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colocd.tti.perie-Mz-ol}\vyri^"
YNEVERA
DE
DONNE
CLARE
LE
ui
JOANNE
SABADINO
DE
LI ARIENTI
riiUA
A
DI
CORRADO
Rica
A, BACCHI
E
DELLA LEGA
BOLOGNA
PRESSO
ROMAGNOLI-DALL'
Via
Toschi
1888
ACQUA
16,
A.
Edizione
di
per
soli
ordine
Tll-r
esemplari
numerati
N.
UOLOGNA
202
96-
FAVA
E
GARAGNANI
PREFAZIONE
libro
Il
scritto
che
Ginevra
per
tivoglio
e
per
Gynevera
de
rienti
lei
ebbe
le
Giare
della
assai
in
colocaia
ditioni,
di
Donne.
degli
del
e
A-
gnifico
ma-
temere
biografie
scrive:
la
a
quanto
le
Tanto
«
sei
più
fatica
degna
loco
le
per
delle
presente
supremo
per
Ben-
titolo
lei, fanno
le
celebri
dispono,
fu
sincerità.
sua
voluntieri
il
virtù
di
Principiando
donne
dei
Sabadino
delle
parla
aspetto
me
Sforza
lodi, onde
Le
pubblichiamo
noi
tue
fra
optime
quali picoli
et
sere
es-
loro
con-
grandi
gridano
plaudendo
odorifero
tuo
nevera,
adulava,
Così
Gy-
Gynevera,
:
nome.
»
donna
la
mentre
.
di
Signore
del
alle
la
finisce
da
1'
di
chiama
simbolo
di
e
altre
e
albero,
pace
tore
au-
suggerite
Bentivoglio
queir
costanza,
lo
una
ginepro,
o
metafore
fra
della
suggerite
con
costantemente
quale
nome
Ora
crudeltà!
gmevero
giuoca
di
spietate
più
al
apostrofe
dal
donava
s' abban-
biografia
Ogni
con
Bologna
lietezza.
glorioso
pudico
,
ed
gentile,
e
felice;
protegge
pasce
fama;
di
e
donne
Co'
e
fa
festa,
sangue
si
molta
ciba
duplicato
gloria
rami
corona
in-
virtù
de
;
gode
disce
rinver-
e
odore;
e
e'
sancta
giubila;
contento
della
suoi
ed
fronde
sue
di
anche
spirituale
cum
il
odorifero,
o
le
con
e
le
si
olente
sapientissimo.
ora
alto
fulgentissimo,
ora
ora
,
beve
produce
rubini,
adamanti,
margarite.
et
d'
ogni
smiraldi,
cosa
allusione
chiara
la
chiara
sempre
le
parole:
del
de
ornare
de
non
segno
Ginevra,
Sforza
leticia
Gyne-
de
di
gynevero,
di
signore
argento,
pace.
figliuola
te
non
né
et
con
strata
illu-
de
Bentivoglio,
fronde
de»
sfor-
opera,
eterno
auro,
tolo.
ti-
l'opera
mia
nome
Sforza
vera
del
chiamato
0
«
però
perciò
e
licenzia
gynevero,
è
ragione
averlo
Dopo
oesco
Ginevra
a
terminatez
de-
molta
senza
Sempre
r
fa
Insomma
po'
un
naci
to-
se
in
»
d' Alessandro
andò
Pesaro
,
in
Bologna
aveva
Le
sposa
nel
maggio
che
dodici
feste
che
Sante
a
del
voglio
Benti-
1454.
Non
anni!
si
fecero
allora
per
VI
d'
agli amplessi
di
demoliron
passare
il
scrisse
che
chorte
del
porte
chiuse
che
in
la
»
e
che
faccia
per
non
alle
giurar
giovinetta
ad
bolognesi
agli altari,
dei
in
permise
lei
a
innanzi
case
bastarla
austeri
a
Nadi
sengularis-
chorona.
tempio,
andavano
per
Dalle
male
doveva
Gaspare
questa
ed
case
onde
nullameno
mai
moglie
una
alcune
vie
de
re
vecchi
predir
fusamente
dif-
quasi
trionfo
e
cosa
alcuni
di
le
«
de
Una
tano
trat-
narrano
sino
corteggio.
festa
sima
storia.
sorpresa.
allargare
per
tali
che
celando
non
Si
le
quei tempi,
disgustosa
furono
bolognesi,
i cronisti
Tutti
tunati
for-
più
nella
riscontri
pochi
aver
i
fra
uno
d' Italia,
signori
d'
destinata
bambina,
questa
ricevere
lei.
Le
s'erano
fanciulle
fede
si
di
sero
chiu-
principessa.
Bentivoglio,
in
via
VII
S.
Donato,
trentaquattro
mezzo
Quando
le
Petronio,
furono
serrate
L'ordine
e
donne
delle
smodata
dimostravano
r
che
limite
Il
il
de
di
non
Dio
trassero
en-
dei
e
tempio
e
la
innanzi
per
ci
dice
a-
un
porre
nile.
femmi-
che
erano
a
legge
egli
lusso
donne
imborchado
gioielli,
rispettare
non
gridare
di
quale
vesti
infatti
copie
celebre
la ricchezza
all' eccessivo
Nadi
trare.
en-
che, per
giorni
fatto
veva
chiesa
dal
casa
del
pochi
in
potè
mosso
di
austerità
piazza
della
nessuno
nella
In
salire
per
Bessarione,
che
e
sposa.
nella
porte
era
cardinal
volle
la
era
furono
e
giovani
fanciulle.
giunsero
maggiore
S.
di
copie
queste
a
di
coppie
cinquantasei
seicento-
partite
erano
tasei
trenstite
ve-
«
oro
e
de
charmessiii,
de
Il
nella
fra
di
chiesa
frati
offesa
in
giorni
entrò
dove
Giacomo,
Sante
nozze.
l' indiretta
dissimulare
del
e
doppiò
rad-
cardinale,
le
parecchi
per
trionfi,
concerti,
le
allegrezze,
prolungarono
si
un
ed
folla
le
feste
le
e
la
S.
per
,
quali
retrocesse
celebrarono
Bentivoglio
vestite
»
allora
corteo
disordinato
po'
i
morelo.
e
rossa
chopie
venti
e
giostre
balli.
frati
I
Signore,
grazia
tosto
ben
tornarono
del
sapiente
interdetti,
dello
intercessione
per
ma,
furono
stesso
in
presto
Legato.
III.
Ginevra
tardò
non
un'
indole
troppo
a
nifestare
ma-
ed
irrequieta
,
avida
di
di
lotte,
ricchezze
senza
la
alla
quale
misura
prima
e
ora
IX
di
timore
di
e
r
Alcuni
raore
che
Non
è
lodata
sembra
di
stabilire
insomma
o
dal
dal
marito
spendere
a
sola
la
per
e
il
nelle
di
dere
posse-
tesori
riori
supe-
delle
vicine
maraviglie
alle
s'ella,
o
obbligasse
vanità
ville
palazzi,
questo
spendesse
o
arti.
ingegno
gusto,
suo
a-
disposizioni
suo
più probabile,
è
alle
se
dalle
lei,
1'
per
portasse
provenisse
naturali
arti
hanno
facile
amore
com'
ferocia.
in
degenerare
doveva
sgomento
Corti.
È
certo
dopo
appena
che
intanto
le
la
lamentare
cinque
cominciò
nozze,
delle
povertà
bentivolesche
e
anni
fece
tanto
a
case
che
,
il marito
persuase
famosissimo
dove
La
oggi
prima
palazzo
si
trova
pietra
a
il
cominciare
che
sorgeva
il Teatro
fu
posta
munale.
Co-
con
nell'
solennità
Sante
il
morì
primo
14(33
del
la
che
aveva
non
di
lodi
Sabadino
?
marito
Le
profonde
le
che
eh'
dice
ella
il
dileguare
a
ardentemente.
questo
Ma
Giovanni
il
s' ella
lutto,
un
per
in
cui
d'
oggi
mesi
sette
Dunque
anche
che
dopo
soli
perchè
l'amava
quando
nacque
s' ella
amore,
che
morto
rispettò
non
s'
anno,
dubitare
era
a
?
né
meno
al-
imponeva,
in
era
rigorosamente
lecito
diede
si
Sante
vedovanza
la
seconde
in
sposò
II
Giovanni
nozze
sai'à
anni.
?
Si
da
vedova
rimase
valgono
dubbio
dal
minciata
co-
opera,
primo
castità
d' ottobre
lungi
ventun
al
fedele
Fu
ma
ardore.
quando
Ginevra
ben
vasta
tanto
con
14G0;
giorno
fu
e
compiuta
veder
del
aprile
.quei
assai
tempi
più
osservata,
che
una
forte
col
rincagnato,
naso
pronunciatissime
troppo
In
curve.
inginocchiati
cui
anche
ha
la
siede
ai
volto
un
ben
scelle
ma-
labbra
dipinto,
trono
un
col
putto,
su
sono
Quegli
Ginevra.
e
che
esprimente,
indole
V
nergia
d'
lati
poco
ritrae
le
e
questo
Vergine
Giovanni
le
con
1'
mentre
e-
senza
sua
della
imagine
,
rivela
moglie
e
s.tezza
del
a
saremmo
dell'
1488
bellezza
la
d'
traccie
quale
la
si trova
Dreyfus,
e
a
anni,
dalla
e
a
altro
attribuita
(forse
Sperandio.
Si
ritratto
Ginevra
di
ha
dal
Cossa,
nella
nel
pure
risulta
collezione
medaglia
conservata
è
discreta
una
meglio
Parigi
tri-
dipinto
ritratto, dipinto daFi'ancesco
che
lutezza
riso-
quantunque
quarantasei
le
conserva
Il
sua.
Ginevra,
e
allora
avesse
dire
per
anima
la
tratto
un
vescio
ro-
senza
Museo
di
lano
Mi-
te)
erroneamen-
ricordo
in
d'
un
quadro
smarrito
oggi
chiesuola
di
che
e
della
si
beliti volesc
villa
Poledraiio
nel
nella
trovava
quale
a
pinta
di-
era
,
Madonna
la
Lucia,
santa
t'
Gozzadini
Giovanni
vanni
Gio-
fronte
di
di
S.
sull'idra
sorgere
storico
della
stessa
pella
cap-
1'
figura
che
an-
pittura
nella
Giacomo,
nella
Ginevra
credette
nella
scorgere
lunetta
lo
san-
e
Ginevra.
e
Se
sopra
offerenti
due
i
e
putto
Sebastiano
san
Apollonia,
di
col
di
imagine
che
dalle
vede
si
sette
teste.
s' appose
bolognese
.
al
dal
vero,
ferrarese
se
pennello
usci
ben
un
involontario,
dell'
artefice
fiero, anche
epigramma!
V.
Con
gli
doveva
giovinezza
l' indole
anni
incrudire.
le
sorrise
di
Sino
Ginevra
che
a
e
la
la
stella
della
dei
Bolognesi
dimore
s'
come
e
nemici,
ruppe
gli
Nel
viva
Gentile
di
e
più
del
che
e
fati
guarire.
continua:
adì
23
de
di
pelachan
del
Bentivoli
a
nome
ciare
brunome
fato
avea
»
in
più
chassa
di
Cosi
Ben-
il Nadi
Rechordo
1498
otovere
dona
Zanevera
Zoanne
«
fidissime.
per-
Alisandro
Zoane
messer
spinse
e
di
spizialmente
e
ira
sua
fece
ser
perchè
il
dei
vendette
1498
de
«
mali
fra
alla
donna
molerà
signiore
tivoli
un
del
una
Zimieri
contento
mal-
congiure
freno
figlia
luglio
Ma
del
superstiziosa,
e
suoi
stessi
reali.
le
il
sanguinaria
rarle
prepa-
serpeggiava
temette
popolo,
mevano
spre-
per
accorse
che
disfatta
sod-
si
feste
e
fu
che
tesori
ai
poi,
ella
montò,
casa
sua
come
madonna
signiore
fé'
piero
messer
apichare
de
Bris-
sigela perchè
de
la
del
dita
madonna
signiore.
Per
tal
al
i
Ginevra
eh'
ciò
lei
che
partigiani,
contro
d'
congiura
che
lei
eccitò
Marescotti,
tutti
gli
E
casa.
sua
s' accostò
che
la
a
del
notte
lo
fìgh,
coi
dei
allontanò
dalla
Giulio
quando
Giovanni
che
novembre
nipoti
II
capi
uscirne
1506
e
fu
vanni
Gio-
Bolognesi
restava
2
;
stesso
che
Bologna,
gli
non
coi
così,
di
all' eccidio
dei
e
colpevoli
riuscita
infine
animi
figli
affamati
non
Ermes
lei
i
Malvezzi
inconscio
fu
;
permettere.
a
cani
i
vanni
Gio-
voleva,
essa
come
tuiva
sosti-
giustizia.
sguinzagliò
preda,
una
si
della
costretto
era
becharo
»
modo
e
amigo
uno
iera
magistrato
Voleva;
Fu
morto
avea
con
e
parti
la
tale
fa-
Ginevra.
Ma
forse
uscendo
di
presto
costei
„
,
tornarvi.
Invece
rava
spe-
gli
avvenimenti
della
famiglia, perocché
sua
scoperta
di
alle
Giovanni,
s'
insorse,
erano
r
alla
e
mila
seicento
più
che
lire.
tardi
fosse
intera,
di
danni
dell'
se
tras-
litiche
Giulio
e,
milioni
II
curò
pro-
distruzione
la
la
plebe
lavorò
edificio
immenso
fosse
e
sei
che
e
leazzo
Ga-
palazzo,
l'Alberti,
scrisse
come
citata
ec-
di
celebre
anni
quarant'
costato
sino
vendetta,
del
mina
spinti
plebe
lieto
della
ora
mes
Er-
Ercole
seguì
vore
fa-
a
quale
la
città,
Marescotti
giunta
dosi
essen-
la
per
della
mura
sorte
congiura
una
Annibale
e
la
precipitarono
per
ai
un
intero.
mese
Quando
la
notizia
di
vecchio
curvò
il
lui
tutto
Per
penna
trovava
e
settant'
e
finito.
era
a
Busseto,
Ginevra
o
a
anni,
canuto
capo
scrisse
in
giunse
vanni,
Giosti
que-
pianse.
Prese
che
il
rimpro-
la
si
vero
parve
in
comprese
ben
acerbo
un
momento
lei, che
a
le
tutte
colpe!
sue
E
Anzi
la
di
improvvisamente,
morì,
che
voce
chi
mancò
non
s'era
pacuore.
cre-
gesse
spar-
strangolata!
VI.
Così
della
e
cosa
la
bentivolesca.
di
Arienti
trovava
Ma
acquisti
un
che
sia
Il
restano
Casio
per
abbiam
nulla
scrisse
tettori.
pro-
parola
sua
fede
lare
adu-
nuovi
e
non
allorché
in
pinge
di-
compenso
scritti, i quali provano
ritratto
non
di
Egli
ad
Ferrara
a
la
po'
Ginevra,
altri
sappiamo.
padroni
perchè
Che
Sabadino
ciò
tutto
non
già
nuovi
Ginevra
di
gloria
casa
pensasse
degli
si
finì
il
come
fatto
di
lei
esagerato.
il
tetrastico
:
Ginevera Bentivola sforcesca
D' animo altierlasciò
Busse la
a
Contonta priamorir di
una
spoglia,
doglia
sol
Che viver sempre tra il focilee l' esca.
Più
dettò
il Garzoni
severo
pigramma
l'e-
:
IN
EPITAPHITIM
BENTIVOLAM
GINEVRAM
laramatrona
sed plusquam foemina poscet,
potens,
linpii,
avara,
terribilis,
tenax, liorrida,
Ilicjaceoinfelixsancto
sepulchro,
privata
Cui nulla Ecclesiffi
sacra
erat, sed
niilii
nomen
.lunipcri
Ut fuerat multis aspera,
Contcmpsi
superos, quime
dedere
:
patres
spinaremansit,
mihi :
amara
sprevere Tyranni,
meo.
Optimaab exemplodiseitefjuisquc
Quisnegetesse Dcos,liominum quifata rependant?
Quae fucrit7itae praemia,
mors
Anche
la
un
anonimo
chiamò
neo
contempora-
impia
coniux.
il Guidicini
Finalmente
Miscellanea
docuit.
storico-patria
pubblica
il
seguente
nella
sua
gnese
bolosonetto
lanciati
giudizi
i
stati
terribile
quella
contro
viragine.
VII.
Sabadino
Quando
che
aveva
non
La
poeti.
degli
Studio
Filoteo
Achillini
Yiridario
dei
Bentivoglio
qualche
Giovanni
il
la
suo
famiglia
decaduta
era
ebbe
non
fu
Egli
della
lodò,
già
nel
da
anno.
Sabadino
raccolse
rioso
glo-
solinghi
stampò
quando
radata
di-
nel
classici.
pei
diocri
me-
sapiente
rimasti
vivevano
amore
e
oltremodo
s'era
pochi
i
gna
Bolo-
pochi
schiera
Umanisti
e
loro
fioriva,
letterato
ciale
uffi;
e
ne
quindi
quattrini;
e
tutto
petitori.
com-
bentivolesca
corte
onori
lodò
il
quindi
tutti, lodò
senza
misura.
I
suoi
scritti
magnificare
le
concorrono
case
cui
tutti
servi.
a
Del
la
resto,
che
voglio, prima
fosse
accordata
Lo
partigiano.
:
«
a
La
suo
loro
degna
in
in
li
ad
nel
cum
mio
prese
amici
per
me
fu
arme
per
facione
disse
cosa
armare
le
;
mane
lei
et
il
armò
la
prima
eredità
volta
terna
pa-
bentivogha
doloscente
che
et
perpetua
et
mane
che
anchora
volte
de
inimici
propre
la
fece
inquinarse
h
paura,
Gagliazo
persuadere
genitore
1'
senza
donna
de
sangue
le
,
fratelli,
una
memoria
vanna
Gio-
auxiliare
Antonio
suoi
li
cum
per
donna
magnifico
miglia
fa-
famiglia
insanguinarsi,
per
valorosa
Hercule
la
la
l'arme
Bentivogha
il
conta
rac-
che
volta
pigliarono
come
costante
Sabadino
et
a
e
loro
stesso
prima
amici
che
nonno
e
Bentivoglio
Canetula
ti
Den-
lui, sembra
a
barbiere
padre,
suo
dei
protezione
mai
; che
conobbe
sendo
es-
più
de
donna
de
lei.
Cosi
»
la
storia,
fede
la
come
che
c'è
Non
dire:
Sabadino
fu
dai
protetto
forse
dal
quasi
a
dall'
studi
il
l'arte
dei
del
e
terna,
parasoi
ed
penna
severi
fìgho
chiostro,
in-
Signore,
nobili
sin
infanzia.
In
t'
cui
invece
benefizio
per
pensando
in
usar
si
non
e
sempre
sapone
messo
del
cordialmente
vero
tempi
egli potesse
del
nosceva
co-
l'arte
Bentivoglio
quei
seguiva
e
lui.
Sabadino
quindi
lungi
in
di
e
!
cortigiano
che,
di
costante
e
padri
suoi
un
diritti
i
perfettamente
va
rato
letteforse
assoluta
de'
mo
ani-
nostro
invocare
protezione
una
il
colorendo
sapeva,
po'
de
più magnitudine
seguito
anni
si
infatti
segretario
come
Bentivoglio
perchè
servì
e
scrisse
trovava
per
ven-
Andrea
le Porrettane
con
lui
ai
bagni
della
Torretta.
di
gì' impedì
dedica
Questo
del
ad
nella
Ferrara,
in
passato
tardi
la
Ercole
duca
di
del
corte
di
qualità
non
più
volgere
libro
però
quale
secondo
era
meriere
ca-
!
Vili.
rifaremo
Non
Sabadino,
né
esaminare
V
ci
più
né
né
originale.
Se
non
subirono
la
per
subì
tutti
scritti
La
la
per
i
Y
gli
che
colore
letteratura
un
elegante
gnesi,
bolocia,
Fran-
grande
influenza
letteratura
cuperebbe
oc-
forse
artisti
il
dei
importante.
scrittore
pittura,
latinismi
un
e
che
escluso
non
simile
volume
fu
Egli
ad
serie
studio
grosso
di
biografia
dilungheremo
Uno
un
volume
la
intricatissima
lavori.
suoi
qui
de'
raresi
Fer-
Sabadino.
esclusi
non
danno
la
a'
suoi
fidenzimio.
e
specialmente
l'ar-
alla
splendevano
te
stensi
la
e
la
dire
che
per
al
di
tempo
1' arte
volesca,
in
esercitata
e
a
ossia
benti-
città
questa
dai
non
anzi
può
circa,
non
si,
Ferrare-
asserzione
questa
,
di Galasso
i nomi
Piva
che
an-
signoria
se
provare
bastano
Si
1490
E-
degli
irradiava
Bologna.
sino
gran
fosse
luce
loro
dotta
Corte
d' Ercole
di
Matteo
d' Ercole
Roberti,
,
di
Grandi,
alla
Quanto
come
per
le
le
M.
si
se
Donato
e
degli
detto
vuole,
Y
a
parte
noti.
Le
nel
traduzione
Albanzani
la
di
di Casentino
l'Apenninigena,
dimenticare
pio
esem-
assai
Boccacci,
nella
il
Gynevera
allora
del
famose
latino
la
segui
libri
libro,
imitò
per
Donne
d' alcuni
donne
Porrettane
cosi
Clare
Lasciando,
del
disposizione
Decameron,
testo
di
e
Costa.
Lorenzo
de
Cossa
Francesco
Gloria
non
biamo
dobtnu-
lierum
di
Nicolò
edita
nelHTl.
Jenson
149G
De
tianis
di
dal
sin
liei'ibus
Chris
Filippo
da
della
data
del
l'
frate
ma
mic-
Jacopo
scritta
che
Gynevera
curamente
si-
è
non
fosse
se
trebbe
po-
opera
claris
Bergamo,
noto
prima
Si
anche
citare
qui
edite
puellarum
il Decor
e
la
reca
1483.
IX.
Nella.
Gynevera
di
parte
XV.
secolo
d'
prima,
e
Per
L'
autore
notizie
gran
secolo
i
fiorite
altre
cenni
qualche
fortunamente
ma
sono
dell' antichità
nessuno
questo
nel
quindi
mancano
biografici
in
vissute
signore
Non
pochi
femminili,
vite
trehtatre
raccolte
sono
il
in
libro
acquista
parte
gran
dirette
sui
fatti
sica.
clas-
gio.
precolse
rac-
e
i
XXVI
costumi
delle
scrisse.
Abbiamo
della
Il
badino.
ne"
altri
e
lettore
quali
che
persone
il
figura
ricordi
gli
di
Samolti
troverà
ricordo
fa
si
so
pas-
Benti-
padre
ne
cui
un
Giovanna
di
ove
citato
già
vita
voglio,
di
gentildonne
delle
comunicarono
note
preziosissimi
ad
come
,
quelli
esempio
d'Arco
gli
Ma
che,
migliore
di
di
Sabadino,
lavoro
Anzi
dare
del
esempi
per
l'opera
che
deve
un
rare
considetico.
didat-
e
continua
di
alle
volta
;
da
è
smania
virtù
tempo,
suo
del)olezza
si
con
e
più
storico
la
qualche
la
parecchie
restando
pur
nista
cro-
Tuate.
complesso
in
letterario,
un
dalle
sentimento
con
ritenersi
lavoro
il
anche
scritte
leggiadria.
Francia
Fileno
mancano
pagine
Giovanna
per
di
recò
bolognese
Non
che
fatto
l'ha
per
trici
letdare
lo-
gentilezza,
coraggio,
la
cru-
il
dal
lo
d'
concetto
titolo
che
Pel
lei
e
marito
felice
a
sembra
noi
la
bella
intensa
quanto
quale
«
Li
fa
non
nostri
Chi
sapere
scrive
fosse
ebbe
del
re
la
la
frase:
sempre
»
non
precisione.
che
per
per
furono
costei
con
per
semplice
difetto
»
dere
ve-
amicizia,
uniti.
!
donna
Sabadino
una
certo
per
debba
si
animi
pudicamente
chi
a
tanta
di
a
mazione:
escla-
la
per
che
incognita
».
nuovo
trovar
colui
affetto
neir
beato
di
tocharù
sorte
non
che
e
Beato
«
fine
augurio
esprime
degno
altrimenti
la
a
me,
no-
dore,
splen-
chiamare
disinteressato
Il
«
molto
fin
l'huomo
vedova
:
piace
non
perchè
explicare,
può
de
sia
mi
a
se
dice
Sabadino
ben
perchè
riprodotto,
già
stesso
riserbo
affettuoso
un
il
nome
Metabo
ci
è
dato
Sabadino
della
ossia
gliola
fiCa-
XXIX
milla;
scrive
che
egregii
parenti,
honori
et
magnifica
madre
che
dignitate
de
republica
»
che
figlinoli;
che
sufficienti
che
sul
nostro
tefani,
sul
Dolfi
lei,
più
le
cerche
riil
ma
sul
e
di
diede
mase
ri-
sono
produrre
per
et
sciamo
Ricono-
indicazioni
di
non
miglia
fa-
che
1477.
raccoglitori
bolognesi,
ve
scri-
belli
tri
casato
esame
sua
bona
scrive
nel
le
nostra
che
de
li
tutti
la
ebbe
si
vedova
in
e
fu
de
«
Margherita;
marito
suo
e
candidi
decorati
chiamò
si
nacque
Mon-
genealogie
risultato.
X.
delle
Prima
di
a
proemio
volo
dedica
sfrenato
sfacciate
di
o
vite
a
lei
le
Ginevra
Alessandro,
è
specie
una
in
cui
libera
adulazioni
Sforza,
a
più
al padre
Giovanni
XXX
la
lettore
la
prudenti,
della
la
la
religione
servire
cum
la
r
et
de
pompa
a
il
et
la
liberale
de
magnitudine
la
discreta
reale
et
»
chiude
instructione
con
dice
Ginevra
Belpoggio
una
dell'
dapprima
trovar
costumi,
ornamento
omne
L' autore
quale
done
esaltan-
di
finalmente
prestantia!
il
mansuetudine,
pietate,
animo
quale
consigliare
gratiosità
affabilità,
sta.
Co-
si
prostrar-
a
nel
parole
le
«
tal
del
qualcosa,
sa
ora
succinto
ricordata
Ginevra,
scuno
cia-
per
tornando
di
piedi
in
narra
pittura
Conclude
0
di
illustrando
fatti,
e
modo
ai
quindi
enumera
quali
de'
virtù
alle
accenna
figliuoli di Giovanni,
i
tutti
cui
eroiche;
imprese
r
di
Bentivoglio,
II
nella
opera,
al
nel
deliziosa
licenza
libro
d'ire
palazzo
villa
di
benti-
,
A'olesca
eh'
ei
qui
descrive
e
che
si
a
nelle
trovava
un
chilometro
da
nel
circa,
luogo,
la villa
sorge
Prende
fare
colline
dei
nobili
d'
Beatrice
Bentivoglio;
Giulia,
;
di
moderni
physici
di
Lodovico
dottore,
da
in
in
ad
cole
Er-
Zoboli
in
Foscherari
sorte
con-
sandra
Ales-
Nave;
Gentile
quelli
a
»;
Antonia
ve-
«
fu
figlia che
modestissima,
principe
Bianchetti
moglie
dalla
Baviera
le
tutte
Saliceti
Zenzanina;
doa,
tigiano
cor-
Ricorda
Gleofe
Lucr-ezia
Florio
molte
gnesi,
bolo-
allora.
de'
Bentivoglio;
per
di
quasi
Bentivoglio;
Malvezzi
Hercolani.
il libro
così
Elisabetta
infatti
oggi
massime
lusingando
famiglie
cui
rassegna
compiere
e
fano,
Ste-
argomento
gentildonne,
altre
in
principi
rapida
una
S.
porta
fine
in
bolognesi
di
de
de'
moglie
Castel-San-Pietro
cavaliere
Bentivoglio
e
patrizio;
moglie
a
sabetta
EliRo-
XXXII
Lucrezia-
Pepoli;
meo
Albergati
in
Gozzadini
d' Antonio
Orsi;
Beccadelli
«
Sala
e
le
maritate
Grassi
e
in
iiatico
nel
Cornelia
li
da
Camilla
;
Aldrovandi
rispettivamente
nelle
Gentile
e
da
;
Pa-
ed
Zanchini;
Lam-
Vincenzo
Nicola
Zanchini;
in
Uccellani
figliuole Antonia
moglie
bile
no-
glio
Bentivo-
Giacomo
Angelina
di
de
Maddalena
di
como
Gia-
Odofredi
giureconsulto
sue
di
già
figlia-di
moglie
gnora
si-
Margherita
;
Lambertini,
Cassandra
Bardi
Domenico
a
parleremo
ri-
vedova
maritata
;
sposa
cui
consorte
Giacoma
»;
Guastavillani
leotti
di
de'
Loiano
mercatante
bertini
glie
mo-
Margherita
da
dei
Ludovisa
Magnani
Vernio,
Odofredi
Elena
Antonia
;
di
ed
Gentile
;
Giovanna
;
Giovanni
Bentivoglio
case
chetti
Bian-
1' eroica
Poggio
d'Agostino
Elena
lanella
vilRe-
Malucelli.
Da
tutte
far
a
passa
donne
queste
bolognesi
d'
memoria
dei
Caterina
di
come
restiere
fo-
altre,
,
Benci
consorte
di
Camilla
di
Sesso
di
maritata
Pesaro
Bianca
Galeotto
di
Sanseverino
Cornerò
«
che
di
fu
cento
d'
milia
Aragona,
Ma-
Roberto
a
re
sandra
Cas-
Caterina
nata
de
regina
del
a
sposa
celebi-e
di
ad
dola
Miran-
Lucrezia
della
veneziana;
moglie
della
di
di
moglie
moglie
;
a
Mirandola;
d' Este
Beatrice
senese
di
consorte
Pico
Sforza;
lavolta
Urbino,
d'
Malatesta;
della
Maria
Tristano
dota
d'Elisabetta
Bentivoglio
Antonio
dai
;
d' Este
Pico
Costanza
Sforza
duca
Maria
;
»
Roberto
a
Rosano,
Constantio
Federico
di
nata
de
già
principe
de
;
duca
Marino
principe
et
consorte
de
figlia
«
Vespucci
Pietro
a
Cypri,
Jaclies,
ducati
moglie
»
cum
;
ad
leonora
d'EEr-
Beatrice
di
d'
Isabella
d'
Giovanni
si
re
di
Di
oltremonte
figlia di Luigi
moglie
fra
ha
Ijoliche
lodata
ha
le
la
in
di
ben
questa
e
posto.
di
cia
Fran-
non
rare
non
di
ipertante
insieme,,
tutta
valore
fatica
collezione
ci
di
pubblicarla
opere
piaciuto
è
storico
letterario,
di
è
venimenti
av-
d' importanza.
mancano
pregio
ove
ma
e
ricordati
poco
la
donne
vaghe
brevemente
qualche
valeva
corda
ri-
e
mentovate
virtù,
Quest'opera,
di
mente
Final-
Ferdinando
a
frasi
con
che
e
a
Spagna.
illustri,
quindi
moglie
Aragona
spinge
tante,
altre
Francia
Sforza;
Sforza.
Isabella
gheria
d'Un-
Maria
Galeazzo
Anna
e
di
Maria
Bona
di
e
regina
Galeazzo
di
moglie
Ferrara,
sorella,
sua
;
di
duca
d' Este
cole
dite
ine-
darle
e
matissima
di
Gaya
di
Francia
d'
Orleans.
finire
del
secolo
del
È
il
in
XV,
secolo
solo
dei
alla
passati
di
in
ultimi
varie
è
al
al
cipio
prin-
Bologna.
si
libri
dei
e
al
altri
andati
Fra
l'opuscolo
noscritti
ma-
nale
Comu-
sono
vendite.
nosca.
co-
Tognetti
Biblioteca
Bologna,
dispersi
eseguita
che
appartenenti
sono
è
in
esemplare
Poi-
stampa
o
XVI
Molti
»
8°
nome
la
detta
Questa
foglietti
due
in
col
celebre
d' Arco
Giovanna
cella
Giovanna
sventurata
e
sti
que-
citato,
oggi
introvabile.
II.
therina
de
la
vita
Francesco.
cita
de
Clara
»
In
de
la
de
del
fine:
beata
l'ordine
«
per
Ca-
1' ordine
de
Corpo
finisse
Quivi
Catherina
del
Stampata
Bologna
beata
la
Bologna
diva
de
de
Vita
da
Christo.
la
«
—
in
Zuan
lognese
Bo-
seraphico
l' inclita
antonio
de
benedicti
li
del
citadini
MCCCCCII
4."
In
Il
—
vita
questa
il
ma
della
fra
a
di
toglie
ogni
di
libercoli
alla
Libro
della
ben
poche
necessarie
della
qual
vita
B.
della
8°
in
therina,
Caè
non
il
e
Beata
con
di
quella
che
in
due
Bologna
Vita
divisa
Del
—
detti
Bene-
Bologna
varianti
Sabadino
degli
dubbio.
spirituale
da
la
S abadino
armi
battaglia
Catherina
manoscritto
in
Le
con
Paleotti,
Girolamo
stamparono
»
attribuisce
col
eredi
Marzo.
Dionigi
Gynevera
gli
iiii de
Fantuzzi
confronto
Arienti
1536
dì
a
Bolognese
capitoli
con
,
specie
una
quali
che
di
poesie
La
—
ha
Beata,
questa
e
aggiunti
narrati
sono
di
stessa
innanzi
preghiera
capitoli
quattro
nei
di
i
operato
con
una
pregliiere
in
e
fine,
racoli
mi-
molti
idio
per
appendice
sulla
biografia
ta.
San-
dell'
A-
XXXVIII
rienti
stata
è
degli
compilatori
e
molti
dei
di
Ili, IV,
Bruni
V.
un
vardi
Anno
Nella
nota
grafia
bio-
12.*'
della
Quest'
-
(Bologna,
2
(pagg.
18-21)
e
quasi
instructionc
(pagg. 22-28).
non
manacco
Al-
citato
il Sal-
Pavaglione).
12°; pagg.
tutto
»
Volpe,
presso
1' editore
riproduce
Gio.
archeologico
nel
in
cesca
Fran-
opuscolo
dal
estratto
1835,
di
bolognese.
insegna
elogio
0
della
celebre
Arienti
calcografo
VI,
dirittura
a
del
statistico
bolognese.
1712)
e
Elogio
moglie
all'
che
«
—
Bologna,
è
sua
Sabadino.
degli
in
la
1G80
interi
brani
Sabadino
1834,
foro
Cristo-
per
hanno
che
altri
trascritto
atti
(Roma,
canonizzazione
cipali
prin-
Grassetti,
Giacomo
Mansueti,
i
fonti
attinto
hanno
cui
a
delle
una
di
1-29.
questo
il
proemio
tutta
la
dell'
cenza
li-
opera
VI.
Elogio
«
—
Bentivoglio
bolognese,
della
1835,
VII.
famoso
Federico
d'
Duca
Giordani)
1850,
(del
«
—
edito
Arienti
Bologna,
1887;
guani,
è
un
A
estratto
noi
tip. Nobili,
Giovanna
non
Bentivoglio,
di
Sabadino
le
per
ducci-Gnaccarini
»
Gaetano
cav.
Pesaro,
biografico
cenno
gnese
bolo-
8.°
in
Vili.
dal
degli Arienti,
Sabadino
».
del
Montefeltro,
scritto
annotazioni
con
pessa
princi-
moglie
da
Urbino,
Gio.
al segno
della
Sforza
Battista
nozze
8°
in
Elogio
«
—
le
per
Bologna,
»
Volpe,
Arienti
degli
pubblicato
Fava-Saraceni.
celebre
dal
scritto
Sabadino
Giovanni
ceto
Sali-
Diana
a
in
della
sono
Car-
nozze
Corrado
da
tip.
degli
Fava
16."
e
Ma
ci,
Ric-
Gara-
questo
presente
zione.
edi-
altre
parti
note
della
Gynevera
stesso
Sabadino
d' Alfonso
di
tipi
della
d' Este
duca
in
rara
Fer-
città
Taddei
e
8°
ma
fa
Gì/nevera
scritta
di
quella
grande,
nel
non
si
e
la
moglie
Domenico
in
1874
anche
Sforza
edita
»
ha
si
Anna
di
Vita
«
Dello
stampate.
pei
figh,
parte
che
sa
fu
1500.
XII.
codici
I
che
Gynevera
e
gli
due
altri
di
del
Uno
tre.
sono
scorso
della
conosciamo
valore
pochissimo
di
dello
mano
colo
se-
;
stesso
Sabadino.
di
Descriviamo
ultimi
questi
,
,
quello
prima
presente
neir
È
che
edizione,
Archivio
di
cartaceo
e
trentotto
carte,
ha
e
che
Stato
di
consiste
di
alla
servito
mm.
si
trova
Bologna.
in
305
to
cen-
X
delle
203,
ram.
della
verso
136,
La
138
e
di
legno
del
di
forma
la
Su
di
coperti
11
S.
è
Giorgio
San
un
e
le
Le
errate
che
a
si
fosse
tratto
bastanza
un
invece
che
drago.
di
opera
da
simo
pes-
però
ramente
inte-
pensare
originale
un
fori
d'ago
del
linee
infatti
che
calco.
Il
vede
nel
non
lasciano
le
si
il
figura
sotto
cosidetto
penna
proporzioni
1
provano
d'
è
buono.
scorgono
a
disegnato
è
della
movenze
riguardi
uccide
posteriore
artefice.
edera.
disegnato
che
dorso
nel
due
che
Giorgio
riguardo
d'
dei
carta
d' ottone
fermagli
foglie
ciascuno
stile
puro
hanno
deperiti
coi
bazzana
di
1
Rinascimento.
assai
di
secco
a
carte
originale,
coperti
impressioni
il
bianche.
1'
è
le
e
sono
legatura
piani
ad
135
carta
137
soltanto
quali
sul
si
S.
che
segno
di-
tratta
Giorgio
riguardo
(come
anteriore,
dalla
diamo)
il lettore
può
riproduzione
che
disegnato
è
fioriscono
che
né
ne'
Francia
d'
gentilezza,
Giorgio
disegnato
molte
non
avrebbe
così
nel
Qualche
d'
una
delicatezza
insolito
linea
Amico
Il
Francia
i
ben
scoli,
mu-
nelle
gambe
S.
Giorgio.
nostro
ricordare
può
ma
stranamente
veggono
Aspertini,
siamo
Il
bensì
è
esagerato
del
torace
di
e
ardire,
cosi
malamente
d'una
era
libro
nostro
mai
bra
sem-
esempio.
senza
si
ci
lavori
del
cia,
Fran-
discussione.
scorrezioni.
quali
e
al
non
di
è
Non
suoi
con
con
e
ipotesi
di
auspici
pensato
correzione
una
gli
degna
meno
dei
ferrarese
Bentivoglio.
questa
ma
S.
scuola
ha
chi
mancato
chezza.
fran-
d'uno
è
sotto
II
Giovanni
Il
di
pittori
ne
molta
con
Evidentemente
tanti
dicare
giu-
ma
lontani
l'arte
così
dal
cendo
divo-
codici
in
certo
di
legge
si
esso
allude
ai
la
il
Così
stemma.
se
significando
i
quali
nel
sega
motto
è
«
Nulla
è
guida
o
spiegazione:
invece
Bentivoglio
hanno
appunto
ortografìa
sera
che,
parola
serra,
sega,
d'
manco
per
0
loro
facile
di
da
ventare
pativoglio.
Ben-
protegge
»
Non
è
fiamme
che
ai
di
la
fila
di
del
fiamme.
dobbiamo
le
d' armi
e
da
un
S.
del
Giacomo
a
che
che
che
una
ciò
non
il
come
già
conte
drupede
qua-
un'
era
si
presa
im-
rileva
della
lezione
col-
Gozzadini,
smaltato
mattone
nella
in
origine
fiamme
scimitarra,
una
dico
aral-
noto
Oltre
bentivolesca,
da
È
dimenticare
fra
simbolo
rapporto
in
le
giano
lingueg-
cervo,
abbiano
era
anche
e
Bentivoglio.
non
sega
s' alzano
fianchi
prudenza,
coi
che
improbabile
del
vimento
pa-
cappella Bentivogho
di
Bologna.
ci
quest' impresa
possibile
stato
è
che
stelle
due
del
è da
omettere
altro
comprendere.
fra
sono
le
e
cervo
non
significhino
che
sappiamo
Non
d'
di
parti
Due
lettere
T.
che
però
carattere
corna
A.
Non
queste
d'
e
malfatte
le
le
sono
altro
chiostro
in-
certamente
e
,
di
pari
al
chi
fra
vede
oflfre
di
cioè
famiglia
si
nostro
Avvocati
e
forse
perchè
quindi
di
Angiò
ma
stemma
cervellotico;
Avvocati
caso
perchè
tutto
non
a
per
non
nel
famiglia
lo
di
,
gli
bile
no-
loro
spetto
ri-
moderno
relativamente
gh
tico,
idenmonte
attribuire
erano
è
Blasone
al
d'
si
fronte
stemma
uno
capo
prima
;
nel
degli Avvocati;
loro
può
di
raggi,
azzurro
al
cime
i
e
che
stemma
Canetoli
Il
bolognese
la
nubi
del
sappiamo
lo
sia
le
cervo.
sette
Non
dopo.
aggiunte
in
secondo
non
e
luogo
appaiono
XLVI
in
Forse
tivolesca.
dal
si
non
lo
d'
stemma
donne
ben-
storia
lungi
va
che
congetturando
vero
essere
della
pagina
nessuna
possa
tissime
mol-
delle
una
Ben-
nei
maritate
tivoglio.
