UNIVERSITÀ CÀ FOSCARI DI VENEZIA MASTER ITALS IN DIDATTICA DELLA LINGUA E CULTURA ITALIANA A STRANIERI IX CICLO INDIRIZZO: DIDATTICO / LSD TESI TRA LETTERATURA ED EMIGRAZIONE: UN PERCORSO INTERCULTURALE ALLA SCOPERTA DELLE PROPRIE RADICI Candidata: LAURA GODIO Tutor: PAOLA CELENTIN Anno Accademico 2008 / 2009 INDICE 1. Introduzione ..................................................................................................................1 1.1. Destinatari e contesto .....................................................................................................2 1.2. Scelta del tema e finalità generali del percorso .............................................................4 2. Parte teorica ..................................................................................................................5 2.1. La tematica migratoria in una didattica in prospettiva interculturale...........................5 2.2. Tra letteratura ed emigrazione: un percorso alla scoperta delle proprie radici...........7 3. Parte operativa..............................................................................................................13 3.1. UdA 1 Il desiderio di partire.....................................................................................15 3.2.3.UdA 2/3 Webquest alla scoperta delle proprie radici..................................................17 3.4. UdA 4 Il sogno di un futuro migliore .......................................................................23 3.5. UdA 5 Il viaggio – Lo sbarco in America..................................................................26 3.6. UdA 6 Columbus day – Gli Italo-Americani.............................................................30 3.7. UdA 7 Italiani d’America – Alla ricerca dell’identità..............................................34 3.8. UdA 8 Espresso versus Starbucks ............................................................................39 3.9. UdA 9 L’Italia da paese di emigranti a paese di accoglienza .................................43 3.10. UdA 10 Nuovi sguardi sul mondo................................................................................49 4. Conclusioni ..................................................................................................................54 Bibliografia ..................................................................................................................56 Sitografia .....................................................................................................................59 1 1. INTRODUZIONE 1.1. Destinatari e contesto Nel mondo più di 100 milioni di persone portano il cognome italiano: dal 1861 al 1976, oltre 27 milioni di connazionali sono andati all'estero con la speranza di trovare lavoro. Eppure la storia della nostra emigrazione è stata a lungo negletta, come se fosse una pagina vergognosa da ricordare. Milioni di persone che fuggivano dalla fame, dalle malattie, dalla mancanza di lavoro, dunque di dignità. Storia complessa e contraddittoria, ma vera e dimenticata, spesso sostituita da grossolane falsificazioni storiche ad uso propagandistico e solo recentemente riaffrontata dalla critica storica e letteraria, alla ricerca di una parte profonda dell’identità culturale del nostro paese. Questo itinerario, volto ad indagare la tematica migratoria attraverso un percorso di indagine interculturale, nasce a seguito dell’incontro tra gli studenti dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e Gian Antonio Stella, che il 22 ottobre 2007 ha aperto la VII settimana dedicata alla lingua italiana nel mondo presentando il suo testo Odisee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore. Da questo stimolo è nata da parte degli alunni la richiesta di creare un modulo specifico alla scoperta delle proprie radici, investigando testi letterari, articoli di giornale, canzoni, video e materiale multimediale creando un ponte ideale tra la traversata oceanica della generazione dei nostri nonni e il viaggio dei nuovi emigranti che ogni anno arrivano in Italia. Temi fondanti del percorso saranno quindi i concetti di identità, interculturalità ed integrazione con particolare attenzione alla realtà americana da una parte e italiana dall’altra, all’incontro tra le due e alla specificità degli italo-americani. Il lavoro è pensato per un livello B2-C1 di alunni anglofoni frequentanti l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles ed è quindi strutturato come un modulo di insegnamento utilizzabile durante un normale semestre di lezioni: è suddiviso in dieci 2 unità di apprendimento di due ore ciascuna, tra loro collegate tematicamente, ma che potrebbero tranquillamente essere utilizzate anche come unità a sé stanti. Muovendo dall’approccio umanistico-affettivo, i discenti sono visti come protagonisti dell’atto didattico, in grado quindi di intervenire sul percorso e farlo proprio: le unità non solo sono pensate considerando le effettive caratteristiche e richieste dei discenti, ma si sviluppano seguendo le scoperte e gli stimoli dati dagli alunni stessi. La parte teorica di questo lavoro va a indagare inizialmente il ruolo della tematica migratoria nell’insegnamento dell’italiano in prospettiva interculturale per poi sviluppare un percorso letterario al fine di individuare i testi da utilizzare all’interno del modulo. La parte operativa propone dieci unità di apprendimento organizzate intorno a un tema volto a indagare uno dei vari aspetti del fenomeno: per ognuna di esse si è individuato il materiale autentico adatto allo svolgimento dell’unità e si sono create le differenti attività didattiche, cercando sempre di variare le tecniche utilizzate per stimolare gli alunni alla partecipazione e all’acquisizione. Ecco i temi proposti: 1. Il desiderio di partire 2./3. Webquest alla scoperta delle proprie radici 4. Il sogno di un futuro migliore 5. Il viaggio – Lo sbarco in America 6. Columbus day – Gli Italo-Americani 7. Italiani d’America – Alla ricerca dell’identità 8. Espresso versus Starbucks 9. L’Italia da paese di emigranti a paese di accoglienza 10. Nuovi sguardi sul mondo 3 1.2. Scelta del tema e finalità generali del percorso Ogni persona che abita negli Stati Uniti sente profondamente questo tema ed è venuto direttamente a contatto con il fenomeno migratorio: conosce persone provenienti da differenti paesi, ha sentito storie di viaggio e racconti in famiglia di parenti lontani, ha visto film, sentito canzoni o letto racconti incentrati su questo tema. Lo studio di questo argomento potrebbe permettere di indagare da vicino un fenomeno sociale e culturale di vaste dimensioni, di chiedersi cosa significhi oggi essere italiani, americani e italo-americani e come invece venivano considerati i nostri connazionali fino a poche decine di anni fa. Allargare poi il tema emigrazione a quello dell’immigrazione di stranieri in Italia, può aiutare a comprendere meglio un fenomeno rilevante nella società odierna. Il tema migrazione: • Permette di comprendere una fase importante delle nostra storia nazionale e di correlarlo a problematiche odierne di grande attualità. • Permette di costruire un percorso letterario tematico affrontando autori contemporanei e abituando gli allievi a confrontare stili e tecniche narrative differenti. • Permette di cogliere, “leggere” ed interpretare nella società odierna i segni di questo fenomeno che sta diventando sempre più diffuso. • Permette lo sviluppo di uno spirito di analisi, di critica e di problematizzazione a partire da un argomento di vita vissuta, e dalle testimonianze letterarie e paraletterarie che lo riguardano. • Permette agli studenti di riscoprire l’importanza dello studio della storia più recente, consentendo loro di sviluppare meglio anche il senso di appartenenza ad un contesto ambientale preciso, di cui imparano a conoscere gli elementi. • Permette una visione interculturale e multidisciplinare e l’assunzione di diversi punti di vista sul fenomeno dell’esodo volontario o forzato. 4 2. PARTE TEORICA 2.1. La tematica migratoria in una didattica in prospettiva interculturale Lingua e cultura hanno legami profondi e indissolubili: l’apprendimento di una lingua straniera non dovrebbe mai essere dissociato dalla cultura delle persone che la utilizzano e viceversa. Una cultura infatti viene descritta da una lingua, che diventa strumento al servizio dei membri di una determinata comunità linguistica, ma al tempo stesso espressione della personalità individuale e sociale di ogni essere umano. La cultura, e quindi con essa anche la lingua, è il nostro modo di essere e di fronte alla diversità e alla novità si possono avere reazioni di diverso tipo: dalla curiosità iniziale, all’ansia, al blocco emotivo, al vero e proprio shock culturale. Di fronte a un nuovo codice interpretativo della realtà, si scardinano le certezze ed è possibile trovarsi in situazioni di panico emotivo, in cui si scollega l’aspetto linguistico da quello culturale: la lingua perde colore e si limita a diventare un insieme di regole da memorizzare, grigie e lontane dall’evocare sentimenti ed emozioni. D’altra parte la prossimità cognitiva e affettiva tra due culture non sempre porta all’accettazione e allo scambio interculturale, in quanto molte possono essere le attese disilluse o la presunzione di conoscenza per pura familiarità, che porta spesso a incomprensioni o situazioni conflittuali.1 Queste considerazioni risultano fondamentali all’interno di una società multiculturale, in cui sempre più spesso si viene in contatto con persone provenienti da paesi differenti, che hanno necessità di imparare la lingua non solo per motivi culturali o di studio, ma per lavorare e inserirsi a pieno nel nuovo paese in cui si trovano a vivere. Il fenomeno migratorio sta cambiando fortemente la realtà sociale italiana e non si può sottovalare l’impatto culturale che da essa ne deriva: gli immigrati regolari nel 1 Balboni Paolo, Parole comuni, culture diverse. Guida alla comunicazione interculturale. 5 2009 risultano più di quattro milioni e proprio recentemente al Parlamento è stata presentata una proposta di legge volta a modificare l’ottenimento della cittadinanza.2 Se l’Italia da paese di emigrazione si sta rapidamente trasformando in paese d’accoglienza, non si può dimenticare e sottovalutare che più di 27 milioni di persone hanno lasciato la nostra nazione per fare fortuna all’estero e che oltre 100 milioni di persone nel mondo hanno origine italiana.3 In Italia sembriamo facilmente dimenticare questa triste pagina della nostra storia, ma così non è per molti figli o nipoti dei nostri emigranti, che sentono un forte richiamo legato alla propria storia familiare d’emigrazione e al paese d’origine.4 Anche questo fenomeno può portare a difficoltà di comunicazione e comprensione interculturale, in quanto spesso le realtà culturali di riferimemento risultano molto differenti, o totalmente cambiate, e lo stesso concetto di identità può essere messo in discussione: chi si può considerare veramente italiano? Chi lo è per ius sanguinis, come vuole la legge italiana? Chi è nato e cresciuto in Italia, anche se da genitori provenienti da altri paesi? Chi ha origini italiane ma non ne conosce la lingua e la cultura? E’ molto importante per un insegnante di italiano LS non sottovalutare questa realtà: per aiutare gli studenti a superare stereotipi e schemi interpretativi rigidi è fondamentale favorire un’educazione interculturale e un’apertura alle differenti realtà che la nuova società multietnica ci propone, in primo luogo privilegiando un clima aperto al dialogo, alla discussione e all’ascolto dell’altro. Solo in questo modo si creerà un interlocutore culturalmente competente, in grado di sospendere il giudizio di fronte alla differenza e di recepire i nuovi codici senza 2 Cfr. l’articolo di Ernesto Galli della Loggia, Regole severe ma senso di giustizia, sul “Corriere della sera” del 29 settembre 2009 3 Stella Gianantonio, L’Orda, quando gli Albanesi eravamo noi. 4 Negli Stati Uniti si sta assistendo a un forte richiamo verso la cultura della terra d’origine: se per molti anni la politica culturale americana tendeva all’annullamento delle differenze culturali, al fine di far sentire tutti “Americani”, ora si assiste a un fenomeno di ritorno. Molti dei figli degli italiani di seconda generazione non parlano la lingua, mentre si sta verificando ora a una nuova ondata di studio ed interesse verso la lingua italiana. 6 perdere la propria identità individuale. Lo studio della lingua, associato al suo aspetto culturale, potrà assumere associazioni connotative positive e prenderà colori, odori e sapori forse diversi da quelli a noi familiari ma proprio per questo più affascinanti e portatori di nuove scoperte.5 2.2. Tra letteratura ed emigrazione: un percorso alla scoperta delle proprie radici Creare un percorso letterario alla scoperta del tema emigrazione italiana porta necessariamente ad indagare documenti di vario tipo: per comprendere questo vasto fenomeno infatti non si possono non considerare aspetti storici, economici, sociali, politici e antropologici. In questo senso risulta pienamente come un complesso interdisciplinare, denominato “migrant studies”.6 La scelta dell’indagine tematica segue quindi un percorso letterario, intrecciato però con i dati storici e le testimonianze dei protagonisti che narrano in prima persona le proprie esperienze. Il richiamo lungo tutto l’itinerario è poi verso la realtà attuale del nostro paese che, dopo aver visto partire quasi 28 milioni di suoi cittadini, si trova ora ad assumere l’opposto ruolo di paese di accoglienza di stranieri. Compredere quello che eravamo, come eravamo visti dagli stranieri, che tipi di lavoro andavamo a svolgere e quale era il nostro grado di istruzione, può aiutare ad aprire gli occhi non solo sul nostro passato ma soprattutto sulla realtà odierna. I racconti dell’emigrazione fanno parte del grande tema letterario del viaggio: il “viaggio di migranza” ha però la specificità che viene determinato da una necessità, da uno scarto fra bisogno e risorse del territorio di origine, e viene vissuto spesso come esilio forzato, fuga disperata. Tecnicamente tutto ciò che avviene dopo la partenza e dopo il resoconto del viaggio non è più emigrazione, ma rientra nel tema immigrazione, quindi nell’adattamento ad un’altra cultura, ad un altro mondo. 