Mercoledì 11 giugno
Quanta attesa in un inizio!
“Oh, Marilla! ” esclamò ansando. “La scuola domenicale
organizza una merenda sull’erba, la settimana prossima.
Sarà nel prato del signor Harmon Andrews, vicino al Lago
delle acque lucenti. La signora Rachel, la signora Andrews
e la signora Bell prepareranno dei gelati. Gelati, capisci?
Mi
permetti
di
parteciparvi,
vero?”.
(…)
Non
è
meravigliosa, una merenda sull’erba? Sarebbe la prima
volta, per me. L’ho sognata tante volte, non ci sono mai
stata.” (…) Puoi andarci. Sei un’allieva della scuola
domenicale e se le tue compagne vi partecipano, lo farai
anche tu”. (…) La mamma di Diana sta cucendo un vestito
con le maniche al gomito. Lo indosserà per la merenda.
Spero proprio che mercoledì prossimo il tempo sia bello,
morirei se non potessi partecipare alla merenda. O forse
non morirei, ma porterei in cuore il dispiacere per tutta
la vita anche se nel futuro, ci saranno tante altre
merende. Andremo in barca al Lago delle acque lucenti e
mangeremo gelati. Io non ho mai assaggiato un gelato.
Diana ha cercato di spiegarmi com’è il suo sapore, ma io
penso che il sapore del gelato vada oltre qualsiasi
immaginazione. “Anna, hai parlato ininterrottamente per
dieci minuti “, disse Marilla.
1
“Ora vediamo se riesci a stare con la bocca chiusa per un
tempo altrettanto lungo”. Anna non parlò più, ma per
tutta la settimana, quella merenda dominò i suoi pensieri,
i suoi discorsi, i suoi sogni. Il giorno di sabato piovve e
Anna entrò in agitazione, temendo che la pioggia sarebbe
caduta per tutta la settimana e anche oltre, fino al
fatidico mercoledì. Per cercare di distrarla, Marilla le
impose di cucire di più del solito. La domenica mattina,
tornata dalla chiesa, Anna confidò a Marilla, di aver
provato un gran tuffo al cuore, quando il pastore aveva
annunciato la merenda dal pulpito. “Ho sentito un brivido
in tutte le ossa, forse perché, fino a quel momento, non
avevo creduto che la merenda ci fosse stata davvero.
Non potevo fare a meno di pensare che fosse solo un
sogno… ma quando il pastore fa un annunzio dal pulpito,
allora bisogna crederci per forza. “Ti concentri troppo
sulle cose, tu”, disse Marilla, sospirando. “E, prima o poi,
avrai grosse delusioni”. “Aspettare una cosa è bello quasi
quanto averla a portata di mano! Puoi non ottenerla, ma
nessuno può toglierti la gioia di immaginare che l’avrai. Io
credo che sia peggio non sperare in niente, che avere
qualche delusione ogni tanto.
(da “Anna dai capelli rossi”, di Lucy Maud Montgomery)
2
CANTO:
La traccia
C'è una lunga, lunga traccia
verso la terra del sogno
dove canta l'usignolo
nel chiaror lunar.
C'è una lunga, lunga attesa
finch'ogni sogno s'avveri
fino al dì ch'io possa andare
per la lunga traccia... con Te!...
I miei appunti:
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3
Giovedì 12 giugno
Cuore e occhi
per incontrare...
Tu la conosci una montagna? No? Allora cercala, trovala.
Arriva in cima, in un giorno in cui ti sembra di non farcela.
Cerca un posto in cui gli occhi possano frugare l’assoluto,
in cui il cielo sia uno spettacolo per te. Siediti. Respira
forte, lentamente, ingoia tutta l’aria, assaporandola come
non fai da tempo. Guarda davanti a te verso l’infinito: e
solo allora preparati a buttare la rabbia, la delusione, la
paura, il malcontento. Sono zavorre inutili. Fai che ci sia il
silenzio, quel suo stesso silenzio. Aspetta con fiducia e
qualcosa succederà. Qualcuno si metterà all’ascolto. Non
chiedere, non proporre, non pensare. Semplicemente
mettiti in ascolto. Avrai di colpo una percezione, capirai
qualcosa che ti sfuggiva, qualcosa su cui non sapevi di
poter contare. Capirai di avere una grande fortuna
nascosta nella tua tasca: la tua vita, perché sei al mondo
e sei lì… e non è cosa da poco. Quella bellezza intorno
all’improvviso ti toccherà il cuore.