Tornando
le
biografie
d'
in
carta,
vita
in
rosso
verde
tutto
per
o
indaco
delle
vite,
qualche
le
segnate
sono
il libro.
foglietto
un
e
al
in
segnati
sono
fine
In
aggiunto,
di
capo
titoli
I
pagina.
nuova
una
guito,
se-
recto
salire
né
che
di
il
aspettare
nuova
ciascuna
e
succedono
si
senza
una
diremo
codice
al
rosso,
volta
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v'ha,
un
di
in
indice
recente.
ma
XIII.
Il
codice
Biblioteca
del
esistente
di
Parma
bolognese
ma
,
nella
è
in
meno
Regia
ricco
compenso
assai
più
nel
1781
di
Francesca
1' annotatore
e
Bruni
del
citato
che
sapere
di
Padri
posteriore
fu
che
di
ci
nella
di
frammento
riguardo
anche
detti
ai
passasse
Colombo.
ma
Pri-
Violante
a
riguardo
riore
postelibro
Questo
«
violante
me
fanno
inferire
Sul
scritto:
è
manacco
Al-
era
al
Michele
Bentivoglio.
di
1835,
appartenne
ancora
è
neìY
un
possiamo
avanti
Padri,
edito
unito
pergamena
che,
all'Elogio
Carmelitani
da
mentre
Parma,
Fantuzzi
codice
questo
dei
libreria
Il
conservato.
si
bentivoha
chi
.
lo
ara
no
e
me
darà
lo
a
casa
.
andarà
diavol
dal
in
anima
et
in
.
corpo
In
il
portarà.
Giovanni
noi
Bentivoglio
casa
due
gUuola
»
Violanti.
della
II,
La
viamo
tro-
fi-
prima,
nostra
Ginevra
maritata
nel
e
1489
di
a
Paudolfo
contribuire
non
Malatesta
l'
;
Sforza
marchese
donna
colta,
che
spirito,
editi
nel
di
d'
uno
il
parole
riprodotte
è
del
libro
secolo
ebbe,
di
r
la
legatura
carattere
delle
della
certo
perchè
e
proprio
lo
una
il
originale
prima,
dap-
fioriva
la
taria
proprieSabadino.
stesso
il
intanto
Come
metà
vedremo,
Ginevra,
Descriviamo
parmense.
questa
come
inviò
che
fosse
XVI,
mentre
e
Violante
codice
il
perchè
cui
terlocutri
in-
dialoghi
suoi
la
ultima,
Violante
fece
de'
che
possedette
il
di
piena
e
1549.
Riteniamo
circa
Caravaggio,
gentile
Domenichi
lessandro,
d'A-
Giampaolo
a
il
sventure
figlia
altra,
maritata
da
cosi
alle
poco
gnosa
sde-
e
madre,
sua
come
dei
superba
Malatesta,
codice
bolognese,
coi
piani
ha
di
legno
a
allo
deve
il
codice
In
impressi,
si
in
307
la
n.
ornati
dei
stemma
(di
ultima
di
mm.
soltanto
cui
bianco
è
moderna
riguardo
di
del
quello
)
e
HH.
I,
coperto,
di
vergine
nostre
è
idio
maria;
e
poi
di
min
scritto
de
la
Intra
prima
Sabadino
Pezola
le
altre
(parole
comincia
di
Piatesi)
afecionatamente
:
gloriosa
antique
matrone
quali
posteriore
carattere
codice
de
noìne
la
siste
con-
1295.
primo
le
cartaceo,
segnatura
pergamena
Ne
è
206,
dell'
Nel
con
legò
gli
centosessanta
mm.
verso
Al
lo
scorge
si
identici
fra
mezzo,
carte
X
reca
a
che
facendovi
codice
Questo
79,
che
legatura
voglio.
enti
il
pressioni
im-
con
artefice
stesso
primo
bazzana
secco,
fermagli.
B
di
coperti
logio
l'e;
poi
Gi-
proemio)
Voi
(sic)
Quel clic per voi
se
11 misero mio
aspriferi
Nel
carta
di
Illustri
ci.
drama
bene,
tanto
della
carta
(sic)
anteriore
si
Gineverae
legge
Sportiae
Andreas
pene.
nacea
membra-
riguardo
guardia
Bentivolijs
drama.
in lìama.
voi sento
al
a
dico, guardate
ferito ardere
verso
unita
0
cor,
per
andate
deli,riguardate
strugiea
Miratel tutto, esaminai
Crudel cbe
(sic)
chi soi frutti brama,
e
Dolce nemica mie
D'
1' ottava:
di tal beltà suberk
ck
del
parole
fiiialmeate
e
Sprezando
amor
•
(prime
Sforcia
nevera
:
de
Magnanus
.
Salutem.
S' io
potessiMadonna
in
il Concepto
del
Exprimere
Ti
Che
farei
cum
mei
mio
core
versi ta
exaitata saresti in
ogni parte
e
inquartato
stemma
uno
appeso
Pepoli-Benti-
ossia
scacchiera
sega
voglio.
Questo
la
ìndica
stemma
cui
1'
esemplare
offerto
in
origine
persona
fu
parmense
bio
dub-
senza
,
probabilmente
Intanto
da
allora
,
di
casa
Pepoli,
Sabadino
stesso.
nessuna
donna
,
andò
sposa
a
un
Invece
Bentivoglio.
Elisabetta
di
memoria
di
fu
»
che
di
maritata
Sabadino
quando
(pagina
due
375)
righe
laude
del
maschi,
et
che
la
nostra
di
questi
una
delle
la
belli
si
y"
del
due
de
optùna
de
adunque
libro,
Parma.
meglio
ad
sce
'suggeri-
come
offerto
a
de
forse
figliuole,
lei,
ventre,
vedoe
kAwRo
figliuoli e
trova
de
che
ornamenti
sono
citate.
natura
scrive
figliuoli,
et
iuti
Gymorta
stesso
(emine
tre
probabilmente
ora
la
pudico
suo
che
vero
già
«
honestate
grande
fama,
egli
avanti
più
cinque
sono
È
era
; ma
me
no-
battaglia
scriveva
Elisabetta
nevera,
in
nella
1512.
di
e
Pepoli
Romeo
vita
nel
Ravenna,
II
bolognese
a
la
lasciò
tivoglio
Ben-
Giovanni
del
gloria
dolce
Galeazzo
Antonio
(figlio
Ginevra)
della
tìgliuola
«
che
troviamo
il
fu
codice
molto
che
XIV.
è
Di
poca
la
copia
cartacea
nello
scorcio
fatta
che
e
si
scorrettissima
del
di
in
legata
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Bologna
mente
rozza-
dorso
Nel
cartone.
Arienti
scritto
sato,
pasteca
Biblio-
nella
trova
Comunale
è
importanza
nessuna
0
Ginevra
—
Clave
Don.
numerato.
Le
dell'
Tutto
ultima
il
di
Opera
nominata
Clare
donne
Joanne
la
si
Nel
legge
Libro
170
n.
composta
de
li
:
posto
com-
intitolato
Gynevera
Madonna
cen-
207.
X
carta
Sabatino
Illustre
minciano
co-
sono
e
retroscritto
carte
non
numerate
301
mm.
cupa
oc-
foglio
proemio
di
tosettanta
che
un
carte
dal
«
d'
pagine
frontespizio
indice,
l'
con
tre
verso
di
Manca
comincia
e
—
de
^:ìer
Arienti
Gynevera
le
me
ad
di
^fjhorza
BenUvogli
Libro
scritto
Bazzana
fuori
col
67,
n.
di
un'
è
Ita
d.
In
et
Questa
di
elogio
Arienti
Colle-
aique
Pressi-
eoe
Archivio.
è
quella
certo
dall'editore
Bruni
Francesca
parole
:
Una
«
,
copia
dreas
An-
»
1835,
nelle
no-
zolarli
Maz-
puhlico
copia
nel
Ccesar
Ferdinandi
etc.
quorum
»
inintelligibile:
unus
dicto
in
di
Apostolicus
Imperialis
fede
1794.
Publicus
Bononice
blico
pubIn
settembre
Notarius
dibus
nello
questo
Julius
est
di
al
Bologna.
bollo
Maria
giatus
mune
co-
coperti
autenticazione
un
con
[Bollo]
Legno
in
di 12
Questo
Sotto
«
carta
conservato
esistente
Archivio
taro
di
ginale
ori-
suo
contrassegnato
scrigno
ecc.
in
cartoni
con
di
dal
fedelmente
trasuntato
stato
è
autenticata
ed
dicata,
in-
l'
del-
degli
cisa
preesattis-
LVI
nel
ed
patrio
nella
n.
10
belle
291
mm.
2
terina
è
da
intitolato
scritto
Archivio
di
di
libro-
diciotto
Nel
s' hanno
di
Cat-
S.
libro
dal
»
al
del
Il
publico
fol.
67
v.
di
carattere
secolo
notizia
ecc.
del
scrigno
è
della
nominata
Bologna,
copia
carte
recto
Vita
«
Gio.
tiene
Con-
»
levata
Opera
nello
detto
:
Bologna
esistente
di
Bologna
208.
X
della
Vita
«
di
opuscolo
un
Zanetti,
Arienti.
degli
83,
n.
Ubaldo
da
versitaria
Uni-
col
la
trova
Sabbadino
carta
ad
già
si
Biblioteca
R.
Caterina
Beata
Non
stra
no-
manoscritta,
Bologna
appartenuta
questa
di
miscellanea
una
di
di
nella
»
conservata
al
quenza
Elo-
Archiginnasio
Accademia
Pontificia
In
d'
Pro-Segretario
attuai
Arti.
Francesco
professore
già
Tognetti,
eh.
dal
possiede
si
sima
passato.
d' altri
co-
LVII
dici
nò
della
frammentari
meno
,
,
Gynevera.
XV.
la
Per
di
Archivio
il
come
dal
datato
Sabadino.
1483,
Il
identica
e
che
sono
le
che
e
e
più
non
concludenti
in-
nota.
di
codice
della
sollecito
è
cosi
in
il
noi
a
Pubblica
tere
permetnella
inviato
Universitaria
lezione
mente
perfetta-
tornar
per
fosse
è
varianti
riprodurle
fu
di
data
la
resto,
il Ministero
Istruzione
ricco,
quantunque
ortografiche
Richiesto
logna,
Bo-
mano
senza
poche
inutile
dice
co-
parmense
ma
da
Parma,
di
codice
Del
conservato.
in
più
e
splendido,
meno
Stato
codice
autografo,
pure
il
diplomaticamonte
seguito
dell'
mo
abbia-
edizione
presente
di
blioteca
Bi-
Bologna.
Allora,
confronti
pei
dell'
codice
col
al
chiese
poter
Archivio
Biblioteca,
i
che
favorevoli
archivistiche
ai
precedenti
in
codice
che
ad
Ciò
da
Italia
e' è
il
dalla
che
Il
volte
Non
che
mente
semplicesi
trattava
istituto
ci
non
altre
in
favore,
e
valse.
Interni
savamo
pen-
nativo
gover-
altro.
un
non
ma
era
un
carte
esistevano
nostro
richiesto
portarlo
sono
di
privati,
letterario,
vamo
Sape-
non
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eziandio
di
immediata
regolamenti
la
chivio
Ar-
stessa
governativi.
per
di
dall'
nella
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con
si
Stato,
Interni
il codice
trasportare
degl' impiegati
il
di
degli
Ministero
alla
città,
indispensabili
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favori,
un
che
favore
posizione
gl'
devori
fa-
come
gnese.
bolo-
senatore
dire.
agli
Anche
studi
politica
pende
di!
donne
Composta
de
Sabadino
li
Ne
mia
la
affectionata
benignità
cto
et
Sphorza
la
a
la
gioventù
ingrato
obtuso
ingegno,
alcune
excellente
ne
li
de
optimi
essere
nostri
ho
molte,
del
mio
valore
che,
et
de
reverenda
dire,
la
a
del
trovo
può
me
piacere,
fructo
donno,
se
di
preso
scrivere
ingegni
che
fin
aetate
del
xVnali
non
facto
mia
fatica
aspe-
estimatione,
presente,
dolce
stimolato,
mansuetudine
adolescente
sendo
es-
magnifico
aparente
tua
per
tuo
che
nevera
Gy-
Madonna,
dolceza
del
virtute,
debba
quasi,
lustre
il-
la
mente,
illustre
cum
per
in
ad
Arienti
Bentivogli.
spesso
da
Joanne
Gynevera
Sphorza
hai
Clara
le
me
per
Madonna
di
de
Gynevera
nominata
Opera
secundo
per
a
de
audito
fede,
la
nostra
aetate
certo
quale
fatica
in
essere
locata
gridano
Cieli
de
Alexandre
principe
fusse
seculo
latino
aeternamente
contento
al
et
il
clarissimo
perillustrati
al
quanto
sono.
Cavaliere
sente
pre-
forma
in
Sphorzesco
Bolognese
[ìiiifelice
militare
disciplina
che
sangue
laude
summa
cum
del
figliuola
et
già mai,
de
singulare,
gratia
praestante,
Imperatore
nome
la
per
creata
Sphorza
de
et
gliare
maravi-
hano
costumate
et
de
gloria
tuo
gloria,
tua
te
piene
beleze
prudente
il
plaudendo
da
è
tanta
de
li
prima
già
conditioni,
Gvnevera
Non
nome.
perhò
casate
co-
,
odorifero
che
degna
loro
grandi
et
Gjnevera
:
sei
optime
tue
per
presente
fra
loco
quale piceli
le
per
le
la
a
quanto
supremo
per
que
anti-
le
de
facti, exaitate.
loro
dispone,
me
che
voluntieri
più
tanto
Et
de
memoria
aeterna
di
degne
preclari scriptori,
da
gentile
et
manche
hystoria
de
le
:
sono
non
et
poema
vixe[ro]
excellentia
cum
Tu
populo
del
sei
lata
copu-
mondo,
et
ad
3
Bentivoglio
Joaiuio
in
Gubernatore
arme,
de
le
quanto
la
è
in
cruda
li
lui
liga presentandose
nel
ducal
del
la
Stato
Venete,
Poi
sola
ne
serenissima
in
le
rarese,
Fer-
in
prima
ad
prese,
difesa
contro
potente
terrore
pie
co-
speranza.
la
aquisita
ne
fortissimo
et
li
de
optima
Mantuana,
,oppido
Inclyto
nostro
de
mento,
fo-
veduto
quel Signore
Victoria
de
in
de
auctorità
è
bastioni
invasione
superba
inimici,
li
pore
prova
poco
se
la
per
a
non
effecto
che
i
tuti
honorarlo
de
del
cita,
a
quali
virtute,
guerra
Hercule,
Duca
grato
loro
a
come
la
illustre
sua
reputatione
ne
tanta
desiderano
la
existimando
et
et
nostra,
1' altro
de
cale
Du-
Senatore
arme
Italici,
pontentati
uno
de
primo
strenuo
generale
d'
gente
perpetuo,
r
secundo,
A-
bello
e
,
ne
r
altre
de
grandeza
nome,
cum
Alphonsio
et
excelso
di
terre
de
Bressana
animo
in
degna
grafia
Aragonia
del
dimostrò
forma
che
et
laude
Capitanio
llorentissimo
'1
suo
de
savio
esercito,
4
de
Lodovico
ornati
in
Quella
la
te
per
angelica
cantando
fìa
celeste
puoi
nel
mano
Del
residuo
tissimi
di
cielo
Biaucha,
maritata
nobilissimo
Conte
et
felice
Republica
figliuolo
tuoi
de
a
la
principe
do
Ilannibal
Faenza
secundo
mio
; sep-
quale
Manfredo
;
lustre
il-
nostra
Capitaneo
Francesca
Galeotto
sexto
Rangone
,
copulata
orna-
il
Nicolao
in
dextra
!
per
,
a
che
per
la
viventi
hai
figliuoli
et
questo
gratia,
già
del
regno
divina,
magnificano
havere
dire
li Angeli
de
quanto
divina
et
materno
clioro
voce
0
oxanna.
girlande
il
Maiestà
rile
pue-
andarono
de
per
nel
in
chi
vita,
Gjnepro
de
orano
timo
Isota)
et
et
mortai
triumphando
nome,
tu
fasse
dove,
aeterna,
fronde
ti
in
la
aetate
do
nelio
Cor-
Hannibal,
:
Donina
chi
lassando,
la
figliuoli,
,
,
a
^Madonna,
sexdeci
(zoè
quali cinque
havuto
gloriosa
sobole
angelica
di
anchora
marito,
tanto
de
Hai
stelle.
le
atinse
ottavo
signor
fu
virtuoso
figliuolo
Com-
lo
avanti
quale
pafro
illustre
se-
,
posto
Re
sticrno
cita
dell'
lo
Hercule
Duca
magnifico
Carpo
de
Galeazo
de
monastero
clusa,
che
thesauro
a
consorte
de
Arimino
quale
già
sia
de
ludica
Antonio
verendo
re-
quale
la
se
de
è
ren-
divino
figliuolo.
Pandolpho
le
nel
principe
cumulo
felicissimo
se
Signor
,
Clara
duodecimo
;
figlio
undecime,
;
celeste
Sancta
ti
stra
no-
Protlionotario
vergono
del
cita
et
arme
munificiente
serviti!
li
la
de
figliuolo,
egregia
Lio-
è
del
splendido
decimo
;
et
a
Pio
apostolico
Camilla
d'
Duca
Marco
de
primo
l'opera
ne
successore
Giliberto,
stato
paterno
come
figliuolo
nono
futuro
del
figliuola
scripto
:
moglie
se
Estense,
habiamo
Hjmeneo
nora
tuta
de
savia
Lucrctia,
di fusamente
cuna
matrimonialmente
cum
alto
poi,
et
ti'iumpho
et
nostra,
congiunse
de
Datia
de
Chri-
da
equestre
gloria
molta
la
ordine
r
ne
fu
Dominico
Sanctissimo
del
pulcro
Malatesta
principe,
glorie
lante,
Vio-
de'
nel
suoi
6
progenitori
Duca
Alplionsio
diva
cum
che
mondo
quartodecimo,
anni
gratia
il
todecimo
de
Imola
de
de
et
non
Isota
è
in
importantia
sex-
viano
Otta-
Conte
Hie-
inclito
Signore
citate
et
secunda,
del
genito
Furlì
poca
el
sponsa
Riario,
suoi
li
benignitate
fanzuletta
già primo
ronymo
in
celsitudine;
figliuolo
clarissima
sempre
mo
quintodeci-
che
estende
futura
de
de
ra,
Lau-
verdegia
figliuolo, Hermes,
puerili
quale
fulghure
costumi;
et
Roberto
Arimino,
uno
lauro
come
virtute
de
de
;
da
sponso
de
già
fu
gloria
al
Marte
Calabria,
de
Principe
Malatesta
Alexan-
splendore
figliuola
Joanna
de
terzodecimo,
militare
do
ornato
dro
el
;
in
de
Flaminia
li
per
muni
co-
stati.
La
non
loro
natività
è
de
manco
quisti
noi
presso
futura
toi
alteza
et
figlioli,certo
iocunda
per
del
augumento
,
felice
nome
Creta
quella
Njmphe
che
Bentivogiio,
fu
de
in
il
Jove,
rose
et
fusse
quale
viole
da
alevato
in
le
gratificare
per
tua
aeterna
luncha
donna
a
spechio,
buon
molte
volte
lassarano
darano
fra
li
donne
del
velo
et
de
quella
dove
nel
benigna
cum
spiriti
fruire
patria
lasivo
facendo,
mortai
beati
ad
la
inquinatore
vita,
il
loro
et
cosi
sua
visi
li
qua-
honore,
vano
che
de
de
exemplo
artificiare
del
termine
mente
conseguire
vorà
nome,
fama
in
cura
continua
benigna
tua
laude
de
lassando
la
le
mose
fa-
terna
sempi-
gaudio
è
an-
senza
,
fine?
Ad
mia
Madonna,
gloria,
a
la
altri
da
tuoi
le
de
del
de
'1
guidi
nostra
l'
fìdelc
serai
levata
possi
glia
fami-
del
gloria
provincia,
cordo
re-
la
la
cum
liebre
mu-
dilecto.
qualche
et
in
verso
omnipotente
ingegno
li
presso
observantia
et
et
summo
che
ne
prendere
nome,
ne
mia
musa
splendida
stato,
excellontia
Che
ciò
tua
muliebre
devota
quando
la
tuo
la
mia
a
piaceri,
cure
et
tua
la
Signoria,
tua
la
gustarai
secundo
excelsa
duncha,
diporto
tuo
Principe
mano
a
la
la
gratia
9
felice
tua
devota
et
la
musa,
intitulando
vera
nel
2.
ad
Theodollnda
De
forma
et
fu
beileza,
et
costumi
eloquentia
de
de
se
essendo
lunga
et
molta
altra
tempo
di
Italia
la
tario
Re
nominata
Theo-
spectabile
de
de
generosità
apare
fu
:
castitate,
fiorente
regno
Garibaldo
suo
da
molestato,
figliuola
Theodolinda
Longobardi,
più
che
donna,
sapesse.
de'
reale
de
via
sa-
de
religione circunspecta,
de
regia
guerra
illustre
che
de
grafia
nel
dere,
inten-
Bavari
clarissima
de
et
gloriosa
debbo
quale
costumi
Garìbaldo
de
duncha,
refulse,.
la
dolinda,
moria
me-
Bavari.
figliola,
una
molto
corona
de'
de'
Garibaldo,
ebbe
Re,
pillola
primamente
Madonna,
che
tua
aeterna
Signoria,
tua
La
Gyne-
opera
1483
Re
et
presente
mia
la
de
consiglio
ciim
che
quel
a
dunque,
aspra
et
in
mandò
ad
prima
Anda
10
che
dispensata,
quello
Italia:
tormentava
guerra
asprissima
cum
matrimonialmente
reali
questi
Li
sponsi
per
consiglio
de
in
suo
Re
creare
linda..., per
che
de
homini,
stati
che
degna
tal
cessono
ostende
le
Epistole
del
de
opere
facto
do
mcllo
per
de
suo
Aginolfo
divo
la
marito
Duca
il
lei,
de'
fase
come
le
per
e
prudente
il Castello
di
et
mente
vera-
Pavia
Re
de'
Taurini,
le
per
ultimamente
presso
cita
de
Longobardi
Gregorio
Lei
gno
inge-
e
excellentie
effecto
lei
de
regni,
de
sue
essa.
in
li
iudieio
et
dissima
gran-
regimento
de
et
dente
pru-
Theodode
animo
non
per
che
singular
de
feceno
et
loro,
donna
de
virtute
et
Re,
fra
era
vivendo
privati,
conclusero
consiglio
moritte.
aftanno
uno
concordare
potendose
gati,
coniu-
Antario
duci,
del
vedersi
anno
uno
Re
Longobardi
Stato
copularono.
se
marito
il
solemne
cum
insieme
triumpho
rona
Ve-
ad
et
nendo
po-
judicio
de
Lao-
dechiarò,
et
Longobardi,
homo
belli-
11
cosissimo
animo
giovene
de'
che
lui
il
domandata
Panonia.
ocise
lui
di
cessione
interfirmò
Pranza.
Di
de
poi
l' isola
Zangrulfo
et
et
legati
per
Tridentini
Duca
Veronisi
Hunni,
per
di
luliano,
firmò
li
de
per
Munulpho
Sancto
de
Re
il Re
cum
pace
subito
Regno,
Duca
quarto
dunque
Similmente
del
la
Recevuto
quella
de
veramente
Aginolfo
Cacano
cum
pace
da
detto
Longobardi.
ebbe
la
fu
virtù,
forma
de
et
Et
prestante.
Re
grandissima
de
et
de
Duca
Duca
Gaidulpho
,
di
Bergamensi,
Suscepe
Romani,
diò,
a
Obsediò
citate
li
molte
clade
cita
Pavia
inmunita
de
destructi
castello
di
abse-
anno
dede.
allora
da
de
queste
Totila.
Tutti
materia
de
tutti, da
Longobardi
furono
Monteselice.
Godestaldo
un
che
dirute
brefacti, quasi
foco
di
mura,
avea
hedificij
centra
guerra
quella
de
et
ancora
donato.
per-
per
la
fosse
havea
quali
Roma
et
et
li
a
suo
;
Ugnarne
facol
similmente
Seguito
genero
cum
el
sto,
que-
la
12
poli
mandati
et
Romani,
lo
a
radunate
le
famiglie
chi
credendo
dolendo
male.
de
de
Aginolfo,
gitori
de
et
Italia
al
de'
che
Cielo
Re
suo
più
sancte
to
tan-
rasone
l' aspro
Longobardi
bella.
per
sima
religiosis-
come
refrenò
dissima
gran-
del
Re
le
per
Gregorio,
de
virtute,
lei,
ad
nefando
facessse
non
cum
Gregorio,
conscienza
Regina,
sangue,
salute
donna
et
Così
fino
cognoscendola
Omnipotente
che
marito,
et
fugiva
bavere
fama
fare
volesse
et
Questo
boutade
dell'
pie
co-
gnante
expu-
Sanctissimo
al
exceliente
loco
senza
foco
Theodolinda,
ad
timore
de
immanissimo
potea,
montagne.
aspre
per
ogni
ferro,
che
modo
scripse
da
questo
con
in
male
Constantino-
l' abbandonoe
loco
Ogni
tormentava
r
ad
Similmente
dostrusse.
la
]\Iantua,
mura.
prefecto
Cremona
obsesse
militare,
solio
rono
fu-
Parma,
Imperatore.
Aginolfo,
al
de
Galenico
da
presi
cita
la
figliola, presso
Per
furore
destrula
qual
13
cosa
el
non
poco
et
consolato
a
Theodolinda
et
benemerita
grata
el
scripse
essi,
de'
dono.
si
sì
lei
che
Christiana
i^eligione, in
et
in
la
l'animo
a
la
vita
al
virtuoso
Fece
restituirno
pregoe
la
non
latria
idoerano
et
ad
li
convertì
religione
Longobardi,
quali
et
converse
operare.
anchora
haveano
li
di
costumi
et
Aginolfo
doni.
tutti
cum
pace
che
dusse
in-
che
da
fede,
la
a
che
marito,
Aginolfo
del
dette
modo
heresia,
Re
quali
magior
se
del
Christiana
del
et
Re
la
da
li
in-
eccellenzia
abdicarono
se
lei
a
cum
era,
ferocità
Longobardi
boni
non
o-
inmortalità
flagrantia
la
la
per
la
per
sua
Dialoghi
legendoli
Et
cosa
gina
Re-
tanta
laude,
de'
libro
et
fare
per
de'
furono,
li
grati
Gregorio
felicissima
dignissima
pera,
de
Sanctissimo
preMo
operò,
li beni
tolti,
Non
et
che
de
a
havendo
el
Regina
questa
glorioso
li
le
quelle
lei
che
'1
Longobardi
chiesie,
fece
che
molti
figliolomaschio,
Jeanne
Baptista
14
figliolo,
li
tempio
ad
habitando
cia, che
Monza
cui
il
che
titulato
sta,
del
et
molto
il
divo
Cosi
li
Visse
et
li
de
più
che
'1
conditiono,
idonee
mondo
che
è
lecito
Aginolfo
loro
non
dire.
a
suo
Re,
'1
marito,
de
sessione,
poset
de
trone.
pa-
grandissimo
del
marito
quali
optime
Adoaldo
il
tutto
così
se
avea,
che
et
amavano
che
regere
stato,
Morto
de
precipuo
per
a
mento,
orna-
pigliarono
in
li
in-
Bapti-
auro,
reputatione
Longobardi,
lei
privò
Longobardi
sempre
pio
tem-
grande
de
in
per
habondante
se
geme,
Baptista
amore
de
richeze,
argento.
gliolo,
fi:
glorioso
lei
essendo
de
gruo
con-
prestante,
del
decorarlo
splendide
ad
il promesso
nome
per
Modoe-
a
Adoaldo
nome
pose
la
bellissimo
uno
Modoecia,
in
essa
edificare
fece
Facto
diciamo,
hebbe
tempo
uno
insignito
un
reverentia.
sua
ora
presso
havesse
edificarebbe
promissione,
a
lei
divina,
Maiestà
r alta
intercedesse
che
devoto,
suo
fu
il
Re
figliolo.
16
dolinda
anchora
gnitate
a
li Italici
et
per
disolate
le
per
in
regnando
passate
magnificentia,
inclj'ta fama,
cum
lei,
nel
corpo
del
pulto
pianti
honore
tanta
et
et
Gjnevera
bene
nevero,
virtù
de
che
ciascuno.
come
a
le opere,
del
fu
per
de
de
cui
moria
me-
la
ne
ornare
Gysua
per
duplicarli
nel
gulti,
sin-
corpo
amato
letifica
se-
funerale
per
nostro
tanto
degne
dico
pu-
habiamo
explicaremo
dire,
suo
fulgente
re-
tempio
la
recordata
Ma
vita,
piotate,
et
prima
opera
fronde
de
Baptista
convenia:
duncha
voluntà
suspiri
pompa
Regina
vita
il
grandissima
cum
lei
liberalità
edificato
suo
Jeanne
glorioso
Così
sua
corona,
sua
questa
per
la
gliolo,
fi-
castello
et
de
in
reale
de
celebre
fece
suo
guerre.
et
ordinò
secundo
pii
più
passò
di-
mente
sola-
non
Re
cortesia,
tanta
et
del
citate
instrauroe
memoria
et
lochi
a
nome
ancora
ma
et
in
grandi
doni
grazie
et
populi,
Templi
li
a
doni
namento
or-
sequente
perpetua
laude,
17
se
•
che
dubitava
Pezola
De
de
altra
lei
de
più
infra
fusse
donne.
Bolognese
l'altre
(juilli tempi
a
una
core
generoso
3.
che
Piateso,
IV'zoki
do
vedoa
dì^nìssìma
di
Pietesì
Bolognese.
Infra
l'altre
Madonna,
illustre
in
donna,
nobile
padre,
potuto
né
sapere
del
de
già
la
marito
de
de
degno
virtù
nobilissima.
visse
vedoa,
conservò
da
putatione
rantadui
la
che
,
fin
a
la
compita
habiamo
de
et
priva
vechieza.
scrip-
battaglio
pur
siamo
pos-
figliola
et
gata
coniu-
come
fama,
cosi
degna
cum
aetate
fu
nome
sangue
Lei,
optima
cum
non
stata
et
padre,
stra,
no-
il
ma
essere
miglia
fa-
ma
civile
nostra;
affirmare
cita
molte
le
per
cita
la
essere
per
una
Piatesi,
in
Pezola;
combuste
ture
de'
prisca
et
nominata
del
trovo
viduile,
stato
que,
anti-
matrone
nostre
de
anni
del
Fu
se
re-
qua-
marito,
donna
18
grande,
non
ma
panni,
portava
fin
le
neri
grossi
portava
celeste
loco
de
che
Nunzio,
terra,
et
terra.
Fu
de
de
honestate
nel
donne,
et
Ortensia,
figliuola
in
Regina
di
Dio
de
la
cum
capo
sopra
fino
in
coda
liberale.
a
et
et
lo
Romana
Era
et
cum
che
quello
andava
Spesso
forsi
non
carnò
in-
ingegno
parole,
onorate
Ortensio,
de
presidio
et
rata,
do-
la
honorata
poveri.
seta
del
longa
assai, in
in
di
pendenti
et
molto
consiglio,
povere
ardire
grande
li
argento:
coperto
cum
aiutava
potea,
il
animo,
vivea
richa,
ella
veli
il manto
piotate
a
figliolo
manto
[de] candidissimi
ambri
Salutatione
Portava
del
pecto
argento,
fece
il
Lei.
lembo
de
de
la
Cieli, quando
uno
vedoa,
larga
lettere
bri
lugu-
botoni,
de
cintola
diceano
de
de
casto
gambi
una
che
di
in
cum
folcita
nera,
dal
camure,
piedi,
grato
prestante
come
a
li
a
politamente
vestiva
aspecto,
de
et
grossa
aiuto
de
cum
le
meno
facesse
che
illustre
Re
tore
ora-
pu-
19
blica, nel
do
liberò
da
la
del
la
moltitudine
che
de
si
excepto
volta
Pezola
questa
et
portò
di
marchi
facto
Re
publica,
havea
Salute
mille
cento
questa
forma
:
piotate
ho
al
penuria,
lachrjme
la
agli
in
la
de
siglio
con-
ta
mone-
Henrico
anni
dieci,
patisse
di
voi
faciate
alcuno
per
il
per
questa,
cum
perchè
,
non
la
in
cari,
populo,
ad
de
dicendo
mei
occhij
havea
magnifica
fare
li
vostro
tro
quat-
batere
concessa
ne
cita
lo
quali
sua
venuta
sono
degna,
avanti
Citadini
sinistro
grandissimo
il
Una
peccunia,
quale
Imperatore,
sexto
avanti
in
de
de
la
a
auctorità
in
mesi
cunio
al
monete
dito
ar-
prendere
andò
argento,
pochi
de
sì
penuria
seco,
pu-
Ortensia.
Bologna,
de
nostra
Re
matrona
grandissima
essendo
la
donne,
Triunvirato,
loro
a
ad
le
de
difensione
donne
trovò
movere
qnau-
le
pecunia
non
omo
volesse
se
de
subsidio
per
blica,
ti-iunvirato,
la
de
gravezza
imposta
la
tempo
providimento.
le
pare
Et
20
intendo
perchè
è
io
peccunia,
mei
denari,
sufScientia,
in
a
le
ve
ho
ben
che
ciò
se
erario
mandi
loco.
ad
mento
fer-
per
Et
voi
borse,
pigliando
come
le
mane
exemplo
femina
sono
quisti
siano
non
ponete
che
non
portato
similmente
vostre
mi
de
lo
ne
qualche
magnifici,
a
che
quello
et
,
mandesi
et
de
la
el
vostro
Dio,
et
ad
le
la
vedendo
l'un
et
chi
de
le
che
di
Di
r
de
non
'1
poi,
lo
le
sue
usate
a
prova
facevano
ne
in
forma
biave
do
socorso
la
denari,
anella,
singular
cum
oltra
et,
denari,
fu
et
de
grande
havea
de
dendo
inten-
persuasione,
prestarono
et
et
pose
consiglio,
altro,
populo
pane
Il
a
gratia
inteneritte,
couture
acepta
reverentia
cum
liberalità
tutto
fa-
che
sia
caritevole
la
donna,
Et
parole.
soe
aiutareti
et
vendicareti
voi
fama.
aeterna
amatori
populo;
molto
che
exbursate,
come
publica,
Re
afamato
cosa
a
poteti
grani,
per
vostra
reti
fine
che
assai
et
poco
laudo
d'
et
ola.
devotione,
21
fare,
volse
Marno,
vergane
diraentre
et
de
una
drieto
grande
tondo.
più
le
guastavano
fruscole,
quello,
che
li
et
la
inteso
questo,
quello
facea
lui
de
admiratione
de
guasto,
qual
lo
colomba.
li
le
la
lomba
co-
el
conciava.
re-
parendoli
cosa
stupendo,
Episcopo,
subito
la
vedere
il tondo
et
a
uno
istructione
miraculoso
manifestarono
ella
fruscole
per
de
era
divina
fa-
facendo
piedi
come
stri
mae-
che
portante
pieni
Per
stimando
li
maestri
cum
per
segno
che
l' altra
già
cose,
monte,
tempio
videno
et
Li
lavorava
el
sì
li-
pigliava
devoto
vedere
et
animale
se
cieli;
ponendo
andava
r
il
la
el
rostro
sopra
colomba,
la
cea
col
edificato
volseno
de
monte,
uno
legname
di
Sancto
colomba,
portava
Regina
de
stabiavano
et
del
è
la
reverentia
una
puro,
quelle
dove
in
sopra
venne
fruscolo
et
porta
li maestri
gname,
casto
la
oraculo
uno
gloriosa
le
fuori
de
andò
Sì
"grandissimo
il
el
quale,
et
che
vide
exi-
effecto
questo
proprio
essere
stato,
fratri,
obidentia
alcuni
Doppo
ad
che
la
donna,
ad
raculo
dificasse,
quale
volea
laude
de
gli
de
Sancto
simo
el
piacoa
non
quello
ma
quale
gli
Sancto
Dio,
è
che
el
e-
monte
prudentisla
per
lei
che
facesse
fare
volea;
altro
quello
monte
nominato
opposito,
La
quello
lo
ultimamente
dove
sopra
riosa,
glo-
monte
mandò
che
Benedecto.
respose
suo,
a
oraculo,
facesselo
altro
Il
alhora
Fo-
Vergene
chiama
se
disscli,
et
vello
ro-
divina
era
monte,
Benedecto.
donna,
Dio
aedificare
suo
che
Episcopo
volea.
prestantissima
quello
opposito,
è
li
quale
dire
che
la
quello
sopra
ora-
omnipotente
questa
sopra
la
che
religioso,
uno
volontà,
l'
dì
et
devote
divina,
questa
significasse
per
monaci
preti,
Maiestcà
la
a
leste
ce-
persona
facesseno
che
monache,
tione
ogni
pregoe
del
segno
devota
monte
de
donna
non
era
,
quello,
ma
era
suo.
dove
havea
Resposc
ciato,
incominlo
Episcopo
24
luoco
questo
a
gratio
et
miraculì
specialmente
Augusto,
la
memoria
la
dilecto
dea
in
opera
antiqua
de
in
aeterno
Signor
cita
la
de
a
r
opera
de
date
laude
overo
già mai,
né
resti
cum
che
per
peno
dare
tuna
for-
far
tar
porcheze,
ri-
amate
morire
la
virtuosa
altre
tuta
tanto
credendo
curare
cum
r
de
credendo
non
lo
de
de
sono
non
tante
sue
passò
de
stato
che
degna,
le
seco
ritare
ma-
confusione
di
richeze,
et
virtute
grafia
laude
ad
piene
avarizia
in
et
Bologna,
de
et
potea
vivendo,
Dio
donne,
quelle
Pren-
queste
vita
questa
de
denari
cum
magnifiche
opere
fica
magni-
sempre
quello
polcelle. Cosi,
et
et
liberale.
robba,
cum
ogni
cum
peregrini
li
a
in
vive,
fu
quale
fa
questa
devota
tanta
donna,
elemosine
Anchora
beatamente
de
de
festa
celebrante
devotione
tanta
et
giorni
quindeci
chiesia.
militante
la
li
chi
a
recomandava
se
a
per
concesse
sua
fama
donne
moria
me-
sieme
ina
25
l'ombra
che
del
nostro
ciascuno,
onora
che
Gynevero,
lo
contempla
mira.
et
Mathilda
De
4.
Mathilda
et
scripte,
de
lei
parli
de
Trovamo
da
Regio,
Duca
de
anchora
che
Beatrice
nutrita
vinti
grandissima
de
costumi
et
opido
et
la
Henrico
fu
assai
la
essere
marchexe
de
la
consorte
peratore.
Im-
terzo
formosa,
madre,
la
morte
virtute
et
lettere,
cita
richissimo
sua
de
da
de
sumere
virtute.
illustre
de
et
anni, doppo
in
non
pur
Mathilda
potentissimo
Costei
samente
diver-
ciascuno
celebrate
lo
figliola
namento,
or-
condi-
et
potuto
Canossa,
d'arme,
et
scriptori
duncha
Bonifacio
de
vari
le
figliola
stata
vita
habiamo
donna
tanta
mente
vera-
grandissimo
gloriosamente,
fatica
senza
donna
cui
da
trovarne
fu
de
la
de
tione
Comitissa
Comitissa
illustre
de
pudico
per
del
vata
ale-
tempo
patre,
ornamento
come
con-
?26
venia
excellentia
la
a
latino,
Parlava
Fu
savia,
alto
iuditio.
manico.
et
de
de
la
madre,
?
Pisa,
stato
de
Modena,
Ethruria,
iustitia,
del
imperatrice
candido
religione,
timore
suoi
potentissimo
valorosa
la
de
et
Duci
forza
et
cum
stata
sempre
et
per
de
exemplo
monialmente
matri-
copulò
et
favore
Gotifredo
lui
cum
et
Apulia,
potentia
fu
ficio
bene-
Ricardo
centra
de
et
Christiana
cum
chiesia
Guilielmo
la
se
principe,
ad
pru-
pudicicia
per
Italia
donna
nio.
Patrimo-
Visse
de
et
in
el
la
de
fiisse
optima
Costei
de
clementia
manto
populi.
stello
ca-
de
parte
come
Dio
de
del
populi
mondo.
come
materna
Regio,
suoi
de'
grande,
morte
siagular
cum
mansuetudine,
liberalità
cum
de
appella
gratia
et
la
Mantua,
quella
se
gei*-
pudica
dominio
de
tutta
che
et
per
et
Gubernosse
dentia
Doppo
Ferrara,
de
et
gue.
san-
eloquente,
Canossa,
de
suo
gallico
sucesse
nel
lieredità
del
loro
mendo
repricon-
27
Pontifici
li
tra
la
de
spretio
fiero
cum
Henrico
maximi,
chiesia
exercito
chiesia,
la
a
ano.
