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CAMPIONATO GIORNALISMO
MERCOLEDÌ 7 MARZO 2012
Scuola media
Ungaretti
Grosseto
Quando a emigrare eravamo noi
Un ragazzo su tre non conosce il fenomeno del «grande esodo». Il nostro
INTERVISTA
«Vi racconto
un’avventura
italiana»
NON SEMPRE si abbandona il proprio Paese per ragioni economiche. All’origine
di questa decisione spesso si
trovano spinte culturali e la
curiosità di un mondo diverso, l’insofferenza verso la manotonia di un lavoro che
non soddisfa. E’ il caso di
M.H., 38 anni ingenere tunisino. Decide di trasferirsi in
Italia anche perché trova
l’amore, una donna italiana.
Perché un ragazzo tunisino, con un buon impiego in Patria, decide, di
emigrare?
«I motivi hanno a che fare
con la mia forte curiosità e il
desiderio di miglioramento,
che in Europa ho trovato a
tal punto da poterci rimanere».
E’ stato facile trovare lavoro?
«Sì e no. Qui la gente si sorprende se un tunisino si intende di elettronica a buoni
livelli… comunque sia, un
rivenditore mi ha messo alla
prova e ho cominciato a guadagnare bene, meglio che a
Tunisi. Allora ho deciso:
qui avevo incontrato l’amore, un buon lavoro e lo studio universitario, non me ne
sarei più andato. Certo subito non ero convinto di poter
rimanere, ma la svolta è arrivata quando mi hanno fatto
una nuova proposta nel settore della bassa frequenza».
«…SONO 3000, sono arrivati, sono tutti sulla banchina, stanchi,
affamati, con il libretto rosso in mano (che li bolla come analfabeti) o
il foglio giallo, che dà maggiore speranza; ma per tutti c’è ora la quarantena, un’attesa lunga, snervante; e per alcuni — che prima di
partire hanno venduto case o poderi, o si sono indebitati per fare
il viaggio — non è solo stressante
ma è un’attesa angosciante». Scrive così un cronista nel 1920, osservando gli emigranti italiani scesi
da un bastimento... eppure, da
un’indagine condotta su 890 ragazzi fra i 16 e i 24 anni, in occasione di una mostra sull’emigrazione organizzata a Padova, il
32% degli intervistati non ne sa
nulla, del restante solo il 10% ne
ha sentito parlare a scuola.
GLI ITALIANI sono stati protagonisti del più grande esodo migratorio della storia moderna.
Nell’arco di poco più di un secolo, a partire dal 1861, sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze. Si trattò di un fenomeno che toccò tutte le regioni italiane. Tra il 1876 e il 1900 Veneto,
SBARCATI Il «sogno americano» per lasciare l’incubo italiano
Friuli Venezia Giulia e Piemonte
fornirono da sole il 47 % del contingente migratorio. Nei due decenni successivi la Sicilia dette il
maggior contributo, seguita dalla
Campania. Il Mezzogiorno fornì
il 90% della propria emigrazione
alle Americhe, privilegiando gli
Stati Uniti, mentre dal settentrione l’emigrazione transoceanica
privilegiò l’America latina. Dalle
regioni dell’Italia centrale l’emigrazione si divise equamente tra
stati nordeuropei e mete transoceaniche. Contadini, agricoltori e
braccianti, prevalentemente analfabeti, ne furono i protagonisti, accompagnati da artigiani, muratori e operai. I motivi dell’esodo furono il declino dei vecchi mestie-
DUE GUERRE mondiali e il fascismo limitarono fortemente il
flusso migratorio italiano che riprese però nel dopoguerra, inserendo nuove mete come Canada e
Australia. A partire dagli anni Sessanta l’emigrazione avvenne quasi esclusivamente dalle regioni
meridionali e si orientò verso le
aree industrializzate dell’Europa
settentrionale e nel triangolo industriale italiano in cui si riversarono circa due milioni di immigrati. Numerosi furono gli episodi di sfruttamento nei confronti
degli emigranti italiani, taglieggiati e raggirati in patria dagli
agenti di emigrazione e sfruttati
una volta giunti nei paesi ospitanti, come tanti furono i naufragi di
navi italiane fatte partire da armatori senza scrupoli. Come i naufraghi nordafricani vittime di trafficanti senza scrupoli che oggi muoiono nel Mediterraneo, spesso senza che di loro si sappia più nulla.
