DISTURBO SPECIFICO DI INSEGNAMENTO 2a giornata D.S.A. DISTRATTO DISTURBI STUPIDO SPECIFICI ASINO APPRENDIMENTO PER AIUTARLI BISOGNA APPROPRIARSI DEL PROBLEMA LORO NON HA ALCUNA SCELTA NON RIGUARDA SOLO LA SCUOLA COINVOLGE OGNI MOMENTO DELLA LORO GIORNATA COMPRENDERE LE DIFFICOLTA’ CHE INCONTRANO GLI STUDENTI CAPIRE Leggere, scrivere, contare … …non è facile come sembra Processi cognitivi complessi che coinvolgono attività coordinate di molte regioni cerebrali l’ansia altera la prestazione La reazione naturale all’ansia è di distogliere lo sguardo dalla fonte che procura l’ansia hanno problemi di elaborazione linguistica È importante che gli insegnanti capiscano che i ragazzi con dsa hanno un processo di elaborazione che è doppio rispetto agli altri I ragazzi con dsa sono distraibili DISTRAIBILITA’ NON METTE BENE A FUOCO LE COSE PRESTA ATTENZIONE A TUTTO CONTEMPORANEAMENTE succede anche per la lingua non è MANCANZA DI ATTENZIONE NON PRESTA ATTENZIONE A NULLA Correre dei rischi Le persone con dsa non amano le sorprese Hanno alle spalle anni di poche gratificazioni e molte frustrazioni se fossimo in classe agiremmo in questo modo: Dimmi che cos’è…… guarda meglio! Promettiamo un premio: a chi mi dice cos’è metto un 7 sul registro Togliamo qualcosa: se non me lo dite vi metto un meno Incolpiamo la vittima: non ti sei impegnato abbastanza “Il ragazzo non è motivato…”!!! La Motivazione fa fare al meglio delle nostre possibilità quello che già sappiamo fare Di che cosa hanno bisogno gli studenti con dsa? Hanno bisogno di insegnanti che COMPRENDANO LE LORO DIFFICOLTÀ che CONOSCANO LE STRATEGIE PER AIUTARLI nelle DSA la motivazione conta poco c’è un problema di percezione Una cosa può essere vista ma non percepita cioè DARE SIGNIFICATO Visione/percezione DIFFICOLTÀ INDIPENDENTI DA: IMPEGNO VOLONTÀ MOTIVAZIONE Gli insegnanti devono fare attenzione a NON DEMOTIVARE ESPERIENZA DI DISTURBO SPECIFICO Essere l’unico a non capire!!! Importanza dell’aspetto emotivo–affettivo nei processi di apprendimento Cognizioni, capacità di apprendere, emozioni e motivazioni sono saldamente intrecciate ci sono collegamenti con le aree cerebrali che sono deputate ai processi mnemonici La psicologia insegna che uno stato d’animo più disponibile e meno preoccupato può influenzare positivamente il ragionamento, i processi cognitivi ed il comportamento sociale. Stati animo positivi influenzano positivamente i processi di memorizzazione e di discriminazione percettiva e le competenze connesse alla propria professione e agli impegni sociali. Stati d’animo negativi rendono meno efficienti il ricorso a strategie di risoluzione dei problemi minore la possibilità di utilizzare competenze di cui si è in possesso. Le emozioni hanno un peso nella costruzione della personalità Il complesso di percezioni, opinioni e sentimenti che proviamo nei confronti dei molti aspetti della nostra persona influiscono sulla nostra autostima L’autostima cresce anche attraverso il vivere una serie di relazioni interpersonali significative, che confermano il valore dell’alunno come persona. Comprensione della lettura Se riesci a capire tutte le parole, riesci a capire tutto il senso del brano…?!? che fra consiste continuamente corrispondenti curva disegna variazione grafico conosciuta isolati riconosciuto variano solo spesso se uno punti relazione insieme tabella valori variabili mostrare Se la relazione conosciuta fra le variabili consiste in una tabella di valori corrispondenti, il grafico consiste solo dell’insieme corrispondente di punti isolati. Se è riconosciuto che le variabili variano continuamente, spesso, si disegna una curva per mostrare la variazione. La comprensione ha più a che fare con il background di una persona e meno con la comprensione delle parole. Attivazione Iniziare la lezione dichiarando gli argomenti che si affronteranno. Lo scorso Sernio, Flinghedoro e Pribo stavano nel Nervino, treppando cami gioppi e clemando grepi borti. Ecco che uno strezzo ditto bufa nel tresco di Flinghedoro. Pribo glappa e glappa: “Oh, Flinghedoro” chita, “lo strezzo ditto tunna nel tuo grappo!” I disturbi di percezione possono influenzare il comportamento? I disturbi di percezione possono influenzare il comportamento Molte volte il ragazzo con DSA si mette nei guai senza capire il perchè Per come ha percepito lo stimolo, ha dato un’ottima risposta Ma sono gli insegnanti che determinano la risposta. ESPERIENZA DI DISTURBO SPECIFICO Essere l’unico a non capire!!! Io pensavo di avere fatto una cosa bella! Perché si arrabbia tanto, cosa ho fatto di male? Coordinazione visuo-motoria Coordinazione visuo-motoria Il processo di scrittura è difficilissimo ESPERIENZA DI DISTURBO SPECIFICO Essere l’unico a non capire!!! Io pensavo di avere fatto una cosa bella! Perché si arrabbia tanto, cosa ho fatto di male? La scrittura è un compito difficilissimo ESPRESSIONE ORALE QUELLA SPECIE DI PIGNA, GIALLA, CHE SERVE PER IL MAIS LA PANNOCCHIA DISNOMIA è il problema di non trovare le parole È il fenomeno della parola