Questo
exercito
in
auxilio
Guilielmo
Mathilda
in
campo
Gotifredo
Lei,
teza,
se
de
sanctimonia
piena,
et, per
septimo
casta,
dal
cum
mici
ini-
la
taglia
bat-
marito,
vigilie,
for-
per
Azzo
marchexe
lui
cum
lui
a
quanto,
al-
coniunta
il che
per
continente
et
il
cognobbe
consiglio
pontefice
divortio
sieme
inli
da
ne
grado,
quarto
pudica,
errore,
fu
poi
donna
come
de
ad
essere
in
sangue
essendo
donna,
Dimorato
sentesse
de
et
marito.
suo
remaritò
Este.
fu
ociso
provida
come
florido
Parma
essa
ot
superata,
haveperatore
Im-
Et
presso
marito,
col
le
cum
Duci.
valorosi
molte
Ricardo
de
sia,
chie-
Henrico
figliolo
el
de
la
de
tolte
intendendo,
mandò
centra
restituire
die
cli-
voluntà
per
fece
in
erano
inimico
lei
modo
cose
da
gli
Imperatore
per
che
de
maxime,
vivendo
elemosine
suo
Gregorio
fece
el
sempre
et
ora-
28
tione,
del
Fu
peccato.
virtù
da
che
mortali
Ferrara,
haverla
la
marchexe
Ferrara
la
dieta
cita
Castello
del
nome.
suo
In
fra
le
de
cheze
homini
tate
et
titoli
et
de
li
da
progenitori.
uno
a
studiosa
robba
et
ri-
et
et
amici,
Lei
ritare
ma-
Dio
per
havea
gnanimità,
ma-
in
virtute
specialmente
1'
memoria
fu
de
quale
de
donare
imperiale
monasteri,
in
edificò
il
substantie
auctorità
suoi
chiesia,
donna
del
havendo
excellentie
et
dignifìcare
gli
figliolo
Tedaldo
donzelle
per
herede
castello,
uno
li
sua
restata
la
proprie
sue
assediò
Quale,
questa
fano
Essendoli
marito,
1' altre
tre
1' al-
Beatrice
era
da
nominò
de
Cielo.
Tedaldo.
liavuto
in
poi
da
suo
dore,
splen-
tanto
quella
quale
Bonifacio
de
quale
hereditata
matre,
exomplo
et
tutte
del
degni
ribelata
de
la
;
ignorantia
virtù
essa
procedono
la
specillo
magnanimità,
de
de
penitentia
per
bon-
la
per
hereditata
fondò
Trixonoro,
dui
presso
29
la
Luca,
de
cita
in
opido
li
in
Benedecto
dal
de
Sancta
et
de
tutti
li
li
ponti
animo
tanto
Cleopatra
de
Re
chiamata
di
Dido,
la
Hab-
grandissimo
Quasi
pietra
de
la
de
che
Elisa
et
porche
fa
glie
mo-
la
a
figliola
Fenicia,
rebbe
sa-
richeza
Egjpto
de
pra
so-
cum
ingente
Antonio,
Felice
auro
construire,
Regina
Marco
richeza
del
a
la
anchora
magnificentia,
bastata
de
de
Ampliò
Italia
tata.
do-
rio,
Cesa-
li habitavano.
fece
et
fu
munifico
dove
de
fiumi
plebe
lei
preciose
cose
monaci
suo
possessione,
Nonantula,
de'
numero
Sancto
de
et
argento,
batia
de
mutinense,
felicissimamente
cominciato
in-
La
da
Guilzagna.
de
divo
Tedaldo,
Carpo
monasterio
diocese
ma-
Mantuano,
ricamente.
da
Il
del
principe
Maria
Lo
corte
habitanti.
agro
augumentò
avo,
substenta-
monastero
lo
dota
cum
ad
religiosi
gniflcentissimo
Canossa
a
Regio,
possessione
de
mento
de
quello
molte
de
l'altro
ot
di
che
donna
tente
poBelo
poi
fu
vi-
H
30
Phinicia
cheo,
poi
la
de
loco
admonitte
de
imperio
summi
de
in
septimo
in
maximo,
che
anni
de
Agnete
Nicolao
et
suo
de
ne
religiohebbe
secundo
Sanctità
sua
tifico,
pon-
lui,
una
ricevette
consorte,
sua
de
corona
nel
del
Christiana
Nicolao
a
perchè
la
che
sucesse
Pontifici, excepto
riguardo
cuni
Car-
dispreciatore
della
et
Si-
Sequendo
morte.
Augusto,
stato
era
Ma
l'Imperio.
morto
Alexandre
creato
;
proprie
citadini
quarantaotto
Dio
r alto
le
Pontifico
Henrico
tempo
de
cum
sede, Gregorio
Alexandre
de
in
virago
cinere
suoi
la
che
dire
Matliilda,
Apostolica
pur
li
dette
se
valore
le
marito,
presente
thaginensi
vele
sopra
charo
suo
mano,
nel
Dido
lingua
quale
la
valore,
singular
de
et
rile
cundo,
se-
,
scisma,
esso
et
reclamante
Imperatrice
Agnete
Coddo
tutti
Alexandre
contro
Episcopo
li
Mathilda,
Cisalpini
perchè
de
venne
et
pontifico
creò
al
Parma,
ohcdivano,
non
era
gridante
quale
excepto
vero
papa,
32
il
il
Cincio
di
case
pontifice,
minarono
fondamento
li homini
la
et
le
a
fu
il
alhora,
Gregorio
iestà
divina,
iuria
suportare,
catione
et
chora
Ma
poi
de
le
et
miglia
fa-
sua
Cincio
et
dove
Gregorio
se
a
an-
excomunica-
dignitate.
de
de
Henri-
Mathilda
che
ad
ligione,
re-
singulare
la ecclesia
transferitte
lionori,
et
comitissa
gloriosa
summo
li
po
archiepisco-
cesaree
et
in-
tanta
Cincio,
privò
la Ma-
excomuni-
cum
excellentia,
et
più
cum
le
de
tutti
de
reverentia
questa
virtù
honore
come
roconciliò
Imperatore
et
tutte
Mathilda
Fece
et
Henrico,
Giliberto
Henrico
auctorità
sua
privò
clero,
suo
de
co.
per
beneficij
et
esso
tamente
la
naso,
potendo
non
prophana
il
al
terra,
de
ad
fine
accolto.
fidelmente
dignitate
Cincio
et
a
donne
Germania
in
tanto
torre,
gettarono
troncarono
fugitte
de
persequitarono
caso,
liberarono
et
giorno
sequente
stomocato
Romano
populo
facinoroso
a
Il
torre.
nitissima
per
Henrico
Canossa,
pontifice,
et
a
li
33
del
piedi
li
cum
andò
quale
nudi
piedi
el
sopra
tre
sazzo
volte
a
li
pacti
darli
diman-
perdono.
Ma
lui
poi
infrinxe
pace
cuna
suasione
qual
cosa
intendendo
svnodo
tione,
sotto
ciò
a
non
Oltra
pertinentia
rescindere
ad
li doni
questo,
confirmò
la
gliere,
né
cepto
quelle,
hano
la
hora
cosa
comandò
audisseno
li fideli
non
a
Grecia
in
synodo
papa
li
comandò
christiani
mangiasseno
Per
il
christiani,
del
al-
che
non
carne
questo
et
cerdote,
sa-
tutti
a
li sabatini
;
preti,
concubinario
anchora
che
ex-
canonici
obedire,
messa
li monaci.
sacri
li
a
et
mo-
despreciando
volendo
non
li
nel
li
habitasseno,
che
permesso
qual
et
donne
monia.
si-
che
havesseno
non
cum
la
la
de
interdisse
sacerdoti
et
scopali.
epi-
magiori
de
macula
Primamente
cleri
excomunica-
di
decreti
et
interdixe
et
gaudesse
di
la
fece
Gregorio
pena
la
Giliberto,
consiglio,
et
Giliberto
de
de
giorni
similmente
Henrico,
più
3
34
li
da
monito,
che
irato
convenuto
come
male
episcopi
consentienti
,
creò
Giliberto,
papa
de
Rhavenna
andarono
diarono
la
Dio;
de
Duca
animo
de
et
la
lo
liberato
stato,
per
moglie
nobilissimo
Cora
do
il
il
dandoli
Duca
valorosamente
Dio
quasi
difensatrice
fece
fu
per
figliola
de
il
et
Sicilia.
a
suo
per
ciò
sareo
ce-
forteza
più
de
Co-
che
Re,
creato
padre,
la
pessimo
imperatore,
pontifice
persequitasse
assediato
verso
strenua
lo
le
Guizardo
lo
ecclesia,
de
de
in
imperatore
Mathilda,
figlio
che
reverentia
romana
rado,
cliiesia
reprimere
diabolico
a-
sempre
liberò
per
poca
questo
heretico,
de
et
molto
vera
la
fece
imprese,
cum
mente,
lunga-
come
sperando
et
obse-
dispiaque
de
Puglia
pontifice,
et
Gregorio
cosa
quale
scopo
epi-
quale
Roma
l'honore
degne
sue
il
;
^Slathilda,
de
nel
Gregorio,
a
qual
valorosa
matrice
da
afflixeno
et
la
a
dimesso
Clemente
appellaronlo
Henrico
già
Rugieri
El
quale
persequitò
il
35
insino
patre
chi
fine
bia
la
a
morte,
vole
non
la
in
che
per
bcneditione,
lia-
inaleditione.
la
Corado
poi
Morto
succedette
ne
,
Henrico
l'imperio
quale,
andato
ad
de
suoi
la
li mandò
sto
riverentia,
tatione,
temendo
la
liberò
da
in
a
Partendose
poi
castello
andare
per
Mathilda,
Bibianello
reputhilda,
Ma-
visitare
volse
felice
per
per
sapientissima
imperatore
Germania,
et
et
il papa.
lo
Roma
Chri-
Jesu
imperatore,
credito
per
bito
su-
pregarlo
a
de
Lo
La
pontifice.
oratori
clero.
de'
Mathilda,
a
il vicario
il
cum
generante
de-
non
voluntà
il
prese
suoi
lassasse
come
prophana
dispiacendo
cosa
figliolo,il
suo
Roma,
progenitori,
qual
che
quarto
mosa
fa-
questa
la
quale
regiano
era
che
,
hora
dicemo
cato
da
de
lo
aparato,
spetare,
Cesarea
le
essa.
Quattro
Intendendo
imperatore
et
ma
castella, hedifl-
degna
lei
cum
pompa,
andò
a
maiestà
lui,
stette
,
la
ta
venu-
grandissimo
lo
non
et
cum
tri
volse
sua
giorni
36
predicandoli,
1' honore
rasone,
Dio,
et
virtù
tanta
dovea
prudenti
recordi
tanto
lo
a
fìrmò
le
passati
li
Cesari.
Munifico
il
sopra
fiume
de
Più
et
rasone
con-
periale
im-
precessori
ancora
che
da
li
da
a
cita
Pado
sima
femina
disse
il
ode
magnificentie
sono
manche
siano
quelle
Tholomei
lermini,
perchè
tanto
et
sta
quesono
la
ripa
lo
peratore,
im-
de
tanta
bene
de
più
le
sono
virtute, le
Zanobia
dignis-
quanto
più
Egvpto,
fu
più
quanto
de
l' hu-
che
0
degne
de
che
credea
costei.
lege,
et
disse
producesse
de
vero,
volte
mai
natura
mana
di
lei
,
che
se
a
le
tutte
Piasenza.
de
suoi
exposti
piacqueno
che
dignità
havute
Mathilda
Quisti
consigli,
imperatore,
tutte
studio,
suo
maiestà,
et
in
come
operare.
et
eloquentia
cum
ogni
de
unione
et
pace
forza
et
dente
pru-
timore
publica,
re
ingegno
et
et
la
conservare
Christiana
la
de
efficace
cum
quale
gloria,
de
la
regina
lei
sue
non
che
stirpe
di
Pa-
despreciatrice
37
che
fu
la
Augusto,
lieto
di
de
auro
et
facto,
credendo
Non
excepto
li
piedi
Roma
a
Vicario
di
ad
del
le
recevuta
volto,
al
Bondeno
,
ripa
de
dicemo,
li
che
stata
ora
de
sigillo
do
essen-
reverentia
sancti
sitato
vi-
et
lochi,
simo
Santis-
del
ad
casa
in
mantuano
agro
no
Roma-
diremo
andandosene
Sinthia,
dove
del
Christo,
benedictione
et
havea
poco
for
de
carro
duncha,
tutti
devotamente
et
questo
Lei
figlioli
essa
oltra
fama.
sancta
andata
a
più
modo
li
cum
triumphare
imperio.
sua
Claudio
oltra
che
geme,
per
de
quello triumphal
sopra
Mathilda,
Romani
et
lei
de
li
Ameliano
Ameliano
che
triumphò
legata
di
de'
cita
cum
presa
Galieno
de
morte
la
verso
ad
imperatore
successo
marito
suo
presentata
leoni,
victorie
sue
poi
di
et
por
li
et
fugire
Amessa,
figlioli
orsi
Odenato
morto
constretta
di
domava
che
molte
doppo
poi
essendo
fu
li
leopardi,
li
forza
et
feminei,
costumi
(le 11
la
Bondanello
alquanti
giorni
38
fare
per
Pontio
lei
nocte
la
dose
messa
fu
Mathilda
freddo,
al
il
per
fine
anni
il
doppo
febre,
de
che
lucense
del
stato
chiesia,
et
raamo,
Dio
tutti
da
Anselmo
et
devotione
cum
thesauro,
et
servi,
serve
et
raunificati
che
et
fusseno
tutti
a
romana
ogni
anelile
dominio,
suoi
liberi
lassati
et
milmente
Si-
incarcerati
fusseno
de
suo
li
tutti
per
,
suo
chia-
ordinatamente.
r
et
el
poveri
lassò
volse
cramenti
sa-
scopo
epi-
Pietro
de
chiesie
li
lassò
la
a
li
a
spirituale
legale
Patrimonio
le
venire
prese
rasone
a
mortai
pervenuta
patrimonio
che
bate,
ab-
grande
giunse
padre
suo
Per
da
sentendose
Cliristo
de
li
vita,
sua
la
tanto
per
quale
quale
celebran-
et
opressa
sexantanove,
sancto.
il
acolto,
uffici,
natalitia
sposto
di-
visitarla
ad
venne
divini
mille
havendo
benignamente
li
a
tività
na-
anni
cluniancense,
abbate
da
fu
così
et
li
fare,
li
ne
tredici,
et
salutifera
la
de
Salvatore
del
cento
festa
la
et
satis-
il
40
Olivero
de
gliere
di
Garisondi
cavaliere
fama,
suo
dato
ha
non
nobilita
la
A
Bologna.
che, per
che
Garisendi
virtù
et
de
Bologna,
loro
debbo
inter
el
cavaliere
et
Thomasio
diferentie
per
di
la
cosa
essendo
et
cita
il
quale,
per
dal
se
Re
pose
Filippo,
la
nel
et
recomandandose
cum
affinità
de
cavaliere
el
et
non
in
di
sua
lio;
exi-
in
posto
regno
qual
l' arme,
sotto
habitare
vergogna
liere
cava-
figliolo del
per
et
certa
'1
che
sdegnato,
come
nostra
de
grande
expulso
trasferitte
Burgari,
inimicitia
uno
che
tendere,
in-
Olivero
cita
forma
Di
conditione.
fu
la
tutta
famiglie
Garisendo
se
fu
cita
la
di
Burgari;
mici,
ne-
duncha
confine
ocise
Garisendo
de
mortale
in
possessione,
cavaliere
de
de
del
suoi
de
Se
nacque
etterna
magnitudine
homo
de
sangue
de
primo
cavalieri
cita
suo
fulgore
narraremo.
splendidi
del
poco
il marito
di
la
fece, in iactura
animo,
come
de
stantissimo
pre-
lendo
vo-
Italia,
Pranza
Serenità
molto
a
lui
41
gli
quello
per
serenissimo
et
parendoli
valoroso
come
constitui
honorato
mesi,
pochi
condusse
Re
fiorente
exercito
de
Lusignano
Re
il
di Pranza
Pranza
et
Re
chi
gesti
Inghilterra,
a
quale
r
ysola
r
Garisendo
in
fece
se
solima
Hiero-
de
il Re
di
Et
quale
portò
suo
( la
de
tornò,
ri-
regno
poi
al
el
ca
tanta
il
belicosi
alcuni
recompensatione
nel
di
poi
Hierosolima,
guerra
la
ne
insieme
l'impresa
suo.
doppo
di
che
questi signori.
abandonò
Cjpri )
de
et
Pranza,
impresa
hebbe
lico,
GalIl
dovesse,
regno
a
generatione
Inghilterra,
tochare
nel
Siria
Christiane
principato
indignato
retornò
di
de
cum
Saladino
Re
Saladino,
et
et
Hierosolima.
del
a
dal
de
Re
contendendo
inde
cum
in
de
nome
de
li
cavalieri,
passarono
tolta
stringendosi
da
et
Inghilterra,
al
acquistare
già
cipe,
prin-
adcompagnandose
seco,
Guido
Re,
cavaliere,
numerosi
cum
Hierosolima
Il
magnanimo
stipendio,
Ricardo
per
intravenuto.
era
Re
vallerò
strenua-
di
42
'1 Re
che
mente,
donandoli
amore,
stipendio,
cavali,
in
el
la
anni
assai
denari
torre,
a
ditione
ciò
quilli tempi
famiglie
hogi
non
di
altri
per
la
sperasse
già
recevuto
li
mai
Poi
questo
mio
con-
in
de
torre
et
a
vederlo.
che
questo
quando
ad
se
marito
consiglio,
dicea:
è
mosso
essendo
suo
ella
Theodora,
al
respose
farebbe
le
come
altrimenti
denari
infra
di
bella
gloria
sperava,
,
sua.
meno
perchè
vedesse,
marito,
de
vede,
se
come
contento
una
tante
tempo,
repatriasse,
Onorio
fare
et
pompa
anchora
perdesse
de
citadini, perchè
fabricava
se
nata
nomi-
sua
paresse
gli
de
l'amore
ricomandò
donna
facesse
non
circa
da
figliola
che
to
Sta-
thesoro.
Garisendo
la
a
Theodora,
Rodaldi,
quell' altra,
vedendose,
et
or
geme,
stimolato
et
patria,
molti
el constituito
et
cavaliere
de
gran-
pose
or
cosa
trovò
se
quattro
de
questa
forma
così
oltra
denain,
or
et
li
Philippe
la
gnifico
ma-
volontà
certo
Per
da
prudente
im-
in
ini-
•43
micitia
exilio,
in
et
deverebbe
Et
cercare.
admiratione
disse
al
vide
nel
homini,
che
Consigliatasi
fermo
ha
(come
duncha
che
animo
de
et
de
li
et
chi
a
in
poco
augumento
del
animo
affectionate
altro
del
non
arte,
volea
li
havea
de
li
loro
pregava
recevuto,
amore
wle
quando
in
de
di
quali
et
chi
a
cum
doli
usan-
servitio
de
le
loro
da
de
lei et
quale
quale
recordo,
accadesse
cum
valoroso
che
dal
fragio
suf-
va,
presta-
assai,
o
fussero
non
altro
homini
parole,
amantissimi,
marito
hogi
quello
donna
come
se
cum
discretione
et
donava
et
de
calcina.
de
paresseno
intellecto,
astutia
effecto
fare
per
prudentia
cessità
ne-
mandava
indigenti fusseno,
grande
più
sua
amore
cusi
domane
citadiiio,
la
per
et
proponimento,
questo,
per
marito
pietre
de
gloria
in
et
expelimento)
suo
gliata
consi-
per
pensiero,
presente
questa
fu
virtù
Mio
:
gratia
in
ella
nascosa
permutando
anima
solo
cosi
stando,
da
sua,
che
onde
tere
let-
facea
lei
parlas-
44
lui
seno
de
ciò
quello
li
aquistandoli
restitutione
in
adiumento.
fusse
che
devano
amore
la
patria
respon-
solamente
lui
a
de
Costoro
non
et
el
lei
a
a
amore,
loro
donavano
,
vita,
la
ma
disponevano
come
credere
more
et
liberalità,
li
a
fede
1'
perchè
homini
munificentia
lei,
de
piaceri
degli
glioli
fi-
proprii
debbe,
se
la
di
quella
et
a-
cum
servire
et
se
aquista.
Or
sendo
denari
el
ogni
mandare
anno
et
et
gli
eflfecto
del
che
sua
la
possibile,
suo
pensiero,
torre
ravigliosa
fusse,
la
onde
megio
a
cavaliere
la
come
,
al
quale
ne
optimi
attendesse
gratia
vago
liere
cava-
scrivea,
bella
altra
che
molti
perchè
facevano,
questo
Il
più
turnità,
taci-
principiato
et
la
vederebbe
tornata
il
marito
faceva,
se
pur
quella
cum
suo
moglie
ella
era
Garisendo
Garila
a
usava
geme,
prude ntia,
cum
cavaliere
sequendo
et
la
la
a
ma-
cita
maestri
pur
del
do
in
tornare.
questa
45
solicitava
et
alegrava
se
cosa
darli
man-
,
denari
perchè
in
Dimorato
signore
exilio
la
restituì
ad
gratia,
ad
venne
mandò
et
havesseno
marito
in
essendo
questa
stato
dentia,
che
et
voi
speranza,
auxilio
gloria
in
del
et
mio
lo
ne
la
siderata
de-
et
intrasse
aquistati
in
nascose
amonite
et
fare
ad
li
li
armati
soi
Theodora
per
marito,
del
casa
in
prima
ma
li
Franza,
proveduta
quilli
patria,
affectio-
cum
di
secrettamente
amici,
fede
la
la
cavaliero
Re
Bologna,
cita
la
ne
publica
cavaliero
partì
se
suo
offendere
el
dal
licentia,
Re
de
non
Habiuto
adversarij.
Burgari
gratia
la
suo
morto
Oliviero
esso
promissione
nata
di
illustre
nostra
Garisendo
del
essendo
cavaliero
inimico,
circa
cavaliere
Philippe,
Re
Thomasio,
cum
ci
finisse.
se
intercessione
ad
anni,
dieci
presto
loro,
che
del
advento
forma:
diari
fratelli,
proprio
divina
provi-
habia
io
suffragio
marito.
posto
ve
per
Voi
ho
ogni
mia
chiamati
vendicare
sapeti
la
cum
46
la
de
tempo,
amore
ve
vostra
fede
suoi
li
inimici,
in
nostri
consuli
de
stato
Aduncha,
parole
siati
prego
che
ne
le
la
ne
li vostri
disio
che
tro-
de
tanto
la
virili
mie
vi
vere,
mani
resti
quale
tutta
dolci
fìa
le
a
et
aspecti,
voi
del
non
benché
forti, animosi
vostre
costanti,
la
via
onde
salute
vedo
questo
fratelli
comando.
Costoro,
già
inanimati
li
et
reputatione.
guardando
femina,
ad
li
da
pieni
vostra
et
Victoria,
de
far
in
vincitori,
publica,
non
de
debbono
administratori
Re
utile
senza
la
se
inproveduti
sareti
sareti
la
fia
recevute
restarano
che
timore,
stro
vo-
come
seco
quali
forma
vareti
essere
l' onte
de
vendecta
che,
promessione
et
vogliati
valere,
col
charamente,
prego
af
venire
patria
il
per
;
giunto,
debbo
carissima
la
fruire
ad
stato
è
singulare
Hogi,
et
lui,
il che
per
mio
cuna
exilio.
in
fanno,
de
vergogna
caciato,
fu
casa
tanto
mio
et
iactura
quanta
fieramente
ra-
48
confortolo
Et
strenui
gesti
et
manchò
lei
sequire
lui
facesse
che
Lucio
marito
sotto
d' arme,
marinari
più
Duca
de
la
fecto
la
per
Vitellio
combattendo
marito
fusse
Il
cavaliere
ad
de
spada,
sio
et
armata
la
monte,
pre-
infra
Di
Vespesiano.
che
che
casone
et
andò
vedendose
effecto
se
uscì
'1
mane
di
suadere
per-
femi-
una
co,
inimi-
oculto
fece
et
remuntò
amici
li armati
cum
ad
da
lo
da
armare
cavaliero
de
et
Apolinaro
duncha,
caciando
casa
gente
vincitore.
stimulato
cavalo,
castello
romana
fu
tanto
subito
nel
discordia
et
Thiara
et
Romani,
Juliano,
nata
Cesare
a
de
molte
sotto
suo
fratello
Cereo
dal
dimorava
quale
na,
de
il
lontana
poco
de
il
Terracina
munito
Volsi
de
in
tempo,
nocturno
Thiara
principe
et
ferocità
Vitello,
Vitello,
AuUo
poco
spada
manche
cum
core
che
la
cingesse
se
non
virile
vendetta,
la
a
non
ardire
et
tale
cum
casa
a
fu
Burgari,
la
de
militare
Thomaet
ocise
49
uno
fratello
suo
de
or
casa,
de'
et
questo
parente,
inimici
Burgari
la
scorso
de
lui
cita,
morti,
il
la
li suoi
la
de
la
se
la
tione
ella
suoi
fusse
lo
de
che
honore
grave
lei per
sola
di
suoi
poi
la
rota
contri-
la
fede,
sua
lo
extermiil
havea
et
lachryme
de
vincto
che
infamia
fedo,
che
rito
ma-
maledecta
et
de
'1
inimici, pregò
recuperato,
peccato
lui
lata,
stimo-
che
casone
a
nire.
fi-
specialmente
et
consiglio
venuta,
per-
morbo,
in
core,
de
gli occhij
cum
poi,
sentiva
se
al
dette
quisti
crudele
peccati,
iniquo
quale
conscientia
traditore
persuasione
nio
la
stata
essere
per
forza
a-
laude
cum
cinquantasepte
cortello
de'
remase
lo
La
de
ne
visse,
amici
infirmò
che,
come
per
fideli
la
tutta
conservandose
anni
cui
Di
'1
donna.
de
etate
per
finché
valorosa
infugati
spaventò
citadino,
de
quali
et
che
quale,
primo
more
a
tale,
de
riti,
fe-
quali
,
quali
modo
ad
amico
or
,
in
cita
et
non
era
de
volesse
rito,
ma-
gni,
preil-
suo
senza
lui
et
remo-
de
50
injuria
ogni
tere
fecto
de
pietà
la
per
in
et
lante,
de
loro.
a
l'onde
da
miseri
noi
niente
Audite
da
le
da
Nicodemo
del
fama
di
mese
et
pietose
passò
quale
abbiamo
do
va
prega-
temere
Dio.
cavaliere
ste
que-
elio
fare
promisse
Et
essa,
mata
ar-
de-
tartaree
forze,
dando
ad
Alexandre
figliuoli
mille
salute
humana
la
et
de
de
a
de
dui,
etterna
cum
presente
gloria
et
ducente
lachrjme
la
li anni
ne
septembre
la
poi
quando
per
suoi
et
et
arme
benedictione
sua
lo
et
il
le
morte,
che
catoliche
le
ven-
aburti
havea.
decto
lute
sa-
toccava
non
peccati
Sì
parole,
lei
fenderse
li
piotate
sancte
quanto
la
de
perdonare
cum
la
siamo
giova.
volesse
la
considerando
piangemo
ne
fare
non
conditione,
anegati
chè
per-
per
quale
Perchè,
Immane
r
anime
perdonando,
iubi-
morire,
stato
loro
le
ef-
ciò
a
potesse
sarebbe
inimici
illustre
come
magnanimo,
pace
meglio
decta
Dio,
l' homo
de
suoi
li
verso
li auscultanti
vita,
tanta
in
donna
la
51
recordata
fulgentissimo
lo
virtiite
Maria
la
In
cita
fu
cita
di
femina
tacere
per
de
il
parenti
certo
se
li
et
quella
pare
del
nostro
Gj-
habiano
et
al
bene
che
generosa
non
el
di-
Roma,
non
nome
excepto
consequito
suo
de
tanta
splendore
trovare
suto
hora
trovarne
quantuncha
nevero,
che
campagna
virtù, che
memoranda
sequente
bellatrice.
Puteoli,
in
più
per
bellatrice.
Puteolana
i^everendissima,
una
le
Puteolana
Pozuolo
cemo
de
ornarcmo
Maria
Da
6.
nostro
quale
Gynevoro,
splendore
de
del
ornamento
per
pos-
Origene
beatissimo
nome
fonte.
sacro
de
Ma
le
cogitaremo
sue
,
judicaremo
opere,
et
egregii
virili
de
stata
essere
parenti
conciosia
,
che
'1
basso,
quella
che
para
che,
de
haverebbe
non
virtù
atinse
de
plebeo
seme
potuto
animo
costei
atingere
forze,
de
et
la
perchè
et
clarità
,
del
valoroso
se
sangue
qualche
non
se
caligine
può
de
quinare
inex-
infonde
sorto
trema
le
volte
più
fecia
de
valoroso
simi
pes-
quantuncha
vede
se
surgere
quello
parenti,
de
costumi
in
plebesca
animo
alto
et
ingegno.
femina
Questa
Maria
forze
grande
poche
parole,
bevea
se
non
ornamento
et
vive.
de
grande
homini
et
et
non
Hobbe
in
virginità
et
ad
sempre
armati
de
prudente.
se
a-
alte.
cose
continuamente
Conversava
più
fu
;
mangiatrice,
aque
fu
quale
effigia
de
virile
disposto
nimo
mata
chia-
mediocre
ma
grande
era
la
et
che
presto
Non
fu
Puteolana,
de
strenua
duncha
gli
cum
specialmente
cum
,
haveano
che
quilli
Mai
core.
et
che
le
savie
invicto
risi
et
de
reverentia
de
fu
per
li
lassivi
pensieri
timore;
portata,
hano
de
sono
et
lei,
nimo
l'a-
parlari
et
gli homini,
et
de
era
che
stante
preminata,
conta-
paura
li
donne,
libidinosi
giamenti
in
meno
non
et
d'alcuno
reverentia
per
perchè
strenuo
et
vaghehabiute
quando
pur
53
la
da
fortuna
citia
coutractate
sono
certo
sone.
Era
invano
pudicicia;
doncha
che
V
a
in
acta
molti
cum
lei
batendo
certo
de
treza
del
al
Non
rocha,
Costei
sivi
baci
et
homini
et
a
de
a
1'
al
fuso,
arme.
de
de
de
la
a
abraciamenti
illustrata
ma
al
l' arco,
tuta
Era
data
era
nobilitata
era
non
com-
dex-
all' aco,
ma
dardo
et
superati.
,
faretra,
modo
por
inconsuetta
et
spechio
Fu
1' arme,
a
cavallo,
lei
da
la
vir-
combatere
a
corpo.
a
la
a
summa
disposta
et
rara
tessere,
al
fu
muliebre,
erano
de
virginale.
et
piedi
ra-
che
desideravano
a
modi,
narrate
arme,
lei
ornamento
che
pudi-
più presto
ornamento
più
ad
né
perhò
pur
de
tute
le
por
costei
de
moltissimi
per
dedicato
corpo
forze
le
sono
la-
gli
cicatrice
,
aquisite
fa
di
le
ne
per
sempre
ferro
et
Combattea
cum
bataglie.
li
di
gloria
L'
animo'
suo
dispreciatore
morte.
lei, come
herede
confinanti
per
di guerra,
defensare
54
iurisditionc
le
et
patria,
honori
et
quella
de
la
sua
et
augumentava
,
secondo
meno
non
de
stato
Oritia
la
insieme
Alcuna
et
volta
alcuna
costei
bataglia
le
forze
tarda
era
cum
La
vigilava.
membra
per
gerarse,
ponea.
sopra
Presso
Fame,
dine
lassitu-
pacientia
Quando
sotto
volea
pur
in
riposso,
alcuna
l' erba
o
de
mente
cauta-
et
armata
dehcie
prom-
mirabile
ni mici.
sonno
singular
dare
lenta.
tessere
li
Era
partire
havea
gelo,
nocte
adcompa-
tanto
et
de
sola,
primici.
nel
et
insidie
caldo,
overo,
che
rumare
r
sete,
asaltare
corporee
ingegno
nea.
lo
audace,
et
pta
li
a-
honori.
Maria
cum
quilli ne
de
et
pochi
cum
l'
ampliò
questa
volta
che
consorte
sua
stato
comhatette
gnata,
se
di
facesse
che
victorie
Imperio
del
Amazone,
Antiope
cum
mazone
le
de
moltissime
per
la
cita,
sua
Regina
conditione
le
soste-
il
cielo
a
le
terra
iacea,
volta
refri-
sopra
il scudo
femina
et
maraviglia,
la
sopra
licentia
cuna
cita,
la
de
homo.
non
andò
rocha
quali
del
forze
furono
ella
sola
avanti
vandose
il
et
suso
de
le
Lei,
gentile,
palo
uno
grave
di
ferro,
come
vendo
facto,
il
Petrarca
prendesseno
elle
lo
il
1'
il
o'etasseno.
la
cita,
dando,
an-
per
stantia
prefare
animo
fece
dardo.
tare
por-
grande
uno
drieto
uno
disse
a
tro-
Petrarcha
se
et
saxo
et
Poi
de
degno,
lieve
gettoli
loro
experimento.
umana
et
le
volesse
alcuno
homo
parendoli
parte
de
pregò,
gratificare
per
arme,
domati.
animo,
femina
come
ho-
cogitabonda
la
forzie
sue
forti
d'
tempio
il Petrarcha
suo
derla
ve-
disarmata,
gioso
del
ad
seco
provare
de
altri
diverse
de
lei
da
giorno
et
exercitio
per
et
uno
alcuni
venuti
mondo
superiori
puteolana
per
erano
de'
alcuni
cum
durati
pieno
cum
combatere
mini
Et
1' altro
Questo
iocosamente
li
trabo
altri
et
haverso
astanti,
il
saxo,
che
et
57
Il
Potrarclia,
maraviglia
resposo
sulivare
a
de
pieno
il
più
essere
:
calamo
et
stupore
acto
simile
che
,
di
pondo
ferro.
dire
costei
forza,
de
Che
si
puotc
de
superare
et
'1 Petrarca
che
virile
il
il
tanta
uomo,
se
cupò
oc-
femineo
sexo
dicendo,
fusseno
non
mai
stimonij
ogni
superare,
suoi
gli occhij
dextrezza,
vergogna
vedere
per
tanto
de
de
de
più
dunque
se
stati
te-
haverebbe
cosa
,
?
creduto
Maria,
trice
fu
Ultimamente
fianco
nel
ferritta
de
regina
nel
tia
et
lana
le
Antiope
;
valorosa
possuto,
Gjnevero,
di
virtù
feniina
de
ad
le
ria
glo-
Pantasilea
honore
cui
Ori-
alcuni
tri
al-
morte.
questa
al
frMide
su-
regine
comune
de
habiamo,
narrato
due
quantuncha
morisse
et
bellatrice
le
a
lei lassato
de
Grecia,
Amazone
regno
dicano
La
in
quale
laude
nome,
habia,
che
la
per
h avendo
manche
non
cessa
ferrita
moritte,
se
combattendo,
giorno,
uno
bella-
questa
Puteol-
meglio
del
che
glorioso
vogliamo
58
il
fronte
nostro
gloria
manco
li
duci
li
e
mjrto,
di querco,
costumi
de
che
Polenta,
7.
del
fia
Conte
naoglie
come
una
altri
stanti
pre-
donna
da
Polenta.
figliola
del
conte
honoranda
circa
tredici
donna
honestissima
corpo,
et
gratia
Fraccsca.
de
era
Di
viso
di
de
quale,
anni,
stato
moritte)
behssima
et
exceliente,
nominata
che,
Polenta,
cavaliero
(il
Bologna
nardo,
Ber-
Albertho
de
de
lei
de
signor
la
cita
Venusta
Bernardo
splendidissimo
cui
regni,
infrascriptamente
Galuzi
la
aquisiti
illustre
una
magnifico
de
et
di
lauro,
loro
cum
Francesca.
De
Francesca,
fu
cavalieri,
intelligentia.
benigna
cum
cuna
narrando,
gratitudine
generosa
et
de
ornaremo,
ne
li
di
stati
imperij,
triumphi,
da
poeti,
imperatori,
overo
anchora
li
sue
non
lucubratione,
le nostre
de
le
facesse
che
et
ornare,
com'
la
e
per
sta
Venu-
naturai-
59
le
mente
che
molto
combatuta
giovani
Ma
lei
altre
lascivi
al
amanti
vento
nima
del
h
r
battaglie.
visse
1'
a
del
la
de
aere
l'
inquinare
generosità
et
insidie
et
opera
non
onore
cum
pudicitia
lassava
per
la
et
et
ogni
et
fu
de'
occhij
donna
honestate,
continentia,
et
gli
lascive
savia
come
grandissima
di
piacene,
cose
da
da
et
belle
suo
a-
gue
san-
memoria
cara
maritto.
magnificamente
Visse
tione
de
fama,
pudica
conforme
serve
Fu
sangue.
la
a
devota
in
et
in
reputaservi
cum
del
gloria
del
quanto
suo
del
stato
Dio
a
et
radiso
pa-
al
et
,
fu
mondo,
honorata
Fu
dota
calamo
musica.
Fu
virginità
fu
la
de
devota
de
de
piacere
la
Regina
come
sua
richeze.
lettere
latine
lingua,
Pigliava
pictura
molto
la
per
in
Fu
facunda.
dilecto
poco
in
et
intelligente.
il
cum
et
habundante
morale
donna
assai
la
liberale,
non
la
de
et
in
laude
di
Cieli.
reale
et
de
gliava
Pi-
dilecto
60
ad
andare
de
et
nel
donne
r
lepore
Uomini
virtute
sua
in
haveano
et
proponimento
viduile.
la
per
do
cum
stato
falcone,
ad
cacia
Vivea
caprioli.
stare
ucellare
de
volta
alcuna
et
et
stantia
pre-
singular
reve-
rentia.
che
Accadetto
da
oppressa
del
de
farla
esso
principe
al
alto
del
per
subiecta,
cosa
fermo
cum
ponimento
pro-
exterminatamente
prima
che
de
è
la
più
cosa
tolto
li
fusse
libertà,
usata
sua
Il
populo.
,
morire,
cipe
prin-
Yesconte,
bolognese
terminava
quale
guerra
exercito
potente
Bernabò
intolerabile
era
milanese,
Milano
ad
longa
et
Bizozero
capitaneo
cita
nostra
fiera
Jeanne
da
la
dolce
che
el
thesauro
perché
libertà
la
per
non
finire.
Ordinò
fare
cum
testa,
cum
el
principe
lissimo
ultimo
signor
de
capittaneo
lo
exercito
sforzo
suo
et
suo
essere
inimico.
Mala-
Carolo
Arimino,
a
La
sieme
in-
le
fidemane
Venusta
01
iutcndondo
Francesca,
populo,
del
de
et
gular
speranza
il
per
ingegno,
exercito,
r
altro
megio
altro
aceto
di
cesta
de
lettera
li
bolognese
:
«
;
la
di
che
condito
Et
sua
pria
prouna
recomandandoli
la
por
futura
valoroso
mio,
io
mossa
in
1' altro
forma,
questa
populo
Signor
quali
rosata.
aqua
scripse
affectione,
do
(cre-
grande
una
presente,
in
in
et
pane
de
gentato
ar-
iulebbe,
mandoli
et
et
mano,
mogio
era
candidissimo
questo
taglia
uno
et
aurato,
argento,
vino,
:
zucharo
cum
In
sentare
pre-
pavera,
cognoscessero)
solerane
rosato
de
et
et
a
stume
co-
bolognese
1' altro
auro
se
pieni.
erano
del
;
alliora
degno
por
aurato
fin
perchè
lei
coperti
argentato,
era
sin-
Victoria
magnificentia,
fiaschi
tri
de
r
futura
capitaneo
de
prese
ne
mandò
sua
il
donna
sapendo
non
fare,
de
uno
de
che,
che
altro
valorosa
come
animo
deliborationo
la
el
bapitaneo
ca-
sinceramente
ho
a
la
excellentia
da
6-2
de
le
patisse
la
per
tjranno,
il
servi
lui,
a
la
a
de
feminella.
confortarti
li
affannati
le
de
racomandato
populo,
virtute
di
de'
gloria
militare
recordote
figliola, perchè
è
iuucta
duncha
de
cum
mio,
in
affinità
casa
sia
te
del
la
farai
renovarai
et
A
virtù
che
casa
per
litare
mi-
tua
operando
victorie
grandissima
la
prego
lia
disciplina.
et
fusseno
per
progenitori,
felice
cum
la
toi
per
speranza
così
degna
vota
de-
tua
mando
signor
; che
te
mi
stasene
Te
che
tera
let-
compagnia
te
1' unica
felsineo
cosa
de
calda
capittaneo
strenuo
in
quale
arme.
farne
presente
spiriti quando
la
da
fatica
la
Il
del
liberi
de
presente
che
guerra
alteza,
tua
exiguo
lo
vele
scrivo
da
jacture,
et
presente
quale
cita
questa
incendij
affanni,
desiderio
dal
e
liberata
vedere
grande
li
virtute,
tue
la
quali
pre
sem-
illustrarono
la
cha
dun-
tua
me
io
mia
mando,
racco-
nor
mi-
sono
da
antiquo
Malatesta.
lenta
Pocon-
Prego
64
de
loro
de
glorie
le
putatione
de
la
acendere
li
passati
cita,
nostra
ad
posteri
re-
per
et
per
simile
o,
magior
a
vero
se
la
de
bataglia
chiamava
al
la
presso
facta,
in
in
le
contro
liostile
da
gente
et
apo-
di
copie
Se
squadre.
variamente
state
spada
cavallo
le
piedi
grande,
la
cum
animare
militi
vedeano
chri-
cavala,
a
fu
miglia
capitane©
leardo
sopra
Rophillo
tre
rubicondo
mano,
melato,
le
el
che
Rophil-
san
san
nostra
vedea
et
grosso
de
ponte
cita
se
de
bataglia
questa
viatoria,
aquisita
la
lo, perchè
In
glorie.
mischiate
et
et
,
avilupate,
in
et
chi
di
cavali
chi
chi
terra,
da
li accuti
proprio
li
per
1'
canto
un
de
exire
ferrite.