ESPERIENZA SIAMO STATI PRESENTI AL «XV MEETING DEI DIRITTI UMANI». E CI E’ VENUTO QUALCHE DUBBIO
Libertà di circolazione: valore inalienabile
Come è stata l’esperienza dell’amore e del matrimonio italiano?
«Nessun problema, le nostre
famiglie hanno detto: se vi
amate, per noi va bene. La mia
scelta non ha neppure suscitato troppa curiosità in paese o fra le persone che ci frequentano. Una cosa buffa è
che quando vedono mio figlio, bianco come la madre,
mi chiedono: ma il bambino è tuo?».
ri artigiani, delle industrie domestiche, gli effetti della crisi agraria
e la condizione contadina meridionale aggravata dal latifondismo e dalla presenza di piccole
proprietà insufficienti per il mantenimento.
VALORE Gli studenti a Firenze
per il meeting sui diritti umani
IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ internazionale sancito nell’articolo 13 della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo è stato l’argomento
centrale del XV Meeting dei Diritti Umani tenutosi a Firenze lo scorso 13 dicembre. L’evento, a cui
ha partecipato anche la nostra scuola, ha visto un
Mandela Forum colmo di circa 8.000 studenti della Toscana. Giornata emozionante, anche grazie alla presenza di autorevoli personalità che ci hanno
ricordato come l’uomo nel suo migrare ha dovuto
abbattere barriere di ogni tipo. «L’importante è
amare il pensiero diverso», ha sottolineato il professor Vecchioni. «Siate eretici. Più saprete stare fuori dal coro e dalla folla e meglio sarà», ha dichiarato invece l’assessore regionale Riccardo Nencini.
Ebbene, se da un lato il ricordo di quel giorno ci
ha costretti a riflettere sul quel valore inviolabile
che è la libertà di circolazione nelle meravigliose
terre del nostro pianeta, d’altro canto la notizia di
questi giorni sulla condanna che il nostro Paese
sta subendo dalla corte europea dei diritti Umani
di Strasburgo per il respingimenti di emigranti, ci
pone l’interrogativo: ma l’ Italia è veramente uno
stato democratico che rispetta quei diritti che tanti
intellettuali nel corso della nostra storia hanno
contribuito a sancire?
POSSIAMO noi giovani comprendere appieno
che occorre oggi imparare ad essere tolleranti per
una convivenza civile in un mondo sempre più interculturale se chi detiene il potere permette che
quegli stessi diritti siano negati? Noi ragazzi giudichiamo ciò che viene fatto , non solo le belle parole
che spesso nella nostra società risuonano vuote e
poco credibili.
LA REDAZIONE
LA PAGINA è stata realizzata dagli alunni:
Vladimir Aino; Denise Bernardini; Marco
Betti; Michele Cagnani; Irene Chiozzi; Luca Cionini; Manuele Coccoluto; Giulia Del
Principe; Elena Donadelli; Giovanni Formi-
cola; Francesca Francomano; Ilaria Iaccarino; Matteo Lombardi; Saverio Maietta;
Erika Mariani; Andrea Marino; Marco Mengoni; Vanessa Menta; Giada Ottaviani; Giulia Romeo; Giacomo Santabarbara; Leo-
nardo Savini; Alexandru Tugurlan; (classe 3^ I scuola media Ungaretti Grosseto)
insegnanti tutor: Maria Carla Giuliarini e
Giorgio Nocchi, la dirigente scolastica è la
dottoressa Fiorella Bartolini.
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