L’età giolittiana Lezioni d'Autore L’Europa del primo Novecento L’Europa all’inizio del Novecento è all’apice del suo sviluppo. Dopo il conflitto franco-tedesco del 1870 non c’era più stata guerra al suo interno; l’equilibrio delle alleanze aveva assicurato un prolungato periodo di pace. Gli Stati europei avevano potuto dedicarsi alle guerre coloniali e allo sfruttamento delle colonie, assicurandosi nuovi mercati. L’Italia aveva tentato di inserirsi in tale quadro politico-economico. Non v’era riuscita del tutto (es. sconfitta di Adua del 1896). L’Europa nel 1911, da Wikipedia Giovanni Giolitti Deputato liberale progressista. 1901 Ministro degli Interni del governo Zanardelli. 1903 Presidente del Consiglio: governa il paese, con brevi interruzioni, fino al 1914, quando lascia il governo ad Antonio Salandra che, contro il suo parere, porterà l’Italia nella Prima guerra mondiale. http://www.giovannigiolitti.it Il pensiero di Giolitti Principi liberali in politica: lo Stato non deve intervenire nei conflitti tra datori di lavoro e lavoratori, se non per motivi di ordine pubblico. Centralità del Parlamento, allargamento del corpo elettorale, diffusione dell’istruzione e della stampa come leve per l’accrescimento del tasso democratico del paese. Liberista non integralista in economia: lo Stato è attore principale dello sviluppo economico e sociale del paese. Vasto programma di riforme sociali ed economiche. Politica interna: il trasformismo Giolitti raffigurato dalla satira coeva come Giano bifronte: ambivalenza tra conservazione e progresso, trasformismo nel costruire le proprie maggioranze parlamentari. Utilizza strumenti al limite della legalità in alcuni collegi elettorali del Mezzogiorno, attirandosi le ire di meridionalisti come Salvemini. Si allea con i socialisti riformisti di Turati per migliorare le condizioni degli operai e favorire lo sviluppo dell’industria. Favorisce l’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana dopo il non expedit di Pio IX (Patto Gentiloni) per un’alleanza liberali-cattolici in vista delle elezioni del 1913. Politica estera In politica estera Giolitti si mantiene fedele alla Triplice Alleanza Crea le condizioni per la prima guerra coloniale vittoriosa, la conquista della Libia nel 1911, contro l’Impero ottomano. L’economia Nel triangolo TorinoMilano-Genova sorgono le nuove industrie automobilistiche, metallurgiche e chimiche. La produzione e lo sfruttamento dell’energia idroelettrica aumenta di circa sessanta volte nel giro di un decennio, per industrie e trasporti tramviari e ferroviari. http://museorosate.altervista.org Le città L’Italia si modernizza e cambia il volto delle sue città: - illuminazione, - tram, - abitazioni della nuova borghesia imprenditoriale e della piccola borghesia impiegatizia, - case popolari delle nuove periferie, - palazzi e monumenti che magnificano la grandezza dell’Italia borghese liberale. Il palazzo di Giustizia a Roma, inaugurato nel 1911 La borghesia La borghesia dell’Italia giolittiana riunisce figure molto diverse: burocrati, professionisti, imprenditori, commercianti, proprietari terrieri grandi e piccoli, ma soprattutto impiegati del settore pubblico e privato. Sono le persone che riempiono i teatri, frequentano il cinematografo, vanno in villeggiatura al mare o in montagna, vanno in vacanza alle terme, fondano il Touring Club, fanno sport. È la cosiddetta Belle époque. Istruzione e cultura 1911: una legge attribuisce allo Stato, sottraendola ai Comuni, la responsabilità dell’istruzione primaria. Ciò abbatterà significativamente l’analfabetismo, diffondendo le scuole nelle zone rurali. La cultura italiana vive una stagione ricca di fermenti in letteratura, musica, nelle arti figurative, nel pensiero filosofico. (Decadentismo, Futurismo, riviste letterarie, artisti e studiosi come Pascoli, D’Annunzio, Marinetti, Mascagni, Croce) http://medea.provincia.venezia.it Non solo luci Negli anni giolittiani centinaia di migliaia di emigranti partono per le Americhe e le loro rimesse contribuiscono al decollo industriale. Nel Mezzogiorno e nelle zone rurali ancora alligna la malaria e una povertà spesso estrema. Nelle campagne, nonostante l’introduzione di importanti innovazione tecniche, vigono ancora costumi e condizioni di vita estremamente arretrate, che penalizzano fortemente braccianti e mezzadri. http://storiagiornalismo.com Il terribile terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria. Vero è che lo Stato reagì con tutti gli aiuti possibili all’epoca, ma la popolazione, specialmente meridionale, ne restò sconvolta. Da http://cinquantamila.corriere.it FINE Lezioni d'Autore