(Lino Zani “Era santo, era uomo”)
4
GITA ALLE “CASCATE DEL RUTOR”
Straordinaria escursione che permette di vedere le tre cascate del
Rutor (le più spettacolari della Valle d'Aosta), generate dall'omonimo
torrente. L'itinerario inizia ai casolari di La Joux (1594 m.), a circa 3
km di distanza da La Thuile. Giunti a La Joux, s'imbocca una larga
mulattiera sulla sinistra che conduce al ponte in legno sul torrente
Rutor. Il sentiero sale poi in un bosco di conifere, raggiungendo ben
presto la prima cascata (1700 m.; 106 m. di dislivello). Dopo alcuni
tornanti, si raggiunge la Baita Parcet (1772 m.) e si attraversano due
spianate. A questo punto il sentiero, con una lunga serie di tornanti,
si inerpica su una costa rocciosa, attraversa un fitto bosco di larici e
poco oltre arriva al ponte sulla seconda cascata del Rutor (1850 m;
256 m. di dislivello). Pochi tornanti ancora e, in brevissimo tempo, si
può ammirare sulla destra anche la terza cascata (2000 mt; 406 m.
di dislivello).
5
CANTO: Ojos de cielo
Si yo miro el fondo de tus ojos tiernos
se me borra el mundo con todo su infierno.
Se me borra el mundo y descubro el cielo,
cuando me zambullo en tus ojos tiernos.
Ojos de cielo, ojos de cielo
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo
toda mi vida por ese sueño...
Si yo me olvidara de lo verdadero,
si yo me alejara de lo más sincero,
tus ojos de cielo me lo recordarán
si yo me alejara de lo verdadero.
Ojos de cielo, ojos de cielo
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo
toda mi vida por ese sueño...
6
I miei appunti:
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7
Venerdì 13 giugno
Lingua e orecchie
per incontrare...
Un giorno scesi al piano e un amico mi disse: “Ti prego,
conduci al pascolo lassù la mia bambina; mia moglie ed io
ti raggiungeremo presto”. Era una bambina di tredici anni,
ben piantata, con gli occhi azzurri, punteggiata di
lentiggini sul naso, capelli rossicci, ma soprattutto due
trecce favolose che le scendevano a mezza vita a guisa di
serpenti annodati, ed erano, in fondo, legate da due
nastri rossi. (...) Dunque, il mattino dopo uscii con lei.
Serena camminava svelta, non si stancava, domandava il
nome dei monti, degli alberi, dei sassi, dei fiori. Sapeva
anche tacere. Non era noiosa. (...) La incantavano i
racconti di animali e la descrizione dei luoghi che le
facevo. (...) A mezzogiorno eravamo in un posto che
conoscevo solo io. Fra aride distese di sassi c’era una
piccola valle verdeggiante, fatta di pini mughi minuscoli:
in mezzo, non più grande di un fazzoletto, un prato fatto
da un grande sasso che nascondeva una sorgente. Una
meraviglia di frescura fra due morene (che sono lembi di
ghiaccio
nascosti
da
pietrame).
Finalmente
stanca,
Serena si sedette, mangiò, bevve, si addormentò, la testa
8
nell’erba. E fu, intorno a noi, il silenzio del mondo, rotto
solo dal rumore di qualche sasso che scivolava sulle
morene. Anch’io mi appisolai. Mi trasse dal sopore un
rumore leggero, come se qualcosa si muovesse fra l’erba.
Guardai. Nulla. Ero quasi tranquillo quando, dietro la
scarpa destra di Serena, vidi una testa triangolare che si
muoveva lentamente, e dietro la testa veniva il corpo
viscido e squamoso di una vipera...
(da “La valle più bella del mondo” di Ezio Franceschini)
9
CANTO: Il Signore è la mia salvezza
Il Signore è la mia salvezza e con lui non temo più,
perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui
con me.
Ti lodo Signore perché un giorno eri lontano da me,
ora invece sei tornato e mi hai preso con Te.
