Mercoledì 11 giugno Quanta attesa in un inizio! “Oh, Marilla! ” esclamò ansando. “La scuola domenicale organizza una merenda sull’erba, la settimana prossima. Sarà nel prato del signor Harmon Andrews, vicino al Lago delle acque lucenti. La signora Rachel, la signora Andrews e la signora Bell prepareranno dei gelati. Gelati, capisci? Mi permetti di parteciparvi, vero?”. (…) Non è meravigliosa, una merenda sull’erba? Sarebbe la prima volta, per me. L’ho sognata tante volte, non ci sono mai stata.” (…) Puoi andarci. Sei un’allieva della scuola domenicale e se le tue compagne vi partecipano, lo farai anche tu”. (…) La mamma di Diana sta cucendo un vestito con le maniche al gomito. Lo indosserà per la merenda. Spero proprio che mercoledì prossimo il tempo sia bello, morirei se non potessi partecipare alla merenda. O forse non morirei, ma porterei in cuore il dispiacere per tutta la vita anche se nel futuro, ci saranno tante altre merende. Andremo in barca al Lago delle acque lucenti e mangeremo gelati. Io non ho mai assaggiato un gelato. Diana ha cercato di spiegarmi com’è il suo sapore, ma io penso che il sapore del gelato vada oltre qualsiasi immaginazione. “Anna, hai parlato ininterrottamente per dieci minuti “, disse Marilla. 1 “Ora vediamo se riesci a stare con la bocca chiusa per un tempo altrettanto lungo”. Anna non parlò più, ma per tutta la settimana, quella merenda dominò i suoi pensieri, i suoi discorsi, i suoi sogni. Il giorno di sabato piovve e Anna entrò in agitazione, temendo che la pioggia sarebbe caduta per tutta la settimana e anche oltre, fino al fatidico mercoledì. Per cercare di distrarla, Marilla le impose di cucire di più del solito. La domenica mattina, tornata dalla chiesa, Anna confidò a Marilla, di aver provato un gran tuffo al cuore, quando il pastore aveva annunciato la merenda dal pulpito. “Ho sentito un brivido in tutte le ossa, forse perché, fino a quel momento, non avevo creduto che la merenda ci fosse stata davvero. Non potevo fare a meno di pensare che fosse solo un sogno… ma quando il pastore fa un annunzio dal pulpito, allora bisogna crederci per forza. “Ti concentri troppo sulle cose, tu”, disse Marilla, sospirando. “E, prima o poi, avrai grosse delusioni”. “Aspettare una cosa è bello quasi quanto averla a portata di mano! Puoi non ottenerla, ma nessuno può toglierti la gioia di immaginare che l’avrai. Io credo che sia peggio non sperare in niente, che avere qualche delusione ogni tanto. (da “Anna dai capelli rossi”, di Lucy Maud Montgomery) 2 CANTO: La traccia C'è una lunga, lunga traccia verso la terra del sogno dove canta l'usignolo nel chiaror lunar. C'è una lunga, lunga attesa finch'ogni sogno s'avveri fino al dì ch'io possa andare per la lunga traccia... con Te!... I miei appunti: ..................................................................................................................... .................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... 3 Giovedì 12 giugno Cuore e occhi per incontrare... Tu la conosci una montagna? No? Allora cercala, trovala. Arriva in cima, in un giorno in cui ti sembra di non farcela. Cerca un posto in cui gli occhi possano frugare l’assoluto, in cui il cielo sia uno spettacolo per te. Siediti. Respira forte, lentamente, ingoia tutta l’aria, assaporandola come non fai da tempo. Guarda davanti a te verso l’infinito: e solo allora preparati a buttare la rabbia, la delusione, la paura, il malcontento. Sono zavorre inutili. Fai che ci sia il silenzio, quel suo stesso silenzio. Aspetta con fiducia e qualcosa succederà. Qualcuno si metterà all’ascolto. Non chiedere, non proporre, non pensare. Semplicemente mettiti in ascolto. Avrai di colpo una percezione, capirai qualcosa che ti sfuggiva, qualcosa su cui non sapevi di poter contare. Capirai