PANCREATITE ACUTA Definizione Con il termine pancreatite acuta si definisce un processo flogistico insorto acutamente interessante il pancreas ed in misura variabile i tessuti circostanti. Talvolta si tratta di processo ricorrente, ma che non si accompagna ad alterazioni croniche del parenchima pancreatico Etiologia Meccanica Tossica Metabolica Biliare, Malformazioni duodenali, Neoplasie, Ascaridosi Alcol, Metanolo, Veleni Iperlipidemia (tipi I,IV e V), Ipercalcemia Farmaci Metronidazolo, tetracicline, aztioprina, furosemide, ac valproico, tiazide, salicilati, mesazalina, etc Infettiva Coxsackie, epatiteB, CMV, HIV, Varicella-zoster, Legionella, Toxoplasma, Salmonella etc Trauma Addominale chiuso o aperto, penetrante o meno; iatrogenico durante chirugia o ERCP Vascolare Ischemia, Fatti embolici, Vasculiti Congenita Coledococele tipo V, Pancreas divisum Genetica Varie cause Idiopatica Mutazioni di vario tipo Trapianto di rene, gravidanza, deficit alfa1antitripsina Cenno storico Le prime osservazioni sul pancreas furono fatte probabilmente dai Babilonesi, che parlarono di “dito del fegato”, ma le prime vere descrizioni anatomiche risalgono all’epoca alessandrina nel terzo secolo a.C., con i medici Erofilo, Erastrito ed Eudeo . Galeno era già conscio dell’esistenza di problematiche riguardanti il pancreas, tuttavia la patologia pancreatica rimase avvolta dall’oscurità fino alla fine del sedicesimo secolo, epoca in cui Franciscus de la Boe assieme a Regnier de Graaf eseguì uno studio che portò ad attribuire al pancreas l’origine di molte patologie. Cenno storico La prima vera descrizione di pancreatite acuta è attribuita all’anatomo-patologo olandese Nicholaes Tulp, il quale pubblicò nel 1652 nella sua opera “Observationum Medicarum Libri Tres”, una serie di osservazioni in cui si evidenziava all’esame autoptico un pancreas “rigonfio, con pus e infarcito di una sorta di muco viscoso”; egli ipotizzò che questa fosse l’origine di molte malattie. Circa un secolo dopo, nel 1761, Morgagni riportò l’osservazione di una sindrome clinica caratterizzata da forte dolore addominale, vomito e shock in pazienti nei quali l’autopsia rivelava la presenza di “pancreas aumentato di volume, con multipli noduli piuttosto grandi, di diverse dimensioni e della consistenza della cartilagine”. Cenno Storico Ne 1842 fu Karl von Rokitansky a Vienna ad identificare la pancreatite acuta emorragica, seguito nel 1870 da Theodore Albrecht Edwin Klebs. Grande merito va riconosciuto a Reginald Fitz, un medico inglese che nel 1889 presentò in un articolo la descrizione di tre forme di pancreatite acuta: emorragica, suppurativa e gangrenosa. Inoltre Fitz propose varie eziologie tra cui i calcoli biliari, l’alcol, l’ulcera gastrica perforata e i traumi. Descrisse inoltre gli ascessi pancreatici, la trombosi della vena splenica e le pseudocisti pancreatiche come complicazioni della pancreatite acuta. Patogenesi In condizioni fisiologiche gli enzimi pancreatici, prodotti dalle cellule acinari sottoforma di proenzimi, vengono inglobati in granuli di zimogeno ed infine trasportati dai dotti pancreatici nel duodeno per essere convertiti nelle forme attive. Nell’evento che determina la pancreatite la secrezione dei granuli di zimogeno viene bloccata determinandone accumulo intracellulare. AUTODIGESTIONE Patogenesi L’attivazione intraghiandolare degli enzimi pancreatici è comune a tutte le etiologie Nella pancreatite a etiologia biliare sembra che il reflusso di bile, provocato da ostruzione anche temporanea della via biliare, determinando aumento della pressione nel dotto pancreatico, sia in grado di provocare la pancreatite. Il danno pancreatico alcol indotto invece trova spiegazione nel metabolismo sia ossidativo che non ossidativo dell’alcol nel pancreas. Nel primo caso vi è la produzione di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) che destabilizzano