5 6 Celentin Paola, La formazione di base del docente di italiano per stranieri. Sinopoli (2003) vedi www.comune.fe.it/vocidalsilenzio/sinopoli.htm 7 Tralasciando le fonti più antiche, “mitiche” del tema, dall’Esodo della Bibbia, all’Iliade e l’Odissea, all’Eneide, in epoca moderna pochi sono gli scrittori che si sono occupati in maniera diretta del tema. Charles Dickens, invitato negli Stati Uniti nel 1842, al ritorno dal suo viaggio riferisce nelle American notes comportamenti e discorsi degli emigranti suoi connazionali, partiti dall'Inghilterra nella prima fase del grande esodo; avendo elaborato un giudizio assai negativo sulla società americana, mette in luce non tanto le loro opportunità di cambiar vita, ma soprattutto gli stenti e le delusioni di cui hanno fatto esperienza i poveri passeggeri della stiva della nave. Stevenson scrisse due racconti, Emigrante per diletto e Attraverso la pianure, frutto del viaggio compiuto nel 1878 su una nave di emigranti: per la prima volta il viaggio assume gli aspetti della sopravvivenza e non più quelli dell’avventura. Il primo tentativo di scrivere un romanzo sull’emigrazione italiana viene fatto da Edmondo De Amicis, in Sull’Oceano, “diario di bordo” della traversata oceanica da Genova a Buenos Aires compiuta dallo scrittore nel 1884, quando anche in Italia l'emigrazione stava diventando un fenomeno di massa. Dall’alto della prima classe descrive le condizioni di viaggio, le storie, le aspettative e le motivazioni a emigrare dei viaggiatori di terza, anche questa volta ammassati nella stiva in condizioni miserevoli. Lo stesso tema verrà ripreso in Dagli Appennini alle Ande, in Cuore (1886). Ne I Malavoglia di Giovanni Verga, del 1881, il tema emigrazione viene affrontato in modo indiretto. Il romanzo descrive infatti le trasformazioni economico-sociali che avrebbero comportato, nel giro di pochissimi anni, il boom dell'emigrazione di massa nel Meridione d'Italia, ma anche le dinamiche della piccola comunità di Aci Trezza e di una famiglia patriarcale determinanti per il futuro destino di emigrante di un individuo: il giovane 'Ntoni, sul quale, non a caso, si concentrano in misura crescente il disagio e i conflitti alimentati nel piccolo paese e nella stessa vita familiare.7 7 cfr. http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/america 8 Un “romanzo d'immigrazione” esemplare, anche se poco noto, è invece l'opera prima di Abraham Cahan, ebreo emigrato negli Stati Uniti dalla Lituania nel 1882. Perduti in America. Una storia del ghetto di New York racconta la vicenda di una coppia di ebrei lituani, Yekl e Gilt. Separati dall’emigrazione di lui, i due sposi saranno poi incapaci di condividere la nuova vita: quando il marito, ormai quasi integrato nel nuovo ambiente, chiama a sé la sposa si scopre insofferente verso la mentalità, le tradizioni, le abitudini quotidiane che lei vorrebbe trapiantare, immutate, al di là dell'Atlantico. Nota la posizione negativa di Giovanni Pascoli sull’emigrazione, esplicitata nel discorso La grande Proletaria si è mossa (Barga, 1911), vista come umiliazione e vergogna nazionale, da sanare con le nuove conquiste coloniali. Il tema viene ripreso anche nel poemetto Italy e in Pietole. La disperazione e solitudine di chi resta e l’alienazione dell’emigrante sono al centro di due novelle di Pirandello, Nell’albergo è morto un tale e L’altro figlio (in Novelle per un anno, 1922).8 Negli innumerevoli viaggi Pascarella annoterà nei suoi Taccuini (1899-1900) molti documenti relativi agli emigranti italiani, in particolare verso l’Argentina. La descrizione positiva dell’emigrante, rara nella letteratura italiana, viene fatta da Piero Jahier, in Con me o con gli alpini (1919), racconto di un contadino veneto emigrato in America e richiamato in guerra, e recentemente da Carlo Sgorlon in La conchiglia di Anataj (1983), racconto di emigrati friulani che lavorano alla costruzione della Transiberiana. Esperienze autobiografiche percorrono le poesie di Ungaretti: in particolare Girovago (1918), In memoria (1916), L’Affricano a Parigi (1919) affrontano il tema della lontananza e dell’importanza dell’appartenenza ad un luogo. 8 Da questa novella verrà tratta la sceneggiatura del secondo episodio del film Kaos dei fratelli Taviani. 9 Cesare Pavese, grande studioso di letteratura americana, con la sua opera di traduttore e critico contribuì grandemente a creare il mito dell’America durante gli anni ’30. 9 Emigranti di ritorno sono i protagonisti di due suoi romanzi, Anguilla ne La luna e i falò (1950) e il cugino ne I mari del Sud (1936). Interesse per la vita degli italiani all’estero viene espresso da Prezzolini, ne I trapiantati (1936), dove l’emigrazione viene descritta come grande tragedia nazionale. Tono ben diverso ha invece Sons of Italy (1924)di Pascal D’Angelo, solo recentemente tradotto in italiano, dove le vicende di un contadino che da spaccapietre diventa addirittura uno scrittore, prendono il tono di epopea nazionale. Al tema emigrazione in Europa sono dedicati Le parrocchie di Regalpetra (1956) e il racconto Il lungo viaggio (1973) di Sciascia, Terra di emigranti (1956), Noi Lazzaroni (1978) e Gente in viaggio (1980) di Strati, e la raccolta di racconti Il muro dei muri (1993) di Carmine Abate. Il fenomeno migratorio fa da sfondo al fortunato monologo teatrale Novecento (1994) di Alessandro Baricco, da cui Tornatore ha tratto la sceneggiatura per La leggenda del pianista sull’oceano: le imprese di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, che passerà la vita sul piroscafo Virginian suonando divinamente il pianoforte, sono raccontate anche attraverso la folla di emigranti delle diverse classi sociali con cui si confronta il protagonista.10 Negli ultimi anni bisogna segnalare la pubblicazione di due romanzi intessanti sull’argomento: Viki che voleva andare a scuola (2003) di Francesco Gatti, tratto dalla storia vera di un ragazzino albanese che cerca di inserirsi nella realtà italiana studiando in modo esemplare, e Vita (2003) di Melania Mazzucco, storia dei due bambini italiani sbarcati nella New York ai primi del Novecento in cerca di fortuna. 9 Insieme all'Antologia americana curata da Elio Vittorini. Particolarmente toccanti le prime pagine del racconto, in cui viene descritta l’incredibile emozione di chi per primo riusciva ad avvistare l’America. 10 10 Il giornalista del Corriere Gian Antonio Stella, il cui testo La Casta ha riscosso uno dei maggiori successi editoriali degli ultimi anni, ha dedicato due volumi al tema migratorio: un saggio estreamamente interessante intitolato L’Orda, quando gli Albanesi eravamo noi (2003), in cui riporta dettagliatamente la storia dell’emigrazione dal nostro paese, e il testo Odisee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore (2004) in cui descrive l’epopea di un gruppo di veneti emigrati in Australia.11 A questa breve carrellata di autori che hanno descritto nei loro testi il fenomeno migratorio, bisognerebbe aggiungere un secondo capitolo, cioè gli scrittori di origine italiana, emigrati di seconda generazione, che si esprimono quindi in altre lingue, particolarmente in inglese. Feconda è infatti quella che si definisce letteratura italoamericana, che ha il suo più famoso esponenente in Mario Puzo, che con The fortunate Pilgrim (1965) e Il Padrino (1969) ha certamente contribuito a creare una determinata mitologia del crimine organizzato di matrice italiana e che ha avuto un profondo effetto su tutta la società americana. Interessante la figura di Michael, che cerca di integrarsi nella società americana senza rinunciare ai valori tradizionali della famiglia d’origine. La fama del libro ha avuto poi risonanza internazionale grazie ai tre film realizzati da F. Ford Coppola e diventati pietre miliari della storia del cinema. Prima ancora di Puzo, durante gli anni ’40 molti sono gli scrittori divisi a metà tra due mondi e due culture differenti: primo fra tutti John Fante, che nel protagonista dei suoi romanzi Arturo Bandini mette tutta la sua tensione di italo-americano alla ricerca di un’identità e dell’accettazione sociale, ma anche Pietro Di Donato in Cristo tra i muratori, Mangione, Tomasi, D’Agostino fino a scrittori più recenti come Joseph Tusiani, Gay Talese e Vincente Gerbasi.12 11 L'epopea dei trevisani che arrivarono a Sydney dopo essere sopravvissuti agli imbrogli di un marchese francese, ai tagliatori di teste e al tormento di 368 giorni di viaggio. Il viaggio è fatto di tragedie e avventure, grandi speranze e feroci disillusioni, aprendo uno spaccato duro e toccante su un passato dimenticato. 12 Interessanti le affermazioni di Helen Barolini in “Verso un’identità letteraria italo-americana”, Altreitalie 10: la studiosa descrive infatti quanto sia spinosa la definizione letteraria di scrittori italoamericani. “Negli Stati Uniti si è avuta una curiosa incertezza su dove collocare questi scrittori: i loro 11 Infine bisognerebbe nominare un ultimo genere, quello dei così detti “scrittori migranti”, o migrant writers, cioè “scrittori esuli o espatriati o emigrati, comunque sradicati, che ci parlano della dislocazione verso l'Europa di genti provenienti dai paesi colonizzati dagli europei negli ultimi cinquecento anni”, come li definisce la studiosa Franca Sinopoli.13 Tra questi possiamo citare Rushdie, Kureishi e T.B. Jelloun. Non si può poi dimenticare la giovane letteratura della migrazione in lingua italiana, in cui stanno emergendo scrittori interessanti, come il tunisino Methnani e l’albanese Kubati. Quello che accomuna questi autori è la focalizzazione sul proprio passato e la messa in crisi dell'idea di appartenenza intesa e il far parte di un’identità ben definita. Così testimonia Tahar Lamri, scrittore algerino residente a Ravenna: Scrivere in Italia significa vivere nella lingua italiana, convivere con essa e farla convivere con le altre mie lingue materne significa forse creare in qualche modo l’illusione di avervi creato radici. Radici di mangrovia, in superficie, sempre sulla linea di confine, che separa l’acqua dolce della memoria, da quella salata del vivere quotidiano. Non un mero nomadismo, in cerca di pascoli letterari, ma un pellegrinaggio circolare, dove non è assente lo smarrimento, il saccheggio, la 14 meraviglia, il mito, e, forse, il ritorno verso di sé. lavori sono stati smistati in dipartimenti di sociologia, storia dell’immigrazione, studi etnici e perfino quelli di lingua e letteratura italiana, che è una strana destinazione per opere scritte in inglese!” 13 Sinopoli (2003) vedi www.comune.fe.it/vocidalsilenzio/sinopoli.htm 14 Brano riportato in www.agliincrocideiventi.it/ANNO3/Novembre2004/itinerario_errabondo.htm da Montanari L., Itinerario errabondo su “letteratura e migrazione”. 12 3. PARTE OPERATIVA • Argomento: Alla scoperta delle nostre radici: la migrazione italiana all’estero • Destinatari: classe LS anglofona di adulti di livello intermedio alto/avanzato (B2/C1) • Obiettivi linguistici: revisione dell’uso dei passati in testi a tema storico con particolare attenzione all’aspetto narrativo, lavoro di comprensione di testi di natura differente, analisi di sintassi, concordanza dei tempi, congiunzioni, frasi coordinate e subordinate, aumento del lessico di ambito semantico politico, storico e letterario, accuratezza nell’esposizione orale. • Obiettivi comunicativi: lavorare sulla discussione di aspetti complessi della storia e della cultura italiana esprimendo il proprio punto di vista su questioni di natura sociale, politica e culturale, saper analizzare un testo attraverso una lettura analitica riconoscendo tema principale e argomenti specifici, saper rielaborare quanto analizzato attraverso un’analisi orale e scritta, confrontando documenti, testimonianze, immagini, fonti storiche, iconografiche e testi letterali. • Obiettivi sociali e culturali: acquisire competenza culturale relativa alla storia italiana contemporanea e al fenomeno migratorio verso gli Stati Uniti e verso altri paesi, prendere coscienza del concetto di identità focalizzando su cosa significhi essere italiano o italo-americano, lavorare sull’interculturalità favorendo lo scambio di esperienze culturali differenti, favorire il confronto culturale e l’analisi di tradizioni differenti, sviluppare la capacità di riflessione e il senso storico. • Materiali e supporti: fotocopie, utilizzo di computer e internet, lettore CD, DVD e TV, schermo per proiezioni immagini e video. • Modalità di interazione in classe : in plenaria, singolarmente, a coppie e a piccoli gruppi. 13 • Valutazione e controllo: L’insegnante svolgerà il ruolo di “consulente” per quanto riguarda l’esattezza di pronuncia, intonazione e lessico. La valutazione finale individuale avverrà sulla base della partecipazione alle singole attività proposte e della produzione orale e scritta. Al termine la classe verrà stimolata con domande a una revisione del lavoro svolto e all’autovalutazione delle competenze acquisite. • Fasi del modulo e tempi di lavoro: dieci unità di apprendimento di due ore l’una. • Materiale selezionato per la strutturazione del modulo: Brani di letteratura o articoli di giornale tratti dai seguenti testi: Il Corriere della sera, La Repubblica, L’Italo-Americano Abate, C. Il muro dei muri, (2006) Baricco A. Novecento, (1994) De Amicis, E. Sull’Oceano, (1889) Dickens, C. America, (1842) Makaping, G. Traiettorie di sguardi: e se gli altri foste voi?, (2001) Pavese, C. La luna e i falò, (1950) Severgnini, B. Un Italiano in America, (1995) Stella, G. A. Odisee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore, (2004) Verga, G. I Malavoglia, (1881) Canzoni: Luca Barbarossa, Italiani d’America (1999) Renato Carosone, Tu vuò fa l'americano(1956) F. De Gregori - Titanic (1982) Jovanotti – L’ombelico del mondo (1995) Mamma mia dammi cento lire 14 Scene tratte dai seguenti film e materiale video: La leggenda del pianista sull’oceano di G. Tornatore (1998) Nuovo Mondo di E. Crialese (2006), Corriere TV e You tube Immagini: Tutte le immagini utilizzate nella UdA sono tratte dal sito www. google.it15 3.1. UdA 1 - Analisi delle preconoscenze - Il desiderio di partire • Motivazione: Parlato: In plenaria si pongono una serie di domande per stimolare l’argomento e suscitare la partecipazione alla discussione: (10 minuti) Chi di voi ha origine italiana? Da quale parte d’Italia viene la tua famiglia? Quando sono emigrati negli Stati Uniti? Avete ancora contatti con persone della vostra famiglia in Italia o con la vostra città o paese d’origine? Chi di voi ha sentito in casa dei racconti di viaggio, di emigrazione o di integrazione in questo paese e li vuole condividere con la classe? • Globalità: Ascolto ed esposizione orale - Video “Mamma mia dammi cento lire” http://www.youtube.com/watch?v=tT7frz7KFgo (20 minuti) Il video di una delle più famose canzoni popolari, cantata da Fabrizio Poggi, è accompagnato da immagini storiche di emigranti, molto belle e toccanti: dopo averlo visto due volte, in piccoli gruppi di 3/4 persone individuate due o tre immagini che vi hanno colpito di più da descrivere al resto della classe. Completate la seguente scheda: PERSONE 15 OGGETTI PAESAGGI SENSAZIONI Tranne le immagini dell”UdA10, tratte da testo di Quino, Il mondo di Mafalda, Bompiani 2003. 