Quasi tutte le culture mediterranee hanno una leggenda sulla
nascita d’ulivo. La leggenda ebraica narra che un angelo ha posato
sulle labbra di Abramo tre semi dai quali sono nati 3 alberi sacri:
ulivo, cipresso e cedro.
Nell’antico testamento la colomba portando sul becco un ramoscello
di ulivo e annuncia la fine del diluvio. Per l’antica Grecia l’ulivo nasce
per un litigio tra Poseidone e Atene, sorta per il possesso di un
territorio.
Sotto quell’albero nacque Apollo e suo figlio scoprì come rendere
l’albero selvatico in albero produttivo di olive commestibili. In Egitto
i rami d’ulivo erano posti sulle tombe dei faraoni come segno
augurale.
Per i cristiani l’olio rappresenta l’elemento sacro utilizzato per la
cresima, la consacrazione dei sacerdoti e per l’estrema unzione.
In Egitto i rami d’ulivo erano posti sulle tombe dei faraoni come
segno augurale.
La pianta dell’ulivo è stata la prima ad essere selezionata dall’uomo: la sua
storia è quella delle civiltà mediterranee si intrecciano da oltre 7000 anni.
L’ulivo si diffuse in Egitto, Palestina, Creta, Rodi, nell’Attica e in Italia. Fenici,
Greci e Cartaginesi commerciarono olio in tutto il mediterraneo diffondendo
anche la sua coltivazione.
In Italia l’ulivo fu coltivato dagli etruschi e gli antichi romani organizzarono la
distribuzione e il commercio dell’olio e fondarono la borsa “arca olearia”.
Secondo i più illustri naturalisti romani, esistevano ben dieci varietà diverse di
ulivi e l’olio prodotto era classificato in cinque categorie.
Il più pregiato era l’oleum ex albis ulivis, ottenuto da olive verde chiaro, cui
seguivano il viride, ottenuto da olive che stanno annerendosi, il Maturum,
frutto della spremuta di olive mature, il Caducum, ottenuto da olive raccolte
da terra, e il Cibarium, prodotto con olive bacate e destinato solo agli schiavi.
Nel XII secolo Firenze divenne un centro importante per la coltivazione e
Genova comincio a commerciare ingenti quantità d’olio con Spagna, Africa,
Romania e Costantinopoli.
All’inizio del XIV secolo la Puglia divenne un enorme uliveto. Per agevolare il
trasporto dell’olio nel 1559 il vice re fece costruire una strada che collegava la
Puglia con Napoli e Calabria per facilitare il trasporto dell’olio.
Nel 1830 il papa pio VII garantiva un premio a chi curava una pianta fino ad
almeno 18 mesi e Umberto II di Savoia nel 1944 emanò un decreto ancora
oggi in vigore che vietava l’abbattimento delle piante.
L’utilizzo dell’olio rappresenta la grande
ingegnosità umana e la grande versatilità di
questo prodotto.
L’ulivo costituisce un elemento indispensabile per
il benessere quotidiano di tantissime persone:
luce, medicamenti, unguenti e profumi,
lubrificanti, alimento.
A cura di: Caramia
Danilo e De Milito
Simone
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