di avere una grande fortuna nascosta nella tua tasca: la tua vita, perché sei al mondo e sei lì… e non è cosa da poco. Quella bellezza intorno all’improvviso ti toccherà il cuore. (Lino Zani “Era santo, era uomo”) 4 GITA ALLE “CASCATE DEL RUTOR” Straordinaria escursione che permette di vedere le tre cascate del Rutor (le più spettacolari della Valle d'Aosta), generate dall'omonimo torrente. L'itinerario inizia ai casolari di La Joux (1594 m.), a circa 3 km di distanza da La Thuile. Giunti a La Joux, s'imbocca una larga mulattiera sulla sinistra che conduce al ponte in legno sul torrente Rutor. Il sentiero sale poi in un bosco di conifere, raggiungendo ben presto la prima cascata (1700 m.; 106 m. di dislivello). Dopo alcuni tornanti, si raggiunge la Baita Parcet (1772 m.) e si attraversano due spianate. A questo punto il sentiero, con una lunga serie di tornanti, si inerpica su una costa rocciosa, attraversa un fitto bosco di larici e poco oltre arriva al ponte sulla seconda cascata del Rutor (1850 m; 256 m. di dislivello). Pochi tornanti ancora e, in brevissimo tempo, si può ammirare sulla destra anche la terza cascata (2000 mt; 406 m. di dislivello). 5 CANTO: Ojos de cielo Si yo miro el fondo de tus ojos tiernos se me borra el mundo con todo su infierno. Se me borra el mundo y descubro el cielo, cuando me zambullo en tus ojos tiernos. Ojos de cielo, ojos de cielo no me abandones en pleno vuelo. Ojos de cielo, ojos de cielo toda mi vida por ese sueño... Si yo me olvidara de lo verdadero, si yo me alejara de lo más sincero, tus ojos de cielo me lo recordarán si yo me alejara de lo verdadero. Ojos de cielo, ojos de cielo no me abandones en pleno vuelo. Ojos de cielo, ojos de cielo toda mi vida por ese sueño... 6 I miei appunti: ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... 7 Venerdì 13 giugno Lingua e orecchie per incontrare... Un giorno scesi al piano e un amico mi disse: “Ti prego, conduci al pascolo lassù la mia bambina; mia moglie ed io ti raggiungeremo presto”. Era una bambina di tredici anni, ben piantata, con gli occhi azzurri, punteggiata di lentiggini sul naso, capelli rossicci, ma soprattutto due trecce favolose che le scendevano a mezza vita a guisa di serpenti annodati, ed erano, in fondo, legate da due nastri rossi. (...) Dunque, il mattino dopo uscii con lei. Serena camminava svelta, non si stancava, domandava il nome dei monti, degli alberi, dei sassi, dei fiori. Sapeva anche tacere. Non era noiosa. (...) La incantavano i racconti di animali e la descrizione dei luoghi che le facevo. (...) A mezzogiorno eravamo in un posto che conoscevo solo io. Fra aride distese di sassi c’era una piccola valle verdeggiante, fatta di pini mughi minuscoli: in mezzo, non più grande di un fazzoletto, un prato fatto da un grande sasso che nascondeva una sorgente. Una meraviglia di frescura fra due morene (che sono lembi di ghiaccio nascosti da pietrame). Finalmente stanca, Serena si sedette, mangiò, bevve, si addormentò, la testa 8 nell’erba. E fu, intorno a noi, il silenzio del mondo, rotto solo dal rumore di qualche sasso che scivolava sulle morene. Anch’io mi appisolai. Mi trasse dal sopore un rumore leggero, come se qualcosa si muovesse fra l’erba. Guardai. Nulla. Ero quasi tranquillo quando, dietro la scarpa destra di Serena, vidi una testa triangolare che si muoveva lentamente, e dietro la testa veniva il corpo viscido e squamoso di una vipera... (da “La valle più bella del mondo” di Ezio Franceschini) 9 CANTO: Il Signore è la mia salvezza Il Signore è la mia salvezza e con lui non temo più, perché ho nel cuore la certezza: la salvezza è qui con me. Ti lodo Signore perché un giorno eri lontano da me, ora invece sei tornato e mi hai preso con Te. Il Signore è la mia salvezza... Berrete con gioia alle fonti, alle fonti della salvezza e quel giorno voi direte: lodate il Signore, invocate il Suo Nome. Fate conoscere ai popoli tutto quello che Lui ha compiuto e ricordino per sempre, ricordino sempre che il Suo nome è grande. Cantate a chi ha fatto grandezze e sia fatto sapere nel mondo; grida forte la tua gioia, abitante di Sion, perché grande con te è il Signore. 