenza dunque che, a 140 anni dalla
nascita, intende ancora farsi voce della
propria Comunità, delle proprie radici e
delle sue più positive aspirazioni.
muscoline
Alberto Comini
A Salò le ex Rondinelle del Brescia Calcio sfidano il team di Radio Delta 2000
SOLIDAL FOOTBALL IN UN MATTONE
Il ricavato dell’incontro sarà devoluto alla ricerca immunologica
Un mattone per
l’immunologia. Ed una
partita di calcio allo
stadio di Salò, per
aggiungere cemento
a quel mattone. Così
domenica 22 giugno alle ore 18 la squadra
sponsorizzata da Radio Delta 2000 di
Muscoline, affronterà le ex Rondinelle
del Brescia calcio in un match benefico,
patrocinato dagli Assessorati allo Sport
della Provincia di Brescia e del Comune
di Salò. Il ricavato delle offerte sarà poi
devoluto all’Associazione “Un mattone
per l’Immunologia” degli Spedali Civili
di Brescia, mentre la partita sarà
dedicata a Vittorio Mero, il giocatore
del Brescia tragicamente scomparso.
Anche la Banca di Bedizzole Turano
Valvestino sostiene l’iniziativa a favore
della ricerca sull’immunologia.
Il progetto bresciano, a
proposito di impegno nel
settore immunologico,
riguarda la realizzazione di
una nuova sede e di un nuovo
modello organizzativo per l’assistenza
e la ricerca nelle malattie reumatiche,
infiammatorie croniche ed autoimmuni.
Questo tipo di intervento risulta essere
molto importante, perché riguarda un
tipo di malattie invalidanti che producono
elevati costi sanitari: un esempio
conosciuto, l’artrite reumatoide. A queste
problematiche si aggiunge il progressivo
incremento della richiesta di prestazioni
e la impellente necessità di
adeguamento della struttura
e dell’attività alle normative
di legge. E qui si parla di
partecipazione al registro
internazionale dei trapianti,
organismo indispensabile per valutare la
compatibilità dei donatori. Un dato su
tutti: fino ad oggi ben 8.300 bresciani
hanno risposto all’appello della donazione,
permettendo il trapianto a 39 malati di
leucemia a cui è stata salvata la vita.
vobarno
13
Valle Sabbia, tra Cattolicesimo, Islam e capacità di dialogo
RELIGIOSITA’ SENZA FRONTIERE
In valle anche Buddisti, Taoisti e Scientology
L’attuale quadro religioso e razziale della
Valle Sabbia è fluido e caratterizzato da
intense dinamiche ancora in fase di studio.
La presenza storica della Chiesa cattolica,
sul territorio con 194 edifici di culto
rintracciabili in tutta la Valle, rileva un
incremento dovuto alle correnti migratorie
di
cristiani
orientali
appartenenti
all’Ortodossia
(rumeni,
moldavi, serbi, bielorussi,
ucraini) e di Evangelici,
(immigrati non islamici di
colore). La Congregazione
cristiana dei testimoni di
Geova, rimane la religione
non-cattolica di maggior
radicamento in almeno
15 località e con 3 luoghi
di culto (le c.d. “Sale
del Regno”). L’Islam è
probabilmente la seconda
religione valsabbina dal
punto di vista numerico, sia
per gli immigrati marocchini e senegalesi,
che per l’immissione di pakistani e cingalesi,
albanesi e bosniaci. Anche i cinesi, sempre
più presenti, sono portatori discreti di
valori religiosi: Confucianesimo, Taoismo
e Buddismo sono le religioni dell’antica
Cina che né il comunismo né l’odierna
corsa al mercato globale hanno potuto
soppiantare. Va pure rilevata la presenza di
Scientology, localmente denominata Chiesa
di Scientology dei Tre laghi, con una sede
a Brescia e appartenenti in più paesi della
Valle. Difficile evidenziare invece interessi
per il mondo dell’esoterismo e dell’occulto:
ultime
ricerche
rilevano comunque
un’attenzione
e
una
crescente
frequentazione di
maghi e cartomanti
o sedute spiritiche;
non constano, per il
momento, presenze
di gruppi dediti
al
satanismo,
anche se non sono
mancate in passato
segnalazioni
perlopiù fuorvianti,
o a determinati cerimoniali magici.