15 • Analisi: Lettura estensiva: (30 minuti) Il brano del percorso è tratto da uno dei più importanti romanzi dell’Ottocento italiano. Avete mai sentito parlare dei Malavoglia? Secondo voi di cosa parla di libro? Dopo queste prime sollecitazioni sul titolo del brano viene spiegata brevemente la trama del romanzo e viene consegnato il testo integralmente: si lascia il tempo per una prima lettura estensiva, che dovrà essere personale e silenziosa. Prima di passare alla fase di analisi si chiede agli studenti quali sensazioni, sentimenti, reazioni ha suscitato il brano. Giovanni Verga - I Malavoglia – cap. XI (1881) 1L’imbarco verso un futuro migliore [...] Ma d'allora in poi non pensava ad altro che a quella vita senza pensieri e senza fatica che facevano gli altri; e la sera, per non sentire quelle chiacchiere senza sugo, si metteva sull'uscio colle spalle al muro, a guardare la gente che passava, e digerirsi la sua mala sorte; almeno così si riposava pel giorno dopo, che si tornava da capo a far la stessa cosa, al pari dell'asino di compare Mosca [...] Carne d'asino! borbottava; ecco cosa siamo! Carne da lavoro! E si vedeva chiaro che era stanco di quella vitaccia, e voleva andarsene a far fortuna, come gli altri; tanto che sua madre, poveretta, l'accarezzava sulle spalle, e l'accarezzava pure col tono della voce, e cogli occhi pieni di lagrime, guardandolo fisso per leggergli dentro e toccargli il cuore. Ma ei diceva di no, che sarebbe stato meglio per lui e per loro; e quando tornava poi sarebbero stati tutti allegri. La povera donna non chiudeva occhio in tutta la notte, e inzuppava di lagrime il guanciale. Infine il nonno se ne accorse, e chiamò il nipote fuori dell'uscio, accanto alla cappelletta, per domandargli cosa avesse. [...] Ebbene! esclamò poi, lo faccio per lei, per voi, e per tutti. Voglio farla ricca, mia madre! ecco cosa voglio. Adesso ci arrabattiamo colla casa e colla dote di Mena; poi crescerà Lia, e un po' che le annate andranno scarse staremo sempre nella miseria. Non voglio più farla questa vita. Voglio cambiar stato, io e tutti voi. Voglio che siamo ricchi, la mamma, voi, Mena, Alessi e tutti. Padron 'Ntoni spalancò tanto d'occhi, e andava ruminando quelle parole, come per poterle mandar giù. - Ricchi! diceva, ricchi! e che faremo quando saremo ricchi? 'Ntoni si grattò il capo, e si mise a cercare anche lui cosa avrebbero fatto. - Faremo quel che fanno gli altri... Non faremo nulla, non faremo!... Andremo a stare in città, a non far nulla, e a mangiare pasta e carne tutti i giorni. 16 Lettura intensiva: (30 minuti) Chiarimento del lessico complesso in plenaria e suddivisione della classe in piccoli gruppi che dovranno rispondere alle seguenti domande di comprensione del testo e analisi linguistica: Perché ‘Ntoni vuole partire? Che cosa sogna per il suo futuro? 16 Brano tratto dal percorso tra letteratura ed emigrazione in http://cultureeuropee.irrepiemonte.it. 16 Quale reazione ha la madre di ‘Ntoni? Ti sembra che il nonno sia d’accordo con lui? Trovi che lo stile utilizzato sia molto differente dall’italiano contemporaneo? Quali elementi linguistici ti sembrano caratteristici dell’italiano ottocentesco? Discussione delle risposte in plenaria e confronto tra i gruppi. • Sintesi e scioglimento: Scrittura e parlato - Gioco della valigia 2Gioco della valigia Immaginate di partire per un lungo viaggio e non sapete quando potrete ritornare: magari vi fermerete per lungo tempo! Decidete in primo luogo dove andare e poi scegliete dieci oggetti che porterete con voi e spiegate perché li avete scelti: dovete stare leggeri e quindi non potete portare troppe cose. Si lasceranno 10 minuti per completare la scrittura e poi i fogli verranno mescolati e letti in plenaria. In piccoli gruppi si dovrà indovinare a chi corrisponde la descrizione: chiaramente il diretto interessato dovrà far finta di nulla! • (30 minuti) Rielaborazione a casa: Scrittura Trascrivete il brano appena letto ma cambiando il punto di vista e il narratore: si può sciegliere di raccontare il brano dal punto di vista della madre, del nonno o di qualche amico di ‘Ntoni. Cercate di mantenere uno stile simile a quello del testo. 3.2./3. UdA 2/3 Motivazione e messa a fuoco-Webquest alla scoperta delle proprie radici Prima di entrare nel cuore del modulo è importante che gli studenti vengano a conoscenza della realtà storica e dei numeri che hanno caratterizzato l’emigrazione italiana: niente di meglio di una webquest per scoprire la dinamica del fenomeno. UdA2: ricerca materiale su internet e lavoro in gruppi un’ora, preparazione dati per l’esposizione orale 30 minuti, esposizioni orali 20 minuti, commenti e domande 10 minuti. UdA3: stesura lettera a gruppi 40 minuti, lettura e analisi in classe delle differenti lettere 20 minuti, correzioni lettere a gruppi e poi in plenaria 20 minuti, 17 revisione errori grammaticali 20 minuti, valutazione e discussione con condivisione dei risultati del lavoro 20 minuti. SIAMO TUTTI EMIGRANTI! INTRODUZIONE 3Ellis Island in una foto di inizio’ 900 Mille volte hai sentito parlare di Ellis Island, hai ascoltato racconti di viaggi incredibili e storie di persone di grande successo di origine italiana. Forse hai anche festeggiato il Columbus day e sei andato a visitare Little Italy a san Francisco o a New York. Ma lo sai quanti Italiani hanno solcato l’oceano per trasferirsi in questo paese e diventare Americani? Sai qual era la situazione in Italia nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento? Sai da quali regioni d’Italia sono partiti la maggior parte degli emigranti e in quali altre nazioni si sono diretti? Sei al corrente dell’attuale situazione della migrazione di stranieri in Italia? Sai da quali paesi provengono gli immigrati? Cerchiamo di chiarirci un po’ le idee e di scambiarci un po’ di informazioni a proposito. COMPITO Per reperire tutte queste informazioni serve la collaborazione di tutti perché l’argomento è molto ampio: ma che bella soddisfazione sarà raccontare le storie incontrate ai nostri amici e parenti e sbalordire tutti con le nostre conoscenze! Il vostro compito sarà quello di ricercare on line le informazioni principali legate all’emigrazione italiana all’estero e all’immigrazione in Italia, preparando poi un cartellone, una pagina di presentazione in word o powerpoint su cui schematizzerete i dati più importanti da condividere con la classe. Dopo che tutti i gruppi hanno presentato la propria parte, si passa alla parte pratica! Ogni gruppo scriverà una lettera al giornale L’Italo-Americano raccontando una storia di emigrazione e insieme decideremo a votazione qual è la migliore: la manderemo via mail al giornale e vedremo che succede. Ehi! Magari la pubblicano!!! 4 Il giornale degli ItaloAmericani della California 18 PROCEDIMENTO Per facilitare il compito ci dividiamo in quattro gruppi di tre-quattro persone. Ogni gruppo avrà il compito di cercare le informazioni relative ad uno dei seguenti punti da sviluppare: • Il primo gruppo si occuperà del viaggio: preparazione, partenza, sogni e speranze • Il secondo gruppo si informerà su Italia e Italiani all’epoca delle grandi migrazioni • Il terzo gruppo ricercherà informazioni sugli italo-americani • Il quarto gruppo si occuperà dell’immigrazione in Italia Dopo la ricerca e l’esposizione orale non dimenticatevi la parte finale del lavoro: ora che abbiamo le informazioni dobbiamo preparare la nostra mail da inviare al giornale. Ogni gruppo elabori una mail da presentare alla classe. Non dimentichiamoci che per esprimere il nostro parere dobbiamo usare il congiuntivo! La mail valutata come più efficace sarà inviata a L’Italo-Americano! RISORSE UTILI A TUTTI I GRUPPI http://www.speakers-corner.it/rizzoli/stella/home.htm 5 Sbarco in America Nato dal libro di G. A. Stella, L’Orda, quando gli Albanesi eravamo noi: sito ricco di materiale iconografico, tabelle e grafici molto utili alla comprensione del fenomeno www.fondazionepaolocresci.it Sito della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, recentemente istituito dal comune di Lucca che ha acquisito il materiale raccolto negli anni dal fotografo e ricercatore Paolo Cresci. Si possono trovare interessanti documenti, testimonianze e alcune immagini tratte dal percorso didattico del museo www.emigrazione.it Sito del Museo Regionale del’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino (PG), ricco di documenti, lettere e immagini interessanti 19 www.altreitalie.it Portale di studi sulle migrazioni italiane a cura della Fondazione Giovanni Agnelli di Torino, dove è possibile consultare molti dati statistici relativi al fenomeno migratorio e una banca dati completa contenente la trascrizione delle informazioni riportate nei registri di sbarco delle navi giunte nei porti di New York, Buenos Aires e Vitoria GRUPPO VIAGGIO http://www.speakers-corner.it/rizzoli/stella/immagini/fotoviaggio.spm Bellissimo repertorio di immagini relative al viaggio dal sito di Stella http://www.valsesiascuole.it/crosior/1_intertestualita/VIAGGIO1.htm Progetto didattico di natura letteraria: pagina dedicata al tema del viaggio http://eticodns12.eticodns12.com 6 Little Italy, New York Sito del Museo dell’emigrante della Repubblica di san Marino: contiene molte immagini ed è possibile effettuare una visita virtuale al museo GRUPPO ITALIA E ITALIANI ALL’EPOCA DELLE GRANDI MIGRAZIONI http://www.italiadonna.it/emigrazione/emigrazione.htm Portale a servizio delle donne: contiene un itinerario dedicato alla storia dell’emigrazione italiana e informazioni sugli Italiani all’estero http://www.emigrati.it/ Associazione degli Emigrati Italiani dove è possibile reperire molte interviste, immagini e documenti http://www.e-italici.org/it/italici/letteratura_italica Sito “globus et locus” per approfondire tematiche legate alla dialettica tra globale e locale, al concetto di emigrazione ed immigrazione http://www.italiansonline.net/ Il portale degli Italiani nel mondo 20 GRUPPO ITALO-AMERICANI http://it.wikipedia.org/wiki/Italoamericani Pagina di wikipedia dedicata agli italoamericani: contiene informazioni di cultura, storia e interessanti dati statistici http://www.italiamerica.org/immigrazione_.htm 7 Lotteria nazionale italo-americana del 1893 Portale dedicato all’emigrazione italiana negli Stati Uniti, con particolare attenzione al sud Italia: contiene molte informazioni legate al sito di Ellis Island http://cronologia.leonardo.it/emitot2.htm Pagina dedicata alla storia dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti: contiene interessanti tabelle suddivise per regioni sull’emigrazione http://www.ellisisland.org/ Nel sito della famosa isola di fronte a New York è possibile inserire un cognome e scoprire quando la persona è entrata negli Stati Uniti e quale fosse la sua provenienza GRUPPO IMMIGRAZIONE IN ITALIA http://www.girodivite.it/-Immigrazioni-.html Articoli di attualità e società con particolare attenzione al tema immigrazione http://www.el-ghibli.provincia.bologna.it/id_1-issue_00_01-section_5-index_pos_2.html Sito che pubblica opere letterarie e contributi giornalistici di immigrati in Italia http://www.stranieriinitalia.it/ Il portale dei nuovi cittadini: molte informazioni utili, dati, articoli, ricette http://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia Pagina di wikipedia dedicata all’immigrazione degli stranieri in Italia: utile per il rperimento di dati statistici e verificare la provenienza dei nuovi residenti in Italia 21 VALUTAZIONE Per una valutazione del percorso svolto rispondete individualmente alle seguenti domande: Pensi di avere imparato molto da questo lavoro? Quale aspetto di quelli riscontrati vorresti approfondire? Che cosa ti ha colpito di più? Lavorare in gruppo, secondo te, ha favorito od ostacolato l’apprendimento? Pensi che l’aver utilizzato internet sia stato utile non solo per reperire materiale ma anche per aumentare il lessico sull’argomento e favorire l’apprendimento della lingua? Le risposte verranno confrontate in plenaria e saranno tenute in considerazione per sviluppare durante il modulo gli argomenti ritenuti più interessanti dalla classe. CONCLUSIONE Alla fine di questo percorso: • Avrete utilizzato le vostre competenze informatiche e la lingua italiana utili a comprendere il fenomeno migratorio e la storia che accomuna tutti noi • Avrete approfondito il vocabolario appreso sul manuale e avrete utilizzato il congiuntivo per espremere il vostro parere • Avrete utilizzato più competenze e saperi relativi alla comprensione dell’Italia contemporanea • Avrete lavorato in team, utilizzando la lingua italiana per negoziare decisioni in gruppo • Conoscerete qualcosa di più della nazione in cui abitate e di quella da cui proviene la vostra famiglia RINGRAZIAMENTI Si ringraziano www.aula21.net, www.bibliolab.it/webquest.htm e tutti i siti citati nelle risorse. 22 3.4. UdA 4 – Il sogno di un futuro migliore • Motivazione: Si presentano queste famose immagini e si chiede di commentarle in plenaria, riferendo alla classe le sensazioni da esse suscitate: si visualizza il lessico riferito tramite uno spidergram alla lavagna. 8 Famosa immagine dell’arrivo a NY • 9 Lo sbarco (15 minuti) 10 La terza classe Globalità: Attività di parlato e scrittura in piccoli gruppi di 3/4 persone. (30 minuti) Visione del trailer del film Nuovo Mondo (Golden Door) di E. Crialese.(2006) http://www.youtube.com/watch?v=D62b2GjPtFU&feature=related - Trailer film in italiano http://www.youtube.com/watch?v=8DD9xNvlnEk&feature=related - Trailer film in inglese17 Si mostra il trailer senza sonoro: si chiede di preparare la descrizione delle immagini in modo accattivante, nello stile che caratterizza i trailer. Si riproietta il video e i vari gruppi leggono le loro descrizioni. Alla fine viene proiettato il video con il sonoro e in plenaria si discute su quale gruppo sia andato più vicino alla versione reale. Breve discussione finale: cosa rappresenta la locandina? Perché i protagonisti nuotano nel latte? Hai visto il film o ne hai sentito parlare? Ti è piaciuto? Che cosa ti ha colpito di più? Sei riuscito a compredere il dialetto siciliano? 