10 I miei appunti: ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... 11 Sabato 14 giugno Mani e piedi per incontrare... A Gutenberg, tra le verdissime colline austriache, una mattina saliamo per il sentiero che attraversa il bosco scuro e profumato alle spalle del paese. Dopo mezz'ora di cammino troviamo sulla destra una sorgente presso una radura e ci fermiamo a bere. Con una grande espressione di felicità ad un tratto Sofia, la piccola di tre anni, esclama: «Mamma, mamma! Una fragola!». Gli altri due accorrono e, constatato che la sorellina ha prontamente raccolto e inghiottito il frutto della sua scoperta, si mettono a cercare, presto seguiti dai genitori. «Un'altra!» e dopo un po': «Guarda qui, ce ne sono altre tre, quattro...». La caccia è aperta. Cercando in quel prato abbiamo presto riempito un bicchiere di fragole di bosco. Poi al ritorno, con mia sincera sorpresa, ripercorrendo lo stesso sentiero dalla sorgente in giù ne abbiamo trovate altrettante! Zero fragole all'andata, forse un centinaio al ritorno: un effetto statisticamente schiacciante. Cos’era cambiato? Eravamo cambiati noi. Qualcosa era successo: le prime fragole trovate alla sorgente avevano introdotto l'ipotesi 12 positiva che ce ne fossero altre nascoste tra l'erba del sentiero, la stessa erba poco prima percorsa dai nostri passi. Il nostro cammino s'era trasformato in una ricerca, e in una ricerca fruttuosa. L'avanzamento della conoscenza scientifica si regge su episodi in qualche modo analoghi a questo, coincide con il susseguirsi di occasioni, piccole e grandi, nelle quali un certo aspetto della realtà in qualche modo trova il varco giusto e irrompe nell'orizzonte dell'esperienza. (…) In ogni caso la presenza di un'ipotesi positiva adeguata facilita enormemente la nostra capacità di vedere e di scoprire quello che c'è. Forse al ritorno avremmo anche potuto trovare mirtilli, o magari una nuova specie di frutti di bosco totalmente sconosciuta, che ugualmente sarebbero passati inosservati se non fossimo stati tesi a cercar fragole. (da “Sofia e le fragole” di Marco Bersanelli) 13 GITA AL ”LAGO D’ARPY” E’ un circuito da non perdere per la bellezza del lago d‘Arpy e per il vasto panorama che si gode dal Colle della Croce. Raggiunto il Colle San Carlo (6 Km. da La Thuile), imboccare a piedi la sterrata, segnalata con il n.15, che porta verso la splendida conca di Arpy e all’omonimo lago (2066 m.) Giunti sulle sponde del lago, costeggiarne la riva destra (sinistra orografica), dalla quale si può ammirare il Mont Colmet (3024 m.) che si specchia nel lago, mentre girando intorno alla riva e cambiando posizione ci si trova di fronte allo spettacolo offerto delle Grandes Jorasses, cime che fanno parte della catena del Monte Bianco. Abbandonando il sentiero n. 15, si prosegue ancora per poche decine di metri sulla sterrata fino ad imboccare sulla destra il sentiero n. 17 che sale all‘interno del vallone d‘Arpy sino a raggiungere i ruderi del Riovero Brunet e la sella erbosa del Col Croce. Da qui, dopo aver percorso i pochi metri che separano il colle dai resti del ricovero, imboccare l‘itinerario n.16 che, tagliando le pendici della Punta della Croce, scende fino a raggiungere la strada sterrata proveniente dal colle San Carlo. Da qui, in poco tempo, si ritorna al punto di partenza. 