Con questo nuovo clima, il dialogo
interreligioso ed interazziale dovrà fare
rapidamente i conti in nome della libertà
e del rispetto delle identità, ed il futuro
delle convivenza in Valle si giocherà
sulle vicendevoli capacità di confronto, di
critica e di riconoscimento, da cui il mondo
economico ed i suoi appartenenti (banche
in primo luogo) non possono esimersi.
Anche la nostra Banca, da sempre attenta
alle problematiche della comunità e per
Statuto ispirata “ai principi della dottrina
sociale cristiana”, di fronte ad una realtà
variegata e frutto dell’immigrazione
interrazziale e interreligiosa, si sta
avvicinando ad essa con consapevolezza
e rispetto, non solo accogliendo clientela
straniera ed offrendo loro condizioni e
consulenza professionale non diverse dalla
clientela nazionale, ma anche, fornendo
servizi apparentemente semplici, ma ad
alto valore aggiunto come per esempio,
consentire l’invio di rimesse nei paesi di
origine a condizioni agevolate attraverso
partners commerciali specializzati. La
nostra Banca, anche e non solo in Valle,
dimostra quell’apertura mentale di chi
osserva la realtà e la sua evoluzione,
sentendosi parte integrante di una
comunità e assumendosi la responsabilità
di un ruolo che va oltre la semplice
fornitura di servizi di banca.
Luca Galvani
calvagese della riviera
Arte,Finanza e Gusto in mostra a tra Raffa e S.Felice
A TUTTI I COSTI
Contaminazione fra generi per una miscela
di ricerca fra istituzione,azienda,banca e
creatività
L’arte contemporanea sfida il realismo quotidiano, nel magico raggio tra le colline
moreniche e il lago di Garda. Miscellanea intrigante quella ideata da Vanda Sabatino
in collaborazione con il Comune di San Felice del Benaco, Pasini Produttori e Banca di
Bedizzole Turano Valvestino. Una proposta che da giugno fino al 3 agosto, entra a far
parte del territorio. Esponendo prima all’Osteria della Cantina a Raffa di Puegnago la
rassegna Alias Arte, poi al palazzo Ex Monte di Pietà di San Felice del Benaco con
la provocatoria A tutti i Costi. Simbolica e avvincente cornice questa contaminazione
di dialettiche apparentemente opposte. Commistione suggestiva che entra nel gioco
delle parti fra denaro, creatività e linguaggio del gusto, aprendo forzieri fantasiosi
e surreali di metodo che aggiungono apparentamenti a lontananze solo manieristiche.
In questa direzione muovono i tentacoli della rappresentazione contemporanea. E
soprattutto nel titolo di A tutti i costi, che racchiude nell’indubbia efficacia del lampo
promozionale, la vernice espressiva di un’identità complessa di ricerca. A tutti i costi
è la progressiva concatenazione del pensiero che entra nella materia finanziaria, sotto
l’occhio dell’indagine critica installata dall’arte. E per un’arte che ironizza e supera
la reality a volte supponente del linguaggio economico, ecco l’alternativa. Elemento
che entra nella panacea poco mediatica dei fatti che evolvono. Ecco la realtà solidale,
mascherata dalla qualità interessata dei progetti realizzati e promossi a cura
dell’inventiva bancaria. Nessuno ne parla. Perché il leit motive inossidabile qualifica la
sensibilità in definiti compartimenti stagni. E stagnanti. Parliamone. A tutti i costi.
gavardo
14
Dentro lo stand della Banca di Bedizzole Turano Valvestino
GAVARDO DIARIOFIERA
Tre giorni di Credito Cooperativo versione sportello immagine
Metti due giorni in Fiera. Dentro il
contenitore della Gavardo commerciale
e produttiva della Valsabbia operosa e
inventiva. Metti ancora una Banca. Quella
di Bedizzole Turano Valvestino. Con il suo
vestito centenario di credito cooperativo.