11 Locandina del film Nuovo Mondo di Crialese 17 Per l’attività si utilizzerà il trailer americano, perché le immagini hanno una sequenzialità che risulta più semplice per creare una descrizione a gruppi. Poi si visionerà con il sonoro il trailer in italiano e si può anche discrutere brevemente sulla differenza tra i due. 23 • Analisi: Lettura di due brani: si suddividono gli alunni in due gruppi a cui vengono assegnati i due brani di Dickens e di De Amicis. Si lascia il tempo per una prima lettura estensiva, personale e silenziosa: poi si dispongono gli studenti a coppie e ognuno deve riferire all’altro studente quanto letto. (30 minuti) GRUPPO A - Charles Dickens – America (1842) Avevamo a bordo circa un centinaio di passeggeri di terza classe: un piccolo povero mondo. Guardando sul ponte inferiore dove essi passeggiavano, cucinavano e mangiavano, cominciammo a conoscere di vista alcuni tipi fra loro e ci venne la curiosità di apprenderne anche la storia, di sapere con quali speranze erano emigrati in America, per quali motivi tornavano a casa, e quale fosse in genere la loro vita. Dal mastro carpentiere di bordo che era incaricato di sorvegliarli avemmo informazioni, alcune delle quali ci parvero assai strane. Certuni si erano fermati in America solo tre giorni, altri solo tre mesi, e qualcuno era venuto proprio col viaggio d'andata di questa stessa nave con la quale stava ritornando in patria. C'era chi aveva venduto i vestiti per comprarsi il biglietto ed era rimasto coperto di stracci; chi non aveva cibo, e viveva di carità. […]Tutte le famiglie che avevamo a bordo avevano pressappoco la stessa storia. Dopo aver risparmiato, preso in prestito o dopo aver venduto tutto per pagarsi il biglietto, erano andati a New York pensando di trovarne le strade coperte d'oro; invece le avevano trovate coperte di pietre molto dure. Fiacca l'iniziativa di nuovi lavori; non richieste nuove braccia; se c'era da lavorare, non c'era paga. Ora tornavano in patria, più poveri di quando erano partiti. Uno di loro portava un messaggio di un giovane artigiano inglese, a New York da una quindicina di giorni, indirizzato ad un suo amico abitante vicino a Manchester per incitarlo a raggiungerlo: “Questo sì che è un paese, Jim” diceva lo scrivente; “mi piace l'America. Qui non c'è dispotismo, e questa è una gran cosa. Basta chiedere, per avere l'impiego, ed i salari sono grandiosi. Tutto quello che hai da fare, Jim, è sceglierti un lavoro. Io ancora non ho scelto, ma lo farò presto. Per ora non mi sono deciso se fare il carpentiere o il sarto”. 18 GRUPPO B - De Amicis, E. Sull'Oceano (1889) - L'imbarco degli emigranti Quando arrivai, verso sera, l'imbarco degli emigranti era già cominciato da un'ora, e il Galileo, [...] continuava a insaccar miseria: una processione interminabile di gente che usciva a gruppi dall'edifizio dirimpetto, dove un delegato della Questura esaminava i passaporti. La maggior parte, avendo passato una o due notti all'aria aperta, accucciati come cani per le strade di Genova, erano stanchi e pieni di sonno. Operai, contadini, donne con bambini alla mammella, ragazzetti che avevano ancora attaccata al petto la piastrina di latta dell'asilo infantile passavano, portando quasi tutti una seggiola pieghevole sotto il braccio, sacche e valigie d'ogni forma alla mano o sul capo, bracciate di materasse e di coperte, e il biglietto col numero della cuccetta stretto fra le labbra. Delle povere donne che avevano un bambino da ciascuna mano, reggevano i loro grossi fagotti coi denti; delle vecchie contadine in zoccoli, alzando la gonnella per non inciampare nelle traversine del ponte, mostravano le gambe nude e stecchite; molti erano scalzi, e portavan le scarpe appese al 18 Brano riportato dal sito http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/america/t_dickens_1.htm 24 collo. Di tratto in tratto passavano tra quella miseria signori vestiti di spolverine eleganti, preti, signore con grandi cappelli piumati, che tenevano in mano o un cagnolino, o una cappelliera, o un fascio di romanzi francesi illustrati, dell'antica edizione Lévy. […] Delle donne, le più rimanevano sotto; gli uomini, invece, deposte le loro robe, risalivano, e s'appoggiavano ai parapetti. Curioso! Quasi tutti si trovavano per la prima volta sopra un grande piroscafo che avrebbe dovuto essere per loro come un nuovo mondo, pieno di maraviglie e di misteri; e non uno guardava intorno o in alto o s'arrestava a considerare una sola delle cento cose mirabili che non aveva mai viste. [...] Qualche donna aveva gli occhi rossi. Dei giovanotti sghignazzavano; ma, in alcuni, si capiva che l'allegria era forzata. Il maggior numero non mostrava che stanchezza o apatia. Il cielo era rannuvolato e cominciava a imbrunire. Ma lo spettacolo eran le terze classi [...] Si vedevan delle famiglie strette in gruppi compassionevoli, con quell'aria d'abbandono e di smarrimento, che è propria della famiglia senza tetto: il marito seduto e addormentato, la moglie col capo appoggiato sulle spalle di lui, e i bimbi sul tavolato, che dormivano col capo sulle ginocchia di tutti e due: dei mucchi di cenci, dove non si vedeva nessun viso, e non n'usciva che un braccio di bimbo o una treccia di donna. […]19 Lettura intensiva: si ricompongono i gruppi A e B e si fanno lavorare gli studenti ancora a coppie, ma abbinando le persone diversamente. Si chiede di individuare i (30 minuti) tempi passati utilizzati e spiegarne il loro uso. Perché gli autori utilizzano il passato remoto e non il passato prossimo? Perché è così comune l’utilizzo dell’imperfetto? Quale funzione ha? Completate la seguente tabella individuando i tempi verbali al passato: Imperfetto Passato remoto Trapassato prossimo Avevamo... Arrivai... Aveva venduto... 19 Brano ripotato in http://cultureeuropee.irrepiemonte.it/america/t_deamicis_1.htm 25 • Sintesi: (15 minuti) Che cosa ti ha colpito di più dei brani che abbiamo letto? Hai ascoltato racconti simili a queste letture, o hai letto libri o articoli di giornale che parlavano in questi termini? Commentiamo in plenaria quanto visto nel trailer del film e letto nei due brani alla luce delle tue esperienze familiari. • Rielaborazione a casa: ricerca materiale per esposizione orale. Ricerca una storia di viaggio migratorio di un membro della tua famiglia o di un amico da riferire alla classe; se ti è possibile intervista un tuo amico o parente, o cerca delle storie vere su internet. Quando e come è arrivato in America? Perché ha deciso di partire? Che lavoro ha fatto quando è arrivato? In che comunità si è inserito? E’ mai ritornato in Italia? Ha mantenuto i contatti con la famiglia in Italia? 12 Il Titanic 3.5. UdA 5 – Il viaggio – Lo sbarco in America • Motivazione: Parlato. Gli studenti sono sollecitati a riportare alla classe una storia familiare di viaggio migratorio: indagando tra parenti e amici di famiglia, ancora una volta alla ricerca delle proprie radici, dovranno rielaborare in forma narrativa delle storie realmente accadute a persone che hanno vissuto questa esperienza. (15 minuti) 26 • Globalità: Ascolto della canzone Titanic (1982) di Francesco De Gregori. La prima classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e ______________ E puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto. Sior Capitano mi stia a sentire, ho belle e pronte le_____________ , in prima classe voglio viaggiare su questo ______________mare. Ci sta mia figlia che ha quindici anni ed a Parigi ha comprato un ______________, se ci invitasse al suo tavolo a cena come sarebbe bello. E con l'orchestra che ci accompagna con questi nuovi ______________ americani, saluteremo la Gran Bretagna col bicchiere tra le mani e con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante a questo viaggio davvero ______________, a questa luna gigante. Ma chi l'ha detto che in terza classe, che in terza classe si viaggia male, questa______________ sembra un letto a due piazze, ci si sta meglio che in ospedale. A noi ______________ci hanno sempre chiamato ma qui ci trattano da signori, che quando piove si può star dentro ma col bel tempo veniamo fuori. Inserisci le seguenti parole: Attenzione! Ci sono tre parole in più! coraggio cafoni capitano innamorata mare squagliare viaggiare gallo splendido cuccetta ritmi mille lire spavento cappello mondiale evitare ghiaccio crociera Su questo mare nero come il petrolio ad ammirare questa luna metallo e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il ______________. Ci sembra quasi che il ______________che abbiamo nel cuore piano piano si vada a ______________in mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare. E gira gira gira gira l'elica e gira gira che piove e nevica, per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America. E il marconista sulla sua torre, le lunghe dita celesti nell'aria, riceveva messaggi d'auguri per questa ______________straordinaria. E trasmetteva saluti e speranze in quasi tutte le lingue del mondo, comunicava tra Vienna e Chicago in poco meno di un secondo. E la ragazza di prima classe, ______________del proprio cappello, quando la sera lo vide ballare lo trovò subito molto bello. Forse per via di quegli occhi di ghiaccio così difficili da ______________ pensò "Magari con un po’ di ______________, prima dell'arrivo mi farò baciare". E com'è bella la vita stasera, tra l'amore che tira e un padre che predica, per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America, per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America. 27 Attività integrata di ascolto, parlato e scrittura. (20 minuti) Si mettono gli studenti a coppie e si chiede di completare il testo della canzone con le parole date, ricordando che ci sono tre parole in più. Viene ascoltata la canzone due volte e confrontata con il lessico inserito la prima volta. Si cambiano le coppie e si chiede di elaborare un breve testo scritto che riassuma il contenuto della canzone. • Analisi: Parlato e lettura - Ricostruzione del testo. (30 minuti) Per introdurre la lettura si parte dal titolo del testo facendo un breve brainstorming alla lavagna. (10 min) Si scrive in grande 900 e si sollecitano gli studenti a ipotizzare il contenuto del testo. Secondo voi di che cosa parla un testo intitolato Novecento? E’ un romanzo storico?Racconta un’avventura? E’ ambientato nel passato o nel futuro? Racconta una storia vera? Si dividono gli studenti a coppie, sempre cercando di far lavorare ogni volta insieme persone differenti per favorire l’apprendimento cooperativo, e si chiede di ricostruire il corretto ordine del testo. (10 min) Baricco, A. Novecento (1994) 1. ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa... e la vedeva. E una cosa difficile da capire. Voglio dire... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi... Quello che per primo vede l'America. Su ogni nave ce n'è uno. E non bisogna pensare che siano cose che succedono per caso, no... e nemmeno per una questione di diottrie, è il destino, quello. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava {piano e lentamente}: l'America. Quella è gente che da sempre c'aveva già quell'istante stampato nella vita. Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovuto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l'aveva fatta lui, l'America. E quando erano bambini, tu potevi guardarli negli occhi, e se guardavi bene, già la vedevi, l'America, già lì pronta a scattare, a scivolare giù per nervi e sangue e che ne so io, fino al cervello e da lì alla lingua, fin dentro quel grido (gridando), AMERICA, c'era già, in quegli occhi, di bambino, tutta, l'America. Lì, ad aspettare. Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo... la vedeva. Magari era lì che stava mangiando, o passeggiando, semplicemente, sul ponte... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare... e la vedeva. La sera, dopo il lavoro, e le domeniche, si era fatto aiutare dal cognato, muratore, brava persona... prima aveva in mente qualcosa in compensato, poi... gli ha preso un po' la mano, ha fatto l'America... 28 Si confronta in plenaria l’ordine deciso dalle varie coppie (corretto è 1-6-3-7-4-8-2-5) e ci si confronta brevemente in caso qualcuno abbia deciso diversamente. Si chiede di commentare il testo solicitando con domande stimolo: Credi nel destino? Cosa pensi dell’idea dell’autore che qualcuno già da bambino aveva l’”America negli occhi”? Hai capito di cosa parla il libro?Ti ricordi di un film con questo prologo? (10 minuti) A questo punto si consegna la continuazione del prologo che viene fatta leggere individualmente: Questo me l'ha insegnato Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista che abbia mai suonato sull'Oceano. Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto. Così, diceva: quello che vedranno. 20 […] A trovarlo era stato un marinaio che si chiamava Danny Boodmann. Lo trovò un mattino che erano già tutti scesi, a Boston, lo trovò in una scatola di cartone. Avrà avuto dieci giorni, non di più. Neanche piangeva, se ne stava silenzioso, con gli occhi aperti, in quello scatolone. L'avevano lasciato nella sala da ballo della prima classe. Sul pianoforte. Non aveva l'aria però di essere un neonato di prima classe. Quelle cose le facevano gli emigranti, di solito. Partorire di nascosto, da qualche parte del ponte, e poi lasciare lì i bambini. Mica per cattiveria. Era miseria, quella, miseria nera. Un po' come la storia dei vestiti... salivano che avevano le pezze al culo, ognuno col suo vestito consumato dappertutto, l'unico che c'avevano. Poi però, dato che l'America era sempre l'America, li vedevi scendere, alla fine, tutti ben vestiti, con la cravatta anche, gli uomini, e i bambini con certe camiciole bianche... insomma, ci sapevano fare, in quei venti giorni di viaggio cucivano e tagliavano, alla fine non trovavi più una tenda, sulla nave più un lenzuolo, niente: si erano fatti il vestito buono per l'America. A tutta la famiglia. Potevi mica dirgli niente. 21 Si prosegue l’attività di parlato in plenaria: Avete capito ora di cosa parla il libro? Chi ha visto il visto il film “La leggenda del pianista sull’oceano” e vuole raccontarlo alla classe? Che stile utilizza l’autore? Avete notato delle strutture o espressioni più tipiche del parlato? Analisi linguistica: (15 minuti) Si creano delle nuove coppie di studenti e si chiede di rileggere il testo individuando quelle che secondo loro sono espressioni colorite, o tipiche del parlato. Si evidenzia alla lavagna: Voglio dire... si inchiodava...gli partiva il cuore a mille...tutte le maledette volte... giuro...c’aveva...pronta a scattare...che ne so io...buttava un occhio...gli aveva preso la mano...mica...pezze al culo...c’avevano 20 21 Baricco (1994: 11-12) Si tratta dell’inizio del monologo teatrale. Baricco (1994: 18-19) 29 Si chiarisce in plenaria il significato e l’uso di queste espressioni e a coppie si chiede di creare delle frasi in cui utilizzarle da leggere alla classe. • (15 minuti) Sintesi: Video: si proietta la scena iniziale de La leggenda del pianista sull’oceano di G. Tornatore. http://www.youtube.com/watch?v=ip11xyyMyCE (min 2-4) (15 minuti) La sceneggiatura del film utilizza fedelmente il testo di Baricco: si sollecita il confronto tra il testo letterario e il film con domande stimolo. Secondo voi il film sviluppa bene il testo da cui è tratto? Te l’immagini così l’arrivo dei transatlantici? Ti piace come viene letto e interpretato il testo? Chi vuole provare a leggerlo ad alta voce utilizzando lo stile del narratore nel film? • Rielaborazione a casa: Scrittura. Commentate la seguente frase di Novecento: Negli occhi della gente si vede quello che vedranno, non quello che hanno visto. Sei d’accordo? Credi nel destino? 