Se
le
spezato
lanze,
terra.
sopra
receputi
ferri
vedere
in
et
duto
ca-
chi
ferito
la
gropa
colpi
et
,
le
parto
quello
et
morto
fin
piegato
passato
cum
questo
et
le
Parca
vivo
li tronchoni
parte
Se
lanze.
sangue
vedeano
1' altro
a
vedeano
no
de
l' aere,
de
de
li
et
ca-
65
vivi
vali
alcuni
et
morti
et
cespitanti
li
Pareano
da
sentire
picturi,
tanto
che
altri
gli
felicità
il
cavalli
r
pedoni
la
di
arme
?gli
Se
di
cum
tiranti
archi
bolognese
strenui
lo
acti
Legato,
fin
a
le
et
cazavano
in
aurechie,
vedeano
li
similmente
arceri
li
de
che
vore
fa-
in
Se
gesti
logna
Bomolte
terra
corde
nervose
da
vedea
cum
populo.
et
per
et
Spagna
a
de'
nobilissimo
del
cadere
morto
del
pulverosi
et
combattenti.
cardinale
an-
il viso
et
cavalli
degnissimo
ferite
minciavano
inco-
vedeano
militi,
nepote
li
tutti
formato,
da
Alonso,
Egidio
de
Se
terra
liomini
dono
pincto
vedendolo
insanguinati
percossa
li
qua-
pareano
naturalmente
fremire.
cliora
freni
li
cavaio
excellentissimo
Appelles,
che
pavesi,
fi'emire,
fusse
che
pincti,
terra,
spumanti
cum
manche
cum
non
in
1' imbrazatori.
da
cavali,
faticha,
la
per
li
ne
abandonati
erano
versati
re
le
le
duri
saette
baliste
,
caricare
et
trare.
Si
vedeano
li trom-
66
rnbicuiidi
betti
le
a
tube
li
Se
Chiesia,
al
capittaneo
esso
che
li
menare
la
a
credo
cita
nostri
a
Altro
di
torniamo
li
poi
1'
a
recordi
che
eh'
opere
de
de
fedeli
vexilli
li
certo
bellica
mai
se
se
quanto
dire
au-
comba-
questa
gloria
cura
non
de
degne
per
ingegni
desse.
ve-
non
affigurati
altri
et
dardi
sten-
che
cosa
già
Se
inimici,
li
dunche
donna
et
de
si
cita.
la
restava
non
Lassiamo
passare,
de
pineta
vociferare
tenti.
li
Victoria,
degnamente
più
insegne,
rapire
tempi
de
combatuti;
et
intiera
per
donato
quello
et
l' arte
poi pigliare
vedeano
del
quello
ventilanti
de
de
,
vento
anchora
collegij
vcxillo
malateste
cum
dal
pareano
vedeano
de
capitano
valoroso
menti
instru-
Bologna,
de
libertà
et
el
vedease
et
com-
pavaglioni
molti
vedea
vano
da-
li
li
et
fiate
en-
che
inanimare
tesi,
bellici.
popnlo
fiato
vedeano
tentorij
Santa
del
per
Se
battenii.
et
forza
la
per
guangie
le
cum
;
la
lorosa
va-
annali
habiamo
et
67
potuto
sapere,
(le
de
lei
aurati
li
anchora
prosente
fiaschi
donna
Questa
pio
nemici
al
capitaueo
fece
panni
cum
non
la
(data
Busa
fusse
che
decta
orionda
Canusia,
de
grande
Canusia
la
nibal
a
strachi,
de
li Romani.
stato
la
da
la
et
con-
libéralissima
pugliese,
la
verso
mani,
li Ro-
a
quali
magnifica
tudine
molti-
fuggirono
dette
Hatutti
fugiti
nudi
ferriti, insanguinati,
percossi
in
lei,
et
grande
Li
donno
liberalità
quilli che
strage
cessione
inter-
de
confederata
cita
suo
via
femina
PauHna
de
per
del
la
pie-
chi
a
gratia
equalità
ditione)
et
memoria
manco
del
mandoli
et
dolce
cum
pace
in
sua
per
liberare,
denari,
et
de
grande
cum
altri
stume
co-
molti
fece
poveri,
molti
suo
menati
ferriti,
medicare
et
per
liberalità,
de
et
erano
proprio
tade,
duncha
presoni,
che
cita,
a
'1
pinoti.
erano
li
che
Busa
et
senza
,
spavento
de
potentissimo
la
terribile
vincitore
strage
del
Ilanibale,
fu-
68
vestiti
confortati
recevuti,
rono
et
,
medicare
facti
le
ne
datoli
et
arme
cum
sessione,
posdissima
gran-
gli
maravi-
liberalità
et
pietate
proprie
sue
osa.
Francesca,
Venusta
Questa
la
de
intelligentia
pigliava
animo,
come
de
virtù
preclare
el
giorno
di
di
che
lei
morire.
Fu
a
1' bora
doglia
Uno
il
potea
non
nostro
uno
e-
di
Andrea
nobile
famiglia
Magnanimi
sue
perdette
nominato
citadino,
falconi,
decto.
felconiero
suo
suo
1' altre
habiamo
falcone,
gregio
de'
fra
in
sopra,
del
prestantia
piacere
più
per
et
tiqua
an-
,
la
de
che
la
per
homo
fiero
Questo
che
et
de
de
il che
sentendo
nero
duncha
a
el
famiglia,
ginoso,
cali-
come
chiamato
era
acto
causasse
questa
viso
Andrea
era
Magnani,
troviamo
citadino
uno
dice
se
coruptione
quale
Bologna,
de
nostra
coruptione
per
per
no.
cita
ÌNIagnadi
nimi,
Magna-
qualuncha
dispiacere
stantia,
prede
la
69
donna
il
per
sinceramente
che
lei
la
et
gnificentia
donna
già
chè
per-
familiare,
de
ma
la
per
virtute
et
falcone
non
atFectionato
era
li mandò
uno
avea,
de
fusse
a
donare
a
pelegrino
fcdchone
perduto
ma-
essa
me
co,
de
costume
le
amano
mai.
già
potea
che
gentile
fu
la
la
nobiltà
se
nel
del
per
che
la
più
splendore
sarebbe
robba
senza
,
si
donna,
lui
più
animo'
non
del
essere
non
dicendo,
fortuna,
bona
non
be-
de
dono,
de
core
lui
a
lei
et
excellentia
secreto
marito,
per
lui
discreta
ricevuto
temptata
roso,
gene-
munifìcata
donatore
del
tore
dona-
non
fra
,
ingrata
solata,
con-
il
fatto
tanto
del
se
nò
presente,
existimando
core
che
havesse
r
vedute
assai
restò
essendo
amicitia,
ornate,
state
essere
non
nefìtio,
virtute
sieno
donna
che
gentili,
considerando
et
alcuna
de
loro
La
non
animi
persone
da
ancora
li
volte
derlo
pren-
che
a
la
manchava
et
iiKlicando
presso
mormoratione
lei
de
70
del
vulgo,
vole
cum
pessimo
detractore
virtuosa
gloria
volendo
non
femine
quelle
le
più
che
homini
gli
de
attendeno
se
el
in
quello
or
riccheze,
valore,
et
sindicare
non
de
estimano
transitorie
et
et
numero
che
petulante,
vane
vivere,
nel
essere
chi
di
non
or
sto
que-
frivole
cose
et
,
de
pieno
del
mancare
duità,
al
se
spoliò
in
tutto
multi
tal
de
tadini;
cita
la
de
parlò
quale
il
quale
fronde
;
augumentaremo
li
fulgori
de
uno
mente
egregiacome
ci-
la
tutta
presente
le
gnanimo
ma-
donare
de
Gjnevero
nostro
al
magnifichi
gloria
cum
etate
argumenti
scarlato,
li
dilecto
vaghe
chora
per
fraponi
ne
et
a
fallerato
il
la
et
cavallo
per
per
cum
sani
mandò
costumava
se
a
pensiero,
Andrea
bellissimo
debito
et
vi-
sua
satisfacto
havere
tempo
de
la
de
splendore
cum
volendo
non
pur
vedendose
et
debito
Ma
vento.
lei, per
ne
nerà
or-
verdegiante
sue
quello
come
de
prudcntia
an-
ornamento
de
Cathe-
quale
già
Italia
vagate,
cita
a
in
haveano
r
il
regioni
patria
nel
Galiazo
da
cita
de
li
;
Rocelli
Ver-
Lodi,
sue
Pino
Furlì
Ordo-
ritornò
Similmente
in
la
Faventia
stato
suo
tenti
po-
molte
Et
da
signore.
pristino
terzo,
la
cum
castelle.
in
et
Vignantesi,
li
et
Octo
Pergamo
Alexandria
et
tolse
obtenne
Suardi,
Como;
Caval-
nobilissimi
Russi
li
;
sangue
Ghibilini,
;
le
tutte
de
Cremona
parmesani,
Parma
per
Ugolino
li
di
li
morto
lapho
die
concitate.
dominio
erano
efiusione
opresso
sconi,
anni
forma
cum
arme
cabove,
se
ducente
per
che
retornò
,
da
li
conti
dura
da
pressa
nobilissimo
lielmo
de
Verona,
de
et
altri
lione.
no
tutti
principi
Tutta
Carolo
a
Italia
li
Gui-
e
li
loro
nobili
la
Vesconte
piena
ranza
spe-
dominii,
populi
et
rebel-
presente
fu
perio
im-
lo
de
pigliando
Bernabove,
ritornare
solicitarono
caciato
o-
Cane
Facin
armati,
de
Scala,
la
stata
era
bataglia.
duca
da
figliolo
Como
de
de
ter-
73
incendii
rore,
dircptiono
il
dimostrò
come
che
l'anno
ne
'1
de
exercito
mandò
cita
albera
terzo)
et
in
Terdona
prese
Romani
ducato
la
de
il
singular
Baroni
in
la
;
fede
divino
a
li
de
non
che
ma
auxilio,
lei
et
il
consequire
ingegno
quali,
colonia
ingegnava
Questo
li
dendo
per-
Victoria,
già
se
per
modestia
an-
Adorno
nobile
spaventò,
se
a
morto
poi
tuttavia
animo,
non
era
principiata
Catherina,
grande
armi,
essere
Di
Milano.
de
duchessa
prima
la
Victoria
la
sequire
et
1'
ne
Antoniotto
cita
;
strenuo
quale
lenua.
ebbe
lo
grande
suo
per
Duce
tempo
de"
(la
di
Re
cum
molto
lenua
il
tendendo
in-
bavere
Bucichalo,
tumultuosa
chora
Guliazo
discensione
Subito
perito
de
Joanne
speranza
Italia.
cavalliero,
cometa
christianissimo
prese
imperio
la
por
duca
Carolo
Franza,
cielo
italica
Questa
moritte.
la
morte,
et
,
suo
per
de'
vedendo
donna
era
et
stria,
indu-
invocando
abraciò'
cum
citadini,
et
conservarli
figlioli, in
74
conservatione
del
ducal
et
salute
benetìcio
loro
et
stato
in
a
questa
,
forma
le
mosse
Cliari
«
citadini
sapiate.
amati
voi.
mondo
1' alteza
provocato
ad
Jenna
che
fia
hano
di
Pranza
Lui
ha
cita
suoi
de
tutto
quale
già
nostra,
fondamento
precipuo
Victoria
figlioli
queste
Terdona
et
se
per
Re
tutti.
subiugarne
preso
le
del
certo
che
arme
seditioni,
maledecte
expe-
mei
vedete
1'
sotto
è
et
dolore,
et
Voi
simi,
amatis-
morte
magior
me
signore
lui
cui
La
de
da
marito,
effecti
el
la
morto
molti
cognoscesse
non
l'è
de
per
sarebbe
:
fusti
credo
rienza
il
mio
Quanto
me
mei:
del
Excelleutia
vostro.
parole
sue
tiera
in-
de
pensieri
se
,
noi
sono
faciamo
non
femina
pur
fede,
le
forze
de
proprio
temiìo
vostro,
habiuto
facultate
et
questo
havendo
per
la
bisogna
signore
servatione
con-
che
per
la
vostra
la
a
stato,
voi
glioli
fi-
duo
quisti
cum
grandi;
non
Io
provedimento.
è
longo
famiglia
Sarebbe
Vesconti.
de'
mutasti
Voi
natione.
govi
dunclia
forti
et
stessi
se
peccato
senza
sapeti
Di
tutti
populi
prestanti
superbia
expulsi,
saremo
le
de
ma
citadini,
persuasive
parole
diventarono
altrimenti
Galli,
solo
del
et
case,
havendo
stato,
in
servi-
fare
fin
ad
expore
la
propria
de
la
vita
in
insieme
figlioli
salute
del
et
suo
consigliandosi
valorosi
cum
desiderava
li
robba,
et
resposono
ella
che
le
afFectione,
lei,
verso
grande
ciò,
li
audito
piene
animo
volere
Così
la
suprimere
non
teneri
et
stato.
amici
»
Questi
amore
che
me
potentati
ad
proprie
posti.
tute
li
voi
ad
a
pare
quisti
de
infine
che
pre-
;
constanti,
stare
che
convochi
et
haveti
quello
animosi,
quilli
externa
per
vogliati
sareti.
male
pur
vocarono
con-
Principi
che
,
erano
inimici,
cum
et
la
venendo
anchora
gagliardo
Francesco
insieme
Duchessa,
in
suo
da
derarono
confe-
se
la
adiuto
Gonzagha
quale
el
fé-
76
exercito,
florido
ceno
reaquistare
speranza
stati
de
bitata
indu-
pigliando
li
duti
per-
Duchessa
questa
et
,
caciare
Italia
de
il
Bucichalo,
liero
et
nome
superbo
quale
contumeliose
parole
et
el
latini.
dunque
quisti
Italici
ordinate
squadre
de
opugnatione
de
a
la
cita
de
reconciliato
liazo
de
animo
cavalieri
le
la
armati
la
et
rechedette
de
a
et
taglia. Bucicalo,
fece
ne
lui
li
Gonzagha
In
fino
generoso
et
,
contumelia
combatcndo
bavito,
in-
questo
che
forma,
fu
il
de
coi'po
assai,
agiungeva
Bucicaldo
bataglia
a
intendendo
in
de
et
Bucichalo,
derisione
grande
era
la
questo
corpo
pi-
gagliardo
suffrire
superbia
Ga-
homo
,
potendo
duta
perFacin
per
era
praestantissimo
non
forze
Duchessa.
che
forte,
ma
cum
superbe
già
a
Gonzagha,
colissimo,
principi
Terdona,
Cane
il
Radunati
reaquistarono
Bucichalo,
de
gesti
cum
disprezava
homini
gV
cava-
a
perchè
Galiazo
l' imbilicolo.
provocato
fu
a
la
gctato
77
a
liazo
cavallo
del
terra
dubio
senza
bazzoni
r
non
presso
lui,
hebbe
che
mai
Victoria
gli
la
si
da
quale
violata,
questa
tutti
Lei
governò
se
fu
casta,
fu
nel
de
justitia,
lei
d'
avaritia
fu
mai
alcuna
volta
per
temperava
discretamente
la
Doctrinava
li
al
che
virtuoso
r
stato
tute
verire,
tanti
faceano
et
specialmente
de
populi.
Queste
lei,
Jeanne
populi
madonna
molto
più
suoi
Dio
Ringratiava
facta
de
et
la
vivere.
havea
berale
li-
come
clementia
justitia.
di-
et
observatrice
bene
ma
doppo
spirituale
et
temporale,
gogna,
ver-
arme,
prudentia
pietosa,
nel
et
reaquistò
perduti.
Fu
homo
portare
et
grande
scretione.
la
volse
Duchessa
cum
sempre
picelo
sdegno
Franza;
stati
altri
Vedendosi
si
tanto
più
in
tornosse
Buciehaldo
esso
da
superato
li proceri
se
retrato.
avesseno
Buciehaldo
finito,
de
Ga-
1' haverebbe
quale
vita
de
ovcro
et
il
Gonzaga,
valoroso
dal
che
tanto
vir-
amare
et
li
figliuoli, et
Maria,
re-
secundo
78
Duca
detestabile
huraana
crudelissimo
lacerare
a
al
cibo
de
prophano
cruciava
costume
la
mali.
de
casone,
usati
Questo
carne.
col-
senza
piacere
cani
a
una
natura
generatione
per
mangiare
et
de
era
de
li homini
homini
li
dava
r
le
tutte
morire
Facea
quale
condictione
in
pabile
il
Milano,
de
madre
et
nitamente
infi-
Duchessa
la
,
quale
a
reprendendolo
gli occhij
che
li
a
che
ma
li
a
de
pace,
monastero
et
a
altri
lasivie,
de
cose
haveria
seno
gloria,
li
che
regni,
suoi
in
erano
lo
cosa
quando
rabilissimo
mi-
ridia
dota,
pensieri,
forma,
non
ad
ma
se
imperio
te
mor-
erano
de
lia,
Ita-
li
stati
fus-
sanctamente
li
il
quilli interotti,
presto
santa
adoperati,
Certosa
bestiale,
cose
consequito
et
li
a
liavesse
non
et
non
havea
cum
hedificij,
ba-
il padre
come
la
et
le
a
ftibricato
Pavia
cose
convenia,
non
edificij,
che
fece,
castello
la
a
lacrjme
simile
principi
desse
et
taglie
facesse
non
veri
le
cum
(juali
faceano
li
80
cieli
li
ducal
nel
principe
Ma
tà, avanti
a
ciò
la
non
octobre
ne
quatro
cento
de
li
phasto
non
le
per
de
dal
lionorato
nostro
lo
al
donna
passò
virtute
Tu
la
il
degna
tua
è
de
plo
esem-
dignisfemineo
sexo
iocundamente
cibai^e
et
se
bietta
su-
Quale
prenda
de
pudicissimo
?
et
non
hai
grande
memoria
tua
stato
reputi,
fronde
sì
farse
incljte
?
trono!
bumiliasse
alto
cum
summo
ad
per
cui
mille
essere
de
splendoi'e
vita
sima
da
devota
sì
se
governo
salute
Modecia
in
de
giorno
la
donna,
se
tue
quella
de
alciata
et
do
anni
quella
è
octavo
vita.
laude
Chi
dieci
et
singular
divine
figlioli regnata
quatro
questa
0
figliolo,
; che
decimo
nel
anni,
vidui-
dolore
tanto
li
recol-
1' ociso
de
dente
pru-
la
honestissima
da
morte
cum
la
a
se
a
recevesse
bavendo
successe.
benigni
che
gloria
cum
magnanimo
stato
furono
Duchessa,
seno
Maria
Philippo
fratello
il
alto
orna
il
Ovnevero
lo
cliiome
81
vive,
etate
r
virtuosamente
chi
de
opere
clare
de
nel
dire
fu
Ruberto
poi
de
re
de
del
morendo
natura,
fu
molto
quale
se
me
narrare
sceleragine
che
alcuni
suoi
gnando,
re-
dica
inpu-
dedita
quali
li
a
per
?
lice; per
non
certo
come
senza
sua
abraciamenti
a
quale
Et
regina.
,
honestà
el
et
de
non
Neapoli
a
regno,
costume
come
libidinosi
il
fece
se
et
figliuoli,ella
tolse
contradizione
ilustria.
fratello,
suo
re
Siciha,
de
tornò
ne
senza
magnanima
del
de
et
da
«
marito,
suo
stria
Au-
Carolo
ducha
se
figliuoli,
Aloise
Austria.
Lagislao
ducha
esso
re
questa
de
re
Neapoli
del
mogliere
havendo
dal
Duchessa
de
già
»,
Morto
in
duchessa
figliuola
pace
et
per
duchessa
sequente
secunda
Zoanna
la
faremo
Zoanna
secunda
Zoanna
De
nostra
forma.
propria
9.
anchora
come
Austria
de
la
a
la
se
non
fus-
facti
de
me-
6
82
moria
degni
lentio
unico
suo
tema
per
pudiche
le
li
animi
donne
ma
obligati
de
et
le
publica
cum
virtù,
la
de
perdonarano,
me
luoco
basso
ma
scripto haverei,
oneste
exaltare
laude
0
et
siamo
perchè
quilli,
offendere
regine;
illustre
clie
nome
non
sci-
sotto
pare
non
passare,
el
pur
me
non
dove
in
o
alto
troviamo
la
,
sia
quantunque
velo.
corte
al
da
coperta
costei
Or
posti
,
dishonesto
regnando
alcuni
havendo
et
grande
dida
splen-
cum
stato
omini
piacque
non
,
a
recti
essere
il che
per
Jacobo
la
de
le
Marcia
marito
marito
de
bernatore
Questo
Nerbona,
la
del
lui
el
duca
et
Ma
Nerhomo
idoneo
regina
et
al
volseno
non
chiamasse
se
conte
de
Francia,
de
costumato
che
Magnati
femina:
lassiva
una
lei in
regimento.
savii,
come
regno,
parti
tempo,
reale
di
da
prese
de
bona
di
del
Magnati
li
re,
generale
li
ma
gu-
regno.
duncha
venendo
conte
Jacobo
nel
regno,
duca
di-
83
smontato
feceno
li
se
contro
quilli, che
la
cum
re
che
da
Cotignola
del
mestabile
re
Aloise,
il
fece
il
che
Benivento
a
sopra
tutti
alcuni
altri
la
troncare
Neapoli
et
la
regina
in
honeste
gentil
Pandolpho
a
alquanti
per
quella
di
mesi,
volta
nuptie
Uscita
cum
che
suoi
il
degno,
del
fu
amici,
la
regina
licentiò
requisitiono
de
di
regina
havea
de
Neapoli
honorasse
perchè
che
come
molte
cum
duca
figliuolo
la
et
la
Rossi
in
condusse
così
ad
Caratioli
gentilhomo
le
tenne
Stata
donne.
intrato
Et
Capoano
la
carcere
di
cerare
incar-
calidità
Castello
in
per
Otino
testa.
grande
cum
duca
Sforza
,
fece
com-
Aloppo
questo
grande
de
defonte
casa
et
regno,
per
Nerbona
dal
camerlengo
del
vivesseno:
grande
de
mai
Sforza
grande
Pandolpho
thesauri
mente
special-
che
creato
regno,
conte
magno
li
et
'1
roni
ba-
grazia
dicendoli
fin
li Atendoli
et
haveano
non
regina,
sarebbe
molti
Manfredonia,
a
Ottino.
esso
del
Castello
il
spirito
84
ad
elevato
grandissimi
sedizione
tale
Novo
contro
assediò
volse
essere
servo
de
Castello
vita,
il
quale
che
liberato
la
incarcerato.
de
lo
lui
se
Uscito
quello
per
fu
il
re
vedendo
et
solca,
trireme
uno
il
altro
che
Castello,
essere
liberare
et
ciascuno
et
farse
bisognò
regina,
assediato
in
in
rito,
ma-
,
lei
munto
la
ordinò
suo
forma
Sforza,
non
re
fugire
tal
per
grande
il
salvarse
per
lui
fece
lo
che
facti,
furto
de
galea,
overo
,
et
ad
tornossene
Fece
levato.
Neri
duncha
questo
libera
de
marito,
senza
li
se
de
Serzano
regina
la
et
de-
era
Carazoli
siniscalco.
magno
In
et
il marito
che
gloriandose
nanti
sua,
maritata
libera
restò
casa
contraria
lieta
et
sorte
vendo
vi-
stato
suo
tema
senza
Semiramis
come
,
de
Babilonia
scelerata
regina
che
,
volse
il
il
ciascuno,
auxilio
excelsa
placito
bene
de
re
Aloise
sancta
Re[)ublica
fusse
licito
secundo,
chiesia,
Firentina,
et
a
cum
de
essondo
la
85
in
Pranza
italici
asoldò
del
et
Cicilia
et
molti
uci
de
regno
d'
la
maritima
cum
armi
felice
armata
,
parte
,
Marsilia
a
et
parte
nel
strenuamente
venne
thenopeo,
de
et
Neapoli.
et
sette,
Sentendo
questo
rimedii
la
a
de
re
logna
mandò
fensarla,
che
lo
lei
che
tuni
opporet
che
dendosi
ve-
per
Cathe-
venisse
farla
ad
già
sottoposto
Bargelona
et
pos-
legati
Aragonia,
havea
tempo
gnanima
ma-
meglio
difesa;
sua
mura
la
grande
assediata,
altro
al
ordine
cum
Alphonso
le
presso
fece
Par-
regno
acamposse
regina
Genova
a
di-
a
adepti
suo
vo
figliuolo.
Il
Alphonso,
re
caciato
de
che
era
Bargelona
quasi
come
se
era
ne
nuto
ve-
,
cum
ixola
nuisi,
bella
et
la
quale
ogni
soccorla
mare
di
li
tenia
a'
assediato
battaglia,
aspra
Jenuisi
conoscendo
Bonifatio
subietta
forte
grandissima
ad
armata
grossa
non
doli
danet
per
fatto
haveano
armata.
Je-
Il
potere
re
in
phonso
Al-
domare
86
ixola
la
impresa
secimda.
regina
li
Castello
Novo,
politani
fece
Anzoini,
campati
in
al
et
esso
re
sancta
re
Alphonso
comestabile
il
per
chi
il
Sforza
re
cosa
sotto
la
per
novo
stipendio
De
li
quali
grande
era
Aloise,
de
regina
la
cum
insieme.
grande
in
preseno
al
pose
et
forza
che
arme
majestà
a,
fu
qual
la
per
militavano
se
pegio
tornarsene
Aloise
sua
il
regina,
d'
chiesi
militanti
la
a
denari
chi
partito:
et
et
quale
stati
dato
italice
de
partita
erano
fusseno
misi
Marsia;
in
gente
arme
al
Aloj^se,
re
havesseno
mancharli
Franza
de
ivi
che
molti
che
Alfonso,
per
le
lo
campo,
re
cum
,
cum
ianchora
facti
italice
gente
cum
et
li Neo-
guerra
valorosi
et
sua
l' Ovo
cum
atrocissima
la
più
de
insieme
et
la
prima
per
Castello
dette
de
condusse
dove
spontaneamente
secureza
li
Se
Napoli,
a
corso
soc-
habandonò
l' invito
aceptando
triimpho
cum
potente
jenuese
Joanna
regina
il
per
l'armata
de
r
Bonifacio
de
et
acon-
tenea
la
per
porta
Spagnoli
d'arme
Capoano
Cathellani,
cum
li
Ragonesi
et
Neapoli
da
Castello
presso
facto
facendo
dentro
entrò
et
;
quali
tutti
,
dal
Sforza
grande
rotti
giorno
de
che
erano
fratello
stiglia
in
Castello
de
triremi:
el
rotto
et
el
vincto
Infante
il
et
Ca-
de
Re
esso
Novo,
quel
signori
cum
lo
Et
Alphonso.
in
et
;
vintesei
cento
prese
quilli,
re
li
spezati
et
rono
fu-
strenuamente
salvò
se
Alphonso
re
quale
vedendose
retornò
in
in
rato
supela
Spagna
,
refece
donde
che
la
prima,
via
per
et
auchora
che
fu
in
la
da
l'altra
da
uscendo
et
de
mandola
terra
millia
al
parte
la
per
il
et
porto,
Sforza
grande
et
città
chè
per-
Bratio
sentiva
venirli
il
per
impresa,
per
Et
regina
la
de
circa
loroso
va-
nimico.
tolse
consigho
adcompagnata
donne,
li
Neapo-
havea,
mano
bellicosa
capitaneo
armata,
ad
Castelli,
opportuno
levarse
fiorente
retornò
li
de
che
più
una
lei
da
a
la
tre
comitesse
duchesse
,
,
89
principesse,
litane.
Et
il
zio
Civita
a
fiume
de
Pescherà
le
d'arme
di
Lavoro,
de
le
Neapoli
ad
cum
in Terra
cum
regina
il
seco
et
dove
de
non
qualuncha
Francesco,
il
suo
Francesco
chiamò
conte
il
et
regina
de
amazone
Abru-
passando
retornò
la
che
in
anegò
conte
se
animo
manco
et
se
figliuolo
andando
era
Tieti
de
neapo-
Sforza
che
valoroso
gente
donne
grande
Brado
trovare
per
nobile
et
andò
a
fato
pre-
campo
virilmente
si
et
,
calidamente
la
città,
Alhora
la
per
de
centra
quello
beni;
lei
usata
successore
a
suoi
dal
baroni
secando,
bavere
lei
per
;
regina
materni
fece.
Facto
figliuolo
uno
consiglio
sano
per
creò
che
Alphonso,
de
mandò
quale
de
rebellione
re
havea
re
Terra
et
solennemente
deliberò
el
il mondo
inobedientia
così
questo
de
tutto
a
exhereditato
et
cacio
ne
victoriosa
la
notificare
come
Aloise
quella
reaquistò
che
similmente
et
Lavoro.
de'
de
et
Alphonso,
fece
fare,
seppe
suo
lo
re
adop-
90
tivo
figliuolo
Venuto
phonso.
re
fu
Aloise
la
ricevuto
sequire
duca.
Et
esso
in
luochi,
di
tal
bandonare
modo
terra
fugirsene,
aqua
libera
regina
Bracio
in
tenendola
mandò
de
qual
de
dela
capitanio
aspramente
infestava
rotto
et
dandoli
de
ad
la
et
strage
Bracio
et
medicarse,
moritte.
ribello
doglia
mai
,
insieme
et
ferito
na
regi-
il
contra
Bracio
per
volse
non
la
Sforza
chiessa,
chiesia
Roma;
nuamente
conti-
poste
,
come
l'Aquila
Francesco
esso
la
sime
grandis-
cum
arme
per
perchè
battaglie,
conte
a-
cosa
asperime
gente
strenuo
et
et
quelle
cum
ferma
assediata
il
altre
li fu
Ma
tempo
armati
diversi
forza
rimase.
quel
copie
la
per
per-
per
che
tutta
creato
cominciò
Alphonso
re
il
benignamente
Calabria
poi
Al-
Neapoli
a
regina
et
de
privatione
dunque
da
glorioso
et
la
per
lando
debefu
perato
su-
et
preso
mandato
de
la
sua
mangiare
ne
,
per
Visse
il
che
come
poi questa
disperato
magnanima
91
regina
Aloise
che
nel
essa
anni
tiquatro
in
regio
donando
denari
de
de
sei
honori;
mesi
del
lasiva
li
fusse
non
essendo
ala
venuta
del
male
suo
il
in
lei
le
dulgentia
quantuncha
punse
com-
il
a
peni-
core
la
Re
ho
veduti
et
et
siuffulare
in
fece
li
de
lecti; et
che
substantia
,
li
ponesse
com-
a
ciò
in-
il prestantissimo
quali psalmi
uno
certo
sono
et
mandare
di-
bavere
cosi
forma
reverentia
in
superno
lei
per
,
orationi
non
orazione,
et
Et
Et
dignissimo
de
theologo
et
!
lingua
nome
Dio.
se
se
potesse dire,
da
faraa
vechieza
hynni, psalmi
poi
cura
giorni,
confessore
suo
che
theologo
suoi
al
mercede
pregò
0
operare
sciogliere
sapendo
morte
gloriosa
stata,
flebilmente
tentia
Aloise.
et
finito
haverebbe
passò
la
doppo
re
più benigna
quanta
gni,
re,
vechia
et
vita
mortai
questa
vin-
ralità
libe-
geme
,
et
visse
grandissima
cura
re
tranquilla
stato
,
stati
lo
cura
obidente
figliuolo
pace,
insieme
tempo
gran
psalmista
per
degni
devotione.
ficacia
efde
92
dal
tione
sin
psalmi
et
stimo,
che
de
giorno
la
a
la
morte,
oratione
Dio
mente,
continua-
duncha
regina
Questa
prefati
dicea
li
le
quale
per
exi-
havuto
li habia
ricordia
misemai
furon
tarde
perchè
contri-
sua
,
giammai
tardo
facti
fu
gloria,
che
se
al
De
9.
consorte
Ixabella
et
del
vense
Anzoina.
grande
savia,
de
iusta,
clemente,
feminea
licissimo
fe-
Gynede
tuosa
vir-
fama.
Regina
Ixabella
del
Re
fu
regina
consorte
ciba
che
quale
dare
nostro
et
passe
sancta
et
la
per
ornamento
vero,
secunda
la
de
narraremo
come
gran
regina,
spechio
vero
uno
li suoi
quella religione,
de
succedente
la
fusse
Joanna
regina
questa
adcompagnati
fece
havesse
pentire
Che
lodo.
non
cielo
al
piaciuto
simil
benché
divine;
gratie
re
Fu
Rainero.
de
prole
Andega-
Rainero
belhssima,
donna
ingegno,
illustre,
magnanima,
libéralissima,
allabile,
93
eloquente;
religione
lo
et
dote
dentia
era
fra
In
hebbe
natura,
di
regno
modo
per
alla
giunse
presto
Neapoli
grandissima
virtute,
come
sangue,
de
gubernare
splendore
cum
humana.
el
acquistare
et
più
gratie
et
quello
aspecto
che
divina,
pudicitia,
tanta
che
costumi,
indicata
ne
de
venerando
et
generosi
l'altre
fu
et
non
serenità
poco
del
in
narraremo
pru-
suo
de
gloria
donna.
tanta
Se
debbo
duncha
intendere
che
atentione
cum
essendo
orbato
el
,
de
regno
la
per
Joanna
regno
tuti
concordi
subito
regina
che
succedere
camente
Il
re
li
baroni
fratello
in
regno
la
de
la
del
per
re
jurididel
heredità
de
la
la
del
diceva
Aragonia,
la
de
morte
havendo
Joanna,
de
et
Alphonso
questo
adoptivo
Aloise
se
intese
come
principi
mandarono
già
secundo,
regno.
re
reali
secunda,
Rainero
re
Aloise
del
morte
regina
il
di
Neapoli
disposto
sedere
pos-
figliolo
come
,
regina
et
,
non
cu-
94
rando
exheredato
essere
habiamo
sone
Carolo
Rainero,
suo
stato
de
tione
esso
darebbe
el
tempo
prefato
del
re
Rainiero
duca
de
lui
Rainero
presto
Et
molto
del
Alphonso
Isabella
legati
li
da
che
regina
andasse
de
non
fu
re
manche
volse
più
fede, che
regno.
là
Borgogna,
alhora
Il
combatuto
militare
tenuto
dasse
an-
baroni
il regno.
duca
dal
che
parthenopeo
dal
an-
hebbe
legati,
la
in
tempo
re
di
el
andossene
requisi-
medesimo
et
la
a
quel
Attilio
observare
consequitare
alquanti
Neapoli,
romano
in
Borgogna
legati
integerimo
re
che
Borgogna
et
rechesta
il
ogne
possederò
a
del
la
da
In
de
re
fede
de
lui.
regno
come
duca
suo
lassatolo
et
ad
a
a
Borgogna
faceano
che
fede,
gina
re-
mente
stretta-
per
preso
,
ra-
la
presone,
lui,
da
era
de
mandasse
come
bataglia
de
pregò
duca
che
attinente
militare
efFecti
narrati,
Joanna
anni
li
ne
le
per
ad
donde
instantia
incarcerato.
sentendo
an-
06
et
grata
la
ne
il facto
verso
ogni
in
facea
in
alcune
come
sultando
con-
stato,
cum
et
temperantia
et
gesti
reale
verente
re-
fortuna
et
tempo
in
religione
del
modestia,
grandissima
et
consiglio,
occurentie
le
visse
audientia
sua
Non
parole.
regine
duchesse
,
comitesse
et
il
quale
o
a
le
volte
r
de
alte
lasivia,
costumi
usano
et
sensualità
parole
bestiale,
le
matrone,
per
o
puerile
nel
cosi
lasivando
camera
gliono
vo-
,
titolo
per
che
quelle
overo
,
in
stare
nel
come
et
giare,
man-
,
si
et
a
et
loro
la
per
costumi,
de
sue
dipoi
et
candide
lasività
ne
dicandolo
non
fa
più
veste!
se
ride
scherno
impudiche;
che
excelsa
più
tanto
loro
flagitii,
loro
pensano
è
in
costumi
bestiale
splende,
sono
parendo
tali
0
persona
generosità
la
fortuna
sua
che
la
quanto
ne
dormire,
convenirsi.
vita
estimatione,
de
nel
come
li
Et
per
tal
cum
machie
loro
piacerli, che
doppo
ma
perevole
vitu-
vituperosi
le
come
et
loro, ju-
vivendo
cum
97
splendore
fin
tute
a
più
angeli
mi
fu
regina
duncha
In
il
sentendo
Rainero
de
citate,
la
maritima.
del
baroni
Per
la
cito
non
contro
loro
li Sitii
quando
Alphonso
che
suo
regina
bare
tur-
Ixabella
paese.
regina
fiorente
inimico
exer-
Alphonso
Tamiris
feroce
venne
Cyrro
per
torli
presto
perhò
per
gloria,
de
mata
ar-
molti
el
el
imperio.
gina
re-
del
possedetrice
cum
nel
venne
guerre
facesse
'1
facto
et
fiorente
cum
altrimenti
de
tempo
asoldati
cosa
il
luce
incominciò
regno
qual
Ixa-
questo
cum
Et
virilmente
exitte
satira.
che
ne
asprissime
cum
sando
las-
Ixabella
se
Neapoli
de
regno
re
et
Neapoli
dentro
estendere
incarcerato
era
Circa
dignissima
de
reale.
vivere,
nel
cielo.
debbo,
se
di-
cum
scrivere
per
vir-
et
forza
è
voglio
duncha
bella
costumi
nel
hystoria
Credere
re
li
non
la
re
sancti
honorarle
lectione
ciò
de
regno
exercito
li
più
regno,
che
Così
crescimento
ac-
per
dun7
98
la
guerezando
cha
fusse
come
l'arme
in
et
regina
Ixabella
stata
usa
e
molti
lochi
prosperando
perita
ne
,
in
fine,
fortuna
come
Alfonso
re
voluntier
principii
belli
la
prese
il
per
che
Dio
Pugiia
la
Così
ella
piana
grande
valore
principi
e
consorte
de
Ad
Borgogna.
cum
che
lei
per
del
suo
Carolo
duca
queste
intercessione
el
Rainero
re
li
tutti
pregò
dal
lassò
duca
esso
anni
Franza,
Rainero
re
Basilicata.
liberatione
la
intercedesseno
gentile,
molti
di
signori
:
sventurata.
ardire,
et
minciò
inco-
se
più Regina
cum
guerezando
il
silicata,
Ba-
cantilena
Capua
perduto
a
cum
1' bora
a
Isabella
chiamatime
Haio
Pugha
chiamate
mi
non
che
contrasta,
quella
cantare
Per
volse,
el
,
quale
vi
Neapoli
ad
che
stette
ne
la
vene
ma
poco
Ixabella
valorosa
,
regina
prudentissima
catholice
arme
giorni
extremi
regno
fu
fine
pose
;
la
quale
amarissimamente
de
armata
a
da
li
tutto
pianta,
le
suoi
il
et
99
fin
stelle,
le
a
fama
dove
extendea,
se
perchè
sancta
sua
meritamente,
et
de
era
la
singular
gloria
et
,
fructo
de
il
tutto
a
de
amore,
regno
de
liberalità
et
gratia
,
de
cle-
mentia.