14 CANTO: Pon tus manos Pon tus manos en la mano del Señor de Galilea pon tus manos en la mano del Señor que calma el mar. Es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar. pon tus manos en la mano del Señor que calma el mar. Pon tus pies en la huella del Señor de Galilea pon tus pies en la huella del Señor que calma el mar. Es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar pon tus pies en la huella del Señor que calma el mar. En tus labios las palabras del Señor de Galilea en tus labios las palabras del Señor que calma el mar es Jesus el que te va guiar noche y dia sin cesar en tus labios las palabras del Señor que calma el mar. 15 I miei appunti: ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ….................................................................................................................. ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... 16 Domenica 15 giugno ... e quale tesoro da custodire? Cercarono ancora una volta dappertutto, poi sedettero scoraggiati. Huck non seppe suggerire niente. Poco dopo, Tom disse: “Guarda lì, Huck. Ci sono impronte di passi e macchie di sego di candela sull’argilla ad un lato della roccia, ma non su quella al lato opposto. Come mai? Scommetto che il tesoro si trova davvero sotto la roccia. Scaverò nell’argilla!” Il temperino ad una lama saltò subito fuori ed egli non aveva scavato per più di dieci centimetri, quando urtò il legno. “Ehi, Huck! Hai sentito?” Huck cominciò a questo punto a scavare e a raspare con le unghie. Rimasero ben presto scoperte alcune assicelle e vennero tolte. Avevano nascosto un cunicolo naturale che conduceva sotto la roccia. Tom si infilò nel cunicolo e spinse la candela il più possibile sotto la roccia, ma disse che non riusciva a vedere il fondo. (…) Di lì a poco, al di là di una stretta curva, esclamò: “Santo cielo, Huck, guarda qui!” “Ecco il cofanetto del tesoro, lo abbiamo trovato finalmente!” esclamò Huck, affondando le mani tra le monete offuscate. “Mamma mia, siamo ricchi, Tom!” 17 “Huck, ho sempre saputo che ci saremmo riusciti. Sembra troppo bello per crederci, ma abbiamo il tesoro, sicuro! Senti, non perdiamo altro tempo, filiamocela. Fammi vedere se riesco a sollevare il cofanetto”. Pesava circa venti chili, Tom riuscì a sollevarlo a fatica, ma non sarebbe stato in grado di trasportarlo fino all’uscita. Ben presto le monete vennero a trovarsi tutte nei sacchetti e i ragazzi le portarono su fino alla roccia sotto la croce. (…) Mentre il sole cominciava a scendere verso l’orizzonte, sciolsero la cima e partirono. Arrivarono poco dopo che aveva cominciato a fare buio. “E adesso Huck – disse Tom – nasconderemo il denaro nel solaio della legnaia, poi io verrò domattina, lo conteremo e ce lo divideremo e, in seguito, cercheremo un posto nei boschi dove possa essere al sicuro”. (Da: “Le avventure di Tom Sawyer”, di Mark Twain) 18 CANTO: Ho un amico Ho un Amico grande grande, di più giusti non ce n’è: mi ha donato tutto il mondo, è più forte anche di un re. Se io tremo Lui è sicuro e non ha paura mai: è l’Amico più sincero sai e ti segue ovunque vai. Però talvolta io Lo sfuggo e voglio fare da me, ma crolla presto il mio mondo perché... Lui è più forte di me. Una volta io credevo di potere amare da me, non pensavo e non sapevo, sai... che non può nemmeno un re. 19 I miei appunti: ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... ….................................................................................................................. ..................................................................................................................... ..................................................................................................................... 