3.6. UdA 6 – Columbus day – Gli Italo-Americani • Motivazione: Parlato. (10 minuti) In plenaria si stimolano gli studenti a discutere sulla Festa nazionale celebrata dagli Italo-americani, Columbus day. Il 12 ottobre sarà Columbus day: qualcuno di voi festeggia in modo particolare? Avete mai partecipato a una parata per questa festa? Avete visto in TV i festeggiamenti organizzati a New York dagli Italo-Americani di Little Italy? Cosa pensi della polemica legata a questa festa?E’ giusto festeggiare la “scoperta” dell’America? Commenta le seguenti immagini: 13 Parata per Columbus day a New York 14 Proteste contro la festa in Nebraska 30 • Globalità: Attività integrata di ascolto, parlato, lettura e scrittura. ( totale 30 minuti) Si scrivono in grande alla lavagna le seguenti parole: AMERICANO ITALICO ITALIANO ITALO-AMERICANO ITALOFILO ITALOFONO Si dividono gli alunni in piccoli gruppi di 3/4 persone e si chiede loro di dare una definizione degli aggettivi scritti alla lavagna. Si dà la possibilità di accesso a internet per verificare le definizioni date. Confronto in plenaria e breve discussione. (10 min) A questo punto ci si concentra sui primi tre aggettivi e si chiede di decidere in quale categoria inserire le seguenti persone: (10 min) AMERICANO ITALIANO ITALO-AMERICANO ALTRO Laura (io!) - 38 anni Alessandro (mio figlio)tre mesi Mark Ciccone (amico) 36 anni Nata in Italia e trasferita negli Stati Uniti tre anni fa. Sposata con un americano e in procinto di ottenere la cittadinanza americana. Ritorna in Italia tutti gli anni e la sua famiglia abita in Italia. Francesca Rossi 15 anni Nato a Burbank – CA da madre italiana e padre americano. Non è ancora registrato in Italia e possiede solo il passaporto americano. Nato a NY da genitori americani di origine calabrese. In famiglia non parlavano italiano ma lui lo ha studiato a scuola e ora lo parla bene. Va in Italia tutti gli anni in vacanza. Ha sposato una ragazza di origine giapponese. Steve D’Amico (amico) 43 anni Nata in Italia da genitori italiani ma trasferitasi in USA a un anno. Abita a LA ed è andata in Italia solo tre volte. Parla italiano ma non perfettamente: le piace l’Italia ma solo per vacanza. Ha la cittadinanza americana. Frank Albertson 28 anni Figlia di Mark: il padre ha origine italiana e la madre ha origine giapponese. Mark vuole che impari l’italiano per comunicare con i suoi parenti in Calabria. La madre desidera che sia bilingue inglese-giapponese. Sua nonna materna è emigrata negli Stati Uniti da un piccolo paese del Veneto. Il padre è di origine irlandese e l’altro nonno è messicano. Adora l’Italia, infatti ha sposato un’italiana, ma parla pochissimo la lingua. Non può ottenere la cittadinanza italiana. Nata in Cina, si è trasferita in Italia con i genitori quando aveva sei mesi. Abita a Milano, non ricorda nulla della Cina e non ne ha mai imparato bene la lingua (capisce il cantonese ma non lo parla). A 18 anni otterrà la cittadinanza italiana. Valentina Ciccone 2 anni Paola Wang 16 anni Nato negli USA da entrambi genitori di origine italiana. Non parla la lingua e non gli interessa impararla. Alla domanda da quale parte d’Italia vieni risponde: “Borgo.” “Borgo....where?” “ I have no idea!!!!” Giuseppe Gioia 62 anni Nato a Los Angeles da genitori di origine italiana, che in casa parlavano in siciliano ma non hanno mai voluto che lui lo imparasse. Non è mai andato in Italia ma vorrebbe tanto andare a visitare i paesi da cui viene la sua famiglia. Non conosce l’italiano. 31 Si cerca di guidare la discussione in modo da far comprendere che l’identità è un concetto molto labile e che persone nella stessa situazione si possono definire in modo molto differente.22 Si elicita la discussione in piccoli gruppi e alla fine si confrontano le risposte date, raffrontandole anche alle definizioni che di sé danno le varie persone. (10 min) Parlato: (10 minuti) Si conclude l’attività in plenaria discutendo sulla differenza del concetto di cittadinanza in USA e in Italia. Se nasci in America sei americano, se nasci in Italia... solo se i tuoi genitori sono italiani. Sei d’accordo? In Italia si è Italiani per ius sanguinis, cosa ne pensi?23 • Analisi: attività di traduzione in gruppi. ( totale 40 minuti) Si ridistribuiscono le persone creando dei nuovi gruppi24 e si spiega che insieme dovranno tradurre un articolo di giornale (30 min), con lo scopo di confrontare le varie scelte lessicali o grammaticali adottate dai diversi gruppi. Si spiega che non esiste la traduzione perfetta, ma che è importante lavorare insieme sul processo che porta alla scelta di un determinato termine o tempo verbale. Si confrontano le varie versioni in plenaria e si discute sulle differenti possibilità traduttive, più libere o più legate al testo originale.25 (10 min) 22 Io chiaramente mi definisco italiana e sempre lo farò, anche se abiterò negli Stati Uniti per trenta anni. Mark si definisce calabrese di New York, Francesca ama dire di essere americana anche se entrambi i genitori sono italiani e ha acquisito la cittadinanza americana recentemente. Steve dice di essere americano e il fatto di essere 100% di origine italiana per lui non significa nulla. Paola dice di essere italiana e si arrabbia quando la definiscono cinese. Giuseppe si definisce italiano (non è mai stato in Italia e non parla un aparola d’italiano!). Frank si definisce italo-americano, pur avendo anche origine irlandese e messicana, ma è molto legato alla nonna e si identifica nella sua cultura d’origine. Alessandro vedremo... ma vedendo i figli dei miei amici credo dirà di essere americano, con la mamma italiana. 23 Questo argomento suscita sempre molta sorpresa negli Statunitensi, che difficilmente concepiscono l’idea di cittadinanza come un qualcosa legato al sangue, ma lo collegano invece al territorio di nascita. 24 Si può assegnare un numero ad ogni persona dall’uno al quattro e poi far lavorare insieme le persone con lo stesso numero, o si possono far scegliere delle carte colorate, o con figure differenti, ecc... 25 cfr. il recente saggio di Balboni La traduzione in glottodidattica: storia di una diffamazione. 32 Angelo Bianchi, ”I am an Italian American”, L’Italo-Americano (2001) I am an Italian American. My roots are deep in an ancient soil, drenched by the Mediterranean sun, and watered by pure streams from snow capped mountains. I am enriched by thousands of years of culture. My hands are those of the mason, the artist, the man of the soil. My thoughts have been recorded in the annals of Rome, the poetry of Virgil, the creations of Dante, and the philosophy of Benedetto Croce. I am an Italian American and from my ancient world, I first spanned the seas to the new world. I am Cristoforo Colombo. I am Giovanni Caboto, known in American history as John Cabot, discoverer of the mainland of North America. I am Amerigo Vespucci, who gave my name to the new world, America. First to sail on the Great Lakes in 1679, founder of the territory that became the State of Illinois, colonizer of Louisiana and Arkansas, I am Enrico Tonti. I am Filippo Mazzei, friend of Thomas Jefferson and my thesis on the equality of man was written into the Bill of Rights. I am William Paca, signor of the Declaration of Independence. I am an Italian American, I financed the Northwest Expedition of George Rogers Clark and accompanied him through the lands that would become Ohio, Indiana, Illinois, Wisconsin, and Michigan. I am Colonel Francesco Vigo. I mapped the Pacific from Mexico to Alaska and to the Philippines. I am Alessandro Malaspina. I am Giacomo Beltrami, discoverer of the source of the Mississippi River in 1823. I created the Dome of the United States Capitol. They called me the Michelangelo of America. I am Costantino Brumidi. In 1904, I founded in San Francisco, the Bank of Italy now known as the Bank of America, [for long] the largest financial institution in the world. I am A.P. Giannini. I am Enrico Fermi, father of nuclear science in America. First enlisted man to win the medal of Honor in World War II, I am John Basilone of New Jersey. I am an Italian American. I am the million strong who served in America's armies and the tens of thousands whose names are enshrined in military cemeteries from Guadalcanal to the Rhine. I am the steel maker in Pittsburgh, the grower in the Imperial Valley of California, the textile designer in Manhattan, the movie maker in Hollywood, the home maker and the breadwinner in 10,000 communities. I am an American without stint or reservation, loving this land as only one who understands history, its agonies and its triumphs can love it and serve it. I will not be told that my contribution is any less nor my role not as worthy as that of any other American. I will stand in support of this nation's freedom and promise against all foes. My heritage has dedicated me to this nation. I am proud of my full heritage, and I shall remain worthy of it. I Am An Italian American. 33 • Sintesi: Ascolto e visione video dal Corriere TV. (15 minuti) Dal mondo, 13 ottobre 2009, Italiani in festa a NY Al Columbus Day anche La Russa http://video.corriere.it/?vxChannel=Primo%20Piano Si fa ascoltare la notizia due volte e si chiede di rispondere alle seguenti domande: 1. Quante persone hanno partecipato alla manifestazione a New York? 2. Che cosa ha fatto La Russa durante la celebrazione? 3. Che cosa testimonia secondo La Russa la festa di Columbus day? 4. Qual è il suo incarico nel governo italiano? 5. Perché ci sono state delle polemiche nei suoi confronti? 6. Chi è l’italiano nominato in uno striscione? 7. Come si è svolta la parata? Si confrontano le risposte a coppie e poi alla terza volta si fa vedere il video. Si cambiano le coppie e si ricontrollano le risposte. Parlato: si riassumono in plenaria tutti gli elementi toccati durante la lezione. Si termina con un brainstorning chiedendo di nominare tutti gli Italo-americani famosi di cui si ricordano. • (15 minuti) Rielaborazione a casa: Scrittura. Si chiede di preparare la descrizione di un italo-americano famoso da presentare alla classe: dovranno raccontare delle caratteristiche fisiche o delle cose importanti che ha fatto, senza mai nominare il nome in modo che gli altri possano indovinare. 3.7. UdA 7 – Italiani d’America – Alla ricerca dell’identità • Motivazione: Parlato e ascolto: gioco, indovina chi è? (20 minuti) Ogni studente presenta alla classe la descrizione di un italo-americano famoso che ha preparato per compito a casa. La descrizione andrà dalle informazioni più complesse a quelle più ovvie, per non arrivare subito all’individuazione del personaggio. Per creare più partecipazione si dividono gli alunni in piccoli gruppi e si dà un punteggio: 34 1 punto per ogni risposta corretta, -1 per ogni risposta errata (così è necessario per le persone del gruppo consultasi attentamente prima di rispondere.) • Globalità: Ascolto. Renato Carosone, Tu vuò fa l'americano ( totale 20 minuti) http://www.youtube.com/watch?v=BqlJwMFtMCs – versione originale di Carosone http://www.youtube.com/watch?v=mT-fOr29OfA&feature=related – versione con Fiorello da” The Talented Mr. Ripley” Canzone arcinota negli Stati Uniti, suscita sempre grande simpatia negli studenti che spesso chiedono il significato di alcune frasi: può essere di grande stimolo per introdurre l’argomento della lezione in modo divertente. La canzone è in napoletano quindi non si presta per un esercizio di cloze. Continuando in clima ludico, si divide la classe in piccoli gruppi e ad ognuno si consegna il testo della canzone tagliato in tante striscioline: durante l’ascolto i vari gruppi devono rimettere in ordine il testo. Vince il gruppo che è riuscito a ordinare il maggior numero di strisce. (10 min) Si ascolta una seconda volta per verificare e si può cantare tutti insieme! Parlato: in plenaria si chiariscono le frasi non comprese e si elicita la discussione ponendo le seguenti domande: Perché secondo te l’autore ha scelto il dialetto napoletano per questa canzone? Quali sono le caratteristiche”italiane” del ragazzo della canzone? Quali invece quelle “americane”?Conosci altre famose canzoni italiane dove in realtà il testo è in napoletano, o in altri dialetti? (10 min) • Analisi: Lettura e parlato. ( totale 45 minuti) Prima di introdurre il testo di Pavese si guida brevemente la discussione orale con domande stimolo: E’ difficile per gli immigrati di prima generazione sentirsi completamente Americani? Pensi sia complesso ritornare nel proprio paese dopo aver vissuto all’estero per molti anni? (10 min) Dopo queste prime sollecitazioni viene consegnato il testo: si lascia il tempo per una prima lettura estensiva, che dovrà essere personale e silenziosa. Prima di passare alla 35 fase di analisi si chiede agli studenti quali sensazioni, sentimenti, reazioni ha suscitato il brano. (10 min) Pavese, C. La luna e i falò (1950) ...Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione.[…] Così questo paese, dove non sono nato, ho creduto, per molto tempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l'ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. […] Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile stare tranquillo. […] Queste cose si capiscono col tempo e l'esperienza. Possibile che a quarant'anni, e con tutto il mondo che ho visto, non sappia ancora che cos'è il mio paese? C'è qualcosa che non mi capacita. Qui tutti hanno in mente che sono tornato per comprarmi una casa, e mi chiamano l'Americano, mi fanno vedere le figlie.26 […] ... in America — quanti anni fa? - quando ancora non pensavo a tornare, quando avevo mollato la squadra ferrovieri e di stazione in stazione ero arrivato in California e vedendo quelle lunghe colline sotto il sole avevo detto: «Sono a casa». Anche l'America finiva nel mare, e stavolta era inutile imbarcarmi ancora, così m'ero fermato tra i pini e le vigne. «A vedermi la zappa in mano, — dicevo, — quelli di casa riderebbero». Ma non si zappa in California. Sembra di fare i giardinieri, piuttosto. Ci trovai dei piemontesi e mi seccai: non valeva la pena aver traversato tanto mondo, per vedere della gente come me, che per giunta mi guardava di traverso. […] Capii nel buio, in quell'odore di giardino e di pini, che quelle stelle non erano le mie […] Le uova al lardo, le buone paghe, le arance grosse come angurie, non erano niente, somigliavano a quei grilli e a quei rospi. Valeva la pena esser venuto? Dove potevo ancora andare? […] Eppure il paese era grande, ce n'era per tutti. C'erano donne, c'era terra, c'era denari. Ma nessuno ne aveva abbastanza, nessuno per quanto ne avesse si fermava, e le campagne, anche le vigne, sembravano giardini pubblici, aiuole finte come quelle delle stazioni, oppure incolti, terre bruciate, montagne di ferraccio. Non era un paese che uno potesse rassegnarsi, posare la testa e dire agli altri: «Per male che vada mi conoscete. Per male che vada lasciatemi vivere». Era questo che faceva paura. Neanche tra loro non si conoscevano; traversando quelle montagne si capiva a ogni svolta che nessuno lì si era mai fermato, nessuno le aveva toccate con le mani. […] Ma dove andare? Ero arrivato in capo al mondo, sull'ultima costa, e ne avevo abbastanza. Allora cominciai a pensare che potevo ripassare le montagne.27 Lettura intensiva: si dividono gli studenti in coppie e si chiede di scegliere un titolo da dare a questo brano e poi di eseguire uno dei seguenti compiti: selezionare le dieci parole chiave del testo, riassumere il testo in una frase o in un paragrafo, esprimere in poche parole le vostre reazioni al testo da condividere con la classe. (10 min) 26 27 Pavese (2005: 9, 12-13) Si tratta dell’inizio del romanzo e di parte del primo capitolo. Pavese (2005: 9, 20-24) Selezione del testo all’interno del capitolo III. 36 Quali frasi od espressioni nel testo corrispondono alle seguenti? hanno lo stesso valore ................................... partire ................................... non riesco a compredere ................................... ho lasciato ................................... sono diventato nervoso ................................... inoltre ................................... Sempre lavorando in coppia si chiede di creare delle frasi con le seguenti espressioni presenti nel testo: non vale la pena / per giunta / guardare di traverso per male che vada / in capo al mondo Ogni coppia condivide con la classe quanto sviluppato. (15 min) Parlato: (15 minuti) Si chiude poi l’attività discutendo brevemente sulle sensazioni suscitate dal brano e sul problema dell’identità e dell’importanza del sentirsi appartenenti a un luogo. Si elicita la discussione riprendendo e chiedendo di commentare alcune frasi chiave del testo, prima in piccoli gruppi e poi condividendo in plenaria: Ci trovai dei piemontesi e mi seccai: non valeva la pena aver traversato tanto mondo, per vedere della gente come me, che per giunta mi guardava di traverso. Che reazioni hai quando viaggiando incontri, magari in posti sperduti, altri americani? Li saluti e scambi informazioni su posti da visitare e ristoranti dove mangiare, oppure fai finta di niente e non parli per non farti “riconoscere’? Non era un paese che uno potesse rassegnarsi, posare la testa e dire agli altri: «Per male che vada mi conoscete. Per male che vada lasciatemi vivere». Cosa ne pensi di questo commento sull’America? Cosa significa secondo te la prima frase? Perché non ci si può rassegnare negli Stati Uniti secondo Pavese? Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Per l’autore è importante appartenere ad un luogo. Anche per te è così?Qual è il tuo luogo di appartenenza? Dove ti senti a casa? 37 • Sintesi: Ascolto della canzone di Luca Barbarossa, Italiani d’America. (15 minuti) http://www.youtube.com/watch?v=0P_pVlKjF6c&feature=related Figlio d’Italiani d’America mio padre è arrivato qua che era ancora un _____________ così tanto tempo fa sulle spalle di suo padre guardava i _____________ e gli chiedeva sempre ma sono proprio veri Ma quando parla d’amore allora parla italiano e cerca _____________ parole per portarmi lontano e con la _____________ e col sole lei mi parla più piano mentre mi chiama amore lei mi tiene la mano, mi tiene la mano Ed io ho un cognome italiano mentre il nome è di qui insieme hanno un _____________strano come tutto quanto qui ha un _____________di lontano di cinema e di pizzeria ha un odore di persone che un giorno sono andate via Di storie ne conosco cento di _____________e di spavento e di porti e lampare passaggi in _____________ e di parenti lontani che è Natale se li sento da un paese di limoni che non ho visto mai E la lingua non la so parlare se non fosse per mia madre certe volte lì in cucina lei si mette a _____________ vecchie melodie italiane di quel _____________dei fiori non capisco le parole non capisco i suoni Ma riconosco i _____________ abitudini e profumi messi su fotografie che non hanno mai colori e quando giocano a pallone sul balcone ho un _____________ e mio padre in canottiera che ancora si commuove Quando parla d’amore... Si ascolta la canzone una prima volta e si chiede di completare il testo con le parole mancanti. Si fanno mettere gli studenti a coppie per confrontare quanto hanno compreso. Nel frattempo si scrivono le parole mancanti alla lavagna e si chiede di verificare che corrispondano a quanto compreso dagli alunni. dolore ragazzino festival grattacieli canticchiare luna bastimento suono sapori tricolore vecchie odore Terminato l’esercizio di controllo del lessico si fa ascoltare la canzone per una seconda volta e si lascia poi aperta la discussione ai commenti personali. 38 • Rielaborazione a casa: Scrittura. Scegliete una delle frasi di Pavese che abbiamo analizzato insieme in classe e commentatela con osservazioni personali. In alternativa potete analizzare il testo della canzone di Luca Barbarossa e descrivere le sensazioni che vi ha suscitato. 3.8. UdA 8 – Espresso versus Starbucks • Motivazione: Parlato. (20 minuti) Si divide la classe in piccoli gruppi di 3/4 persone e si fa discutere su domande stimolo(10 min): Il caffè: quando lo bevete? come lo prendete? Che tipi di caffè conoscete? Cosa pensate del caffè italiano? E’ molto differente da quello americano? Quali altri tipi di caffè conoscete? Confronto in plenaria: ogni persona del gruppo espone una delle considerazioni interessanti uscite dalla discussione. L’insegnante mentre gli studenti parlano sintetizza in uno spidergram alla lavagna il lessico utile utilizzato dai vari gruppi ed aiuta ad ampliarlo con ulteriori domande. (10 min) • Globalità: Ricerca su internet, scrittura e parlato. 16 Caffè all’americana (30 minuti) 15 Caffè all’italiana Si divide la classe in due gruppi, cercando di mantenere i fautori del caffè all’italiana da una parte e quelli affezionati allo stile americano dall’altra. Si lascia libero l’accesso a internet e si consiglia di consultare il sito della Lavazza: www.lavazza.it 39 In particolare si evidenzia la parte del sito dedicata a Riti e preparazioni e si danno due compiti: in primo luogo scrivere una lista di qualità del rito del caffè in Italia da una parte e negli Stati uniti dall’altra e poi di spiegare all’altro gruppo quali tipi di caffè si possono bere nei due paesi. (Spiegare in cosa consiste un macchiato o un marocchino per esempio, e per il gruppo “Americano” che cos’è un frappuccino, o un double moka, ecc...) Si lascia il tempo per ricercare e organizzare il materiale (20min) e poi si passa l’esposizione orale di quanto preparato. (10 min) • Analisi: Lettura e parlato. (totale 30 minuti) Severgnini, Un Italiano in America (1994) «La nostalgia di casa comincia dalla pancia», diceva Che Guevara. […] l'Italiano all'estero è pronto a sottoscriverne l'affermazione, pur avendo desideri più modesti: cornetto e cappuccino, o un ______________ caffè macchiato. L'assenza di bar ______________ di questo nome, non c’è dubbio, rappresenta uno degli aspetti più ______________dell’espatrio. Per combattere la nostalgia, noi italiani insistiamo nel voler bere il caffè in piedi a Vienna e a Parigi, persuadendo così gli altri avventori di avere di fronte uno squilibrato, e irritando il barista convinto che si tratti di un trucco per non pagare la consumazione al tavolo. Un'altra nostra fissazione è chiedere l’ «espresso all'italiana», ben sapendo che saremo puniti con intrugli il cui sapore è a metà tra un amaro ______________e la cicuta di Socrate. Quando questo accade, gli italiani all'estero non si accontentano di fare una smorfia e allontanarsi. Rimangono sul posto ed entrano in ______________discussioni dottrinali sul caffè dei turchi (troppo ______________), dei francesi (troppo lento) e degli inglesi, cercando di convincere questi ultimi che quella cosa che chiamano coffee in fondo non è ______________, ma devono proprio trovargli un ______________ nome. L'orgoglio ci impedisce d'ammettere che qualcuno faccia il caffè come noi, o meglio di noi. I bar, le torrefazioni e le cornmedie di Eduardo De Filippo ci hanno rovinato. Negli Stati Uniti, questo orgoglio è fuori luogo. Non soltanto è ______________trovare un ______________espresso. Qui stanno facendo con il caffè quello che fecero a suo tempo con la pizza: se ne sono innamorati, e dicono d'averla inventata loro. In materia di caffè, bisogna dire, un po' di esperienza ce l'hanno. La __________cafeterìa venne aperta a Chicago intorno al 1890. [...] Cent'anni dopo, il caffè ha stracciato ogni ________________bevanda ______________. La versione più ______________ rimane il caffè lungo, 1'«acqua marrone» contro cui si sono battute invano generazioni di italiani. Rispetto al cugino inglese, questo coffee è più tecnologico (niente malinconici cucchiaini di miscela istantanea, sostituiti da un'infinità di macchinari), più pericoloso e meno decoroso. Mentre gli inglesi amano il caffè ______________nelle tazze di porcellana, gli americani lo bevono ______________da micidiali bicchieri di polistirolo e dentro i mugs, boccali decorati con mostriciattoli, fumetti, super-eroi, scritte spiritose. Negli Stati Uniti, un uomo di governo non si vergogna di reggere un gotto con scritto I BOSS! YOU NOT!; un capitano d'industria può esibire il mug personale con l'immagine dei Tre Porcellini, e nessuno si stupirà. La droga di moda è però l'espresso – spesso ______________ , come si diceva. Nei bar, mi sono sentito chiedere, con linguaggio da spacciatori: How many shots? - e il riferimento è al numero di caffè che il cliente intende bere tutti insieme (caffè semplice; caffè doppio: one shot, 40 two shots, e così via...). Una nuova, inquietante abitudine è quella chiedere un caffeinated coffee. Si tratta di una precauzione contro il decaffeinato, da parte di quegli americani (e sono molti) che ormai funzionano a caffeina. II caffè è entrato trionfalmente anche nelle serie ______________ , vero radar degli umori del paese, in Friends [...] le scene girate dentro un caffè non si contano più. La bella inamorata di Clark Kent-Superman [...] ordina, one shot decaf, non-fat mocha, no foam, no sugar, no whipped (ovvero: un decaffeinato ristretto tipo «mocha», senza grassi, senza schiuma, senza zucchero senza panna montata). Da Starbucks - la catena più ______________, originaria di Seattle distribuiscono opuscoli con le combinazioni ______________ , e piccole guide alla pronuncia cafay la.tay (caffelatte), caf-ay ' mò-kah (caffè mocha), caf-ay'a-mer-i-cah--no (caffè americano », espress'-o cone pà-na (espresso con panna) II più grande successo di questi ______________anni è però il cappuccino (cap-uh-cheè-no) soprattutto dopo pranzo, a conferma di una certa confusione mentale. […] il suo prezzo, doppio o ______________ rispetto a un caffè normale - hanno qualcosa di misterioso. Una spiegazione potrebbe essere l'«effetto Chardonnay», un vino che gli anglosassoni preferiscono a qualsiasi altro vino bianco perché provano piacere a pronunciarne il nome. Se è così, di americani non ordinano il cappuccino per poterlo bere, ma lo bevono per poterlo ordinare. Perverso? Certamente.28 Lettura intensiva: si divide la classe in coppie e si chiede di completare il brano con i seguenti aggettivi.(10 min) In plenaria si passa alla correzione dell’esercizio. (10 min) nota / altra / medicinale / denso / prima / ultimi / televisive / onesto / calda / facile / possibili / eccellente / dolorosi / triplo / popolare / cattiva / degni / altro / lunghe / buon / tiepido / ustionante Ricostruito il testo si creano nuove coppie e si passa al commento, rispondendo alle seguenti domande di comprensione: Come si comportano gli Italiani all’estero quando ordinano un caffé? Come descrive Severgnini il caffè americano e quello inglese? E le mug? Come presenta Starbucks? Che tipi di caffè nomina? Qual è il tono del testo? Hai mai visto un Italiano comportarsi davvero come descrive l’autore? E un Americano cercare un frappuccino in Italia? (10 min) Parlato: Si condivide in plenaria quanto evidenziato dalle varie coppie e si sollecita la discussione chiedendo di fare una lista di quelle che secondo loro sono le altre grandi “manie” degli Italiani e degli Americani. 28 (20 minuti) Severgnini (1995: 78-80). 41 Si elicita lo scambio comunicativo scrivendo alla lavagna alcune frasi tratte sempre dal testo di Severgnini: C'è, ho scoperto, un'America che impazzisce per il ghiaccio, che pretende le mance facoltative, che pratica la religione dell'aria condizionata e il culto delle poltrone reclinabili (le micidiali easychairs).29 Lo sapete che per gli Italiani è strano che nelle bibite ci sia sempre molto ghiaccio e che l’aria condizionata sia sempre accesa? Che cosa invece per voi è strano in Italia? Quali sono le abitudini degli Italiani che vi hanno stupito? Negli Stati Uniti, l'understatement non esiste. Dire «non sono molto bravo - I’m not very good, che in Gran Bretagna vuoi dire «sono bravissimo» - significa veramente ammettere di non essere molto bravi. Se gli americani sono bravi a fare qualcosa (lavoro, sport, sesso), lo dicono.30 Sei d’accordo con questa affermazione? Secondo te gli Italiani praticano l’understatement come gli Inglesi o sono più simili agli Americani? Ho scoperto [...] che da queste parti comandano i bambini, e la morte è considerata un optional. [...] mi sono perduto nei parcheggi, ho lottato per (non) avere una carta di credito [...]Ho capito la passione per il neon - calmante delle ansietà americane - e ho indagato 1'amore per il gadget, che non va deriso. Questo paese, inseguendo tutto ciò che è Piccolo & Portatile ha fatto molta strada.31 Credi che queste siano le abitudini culturali che colpiscono uno straniero? Te ne vengono in mente altre? Che cosa hai notato invece di peculiare in Italia? • Sintesi: Role play a coppie. (20 minuti) Preparate un dialogo tra due amici, un italiano e un americano, che discutono su una delle differenze culturali che abbiamo individuato (l’uso dell’aria condizionata, il consumo di bevande ghiacciate, l’uso e il significato dell’alcol, le modalità di crescita dell’infanzia, la gestione della famiglia, il concetto di casa, ecc..). Ognuno è sicuro di avere ragione e cerca di convincere l’altro della propria opinione. 