Il Signore è la mia salvezza...
Berrete con gioia alle fonti, alle fonti della salvezza
e quel giorno voi direte:
lodate il Signore, invocate il Suo Nome.
Fate conoscere ai popoli tutto quello che Lui ha
compiuto e ricordino per sempre,
ricordino sempre che il Suo nome è grande.
Cantate a chi ha fatto grandezze
e sia fatto sapere nel mondo;
grida forte la tua gioia, abitante di Sion,
perché grande con te è il Signore.
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I miei appunti:
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Sabato 14 giugno
Mani e piedi
per incontrare...
A Gutenberg, tra le verdissime colline austriache, una
mattina saliamo per il sentiero che attraversa il bosco
scuro e profumato alle spalle del paese. Dopo mezz'ora di
cammino troviamo sulla destra una sorgente presso una
radura e ci fermiamo a bere. Con una grande espressione
di felicità ad un tratto Sofia, la piccola di tre anni,
esclama: «Mamma, mamma! Una fragola!». Gli altri due
accorrono e, constatato che la sorellina ha prontamente
raccolto e inghiottito il frutto della sua scoperta, si
mettono
a
cercare,
presto
seguiti
dai
genitori.
«Un'altra!» e dopo un po': «Guarda qui, ce ne sono altre
tre, quattro...». La caccia è aperta. Cercando in quel prato
abbiamo presto riempito un bicchiere di fragole di bosco.
Poi al ritorno, con mia sincera sorpresa, ripercorrendo lo
stesso sentiero dalla sorgente in giù ne abbiamo trovate
altrettante! Zero fragole all'andata, forse un centinaio al
ritorno: un effetto statisticamente schiacciante. Cos’era
cambiato?
Eravamo cambiati noi. Qualcosa era successo: le prime
fragole trovate alla sorgente avevano introdotto l'ipotesi
12
positiva che ce ne fossero altre nascoste tra l'erba del
sentiero, la stessa erba poco prima percorsa dai nostri
passi. Il nostro cammino s'era trasformato in una
ricerca, e in una ricerca fruttuosa.
L'avanzamento della conoscenza scientifica si regge su
episodi in qualche modo analoghi a questo, coincide con il
susseguirsi di occasioni, piccole e grandi, nelle quali un
certo aspetto della realtà in qualche modo trova il varco
giusto e irrompe nell'orizzonte dell'esperienza. (…) In
ogni caso la presenza di un'ipotesi positiva adeguata
facilita enormemente la nostra capacità di vedere e di
scoprire quello che c'è. Forse al ritorno avremmo anche
potuto trovare mirtilli, o magari una nuova specie di
frutti di bosco totalmente sconosciuta, che ugualmente
sarebbero passati inosservati se non fossimo stati tesi a
cercar fragole.
(da “Sofia e le fragole” di Marco Bersanelli)
13
GITA AL ”LAGO D’ARPY”
E’ un circuito da non perdere per la bellezza del lago d‘Arpy e per il vasto panorama
che si gode dal Colle della Croce.
Raggiunto il Colle San Carlo (6 Km. da La Thuile), imboccare a piedi la sterrata,
segnalata con il n.15, che porta verso la splendida conca di Arpy e all’omonimo lago
(2066 m.) Giunti sulle sponde del lago, costeggiarne la riva destra (sinistra
orografica), dalla quale si può ammirare il Mont Colmet
(3024 m.) che si specchia
nel lago, mentre girando intorno alla riva e cambiando posizione ci si trova di fronte
allo spettacolo offerto delle Grandes Jorasses, cime che fanno parte della catena del
Monte Bianco. Abbandonando il sentiero n. 15, si prosegue ancora per poche decine di
metri sulla sterrata fino ad imboccare sulla destra il sentiero n. 17 che sale all‘interno
del vallone d‘Arpy sino a raggiungere i ruderi del Riovero Brunet e la sella erbosa del
Col Croce.
Da qui, dopo aver percorso i pochi metri che separano il colle dai resti del ricovero,
imboccare l‘itinerario n.16 che, tagliando le pendici della Punta della Croce, scende fino
a raggiungere la strada sterrata proveniente dal colle San Carlo. Da qui, in poco tempo,
si ritorna al punto di partenza.