sulla punta della lingua Almeno 3-4 volte al giorno capita a tutti Ai dislessici succede almeno un centinaio di volte IR È un sistema meraviglioso MA nei ragazzi con dsa non FUNZIONA CORRETTAMENTE Non riescono a recuperare la parola e quando la recuperano la ripongono nel posto sbagliato Ogni azione che svolgiamo coinvolge compito associativo Più di uno alla volta O compito cognitivo Uno solo alla volta Per le persone con dislessia parlare non è un compito associativo, ma è un compito cognitivo quindi possono svolgere solo quello. Ci sono ragazzi che NON POTRANNO MAI PRENDERE APPUNTI perché per loro ascoltare è un compito cognitivo Che cosa fare per aiutarli? Dargli tempo!!! Il più grande regalo che si possa fare ad uno studente con dsa è DARGLI TEMPO Leggere e decodificare Difficoltà nella simmetria p d b q seBer bia “Su” pis ta, “doq moracco gli top nno erepues odcor nappi amou trasc n’al ato qcorn”. lapido biam gi qcor eraat Doq oman aredo nche erra? Chi an. e seSus si Pos var loris eBer onide qos ta. Bu adis amola amola npossi seSusa qin I pam varlo. eroall isimis avo lemol vol totem roeci racc ere ogli toil tut qodcor dober npo noin taro cu i lo dor eBer talolavò. cina dinid I pam rau ensa hee ronoc lai na del qea. mi Ber ndu seil ta egran podcorni leber diba rlonel mette rno. fo pel DECODIFICA ≠ COMPRENSIONE MAGGIORMENTE compromessa è la capacità di decodifica MINORE è la comprensione del testo L’ENERGIA MENTALE CHE VIENE USATA NELLA DECODIFICA E’ QUINDI TOLTA AL PROCESSO DI COMPRENSIONE DEL TESTO Canale uditivo Qua nule roede Dumond rivo culi mille da Quark Amar sala l’ore compenso di cavu pinsocae raoradi fermarlo. A la campa gna dite Ano. “Oh, beh. Disco” fice lurò e “ca tusi loredeli talia”. Mapo carì baldi vide che cami lo penso di cavu rima seco lo papa e delli Talia niente olio a fare; e cari baldi se neioala Mary cando continuò ad ifende reli debbo lidali soprusi deli forti. Morale: Lubbi di Enza non sempre con Pensa La parola è garanzia di pensiero? Il linguaggio è strumento privilegiato del pensiero, ma il pensiero senza linguaggio è possibile. La capacità di usare il linguaggio verbale era ritenuta la misura dell'intelligenza: gli udenti, infatti, dovendo usare un linguaggio semplice per comunicare con i sordi, concludevano che questi ultimi erano capaci di pensiero astratto (...) Può in effetti accadere che, in determinati contesti culturali, la competenza nella lingua parlata e scritta favorisca il pensiero astratto, poiché rende possibile la definizione precisa dei termini, il richiamo di contenuti già acquisiti e la consapevolezza degli elementi logici e persuasivi del ragionamento. Sembra però che, nonostante questi effetti positivi sullo sviluppo del pensiero astratto, l'abilità linguistica non produca, di per sé, alcun incremento delle capacità cognitive. (...) Ma ….il pensiero non è necessariamente verbale. Il pensiero ha bisogno di rappresentazione e, quindi, di simboli, ma non necessariamente del sistema di simboli e di regole nella relazione costituita dal linguaggio verbale. Anche se il linguaggio è lo strumento privilegiato del pensiero, un pensiero senza linguaggio verbale è possibile. ....Il pensiero, l'attività cognitiva dell'individuo, dunque non è affatto compromesso direttamente da una incompetenza linguistica. "...Ma io sono diverso o sono diversi gli altri? Mi chiamo Davide. Al ritorno dal primo giorno di scuola butto via la cartella e dico che non ne voglio più sapere. Il mio ostacolo è la lettura: quando leggo, le sillabe che sono dietro le metto davanti, cambio le parole, ma nonostante tutto capisco il significato del testo. Ogni scusa è buona per evitare quell’ingarbugliare che poco somiglia alla lettura. Un giorno una psichiatra infantile pronuncia la parola dislessia. Non voglio dire a nessuno che sono dislessico, nessuno sa che cosa sia la dislessia. Dalla prima elementare alla prima superiore, ogni mattina, prima di andare a scuola, accuso dolori e coliche addominali: a nulla valgono le medicine calmanti e le visite dal gastroenterologo. Rimango bocciato, ed ecco la svolta. Trovo una classe di ragazzi che capiscono il problema, mi aiutano, mi proteggono e mi consolano quando gli insegnanti di inglese e di francese mi prendono in giro per i ripetuti errori nello scritto. Per gli insegnanti io sono un diverso, così quando faccio un compito bene significa che l’ho copiato o non è farina del mio sacco. Ma sono io diverso, o gli altri sono diversi da me? Ancora oggi a ripensarci sento come un dolore a pelle. La dislessia è così grave? No! Si può affrontare e risolverla. Odio chi la ignora: odio chi non capisce quale confusione mentale può esservi in un dislessico nel gestire certi quiz per la patente o un tema scolastico. Oggi ho 21 anni, frequento il secondo anno della facoltà di Scienze dell’Educazione, sono stato esonerato dalle tasse per merito perché ho la media del 29. Ora sono io a scegliere i miei tempi: poche parole, molto pensiero, riflessione; e mai e poi mai sentirsi schiacciati..."