i granuli di zimogeno e i lisosomi, aumentando il rischio di attivazione intracellulare degli enzimi. Nel secondo caso vengono prodotti esteri etilici degli acidi grassi (FAEE) che oltre a destabilizzare anch’essi le membrane lisosomiali inducono la trascrizione di fattori che aumentano la produzione di citochine proinfiammatorie. Patogenesi L’ipertrigliceridemia deve essere superiore a 20 mmmol/L. In questo caso l’alta concentrazione di chilomicroni, ossia particelle lipoproteiche ricche di trigliceridi, potrebbero danneggiare la rete capillare pancreatica; l’ischemia risultante andrebbe ad alterare la struttura acinare, e ad esporre tali particelle all’azione delle lipasi pancreatiche Patogenesi La genesi autoimmune si manifesta nella maggioranza dei casi come pancreatite cronica, ma non è infrequente che si presenti come una pancreatite subacuta con ittero. È caratterizzata da ipergammaglobulinemia con alti livelli di Ig G (nel 68 % dei casi), infiltrato linfomonocitario, la presenza di autoanticorpi e l’associazione con altre patologie autoimmuni. Gli autoanticorpi rilevabili sono: anti-anidrasi carbonica II (30-59% dei casi), antilattoferrina (50-76 % dei casi), mentre fattore reumatoide, ANA, AMA e ASMA sono di minor riscontro.Il danno cellulare è sia umorale che cellulomediato, con infiltrati linfocitari CD8 e CD4 (in prevalenza Th1) e porta a distruzione duttale e atrofia acinare; tipicamente l’infliltrato linfomonocitario si localizza attorno a piccoli e grandi dotti interlobulari Patogensi Trauma / Chirurgia / Post ERCP Danno diretto ha Ruolo determinante Meccanismi patogenetici PANCREATITE ACUTA La valutazione della gravita’ della Pancreatite Acuta è la chiave determinante del trattamento Diagnosi Clinica Nel 1992, ad Atlanta, è stata formulata una classificazione che distingue forme lievi di pancreatite acuta (60-70% dei casi) da forme severe (30-40 %) Un valore superiore a tre volte la norma di Amilasi e/o Lipasi consente diagnosi Loro dosaggio non è utile per monitorare l’andamento della malattia CLASSIFICAZIONE CLINICA DELLA PANCREATITE ACUTA LIEVE Quando si associa a minima compromissione di organi a distanza senza le caratteristiche delle forme severe.Guarigione senza sequele nella quasi totalità dei casi. Alta % di recidiva nelle forme biliari non trattate. CLASSIFICAZIONE CLINICA DELLA PANCREATITE ACUTA SEVERA Quando è associata ad insufficienza di organi a distanza e/o a complicanze locali quali necrosi, ascessi o pseudicisti Diagnosi clinica il sintomo cardine è il dolore insorge acutamente e raggiunge rapidamente la sua massima intensità i pazienti tendono ad assumere una posizione fetale che risulta antalgica Diagnosi clinica 50-60 % dei casi innalzamento della temperatura, e, frequentemente, seppur ad insorgenza tardiva, anche un quadro di occlusione o sub occlusione intestinale sostenuta da “ileo dinamico”. Se l’eziologia è di origine biliare si può manifestare ittero, talvolta sin dall’esordio dei sintomi. Nelle forme acute severe si possono notare chiazze cutanee a livello periombelicale (segno di Cullen) o dei fianchi (segno di Grey-Turner) Marcatore molto importante è anche la proteina C reattiva (PCR) la cui concentrazione aumenta nell’infiammazione del pancreas (>150 mg/l a 48 ore) raggiungendo il suo picco entro 24-72 ore dall’insorgenza della malattia; i suoi valori sierici sono buoni indici della gravità della necrosi pancreatica, e ciò ha reso questa proteina uno dei marcatori più utilizzati nella pratica clinica. Altri valori utilizzabili della diagnosi sono quelli delle interleuchine, in particolare l’Il 6 (per valori superiori a 2,7pg/ml), e il TNF, proteine infiammatorie la cui concentrazione può essere indice di gravità della pancreatite. Vi sono poi altri marcatori come Fosfolipasi A, Tripsina e tripsinogeno 2 ma non ancora sufficientemente studiati PANCREATITE ACUTA