LA GRANDE MIGRAZIONE 1876/1915 Gallo Giulia 1 La migrazione transoceanica Nel corso dell’ottocento l’emigrazione transoceanica si affermò come prima meta migratoria di molti europei. Cominciava così il sogno americano di avere la terra a titolo gratuito. Gallo Giulia 2 La navigazione L’esodo di massa fu reso possibile dalla rivoluzione dei trasporti. La navigazione a vapore rese il viaggio anziché di 44 giorni di 14. Gallo Giulia 3 L’Italia al tempo delle migrazioni Nei decenni successivi all’unificazione, i movimenti migratori si intensificarono progressivamente. Le grandi mete dell’esodo toccarono in eguale misura i paesi europei e quelli transoceanici. Gallo Giulia 4 EMIGRAZIONE PER PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE EUROPEI (1876-1915) Totale 5 paesi Totale Europa 5419 588502 850219 2053 5891 518827 970133 434748 8221 23527 1260162 1890943 744504 591905 23691 34646 1964323 2426091 1340292 1225847 37489 69483 4331814 6137386 Benelux Gran Bretagna 71208 3524 96843 127986 396292 397374 19061915 569577 Totale 1658703 Anni Francia Svizzera Grmania 18761885 406780 101571 18861895 286054 18961905 EMIGRAZIONE PER PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE EXTRAEUROPEI (1876-1915) Anni Stati Uniti Canada Argentina Brasile Australia Totale 18761885 83583 1198 157860 55936 460 299037 18861895 377068 7557 414426 503599 1590 1304240 18961905 1306083 23225 489748 450423 3440 2272919 19061915 2385800 116585 716043 196669 7540 3422637 Totale 4 152534 148565 1778077 1206627 13030 7298833 Le cause • La “miseria” e la sovrappopolazione • Il crollo dei settori artigianali dovuto al trionfo dell’industria • Gli effetti della crisi agraria degli anni ottanta • I nuovi tributi imposti dallo stato unitario • La privatizzazione delle terre demaniali • La leva obbligatoria 7 Gallo Giulia Le conseguenze negative • Femminilizzazione e invecchiamento della popolazione • Aumento del lavoro femminile e minorile 8 Gallo Giulia Le conseguenze positive • Aumento della frequenza delle scuole da parte dei figli degli emigrati (l’incremento è di almeno un terzo dopo 4 anni di intensa emigrazione): i padri esortano le mogli rimaste in Italia a mandare i figli a scuola, vedendo gli ostacoli che incontrano a causa della loro ignoranza • Miglioramento delle abitazione, grazie ai soldi mandati a casa dagli emigrati • Fra il 1902 e il 1913 le rimesse verso l’Italia hanno avuto una media annuale di 448 milioni per un totale di oltre 5 miliardi ESPATRI PER REGIONI DI PROVENIENZA Regioni 1901-1915 Regioni 1876-1900 1901-1915 Piemonte e 709076 Valle d’Aosta 831088 Lazio 15830 189125 Lombardia 519100 823659 Abruzzo 109038 486518 Veneto 940711 882082 Molise 136355 171680 Friuli V. G. 847072 560721 Campania 520791 955188 Liguria 117941 105215 Puglia 50282 332615 Emilia 220745 469430 Basilicata 191433 190260 Toscana 290111 473045 Calabria 275926 603105 Umbria 8866 155654 Sicilia 226449 1126500 Marche 70050 320107 Sardegna 8135 89624 TOTALE 1876-1900 5257911 8765616 ESPATRI PER REGIONI DI PROVENIENZA 1876/1900: le regioni con il più alto numero di partenze sono tutte settentrionali, al primo posto il il Veneto, seguito dal Friuli, dal Piemonte e dalla Lombardia 1901/1913: balza al primo posto la Sicilia, seguita dalla Campania, ma i posti successivi sono ancora occupati dal Veneto, dal Piemonte e dalla Lombardia Legislazione Inizialmente l’emigrazione fu ostacolata per non far diminuire la manodopera a basso costo in Italia. La prima legge venne varata da Crispi nel 1888 che, mentre cercava di limitare le partenze ponendo una serie di limiti, stabiliva anche per la prima volta la libertà di emigrare. La legge Luzzatti del 1901 sanciva il liberismo migratorio e provvide ad un piano organico di assistenza e di tutela dell’emigrazione. Istituzioni Poiché le dotazioni finanziarie stabilite dalla legge Luzzatti erano troppo scarse, furono create istituzioni sorte per iniziativa della Chiesa o di ambienti socialisti: • la Società umanitaria fondata a Milano nel 1902 con compiti di assistenza e di informazione (sul mercato del lavoro); costituì anche una casa degli emigrati alla stazione centrale di Milano con 2 dormitori, un ristorante e servizi igienici; • l’Opera degli emigranti venne fondata nel 1900 dal vescovo di Cremona Geremia Bonomelli: assunse compiti di tutela e di difesa degli emigranti in Europa e nei paesi del Mediterraneo Catene migratorie Catena migratoria: il meccanismo attraverso il quale i futuri emigrati vengono a conoscenza delle opportunità, sono messi in condizioni di viaggiare e ottengono la loro dimora iniziale e il primo impiego nella località di arrivo sono le relazioni sociali primarie con gli emigranti precedenti, cioè parenti, compagni di lavoro, compaesani Catene migratorie Luugi Villari osservando gli italiani a New York notava: “ in un quartiere troviamo siciliani, in un altro soli calabresi, in un terzo gli abruzzesi; in questa via è la colonia di Sciacca, in quello la colonia di San Giovanni in Fiore, in quell’altra la colonia di Cosenza” In queste comunità all’estero gli immigrati tentavano di riprodurre il ritmo e le abitudini del loro luogo di origine. Famiglie transnazionali L’emigrazione era prevalentemente maschile (80%). Spesso l’uomo lasciava a casa moglie e figli, infatti era conveniente lavorare dove i salari erano più alti e mantenere la famiglia in Italia, dove i prezzi erano più bassi. L’assenza delle donne, sommata alle lunghe giornate di lavoro e all’isolamento, produceva effetti di degrado nei comportamenti, perché l’unico impiego possibile del poco tempo libero era sovente il bere e il gioco d’azzardo. Famiglie transnazionali Sulle donne rimaste a casa, fino ad anni recenti chiamate “vedove bianche”, da un lato si concentrava il controllo sociale dell’intera comunità, che le riteneva una potenziale minaccia alla moralità, dall’altro pesavano nuove responsabilità di capofamiglia, nel corso delle assenze maschili, e la gestione dei soldi che l’emigrato mandava a casa (rimesse).