Quella che
cerca nella
singolarità
dell’incontro
con la
clientela,
l’esclusività di
un rapporto
di lavoro che
non esclude
passioni e
corollari
diversi dal
freddo
raziocinio
economico. In
questo imbuto
di metti e
rimetti in
opera, lo stand BCC ha aperto le sue
tracce di esperienza e collaborazione al
fluire metallico del popolo di visitatori
nella tre giorni di fiera. Accompagnati da
quella fisicità out di sportello, i colleghi
hanno raccontato la banca fuori porta.
Calando
gli assi di
personalità e
franchezza,
eludendo
l’immagine e
il look della
tradizione
accademico
finanziaria.
Prima
attrice
dell’happening gavardese, Rosaria che
di cognome fa Baruzzi, direttrice
dell’agenzia di Gavardo. Cambio di
ambiente, e
talenti inespressi
evolvono
nell’allestimento
dello stand.
Altri produttori
si affidano
alle sapienti
art direction
di standisti
professionali.
Da noi tutto
si ragguaglia
nel cataclisma
veloce del
dare e avere. Ma anche qui la sensibilità
si fa forza. Inerpicandosi per sentieri
complessi di fruizione in offerta speciale.
Così il patrimonio storico di un divano così,
così, sbuca fuori nella sua alternativa
ipnotizzante, sotto un telo copritutto che
ne incentiva la presenza scenica. Si può
fare ragazzi. Ma sopra non ci potremo
sedere. Mettiamoci i libri della BCC, come
ingredienti di qualità. Sull’arte moderna
confidiamo aggredendo i visitors con
una doppia C incrociata all’essenza di
polistirolo. Niente computer. Troppo
banale. Troppo vestito. Troppo
cravatta di rappresentanza superficiale.
Meglio le caramelle. Vero Rosaria?
Tutto ok! Possiamo partire . Per quel
vento di immagine che subito regala
un’emozione. La cavalcata dei politici,
guidata dal presidente della Provincia
Alberto Cavalli, si ferma e ci saluta nella
giornata inaugurale. Tra
i sindaci una conoscenza
familiare. Albino Zabbialini,
presidente del nostro
Collegio Sindacale e primo
cittadino di Muscoline.
La festa comincia bene.
Il resto della qualità lo
offrono i passanti ed i
curiosi. Apprezzamenti
e qualche aggiunta di
chiacchiere
al rituale
quotidiano dell’estratto conto
e del mutuo. Presidente, Vanni
Zecchi e Direttore Generale
Mario
Pizzatti arrivano,
in un pomeriggio
dai torridi
risvolti africani,
a dar lustro a questa piccola città
imbandita di credito e cooperazione. E
il gruppo si rinfranca. Medicinalmente
corroborato dalla presenza del
gran giurì del potere. La fiera
funziona. Molte promesse di lavoro
a venire. Tanti appuntamenti da
trapiantare in agenda. E il veicolo
pubblicitario vola sull’ala d’immagine
personale appoggiata alle facce del
team. Bandito il biglietto da visita. Nel
portafoglio altrui arriviamo solo noi. Senza
l’orpello stampato privo di dialettica. E
alla fine della fiera, come diceva qualcuno,
il cassetto dei sogni diventa tangibile e
materiale. Ma in primis, come sempre, è
la fantasia a dettar legge. Secondo l’art
direction del cuore. Che spende e spande
in sentimento. Immagazzinando consensi e
qualità in estasi professionale.