29 Severgnini (1995: 9). Si tratta di parte del prologo al libro. Severgnini (1995: 10). 31 Severgnini (1995: 11). 30 42 Rielaborazione a casa: Scrittura. Scrivi una lettera ad un amico italiano per raccontargli come si beve il caffè in America. Sei un grande appassionato di Starbucks e spieghi al tuo amico che preferisci il caffè americano all’espresso. 3.9. UdA 9 - L’Italia da paese di emigranti a paese di accoglienza • Motivazione: Parlato. (20 minuti) Dopo aver discusso a lungo sull’emigrazione italiana è arrivato il momento di guardare all’Italia e ai cittadini stranieri che l’hanno scelta come residenza. Si sollecitano gli studenti con domande problema, in primo luogo cercando di comprendere quanto siano al corrente del fenomeno. Definiresti l’Italia un paese multietnico? Da dove credi che provenga il maggior numero degli stranieri in Italia? Che lavori pensi che svolgano gli immigrati? Sei mai entrato in contatto in Italia con persone che vivono lì ma provengono da altri paesi? Pensi sia difficile per loro integrarsi? Si divide la classe in piccoli gruppi e si lascia aperta la discussione (10 min.) Ogni gruppo poi riferisce alla classe le considerazioni più interessanti da loro sviluppate e si dà un po’ di tempo per il confronto in plenaria. (10 min.)32 • Globalità: 17 Sbarco di clandestini in Puglia 18 Rifugiati in Italia 19 Progetto integrazione - Lucca 32 Uno degli argomenti ricercati dagli studenti nella webquest era l’immigrazione in Italia: alcuni studenti hanno già approfondito questa tematica e possono fungere da esperti nei vari gruppi: è bene quindi fare attenzione e suddividire i gruppi in modo che in ognuno ci sia uno di questi alunni. 43 Giuntini, S. La Toscana è ai primi posti italiani per l'integrazione degli immigrati (25/09/2009) MILANO - Secondo il Ministero dell'Interno, che ha presentato oggi (25 settembre) a Milano il volume "L'immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale", la Toscana è una delle regioni italiane (assieme a Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Sicilia) con il più alto tasso di integrazione di stranieri. Lo studio dimostra inoltre come la presenza di immigrati si concentri prevalentemente nel centro nord dell'Italia, in particolare nei Comuni fra i 5 e i 20mila abitanti. Negativo invece il trend per quelli sopra i 500mila abitanti. 20 Immigrazione ed La presenza di immigrati stranieri non interessa tutto il territorio nazionale in modo uniforme, ma integrazione si concentra prevalentemente nelle regioni del Centro-Nord, con il tasso migratorio più elevato (superiore al 10%) che si registra nei Comuni tra i 5 e i 20mila abitanti, mentre il trend è negativo nei Comuni più grandi, ossia quelli con oltre 500mila abitanti. E' quanto emerge dai dati contenuti nel volume "L'immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale", realizzato dal Ministero dell'Interno e presentato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione in programma oggi e domani a Milano. Secondo il Viminale, nel 2008 in Italia sono state oltre 470mila le registrazioni in anagrafe di cittadini provenienti dall'estero: il lavoro resta la motivazione di ingresso prevalente per gli stranieri che arrivano in Italia, mentre gli ingressi per ricongiungimenti familiari sono elevati nelle regioni con gli indici di integrazione più elevati, come Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Piemonte e Sicilia. Il picco delle richieste e delle concessioni di asilo politico si è registrato tra il 2007 (quando le domande ricevute erano state poco più di 14 mila) e il 2008 (quando sono state piu' di 31mila). Quanto, invece, agli ingressi irregolari, secondo i dati del Ministero dell'Interno sono state oltre 35 mila le persone (in prevalenza tunisini, nigeriani e somali) che lo scorso anno hanno raggiunto l'Italia via mare, sbarcate per lo più sulle coste della Sicilia. Ed è proprio grazie al flusso di ingressi dall'estero che nel corso del 2008 la popolazione residente sul territorio italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni di persone. Il 6,5% è costituita da stranieri residenti, pari a 3,9 milioni a gennaio 2009. Cinque le nazionalità di maggiore provenienza: Romania (780mila), Albania (oltre 440mila), Marocco (circa 400mila), Cina (173mila) e Ucraina (150mila). Sul fronte della natalità, nel 2007 erano oltre 63 mila i nati da coppie di genitori stranieri, quasi l'11,3% dei nati in Italia, ma l'incidenza sale al 14,6% se si includono i nati da almeno un genitore straniero. Le regioni con la maggior incidenza di nati stranieri sono Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Ma "nuovi italiani" si contano anche tra gli adulti: nel 2008 sono state quasi 40 mila le cittadinanze concesse di cui il 37% per diritto acquisito durante la residenza in Italia e il 63% tramite matrimonio. L'identikit del cittadino straniero residente nel nostro Paese? Decisamente giovane (un'età media di 31 anni) con un livello di istruzione relativamente alto (solo il 14,7% degli stranieri è laureato) mentre più incisiva è la percentuale di persone con un livello di istruzione più basso. La Secondo Conferenza Nazionale sull'Immigrazione è stata anche l'occasione per avanzare qualche previsione: secondo l'Istat nel 2020 la popolazione straniera in Italia potrebbe salire a 6 milioni e 300 mila persone, nel 2050 a 10 milioni e 600 mila, con un'incidenza sul totale della popolazione triplicata rispetto a oggi. 33 33 L’articolo appare in http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=21929 portale di informazione ed attualità del comune di Lucca. 44 Attività integrata di lettura, parlato e scrittura: (totale 30 minuti) Si mostrano le tre immagini di pagina 26 e si chiede di dare loro un titolo a coppie; si espongono i titoli alla classe e si votano quelli considerati i migliori da assegnare alle immagini. (15 min) Si consegna la lettura relativa alla situazione attuale dell’immigrazione in Italia: ogni coppia legge un paragrafo (8 in totale), si consulta brevemente per decidere quali dati riferire alla classe e ogni persona riporta al resto degli studenti le informazioni relative alla sua parte di paragrafo. (15 min) Parlato: (10 minuti) L’insegnante elicita la discussione ricapitolando le informazioni principali in uno spidergram alla lavagna e suscitando in plenaria il confronto con quanto detto dagli studenti all’inizio della lezione. Quale dato ti ha stupito di più? Perché pensi che la Toscana abbia un alto tasso di integrazione? Sapevi che il più alto numero di immigrati viene dalla Romania?Hai mai mangiato in un ristorante cinese in Italia? Conoscete il termine badante?Ed extra-comunitario?Sapete che sono necessari dieci anni di residenza in Italia per ottenere la cittadinanza? • Analisi: Lettura e analisi linguistica (totale 30 minuti) Si riformulano i gruppi in modo che altre persone lavorino insieme e si passa ad un’attività di lettura e analisi di un articolo di giornale. E’ stata presentata in questi giorni alla Camera una proposta di legge per riformare il diritto di cittadinanza agli stranieri, che prevede l’abbassamento degli anni necessari per diventare cittadino italiano (al momento dieci), facilitazioni per i figli di immigrati nati in Italia (ora è necessario aspettare i 18 anni di età) o che hanno seguito un corso di studi in Italia, la conoscenza della lingua e cultura italiana per poter diventare a tutti gli effetti cittadino. Completa in seguente articolo di giornale inserendo i tempi verbali corretti. Dovrete utilizzare presente indicativo e congiuntivo, futuro, passato prossimo e remoto, 45 congiuntivo passato, gerundio semplice, forma progressiva, forma passiva, infinito presente e passato. (10 min) Gad Lerner –Gli immigrati e la cittadinanza, La Repubblica (10/09/2009) pagina 3834 ... Chi ha diritto a (considerare) 1.________________ italiano, e quali devono essere le procedure di ottenimento della cittadinanza? La proposta di legge che divide la destra (presentare) 2.________________ in Commissione Affari Costituzionali da Fabio Granata (Pdl) e da Andrea Sarubbi (Pd). Le modifiche mirano ad abbreviare da dieci a cinque anni il periodo di residenza continuativa necessario per (ottenere) 3.________________ il passaporto italiano a un immigrato che (dimostrare) 4.________________ inoltre stabilità di reddito e una sufficiente conoscenza della lingua. Granata e Sarubbi (proporre) 5.________________ ancora che (venire) 6.________________ naturalizzato il minore nato in Italia da stranieri, se uno dei genitori vi soggiorna da cinque anni; così come il minore che (completare) 7.________________ un percorso scolastico nel nostro paese. Quando poi il presidente della Camera, Gianfranco Fini, (ribadire) 8.________________ la sua idea di (attribuire) 9.________________ il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti da almeno cinque anni sul territorio nazionale, Bossi ha reagito (dare) 10.________________ gli del «matto». Ma più pesante ancora giunge il no di Silvio Berlusconi a concedere la cittadinanza e il diritto di voto amministrativo agli stranieri: «Io difendo la sicurezza di tutti, (evitare) 11.________________ che la sinistra apra le frontiere, per poi concedere loro la cittadinanza e il diritto al voto, un subdolo stratagemma per garantirsi una futura preminenza elettorale». È interessante notare che Berlusconi e Bossi non (limitarsi) 12.________________a definire prematura o frettolosa la revisione delle norme sulla cittadinanza. In più occasioni pubbliche questi leader della destra (dichiararsi) 13.________________ contrari all' idea stessa di una «società multietnica» [...] Probabilmente non (rendersi conto) 14.________________ , ma con le loro parole (propugnare) 15.________________un ritorno all' indietro dai principi di cittadinanza così come li (definire) 16.________________oltre due secoli fa la Rivoluzione Francese. [...] Da secoli a una nazione democratica non si (appartenere) 17.________________più per mera discendenza, bensì per cittadinanza [...] perché la nazione non può venire ridotta al «pezzetto di terra dove si è nati e cresciuti» teorizzato da Justus Moser. A furia di inseguire consensi (promettere) 18.________________«meno stranieri», Berlusconi e Bossi rifiutano l' idea che possano esserci «più italiani» e «nuovi italiani». [...] La prossima discussione parlamentare (rendere) 19.________________ manifeste due opposte nozioni di cittadinanza. Ma non facciamo finta che (essere) 20.________________entrambe compatibili con una democrazia in cui vivono già quattro milioni di immigrati. Si legge l’articolo ad alta voce in plenaria verificando la correttezza dei tempi e si chiariscono i dubbi grammaticali o le differenti possibilità scelte dagli studenti. (10 min) Si passa quindi all’analisi lessicale: si mettono gli studenti a coppie e si chiede di individuare i sinonimi e i contrari dei seguenti termini presenti nel brano. (10 min) 34 Per leggere l’intero articolo cfr. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/10/gli-immigrati-la-cittadinanza.html 46 Individuate i sinonimi di questi vocaboli. Ma attenzione!!! Ci sono due contrari! ma / accettare / cambiamenti / sotterfugio / tutte e due / concetti / pazzo / pura / accorciare / arrivare / accorgersi modifiche ................................... abbreviare ................................... giungere ................................... minore ................................... rendersi conto ................................... nozioni ................................... mera ................................... rifiutare ................................... bensì ................................... stratagemma ................................... entrambe ................................... matto ................................... Parlato: (10 minuti) Si conclude l’attività commentando in plenaria l’articolo. L’insegnante solicita la discussione ponendo alcune domande in commento a quanto letto: Ti sembra che l’articolo abbia un tono neutro? Pensi che il giornalista abbia una chiara posizione nei confronti dell’attuale governo? Cosa pensi della frase “perché la nazione non può venire ridotta al «pezzetto di terra dove si è nati e cresciuti»”? Perché Gad Lerner parla di “due nozioni opposte di cittadinanza”? • Sintesi: Ascolto e parlato. (20 minuti) Si divide la classe in due gruppi e ad ognuno si assegna la visione di un video: il primo presenta la situazione degli immigrati milanesi in una realtà complessa, tra luci ed ombre, mentre il secondo mostra una scuola dove l’integrazione e la multietnicità sono vissute come normalità. http://video.corriere.it/?vxChannel=Primo%20Piano GRUPPO A - Milano, il chiaroscuro dell’integrazione. Viaggio nei quartieri dell’immigrazione (15 maggio 2009) Qual è il quartiere multietnico storico di Milano? Qual è l’opinione sugli immigrati delle persone intervistate? Cosa pensa la signora con la camicia bianca? Quali sono i problemi secondo il ragazzo di colore?E’ integrato il signore della rosticceria? 47 GRUPPO 2 - La scuola multietnica, Milano, La città del sole (13 maggio 2009) Che cosa hanno imparato fin da subito i bambini della prima signora che parla? Che cosa si insegna ai bambini per la signora con la maglietta bianca? Quanti bambini extracomunitari frequentano la scuola? Cosa fanno i genitori dei bimbi italiani?E le mamme dei bambini immigrati? Come viene considerata l’evata percentuale di stranieri? I due gruppi visionano separatamente i due video e rispondono in gruppo alle domande poste dal discente. (10 min) Si utilizzano poi le domande come guida per riassumere i contenuti del video all’altro gruppo. Si conclude l’unità commentando in plenaria quanto visionato e cercando di far emergere dagli studenti che cosa li ha colpiti di quanto letto o visto e se fossero a conoscenza della situazione della migrazione in Italia. (10 min) • Rielaborazione a casa: Lettura e ricerca su internet. Ricercate su uno dei maggiori quotidiani italiani un articolo di giornale o un video riguardante il tema immigrazione in Italia ed integrazione. Durante la prossima lezione riferite alla classe i punti chiave di quanto avete trovato. Utilizzate i motori di ricerca dei seguenti siti: http://www.corriere.it/ http://www.repubblica.it/ http://www.lastampa.it/redazione/default.asp http://www.ilmessaggero.it/ 35 35 E’ importante che gli allievi si informino su notizie di attualità e che vengano in diretto contatto con le pagine dei maggiori quotidiani italiani. Può essere un buon esercizio anche per abituarli a leggere le notizie del giorno in italiano. 