20 CANTI PER LA COMPAGNIA ME COMPARE GIACOMETO VOGLIO VIVERE COSì Va’, cuore mio da fiore a fior con dolcezza e con amor vai tu per me. Va’, che la mia felicità vive sol di realtà vicino a te. Me compare Giacometo El gh’aveva un bel galeto, quando ci canta sverze el beco, ch’el fa proprio inamorar. Un bel giorno la parona, per far festa agli invitati, la ghe tira el colo al galo e lo mete a cusinar. Voglio vivere così col sole in fronte e felice canto beatamente... Voglio vivere e goder l'aria del monte perché questo incanto non costa niente Ah, ah! Oggi amo ardentemente quel ruscello impertinente menestrello dell'amor Ah, ah! La fiorita delle piante tiene allegro sempre il cuor sai perché? Voglio vivere così col sole in fronte e felice canto canto per me. Le galine tute rnate, per la perdita del galo. Le ga roto el caponaro da la rabia che le gh’ha. ALLA MATTINA Alla mattina quando il sole s'alza e scominzia a levarsi, vardo le cime del Brenta che le scomnzia a indorarse e allora mi me ne vado sui crozzi a 'rampegar. Alor penso a ti, tesoro del me cor te se'n bel fiorellin, fiorellin d'amor. A mezogiorno sulla cima disno de bon apetito, vardo laggiù nella valle che se stende all'infinito, vedo 'na casetta lontana nascosta in mezzo ai fior. Tu, non m’inganni sole d’or, m’accarezzi, dai color, sei buono tu. Tu, che respiri il mio respir, ogni pensa sai lenir, campagna tu. 21 LA RIVISTA DELL’ARMAMENTO E il cappello che noi portiamo sì, l’è l’ombrello (2 v.) e il cappello che noi portiamo sì, l’è l’ombrello di noi alpin. E tu biondina capricciosa, garibaldina trullalà; tu sei la stella (2 v.) e tu biondina... di noi alpin. E le giberne che noi portiamo son portacicche (2v.) e le giberne che noi portiamo son portacicche per noi alpin. E tu biondina... E lo zaino che noi portiamo quello è l’armadio (2 v.) e lo zaino che noi portiamo quello è l’armadio di noi alpin. E la gavetta che noi portiamo è la cucina (2 v.) e la gavetta che noi portiamo è la cucina di noi alpin. PASACALLES Pasa la tuna en Santiago cantando muy quedo romances de amor. Luego la noche sus ecos los cuela de ronda por todo balcón y allá en el templo, del Apóstol Santo una niña llora ante su patrón porque la capa del tuno que adora no lleva la cinta que ella le bordó (2v) Cuando la tuna te de serenata no te enamores Compostelana que en cada cinta que adorna mi capa guarda un trocito de corazón, y deja la tuna pasar no te enamores Compostelana y deja la tuna pasar con tu tra la la la la Hoy va la tuna de gala cantando y tocando la marcha nupcial suenan campanas de gloria que dejan desierta la universidad. Y allá en el templo del Apóstol Santo con el estudiante hoy se va a casar la Galleguiña melosa melosa que oyendo esta copla ya no llorará (2v) E la borraccia che noi portiamo è la cantina (2v.) e la borraccia che noi portiamo è la cantina di noi alpin. 22 LA NAVE BALENIERA C’era una vecchia baleniera Tutta nera, tutta nera Con le vele sempre pronte Sopra gli alberi e sul ponte a guardare l’orizzonte a cercare là nel mare se si vede qualcosa scintillare. Ecco, ecco, soffia! QUAND SONA I CAMPAN Quand mi t'hoo vista passà un dì per la mia via me sun sentì 'nnamuràa mia piccula Maria quand poeu te m'ee dumandàa se mi te spusarìa me sun sentì tutt'el sangh a buj e t'hou respost de si Che cosa curiosa una balena rosa e là viene a galla una balena gialla, lontano si perde una balena verde si sente un po’ sola una balena viola e poi c’è laggiù una balena blu! Quand sona i campann, din don, din dan, a la periferia quand sona i campann, din don, din dan, mi te speti, o Maria per dì che fra'n an, din don, din dan, te sarèt tuta mia vedi già du stansett coun trì o quatter masscett che me ciamen papà sun cuntent cume on ratt, mi doo foera de matt per la felicità. C’era sulla vecchia baleniera Dal mattino fino a sera Un allegro capitano Cannocchiale nella mano A guardare più lontano e cercar là nel mare se si vede qualche