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Traccia
Editore
Banca di Bedizzole Turano Valvestino
Piazza 25 aprile 13 25081 BEDIZZOLE (BS)
Direttore Responsabile
Giuseppe Rocca
Tipografia
FDA EUROSTAMPA SRL
Via Molino Vecchio 185 25010 BORGOSATOLLO (BS) tel. 030/2701606
Registrazione Tribunale di Brescia n. 3/03 del 21/01/03
Cellofanatura e Spedizione
COOP SERVICE s.c.r.l.
Via Napoleonica 7 25080 REZZATO (BS) Tel. 030/2594360
hanno collaborato
Alberto Comini, Fabio Chiarini,Barbara Caldera, Luca Galvani,Franco Bertoloni, Giordano Guerra, Stefania Zanetti,
Giorgio Venturini, Francesca Bodei, Pierangelo Festa, Mario Pizzatti, Vanni Zecchi
In vista di una sempre maggiore
attenzione alla Compagine Sociale e di
una più mirata e puntuale organizzazione
delle prossime iniziative sociali, nelle
prossime settimane verrà recapitata
ai Soci una scheda anagrafica da
compilare e restituire presso le filiali di
appoggio.Tale scheda intende raccogliere
informazioni sui diversi settori di attività
della Compagine Sociale consentendo
l’aggiornamento e un più efficace utilizzo
del nostro archivio Soci. Allegata alla
scheda anagrafica si coglierà l’occasione
per inviare la personale posizione
azionaria con un specifico spazio riservato
a chi intendesse sottoscrivere nuove
azioni della Banca di Credito Cooperativo.
REGOLAMENTO CONCORSO
BORSA DI STUDIO
La Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito Cooperativo bandisce per il
dodicesimo anno consecutivo un concorso per l’assegnazione di n° 60 Borse di
Studio per l’anno scolastico 2002/2003 per l’iscrizione e la frequenza ad istituti
e scuole di istruzione media di primo e secondo grado, statali o riconosciuti dallo
Stato, corsi di laurea universitari e diplomi universitari di qualsiasi facoltà e
riconosciuti dallo Stato.
ciascuna materia e gli eventuali debiti formativi. La media sarà calcolata
con l’esclusione dei voti riportati in Condotta e nelle eventuali materie
facoltative.
Dal concorso sono esclusi gli studenti ripetenti e gli Assegnatari di
altre borse di studio.
I concorrenti iscritti ai Corsi Universitari ed ai Corsi di Laurea
Breve successivi al primo delle rispettive facoltà dovranno
comprovare che si trovano in regolare corso di studi
presentando la seguente documentazione:
copia del piano di studi depositato
presso la Segreteria della Facoltà. Il
suddetto piano di studi dovrà risultare
regolarmente approvato.
certificato rilasciato
dalla Segreteria dell’Università
attestante il numero di esami
sostenuto e le votazioni
riportate per ogni esame.
Nel caso in cui uno
dei due documenti di cui
sopra non dovesse essere
presentato il concorrente
non sarà ammesso al
concorso.
L’età massima degli
studenti frequentanti
Corsi e diplomi
Universitari non dovrà
superare i 26 anni.
1) Le n. 60 borse di studio saranno riservate
rispettivamente in n. 50 ai figli di Soci e in n. 10
ai figli di clienti della Banca. Esse verranno
suddivise tra le varie scuole ed indirizzi
secondo le modalità di seguito riportate
ed in proporzione alle domande
pervenute. Il valore delle Borse di
Studio è fissato in Euro 200 per
le medie inferiori, Euro 400 per
le scuole superiori di secondo
grado, Euro 300 per gli istituiti
professionali, Euro 600 per
l’Università e Euro 500 per i
Diplomi universitari.