14
CANTO: Pon tus manos
Pon tus manos en la mano del Señor de Galilea
pon tus manos en la mano del Señor que calma el mar.
Es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar.
pon tus manos en la mano del Señor que calma el mar.
Pon tus pies en la huella del Señor de Galilea
pon tus pies en la huella del Señor que calma el mar.
Es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar
pon tus pies en la huella del Señor que calma el mar.
En tus labios las palabras del Señor de Galilea
en tus labios las palabras del Señor que calma el mar
es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar
en tus labios las palabras del Señor que calma el mar.
15
I miei appunti:
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16
Domenica 15 giugno
... e quale tesoro
da custodire?
Cercarono ancora una volta dappertutto, poi sedettero
scoraggiati. Huck non seppe suggerire niente. Poco dopo,
Tom disse: “Guarda lì, Huck. Ci sono impronte di passi e
macchie di sego di candela sull’argilla ad un lato della
roccia, ma non su quella al lato opposto. Come mai?
Scommetto che il tesoro si trova davvero sotto la roccia.
Scaverò nell’argilla!” Il temperino ad una lama saltò
subito fuori ed egli non aveva scavato per più di dieci
centimetri, quando urtò il legno. “Ehi, Huck! Hai sentito?”
Huck cominciò a questo punto a scavare e a raspare con le
unghie. Rimasero ben presto scoperte alcune assicelle e
vennero tolte. Avevano nascosto un cunicolo naturale che
conduceva sotto la roccia. Tom si infilò nel cunicolo
e
spinse la candela il più possibile sotto la roccia, ma disse
che non riusciva a vedere il fondo. (…) Di lì a poco, al di là
di una stretta curva, esclamò: “Santo cielo, Huck, guarda
qui!” “Ecco il cofanetto del tesoro, lo abbiamo trovato
finalmente!” esclamò Huck, affondando le mani tra le
monete offuscate. “Mamma mia, siamo ricchi, Tom!”
17
“Huck, ho sempre saputo che ci saremmo riusciti. Sembra
troppo bello per crederci, ma abbiamo il tesoro, sicuro!
Senti, non perdiamo altro tempo, filiamocela. Fammi
vedere se riesco a sollevare il cofanetto”.
Pesava circa venti chili, Tom riuscì a sollevarlo a fatica,
ma non sarebbe stato in grado di trasportarlo fino
all’uscita. Ben presto le monete vennero a trovarsi tutte
nei sacchetti e i ragazzi le portarono su fino alla roccia
sotto la croce. (…) Mentre il sole cominciava a scendere
verso
l’orizzonte,
sciolsero
la
cima
e
partirono.
Arrivarono poco dopo che aveva cominciato a fare buio.
“E adesso Huck – disse Tom – nasconderemo il denaro nel
solaio della legnaia, poi io verrò domattina, lo conteremo
e ce lo divideremo e, in seguito, cercheremo un posto nei
boschi dove possa essere al sicuro”.
(Da: “Le avventure di Tom Sawyer”, di Mark Twain)
18
CANTO: Ho un amico
Ho un Amico grande grande,
di più giusti non ce n’è:
mi ha donato tutto il mondo,
è più forte anche di un re.
Se io tremo Lui è sicuro
e non ha paura mai:
è l’Amico più sincero sai
e ti segue ovunque vai.
Però talvolta io Lo sfuggo
e voglio fare da me,
ma crolla presto il mio mondo
perché... Lui è più forte di me.
Una volta io credevo
di potere amare da me,
non pensavo e non sapevo, sai...
che non può nemmeno un re.
19
I miei appunti:
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CANTI PER LA COMPAGNIA
ME COMPARE GIACOMETO
VOGLIO VIVERE COSì
Va’, cuore mio da fiore a fior
con dolcezza e con amor
vai tu per me.
Va’, che la mia felicità
vive sol di realtà vicino a te.
Me compare Giacometo
El gh’aveva un bel galeto, quando
ci canta sverze el beco, ch’el fa
proprio inamorar.
Un bel giorno la parona,
per far festa agli invitati,
la ghe tira el colo al galo
e lo mete a cusinar.
Voglio vivere così
col sole in fronte
e felice canto
beatamente...