Essendo
la
no
dovesse
vestiva
lei
convenia
andare
veste
marito.
titi
abiti
,
perchè
fogie
Ma
satisfacea,
ben
tre
il titolo
da
Dio
iustitia
la
la
;
del
gratia
de
che
le
di
la
;
populi.
andava
quale
La
stita
ve-
la
fa-
ornamento
prima
regina
la
non
exemplo.
altro
seconda
regno
se
male
et
radiante.
era
ape-
sump-
generare
ogni
et
pomposa
da
suo
portamenti
et
gemme
sopra
re
,
vanitate
ceano
li suoi
alieni
lasivia,
de
parte
poteano
non
pose
pom-
del
sempre
non
et
captura
l'altra
furono
tuosi
la
per
Da
liete
cum
panni
che
respose
,
fu
suntuo-
de
perchè
de
lei
a
regina
,
neri
che
come
vestire
samente
doglienza
recordato,
gentilhomini
decto
flebile
concesso
la
era
gema
terza
gema
gema
era
100
Ixabella
0
sei
sanctissima
quelle
per
de
degna
al
mondo
virtute,
che
et
Credo
che
al
donna
et
che
nel
salute
di
te
Se
di
del
gratia
te,
excepto
quella
ventre
portò
Che
umano.
felicissima
fusti
de
exemplo
magior
dire,
come
non
producesse
de
genu
può
se
regnarono!
sacratissimo
suo
la
te
te
molte
per
natura
mondo
excellentia
che
in
mai
laude
geme
,
altre
to
quan-
sempiterna
beate
tre
ornarono
regina
in
più
regina?
beato
terra
excellentia
ogni
cos'i
,
credo
glorie
tue
nel
che
li altri
cum
lo
presso
et
triumphi.
el
nostro
De
Noi
vergene
Volsci,
de
Così
legiamo
tua
Polcella
gaya
de
Camilla
quando
gaudi
beatitudine
ne
derà
pren-
piacere.
et
figliuola
che
la
le
de
glorificati spiriti
Ginevero
gentile
Janna
cieli
principe
eterno
jocundità
10.
de'
regno
de
de
Metliabo
il
patre
Franza.
valorosa
re
per
dei
re-
101
fu
del
caciato
altra
la
de
essendo
nel
fiume
al
la
pose
de
lunghi
la
ligò
r
dardo,
Diana
brazo
fiume
getò
conficandola
poi
subito
sopra
la
ebbe
salva
entrò
vergene
servantia
ne
lieto
la
et
tirò
figliuola.
devota
del
promesso
dove
de
là
ripa.
il
legame
Cum
la
Diana
voto.
dal
giunto
et
la
la
a
cum
la
il fiume
boschi,
li
di
sopra
nato
ripa
et
lanza
la
overo
figliuola
salvava,
ella
se
capo
lanza,
la
bore
ar-
salici
uno
una
avotando
et
forte
cum
ad
de
teneri
cum
corticc
altro
pensiero;
corticc
una
et
suvero
cum
Dea
in
cielo
del
necessitato
figliuola
grossato
in-
piogia
la
favore
per
da
inspirato
potendo
non
da
essere
per
subito
Lui
a
morta
giunse
quello
et
Masceno,
,
et
nata,
chara,
lei
milla
Ca-
,
passare
fu
avanti
de
fugiendo
et
figliuola
la
cosa
Casmilla
matre
parto
clic
ogn'altra
sopra
potendo
non
,
giorni
pochi
cittadini
suoi
regno
portare
cosa
de
lui
dei
sedutione
pentina
et
quale
gubernò
in
Lei
obdi-
102
fiera
venendo
fiere
l'
cum
essendo
et
de
loro
favore
el
Volsci
de
Turno
de
fra
cum
da
de
valore
che
de
ferita,
in
morta
per
compa-
a
moderni
polcella
minor
de
1'
fusse
milla
Ca-
vergene
Janna
non
che
a
et
cadde
dimostrare
antiqua
et
Camilla,
duncha
Janna
questa
gaya
gloria
Dobbiamo
explicaremo.
polcella
,
in
nacque
Barois,
anni
giorno
drieto
recordata
nostra
stata
gaya
moglie
uno
questa
volendo
essere
sapere
per
centra
Turno.
habiamo
come
che
exerciti
virtù
la
in
campo
Rutoli
Aronte
de
tempi
molta
cum
combattendo
armati
ratione,
li
virtù
sua
de'
et
da
,
dolore
La
in
Lavino
fu
li
andò
re
strenuamente
Corebo
poi
,
presa
avea
che
le
dardo
fu
per
Enea
Troyano
el
patre
revocata
Di
drieto
cum
il
morto
regina.
gente
et
arco
populi
Volsci
gagliarda
e
fin
pecore
la
quale
a
li
et
nel
Franza
da
la
fu
sedexe
sempre
etate
se
paese
de
de
octo
guardatrice
exercitù
co-
104
capitani
suoi
del
parte
diciamo
Parise
Orliens,
del
fiume
duramente
minor
assai
che
di
re
moria
me-
la
exercito
tanto
era
sibile
impos-
parea
Franza,
havea
che
del
de
re
soccorrerla
potesse
,
modo
vivea
ne
il
perdere
alhora
cita
valea
ciò
el
tutto
il
Regno
et
fusse
regno
che
de
questa
Franza.
Orliens
In
perduto.
essendo
Janna
sta
que-
constiel
cum
polcella
,
suo
cosi
,
disponendo
la
quanto
perduto
Franza
per
essa
di
extremità
ghilterra
In-
chè
per-
mantenere
regno
era
re
aftanno,
importava,
il
dunque
tuto
molto
tanto
tutto
Cun
in
ripa
mato
chia-
cita
stretta,
ch'el
in
anticamente
Questa
Ligeris.
latino
sopra
Lera
de
in
che
nome
suo
grande
et
hedifìcata
Aureliano,
la
preso
durissimamente
et
regno
Carolo
a
havea
già
de
obsessa
tenea
guerra
Et
cita
regale
del
aspra
Franza.
di
re
•
guardia
in
la
de
la
divina
clemenza,
le pecore,
che
etate
anni
de
era
lassò
venuta
per-
sedexe.
105
in
andò
et
Giunta
ad
campo
dunclia
che
volea
al
la
villanella
(benché
parlare
via
fra
in
importunando
parlare
li baroni
levarsela
motegiandola
lassive
«
lui
barone
».
è
Ella
havesse
è
rispose:
che
col
via
tutta-
de
»
Quello
dito,
l'orsi
Franza:
mostrandoli
e
parla
è
non
appoggiato.
fu
che
a
il re,
»
Et
mai
quantuuqua
veduto
pur
denanti
«Va
là
è
Lei
»
disseno
!
re
re:
«
Altro
«
qualche
il
al
re,
al
costuma
il
per
quello
acignòlo
r
la
a
che
negandoli
loro:
cum
Polcella, quello
uno
ma
parole
una
volesse
bisognarebe!
per
se
fusse)
ardire
ne
baroni
venusta
l'audientia, dicendo
soccorso
data
man-
vedendo
mandavanla
et
re
lare
par-
Dio
Li
scherno,
tanto
cum
da
era
Majestà.
sua
facevano
ne
importante
perchè
re.
disse
corte
regia
cose
per
re,
a
la
a
il
trovare
propria
,
divina
conoscenza.
lassata
andare
Giunta
regia
al
duncha
majestà,
fu
Ultimamente
re.
avanti
li
fece
la
sua
genufìexa
re-
a
106
verentia
baroni
io
disse
et
da
partita
aiutarvi
per
el
principi:
la
guardia
ad
vengo
voi
et
creata
capitanea
et
vostro
esercito.
sia
mantenere
che
non
io
sia
del
tale
gliate
maravi-
ve
polcella
povera
pigliare
Dio
gubernatrice
Et
'io
re
re,
peco-
da
fate
;
che
le
mandata
regno
di
Signor
«
de
recuperare
vostro
ardisca
presentia
li
de
et
la
a
impresa
et
che
,
così
a
piace
le
mie
fecto
Il
grande
re
guardando
gli
li
efficace
et
occhii
a
guardavano
Il
et
vói
Tu
ad
avere
1'
1' altro
un
de
Polcella,
«
mandata
me
che
venisti
imperio
se
sum-
come
A
heri
pur
lei, girò
admiratione
disse:
aiutarme.
per
venuta?
re
vieni
che
Dio
1'
inteso
maraviglia,
per
tutti
de
aspecto
de
parlare
parlando,
cose.
dici
l'
havendo
et
ef-
»
ne
pieni'de
missamente
vedereti
ne
li baroni
anchora
quali
credeti
,
gloria.
polcella
alto
credeti
che
de
questa
et
;
parole',
?
r
Dio
a
del
tu
da
modo
al
leste
ce-
sei
mondo?
mio
e-
107
Questo
xercito.
cella:
guarda
offerì.
»
più
mandata
ad
che
oltra
tempo,
chara
et
regno
Et
quello
se
seppe.
forsi
Il
cielo;
et
non
baroni
proprio
senza
re
una
vile
lo
sia,
vero
glio
vo-
dicesse
dal
indusia
fece
la
del
ratrice
impe-
senza
forsi
o
li
tutti
duci
subito
d'
con-
al
de
de
mai
pecco
più
excelleuti
sseno
militare
tanto
re
il
et
arme,
submete
se
exercito
polcella
remase
baroni.
soi
et
non
volere
exercito
che
mera;
ca-
audita, doppo
confuso
li
la
mano
argumento,
contraditione
de
del
secretta
li
ella
suo
audita,
signori
la
incredibile,
cosa
salute
per
havendola
senza
de
re
ne
suo
del
0
che
il
che
re
et
traditione
ciò
più
secrettamente
così
alcuno
occupato
la
che
menolla
et
prese
quello,
,
quello,
dire.
ha
perditi
aveti
a
non
mi
ad
Non
che
re
che
voi, procederà
se
vostro
Dio
;
poiet
parli
Signor
«
bisogno.
sarà
audite
ella:
da
opera
che
quello
Respose
cercate
è
non
perio
imre
de
guarda-
108
Constituta
trice.
militare
cluncha
alteza
il
costei
la
re
tanta
a
fece
ornare
,
de
lucentissime
cavallo
potente
xandrina
celata
de
in
che
bionde
pendente
cielo
dal
lo
a
la
potentissimo
de
humeri
cita
Et
cum
capittanio
Inghilterra
et
se
di
Salsberì
Henrico
de
lui
cum
a-
Orliens
de
conte
;
d'arme
terra.
obsessa
illustre
lo
trozze
seriosamente
exercito
propinquò
per
in
mandato
regio
li
cavaliere
uno
parea
penne
le
sopra
la
cum
tre
cum
de
gigli
a
usivano
sotto
ale-
bello
cristata
et
sopra
seta
tutta
,
proprio
di
essendo
testa
struzzo
pore
parato
rechamata
fino,
auro
et
arme
re
facto
fece
,
d'
arme
peritia militare,
dieci
cum
fu
a
gloria
fu
miracolosa
che
quel
fu
da
la
ancora
teinpo
et
veduta,
viveno
do
et
morto
cum
occuperata,
reputata
che
lui
Orliens
Fhavesse
non
in
di
inglesi
Et
alcuni
che
mila
polcella.
chi
ordine
grandissimo
cum
rosa
valodissima
gran-
cosa
che
incredibile
come
in
tanta
dice
Pranza,
guerra
109
se
de
trovarono
militanti
diva
polcella:
la
Fileno
coroborato
dui
da
Pranza
et
havere
militi
Rohano,
sangue
bagnata.
guerra
cum
Di
poi
ferma
Victoria
la
de
spesso
se
lei
de
d'
la
cum
cavalo
la
tiera
in-
de
polcella
continua
per
guerra
li inimici
cum
cendo
fa-
ordinatamente,
arme
in
spada
di
seguendo
valorosa
afrontava
facto
fu
speranza
anni
octo
guerra
terra
,
tempo
quel
trovavano
ultima
la
di
re
in
se
che
dito
au-
del
che
1'
ne
avanti
Biamone
a
pagi
specialmente
gentil
nostro
mirande,
adolescenti
ha
me
Renso
a
prischi
opere
tempo
come
essendo
leghe
tre
presso
et
Tuvata
che
mercante,
l' imperio
sotto
mano
sopra
in
correndo
tente
po-
questa
,
in
et
parte
comandava
avanti,
li
arcieri
quinci,
:
le
a
or
or
a
dietro.
quindi
provedea
Victoria
fra
squadre
comandava
or
sequire
in
quella
a
se
li
armati
facesseno
similmente
Et
a
andasseno
trahendo
li
pericoli
senza
paura
a
per
or
li
mici
inicon-
vedere
110
gì'
vulnerati
homini
che
terra,
certo
in
Bellona
Dea
facto
d'
de
se
Marte
de
et
la
il
poi
al
provedea
arme
movea,
Cessato
terra.
in
cadere
lei
quando
deità
la
parea
morti
bisogno
,
del
il
campo
modo
che
mai
il
ne
re
Trentaduo
facto
d'
de
arme
lo
dette
Per
la
cella
el
menò
fece,
bataglia
Et
prese
famoso
capit-
de
Pranza.
al
re
la
victoriosa
Carolo
de
poiPranza
Valois
de
perchè
,
fu
avo
sin-
suo
triumphalmente
et
re
alhora
appellato
r
cosa
cosa,
volte
et
presone
qual
cum
ordinata
altissimo
degli Inglesi
taneo
tanta
vincitrice.
restando
cum
mamente,
prudentissi-
stupiva
conforto.
Tallaboth
nocte
vide
se
gular
sempre
la
et
exploratori
et
guardie
per
giorno
Valois
de
conte
ad
Rens,
,
che
diciamo
Renus
et
consecrarc
era
non
in
latino, ad
perchè
coronare,
coronato
né
farlo
cora
an-
uncto
,
re
;
et
Inglesi,
tutto
forza,
per
el
che
paese
et
al
dispecto
Rens
occupavano
intorno
fu
uncto
de
li
cum
et
112
retornato
et
infinite
cum
laude
et
,
gratie
Dio
a
Or
fu
anni
uncto.
essa
polcella
questa
stato
gli
di
la
ecce
l'infinite
giorno
uno
come
,
lei
istessa
fu
presa
Inglesi
che
,
la
predisse
in
morte
Rohano
li
ad
la
de
inimici
Rothomago
dove
appellemo,
desiderosi
foco,
del
da
bataglia
conducta
et
rente
fio-
circa
oltra
et
habiute
victorie
in
arme
mille
salute
debellando
et tuttavia
d'
gloria
et
de
essendo
li
de
morte
glesi
In-
ella
,
condennata
mente
acusandola
iusta
da
avendo
avendo
disse,
poi
molti
anni
bella,
de
anni
de
loco,
polcella
tanta
dove
croce
egregiamente
il
Rhoano,
conquistato
altissima
la
de
sua
vinti-
apunto.
quattro
nel
loro
incantatrice.
fine
se
fuoco,
per
et
polcella,
secundo
iniusta-
del
pena
maga
il crudele
strenua
Ma
la
fu
publicamente
fu
etate,
loro
re
a
vendecta
Così
et
del
consiglio
per
lei
fu
di
fabricata.
Carolo
re
in
fece
combusta,
lironzio
moria
me-
pere
una
aurata
113
Morto
il
poi
Carolo
re
del
figliuolo genitore
suo
clie'l
dolendoli
fusse
ad
mandasse
facto
el
adunchi
Citati
retro
valorosa
vergene,
contro
consiglieri
le
et
stata
li
publicando
Per
li dui
di
ossa
loro
defonti
nel
beni
de
li
,
quali
hedifìcato
stata
è
nel
loco,
doctata
per
blicati
messe
beni;,
se
0
la
viventi
,
et
la
essere
christriana.
condennarono
cosa
foco
fìdele
falso
essere
lei
ma
glieri
consi-
mente
diligente-
haveano
operato
et
li falsi
tutto
vorono
polcella
Inghilterra.
il processo,
quanto
catholica
de
papa,
rivedere
la
de
su-
Auditori
a
re
dui
reveduto
et
qual
del
consiglio
et
dui
contro
re,
havea,
dal
havessero
processo
lo
per
li
morte,
Rohano
che
Rota,
de
presente
impetrò
plicio condemnata,
che
Aloise
re
liberato
i^egno
vituperosa
sì
a
il
,
che
tal
lei
modo
ogni
bella
clesia
ec-
combusta,
de
giorno
li pumolte
dicono.
effecto
pietoso
laude,
fu
dove
che
una
non
hai
di
voluto
re
degno
la memoria
de
114
sententia
nephanda
credere
che
virtù
tanta
et
che
stianissimo
Così
le
lui
Ginevero
faremo
come
dolce
chri-
la
riosa
glohostro
no-
mento,
nutrile
de
furono
forma
in
Bentivoglia
de
anchora
condictione
notabile
sé,
felicissimo
suo
per
di
faciamo
ne
al
a
Pranza.
virtute
narrate
incenso
et
del
di
stato
de
fusse
gloria
recuperatione
memoria
locausto
voluntà
polcella
per
de
humani
fusse
questa
regale
de
cori
debbe
disposta
felice
per
inquinata
ne'
se
cielo,
del
resti
polcella
tanta
de
in
del
Zanna
sequente
dire.
70.
De
et
quale
di
in
fra
Elisabetha
Gino
una
del
da
la
de
li
bolognese.
Bentivogli
magnitudine
illustre
signore
Bentivo^li
di
primo
Zoanne
virtù
di
Zanna
sagia
nati
figlia
Castel
San
figliuola
a
del
Piero
lui
Il
nostra.
suoi
altri
por
animo,
suo
cita
fu,
molto
hebbe
fico
magnisua
sorte,
con-
chara
115
nominata
del
che
Zoanna,
quale
non
Zanna,
appellata
era
nome
coruptione
per
fulse
poco
laudatissimo
al
mondo
de
valore
et
nome
la
per
,
marito,
inclyto
principe
cumspecto
lei
tuncha
fusse
in
piacque
la
a
da
Carara
de
Padua,
tenera
glio
ficirquan-
etate,
ma
promessione
iniqua
perchè
dispensò
l' unico
a
matrimoniale
questa
efTecto
la
patre
futuro
de
ornato
essere
Francesco
de
non
il
de
parole
per
de
lei
meritando
modo
sorte
in
quasi
sequisse
uno
me-
,
desuno
del
Li
parenti
lei
donna,
li
mille
che
di
disse,
desseno
che
li
per
di
al
volendo
gruo
con-
valorosa
darle
rito,
ma-
marito,
che
Bentivogli-o.
la
de
undeci
prudente
Malviti
cipi
prin-
tarono.
precipi-
la
sangue
anni
vita
volendo
sopratutto
quattrocento
Gasparo
la
poi
del
ne
quisti
remaritare
amico
fusse
de
et
stato
tempo
Di
ambidui
tempo
beata
anni
gratia
la
pularono
co-
consiglio
generoso
cita-
a
116
dino
come
nostra.
visse
sempre
cosi
dicicia.
Fu
mediocre
fu
;
fu
non
bella
occhi
vaghi
le
gratia
belle,
de
grande
moderato
Heb-
davano
Fu
non
de
gnifico
ma-
andare
poso
pom-
il
lionestate;
parlare
acenti
benigni
cum
et
fronte.
che
Hebbe
aspecto,
carne,
belissimi
annoila.
le
a
de
dui
dente,
pru-
,
dolce
quasi
lei
li
studiosa
Dante,
in
et
dolce
lira
poeti
li
versetto
tuncha
una
de
non
suoi
la
Sacra
savesse
prestantia
et
de
Hebbe
la
modatamente
acco-
qui-
qualche
cum
Scriptura,
audirla.
del
et
quoloquii
latino,
de
opera
piacere
alegare
sapea
Y
eloquentia,
et
do
Fu
Petrarcha
cum
in
sti
ne
vaga
cibandose
Bocacio,
laude
affectionato.
del
quella
parlava
cum
restasse
molto
Non
che
persona,
a
non
loro
facondo.
et
pu-
forma
de
bruna
spacioso
sì
et
et
liebbe
cum
mane
poca
honestate
alquanto
de,
lau-
conservò
se
donna
pingua,
donna
publica
marito
el
cum
Questa
cum
gratia, honore,
cum
be
citate
la
de
che
quanera
artifi-
117
ciose
in
mane
fiori
multa
de
margarita
finissimo
de
felicità
Cum
et, oltra
il
costume
feraineo,
fu
molto
che
in
lei
in
che
de
proverbio
bene
canta
et
aiFabile
mana,
et
grata
di
Se
mostrava
dendo
cum
a
a
oflenditori
discreto
spiaceri,
;
salvo
mostravano
perdonava
modo
che
pur
penitenti
per
non
che
de
fu
ndissimo
ca-
hu-
conversare
che
Fu
possette
perdonava
chi
la
de
offendea.
suri-
vendicarse
li
a
le
a
dolce
per
de
tura,
na-
castimonia.
parole
cum
li
nel
quello
dificultà
cum
Fu
ingegno,
et
recevuti
et
gahna
m.ale.
dolce
in
sempre
benificii
volte
et
honestate
cum
la
trito
el
efi'ecto
come
raspa
parole,
dire
potea
preclaro
et
grande
egregie
pessimo
facesse
che
le
si
non
epsa
virtute
a
sexo
liberale,
et
cortese
nascosi
non
del
naturale
de
sua
splendida
donna
effecti
furono
a
vesta
una
Margarita
a
Fu
figliuola.
prima
vagheza,
et
rechamo
scarlato
bre.
mulie-
virtute
egregio
receputi
quilli che
le
essere
loro
dese
fese
of-
doge-
118
nerante
la
a
dodeci
Ebbe
figliuoli de
femine
tre
quali
magnanimità
fu
ne
assai
Il
primo
hebbe
de
animo
et
fu
copulata
moritte
Albertho
de
generosità
de
in
de
quarto,
Virgilio
grande
illustre
gue,
san-
secundo,
eximio
dogliuolo,
fi-
magnificentia;
patricio;
venusta
tiqua
an-
Hierosolimitano
fu
che
di
il terzo
in
prudentia
de
aspecto,
fu
il
lo
Azoguido;
cavaliero
donna
primo
ditatore;
che
quale
citadino
maritata
a
donna
la
Guidantonio
Achylle
de
Margarita
de
de'
fortunata.
prudentia,
et
ma,
for-
maschi,
parte
precipuo
quale
ctore
in
de
richeza
laudabile
nove
nome
in
Lambertini,
Elisabeth
et
paterna.
il
virago
il
la
republica
et
de
glio
consi-
quinto.
et
de
Elena
grande
,
liberalità
in
li
amici
dimostrò
come
,
la
sua
amici
se
a
maritata
sue
a
ornato
tutti
li
servitio
quasi
tutti
prestate,
Lodovico
de
suoi
in
che
trovarono
zoglie
et
fu
fine,
li
panni
splendore
dal
fu
quale
Bentivoglio
militar
posteri
la
li
de
pontifico
che
cum
Ni-
120
Canetuli
li
taglia
centra
inimici
de'Bentivogii;
fantile
aetate
Hercule
per
lei
de
chiesia
il decimo
il
Antoniogaliazo
1'
;
sanguinati
undecime
lo,
figliuo-
valoroso
duca
Hercule
Bentivoglio,
che
prima
l'
ne
fonte,
d'arme
strenui
Friule
presi
moritte
dignissimo
Questa
Zoanna
alegrava
quando
dicea
amici
dicea
li
se
al
et
et
de'
Il
fu
felsineo
del
havea
de
come
Senato.
donna
che
per
sopra
le
ciò
tal
de
modi
sapea.
naturale
in
Spesso
varii
ne
modo
li
de
condictione
parlare
suo
se
figliuoli, perchè
quilli per
a
decimo
duo-
Pjrrho
bentivoglio.
sangue
merosi
nu-
grande
quili aquistarebeno
ascendea,
existimava
nel
camino.
fecunda
rasonando
stati,
furono
al
figliuolo
patricio
del
tri
al-
invasione
nel
la
cum
conducto
ultimo
et
armi
fiera
et
de
glio;
Bentivo-
insieme
d'
da
Turchi
Turche
nominato
duci
tello
fra-
1' aqua
Hercule
quale
minato
no-
ingresso
recevesse
fu
in
moritte
quale
,
cristiano
lo
figliuo-
Se
dente
ascen-
se
in-
121
fiamava,
nile,
che
stato
inimici.
r
Lei
la
che
li loro
amici
ausiliare
il
Hercule
in
degna
cosa
memoria
in
amici
ad
fu
la
redità
donna
de
me
più
et
il
volta
paterna
volte
le
la
et
l'arme
lei per
prese
per
la
anchora
disse
senza
Antonio-
de
et
nel
gue
san-
le
prie
pro-
genitore
che
cum
l'arme
per
facione
mai
magnitudine
li
armare
he-
voglia
benti-
doloscente:
che
fece
perpetua
mane
mio
miglia
facum
fratelli
lei
et
volta
donna
persuadere
essendo
più
prima
donna
una
armò
prima
La
suoi
inimici;
mane
partesani
doctore
inquinarse
li
de
de'
valorosa
magnifico
et
galiazo
parole
insanguinarsi,
per
suoi
conservare
pigliarono
come
paura
de'
Bentivoglia
Canetula
la
a
cum
per
novi.
famiglia
virile
confusione
fede
de'
aquistare
non
reputatione
potea
la
et
amore
che
'1 segno
forciava
se
quello
cum
che
ad
femi-
disse,
et
Bentivoglia
casa
et
altro
dare
timidità
volto
spesse
li manchava
per
la
deponendo
che
cognobbe
de
animo
122
de
lei,
de
le
intenderasse
come
duncha
Ioanne
papa
in
doctore
Canetulo
et
persuase
che
come
tolesseno
la
favore.
che
Così
a
feceno
quatro
per
nominarono
il
sexdeci.
menato
le
et
rasone
Bologna
a
la
tutti
citadini
sto
que-
efhcace
a
sarebbe
concordi
nobilissimi
havea
se
fu
vendecta,
fusseno
in
chiesia,
che
in
loro
spale
amici,
come
feceno
sexdeci
al
gubernatori
quartiero,
li
da
di
Canetuli
,
Baptista,
et
r
le
sue
(la
ingegno
la
alto
richeze,
amltitione
et
che
per
havea
to,
sta-
quali
ofilcio
Regimento^,
Quisti
da
fici
magni-
per
farne
molte
cita
li
erano
Lui
citadini
per
presto
silea
Ba-
Ioanne
papa
pensando
quali
lui
che
nostri
pontificio.
quisti
li
ad
Antonio-
seco
altri
Di
del
licentiò
concilio
menò
alcuni
sdegnato,
essendo
illustre, Baptista
citadini.
seco,
ad
vocato
galiazo
che
sapere
Alamania,
deposto
inicio
facione.
seguite
Dobiamo
nello
cialmente
spe-
l' animo
de
splendore
incominciò
partegiare
gnori
si-
stimulato
cum
An-
123
di
toniogaliazo
forza
per
li
de
Antonio
qual
de
ad
dispiacendo
cosa
fece
galiazo
denari
de
et
robba
la
amici;
levandoli
Bentivogli,
venire
Cambio
,
doctore
Zambecaro
aiuto
misselo
cum
x\ntiani
secrettamente
lazo,
li
lui
et
amici
le
a
Canetuli,
le
in
piaza.
de
l'alto
spale
la
il
dicendo
a
la
palazo
per
de
signore
stessono
cosa
a
era
la
perdere
per
se
la
et
corsene
patre
ad
cavallo,
levasse,
come
cita,
tempo,
libertà
tello
fra-
subito
et
gente
farse,
de
donna.
sotto
bertà,
li-
populare
le
che
Antoniogaliazo
pigliasseno, perchè
in
valorosa
la
conservare
suoi
armati
;
andava
populo
pa-
suo
Canetulo,
Baptista,
de
orali
intendendo,
Mattheo
Et
loro
superbia
levarono
se
arme
signori
molti
la
et
exilio,
lo
cum
et
questo
confortando
colore
in
da
,
alcuni
Bentivoglio
tutti
auxiliati
cum
de
pensieri;
canetuli
in
era
reprimere
per
Hercule
Li
che
Canotuli,
de'
mico
ini-
prestante
fece
et
che
che
morire.
arme
era
il patre,
non
dolce
Ad
124
queste
persuasione
populo
et
de
tri
quilli,che
descendenti
amici
li
del
stato
li suoi
anchora
triumphano,
precipui
come
bentivoglio
preseno
,
virilmente
l'
Ultimamente,
liazo.
se
che
'1 Zambecharo
Uscito
fu
Bentivoglio
contumelie
fu
homo
alte
cum
drieto
che
mane
li
cum
grandissimo
ciarono
la
loro.
ignominia
ultima
fugirono
per
Baptista
Bentivoglio,
et
de
certe
strenuo,
il
fratello
furono
et
che
a
erano
li
modo
ca-
iactura
cum
proprii
salute
reputatione
tello
fra-
tollerare, fece
per
li
mati,
ar-
suo
Canetuli,
piaza
Et
bene
voce
numero,
de
circa
arme
avanti;
era
doctore
Hercule
in
exilio.
usate
iniuria
tale
potendo
retornare
le
drieto
et
cum
homini
parole,
de
che
a
el
Antoniogaliazo
essendoli
et
in
palazo
cinquanta
trecento
non
del
che
usisse
palazo
retornasse
che
de
mogio
assetto,
pose
del
Antoniogaliazo
il
per
citadini
prudenti
Antonioga-
contra
arme
del
quarti
in
cavaliere
grande,
et
Canetuli
de
casa
de
dito
cre-
i^eco-
125
mandandoli
furono
tate
li
la
loro
da
lui
così
per
salvati.
Ma
ad
in
furore
insieme
levato
la
de
molti
cum
vita
li
a
Ma
vogli.
amici
fusse
inimici,
mai
doctore
come
primo
gne
pia-
non
cendo
di-
magnanimo
,
,
che
cavaliere
lei
li bastava
solo
vincto,
bavere
al
a
li Denti
più
Antoniogaliazo
ad
ctoria
Vi-
nel
superati
molestasseno
non
rona
Ve-
questa
volea
ma
pie-
exilio.
perpetuo
donna
iubilava;
ciò
:
mandarono
valorosa
La
vita
hor
havea
come
Benti
de
gloria
promesso
Se
voglio.
alegrava
amico
questo
cum
la
or
cum
la
virtù,
animo
varii
modi,
,
quello altro,
et
prodeza
et
qualità
laudando
loro
de
per
che
parole
gesti
da
cosa
era
,
credere
non
in
sufficiente
stato
pitanio
ad
li
verso
primo
stato
de
et
la
citadino,
libertà
ecclesia;
a
papa
restato
Martino
de
la
a
titolo
senza
qualcosa
de
quella
regea
populare,
la
ca-
militi.
duncha
Antoniogaliazo
cita
victorioso
uno
suoi
sarebbe
che
donna,
una
non
casa
cendo
piaCo-
126
mandò
lonna,
el
fiorente
cum
citate
de
exercito
Bologna
de
la
et
et
al
Di
vedendose
leazo,
Brazo,
da
da
fu
suo
chiesia;
et
partisse
de
dosene
ad
Castello
Bolognese
dal
la
cita,
il
Cardinale
il
li
dal
Canetuli:
exilio
suo
che
stato
de
furono,
che
Legato
et
altra
Legato
il
male
li
et
ha-
havuto
per
la
quale
citate
se
parca
vocasse
re-
furono
così
Verona
chiamati.
hebbeno
tal
veneno
reputatione,
de
spale
senza
che
et
an-
stituire
re-
maxime,
secura
parte,
et
donatoli
Spagna
che
la
a
convenne
quella
papa
tenere
potea
Venuti
in
de
Bologna
pigliare
pontifico
mandò
persuase
dal
et
del
cita
la
el
poi
papa
Il
bitatione.
qualche
di
che
papa,
al
se
dette
gnor
si-
esso
soldato
signor
patrc,
cito
exer-
resistere
potere
già
gre-
lo
fidelmente
perchè
Anto-
Antonioga-
stretto
consigliatone
la
a
solito
che
parendoli
non
campo
trovare
per
chiesia.
perusino
ad
redurla
et
niogaleazo
mio
Brazo
sig.
in
caldo
simo
grandis-
essendo
loro
128
Partito
poi
de
il
de
Spagna
Cardinale
de
il
cacciato,
la
se
se
propriarono.
a
taneo
a
la
de
cita
dòli
il
cui
che
sequito
li
valorosa
questa
il
amici,
la
virtù
de
amici
che
da
in
timore
senza
erano
li suoi
diremo
fratello,
del
la
citate
;
fusse
non
de
quale,
tra
al-
li suoi
ad
ingegno
tendo
sen-
ogni
cum
cominciò
in
suoi,
pensieri,
sopra
campo
dentro
man-
anchora
la
lei
suo
l'animo
la
presto
donna,
amato,
cosa
et
havendo
capitaneo
Che
violata.
stata
campo
li amici
sarebbe
del
capit-
recuperare
sperava,
bavere
fede
la
sto
que-
mandò
stato;
cum
auxilio
loro
a
ad
per
perduto
dentro,
parte
se
Bologna,
il
cita
Martino,
exercito
Antoniogaliazo
per
la
prestantissimo
de
quella
da'Ca-
il stato
papa
grande
cum
nato
nomi-
poi
comportare,
Caldora
lacobo
venne
loro
et
volendo
non
fu
tollendo
Il
ne
Cicilia,
quale
chiesia:
in
nale
Cardi-
Bologna
Sancta
Lodovico,
netuli
Legato
questo
et
rare
opegnitudine
ma-
svegliare quilli
al
subsidio
del
129
per
papa,
la
da
el
cum
papa
darli
ingegno
caciare
pse.
Usava
dità
significare
che
era
mandava
non
cessità
fidate
de
l' altra
ad
le
nere
terra
risposta,
trovavano,
el
fratello.
contraria
presi
mente
per
La
sorte,
alcuni
:
et
salvare
pratica,
se
vita
in
po-
arbori
et
quelle
in
vano
portascudelle
ordinato
et
la
furono
iusticial-
morti
casa
cum
volse
come
dolente
oltramodo
una
nec-
facea
et
et
cita,
per
scoperse
et
1'
la
de
certi
in
citadini
la
cita,
che
fuori
havea
come
la
scudelle
che
stati,
ordinata
donne
sotto
de
coperte
li
che
legne,
cali-
fratello
andare
cercare
lettere
al
de
lei
et
et
pigliare
porta
et
scri-
arte
dimostratione
facendo
Bologna
lettere
certe
sapea
proprio
beatitudine
per
una
Tenne
inimici;
stupenda;
darli
havea
de
sua
per
cosa
expulso
suo
grandissima
conviene
come
cita
suoi
ad
mano
quale
casa,
inimici.
per
Canetuli
li
sua
la
in
tenuto
li
de
superbia
pratica
de
fusse
patire
potea
non
il fratello
pore
de
fugitte
la
clara
130
che
Modena
ad
il
per
ad
la
Sanctità
da
r
li
iacture:
monstrandoli
de
Lei
lui
che
poi doppo
termine
de
il
Pjrrho,
da
oppressa
cum
la
che
de
grande
nel
morte
suoi
fratello
de-
bavere.
Bologna
febbre
che
mille
et
cui
ne
dicesse
minato
no-
fu
corporea
consequite
xxviiii,
contritione
sancta
che
fu
parto
peccati patientemente
quantuncha
gliuolo,
fi-
nascoso
quattrocento
et
al
pervenuta
del
il
fìdele
e
debilità
tanta
optima
cum
loro
partoritte
per
pole
devoto
discaricarsi
ra-
non
portare
alquanto,
quale
a
li inimici
a
el
in
potea
non
mano
perchè
più
mo,
ani-
efficace
recomandóli
et
de
desistesse
sarebbe
citadini
mida
ti-
alteza
non
terra,
lei
come
molte
per
la
più
teano
Papa
forza
abandonare
Come
propria
sua
del
che
de
Pyr-
narrato
non
priva
de
impresa
de
figliuolo.
et
scripse
andosene
sopra
Modena,
donna
sone:
de
duodecimo
giunta
poi
et
gravida
ora
habiamo
quale
rho,
fu
Bolognini
do'
famiglia
più
sostenne,
contenta
131
sarebbe,
il
il charo
fratello,
felici
essere
ella
che
sua
cum
populo,
nel
Carolo
di
cita
il
et
a
exequie
dal
furono
lei
iuncti,
de
dal
dolse
al
a
era
a
la
al
fratello
caro
Hercule,
morto
tutti
uno
patria;
maxime
de
et
ancora
ne
et
di
lanza.
Et
perdendo
ancora,
a
la
Martino
pianse,
non
facea
molto
scontro
gliuolo.
fi-
figliuoli,
li
a
retornare
vato
le-
singular
cum
già
dolse
con-
parturito
Antoniogaliazo
li amici
speranza
perchè
haveano
marito,
perchè
de
dissima
gran-
affinità
il
morte
essa
cum
li
fonte
Questa
merore
de
adoperarono,
che
sacro
sepulta
episcopo
spirituale
conciosia
la
a
modenese
Brandolino
se
tuto:
po-
il reverendo
exequio
Boiardi
carità
poi
magnanima
laude
conte
di
desiderio
pietose
quale
li amici
havea
non
questa
honorevole
cum
casa,
che
recomandava.
duncha
fu
in
suo
providentia
donna,
et
opera
questo
Morta
sentito
marito
retornati
per
ma
divina
havosse
prima
se
dicendo
sima
caristefice
ponche
132
donna
tanta
una
clai'itate
sta
costei,
come
duncha
0
donne
in
le
che
el valore
disii.
le
benivolentia
de
la
de
la
litate
mi-
A
spede
del
li
stro
no-
gratia
quali
per
narraremo
illustre
virtute
Malatesta,
cuni
coniuncta
nominata
sopra
la
donna
sua
Montefeltro
da
stato
gloria
de
dire
Baptista
al
gjnevei'o,
succedente
fu
rire
mo-
valorosa
felice
per
odore
più
che
la
li nostri
ombregia
de
dovea
prestante
de
Gynevero,
nel
phau-
desiderate,
opere
memoria
bentivoglia,
dare
che
militare
vero
chiative
degna
de
mai.
già
Voi
refulgente
Ioanna
Bentivoglia.
//.
De
Baptista
Guido
principe,
Baptista,
per
de
le
splendore
Urbino
de
dotato
cieli
benigni
lucido
fu
et
di
Malatesti.
Montefeltro,
da
terzo
conte
Montefeltro
da
magnifico
munificentia
per
fighuola
una
cui
:
lissimo
nobi-
opere
la
de'
nominata
refulse
quale
fu
de
cara
133
simo
asai
fu
;
scientia
fu
de
erudita
Maiestà
Se
lege
de
anchora
ditione
religione
a
del
et
che
snificò
vita
de
nali.
cardi-
homini.
la
la
con-
de
et
Fece
in
de
et
de
poco
una
tione
ora-
de
in
la
papa
laude
de
commendatione
quale
ciceroniano
summe
a'
memoria
stato,
'1
Cesarea
humana
et
in
argomenti
Colomna
casa
quale
Heb-
sumrai
de
non
sanctitù,
proprio
ornato
molti
felicissima
de
la
et
eruditamente.
la
Martino
sua
la
de
lo
philosophia
questione
Scripse
in
e-
traheva
a
lei
de
prestante
facondo
Sigismondo
comentarii
sacre
la
oratione
de
con-
1' audiva.
qualuncha
luculente
de
che
modo,
per
stumi
co-
optima
latino,
et
hebl)e
sancti
et
ornato
materno
admiratione
de'
de
et
donna
et
et
et
religione,
et
loquio,
molto
catholica
ingegno;
Questa
Pesaro.
illustri
de
dignis-
Malatesta
formosa
fu
gratia
be
di
principe
duncha
fu
Galeazo
de
consorte
stile
prefato
laude
fu
de
et
pontifice
et
tanto
mento,
sentila
celebri
diti-
134
toli, facendola
Compose
le
morale,
le
audiva
lecto,
la
volea,
quando
et
de
Fu
trovasse.
costei
versi
laude,
li
latini
inamorata
munificentia
celienti
da
Non
vestire
insta,
presentati
qualin
sua
havesse
se
panni
proprii
,
lettere, li
le
Era
de
ex-
tata
visi-
tempo
epistole
in
mai
usasse
molti
da
quel
dicea
perchè
se
tuosi.
vir-
ben
di
curò
se
altra
vulgari
eloquente
lei.
posti
com-
acti
se
spesso.
cum
in
vero
de
ingegni
di-
latine
donna
erano
spogliare
li
lettere
ancora
o
chi
a
et
quanto
opportuno,
era
dovuta
come
in
liberalo
et
Quando
chi
fu
docta,
pia
clemente,
et
Sempronia,
romana
che
tanto
greca
legea
facesseno
altrimente
versi
le
admiratione
donavano
non
cantilene
et
chi
a
siderava.
de-
stile
egregio
sonetti
quale
lei
quanto
cum
epistole,
molte
de
degna
da
loro
et
del
pompa
quella
non
,
la
procedea
né
il
la
né
la
gloria
,
bisogno
proprie
in
reputatione
de'subditi,
virtute
pompa
;
de
ma
bavere
se
non
dilecto
prendea
belli
da
et
ornati
le
136
Cleofe
De
12.
Cleofe
figliuola
clarissima
fu
cara
di
Genaro
cita
da
de
de
ditione
possuto
suo
sangue
La
quale
et
docta,
et
soprano
le
uno
di
sparviero
latore.
Fu
donna
et
nestate;
magnanima
remo.
fu
et
fu
mare
for-
gubernava
mente,
egregia-
non
a
experto
modo
ucel-
conversatione
cum
benigna
et
virago,
come
del
tenore
sapea
falcone
uno
sempre
con-
prudente
de
canto;
de
sua
radiante.
asai,
ucellava
de
ma
Questa
troviamo
poco
uno
al
generosità
centra,
et
quilli
femina,
la
la
tempo
musica
del
note
in
de
fece
de
Pietro
Malatesti.
che
optima
et
et
longo
formosa
fu
Cesena,
habitante
intendere,
non
fu
da
habiamo
quanto
la
de
magnifico
per
valore,
tanto
Lapi
principi
donna,
Cesena.
Lodovico
Pesaro,
Arimino,
di
de
del
moglie
da
Lapi
di
prole
consiglio
de
dì
grande
catholica;
dimostra-
pidissima
lehofu
137
Dobiamo
duncha
di
Azzo
fratello
de
fiero
al
donna,
assalito
darli
per
in
li trovò
se
certa
per
la
loro,
da
chiamato
morte,
infra
era
sendo
es-
tico
Cesena-
venitiano,
marinaro
inimicitia
che
magnifico,
mortalmente
Marchetto,
fortuna
homo
Lapi
questa
porto
uno
intenderò,
donna
ad
compagnia
de
,
la
illustre
moglie
del
Vedendo
invasione
il
et
1'
feminea,
animo
forza
che
uno
era
core
suo
auxilio,
et
volse
fugire
getarse
recuperò
animo
nel
la
grande
tudine
mansue-
al
caciosse
la
:
mare,
et
vita.
Hebbe
o^rni
lesu
in
rinaro
ma-
'1 marinaro
se
in
nel
et
se,
dife-
strenuamente
li
de
el fiero
centra
che
subita
mane
de
nome
morte,
ad
le
insulto
el
focoso
per
de
crudelle
modo,
de
trasse
sana
il fratello
tal
per
la
depose
chiamando
suo
centra
acendendose
parte
una
crudele
denudato
ardire;
et
Novello
questa
arme
subito
fratello,
Colonnese,
Malatesta
principe
Cesena.
de
Violante
matrona
fu
necessario
una
navicella
costei
honorata
ancora
im-
138
presa
la
canto
rocha
forma
de
Hebbe
F
cum
la
de
li
quando
;
casa
scrivere
et
de
da
pore
bone
ornate
tere
let-
parole.
virtuose
degna
sua
sapea
et
agho
mane
;
fu
gubernatrice
officiosa
benignamente
et
parea,
in
li
et
coniuncti
amici.