Il criterio di assegnazione
delle borse di studio è
stabilito in base alla
graduatoria di merito
e, a parità di media
dei voti, costituiscono
nell’ordine titolo di
preferenza nella
assegnazione delle
borse stesse:
•
•
•
3)
La domanda
di ammissione al
concorso redatta sul
modello predisposto
e disponibile presso
tutti gli sportelli della
Banca, corredata
dalla documentazione
prescritta dal
successivo punto
4 potrà essere
presentata, entro e non
oltre il 31 luglio 2003,
direttamente presso gli
sportelli della Banca di
Bedizzole-Turano Valvestino
– Credito Cooperativo oppure
essere inviata a mezzo lettera
raccomandata alla segreteria
della BCC (Piazza XXV Aprile 13
– 25081 BEDIZZOLE).
L’anzianità di
apertura del
c/c o libretto di
risparmio presso la
Banca di Bedizzole
-Turano Valvestino –
Credito Cooperativo
Lo stato di orfano
di uno o entrambi i
genitori
L’appartenenza a
famiglia numerosa
Verranno prese in
considerazione, ai fini della
graduatoria di cui sopra, le
domande presentate aventi i
seguenti requisiti:
�
Studenti che hanno conseguito il
Diploma di licenza media inferiore con
il giudizio di “ottimo”.
� Studenti della Scuola media di secondo
grado a livello di maturità, che hanno riportato
nella sessione estiva dell’anno scolastico 2002/2003
una votazione non inferiore a 7.50/10 nello scrutinio
finale se trattasi di promozione ad anno successivo e 85/100 per il
conseguimento del diploma di maturità.
� Studenti di Istituti professionali (compresi in questa classificazione
anche gli istituti alberghieri) che possono dar diritto al conseguimento
del diploma oppure ad una semplice qualificazione professionale che hanno
frequentato il terzo anno e si iscrivono al quarto ed anno riportato una
votazione non inferiore a 7.50/10. Gli studenti del quarto e quinto anno
saranno equiparati agli studenti di scuola media di secondo grado a livello
di maturità.
� Studenti frequentanti l’Università iscritti prima dell’attuazione del D.M.
n. 509/1999 che siano in regola con gli esami previsti dal piano di studi
ed abbiano conseguito una media non inferiore ai 27/30 e per gli studenti
iscritti dopo l’attuazione del D.M. n. 509/1999 che abbiano conseguito un
numero di crediti congruo con il relativo e regolare piano di studi e una
media non inferiore ai 27/30.
� Studenti che hanno conseguito un diploma universitario con una media non
inferiore ai 28/30.
2) I concorrenti iscritti agli istituti di istruzione media di secondo grado
per l’anno scolastico 2002/2003 dovranno comprovare i requisiti di cui sopra
mediante certificato rilasciato dalla scuola o dall’istituto cui appartengono. Il
certificato scolastico dovrà riportare, ove previste, le votazioni ottenute in
4) Alla domanda devono essere allegati i
seguenti documenti:
•
•
Stato di famiglia del concorrente.
• Certificato della Scuola o dell’Università di cui al
precedente punto 2)
Dichiarazione che il concorrente non è assegnatario di altra borsa di
studio.
5) All’assegnazione delle Borse di Studio provvederà il Consiglio di
Amministrazione della Banca con sua delibera sulla base della
graduatoria elaborata.
6) Ai vincitori sarà data comunicazione personale entro il mese di
settembre 2003. La graduatoria di cui sopra sarà disponibile presso la
segreteria e le filiali della Banca per una eventuale consultazione almeno
quindici giorni prima della data stabilita per la consegna.
7) La consegna del premio è subordinata al possesso di libretto a risparmio
per gli studenti minorenni e di conto corrente personale per gli studenti
maggiorenni aperto presso la filiale della Banca di Bedizzole Turano
Valvestino indicata dal vincitore.
8) Le domande incomplete nella documentazione o che pervenissero fuori
termine stabilito non saranno prese in considerazione.
SONO DISPONIBILI PRESSO LE NOSTRE AGENZIE
I MODULI DI ISCRIZIONE
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Sottotraccia n.3 - Banca di Bedizzole Turano Valvestino Credito