48 3.10. UdA 10 – Nuovi sguardi sul mondo • Motivazione: Parlato. (totale 20 minuti) Ogni studente riferisce alla classe l’articolo di giornale o il video trovato su un quotidiano online: in un primo momento si fanno esporre gli articoli a piccoli gruppi di 3/4 persone (10 min) in modo che tutti abbiano il tempo di riportare quanto letto e poi una persona per gruppo riferisce alla classe l’articolo ritenuto più interessante dai membri del gruppo (10 min). Si lascia eventualmente un po’ di tempo per commenti e discussione in plenaria. • Globalità: Lettura e parlato. (totale 20 minuti) • 21 Strisce di Mafalda Tratte da Quino, Il mondo di Mafalda, Bompiani 2003 Si consegnano le vignette di Mafalda alla classe e si sollecita la discussione in plenaria. Pensate che l’uguaglianza sia un’utopia? Stiamo andando verso un mondo multietnico? In futuro sarà possibile viaggiare senza aver bisogno di un visto? 49 Ti sei mai sentito “straniero” nel tuo paese, e perfettamente a tuo agio in un paese straniero? E’ possibile sentirsi cittadini del mondo?(10 min) Terminata la discussione in plenaria si scrive alla lavagna la seguente frase: “Quello che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista”36 Si divide la classe in piccoli gruppi e si chiede di commentare la frase di Marianella Sclavi, una delle sette regole dell’arte di ascoltare. Si lascia qualche minuto ai vari gruppi e poi si condivide in plenaria quanto espresso dagli alunni. (10 min) • Analisi: Lettura e parlato. (30 minuti) Dopo queste prime sollecitazioni vengono consegnati i testi: si lascia il tempo per una prima lettura estensiva, che dovrà essere personale e silenziosa. Prima di passare alla fase di analisi si chiede agli studenti quali sensazioni, sentimenti, reazioni hanno suscitato i brani. 1) Geneviève Makaping Traiettorie di sguardi. E se gli altri foste voi? (2001) Osservare significa guardare, vedere, scrutare e cercare di capire. Sforzarsi di guardare è molto faticoso, significa "essere implicata" […] Quando non si ha il "potere" […] perché non si appartiene all'élite che "nomina" e tramanda i preconcetti e i pregiudizi, l'esercizio diventa ancora più difficile. Come faccio ad avere la certezza che il mio sguardo sia nel giusto? Certamente i miei ex colonizzatori e quelli nuovi non si sono posti questa domanda, o, comunque, lo hanno fatto in modo da non crucciarsene. Come faccio a sapere che il mio sia un guardare corretto, senza speculazioni di sorta, solo perché sono una minoranza? […] Penso e sto zitta, convinta che un giorno prenderò la parola. Dove? Ora, qui e adesso. La parola prima a me stessa: adesso parlo io. […] Il mio sguardo si sposta da un luogo all'altro e devo ricordarmi che ci sono anch'io su cui farlo scorrere e posare. […] Devo ancora fare uno sforzo, quando parlo degli altri da me (gli occidentali), per scindere il loro mondo in uomini da una parte, donne dall'altra, ed io dall'altra ancora. E poi il noi: noi extracomunitari - noi extracomunitari donne - noi africani - noi africani sub-sahariani - noi negri - noi donne negre - noi camerunesi e noi camerunesi donne, fino ad arrivare a noi Bamiléké - a noi donne Bamiléké ed infine a me, donna bamiléké immigrata, che è tutte queste donne insieme e che ha rinunciato alla cittadinanza di origine, per assumere quella italiana. […] Varie appartenenze e identità che sento il bisogno di negoziare e aggiustare continuamente. Ma la stessa elencazione, stavolta "ragionata", "mediata", "non gerarchizzata", di queste appartenenze, presenta un aspetto positivo: è la condizione di chi appartiene a varie culture, 36 Da Le sette regole dell’arte di ascoltare di Marianella Sclavi, cfr. http://power-of-network.overblog.it/article-34668647.html 50 che ha dunque memorie diverse, preziose per la costruzione di uno "stato di multiculturalità", nel quale sentirsi parte di un tutto, ma anche essere libera di posizionarsi in un luogo ben preciso, non ambiguo.37 2) Carmine Abate Il muro dei muri (2006) Sarebbe bello se la gente capisse la nostra lingua. La nostra lingua. Gli occhi. Due occhi di ragazza mi fissavano attraverso le lenti degli occhiali: «Arabo?» «No, italiano.» Il sole picchiava come a luglio. Fischietti raganelle pentole e coperchi ritmavano le canzoni e gli slogan: Hop-hop-hop, Atomraketen stop! «Il movimento per la pace da voi in Italia non è così forte e organizzato, vero?» mi chiese la ragazza. Strano! Mi aspettavo la solita domanda: «Come vivere tu qui? Bene? Come guadagnare qui da noi?». «Non conosco la situazione in Italia. Ci vado solo per le ferie.» Poi, con naturalezza, la ragazza mi appuntò sul petto il distintivo della pace: una colomba in volo, come me in quel momento; mi diede una piccola raganella e continuò a cantare guardandomi con due occhi sorridenti: gli occhi. Sono attratto dagli occhi della gente come il ferro dalla calamita. Gli occhi dicono tutto. Parlano la lingua dell'odio e della simpatia. Sono fruste schioccanti o carezze confortevoli. È vero, gli occhi non bastano. E possono anche ingannare. Più importanti sono i fatti. Eppure è sufficiente una manciata di occhi amichevoli per farti sentire a casa tua. Lì per lì non pensi: in fondo per loro sono solo uno straniero uno che qui non conta niente, che non ha nemmeno il diritto di votare. Pensi: circondato da occhi così, le cose potrebbero cambiare; ti senti riscaldato da qualche raggio di sole e allora casa tua potrebbe essere là, dietro la stazione di Altona.38 Si divide nuovamente la classe in gruppi di 3/4 persone, cambiando i componenti dei vari gruppi. Lettura intensiva: (10 min) si passa all’analisi dei brani, prima con domande di comprensione generale e poi con analisi lessicale e linguistica. Date un titolo ai due brani e rispondete alle seguenti domande: (10 min) Che significato ha lo sguardo per Geneviève Makaping? Come definisce la sua identità? Perché ha paura che il suo sguardo non sia corretto? Che cosa rappresentano gli occhi per Carmine Abate? Come reagisce alla ragazza che gli parla durante la manifestazione? Perché pensa che occhi potrebbero anche ingannare? 37 Makaping (2001: 36, 37; 49, 50) 38 Abate (2006: 191, 192) Il testo fa parte del racconto Ostermarch. 51 Parlato: si chiude la prima parte dell’attività discutendo brevemente sulle sensazioni suscitate dai due brani. Si elicita la discussione chiedendo di commentare alcune frasi chiave del testo condividendo le opinioni in plenaria. (10 min) (15 minuti) Analisi linguistica: Cercate nei due testi tutti i verbi, i sostantivi e le espressioni legate alla vista: osservare, vedere ... Che cosa rappresentano secondo voi questi termini all’interno dei brani e quale valore hanno? Cercate di spiegare la differenza tra i vari verbi e formulate una frase con ognuno di essi. Quali frasi od espressioni nel testo corrispondono alle seguenti? 1) sicurezza ................................... 2)guardare intensamente................................... cambia posizione................................... non essere sufficiente ................................... lista ................................... simbolo ................................... Continuando a lavorare in piccoli gruppi si chiede di creare delle frasi con le seguenti espressioni presenti nel testo: stare zitti / fare uno sforzo / lì per lì / una manciata / in fondo Ogni gruppo condivide con la classe quanto sviluppato. • Sintesi: Ascolto della canzone L'ombelico del mondo di Jovanotti (1995) (15 min) http://www.youtube.com/watch?v=3ZY3bm93Wk4 Questo è l'ombelico del mondo 1. _______________________________________________________ pelle di ebano di un padre indigeno e occhi smeraldo come il diamante 2. _______________________________________________________ questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando questo è l'ombelico del mondo. 3. _______________________________________________________ e risalendo dentro se stessi alla sorgente del respirare è qui che si incontrano uomini nudi con un bagaglio di fantasia questo è l'ombelico del mondo senti che sale questa energia questo è l'ombelico del mondo. 4. _______________________________________________________ dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione dove la vita si fa preziosa e il nostro amore diventa azioni 5. _______________________________________________________ 52 questo è l'ombelico del mondo. questo è l'ombelico del mondo è qui che nasce l'energia 6. ______________________________________________________ dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando questo è l'ombelico del mondo. Ascoltate la canzone e completatela con le frasi mancanti: mettete in ordine le frasi e poi inseritele nella posizione corretta. a) che è del pozzo questo è qui c'è il mondo dell'immaginazione l'ombelico b) una bellezza strane dove disarmante facce di si incontrano un po' c) ogni nevralgico parte via qui dell'universo centro da che nuova d) millennio arrivando facce da razze come meticce il che sta nuove e) eccezioni esistono le solo regole non dove esistono le f) va è finire del dove non l'ombelico questo si dove si a mondo sa Si fa ascoltare la canzone una seconda volta e si fa verificare la carrettezza delle risposte a coppie. Si commenta in plenaria il contenuto del testo e si dà spazio ai commenti personali. • Conclusione: (20 minuti) Si lascia spazio alla discussione e all’analisi del percorso svolto tramite domande volte a sollecitare il dialogo. Quale degli argomenti affrontati ti è interessato maggiormente? Che cosa vorresti approfondire? Quale lettura, ascolto, video o canzone ti ha colpito di più e per quale motivo? Che cosa pensi di aver imparato durante questo percorso? Lavorare in gruppo e utilizzare varie fonti è servito a migliorare il tuo livello linguistico? Si fa passare una scheda valutativa sul lavoro svolto, aperta anche a commenti e suggerimenti per il prossimo modulo in modo che ogni studente abbia la possibilità di sentirsi parte attiva non solo del modulo affrontato ma anche dei percorsi futuri. 53 4. CONCLUSIONI Lavorare alla creazione di questo itinerario è stata per me un’esperienza molto interessante di verifica delle metodologie didattiche acquisite durante il Master e di autoanalisi: ho compreso durante lo sviluppo delle varie UdA quanto sia importante per me impostare le attività pensando agli studenti che le utilizzeranno e come davvero sia fondamentale in una didattica umanistico-affettiva non immaginare i progetti didattici a tavolino, ma cocretizzarli e adattarli ai discenti a cui sono rivolti. Il fatto che questo progetto nasca da una richiesta specifica di creazione di un modulo da parte di un gruppo di miei studenti, che conosco da tempo, ha facilitato il lavoro e mi ha permesso davvero di creare delle unità pensate e modulate su di loro: li ho immaginati reagire alle domande stimolo, ho pensato che cosa li porta a partecipare maggiormente durante le lezioni, ho potuto dare dei tempi sapendo di quanto normalmente hanno bisogno per portare a termine le varie attività durante le lezioni. Durante la preparazione di questo progetto didattico, particolarmente nella parte del lavoro di analisi delle varie UdA, ho cercato di mettere in pratica il concetto che l’apprendimento di una lingua deve passare attraverso un lessico grammaticalizzato e non una grammatica lessicalizzata, ed è stato per me molto stimolante produrre del materiale che lavorasse all’acquisizione partendo da questo presupposto. Ho riflettuto molto durante il lavoro sul mio approccio didattico e sul mio modo di gestire la classe: ho compreso come sia fondamentale per me avere un buon grado di strutturazione delle UdA, per sentirmi sicura del percorso da seguire e come la mia mentalità analitica prevalga anche nell’impostazione metodologica delle lezioni. Ho riflettuto anche su come sia importante nella pratica didattica variare gli approcci e il tipo di metodologie usate: il mio stile di insegnamento e gestione del materiale riflette questa volontà di ricerca di varietà e flessibilità. Ancora una volta ho considerato quanto metta in primo piano l’interazione con il gruppo classe e quanto l’approccio umanistico-affettivo, improntato sulla centralità dello studente, sia diventato per me imprescindibile. 54 D’altra parte però questo progetto mi ha sorpreso molto, riuscendo a ribaltare la mia idea originaria: inizialmente avevo infatti maturato un percorso legato alla selezione di alcuni brani letterari, su cui volevo basarmi per strutturare le varie UdA. Iniziato il lavoro, mi sono resa conto di come le mie idee andassero cambiando man mano e di come lo stesso progetto mi stesse portando in un’altra direzione: mi sono trovata a cercare materiale nuovo, modificare la strutturazione iniziale e non poter utilizzare molta parte di quanto selezionato inizialmente. E’ come se il modulo mi stesse portando per mano e indicando quanto svolgere, dicendomi di essere meno rigida e di seguire un po’ di più l’istinto. Ho trovato tutto ciò molto affascinante, come se la tesina stesse un po’ vivendo di vita propria. Lavorare sui concetti di identità, interculturalità ed integrazione con particolare attenzione alla realtà americana da una parte e italiana dall’altra, mi è servito molto anche a farmi riflettere sui miei modelli culturali di riferimento e sull’immagine di me che porto in classe: il mio sentirmi straniera, e non immigrata negli Stati Uniti, incide profondamente su come mi pongo di fronte agli studenti e questo non deve trasformarsi in una barriera ma in un valore aggiunto da utilizzare in senso interculturale. Per tutti questi motivi ritengo che la progettazione di questo modulo sia stato un momento molto arricchente di messa di pratica di quanto appreso durante il Master e di autoanalisi della mia pratica didattica, strumento utile allo svolgimento di un intero semestre di corso e coronamento di un percorso di apprendimento molto valido sotto ogni punto di vista. 55 BIBLIOGRAFIA AAVV, (1986) Images. A pictorial History of Italian Americans, New York Center for Migration Studies AAVV, (2002) Storia dell'emigrazione italiana. Arrivi, Vol. 2, Roma, Donzelli AAVV, (2005) Verso l'America. L'emigrazione italiana e gli Stati Uniti, Roma, Donzelli Abate, C. (2006) Il muro dei muri, Milano, Mondadori Argento, F. La letteratura della migrazione in Italia, [Internet] digilander.libero.it/vocidalsilenzio/Letteratura%20dell'immigrazione.htm Balboni, P. (1994) Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci Balboni, P. (1998) Tecniche didattiche per l’educazione linguistica, Torino, Utet Balboni, P. 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