0
donna
da
laude,
optime
li
la
cum
tuoi
male
sivia,
accidente,
Ultimamente,
ornamento,
gidio
de
et
Arimino
molti
celebrarono
altri
spirto,
defecto,
lo
secundo
la
morte.
fu
lo
donna
episcopo
Seneca
poeti
Le
virtute,
loro
talvolta,
che
la-
qualche
de
et
el
et
cum
fano!
de
costei
tanto
et
fare
chiamano
ne
vole
fa-
overo
legiere
animo
et
arcolaio
et
manchano
suspirano,
fuoco
sentimento
pacia,
de
masti
consu-
al
proximo,
conoscendo
poi
ne
naspa
opera,
ingegno,
che
fuso,
convenendoli
quali poi,
cum
non
intorno
molte
come
laudabile
almeno
anni
del
de
piene
de
che
rocha,
dicendo
celebrata
essere
de
et
epytaphii
la
oratori
de
Eca
Marla
olofjuentis-
139
di
simi
de
tormento
di
divo
alquanto
febre,
in
ctore
pieni, quando
gloria
in
Cathaldo,
marito,
divo
che
farà
festa
virtute
sua
13.
zagha,
può
se
cielo
del
fra
se
lecta
de
donna,
una
de
requirere
figliuola
felicissimo
da
ne
la
Gonza^ha.
de
de'
la
che
:
de
nostra
fu
Malatesta
principe
et
stata
essere
quanto
Gon-
glorie
sue
honorata
famiglia
possa
tua
perpe-
sociare
1' altre
contentare
de
illustre
sepulta;
de
famiglia
matrimonialmente
cellentia
fu
per
oh ìon issa
mar
fortunatissima
La
et
pompa
grande.
Paula
De
prio
pro-
Gynevero
triumpho,
et
del
del
degna
'1 nostro
suoFa-
tempio
funerale
tanto
ò
laude,
nel
gloriosamente
fama
cui
al
1' oraculo
con
exequio
la
dove
Arimino,
nue
conti-
giornate
l'anima
rese
il
doppo
la
de
altra
Italia
Paula,
di
consorte
ex-
di-
Pesaro,
del
,
glorioso
primo
Joannefrancesco
Marchese
di
de
Mantua,
Gonzagha,
principe
140
splendore. Questa
excellentissima
duncha
forma,
belissima
et
molto
de
certamente
reverendo,
molto
a
qualuncha
de
eloquentissima,
benigna
piccoli
et
stato;
fu
tissimo
il
da
ma
liberale
in
V
li alieni
audientia,
solamente
non
a
radice
li po-
a
fu
pruden-
solo
non
dal
prio
pro-
aflfabile
; fu
lei
dicendo
istessa
se
li
de
avaricia
consiglio
suo
mosinante
ele-
et
gratissima
estimato
et
stato,
et
la
de
et
caritevole
fu
;
grandi
a
consolatrice
de
i mali
suoi:
puli
de
aspecto
afiicti, inimica
tutti
fu
gratioso
molto,
de
donna
ma
a
,
la
tutta
republica
di
nata,
marito
che
il
maschii
fu
Carolo,
et
de
ne
r
fu
Jeanne
altre
gratia
castello
in
valoroso
il
Lucido,
do
natura
fu
che
figliuoli,
Il
sucesse
Il secundo
stato.
signore
suo
femine.
due
nel
fu
che
fu
arme
sei
Lodovico,
primogenito
come
essere
marchese
Hebbe
et
chiamato
primo
proximo
principe
iubilava.
ne
quattro
del
de
Viadana
Cremonese,
et
duca.
Il
terzo
quale
per
poca
diforme,
di
che
141
visse
poco
Il
la
dopo
fu
figliuolo
quarto
quale
anchora
molto
et
lui
patre.
al
Alexandre,
deforme
essendo
optima
de
del
morte
conscientia
non
,
dette
se
poco
de
religiosi
altri
conversatione
religiosi ;
di
castello
Ludovico
de
castelle.
queste
hebbe
La
parole
la
quale
et
spiratione
divina
salvare
sua
de
la
terminò
Fu
de
r
li
questa
suoi
Paula
Omnipotente
monasteri
vita
et
de
de
santa
primo
duca
de
per
in-
securamente
fece
se
in
monacha
quella
sancta
giorni.
principe
Clara:
future
ella,
fondatrice
monache
nome
per
più
anima,
Clara
sancta
vita
de
se.
esten-
hebbe
essendo
al
al
dispensata
vivendo,
lui
figliuola
Leonello
desponsata
Urbino
il stato
prima
figliuola
secunda
Cecilia,
La
quale,
marchese
heroditò
marchese
gentilissimo
il
:
il
Margarita,
nome
Canedo
Bressana
fratello
suo
de
et
dominóe
figliuoli morendo,
senza
de
Dominico
sancto
devoti
altre
et
la
a
do
et
in
de
laudo
alquanti
sanctissima
tutti
li
altri
142
monasteri
homini
de
Mantua
de
de
et
et
del
donne,
ad
observantia
sanata
conventuali
fece,
come
Mantuano,
et
vera
privando
ancora
ad
di
le
che
felice
suo
nome
mantuane
observa,
se
di
parte
li
quisti
a
,
tempi
ad
devotione
splendono.
Questa
dignissima
virtù
sima
divenne
gioventude
che
la
Fu
opressa
forma
che
la
a
l'alto
Dio
come
de
Per
uno
loco
de
sanata
le
Clara
doppo
quattro
anni,
compito
la
senta.
lei
et
in
potea
po-
pacientissima
rengratiando,
cosa
fìdelissima
tire.
mar-
fece
se
fare
il fabricato
monastero
in
dove
Mantua,
fìnitte
la
morte
del
havendo
anni
de
morbi,
se
devotione
presso
vita,
et
alcuni,
fianchi
non
il
per
ne
varii
Christo
sua
belis-
de
ancora
de
ogni
Jesu
cristiana
lei
altri
bocha;
Adele
etate
de
etata
spo-
sua
el iudicio
mane
de
de
gobositate:
mali
de
et
podagre
nere
in
posterità
de
la
ne
secundo
pare,
che
donna
lei
sexanta.
come
sanata
sua
marito
de
Por
de
la
sua
questa
144
et
di
de
la
Gracili,
et
Julia.
casa
Et
che
donne,
fu
che
voi
virtù
in
Toxatio
duncha,
nel
viveti,
la
contemplare
de
tanto
mondo
del
pompa
moglie
Paula
fasto
et
sdegnate
non
de
lustre
il-
tanto
dore
splenla
Gonzagha
,
mai
quale
il
ne
de
lei
cosi
del
timore,
fine,
mai
et
charjtà
al
dicea
essere
a
beati
et
suavità
il
costumi
marchionissa
beleza,
sua
stato,
rando
conside-
manchóe
proximo,
la
de
de
vir-
donna
tanta
Tedesca
bito
de-
questo
Certissimamente
nata.
tute
la
et
clementia
che
la
Dio
mortai
la
de
et
splendore
abandonò
de
fiore
nel
sua
nora
,
del
consorte
in
imitatrice,
le
che,
humane
tione,
pare
aura
nel
angeli
de
ne
vedere
come
nevero,
del
tanta
pigliano
precipuamente
come
tempo
femineo:
sexo
exilità
li
mente
memoria
del
vera
nostro
Per
explicaremo.
fano
come
suave
mi
la
sinceramente
ingegno
il
gloria
secundo
come
fu
primogenito,
suo
jubilare
vaghe
cielo,
degna
et
consolaancora
il nostro
fronde
estivo.
in
da
a
Gysuave
145
casta
laudo
Lodovico
de
di
Mantua.
dunque
Barbai^a
che
sapere,
Tedesca
Marchionlssa
secunda
Cuna
Barbara
De
14.
debbe
se
Tedesca,
consorte
felicissimo
Gonzagha
,
marchese
Mantua,
de
marchese
imperio
Jeanne
Alamania
de
borgho
preclara
donna
lei
quando
egregii
doni
Fu
de
alcuna
liberalità
signori,
a
suo
lochi
venerando
era
pii
valieri,
ca-
ad
savio,
grande;
ogni
raro,
et
voti.
de-
et
sueta
man-
aspecto,
gravità
ingegno
a
gentilhomini
a
bella, biancha,
prestante
molti
conti,
dolina
de
et
recordare,
possa
a
cum
liberalità
et
neri
parlare
se
rito,
ma-
nuptie
donne
de
et
ochii
a
ad
altre
doctori,
a
nobile
le
augusta
cum
quando
venne
quante
fortunata
christiano
del
triumpho,
gloria,
abundantia,
a
donna
lustre
il-
Brondin-
electore,
celebrate
furono
tanta
di
et
dignissimo
questa
dello
nata
cum
hebbe
cosa;
prudente
il
146
fu
benigno;
et
charji;ativa
continontissima,
volontiera
;
infra
seditione,
era
concordia
fructo
fomento.
inimica,
ciba
se
de
corte
nobile,
costumate
exercitii
honesti
templi
incensi
et
et
le
sue
de
et
lochi
fochi,
Se
intrato
Dio,
et
de
donzelle
le
reverentia
maritare
quale
cum
fus-
come
Visitava
oblatione,
cum
de
che
dispensava
in
in
veneno.
piaceri,
crede
che
notriva
se
pudiche,
devoti
ad
sempre
dicea
religione.
una
divina.
maiestà
de
in
state
fu
diportavano
se
poco
cogno-
lei
et
cura
de
mortai
donne
la
gubernò
volse
perchè
et
lei
cum
che
quale
l' anima
Tenea
insieme
la
neroso,
gede
fu
non
avaritia,
de
in
0
corpo
seno
de
pace,
governo
Mai
dove
animo
grafia
stato
avaritia,
pessima
chi
et
al
ma
pore
familiare;
ordine
et
scere
al
corte
ella;
su
cittadini,
Hebbe
solo
splendida
singular
suoi
unione.
et
fatica, ingenuamente
a
discordia,
non
li
li
neva,
interpo-
se
perdonando
non
pudica,
l'alta
'1 terzo
a
li poveri
donzello.
147
di
Dava
se
Orava
plo.
ofHcii
che
gubernare.
Fu
affabile,
audientia.
overo
forma,
patienti
et
humana
specialmente
et
de
boni
fusseno)
si
non
in
contro
alcuno
grata
or
questo
lei
fusse
homo
dicea,
(ancora
che
le
facti
li andava
tal
de
dire
au-
mano,
dono
spesso
perchè
de
persone,
una
la
ne
prendendo
per
et
chinarse
scoperto
capo
su-
voleva
non
per
a
le
faceano;
subito
et
che
ben
li
persone
che
povere
patire
loro
quello
superiore
essere
virtuose
audientia,
or
tanto
et
el
cum
Era
da
honeste
levarle
per
che
creature
che
lei,
per
le
vedea
de
lia-
rasone,
potea
non
presto
honore
sua
le
reverentie
misse
Se
li confortava
estimava
costumi
che
dal
adimandavano,
partivano.
et
de
parti'a
contento.
tanto
nigna
be-
manco
se
optime
se
se
libéralissima
quello
cum
divini
ciirn
non
incusati,
erano
tal
lei
de
exem-
justamcnto
mai
mal
torto
veano
Dio,
che
Alcuno
conspecto
optimo
de
dejunii,
et
suo
subditi
pietà
la
et
potesse
li
a
massia
Dio
ogni
de
148
in
et
carne,
convenire
polvere
Ultimamente
tornare.
fanciulo
uno
li
re
bave-
,
bbe
parlato.
Vivea
cibandose
se
in
è
come
pudicD,
de
naso
non
proprio
è
da
Dio
et
lordo
et
non
effecto
una
Veramente
et
se
felicità
a
volta
non
la
do
nostra
le
de
misere
natura
fedissimo
suo
è
sapere:
tanto
venga
che
questa
Alamania
tutta
portasse,
gemma
evangelica
cosa
per
Italia.
dare
in-
corpo
debba
la
nulla
credo
in
donna
'1
se
che
dice, che
che
ta,
non
pensano
tentia
Et
dono
che
concesso,
la
pudico,
una
tanto
cognoscono
in
come
porcha.
una
de
perla legata
sia
quando
quanto
et
orientale
una
sentiva
beleza
casto
ve-
fusse;
Oh
«
la
corpo
! Così
auro
nel
in
quando
quando
che
et
vedere.
a
honesta
dicendo:
cosa,
sia
che
che
astomachava,
speciosa
donna
piacere
donna
impudica,
era
sobrietà
prestantia
una
bella
una
così
è
era
dolcissimo
Havea
dea
grandissima
cum
sen-
ocul-
in luce!
»
religiosa
la
gloria
più splendore
149
feliceraonto
Generò
femine
cinque
Il
fu
Joannefrancesco
fu
quale
citate
et
prima
la
liberale
presule
conte
de
Francesco
de
monastero
figliuola
che
al
sata
che
in
fu
prefato
duca
la
nel
terzo
quarta
loco
de
terza
ordine
gato;
leduca
dissimo
reveren-
Mantua.
de
tamente
meri-
Susanna
tal
de-
nome,
Galeazomaria
de
divenuta
cunda
fu
de
al
duca
la
romana
degno
Lodovico,
instituita
ctissimo
de
et
sancta
Rodulpho,
figliuola
sponsata
su-
Francesco,
terzo,
quinto,
il
che
reverendissimo
quarto,
d' arme;
maschii.
cardinale,
per
moritte
il
La
il
felicissimo
ecclesia
tanti
stato; il secondo,
;
nostra
figliuoli,
Federico,
marchionato
nel
cesse
altri
et
primogenito
dieci
la
quale
gibosa,
se
sancta
Paula.
nel
La
molto
Susanna
conte
sendo
es-
rencluse
Dorothea
de
invi-
Sphorza,
Milano:
fu
mogenito
pri-
fu
se-
la,
bel-
despon-
Galeoazomaria
Milano,
la
quale
ritte;
mo-
figliuola Cicilia, quale
monacha
figliuola Barbara,
se
per
fece,
il
ma-
la
150
terno
maritata
nome,
Vertimberch;
de
al
li
sempre,
furono
tamente
del
morte
stato;
la
Fu
vita.
et
pianta
tadini,
mani
et
non
honori,
solo
facendoglie
illustre
fra
exequio,
l'altre
rità
et
lassò
de
la
mirabile
virtute
et
dolente
lacbrjme
li
cari
da
cum
loro
matre,
a
et
refulse
li ci-
per
da
ogni
come
al
cinquanta
honorata
ad
utile
et
exaitata
ma
to,
mari-
suo
mostitia
et
la
doppo
publiche
cum
nitore
ge-
reputatione
anni
specialmente
et
;
de
etate,
lei,
honora-
anni
merore
gran
de
suo
reputatione
sua
reve-
opera
marcliexe
havendo
de
nove
et
per
tri
signore
et
amata
et
lei
grande
cum
questi
Da
testamento
stato
Visse
tractati.
fu
tata
mari-
marchexe
nel
de
Alemania
quali,
illustrissimo
lo
chiamata
Guricia.
figliuoli
Berardo
duca
quinta
in
de
conte
dignissimi
da
la
altamente
Paula,
rita
al
li huli
vini,
di-
potere
in
che
ingenita
de
glioli
fi-
cla-
gloria
et
,
de
clementia.
"
)h
donne
che
sotto
la
grande
vo-
152
che
vero,
odore,
suave
De
in
lentie
de
Paula
noi
illustre, che
Gonzagha,
donna
del
refulgente
ratore
bellissima
et
animo
ad
sempre
Francesco
molto
duca
l'andare
et
fra
in
mata
chia-
figlia
et
o-
Lei
Stroza.
costumi
prestanti.
generoso,
il stare
1' altre
fu
elevato
de
degne
,
;
me
ar-
Questa
excelse
cose
d'
aurato
Nicolao
de
sorte
con-
Constantia
cavaliere
preclaro
Hebbe
degna
sangue,
fonte
sacro
magnifico
gloria
de
le
quel-
a
Nuvolara.
de
generosità
al
matrone
agiungiamo
la
del
excel-
Barbara
prestantissimo
dunque
de
de
cere,
ta-
clarità
magnanimo
signore
et
verità
narrate
laude
del
già
le
non
publica
cum
la
de
et
Gonza^ha.
per
augumonto
per
tia
Constan-
forma.
da
ancora
Gonzaga,
nome
in
seguente
Stroza
possiamo
in
fu
la
tanto
intendendo
furono
Constantia
Non
rende
nostra
augumentarà
Gonzaga
15.
cita
conditione
felice
le
la
a
suo
fu
cum
153
maiestà
grande;
quali
girava
prudente
et
paterna
troppo
studio
da
nuptie
el
richo
principe
ducal
sua
alteza
Berso
in
de
Immanità
tanta
de
più
Fu
consorte,
che
Pompeo.
la
per
et
honorificentia
dolce
lulia
virtù
al
quale
gnia
compamai
et
quente
eloob-
et
del
al
gnifico
ma-
caro
preclara
mondo
gliare
pi-
mànclio
cum
non
facesse
Oh
la
che
gratia
et
la
prestante
pudicissima
1' honore
da
et
judicarono
sposa
dilectione.
et
illustre
la
tutta
admirandi
molta
fece
oratione,
servante
dal
ringratiare
luculente
parole.
cum
estense
li
sentirono
a
venne
adcompagnata
comitiva,
et
suoi
et
essendo
licentia,
duca
special
ne
matrimoniale,
duca
sua
per
consolatione
de
Quando
bocentoro
virtù
l' audiva
vedea,
fa-
la
a
per
ma
et
suave
tal
non
clii
restava.
le
esso
che
gesti
occupato
donna
et
aquisita,
Dio,
legiadri
dolce,
degenerante
;
belli,
gravità
cum
parlare
non
cundia
dono
levava
et
Il
reverenda.
occhi
hebbe
et
et
rito
ma-
et
de
errata
154
al
Opifice
suramo
visitare
in
Fu
!
l' infirmi
confortandoli
roba
cuna
et
richi
vestita
drappi
róe
che
la
se
virtù
de'
porgeva
suoi
in
terra
servantia
religiosa
il
de
et
portamenti
magnifici
secundo
corte
de
et
;
de
el
pudiche
furono
honesta
ob-
sima
beatis-
lei
di
nastero
Mo-
de
Maria
contenti.
non
del
devota
la
che
devoto
tanto
chiamare
pono
et
paese
edifìcatrice
religione
vita
de
come
essere
per
tanta
rale
libe-
Nuvolara
de
terra
tempio
Li
mai
suoi
et
lasivi, ma
ne,
Ten-
pompa.
virtuose
se
habiti
honorando
suo
li
che
come
precipua
carmelita
vile
volea
di
Fu,
sancta
vergene,
in
non
suftragii,
de
la
de
lei
donna.
piena,
a
dedignava
lionore;
pietosa
sua
se
nati, dicendo
ancora
religione
la
Hono-
virtuosi
non
renderli
sdegnare
et
famularli.
humilmente
habitare,
corpo
de
,
fusseno
bene
gnando
sde-
non
persona
homini
gì'
sempre
parole,
et
propria
nati,
affan-
li
et
denari,
la
tativa
cari-
dolco
cum
cum
cum
benigna,
stato
donne
et
155
mantenendole
donzello,
in
tempo
muliebri.
de
d'
varii
manco
da
del
la
a
degna
de
farne
fu
seta,
diversi
boschi
et
;
per
el
et
dentro
de
cosa
vedere.
tal
quale
per
stata
essere
non
essere
trice
invensere
tescara
romana,
Tarquino
fugire
re
filar
dei
l' otio
felicemente
mani,
Ro-
tunque
(quanel
la
la
che
quello
et
inventrice
ingente
Onde
Girila
prische
levati,
re-
lavoro
bambace
Gaia
de
regio
lana
et
panni.
Prendea
et
figiare
ef-
di
de
scriptori celebrata,
possedesse
stato)
sutilità
et
animali
dilecto
filare
sposa
valorosa
mane,
prati
herbette
Panfìla
poi,
argento
naturali
egregii
greca
de
cum
come
et
exercitii
per
virtuose
come
,
albori,
laude
li
et
gruo
con-
essere
questa
agho
vaghe
et
de
inventrice,
auro,
opera
fiori
legiamo
che
ingegno
suo
cum
il
stata
è
del
quale
Per
donna
exercitii,
inventrice
prima
stata
è
virtuosi
Minerva,
una
ad
sempre
piacere
ancora
cum
questa
li docti
donna
ingegni
dilecto
certare
156
le
de
lettere,
de
Legea
spirituale
memoria
et
di
che
de
conforme
ordine
et
centia
et
l' animo
et
Zampetro
et
abundatia.
duca
d'
stati
honorifì-
cum
mosi
for-
cinque
lei obe-
nominato
cavaliere
et
La
grandissimo
maschio
arme
poco
ingegno.
figliuoli a
et
futava,
con-
non
Hebbe
Uno
conte
havea
cum
religione
dientissimi.
et
comuni
l'
de
l'havesse
non
de
quali
ornatissimi
et
lei
respondea
famiglia gubernò
sua
illustri
li
potea
temptare,
li etfecti
a
ad
memorabile
se
li
mondo,
historie
quelle
de
Argoìa,
et
de
muse
non
hystorie
memoria.
et
tissima.
aman-
le
come
le
de
vaglia
molte
del
gentile,
et
era
dolceza
cum
mandava,
poeti;
a
quale
roso
valo-
et
femine
quatro
,
de
singular
il
de
nome
polita, Lucretia,
Visse
alcun
magnifico
singulare
ma
altamente
venustate,
marito
le
Alouisa
et
doppo
tempo
in
honestate,
come
quale
stato
si
è
Hyp-
Alexandra.
la
fine
viduile
pudicitia
spesso
ritate,
ma-
accade,
et
del
cum
dore;
splenche
a
157
le
cupalione
clusa
che
inusitata
fu
assalita
physico
non
molto,
credo,
renali,
fu
finitte
cum
la
principe.
in
secunde
costumi,
che
lunghe
tempo
adverse
cose
virtute
meritamente
:
virtute
nigne
be-
cum
queste
come
de
la
et
va-
le
ne
fu
vera
clari
et
tale
ancora
e-
pacientis-
Finalmente
ogni
possedette
Quale
et
in
nel
de
modo
vita.
sempre
et
temperata.
constantia
nome
le
cerarono
li ul-
in
rognoni
veramente
era
dee,
lapi-
pia l'omnipotente
voce
crudele
come
litudine
et
Fu
gritudine
sima,
li
ringratiando
parole
et
clie
toleranza
grandissima
sostenne,
dolori
harenose
et
li
de
et
tormentata
sua
poi doppo
vexata,
rene
liberata
mancandoli
fiore
aspramente
le
Fu
non
materie
cum
sona,
per-
tico
splene-
fu
quale
de
pri-
liumori
fluxo
argomento.
oc-
ren-
la
morbosi
del
affanni,
mentali
de
certo
epatico,
lei
stare
per
da
la
per
quiete
parturirono
et
per
et
mariti,
et
li
inopinate
solicitudine
cum
di
vatione
crescie
donne
grande
felice
la
fui-
158
vida
fama
nel
etterna
questa
senile
illustre
la
gratia
le
Stroza
telligentia
matrone
del
olente
nostro
al
giungeremo
ficentia
del
de
conte
l' altre
et
de
in
Fois,
ad
ad
in-
più
per
magnifigliuola
la
la
de
tissimo
sapien-
grande
probitate
et
vita
et
quale
la
et-
gloria
styrpe,
Gjnevero,
odore
ad
cum
in
fra
sede
Gonzaga
et
Cosi
questa
celeste
dive
et
sempre
essendo
de
passò
possedere
viverà
et
Constantia,
de
nome
tate
vive
ne
infrascripta
forma.
De
Maria
Maria
fu
16.
Carolo
latina
fu
et
inclyto
:
de
fu
donna
et
de
al
de
de
Fois.
de
che
la
suo
matre
Guilielmo
Questa
virtute
tanta
che
in
Navara,
Monferato.
cortesia,
refulse
et
re
coniuncta
marchese
splendore
fuso
circumspecto
prima
excellentia
Fois,
de
de
de
conte
figliuola
conte
dice
lingua
fu
del
nobilissima
illustre
figlia de
reale
pgliuola
non
preclaro
et
poco
ori-
160
grandeza,
né
la
cundo
lei
suo
natale
al
marito,
Ma
sito,
fu
forma
in
aiuterà
Maria
le
noi,
et
patrocinio!
bella
questa
orbati
del
Chi
ne
unica
Oh
nostra
,
,
tu
speranza
vai
ne
in
,
nave!
dolenti
animi
Quanto
del
nostri
partita!
tua
Oh
thesauro,
nostro
felice
chiamare
poi
li
sono
la
per
Italia, spoliatrice
te
noi
lassando
,
relieta
ben
mori
cla-
necessitate?
nostre
dama
in
miseri
suffragio
nostro
et
specialmente
et
dolendosi
quali
Oh
«
;
populi
sin-
triumpho.
pianti
senza
Italia
cum
specioso
partì
li
in
adcompagnata
de' suoi
poveri,
Guascogna,
venire
per
et
se
de
partì
se
ponipa
non
di
se-
aetate.
Quanto
gular
figliuola
essere
per
bavere
,
odio
te
simile
che
era
Or
portamo
!
Et
»
parole diceano,
et
celebrate
le
nuptie
la
cum
in
Alba,
do
piene
et
compassione
venuta
invidia
Quanto
!
ornamento
tanto
pianta
molte
de
grandissima
et
dovendosc
altre
amore,
dolceza
donna
et
audire.
in
Italia,
gloria
partirò
161
li
al
r
che
suoi,
marito
haveano
retornarsene
per
furono
loro, li quali
infra
trocento
scuderi
cavali
bellissimi
lei
mossa
magiore,
argentarle
sue
dando
ciose,
a
la
secundo
persona;
et
restando
altra
le
fino,
pecio
uno
minimo
ferato
et
Pranza
questa
et
parlarassi
Se
et
cum
ruppe
de
vendicò
aetterna
fama
auro
portate,
et
fin
al
stala:
da
in
dolce
de
Mon-
ria
memo-
donna
nel
sempre
li
te
alquan-
ancora
magnifica
di
gratiosa
donare,
pagio
la
non
ciascuno,
et
sai,
as-
de
che
havea
seco
preet
grande
munificentia
Monferrato.
cose
magnificentia
et
loro
grado
donòe,
munifico
in
infra
et
da
usata
minimo
dal
poco
cosa
cum
soa
ciascuno
qualità
servo
quale
tutti,
picele
quale
la
et
tanto
cathene
sue
de
gemme
grandissima
cum
la
et
qua-
richamente,
distribuitte
et
de
gente,
l'ardore
a
casa
gentilliomini,
falerati
liberalità, donóe
al
et
minuta
et
da
ad
meglio
signori
altra
et
adcompagnata
se
la,
par-
paese
non
che
de
manco
se
ll
ha-
162
nella
vesse
benigna,
mostrò
a
li
quali
auxiliandoli
loro
se
liberale
et
facea
se
li
a
veri,
po-
procuratrice
la
pigliando
advocata,
et
gratiosa
perchè
precipuamente
et
ciascuno,
a
patria,
paterna
non
protectione
la
de
meno
,
et
favore.
del
che
roba
magnifìcentia
vede,
se
avaritia
dobiamo
la
gli
più
rara
in
tenacità
et
quanto
perchè
solo
non
virtute
quale
la
tanto
iudicare,
lampegiante
donne
La
famigliare
è
,
innata
ma
el
Quando
li
come
alcuna
stato
in
se
rentia
del
discreta
de
nel
mano,
casto
doliberatione
costei,
del
laude!
richo
0
che
per
de
overo
mai
seno,
facto
per
supplicante.
de
et
tenea
havesse
non
perpetua
morbidoza
la
lo
per
supplicatione
liberale
la
fino
0
ella
persona,
ponea
lassandola
et
porto
povera
quella
cum
consueta,
era
spesso
continuo
et
cavalcava
ancora
fusse
natura
animo.
picelo
paese,
propria
de
e
la
virtù
stato
occo-
pietosa
fia
quanto
Che
visione
pro-
li
gna
de-
piaceri
non
la
163
facea
oblila
come
fano
estimano
né
pietade
populi.
pientissima
citii;
et
carità
et
alcuna
mai
de
ingegno,
et
Fu
de
se
lei
ciascuna
al
fu
de
da
passò
de
molto
marito
figliuole,
copulata
de
questa
tempo
et
a
al
Nel
Salucio.
Questa
stato
che
una
prensibile
re-
pru-
alcuna
de
fus-
quale
equalità
tanta
charo
due
hebbe
al
exer-
verso
servava.
Visse
prima
ultra
tanta
mai
che
possette comprehendere
più chara,
til
gen-
modestia
li audite
loro
a
in
diportava,
se
loro
parola.
dentia
dolceza,
tutte
verso
donna
li servili
a
tanta
cum
senza
famiglie,
egregie
servente
deputate
et
dizotte
de
corte
de
donne
curano
li suoi
questa
le
a
non
altrui,
compagnia
sua
che
li sinistri
regono
Tenea
subditi,
dedite
tanto
piaceri,
et
di
bisogno
alcune,
voluptate
le,
del
de
et
le
quale
la
marchese
parto
de
vico
Lodola
secun-
vita
in l' altra,
avanti
li fo
morte,
li
anni
tre
de
populi,
sticato.
pronoiactura
tanta
fu
do
comò
non
poco
164
meritamente
merore
et
illustre
marito
da
pianta
da
et
tutti
li
lo
subditi,
,
singular
cum
Dio,
cha
lei
come
vita
in
le
de
modo
questo
77,
del
conta
Agnola
da
antiquità,
per
splendore
italico
nosti'o
castalio
parse.
conte
cho.
carne
Fu
et
che
cara
Antonio
donna
venusta,
me-
Antonio
Verona
non
ma
per
gloria
per
de
nutrita
del
proprio
del
del
signor
de
occhi
de
tanto
moglie
formosa,
et
Quale
Arche,
de
refulse
lacte,
Fu
in
et
poetico,
per
faciamo
conte
famiglia
clarissima,
virtute
a
Nugarola
del
nome
paro
virtute.
signor
figliuola
a
ne
Nugarola,
da
Antonio
Nugarola,
Ginevero,
sequendo,
Annoia
De
rena
ter-
possiamo,
la
illustre
sue
dun-
questa
vedere,
da
Agnola
cum
merito
in
felice
del
glorificata
eterna
paro
visse
gloriosamente,
girlanda
cum
r
piotate. Pregiamo
biancha
non
gnifico
ma-
Arde
troppo
165
neri.
pudica
humana,
gnato
sempre
chi
audiva
docta
non
celebre
manco
egloge,
fu
che
altri
tanta
arbitrato
che
'1
scripture
sacre
arte
poetica,
Hieronjmo,
in
Fu
al
suo
alto
et
sua
sima
famiglia
non
Fece
alcune
doctrina,
et
de
manco
et
molti
Cornificia
discipline
et
di-
lui
de
de
et
sanctissimo
del
tempo
scrive
rono
fu-
che
valore.
caro
virtute,
tanta
poeti
intelligente
questa
ancora
li
nome
per
secundo
furono
presso
memoria,
le
lei
elyconio
versi, scripti
de
stu-
fusseno
verso
gnissima
humani
arte
non
conso-
elo-
divo.
che
cum
pretio
il
che
egregia
da
che
fu
tempo
li
poco
modo
per
quel
in
adcompa-
molta
cum
et
rendi
reve-
exempli,
pigliava
ne
quilli
et
honorati,
de
morali
poetica,
quentia
dii;
eloquio
cum
Fu
latione.
costumi
de
et
Fu
avolio.
come
dolce
de
et
r
havea
denti
Li
de
Agnola,
la
optima
sua
presso
nobihs-
gubernatrice
,
cum
Se
prestante
conservò
ordine
sempre,
et
come
ornamento.
donna
pru-
166
dente,
le
cum
splendida
tremi
liberale
et
de
perantia
dilecta
molto
dal
piotate
et
;
che
è
affanni,
virtù
una
Nugarola,
fia.
singular
donna
virtuosamente
le
li
sue
fama,
la
ria
glo-
Gynevero,
infrascripta
la
come
finite
eterna
felicissimo
altra
seculari
de
del
nostro
nuto
ve-
quella,
a
li
adcompagnare
cum
pre
sem-
Essendo
beatamente
insieme
clemen-
lassando
et
quale
stato
tutti
benigna
Fu
al
egritudine
giorni,
preclara,
ogni
de
comune
illustri
suoi
per
de
ne
marito.
pervenire
terminatrice
pre
sem-
mantenne
visse.
de
tempo
Fu
tem-
populo
in
et
vicini.
justitia,
religiosamente
il
suoi
se
suo
administrò
sempre
ex-
avaricia,
et
magnifico
del
gratia
duo
modestia,
pudicitia
et
li
caritevole;
et
grandissima
cum
tia
li
cum
devota
clemente,
richeze,
infra
prodigalità
la
specialmente
la
iustissime
sue
de
fama
la
de
styrpe
inteso
168
nutrite,
male
sere
saluta
le
incenso
li sia
sotto
altiere
de
altrui.
disciplina
dato
tante
che
vana,
costei
molti
per
sono
gloria
non
erudita
sotto
famosi
homini
quentissimi
reveren-
sterco
overo
Fu
de
et
uno
loro
altri
quando
honore
il naso;
la
de
degnano
la
fazali
et
tia, pare
che
di
che
fu
de
elo-
et
lei
divenne
,
sì
disciplinata,
et
singular
le
sue
Il
facundia,
luculente
parlar
gnati,
assai
il
et
et
Claudia
essere
tuncha
guerra
se
del
ne
men
che
sarebbe
nel
AfFricana,
li
de
pudica
tempo
essendo
lei
et
de
hanea
ido-
che
:
'
se
stata
suoi
politeze,
de
li
;
fusse
ne
cum
cum
lasivia
splendore
che
et
romana
et
assifu
splendore
temperata
et
furono
l'andare
senza
portamenti
curiosa
modesto
pudichi
Quinta
costei
non
et
oratione.
et
suoi
et
stare
furono
suoi
estendono
come
sempre
gesti
prestantia
pompa
dri
fu
li
gravissima
epistole
suo
magnifico,
biti
che
me
co-
legiatanto
né
vagheza,
sua
mormorato
Quan-
casta.
la
secunda
consoli
Mar-
169
Cornelio
co
lei
sola
che
cum
homini
opinione
volse
in
Fu
et
mormoramento
fu
ella
le
per
fiamme
del
de
verebbe
che
più
marito
cosa
la
fine
lui
signor
lo
affirmando
avea
indicava,
del
marito
ella
non
che
caro
moria;
valitudine
veduta
havrebbe
ha-
rito,
ma-
non
Per
ogni
ex-
parole,
la
a-
fervente
portato,
propria.
se
mente
special-
grande,
affanno
caro
sorte
con-
1'
amore,
cum
la
et
nel
et
obsersuo
et
vodea
de
re-
se
castamente
patientia
quasi
clie
se
il
lei, quantuncha
che
perchè,
fede
coniugale
quando
cepto
de
pudica
come
honestissime
cum
la
laude.
dilectione;
tanto
che
pudicitia
lei ed
sancta
degli
Di
matrimoniale
Infra
vatrice.
male
servata
Gjnevera,
la
volse,
habiuto
grandissima
casta, de
dove
fare.
la
ne
moltitudine
posette
questa
mòe,
la
dica,
pu-
dei
li
cingulo
de
che
de
matre
mai
men
stata
sempre
uno
forza
la
ella
la
mostrasse
di-
Sempronio,
essere
tirando
nave
Publio
et
dicea
del
la
qual
havesse
doppo
170
lui
voluta
vere
mai
vivere;
liabiuto
data
rebbe
la
animo
Cesare
Decio
fu
non
fama
se
potesse
fricano,
che
splendore,
fama
norata
marito.
famiglia
uno
per
una
pace
tempi,
ad
del
prefato
et
cielo
ode
del
cido
luho-
nuo
stre-
magnifica
la
una
rito
ma-
tran-
iubilava,
ne
fin
beata
triumpho
vede,
se
al
heredità
de
la
ne
del
fin
che
refulse
casa
amore,
quilitate,
come
la
Af-
primo
memoria
Conservò
de
lia
Emi-
conservare
la
de
quello
de
del
lei
per
et
indicare
sposa
tanto
ancora
1' honore
fusse
rasone
illustre
Terza,
detta
ven-
morto
Lei
de
che
cum
figlia de
essere
tenera
marito,
co
man-
per
marito.
suo
manco
del
sentì
moriente
Bruto
cum
Portia,
quando
have-
se
non
facesse
Cato,
di
et
ha-
non
contento,
morte,
che
Marco
pensando
ad
nostri
Gambaro
sente
et
me,
no-
gusta.
Fu
,
ella
ancora
humana;
quilli
(juando
ne
li
pigliava
et
suoi
subditi
piacere
concordare
le loro
nascevano.
Visitava
molto
gratificare
difterentie,
per
ca-
171
ritù
et
li
infermi,
quali
doni
cum
et
grate
rechedea
aspecto
parole
et
dove
et
:
il
et
rasone
lo,
bel-
cum
gratioso
ornate
la
parole^
cum
coat'ortava
et
mansuetto
de
quali
et
bisogno
,
familiare, dolce,
era
et
benigna
sì
loro
potea
madonna
disse
et
che
in
tempo
et
Fu
fortuna,
mai,
humilità
grata
servitii,
et
et
virtù
?
ogni
Fu
officiosa
gegno
1' inde
in
in
li
ogni
amici;
grande
cum
auscultava
li
di
cum
et
mente
ancora,
anzi
trebbe
po-
cora
an-
de
la
memoranda
constante
se
Sarebbe
cosa
de
integrità
explicare.
et
ritamente
me-
illustre, alta
una
volere
costei
more
cere
piache
quilli
a
donna
prudentissima
sdegnò
doveano
singoiar
trovare
non
presso
laudati
più
et
non
donne
et
se
grati
lungo
et
arabitione
la
erano
Oh
se
accadendo
homini
forzare
essere
dire
,
fugire
ma
che
volte
savii
li
che
pia,
et
sorella,
spesse
;
vulgo,
suoi,
compagna,
doveano
el
li
a
humana
a-
poveri.
recevuti
iustitia
nel
172
proposito,
sancto
suo
s' afaticava
invano
istessa
sé
glorie
et
de
tutta
Italia
tanti
figliuoli.
immortai
in
ne
gloria
se
giovenile
merore
honorata
molte
cum
de
molto
splendore
che
che
nel
magior
fusse
la
ceza
et
ornamento
del
charichi
odoro
sancta
de'
che
augumontano
fama
de
sepulta
donna
de
ria,
glo-
manco
sorella,
al
narreremo,
rifero
odo-
nostro
dol-
tanta
cum
li
suoi
fructi,
per
la
cum
grandi
et
sua
spande
desiderati
ni
gior-
fu
et
vergene
dire
liberalità
che
non
succedente
Gjnevero,
li suoi
come
de
de
fiorente
lachrjme
et
ma
exulta
et
piceli
da
che
Bresana,
Di
exequio,
pomposo
fama,
flnitte
etate.
grandissimo
virtute
donna,
gloria,
quali
ornamento
benigna
regione
li
loro
uno
la
lissimi
bel-
de
per
felicissima
Questa
de
fecunda
dato,
solamente
non
verla
remo-
figliuoli, per
ha
fulgore
clie
cercava
magnificentie,
et
uno
Fu
illustri
et
a
chi
quello.
da
modo
per
la
illustre
rami
quali
pudica
memoria
de
et
173
do
infra
tu
da
dunque,
del
prole,
de
meritata
laude
gaudi,
triumpha,
festa,
dare.
donne
felicissima
donna
tanta
ringratiando
iubila,
facio
come
le
Garabara
nome
io
fidel-
che
(rambara,
mentuamo
mento
E
da
Gyncvera
de
il
cielo,
canta
lo
cum
fa
et
mio
lamo
ca-
fìdele.
Isota
De
19.
Ben
Leonardo
0
cielo
et
la
natura
al
et
'1
cato
beatifi-
figliuole,
sole
novo
latino
nome
splendidissimo
che
habiano
te
uno
ma
sangue,
te,
con-
Nugarola,
sorella
solamente
Nugarola.
beatissimo
da
tal
de
non
chiamare
poi
te
da
verbene
al
hano
ornamento
che
tuo
dato
da
cosa
,
stanchare
col
il
laude
sue
suo
dare
ha
Pur,
sperando
la
per
nome
meritato
ogni
idioma,
cui
in
celeste
tali,
mor-
de
Isota
virginità
fra
perpetuo
nel
divino
nui
duncha
basso
nostro
figliola,
doctrina
le
diremo
! Che
oratore
tua
in
le
et
donne
fulgore?
favore
et
174
desiderio
nel
Gjnevero,
nostro
de
et
fusse,
possette
mente
consiglio
de
mai.
de-
che
ancora
cuno
al-
né
inclinare
rioso
glola
marito,
proponimento
non
parenti
et
altrimenti
Isotta
de
questo
dispose,
Varone,
quale
che
perpetua
constreta
non
et
verla
remo-
ad
se
lebre
ce-
da
,
superiore,
cerdotio
ma
per
del
core
da
né
vestale,
obbligatione
né
propria
nel
che
;
lo
le
de
li muliebri
ciando
r
ocio,
cupiscentia,
so
dette
a
la
tutta
rire
mo-
ingegno
despre-
mane,
misteri,
incitativo
Diana,
volse
mirabile
proprie
sa-
integrità
et
virginale
suo
de
de
voto
per
voluntà
stato
per
virtute
gire
tutto
amici
Non
la
vergene
in
persuasione
Marcia
facesse
lice
fe-
conforto,
virginale
stato
ta
Isot-
speranza
prendere
a
virginale
forza,
hebbe
di
neglese;
partito,
tale
che
al
vergene
et
concubito
il
sua
et
animo
degno
de
fu
auxilio,
gl' homini
né
seguiremo.
cosi
tanto
divino
lo
iocunda
cosa
primamente
dunque
in
far
de
et
per
lasciva
al
fucon-
studio
176
oratione
quale
et
exortava
il reverendissimo
cardinali
tanta
se
potesse
secolari
discipline
stupefacto
la
humane
che
in
sapientia,
et
et
in
phylosophia,
dialogo,
peccato,
quello
vetato
nel
de
Eva,
tutta
tanto
studiosa
la
Biblia
ne
la
dicò
in-
la
che
theologia
fusse
più
Adamo,
de
1'
tanta
uno
compose
grave
overo
il
mangiarono
omnipotente
a
memoria
sacra
Dio
costei
Havea
paradiso.
terreste
quasi
in
che
quando
da
pomo
dendo
cre-
creatura
quale
quello
0
in
non
l'ebbe,
docta
de
Il
donna
tanta
fusse
celeste
ella
vine
di-
cum
quasi
che
veduto
Fu
grande
de
femina
una
più presto
humana.
fu
rituali
spi-
divine, divene
et
vedere,
volse
quale
di
doctissimo
virtù
la
questa
sublimata.