Voglio vivere e goder
l'aria del monte
perché questo incanto
non costa niente
Ah, ah! Oggi amo ardentemente
quel ruscello impertinente
menestrello dell'amor
Ah, ah! La fiorita delle piante
tiene allegro sempre il cuor
sai perché?
Voglio vivere così
col sole in fronte
e felice canto canto per me.
Le galine tute rnate,
per la perdita del galo.
Le ga roto el caponaro
da la rabia che le gh’ha.
ALLA MATTINA
Alla mattina quando il sole
s'alza e scominzia a levarsi,
vardo le cime del Brenta
che le scomnzia a indorarse
e allora mi me ne vado
sui crozzi a 'rampegar.
Alor penso a ti,
tesoro del me cor
te se'n bel fiorellin,
fiorellin d'amor.
A mezogiorno sulla cima
disno de bon apetito,
vardo laggiù nella valle
che se stende all'infinito,
vedo 'na casetta lontana
nascosta in mezzo ai fior.
Tu, non m’inganni sole d’or,
m’accarezzi, dai color, sei buono tu.
Tu, che respiri il mio respir, ogni
pensa sai lenir, campagna tu.
21
LA RIVISTA
DELL’ARMAMENTO
E il cappello che noi portiamo
sì, l’è l’ombrello (2 v.)
e il cappello che noi portiamo
sì, l’è l’ombrello di noi alpin.
E tu biondina
capricciosa, garibaldina
trullalà;
tu sei la stella (2 v.)
e tu biondina... di noi alpin.
E le giberne che noi portiamo
son portacicche (2v.)
e le giberne che noi portiamo
son portacicche per noi alpin.
E tu biondina...
E lo zaino che noi portiamo
quello è l’armadio (2 v.)
e lo zaino che noi portiamo
quello è l’armadio di noi alpin.
E la gavetta che noi portiamo
è la cucina (2 v.)
e la gavetta che noi portiamo
è la cucina di noi alpin.
PASACALLES
Pasa la tuna en Santiago cantando muy
quedo romances de amor.
Luego la noche sus ecos los cuela de
ronda por todo balcón
y allá en el templo, del Apóstol Santo una
niña llora ante su patrón
porque la capa del tuno que adora no lleva
la cinta que ella le bordó (2v)
Cuando la tuna te de serenata
no te enamores Compostelana
que en cada cinta que adorna mi capa
guarda un trocito de corazón, y deja la
tuna pasar no te enamores Compostelana
y deja la tuna pasar con tu tra la la la la
Hoy va la tuna de gala
cantando y tocando la marcha nupcial
suenan campanas de gloria que dejan
desierta la universidad.
Y allá en el templo del Apóstol Santo con
el estudiante hoy se va a casar
la Galleguiña melosa melosa que oyendo
esta copla ya no llorará (2v)
E la borraccia che noi portiamo
è la cantina (2v.)
e la borraccia che noi portiamo
è la cantina di noi alpin.
22
LA NAVE BALENIERA
C’era una vecchia baleniera
Tutta nera, tutta nera
Con le vele sempre pronte
Sopra gli alberi e sul ponte
a guardare l’orizzonte
a cercare là nel mare
se si vede qualcosa scintillare.
Ecco, ecco, soffia!
QUAND SONA I CAMPAN
Quand mi t'hoo vista passà
un dì per la mia via
me sun sentì 'nnamuràa
mia piccula Maria
quand poeu te m'ee dumandàa
se mi te spusarìa
me sun sentì tutt'el sangh a buj
e t'hou respost de si
Che cosa curiosa una balena rosa
e là viene a galla una balena gialla,
lontano si perde una balena verde
si sente un po’ sola una balena viola
e poi c’è laggiù una balena blu!
Quand sona i campann, din don, din dan,
a la periferia
quand sona i campann, din don, din dan,
mi te speti, o Maria
per dì che fra'n an, din don, din dan,
te sarèt tuta mia
vedi già du stansett coun trì o quatter
masscett che me ciamen papà
sun cuntent cume on ratt, mi doo foera
de matt per la felicità.