P.A. RUOLO DELLA DIAGNOSTICA •Diagnosi etiologica •Valutazione estensione malattia •Definizione della lesione pancreatica •Diagnosi di complicanza P.A. DIAGNOSTICA • ECOGRAFIA • TAC • ERCP • RMN • ECOENDOSCOPIA ECOGRAFIA • Facile esecuzione • Basso costo • Buona sensibilità diagnosi di colelitiasi • Bassa sensibilità diagnosi coledocolitiasi • Scarso studio pancreas • Operatore dipendente TAC • Costo maggiore • Buona sensibilità diagnosi colelitiasi • Buona sensibilità diagnosi coledocolitiasi • Ottimo studio morfologico pancreas • Maggiore utilità se fatta 24/48 ore dopo ricovero RMN / Colangio Wirsung RMN La risonanza magnetica ha applicazione limitata in quanto ha un ruolo che sembra sovrapponibile a quello della TC ma è molto più costosa e difficile da eseguire. Tuttavia la colangioRMN consente una visualizzazione dei dotti pancreatici assai migliore della TC, evidenziando molto bene anche i calcoli biliari. La stimolazione con secretina può esacerbare i sintomi Anomalie anatomiche ECOENDOSCOPIA Alta sensibilità nella diagnosi di coledocolitiasi Perfetto studio morfologico (diagnosi differenziale tra P.A. focale e neoplasia) Elevato costo Curva di apprendimento Come predire la gravità della malattia? Criteri di Ranson Parametri Al ricovero Età > 55 anni Leucociti > 16.000/mm3 Glicemia > 11.1 mmol/l (200 mg/100 ml) ALT > 250 U/l LDH > 350mmol/l U/ Dopo 48 h Calcemia < 2 mmol/l (8 mg/100ml) Azotemia > 5 mg/l (1.8 mmol/l PO2 < 60 mmHg Ht diminuzione > 10% Deficit basi > 4 mmol/l Azotemia > 1,8 mmol/l nelle non biliari 1,71 Sequestro liquidi > 6000 ml nelle biliari >4000ml Si No 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 1 1 0 0 Classificazione di Balthazar Grado A Pancreas normale Grado B Aumento volumetrico focale o diffuso, non segni interessamento extraghiandolare Grado C Alterazioni intrinseche ed interessamento infiammatorio peripancreatico Presenza di raccolte fluide Grado D Grado E Due o più raccolte mal definite o presenza di gas all’interno del pancreas o intorno CT severity index Punti Grado Pancreas normale 0 A Aumento volumetrico della ghiandola 1 B Segni di infiammazione peripancreatica 2 C Raccolta fluida 3 D Raccolte multiple (gas) 4 E Necrosi < 30% 2 Necrosi 30 – 50% 4 Necrosi > 50% 6 Totale 10 Score APACHE II APS Temperatura PA FC Frequenza Respiratoria aPO2 +4 > 41 +3 30 – 40.9 > 160 130 – 159 >180 140 – 179 > 50 35 – 49 > 500 350 – 499 PPO2 Ph art > 7.7 HCO3 > 52 sNa +2 +1 0 38.5 – 36 – 38.9 38.4 110 – 70 – 129 109 110 – 70 – 139 109 25 – 12 – 34 24 200 – < 100 349 > 70 7.6 – 7.5 – 7.33 – 7.69 7.59 7.49 41 – 32 – 23 51.9 40.9 31.9 > 180 160 – 155 – 150 – 130 179 159 154 149 sK >7 sCreatininina > 3.5 Ht > 60 GB > 40 +1 +2 +3 34 – 32 – 30 – 35.9 33.9 31.9 50 – 69 55 – 40 – 69 54 10 – 6 – 9 11 61 – 55 – 70 60 7.25 – 7.32 – 18 – 21.9 – 120 – 129 – 3 – 2.5 – 3.4 2.9 – < 0.6 +4 < 29.9 < 49 < 39 <5 < 55 7.15 – 7.24 15 – 17.9 111 – 119 Score estremamente complesso! < 7.15 < 15 < 110 6 – 5.5 – 3.5 < 2.5 6.9 5.9 5.4 2 – 1.5 – 0.6 3.4 1.9 1.4 Valutazione età paziente 50 – 46 – 30 – 20 – < 20 Punteggio 59.9 49.9 45.9 Età 29.9 20 – 15 – 3 – 1 – <1 39.9 19.9 14.9 2.9 < 44 45 – 54 55 – 64 65 – 74 > 75 0 2 3 5 6 Score APACHE II CHP Per paz con storia insuff. Score: sommare d’organo e/o APS + Punti età + immunocompromissione, CHP = totale assegnare punti come sotto 5 punti chir urgenza 2 punti post op elezione PANCREATITE ACUTA P. Acuta lieve Score Glasgow < 3 PCR < 15 mg/dl Rx Torace nei limiti Edema pancreatico Necrosi pancreatica < 30% PANCREATITE ACUTA P. Acuta severa Score Glasgow > 3 PCR > 15 mg/dl Rx Torace alterato con creatinina > 2mg/dl Necrosi pancreatica > 30% M.O.F. Quale evoluzione? P. Ac Lieve: restitutio ad integrum sempre! P.Ac Severa Ascesso Necrosi MOF Spesso guarigione pseudocisti Talvolta deficit funzione sia esocrina che endocrina Storia clinica P.A.N.E. Iniziale necrosi Aumento della