Niceno,
de
quanto
concistoro
meritamente
fu
et
che
principi
cardinale
cipi
prin-
doctrina,
modo
publico
laude
le
in
gnori
si-
li
impresa;
et
dire,
et
de
li cristiani
gloriosa
nel
donna
greco
tutti
facundia
de
pontifice
colegio
et
tanta
a
il
et
fu
Scriptura,
177
che
de
quasi
(luella
potea
formare
recordo
de
non
eloquente
de
et
sima
fu
presentia,
che
viso
rotondo
ochii
suoi
suoi
et
cella,
fate
come
aliene
non
de
andate
cum
vediamo
lo
duitade
el
già
consorte
del
:
che
manto
el
poihavete
che
strate
dimoche
coperto,
la
me
co-
convirebbe,
citate
di
nostra
vi-
perpetua
figlia de
Andrea
tegerrimo
lo in-
Bentivoglio
prestantissimo
essendo
capo
nuptie,
capo
in
et
habiti
el
non
honestà
Guidantonio
citadino
che
Magdalena
per
Li
vergene
nove
exemplo
conte
bertini
le
hoggidì
come
neri.
vedoe,
reverenda
per
et
voi,
donne
o
vergogna,
arditi
ma
lei
li
grafia:
portava
facea
più
belissimo
portava
:
quello
Non
coperto.
gravi,
che
degna
forma,
molta
viduili
cum
de
Hebbe
bianchi
stino
Angu-
ornatis-
et
cum
che
senza
de
Fu
mediocre
furono
furono
nero
l'opro
macra.
più presto
parola
costumi
de
pingua
et
familiare,
Hieronymo.
eximii
de
sì
venne
secundo
ella
nostro
di
Lam-
giovene
12
et
178
altrimenti
bella,
di
tutta
non
fronte
petinati
ben
et
r honesto
de
la
siate
de
honore
li
didi
can-
strevole
mae-
vizi,
mirate.
de
memoria
la
loco
più splendore
timore
et
in
et
cum
falsi
gioveni
da
bene
conscientia
r
vostri
di
beleza
capelli
portati
dare
per
,
li
aconcii
non
andate
cum
nero
veli,
se
voi
partiti,
manto
mane
a
et
bene
pomposi
et
Ma
coperta.
nero
spatiosa
cum
vede,
se
ciò
a
Et
senza
Dio
de
et
defonti
di
,
mariti
et
la
aquisito
stato
suo
levò
che
r
via
a
sempre
le
li
Visse
dea
ma
,
de
chi
incorrite
in
vostra
cum
da
fece
come
savia
sue
opere
lei
de
donne
sima
grandis-
cum
et
solamente
non
poi
Conservòse
serviti!
suoi
mansuetudine
gratia,
che
come
sancte
occasione.
bontate.
grande
fugire,
sempre
cum
stro
vo-
mormoratione;
et
Isotta,
questa
vulgo,
vogliate
quale
nel
del
infamia
del
piacere,
peccato
bocha
lupina
etterna
la
loro
peccato
V
doppo
parenti, prendeti
de'
et
et
virginitate
de
sentiva
chi
la
la
ve-
sancta
179
do
fama
de
le
virtute,
sue
felice
sua
et
trenta
Havendo
ettate
octo,
li
ne
anni
mille
mortai
la
etterna,
r
cum
altre
vita
credo
dive
vergene
sanctimonia
sua
per
virtute
fu
il che
meritò
ne
la
portare
insieme
triumphi
de
et
viscere
che
che
ver-
possedere
virginitate
et
quella,
gloria
ad
dove
trocento
quat-
passò
,
della
anni
compiti
sessantaquattro
gene
lei
ad
templare
con-
unica
tanta
solo
de
exemplo
le
;
sanctissime
salute
de
il
tutto
mondo.
Oh
Isotta, egregia
gloria, perchè
gratia
che
le
possa
commodamente
saciarei
non
solamente
sito
del
obligato
casone
femineo,
la
etterno
il tuo
me
cibare
tua
divine
laude
che
giamai
el
la
mia
hai
natale
tuo
prosapia
nascimento;
per
tu
l'alieno.
ma
splendore
rendo
ta
mol-
concesso
Certo
honorato
hai
tu
beato
tue
exaltarti?
sexo
de
fu
è
non
narrare,
me
quanto
mi
a
de
et
vergene
avere
mente
!
Che
al
Oh
strata
illuben
quale
habiuto
in
le tue
180
virginale
glorie,
Gynevero,
duplicato
che
odore,
del
stro
no-
rinverdirà
cum
vir-
grande
sua
per
frutifero
tute, dal
iocnndità
ad
de
amore
la
sancta
memoria.
tua
De
20.
Perchè
sempre
che
sapere,
deza
;
per
a
ma
sé
sederla).
pos-
femina
de
in
tulina,
Vul-
Milano.
de
La
io
pare
incognitione
ha
dato,
animo
de
(anchora
alevata
non
la
sia
et
tutto
fu
ducale
virtute
et
al
origine
paterna
parenti
voglia
et
nata
bita
de-
cum
virtute,
duncha
territorio
possa
debbe
degno
conditione,
sua
se
si
fusse
non
Bona
vile
Vultulina
la
ella
loco
quello
de
celebrare
laude
in
Bona,
per
el
dei
gran-
etterno
me
no-
,
et
Fu
de
claritate.
costei
Pietro
d'arme,
de
Italia
cavalcando
prima
ma
Brunoro
duca
quale,
moglie,
da
Parma,
da
et
molto
ne
amica,
lo
tutti
nuo
stre-
li
estimato:
exercitio
tentati
poil
mi-
181
litare
drieto
vineta
picela,
le
virilmente
datori
bestie;
de
dusela
seco
costei
li
Pietro
molto
li
stradata
lui
quasi
non
infine
muli,
di
et
quali
facea
gagliarda
cere,
piamolto
era
in
che
modo
estima;
chè
per-
femina,
brutissima
era
de
era
targhoni,
ne
Or
pigliava
fatiche,
le
ne
con-
li
caccia,
Brunoro
portava
et
drieto
da
per
solazo.
et
andava
cani
guar-
quasi
rapire,
riso
cum
crescendo
menava
li altri
come
fece
la
nera,
combatendo
cum
et
gio-
bruta,
viva,
loco
per
stranieza
una
bestie,
molto
ma
costei
vide
Vultulina,
per
lingua
ma
che
più
,
femina
a
a
le
volte
Se
convenia.
non
da
secundo
homo,
di
tempi
la
le
cum
vestìa
portunità
op-
stren-
,
ghe
le
a
costei
et. la
fatica
a
nocte
piogie,
in
sole
et
regno
poco
de
sequitare
caldi
il
lui
stima.
Neapoli
Et
cum
mai
perdonò
freddi,
per
quantuncha
facesse
Non
bracie.
el
giorno
jazzi,
suo
de
Pietro
noro,
Bru-
tanta
fede
sequendolo
el
neve,
conte
nel
Fran-
182
invictissimo
Sforza
Cesco
el
contro
iolo
la
de
Piero
redusseno
prefato
de
dal
li futuri
prese
Brunoro
la
là
mare,
tale
che
che
la
a
più
La
et
tamente
cau-
re,
Piero
Regina,
vandoli
le-
mandòU
et
grande
;
ad
isola
visseno
tempo
sinistro, per
desideravano
del
la
modo
morte
vita.
degni,
non
qual
dolse
captura
fectionatamente
ma
li venia
Pantanaria,
donde
Questa
mini
la
affanno
molto
in
la
ne
ten-
levarli
fugienti,
compagnia,
incarcerare
pittanio
ca-
de
el
de
Troyolo
et
del
come
facto
presentendo
cosa
loro,
ingegno,
loro
che
Maie-
disigni
poi,
cum
conte
gente
li
quale
Alphonsio,
qual
la
via
et
re
le
prestantissimo
modo
dal
sua
molto
il
conte,
Tro-
et
cum
cum
disturbò
che
cosa
et
tenne
re
fugirono
Sforza
se
esso
Brunoro
Regina
P'rancesco
stà
Alphonsio,
re
che
pratica,
capittanio
quali
se
per
poterono
cosa
oltra
a
molti
adoperarono
la
sua
gratia
modo
hoaf-
liberatione,
consequire.
dolendo
a
184
fructo
possette
non
afflicta,
rimase
ne
suo
usato
per
ogni
animo
del
mente
et
dimandava
al
neria
via
et
effecto;
mendicando
come
il
tanto
suo
molto
Era
cum
costei
costui.
netiano
più
lettere
tione
se
come
de
al
de
volte
costui,
maravigliava
costei
tanta
lo
genvivea
intorno.
de
et
no,
ver-
liberare
per
inclyto
Senato
Ve-
scripse supplicatrice
Alphonsio
re
da
state
Italia,
per
che
Fece
denari
de
per
Brunoro.
l'andare
ne
era,
camino
in
de
assai,
spesa
andava
signori, perchè
da
et
Sempre
Piero
amato
vieri,
spar-
misericordia
per
aiutata
tilhomini
de'
po-
presentavale
et
,
el
era,
suflragii
cose
dimandandoli
re
dilecta-
cavalli,
et
altrui
simil
cogitava
era
cani
gii
comprare
al
possibile
se
falconi,
placare
era
cosa
il
Cercava
studio
et
che
senza
Alphonsio;
re
di
non
speranza.
che
re,
in
ma
et
modo,
la
bile
consequire:
in
modo
che
fusse
llagrantia
sua
una
de
do
libera-
la
per
tanto
fede.
Maiestà
femminuza
animo
Et
et
doppo
185
parole,
altro
molte
costei
disse
«
Signor
è
il
tempo
la
tua
:
«
gimai
«
mente
«
mondo
«
sione
«
negare
«
tia
a
«
de
Venetia,
«
Pietro
«
mi, che
«
mando,
«
a
«
de'
«
manchare
«
la
tua
«
de
la
a
la
suoi
solita
quale
li
alhora,
mosso
meglio
il
però
che
parte
de
dulgentia
pietate,
la
et
vendecta,
il
perdonare
gratia,
»
gettò
se
per
ge-
baciarli.
natura
nimo,
magna-
considerò
vendicare
observando
de
il mondo!
re
de
non
serva,
et
tutto
del
come
a
era
divota
parole
piedi
di-
venia
duncha,
magnanimità
queste
a
tei
per
Orsù
parla
mio
Magdalena
la
tua
quella
il
fede
Christo
mi,
è
gra-
specialmente
manco
peccati?
può
darli
et
Jesù
a
a
quale
facesse
che
piedi
Come
non
cum
non
compas-
questa
Signoria,
il
tutto
ma
Maiestà
de
sola-
non
fatiche.
tua
ho-
pur
bavere
Brunoro,
li
Re
che
Maiestà,
mie
tanta
nuflexa
Il
le
lettere,
mio,
re
deverebbe
decte
Et
l'ultime
a
che
perdonando;
nobilissima
la
gli
:
volea
la
in-
compiacette
186
la
la
Signoria
serenissima
Bona,
orante
Pietro
desiderato
suo
per
aconciò
al
virtute
estimata,
et
la
honoranda
mina,
in
desponsò
consorte;
figliuoli, dui
tre
quale
Parma.
consiglio
lei
Senato
del
de
et
de
sopra
a-
amore,
et
cara
quale
heb-
ne
et
fe-
una
Fu
Dio
camure.
senza
Hebbe
lo
cum
honore
costei
incljto
et
molto
devota.
uno
Menava
cendo
fasuo
facea.
non
in
le
tutte
lui
portava
le
l'
benefìcio
maschii
credito
honorevolmente;
curto
la
et
Venetia
rjtevole
de
alcuna
marito.
caro
suo
sua
costei
grandissimo
mai
et
honorevolemente
marito;
cosa
lo
per
maritòe
Gubernò
del
che
tanto
a
ad
fede
la
in
acese
essere
non
per
ingrato,
be
se
li dette
nudo.
era
costei,
se
ducati
Brunoro
de
quale
prefata
quale
perchè
Pietro
grande
la
cum
la
il
Bona
vintemillia
ordine,
in
Vedendo
vea
consolata
de
più
prestanza
il
Brunoro,
Signoria,
et
dette
quale
stipendio
serenissima
porlo
la
de
opera
la
a
Venetia
de
utile
ca-
Vestiva
mantello
seco,
187
cavalcava
quando
cibo
la
beveva
:
fusse
famiglia
sua
be
acqua
natura.
ben
passuta.
et
in
pigliare partito
terra
l'arme
cum
la
ne
dimostrò
in
castello
torlo
che
facto
in
al
quella
adoperò
la
modo
1'
cum
et
honore
che
lui
le
a
copie
cum
tal
per
forto
con-
sta
Que-
la
cum
•
cavalo
spada
in
ora
altra,
quella
de'
in
cavalo,
Victoria.
col
se
et
gloria,
prese
in
che
costei
marito,
de
ora
et
Venetia;
femina
parte,
Millano,
fiero
correndo
mano,
Sforza,
indosso
del
tar-
Bressana,
guerra
speranza
valorosa
questa
de
sopra
ne
in
de
arme
cinta,
et
in
duca
era
come
Pavone,
Francesco
insignita
spada
favore
forte
conte
rita
pe-
uno
de
mura
Signoria
la
a
le
et
se
come
cum
a
una
militare;
disciplina
munito
per
darlo
combatere
indosso,
bracio
Heb-
gno,
inge-
presto
valorosamente
ghone
poco
Volea
per
provvido
grande,
a
de
Era
famiglia.
belissima
piedi,
andava
quando
et
militi
mandava
co-
come
,
capittaneo
se
,
facesseno
or
avanti,
188
adrietto,
or
et
la
a
li
a
fugienti;
la
fu
di
polcella
gaya
habiamo,
creatione
netia
Pasquale
fieri
narrato
principe
de
Vefece
se
de
le
schale;
a
presto
del
piacere
ad
de
costei,
che
da
ad
et
castello,
de
mandato
le
pigliare
et
ricavala
li
una
vedere.
essendo
la
sua
Negroponte,
fortificarlo, perchè
vide
fere
pore
lassare
il targhone
balista;
traheva
che
cum
acostarse
et
volte
stello
ca-
se
pedoni
a
era
Che
et
ca-
li defen-
degna
cosa
più
Pietro
diremo
Brunoro
illustrissima
ad
de
monito
et
mai
strenuamente
et
uno
Bona,
bracio,
inanimando
castello
piaza
iigname
Questa
in
targhone
la
conquistare
combatenti.
al
a
la
miracolosa.
sopra
in
fabricato
ditori
che
Malepiero
triumpho
Marco
sancto
stanca,
in
excepto
,
armigero
uno
virtù
tanta
cosa
del
,
de
veduta
fu
mai
che
Pranza
perchè
la
A
vilipendendo
et
femina,
una
nimandoli
ina-
pedoni,
temuta,
era
etate
in
li
a
bataglia
et
nostra
militare
cosi
gnoria
Si-
munirlo
dubitava
che
et
O-
189
altissimo
ctoraan,
la
volte
più
havendo
et
campo,
mandò
ad
Signoria
occorrentie
de
indrieto,
lei
da
da
miglia
terra;
miglia,
ad
Negroponte,
dove
combatente
nuoro
et
forte
cum
le
pia
alhora
moglie
non
la
a
li
mi
pietosa
languidi
in
porre
che
giunse
Petro
Bru-
animo
la
de
lingua
non
pos-
chiamò
cognosci?
occhii
de
tenere
re-
cum
capittaneo,
voce
la
pietate
per
0
Turchi
messi
Lei,
lo
«
etare
spo-
tanto
perduto
:
non
de'
li
lachryme,
mio,
fece
serrati.
dicendo
voce,
presto
trovò
havea
mille
terra
cura
li occhii
tenea
sendo
già
et
morte;
Di
bisognava
si
per
ducente
circa
et
vento,
camino
et
Brunoro
circa
mare
perchè
sentì
oppresso.
Negroponte,
prospero
ogni
Patrasso,
Pietro
in
essa
andare,
potendo
dove
Retornando
a
che
la
a
importante
obtenne?
egritudine
grave
che, essendo
le
per
giunta
novella,
dolorosa
era
et
seco,
Venetia
quel luoco,
gratia
cura
ad
donna
questa
serenissima
cosa
li vfnisse
Turco,
»
la
aperse:
gnor
siLui
Adele
et
190
la
mia
Ella
«
Ma
»
r
«
lei,
anima
Ma
el
il
bracia
in
a
voluntà
Dio,
contenta.
et
corpo
che
marito
Fecelo
curare
quanto
giovando,
de
passò
molto
1' anima.
pietose
honoratamente
che
li furono
in
lachryme
sepelire
ofiìcii
non
vita
questa
Fecelo
divini
al
mamente,
Ulti-
romedio
pompa
la
quanto
occhii.
de
sua
rimase
li morienti
funebre
la
de
chiuse
quella
sericordia
mi-
alhora
li
cum
non
cum
a
altra,
et
Et
cenno
r
cum
lei
a
:
stai
»
in
phjsico
alcuno
disse
come
era
Bona
del
in
et
Dio?
et
amare
dimandare
et
disposto.
contritione
volse
fece
de
croce
ho
finire,
mio,
più parlare,
potendo
lei:
dare.
diman-
corpo,
Signor
nostro
come
essa
saputo
fidale
capitaneo
tu,
da
vedendolo
come
sua
disse,
Respose
et
ho
et
prudente
cum
le
io
che
et
mia,
»
bene
de
giunta
Bona
«
molto
ciò
habiuto
:
la
lingua,
Signoria?
sta
come
la
aftanno
cum
sta
de
li retornò
lei, che
ben
conforto
tanto
liebbe
et
et
exequio
possibile.
192
de
casa
una
se
fece
et
perchè
curare
male,
Maria
de
che
suspectione,
tolse
anima;
la
purgata
fu
che
lassata
,
gandoli
pre-
a
lato,
et
tanto
pestilente
intrare
redussesse
et
frati
dui
luoco
quel
sua
quella
medico;
li stesseno
la
quivi stette,
Modon
de
sempre
salute
in
et
diligente
per
che
per
pisene,
a
stava
sancta
de
fuori
in
in
del
casa
,
Pisanello,
commestabile
già
comunità
manchare
fece
se
nel
fece
doni
rytà
de
nel
inimico,
sanctamenfc
et
di
le
messe
lustre
il-
del
propri!
lecto
parlando
in
pace.
a
la
le
de
se-
quella
vedere;
cha-
per
de
mane,
comunicata
de
armata
tare
por-
la
occhii
proprie
guisse,
se-
del
et
iacente
le
cum
lei
fare
male
la
mento;
testa-
fece
se
fece
resistere
per
altro
quale
Confessata,
et
r
tempo
Dio,
ducati.
ctione
le
Se
li
cum
a
fece
che
a
audire.
pultura
costei
forze,
celebrare
Gregorio,
ad
volse
vital
prima
ma
divo
le
de
la
nostra.
Sentendose
giornata
de
tamente
devo-
extrema
un-
bataglie
Dio,
moritte
de
193
Quale
duiuia
nata,
tisslma,
suo
duuchu,
fusse
non
che
et
de
fe-
raina
si
vilmente
nata
fulvido
lei
li
suoi
a
sì. La
virtute
ciosa
che
geme
meritamente
a
li
da
fortuna,
de
quilli tenuti
la
facto
de
la
redusse
ha
facto
et
doppo
li
lei, la
virtù
del
in
precio
Et
eterno.
che
la
non
desdice
voi
loco
cosa
neste,
;
che
de
la roclia
de
gloria
pudiche,
grande
seti
:
cingervi
più degne,
tanto
siamo
Come
animo
nome
suo
donne
o
bile
no-
pigre
né
nate,
peregrisia
degna
a
le volte
la
spada,
in
per
conservarvi
continente
perché
resiste
suo
virtute
per
chi
se
vita
questa
et
et
;
siate
far
pre-
straciamenti
perhò,
in
più
non
il
et
non
dato
sempre.
quale
lente, sinché
de
oro
che
sepulti
plebee,
in
è
quella possedè,
colpi
Bona,
1'
ha
la
posteri?
infine
et
da
rapita
et
? Non
Certo
le
questa
pecorelle
nome
il
splendore
de
opere,
le
lucen-
per
magnifice
de
fama
augumentasse
tante
guardia
mente
generosa-
de
molto
non
sangue
sì
et
de
quanto
più
in
in
hotute
vir-
prole
voi
re-
13
194
la
splenderà
nostro
viriate,
Gjnevero
carico
damanti,
smiraldi,
inte, che
dano
molta
pera
a
li
et
la
Torelli,
Ursina
De
2h
Ursina
de
vir-
del
cipe
prindire
seguente
Vesconte
lì
in
quanto
le
noce
grande
triumpho,
dantia,
come
parmesani,
Italia
de
hebbe
castella
in
ducale.
altra
Fu
de
li
pare
de
grande
andare
na
don-
donna
ad
liberalità
de
che
et
de
rito,
ma-
celebrarono
costume
famiglia
conte
venne
se
siglio
con-
copulata
belle
territorio
Torelli.
sapiente
valoroso
quelle parte. Quando
in
de
cum
alcune
formosa,
donna
o-
la
moglie
Torello,
Parmesana,
et
nostra
matrimonialmente
Guido
signore
tia
marga-
cuin
nel
Vesconte
fu
stata
et
a-
splendore, quale
ancora
de
rubini,
la
a
il
forma.
questa
cura
et
gratia
valorosa
de
de
topaci
se
augumentaremo
tute
vedemo
come
cum
et
la
abonsima
nobilis-
Torelli, generosi
per
grande
natura
sia
magnificen-
splendore.
prestante
Questa
; il par-
195
lare
fu
suo
fu
et
Hebbe
virago
perhò
liberale
virtù
marito,
la
a
et
de
in
già
loce,
ve-
efFecti.
assai
che
fu
;
piacque
le
volte
lei
de
et
arme
presentia
al
me
confor-
essere
lui. A
de
natura
ma
molti
per
munificentia
usò
in
l' Imraano
de
donna,
magnifico
hoiiesto,
sempre
vali,
ca-
d' altri
sendo
es,
invitata
le
proprie
le
spose,
de
a
loro
le
de
ad
Dio,
cum
molta
giorno
dicea
che
lei
devotione
del
Paradiso,
poteva;
de
gratificare
li
lasive
mente
et
non
Li
lorde,
usurari
cum
potea
deiunava
laudo
cum
et
gli
vedere.
li
che
iustamente
suoi
homini
trice
Impera-
Dio
pregava
ogni
messa;
et
gratia_ potesse
marito.
;
la
orava
mamente
ulti-
pie
sempre
concedesse
del
donzelle,
audiva
1' officio
sempre
amore
per
opere
piaqueno
ciute
piaquando
povere
le
nare
do-
fusseno
Donava
maritare
cum
quando
li
gliò
spo-
per
presidio,
et
gratia;
a
se
vestimento
maniere.
auxilio
poteva
accidentia,
per
le
femine
occhii
Havea
de
la
in
196
odio
li
sancti,
per
ultione
morduto
li
il
adusta,
assai
de
modo
prudentia
virtuosa
artifìcio
le
a
la
cum
boni
exempli,
Dio.
a
magnifico
marito
amici
de
subditi
et
felicità
in
regnante
el
scari,
infra
et
per
lo
prudentia
famiglia
et
in
del
gratia
tutti
de
in
conservò
in
la
li
parenti,
qual
Lombardia
suo
duce
cosa
stre
illu-
de
et
Fo-
Maria
duca
in
mandò
Schiavoui
le
terre
Venetiano,
Francesco
Philippe
Veneziano
armata
Senato
el
grandissima
Milano
Pado,
in
degna
se
suoi;
tutta
infra
Essendo
Senato
virtù
et
et
mente,
cle-
fece.
se
de
Fu
la
et
casa
nome,
cum
perdonare.
la
in
Sempre
laudatissimo
lei
apertiene
et
gubernare
lera
co-
specialmente
donne
de
grata
da
in
et
le mane,
de
de
partiva.
molto
che
quello,
per
Fu
core.
se
de
et
Laverebbe
magnanima
come
Fu
Dio
presto
ma
A'ede-
quando
blastematori
li
vano
occhii
proprii
strenua
una
per
del
esso
guera,
el
fiume
marito
del
de
la
197
savia
donna
cum
sceseno,
exercito
novo
Parmesana:
donna
duca,
del
fidelo
per
ducal
se
a
et
Habiuto
che
al
castello
la
ripa
castello
de
per
la
la
La
qual
ragli.
che
d'
a
chiamare
se
arme
et
disse
a
»
glieli
et
»
Bresello
»
combatuto
et
molti
loro
altri
in
mei,
modo,
voi
de
subito
homini
da
forma
et
di
castello
homini
questa
lorosa
va-
castello
miglia,
perduto
per
li tela
alquanti
fratelli
è
munito
prese
dal
dieci
circa
donna
incomin-
et
nel
era
lontano
Monterexu,
Guastalla
celerità
intendendo
cosa
quale
la
de
et
sopra
il
Pado,
bataglia
donna,
fece
de
posto
opportuna;
dare
Bre-
andò
grande
cosa
de
1' armata
providentia
cum
terra,
l' hebbe.
Guastalla,
fiume
in
pochi giorni
hebbe,
del
ogni
ciòli
1'
de
stato
era
in
forteza
castello
al
campo
prefato
et
fu
che
la
de
el
presso
Sesa
quello
in
marito
consiglio
stato.
pose
sello,
el
Milano
a
poi
transcorrere
perchè
era
potere
per
conto,
«
Fi-
sapete
che
:
Guastalla
chi
non
è
lo
198
»
soccorre
»
ne
»
»
presto, pervenirà
inimici;
li
de
et
iactura
mio
conte
»
travaglio
»
nostro
»
sarebbe
»
la
»
deliberata
»
speranza
»
ad
»
fratelli
»
conte
»
me,
»
in
»
sequire
marito,
darà
meglio
del
che
in
Ogni
».
de
r
la
donna
fuoco
una
de
guanti,
arme,
per
ad
armare
et
andare
Philippe
et
fede
et
vostra
che
vogliate
me
le
a
de
il
amate
virile
la
disposti
donna,
et
rati
pa-
volere.
suo
facesse
et
tutti
la
sotto
se
homo,
parole
essere
il
la
ho
Pertanto,
duca
valore,
vostro
che
aiuto,
il
et
ardo
resposeno
dare
il
Guastalla.
Guido
che
morte
Per
pregovi,
del
modo
per
la
vostro
mei,
del
stato
personalmente,
soccorrere
Alhora
al
vita.
la
oltra
grandissimo
noi
a
ma-
terre
Milano,
de
dispiacevole
al
le
disturbo
affectionate
et
»
de
duca
lo
che
cosa
perdita
et
le
a
disse
nò
et
:
me
Io
de
cavalo
ad
non
fece
bombarda,
coraza,
montò
«
alegreza
me
coprirò
et
celata
dato,
bar-
spogliare
de
veli
il
200
in
uscitte
mano,
munito
lassato
quello
ordine,
belle
a
gì' homini
a
Guastalla,
li
perduti,
de
la
cui
combatere
valorosa
la
donna
fu
r armata
rota
erano
fiera
et
vasione
in-
l' armata
cati
terra, rinfranaiutarono
forza,
tal
per
de
Giunta
cum
de
et
già
cum
quilli de
animo
castello
habiamo.
ad
de
radunati,
teragli
incominciò
da
et
havea
havea
decto
et
piedi
gente
che
fu,
inimica;
da
et
optimo
cum
1' obsesso
come
ivi
che
le
suoi
cavalcò
et
et
squadre
secundo
cavalo,
Montecirù;
de
che
modo,
tutta
spezata
et
,
furono
voni
morti
;
le
le
Lei
de
volte
de
de
li
inimici,
infra
nel
quello
li
se
donna,
come
et
fu
inimici.
rubricate.
tore
impera-
uno
li
quasi
inquinasse
scaturita
suoi
circa
veduta
Et
sai
as-
modo
per
sangue
schiavone
era
morti
inanimando
arme,
che
mane
la
adoperava
se
ferire
de
furono
pietre
furono
ne
gente
Schia-
cinquecento
anchora
et
de
circa
le
sangue,
sopra
fu
ad
tre
nione
opi-
proprie
perchè
l'arme.
201
sopra
la
curta
celestre.
Por
la
et
marito,
il
et
virtù
la
de
per
modo
che
più perdere
astutia
et
dimostrava
essere
opportuno
dui
fu
primo
et
in
per
de
hebbe
homo
fu
in
giostre
et
tanta
l'arme
alteza
rono
fu-
guerre,
tornia-
femina
La
maritata
Rosso,
singulare;
de
il
et
honorarono
splendore.
Maria
Il
quali
arme
Antonia,
Piero
li
sempre
militare
ne
de
modo
nome
signore
de
de
triumphi
menti,
Italia
duci
femina.
una
Piero;
gliuoli,
fi-
tri
hebbe
Christopharo
conte
illustri
generoso
imperio.
et
conte
il)
più
ma
sexo,
donna
masculi
il
(secondo
lo
a
per
costei
de
1' animo
de
gloriosa
Questa
che
femineo
il
disse
et
potea,
animo
virtù
la
festa,
duca
prefato
per
presto
la -citate
singular
non
non
valorosa
tutta
cura
'1
che
et
Philippo
duca
feceno
ne
recuperò
questa
donna,
Milano
tanta
Il
sentendo
de
panno
gloria Guastalla,
Borsello.
reaquistò
clade
quale
singular
sua
cura
de
caraura
animo
in
che
la
per
lo
fu
quale
he-
202
redità
el
Milano,
il
seco
et
le
'de
in
al
animo
de
fama
la
el
idolo
benigna
et
le
sue
da
sanctitate
difensarse
da
la
li
suoi
la
incljta
Et
et
la
Che
Ursina,
uno
brongio,
la
così
la
in
ma
uno
simulacro
non
lasivia,
de
stre
illu-
stato
misera
tanta
gloria
facti.
de
sarebbe
sancta
pudicicia,
Babilonia,
in
pudicitia!
et
ho-
grande
statua
mondo
de
essa
mancò
non
cum
per
sua
solamente
tutto
Parma
dine
magnitu-
core,
Semiramis
ancora
non
de
adcompagnate
opere
de
così
havesse
che
de
degne,
; che
nestate
de
populare,
donna
et
opere
gente,
fornitte
et
se
Francesco.
Ursina,
de
cita
voluntà
duca
Questa
ella
molta
la
lo
,
cum
vivea,
la
Bressana
Senato,
da
duca
centra
campo
terre
soe
centra
dettila
in
Veneto
libertà
citate
mai
in
poco
facto
essendo
dentro
entrò
che
et
del
di
Sforza
marito
exercito
partì
essendo
Francesco
conte
de
che
materna,
seppe
che
ha
multitudine
quale
de
facto
ha
non
in
quinata
in-
la
ve-
203
comendabilmente
chieza
havendo
de
alta
r
ultimo
in
et
da
de
cielo,
seculo
di
quello
il
de
iuste
de
le
rasone
la
in
forma.
divine
vita
in
et
questa
in
nome,
in
quale
morte
devota
non
lucidaremo
narrando
opere
et
mento
l'orna-
de
per
et
Catherina
beata
nostra
Gynevero,
citadina;
privillegio,
sancto
lassato
iubilare
relatione
Gynevero,
rdi
daexisti-
ha
debbe
quello
de
come
divina
incljto
se
ne
angelica
senza
donna
suoi
che
Jesù,
Così
questa
questo
così
pietà
abandonata.
come
mamo,
de'
de
sua
a
ponendose
venia
nome
fin
che,
vita,
per
el
implorato
Di
sua
croce
fusse
non
età
in
de
invocò
peccati,
lei
divina.
spirito
mane
liavea
gratia
tanta
cristiana,
conoscimento,
bono
maiestà
r
fidele
come
sempre
come
le
anni
suoi
li
nite
fi-
pervenuta,
virtute
dissima
colen-
al
nostro
propria
204
Non
de
Catherina
De
22.
possendo
dare
de
de
giorni
tadina;
r
ordine
beata
et
mia
Al
sancta.
excelsa
et
more
in
niuncta,
de
dilecta
et
terra
de
corpo
in
et
cielo
luoco
sacrato
fia
madonna
de
a-
devotamente
lei
bavere
per
del
quale
affinità
in
bataglie,
Clara
facta
forteza
per
diabolico
sancta
s'è
et
per
oratione,
per
,
exempli,
de
ci-
nostra
observantia,
per
le
moria
me-
li nostri
a
Dio
de
al
far
fjicta
pietate
centra
Christo
la
donna
per
optimi
hebbe
intendiamo
quale
humilità,
abstenere
illustratione
voi unta
la
Bologna.
noi
sanctità
una
per
da
duneha
Gynevero,
nostro
per
Beata
co-
sua
una
gono
ver-
nominata
figliuola
,
Camilla,
in
perchè
fu
caramente
quando
dentro
licentia;
da
amata,
divoto
per
el
renclusa;
quello
monastero
che
cum
la
et
beata
come
inelfabile
donna
dimostrava
piacere
cum
cialmente
spe-
visitava
apostolica
charytà
205
et
dolceza
le
cuna
rocoglieva,
la
il
mane
Sia
«
colombina
la
ben
così
biancheza
et
volto
per
del
cendoli:
di-
et
venuta,
che
»
;
bel
suo
pigliandoli
viso
la
mia
la
nustà
ve-
la
cum
,
del
purità
chiamava.
Et
una
honesta,
sua
Oh
facea
se
portare
indosso
et
la
la
glie
dicendo:
sancta,
bene
sta
quanto
la
spiritualmente
per
affabilità
cum
poneva
«
poi,
honorarla,
carytà
cum
giovenile
etate
et
core
mia
bina!
colom-
»
Dobiamo
dunque
secundo
donna,
quel giorno
et
fu
di
litterato
cui
fece
Chatarina
Zoanne
et
virtute
de
donna
honestissima
et
quale
meritamente
perchè
havendo
è
fu
matre
stata
nostra
nome
parturito
benvenuta
tanto
de
de
homo
le
; per
in
sempre
instituita
la
cieli:
figliuola
costumi
et
ebbe
di
Regina
tenuto
la
in
Ferrara,
da
egregi
cii. Et
la
la
questa
nacque
nominata,
Vigri
fu
disse,
se
che
che
sapere
offi-
Bolognexe,
honesti
renti,
pa-
Benvenuta,
de
tal
al
fructo
nome,
mondo,
in
san-
206
h
cto
de
onore
quale
de
viso,
de
chii
era
in
Non
Antenore:
r
visione
in
venne
esserli
gene
sarebbe
ella
nata
ivi
fu
discaricata
non
pianse,
La
non
cibò
se
substantia,
se
crede,
celeste,
futura
sanctità
alevata
cum
la
al
patre
dal
iano
tro-
fu
nuntiato
avanti
gloriosa
li
Ver-
Quando
materno
tre,
ven-
fano
come
che
il
mondo.
del
lacte
gli
tri
stette
et
de
oc-
figliuola,la quale
una
non
et
nocte
per
parturiti figliuoli;
che
modo
li
né
corpo,
edificata
lume
uno
di
nata
Cristo
nacque,
et
figliuola.
avuta
da
bel
cita
Padua,
a
acquistata
Quando
venusti.
se-
poverella
bella
hebbe
ma
la
scri-
se
Ferrara
fu
in
nutrita,
mano
Bologna
et
elevata,
»
et
Catherina
«
in
Bolognexe,
sposata.
citate
propria
sua
dicendo:
vea,
nostre
alevata
nacque,
cundo
et
la
giorni
de
né
altri
altra
iocundità,
de
furono
signi
de
che
fu
Poi
de
lei.
la
matre
se
ad
rara
Fer-
,
per
dove
paterna
questa
voluntà
Catherina,
redusse,
se
per
il
maggior
208
li
tutti
piaceri
memoria
la
li
de
mortificatione,
inamorata
frenò
la
li
carne
a
el
quali
lei
ogni
la
cechità
de
la
carità
cui
damnasse
profonda
li
de
in
occupata
;
che
et
portò
che
per
solamente
in
lo inferno.
la
per
li concedesse
humano,
Dio
con-
sione
compas-
voluntate
genu
la
a
perpetuamente
parte
obtem-
peccatori,
Dio
pregò
ra-
nendo
sottopo-
Hebbe
de
la
mortificò
Victoria
cosa.
bona
al
salute
mondani;
orava
sempre
dono
tanta
la
in
siderò
de-
li vitii
spirito, et
intiera
per
scientia
lo
a
et
de
tutti
sentimenti,
corporei
perando
via
voluntà;
propria
la
li
costumi
et
iniuria
la
et
amici.
et
dispiaceri
Extirpò
croce.
modi
arti,
li
seguendo
amare,
quello,
ogni
tutti
et
de
parenti
ferventemente
Tollerò
tuti
dilecti
et
la
Fu
pre
sem-
de
mente
più
bone
meditatione.
Quando
in
monache
quali
et
era
era
perita,
li
insieme
exercitii
muliebri,
prestantemente
sempre
1' altre
cum
parlava
in
li
scientifica
de
cose
di-
209
vine
,
le
de
meaitava
scilente
dimorava
quando
et
;
cielo
del
cose
per
,
le
sorelle
nel
volto
che
modo
letificare
la
hor
vedeano
et
hor
lare
nebu-
,
elFecti
li
secundo
de
la
me-
,
Fu
ditatione.
in
cunda
mai
sempre
la
de
mentale
che
in
et
per
non
li
ne
mancò
mai
né
se
de
voi,
donne
estimate
la
loro
exteriori,
che
ignorante
Clie
sieti
in
humilità
tanta
elatione
pace
potesse
accidenti
o
li
sotto
quilli cum
mostrava.
fate
bitò
du-
clementia.
più presto
sempre
come
Non
Dio,
ciò
a
Fu
trovare.
sapiente
Dio
flagelli,et
sostenea,
core
avanti
continuamente
occorrenti
vole
chè
per-
divina
sua
Humiliosse
che
chi
coscientia,
mondo.
del
destia
mo-
mentale,
pace
confidentia
de
Cristo
la
io-
et
cum
serenità
a
li homini
a
cose,
diuturna
haverà
lei
'ma
contradica
non
che
le
religione; perchè,
possedere
nel
alegra
tutte
et
et
sempre
sì
virtute
facea
non
de
fortuna,
inprudente,
et
gli
consi-
altrui.
u
210
Costei
liebbe
del
vero
far
cosa,
che
né
del
la
a
Dio,
timore
centra
fusse.
adherirse
in
Hebbe
ogni
la
cesse,
dispiala
a
Così
de
non
maiestà
sua
ancora
proximo
volere.
,
de
amante
effecto
come
sempre
salute
desiderò
pre
sem-
al
cosa
divino
perfectione
felice
cognoscimento.
In
lo
che
de
amore
come
disio
dicendo,
lui.
disolta,
cose
Colui,
il
in
lo
dette
quale
me
ha
belle
ridire
creata,
mio.
tabernaculo
magnificare
pre
Sem-
»
1' alto
:
possa
re-
dare
lau-
flagrantemente
opera
et
sere
es-
Dio
a
potere
,
«
et
et
sublimata
iocundità
hebbe
gratia
per
le
si
liquefare
havendo
tutte
unita,
tanto
sole
corpo
Et
de
mente
fu
che
dal
essere
cum
la
al
neve
sentiva,
Dio
Dio
dal
,
quale
le
li beni
tutti
benigne
da
lei,
et
alcuna
alegava
sanctità,
tentie
meliflue
et
de
da
la
a
volta
lei
sacra
Tutte
procedeno.
parole
qualche
versi
composti
se
divano
au-
proposito
morali
cum
Scriptura,
de
sen-
come
211
fusse
quella
de
familiare
stata
per
doctrina.