C’era sulla vecchia baleniera
Dal mattino fino a sera
Un allegro capitano
Cannocchiale nella mano
A guardare più lontano
e cercar là nel mare
se si vede qualche cosa scintillare
Però come è grossa quella balena rossa,
si dondola al vento quella balena
d’argento,
si sente un po’ stanca quella balena
bianca,
e nuota fra loro quella balena d’oro
e poi c’è laggiù una balena blu!
Parli coun tuti de ti
la sera e la mattina
e speti semper quel dì
de fatt la mia spusina
mi sun le alegher memì
in tuta l'ufficina
canti, lavuri, me senti seren
perchè te voeri ben
23
LA NAVE NERA NERA
Ci siamo persi mamma mia dove andiamo,
in mezzo al mare senza rotta navighiamo,
adesso prendo il mio diario e scrivo che
fra i miei amici di dispersi non ce n'è.
C'è il marinaio glu-glu, sempre giù, sempre più giù
In questa nave nera, nera, nera
quando c'è vento, vento di bufera (2v).
…C'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta,
c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù
In questa nave nera, nera, nera
quando c'è vento, vento di bufera (2v).
…C'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa,
c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta,
c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù
In questa nave nera, nera, nera
quando c'è vento, vento di bufera (2v).
…C’è un uomo in mare, aiuto, aiuto!
c'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa,
c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta,
c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù
In questa nave nera, nera, nera
quando c'è vento, vento di bufera (2v).
…
Ci sono i pirati…….all’arrembaggio!
C’è un uomo in mare, aiuto, aiuto!
c'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa,
c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta,
c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù
In questa nave nera, nera, nera
quando c'è vento, vento di bufera (2v). 24
LA RANA ZOPPA
C'era una volta cra cra
una rana zoppa cra cra
per lei la strada cra cra
era sempre troppa cra cra chiese al buon Dio cra cra
fammi diritta! cra cra saprò in cambio cra cra
starmene zitta cra cra.
Lalalla la cra la cra la cra cra
(2v)
Che buffa rana mm
Così sicura mm
Era anche mm
Di bella andatura mm
Saltava in qua mm
Saltava in là mm
Era felice come un pascià mm
Saltava in alto mm
tanto era snella mm
che un giorno disse mm
quanto son bella! cra cra
senza volerlo cra cra
stava parlando cra cra
prese una storta cra cra
finì zoppicando cra cra
PIM PAM
Nella casa là sulla montagna
un camino grande grande sta
nel camino grande grande grande
un gran fuoco fuoco fuoco va.
Perciò pim pam,
le scarpe pim pam
di notte fan sul
sentiero di pietre
grosse pim pam,
le scarpe pim pam
di notte fan sul
sentiero così.
Nella casa là sulla montagna
un signore grande grande sta
nella stanza verde viola bianca
tante sedie rosse e gialle ha.
Nella casa là sulla montagna
una sedia a tutti quanti dà:
a ciascuno toglierà le scarpe
tutti insieme poi si danzerà.
Nella casa là sulla montagna
un camino grande grande sta
nel camino grande grande grande
più più fuoco fuoco fuoco va.
25
LA SANTA CATERINA
La santa Caterina
era figlia di un re
SUL PAJON
Il battaglione Aosta - sul pajonè sempre sulle cime - sul pajonma quando scende a valle - sul pajonattente ragazzine!
Suo padre era pagano
sua madre invece no
Sul pajon de la caserma
requiem eternam e cosi sia,
va a ramengo ti,
to pare, ta mare e tua zia
e la naja e compagnia,
sul pajon, sul pajon, sul pajon
de la caserma, sul pajon.
Un di mentre pregava
il padre la scopri
Che fai o Caterina
in quella posa lì
Io prego Iddio mio padre
eh e non conosci tu
Il parroco di Aosta - sul pajonl’ha detto predicando: - sul pajon"Attente, ragazzine, - sul pajonche il Quarto sta arrivando".
Alzati o Caterina
se no ti ucciderò
Uccidimi mio padre
ma non rinnegherò
Ma una delle più belle - sul pajonha detto piano, piano: - sul pajon"Se il Quarto sta arrivando - sul pajonè quello che vogliamo!"
E gli angeli dei Cielo
cantarono Osanna.
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Lunedì 20 giugno - Istituto Tirinnanzi