cosa scintillare Però come è grossa quella balena rossa, si dondola al vento quella balena d’argento, si sente un po’ stanca quella balena bianca, e nuota fra loro quella balena d’oro e poi c’è laggiù una balena blu! Parli coun tuti de ti la sera e la mattina e speti semper quel dì de fatt la mia spusina mi sun le alegher memì in tuta l'ufficina canti, lavuri, me senti seren perchè te voeri ben 23 LA NAVE NERA NERA Ci siamo persi mamma mia dove andiamo, in mezzo al mare senza rotta navighiamo, adesso prendo il mio diario e scrivo che fra i miei amici di dispersi non ce n'è. C'è il marinaio glu-glu, sempre giù, sempre più giù In questa nave nera, nera, nera quando c'è vento, vento di bufera (2v). …C'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta, c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù In questa nave nera, nera, nera quando c'è vento, vento di bufera (2v). …C'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa, c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta, c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù In questa nave nera, nera, nera quando c'è vento, vento di bufera (2v). …C’è un uomo in mare, aiuto, aiuto! c'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa, c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta, c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù In questa nave nera, nera, nera quando c'è vento, vento di bufera (2v). … Ci sono i pirati…….all’arrembaggio! C’è un uomo in mare, aiuto, aiuto! c'è anche il mozzo oh-issa, oh-issa, c'è il timoniere vira a dritta, vira a dritta, c'è il marinaio glu-glu, sempre più giù, sempre più giù In questa nave nera, nera, nera quando c'è vento, vento di bufera (2v). 24 LA RANA ZOPPA C'era una volta cra cra una rana zoppa cra cra per lei la strada cra cra era sempre troppa cra cra chiese al buon Dio cra cra fammi diritta! cra cra saprò in cambio cra cra starmene zitta cra cra. Lalalla la cra la cra la cra cra (2v) Che buffa rana mm Così sicura mm Era anche mm Di bella andatura mm Saltava in qua mm Saltava in là mm Era felice come un pascià mm Saltava in alto mm tanto era snella mm che un giorno disse mm quanto son bella! cra cra senza volerlo cra cra stava parlando cra cra prese una storta cra cra finì zoppicando cra cra PIM PAM Nella casa là sulla montagna un camino grande grande sta nel camino grande grande grande un gran fuoco fuoco fuoco va. Perciò pim pam, le scarpe pim pam di notte fan sul sentiero di pietre grosse pim pam, le scarpe pim pam di notte fan sul sentiero così. Nella casa là sulla montagna un signore grande grande sta nella stanza verde viola bianca tante sedie rosse e gialle ha. Nella casa là sulla montagna una sedia a tutti quanti dà: a ciascuno toglierà le scarpe tutti insieme poi si danzerà. Nella casa là sulla montagna un camino grande grande sta nel camino grande grande grande più più fuoco fuoco fuoco va. 25 LA SANTA CATERINA La santa Caterina era figlia di un re SUL PAJON Il battaglione Aosta - sul pajonè sempre sulle cime - sul pajonma quando scende a valle - sul pajonattente ragazzine! Suo padre era pagano sua madre invece no Sul pajon de la caserma requiem eternam e cosi sia, va a ramengo ti, to pare, ta mare e tua zia e la naja e compagnia, sul pajon, sul pajon, sul pajon de la caserma, sul pajon. Un di mentre pregava il padre la scopri Che fai o Caterina in quella posa lì Io prego Iddio mio padre eh e non conosci tu Il parroco di Aosta - sul pajonl’ha detto predicando: - sul pajon"Attente, ragazzine, - sul pajonche il Quarto sta arrivando". Alzati o Caterina se no ti ucciderò Uccidimi mio padre ma non rinnegherò Ma una delle più belle - sul pajonha detto piano, piano: - sul pajon"Se il Quarto sta arrivando - sul pajonè quello che vogliamo!" E gli angeli dei Cielo cantarono Osanna. 26