necrosi Evoluzione verso pseudocisti La Pancreatite Acuta è una malattia che richiede un trattamento medico !!! Il ruolo della chirurgia è quello di intervenire nelle complicanze (ascesso, necrosi infetta, emorragia. MOF, lesioni dei visceri) RUOLO DELLA TERAPIA MEDICA • CONTROLLO DEL DOLORE • MANTENERE L’OMEOSTASI • INTERVENIRE SULLA CAUSA • CONTRASTARE LE DISFUNZIONI MULTIORGANO • PREVENIRE L’INFEZIONE • PREVENIRE ALTRE COMPLICAZIONI Terapia Analgesica Terapia della Shock Controllo sistema cardiovascolare Controllo sist. renale Controllo sistema respiratorio TERAPIA ANALGESICA • MORFINA ASSOCIATA A SPASMOLITICO ANTICOLINERGICO • MEPERIDINA / PETIDINA • ANALGESICI MORFINO SIMILI (DI SINTESI) • FENTANILE / ANFENTANILE / MIDAZOLAM: possono peraltro richiedere assistenza ventilatoria • INFILTRAZIONE DEL PLESSO CELIACO • EPIDURALE Correzione delle turbe metaboliche Prevenzione e trattamento dell’infezione TERAPIA DELLO SHOCK • SISTEMA CARDIOVASCOLARE • SISTEMA RESPIRATORIO • SISTEMA RENALE SISTEMA CARDIOVASCOLARE E RENALE Trasudazione Sequestro Riduzione massa 20 - 40 % Cristalloidi Colloidi Plasma / Emazie conc. Albumina ? Mantenere HT 30% Dopamina Mantenere diuresi 50 ml/h Furosemide Mantenere PVC > 8 cm acqua Mannitolo per diuresi osmotica SISTEMA RESPIRATORIO • RUOLO MONITORAGGIO EAB • O2 IN MASCHERA • DRENAGGIO VERSAMENTO PLEURICO • SE PaO2 < 60 – INTUBAZIONE CON P.E.P. – C.P.A.P. Complicanza assai temibile distruzione surfactant polmonare e conseguente polmone da shock TURBE METABOLICHE • CORREZIONE ACIDOSI (RARA L’ALCALOSI) • CORREZIONE IPOCALCEMIA • REINTEGRO ACIDO ASCORBICO • CORREZIONE IPOFOSFATEMIA • CORREZIONE IPOMAGNESIEMIA • CORREZIONE CAUTA DELL’IPERGLICEMIA SE > 250 mg/dL (una varizaione della glicemia fa parte del quadro biologico della p.ac. E tende a normalizzarsi in qualche giorno) PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL’INFEZIONE • CONCETTO DI BARRIERA EMATO-PANCREATICA • IMIPENEM ANTIBIOTICO DI SCELTA • CHINOLONICI ? • CEFUROXIME ? PATOGENESI E TERAPIA MIRATA • INIBIZIONE FARMACOLOGICA DELLA SECREZIONE • UTILIZZO ANTIPROTEASICI INIBIZIONE FARMACOLOGICA DELLA SECREZIONE Inibizione secr. ANTICOLINERGICI Gastrica e pancreatica Nessuna efficacia dimostrata CALCITONINA Inibizione secr. Gastrica e pancreatica Miglioramento clinico Effetti non confermati Effetti non dimostrati GLUCAGONE Inibizione secr. Gastrica e pancreatica SOMATOSTATINA Idem + liberazione Effetti non dimostrati ormoni peptici OCTREOTIDE Stessa azione ma più prolungata Efficacia non confermata da tuttti gli studi Ruolo nelle fistole pancreatiche RAZIONALE DELL’UTILIZZO DEGLI ANTI-PROTEASICI INIBIRE IL PROCESSSO DI AUTO DIGESTIONE Prime esperienze con aprotinina sotto forma di estratto parotide di bue (Trasylol, Zymofren) o di pancreas di bue (Iniprol) Fatta eccezione per studio di Trapnell, molti studi randomizzati ne hanno negato la validità Antiproteasici • Meccanismo d’azione inibizione intrapancreatica del processo di autodigestione enzimatica alla base della gravità della Pancreatite Acuta • Gabesato-Mesilato antiproteasico di IIa generazione: < peso molecolare; > diffusibilità tissutale, > spettro inibizione Uso Gabesato Mesilato nella prevenzione P.Ac post-ERCP Studio multicentrico doppio cieco, comparativo totale 418 paz. Gruppo placebo 210 paz. 16 29 pancreatite acuta dolore add. 1 morto per P.Ac Gruppo Foy 208 paz. 1 gr da 30-90 min prima sino a 12 ore dopo esame 5 12 pancreatite acuta dolore add. 1 morto per IMA Cavallini et al 1996 New England J of Med. FORMA LIEVE • Digiuno • Analgesici • Parenterale periferica • Monitoraggio clinico Forme Severe • • • • • • Analgesici Parenterale Totale / Enterale Profilassi Antibiotica Anti H2 o Inibitori della pompa protonica Sondino naso gastrico ? Monitoraggio attento parametri vitali – Pressione arteriosa – ECG – Frequenza cardiaca – E.A.B. – Pressione venosa Centrale