Spesso
de
li
spesso
lachryme
contemplatione
più
che
dolore.
per
cti
presto
exempli,
al
vari
scrivere
colori,
De
figure
de
bone
de
Cristo
suoi
Li
gene.
vili
de
de
panni,
polito
se
dicea
de
andare
Sempre
se
volea
la
viario
bre-
uno
cum
gloriosa
furono
Verpre
sem-
la
de
stiti,
ve-
pompa
quilli; excepto
de
cosi
li
suoi
se
come
corpo
panni,
andava
cibo,
tanto
a
de
argento.
sacratissirao
poliva
che
cire,
cu-
de
aminiòlo
piacere
el
in
sciochamente
et
l'anima
per
et
de
pigliava
Christo
perchè
il
de
religiosi
l'ornamento
quando
di
abiti
sin-
aminiare
et
de
et
dare
an-
erano
scripse
lettere
san-
de
tagliare,
auro
mano
fugire
per
et
de
et
lei
luce
in
et
propria
sua
in
sue
in
Dio.
divino
amore
mane
virtuose
devota
benigno
grande
Le
guangie
et
vedeano
cum
gularmente
lo
per
Se
cielo.
in
in
sua
Piangea
dolce
la
per
le
rigava
così
li habiti.
humilità
et
subiectione
212
fare
ardea
del
corentie
tione,
cum
chava
le
loro
che
Cun
suoi
nel
principio
denudata
et
presente
poi
a
quale
de
de
cose
la
ne
quale
la
fu
minciò
inco-
megio,
saltò,
fu
molta
sua
retenuta,
Ma
in
ma
fu
nel
subito
molte
tre
al-
probata,
laudo
che
nel
disvelato,
obedientia
nudata
de-
matre,
saltasse
Et
cum
et
la
vedere.
che
faza
religione.
la
in
retratta.
meritò
versione,
con-
subito
grata
foco
lieta
sua
veduta
potea
certo
cum
quello
la
li
dentia,
obi-
per
de
ma
comandato
de
megio
la
se
non
lei
per
honestà
per
li fusse
ancora
essendoli
retornasse,
fu
tanto
rare.
deside-
casa
spogliarse;
obidentia
et
spogliare,
ad
andasse
Fu
potea
de
dovesse
se
più
una
comandato
superiori già
dente
acci-
per
prona
che
li le-
sanarla.
per
si
egrota-
ad
et
non
sia
ciò
oc-
le
fin
che
piaghe
tanto
più
la
ne
tale
tigna
obidentia
dedita,
et
venute;
la
et
Famulava
puzulente
lechò
la
necessità
Monastero.
carità
a
volte
vile
più
sanctitate
in
sorelle
a
le
per
stare
213
lei
A
fu
da
decto
compassione
per
sono
bene
«
mie
madonne
«
sto;
questa
«
mio
«
a
«
loro,
«
veri
de
mangi
non
et
homini
lo
et
gnelo
sia
non
lei
Pigliando
de
la
de
la
iudicio.
a-
»
principio
nel
conversione
sua
po1'
de
sangue
ancora
do-
de
sangue
mio
el
il
et
del
pane
el
beva
non
Chri-
ciascuna,
per
el
le
de
gloria
afaticarme
riposso
Io
«
:
Jesù
mia
la
lei
tutte;
schiava
et
,
«
de
spose
fia
afaticasse,
volto
ancilla
«
tiche,
fa-
sue
inprudente
se
iocundo
cum
ciò
non
ancilla
la
parea
respose
da
tanto
sorelle,
le
a
mossa
che
consiglio,
perchè
liavea
forsi
o
le
de
una
melifluo
cibo
,
oratione,
celeste
done
et
che
lui
cifisso
:
li
per
havea
alteza
de
de
apparve
la
qual
consequen-
inimico
de
lei
li
invictissima
stata
che
prima
Dio
et
lo
bataglia
perchè
concessa
quella
fructo,
darli
tioni:
de
le
minciò
inco-
tempta-
riare,
glo-
potea
se
gratia
tanta
virtute,
che
era
temptatione.
in
cosa
forma
fu
de
Di
cru-
stimulata
214
del
partirse
in
sancto
suo
diserto
loco
de
divine
in
ponesse
fu
Così
ma
nel
per
mata
ar-
Dio
pregò
havesse
quello
inspirata
dare
an-
lei,
pur
virtute,
core
et
solitario,
et
Dio;
ben
conoscere
luoco,
a
li
fare.
luoco
suo
re-
manere.
Una
in
altra
forma
volta
Cristo
de
Matre
inimico
lo
de
et
Maria
Vergane
li aparve
la
gloriosa
perchè
di
se
,
Pur
prosumisse.
alcuna
et
nava,
facendoli
Se
de
dette
che
tiene,
r
et
nel
le
asse
se
li
et
orare
poi
che
ogni
a
la
ora-,
force
la
et
per
la
cella
et
dine
lassitu-
apogiata
adormentossi
il
Conturbia,
se
la
a
divo
dovea
oratione
;
sta
auti-
mente
pontificia-
dimostrandoli,
parato,
lo
cità
feli-
corporee
aparve
de
propria
volta
et
pose
somno
Thomase
doppo
in
giorno
consolava,
destilava.
una
perse
uno
a
dolceza
tanto
abando-
modo
per
sentimento,
il
quasi
la
la
de
paradiso,
spirito
la
non
volta
gustare
del
suo
Dio
come
pigliare
posso,
ri-
tornare,
216
al
Creatore,
summo
la
satisfare;
fidare
se
viene
non
se
non
per
il
confìdarse
sua
bontate
essa
ultima
la
de
che
a
tutti
stia
in
Dio.
stato
Ma
salito,
è
humile
et
la
a
ciò
,
alteza
grande
Questa
bataglie
de
li fu
modo,
levare
megio
basso
degna
tal
può
glorioso
questo
a
le
de
facta
in
momenti
et
presentia,
è
essa
alcuno
senza
sempre
de
li
chi
adornata
divina,
presentia
mente
chi
fia
la
che
septima
divina
conditione,
decte
conflden-
sapendo
confida;
anima
r
se.
abandonare
conditione,
che
zoè
sum-
croce;
penosa
divina
può
et
spera
è
perfectione
a
la
Dio,
non
sua
fermeza,
de
in
proprio
perchè
vera
cum
portare
tia,
in
bona,
non
ogni
suspecto
condictione,
sexta
del
né
vanagloriarsi;
pacìa
potere
defidentia,
istessa,
quantuncha
opera,
la
si
habiente
parere,
raa
quinta,
de
loro
per
beata
havute
le
porto
cada.
non
infra
donna,
cum
lo
temptatione,
nel
core
una
le
inimico
al
molte
nale,
infer-
matutino
dolceza
de
217
dimostrativo,
parlamento
uno
illustrato
Dio
havea
del
libero
arbitrio
male;
et
quasi
lo
et
la
si
arbitrio
male
che
havea
in
cagione
iustitia
reposta
in
bataglie
de
temptatione
alcuna
non
lei
quando
venisse
disse,
che
schernirebbe
fu
immenso
Che,
divina
una
sopra
nocte
una
Principe,
sua
sua
devotione
in
hebbe
gloria
altro
ogni
de
la
lei,
chiesia
oratione
decte
na
don-
beata
et
gaudio
perillustrata.
se
del
dire
per
angelica;
a
la
la
per
morare
di-
nocte
mille
ave
quanto
quarta
leste
ce-
de
redusse
quella
alquante,
diavolo.
licentia
cum
tutta
la morte,
natività
abbatessa,
matre
marie,
et
più
et
come
el
excellentissima
de
diabo-
temea:
a
il
rare.
adope-
tante
beffarebbe
et
Questa
de
vincitrice,
remase
el
bene
lassando
libertà
lei
che
questa
exercitato,
Ultimamente
lice
la
Dio
et
:
havea
perchè
corona,
libero
de
bene
bene.
coronava
per
essere
donna,
fare
potere
lo
Paulo
la
et
facendo
come,
apostolo
a
de
iustitia
per
dicea
l'homo
quanto
ne
bora.
218
in
la
quale
Dio
li
nascesse,
gloriosa
la
in
cieli,
Jesù
figliuolo
le
quale
Se
questo
telo
det-
et
donna,
sancta
similmente
et
fu
gaudio,
infinito
et
suavità
il papyrro
questa
donna
fusse
com-
scrivendolo,
et
che
debba
se
senza
pur
dolceza
bagnando
gloriosa
proprio
brazo,
la
perchè,
lachrjme,
venuto
de
devote
altra
ogni
sopra
dignificata
de
gratia.
tanta
Per
il
altezza
be
lei
a
de
meno,
trice
impera-
suo
in
osculò,
fusse
sono
de
Matre.
paratione:
io
el
de
palpò,
credere
Maria,
cum
bracie
'1 Verbo
visibilmente
aparve
Christo
Vergene
la
che
Vergene
li
de
il
existima
se
a
masticare
piglia.
può
divinale
et
Li
il mistero
incarnò
Maria.
fu
de
Dio
Fu
excellentia,
che
et
in
Trinità,
nel
ancora
V
in
et
la
sua
non
hostia
tutto
ancora
virginale
per
heb-
modo
che
in
homo
dimostrato
la
tanta
'1 cielo
che
dimostrato
Dio
essere
sacrata.
in
quello
fu
Li
pervenne
orare
suo
che
modo
ventre
oratione
de
219
stando
sublevata,
sia
audire
ad
et
la
no
proprii angeli
li
senza
sonare,
piedi
in
chie-
cantare
veduta
essere
da
le
sorelle.
Meritò
phico
due
volte
Francesco,
de
la
vedere
come
apare
lei
de
mano
sera-
pto
scri-
per
nel
viario,
bre-
suo
testimonio
chiamandone
tanta
el
Dio
a
ventate.
Meritò
lei
r
andare
in
le
anime
stare
acqui-
la
da
errante
cielo
al
oratione
sue
via
ad
prometendo
de
una
,
dimorare
lei
per
r ultimo
del
al
erano
finale
de
tutto
in
fin
purgatorio,
iudicio
la
altri
et
;
a
che
misericordia
de
,
Dio
disperati,
loro
aiuto,
per
salvati
Per
le
li
cum
et
proprii
ancora
Margarita,
Estense,
lo
occhii
figlia
consorte
del
fu
in
rono
fu-
salute.
,
anchora
vide
modo
che
partita
fece
lei
de
in
in
inimico,
ne
inimico
oratione
posti
anima
una
Lei
le
lo
oratione
sue
partire
ducto
chiamando
per
de
lo
la
principe
del
in-
aveva
da
beato
mo
fum-
ovile.
illustre
Nicolao
Ro-
220
berto
Malatesta,
gular
dolore
altro,
futuro
lei
et
Di
che
dovea
li
lei
la
el
et
sposo,
il
vostro
habiate.
scentiente,
Et
in
de
quel
gratia
na
don-
nuptie,
il
ad
sposava,
che
Margarita,
et
che
così
così
altro
ve
rito
ma-
lei, bene
viduitate
rito,
ma-
venire
sé
la
quale
sposo
»
gersi,
congiun-
morto
voglio
non
uno
questa
vide
nocte
per
ad
secunde
Sapiate,
«
sono
le
essere
Roberto,
beato
che
sin-
era
consequite
matina
a
più
donna
Dio
novella
venne
dicendo:
io
da
andare
et
el
stata
ordinata
r
perchè
:
pativa
non
che
de
era
dispensata
essendo
sancto.
quale
ocupata
de
parole
la
con-
devotamente
visse.
Meritò
Catherina
bellici
accidenti,
nostro
del
'1
suo
Bologna,
Maria
che
il
per
de
nostra
vedere
ancora
duca
orare
de
la
per
alhora
vexata
per
beata
questa
voluntà
Millano,
da
lippe
Phi-
de
al
cita
tempo
magnifico
Hanibal
Bentivoglio,
fidelissirao
citadino,
cum
nostro
a
lui
atfectionaio
le
spale
populo,
221
il
ruppe
Alivise
conte
suo
del
prefato
fu
proprio,
notabile
et
oratione
la
predisse
adversità
et
virginità
et
che
non
prosperità
de'
le
destructione
de'
divino
et
la
il
cum
lo
et
lo
nel
Greci
le
et
et
la
de
lo
perio
Im-
et
loro
varii
casi,
del
Verbo
Cristo,
de
vita
glorioso
resurectione
merito
bataglie
facti
la
et
et
cielo
li
de
devotione
incarnatione
tutti
nascimento
de'
et
fu
solamente
Troyani
Romani
predisse
ma
loro
tre
l'al-
quale
de
de
de'
la
ingegno,
Dio,
beata
sopra
de
de
conspecto
me
co-
prophetico,
Eritea,
Sjbilla;
forza
tanta
clade,
questa
spirito
stata
cum
capitaneo
quale
predisse
come
fusse
quanto
La
duca.
Catherina,
Verme
exercito,
fiorente
el
dal
fin
a
la
sione,
pas-
triumpho
de
la
ascendere
suo
advenimento
ne
il
in
lo
ex-
,
tremo
iudicio.
Ancora
orando
stantinopoli,
obsessa
sancto
da
la
la
li
per
quale
la
intendea
infidelli, vide
destructione
cita
de
de
Conessere
per
essa
spirito
cita
et
222
Othamon
quella
de
la
biuta
entrata,
affligesse
de
la
la
terza
chiamò
autista
vedeti
Vedeti,
Ferrara,
1' bora
de
la
radiante
stella,
disse
lietamente:
et
sore,
l'anima
de
in
de
una
monacha
vedere
cielo
modo
a
sorella
oratione
in
1' anima
colocata.
beato
ascendere
«
vita
aetterna
Zoanne,
de
se
non
vedere
propria
per
lei
più
meritò
sua
Meritò
ciò
a
ha-
oratione.
oratione
Per
in
la
a
Turco
grande
1' anima
de
lo
et
scopo
epi-
,
in
ascendere
oratione
Per
meritò
canonizatione
a
in
lui
r anima
via,
cielo!
de
trovarse
sancto
la
a
Bernardino,
quella
solemnitate
del
suo
fratello,
la
bona
che
»
et
adimandò
volta
sequisse,
in
fu
et
mala
exau-
dita.
In
la
le
sue
propria
lo
ceptare
de
disse
lei
oratione
bocha
officio
veduto
suo
Dio
che
dovesse
forcio
Di
che
più
per
da
ac-
del
abatessalo
Bologna.
avere
fare
de
meritò
nastero
mo-
el diavolo
volte
mente
visibil-
gettarlo
a
224
morire,
per
monastero
in
provocato
nel
tessa
Et
fu
la
che
:
de
adimandata
reverenda
sufficiente
dato
respose
Io
«
:
el
disse
Cristo
de
Jesù
dare
proprio
Et
»
ben
beata
questa
coltrice
che
li fusse
abatessa,
per
Clara.
tanto
era
citadini
Ferrara,
perchè
vero,
se.
dis-
Leonarda,
voglio
ve
sancta
Catherina
nostri
donna
secunda
una
do
abatissa
aba-
glielo
monacha
la
a
Bologna
li
per
timamente
Ul-
dovesse
divina
mente
quando
devotione
constituita
monastero
il
tutto
lacrhymare.
a
fu
essa
venire
che
grandissima
cum
fu
lei
modo
per
del
nome
l' liavesse
credo
,
scolpito
nel
venerandi
del
proprio
patri
Tintore
da
Primadizo
et
seno
per
chiamare
fece.
frate
cesco
Franfrate
generale,
et
li
frate
Cabrielle
.
intendendo
Bologna,
nata
vicario
per
observanti
bolognesi,
Francesco,
seraphico
Jacopo
Così
core.
alevata
che
essa
Bologna,
fu
lei
li
Bologna,
obedientia
da
Di
a
da
et
adimpito
se
così
la
esser
inpo-
dovesse
sempre
visione
225
che
quando
hebbe,
cielo
nel
lei
da
che
de
chi
la
magiore
se
Era
tanto
candella
benedecta
de
Ma
la
sopra
forze,
et
aconciò
se
in
gagliardamente
r
ordinato
giorni
fu
spirituale
cum
li
de
facunde
fu
la
et
stetili
fusse;
et
quali
summamente
la
de
ingegno
de
ne
tri
per
nostri
reverendi,
cossi
giunse
dove
letitia
senza
et
numerosi
et
lieta
nave,
da
costumi
posta
le perdute
tutte
Bologna
monastero,
visitata
dini,
ad
bitando
du-
accidente.
come
a
li
altra
quanto
pena
una
signarla,
rehebbe
quella
relle
so-
dato
mortai
giunta
nave.
quelle
fu
gratia
caretta,
per
barra
la
a
a
per
qualche
divina
per
conclusa
in
fin
seco
veneno
rebbe
sa-
inferma,
che
sposto
ri-
Bologna.
fu
caretta
gravata,
che
da
portare
in
fu
quelle
donna
convenne
colocarla
et
de
gravemente
era
lei
a
erano,
sancta
date
adiman-
quale
Catlierina
la
abatessa,
modo
di
sere
Quando
le
sedie,
due
fu^mostrato
lei
a
carità
citarono
lauda-
parole
che
prestante,
15
226
fu
mai
veduto
lei per
et
che
altra
ogni
tal
cum
che
simigliante,
mura
ligname
de
è
se
qua
et
per
ampliato
magnifìcentia
Italia
crede
se
sue
munificentie
opportuna,
in
che
le
de
et
intrandoli,
usate
spirituale
grandeza,
alte
donne
cosa
d' alhora
modo
picolo
era
calcina,
de
de
lau-
sua
habitatione
alhora
esserli
pietre,
il
de
molte
che
incominciò
de
a
Dio,
a
ad
moltiplicatione
cum
di
serve,
de
oratione
gratia, potesse
monastero,
vile,
continue
gloria ampliare
et
el
le
li desse
che
hor
questo,
a
visitante.
quello
Or
respondere
cosa,
hor
sanctiloquio
cum
r
tanta
habia
non
il
per
et
circuito
de
grande
citate
ingentissima
carità
una
pare
murata.
Se
forzava
che
et
le
quelle
In
carità
che
monache
haveano
affanni
senza
queste
piene,
ogni
durare
donna
questa
ciò
per
ben
ad
erano
a
alhora,
venire, potesseno
servire
fatiche,
fatica,
a
lei
diuturnamente
a
Dio.
gratiose,
havendo
de
227
durate,
infirmò
se
multi
che,
de
divina
et
a
ciò
a
loro
morire;
che
scrivere
torchiata
essa
combattere
Per
il
le
che
de
tollerare,
fervente
non
la
et
et
gaudio;
potendo
li loro
forzarono
oratione,
volesse
a
;
sé
essendo
incominciò
de
Dio
che
et
per
a
carità,
la
morte.
furono
dolore,
matre,
fortare
con-
et
et
tutte
de
venia
con-
ad
male,
sorelle
stare
a
unione
potrei
tanta
conforto
non
la
li missi
pianto
de
perdita
loro
dal
cum
audisseno,
dolceza
lo
non
la
infirraità
a
se
mezo
incominciòle
et
di
et
havea
quella
tanta
cum
pace,
in
la
poco
sione
pas-
fine,
sua
tutte
exortare
et
la
la
cbe
de
inspiratione
lecto
che
cum
capo
per
uno
de
perchè
seco,
de
venuta
sopra
pere
disse
sangue)
lei, sapendo
havesse
morene,
doglia
essere
stanza,
de
de
pecto,
Et
febre.
fusseno,
morbi
effusione
molta
fece
anni
molti
habiuto
cora
(an-
gravemente
per
che
la
piene
ri-
era
quale
chiamare.
cori
le
quella
el
dita
per-
dolorati
cum
la
loro
volta
Et
in
228
combatimento
quello
rapito
il
prato
de
spirito, et
suo
Nel
possa.
Principe
in
Laurentio
angeli
intorno
stà;
la
a
uno
l'altro
et
et
dextra
et
avanti
la
era
parole:
dehitur;
et
canto
mutò
Iddio
distese
mai
gloria
non
che
«
eius
in
che
sapendo
respondere
a
tanta
era
cipe
Prin-
del
in
Et
il
dritto
et
grande
et
prese
intendi
bene
suono
videbitur.
né
vi-
te
verso
suono,
dire,
Il
ste
que-
eius
questo
te
di-
sua
violetta.
Figliuola
risona
maie-
excellentia;
et
questo.
il bracio
lei, dicendoli:
quello
altro
che
sua
risonavano
gloria
et
molti
vedere
una
corde
le
de
che
cum
maiestà
sonante
uno
suono
ad
divina
pra
so-
martire
la
era
dignità
a
la
mano
mirabilissima
l' alto
era
il
lato
che
pensare
beleza,
era
a
de
sedei^e
a
Vicentio,
Genetrice,
lecta
et
miranda
havea:
pomi
uno
et
quale
maiestate
de
in
beleza
dire
fu
moi'te
menato
del
mezo
sedia
una
li
la
maravigliosa
felicità, quanto
tanta
se
de
»
ardire
maiestate,
et
:
Dio
Ma
ad
or-
229
flinataraente
ogni
diraostróli,
infirmità
come
decto,
megliorata
cundità;
beata
eh'.s
fu
et
in
videbitur
te
che
habiuta,
eiiis
gloria
le volte
in
stava
lira
sancta
del
pur
lei
dicea:
starò
a
così
grave
ria
glo-
chi
levandosi
male,
«
Non
facea
n' è
de
andò
la
Le
relle,
so-
armonia,
vano
stala
cognoscendo
donna;
sancta
che
stato
Dio
che
casone.
lecto
et
per
il
gevano
pianmale;
stava
piangeti,
voi;
cum
a
faza
la
Davit.
re
et
Et
cum
perchè
ancora
la
cantava:
muta,
non
la
che
obi-
videbitur.
te
questa
de
il
volte,
dolceza
divo
admirande,
perfectione
più
ricordare
che
vedendo
et
et
violetta;
lei
come
cielo,
verso
de
per
una
sonò
jo-
mesi
per
;
sorelle
le
fu
molta
molti
per
incomperabile
cum
hebbe
subito
cum
li trovasseno
quale
li
visione, repetendo:
opportuno
dentia
et
iubilò
quella
lei
Et
et
de
come
sparve.
molto,
et
dovea
et
lei
a
aperse
non
morire;
questo
tanta
cosa
non
cora
an-
doni
per»
senza
monastero
Et
230
quasi
la
cuni
che
anno,
uno
magiore
Lavorava
lamento,
del
l'altre
mondo.
sorelle,
amonitione
cum
de
fece
pacientia
cum
loro
a
mai
cumenti
do-
et
perchè
dulcissime
cose
lando
par-
,
la
bocha
sua
spirito
de
piena
era
sancto.
Uno
venerdì
pervenendo
a
tutte
le
hore
havendo
la
il transito
fine,
sua
sorelle,
la
de
tute
avanti
et
de
parlato
oratione
adimandò
de
spatio
per
suo,
l' alte
tre
vir-
illustri
cum
cumenti
do-
,
forma
:
Sorelle
dilecte
mie
figliuole,
cordiale
il
penoso
mio
in
questa
Cristo
in
dire
longo
sia
ve
non
et
perchè
,
sia
questo
spero
farò
che
ò
disse
exempli,
et
a
io
carità;
vostre
più
stare
a
le
capitulo
l' ultimo
voi
con
et
in
non
breve
,
vedereti
mie
la
fine.
mia
figliuole,
Fate,
li
supportando
in
tutte
amate
ve
dolce
1'
deftecti
le
rità
ca-
una
,
de
r
Voi
seti
seti
membro
Christo.
Non
altra.
ghuole
zoè
et
tutte
le
de
ve
mie
uno
scandalezati
fipo,
ca-
232
erano
xxviii
r
martirio
uno
per
anni
altra
durati;
il
el
del
de
Christo
martedì
de
le
sorelle
quale
lei.
cum
*ad
presto
che
parte
a
mercuri,
et
a
confessore,
remandasseno
corpo
Venuto
xxiiii,
ore
il
per
fessore,
con-
de
parasseno
de
et
pore
la
dare
,
untione;
extrema
fusse
li
il
assai
stette
giorno
disse
disse
per
venuto
el
poi
septimana
mandasseno
parte
a
crucifixo
uno
1'
portasseno
da
li
piedi
posto
et
che
che
et
candele
et
sancta
acqua
benedecte.
sorelle, questo
Le
se
smarirono,
in
et
lei
intendendo,
Yedeano
non
in
incominciòli
fu
che
li
a
gno
se-
morire;
forma
vemente
bremento
testa-
suo
per
,
alcuno
da
questa
parlare
a
che
imperhò
tutte
de
giorni
nove
,
anni
li
in
marzo
de
la
salute
,
Mcccclxiij.
cum
voi
salso
la
recomando.
la
quale
Io
vado;
la
più
quale
sopra
Recomandovi
sempre
a
la
mi
è
sarò
non
altrimente.
presente
pace,
et
stata
Io
vi
tutto
vi
vicaria,
bona
233
fidele
et
genitrice
mia
le
future.
le
mai
che
sia
ve
Recomandove
et
che
figliuola. Pregovi
recomaudata.
le
novice,
Guardative
presente
bene
cerchi
veruna
la
tutte,
tratti,
nò
né
,
dentro
fuori,
né
altrove,
iudicio,
sia
Voi
seti
ne
io
divino
al
Dio
pregarò
ce
cercasse,
vendecta
et
data
man-
alcuna
questo
dimandare
ne
ninna
che
et
chi
Et
venga.
che
che
la
stighi.
ca-
donne
tutte
et
,
Non
fanzulette.
non
insieme
Amative
Chi
et
consolate;
vi
meglio
et
vita,
loro
per
in
che
questa
duncha
Consolative
altro.
amore.
mie
serano
pregarò
,
cordiale
de
farà,
questo
cercati
le
figliuoche
farò
siano
tra
l'al-
ne
facio.
non
figliuole
tutte
,
mie
che
si
questo
è
lo
mio
mento.
testa-
,
sorelle
Le
cori
a
in
tanta
piangere
condolersi
pai'tita
alhora,
loro
matre,
tutte
si
per
da
per
;
cun
et
subita
ciò
li loro
tosi
pie-
rono
incomincia-
suspirare
et
fusse
et
volante
che
in
234
quilli pochi
AniìTia
benedecla
r
da
alto
Creatore,
et
resgiiarda
Et
la
sera
7
ancora
aspecta.
sbigotite
sta
quelei
et
cantare,
havea
ancora
facto
havea
laude
loro
tutte
te
se
medesima
cum
Signore
tuo
che
fido,
con
spesso
laude:
quella
cantare
lecto,
facendosi
iocunda,
tutta
visse
nel
stette
giorni
cantato;
fuori
quasi
erano
et
,
de
r
sentimento.
usato
disse:
de
la
«
Fate,
piotate
Et
confortolle
che
de
che
ivi
porta,
venuto
così
et
che
che
andarono,
essa
dicea.
per
le
a
erano
'1
che
ve
pace
te
ama-
mia.
gere,
pian-
patre
a
la
et
trovarono
rotare,
1' altre
presto
relle,
so-
andasseno
confessore
porta
»
inspiratione
donne
cum
et
sarebbeno
non
disse,
chio
oc-
volse,
dovesseno
piangesse
presto
F
cum
se
la
non
sancto,
flebile
che
la
che
chi
spirito
lasso
ve
figliuole. Et
suo
loro
a
figliuole mie,
io
insieme;
Lei
pulsava.
essere
a
era
Et
me
co-
235
Questo
confessore
patre
venuto
et
fusse
humano
al
fu
ma
la
la
a
lui
havuto
a
lo
libro
tanto
le
le
telecto
r
hebbe
Et
trovate.
dire
a
volgendo
riin-
per
Patre,
guardate
re-
che
libro,
fece,
così
Et
»
«
:
del
lendola
vo-
et
disse
sancto
megio
nel
trovareti.
parole
lei
carthe,
Et
volgendo
e
spirito
de
non
trovando
non
opportune
sacramento,
parlò
come
alcuno.
et
pesse
sa-
to),
giun-
lui
a
male
ella
fusse
confessosse,
et
discorso
che
donna
gravata
possibile
im-
adimandato,
et
porta
comunicare
in
fu
divino,
tro
den-
parea
per
che
tempo
francamente
havesse
(che
venuto
volere
che
lei
a
entrato
le
subito
et
grandissima
cum
.
sanctità
sto;
ella
et
disse:
«
dimando
Figliole
che
pregate
loro,
guardando
ne
et
et
de
per
la
faza
le
declinandoli
a
tutte
»
Et
et
pena
havesse
ve
alciò
monache,
mie,
ogni
me.
Chri-
de
corpo
sorelle
dato
Dio
poi
el
tutte
perdono
scandolo
dose
prese
;
et
lucidan-
gli
occhii
in
li
chiuse;
et
236
dicendo
fiate
tre
spirò
la
come
uno
In
picolo
havea
del
volte
vivea:
più
Del
dura
poi-
una
dormisse.
fosse
uncto
fetente,
fin
quale
in
do
quan-
dolce
us-
ne
al
sente
pre-
memoria
donna.
tanta
Li
tre
che
che
cose
odore,
suave
giorno
de
victorie
parca
anni
de
impiastrato
siva
diavolo,
le
assai
benché
morto,
corpo
et
del
facendoli
bella
certo
che
quindici
de
fece
se
muso.
Era, morta,
cella
fine
habiute,
lui
de
lia-
cinquanta.
dopo
havea
decto
come
anni
apparitione
la
de
suspiro,
sancta
sua
»
factore,
suo
dolce
et
Jesù
Jesù,
al
ettate
sua
questa
beff'e
anima
felice
de
vendo
Jesù.
«
:
li
pianti
gridi
si
li lamenti
et
,
levarono
tal
modo,
dolorosi
infra
le
che
tutto
il
grande
tramortite,
li
lo
pianti, suspiri
Et
per
monache,
per
phjsici
furono
merore
modo
per
sì
in
et
de
monastero
de
bombava.
ri-
singulti
et
quelle,
cadeno
in
chiamarono
revocarli
che
terra
bito
su-
li
sma-
237
spiriti,et
riti
li confessori
ancora
confessarle.
Et
per
quella
or
dicendo
vano,
conforti
Ogni
!
Oh
li nostri
abbiamo
duto!
per-
habii
de
quisti
cum
Oi^
«
:
più
Dio,
Cosi
»
sta,
que-
abraza-
voce
sarà
bene
benigno
!
pietate
chi
noi,
or
se
flebile
cum
infelice
me,
pietate
per
marono
chia-
noi
amari
,
cordogli
fare
per
fu
il corpo
portarono
avanti
al
lo
in
exequio:
la
et
fu
sacramento
clesia
ec-
come
veduto
,
il volto
tutto
latione.
Ma
le tribulate
amaritudine
et
abraciandola,
et
viso,
le
diceano
bene,
bavere
gloria
del
credo
in
lamenti,
simile
lachrimabile
fossa.
vano,
Ma
et
pianti.
dolendoli
quelle
per
Et
unica
che
mai
magiori
cosi
la
pietate,
suo
et
portarono
che
et
chè
per-
ogni
fusse
la
de
te
vol-
piedi,
gaudio
grege
exequio
a
li
monastero;
suo
stridi
infinite
perduto
conforto,
pace,
ravano,
cu-
pianto;
baciandoli
et
non
occupate
angosioso
mane
jubi-
nova
donne
tutte
essere
per
il
fare
morto
cum
in
la
sepelliche
quel
similmente
la
da
vita
loro
a
consolatione
de
chio
in
quale
il
viso,
fu
sanctità,
et
fusse
li
comprimuto
poseno
,
uno
panicelo
non
polita,
alta
della
fossa,
rendere
giorno
la
coprirono
de
Così
le
da
de
de
fossa,
ivi
et
dandose
a
beata
la
che
dimorasse
già
sepulta,
chi
la
et
cum
erano
la
ju-
sancta.
offese,
de
schena,
chi
de
uno
de
sepultura
la
recoman-
anima
subito
sorelle,
le
corpo
erano
gloriosa
et
che
che
devotamente
donna,
il
fusse
ma-
sopra
cosa
lei
capo,
a
al
qual
accidente
uno
sorelle,
ragi
la
loro
de
andavano
altro,
terra,
andando
per
doglie
chi
quel
nocte,
sorelle
alcune
Per
alcune
certi
lustrare;
sentiva
passava,
da
et
veduto
dicarono
chi
chi
per
et
fu
fossa
era
stava
corpo
poi
et
odore;
tutino,
et
il
sopra
asse
una
terra.
La
de
che
poi
et
sopra,
palmo,
uno
che
dimostrava,
morto
terra
spe-
de
tanta
resanavano.
dolendoli
in
xviii
licentia
la
che
propria
giorni
che
\i
suoi
de
240
il
giurando
la
santa
che
era,
donna
'1
Facta
la
miraculosamente,
cimitero,
bella
Phebea
pultura
facesse
ditrice
a
donde
li
orientali
era
nato
in
poneronla
fossa;
la
la
cassa,
la
propinqua;
el
fu
monastero,
odori
del
tutte
le
la
sotto
monache
luoco,
stella
osten-
el
luoco,
Cosi
la
portarono,
logia
tero
cimi-
al
tutto
cum
de'
la
latione.
pieno
magiori
qual
correndo
de
et
retornarla
cosa
ad
,
furono
de
desipelirono
repieno
Per
se-
ragii
il
quale,
mondo.
no
ador-
propria
li
per
subito
el
rotondità;
Salvatore.
la
ma
forzate,
come
sua
principi
impedimento
senza
cielo,
dimostrandose
la
el
gno.
se-
et
dimostrasse
altrimenti
non
questa
il
sereno
descendere
che
sua
continea
la
sopra
parea
stella
una
in
la
cum
specialmente
et
là
bello,
stelle,
lucente
de
de
subito
quanto
fece
se
de
facesse
ne
oratione,
cum
se
corpo
desepelisse,
se
tenebre
Dio,
pregò
croce,
voluntà
le
et
tempo
celeste
conso-
derla,
ve-
241
Il
viso
li
et
li
panni
netarono
,
da
la
et
tutto
inquinati
terra
il
r
da
che
corpo,
era
naso
muto
compre-
li
che
asse
il
et
;
stata
era
,
posta
il
de
pondo
le
cum
et
la
sopra,
la
dita,
vivo
fusse
morta.
et
la
fossa,
li
come
imposto.
ad
se
non
forza
per
per
da
era
Ma
la
in
voltate,
sacramento.
fu
veduto
Al
da
loro
li
la
Di
incominciarono
Jesù^
furava
il
li
core
come
avanti
visibilmente
questo
corpo,
nel
quello
spiriti
et
per
viso, farli
de
tutte
perchè
tri
pa-
divina,
ecclesia,
devotamente
Jesù,
la
ne
portarono
quale
che
seno
pre-
superiori
expergimento
cum
grandissimo.
quela
obidentia
volte, aluminandose
reverentia
polita
voluntà
per
vedendo,
el
tre
l'hebbeno
portarla
per
del
alhora
come
reconcia,
cassa
retornò,
usitte
et
sangue,
Come
per
reconciarono
luoco
suo
il corpo;
naso
ne
al
et
calata
era
li
terra,
similmente
morto
li
quale
odore
le
sorelle
a
gridare
odore
li
l' anima
,
per
excellontia,
presso
la
veduta
lè
re-
242
Dio.
verentia
da
loro
a
ad
ad
hora
se
hora
faza.
la
quale
solenne,
di
tutti
licentia
vedere
del
libretto,
propria
Quale
divine.
bomini,
dinale
car-
apostolico
miracolosa
cosa
Il prefato
corpo.
volse
de
per
de
questa
scripto
de
lei, pieno
libretto
cta
san-
copia
una
trovò
se
fero
odori-
quello
ancora
de
vita
sua
tate
ci-
Capranica,
volto
che
mano
la
,
Volse
donna.
notabili
felice
piena
bavara,
la
lore
co-
per
devotione
per
liquore
de
per
questo
Legato,
uno
dandoli
su-
parca
Croce,
Sancta
andarono
Legato,
la
li
Angelo
de
de
lui
volte
et
odore
era
sentendose
cosa
nostra,
ad
colorito,
sudore
le
a
più bello,
et
Il
corpo
sangue.
Questa
cuna
facea
bianco
più iocondo,
Questo
scripse
de
de
virtute
nel
tempo
in
secrettamente
la
,
sua
in
cella
povera
li anni
regnante
signore
do
la
la
abatessa
salute
magnifico
consorte
de
già
stuore
mille
ccccxxviii,
Tadea
figlia
Giberto
de
coperta
li
Pio
Alidosi,
de
del
po,
Car-
prin-
,
243
Imola.
de
cipi
cardinale
La
quale
mandò
donare
a
de
regina
le
de
bene
che
le
quale
Per
viduto
che
la
et
parea
de
le
sancta
giorni
palpato
questo
da
naca^
mo-
spoglie,
donna,
septi
albera
pur
Gj-
quella
bavere
portava
viva.
care
moltipli-
Beata
potea
vir-
il nostro
ornamento
narraremo.
nevero,
bella
Isa-
cui
per
,
esso
ad
Neapoli,
infrascriptamente
tute
copia
fu
sendo
es-
tato,
visi-
corpo,
l'anima
fusse
lassato.
Fu
da
molti
indicato,
sancto
corpo
odorifero
et
indicato,
veduto,
quando
degna
è
da
principi
re,
per
chi
veduto
Ogni
giorno
se
gratie
da
a
la
sua
che
vede
et
questo
passano
de
sente
corpo,
anima
et
donne,
et
generale
delicata
è
ancora
singular
cosa
signori
et
uno
più precioso
homini
da
seco
et
il
per
come
per
quindi, porto
raculi
fu
giamai
che
lia.
Itamiper
pietà
per
recorre.
Io
loco
non
posso
exprimere,
ogni
perchè
virtute
a
mi
al
suo
bisogna-
244
lo
artificio
de
sancta
Ma
noi
luminatione,
Marco
remetereAdele
II-
illustre
la
per
et
de
Specbio
Iluminata
sore
et
la
a
compilata
religiosa
principe
ce
nominata
opera
et
eloquentia,
supplimento
per
facundia
nostro
quel
Cicerone.
Tulio
mo
de
lume
singular
la
peculiare
bavere
rebbe
antedecta
,
,
Vinetia
cbe
honora,
matre
et
nostro
monastero
sto
abatessa
in
altra,
gloriosa
Catherina
beata
più
che
lunga
fa-
anima
de
di
mi,
costu-
,
gesti, virtute,
exempli,
et
opere
facundia
singular
cum
Chri-
de
corpo
aetate,
la
cum
questo
havendo
quale
giovanile
miliaritate
questa
del
presente
de
sancta
La
(1472).
al
et
ha
scripto
,
modo
per
ignoro
religiosa
altra
Italia
se
donna
et
et
de
tanta
de
prestantia
et
suflìcientia
de
guberno
,
veramente
et
una
renclusa
spirituale eloquentia
ingegno
habia
non
documenti
defonta
matre
lia])iam()
facto
oblita
de
de
devota
questa
De
santa.
et
le
la
sincera
tute
virsua
quale
me-
245
moria
per
le
in
fra
perchè
el
donne
prelibate
,
virtute
le
anima
in
de
de
regina
Neapoli,
Isabella,
fu
regina,
se
Isabella
De
23.
in
fia
sua,
come
de
tanta
regno
secunda
re
de
prima
se
da
poi
lui
dicea
facto
el
duca
presso
celebrare,
debbo
dunque
herede
regina
del
Ioanna
tolto
per
re
lacobo,
che
di
Nerbona,
Lacislao,
Pranza
sangue
Gynevero,
restata
la
de
altra
laude
Se
parthinopeo
serenissima
nostro
divine
essendo
marito
de
quanto
che
religione.
clarytà
del
cum
del
de
piena
narraremo.
sapere
Ara^onla
Neapolitani
honore
possa
de
de'
virtute,
de
noi,
carità
recordata.
sempre
et
come
cum
colombina
vocandolo
grande,
la diva
donna,
vita,
nuto
te-
è
da
sancta
mortai
rituale
spi-
certo
recordato
questa
questa
habia
Quale
paradiso
1' altre
de
Gvnevero
nostro
contento.
in
et
rasone
incarcerare
et
il
et
prin-
246
de
cipe
Taranto,
il regno,
ocupare
de
Tristano,
illustre
de
signori
regina
fu
sperava.
Questo
Taranto,
per
sua
fratello
de
Catherina
due
altre
maritate
Ioanna
Aragonia,
già
essa
regina,
tute
de
da
li
la
li
la
lei
da
li
primati
de
suo
consorte
ne
salute
mille
re
la
de
figlio de
ne
nel
venne
Neapoli
regina
Alphonso
adoptivo
signori
et
altamente
habiamo
narrato,
del
prenominata
il
come
neficio
be-
matrimonio
Morta
facto
de
Ursini, principi
figliuole, quale
morirono.
se
matrimonio
de
quale
antedecta,
chiamato
tanto
figlia
Isabella
ccccxxquatro
mai
già
in
de
la
rato,
libe-
carcere
de
anni
li
ne
nacque
de
a
et
de
casa
marito
essere
Del
romani.
la
schi
pri-
principe
dette
quondam
di
alevato
le
nepote,
cara
quello
de
non
opera
affine
alhora
ingrato,
una
de
liberatione
tal
per
cavaliere
lacoho,
re
Ioanna,
che
poi
carissimo
prefato
rasse
aspi-
parca
Pranza,
Chiaramente,
del
quale
le
regno,
quello
de
per
vir-
succe-
et
248
del
la
era
duca
affinità
tanta
da
virtute
de
la
la
sua
candide
Ma
il
per
fusse
et
dignifìcata,
anima
infra
a
gno
re-
'1
che
premio
tolo
ti-
del
regina
le
gli
del
credo
costei
che
et
etheree
et
dominasse.
nymphe
fu
Isabella
Questa
baroni
che
de
quale
offerta,
molti
permetesse,
le
poi
partito
confortato.
era
cielo
Bergogna,
degno
cum
de
de
formosissima
,
mai
quanto
Alta
de
li
Infra
fu
mai
che
proportionati,
il
aspecto
suo
che
altre
sola,
donne,
vestimento,
ma
solo
per
a
overo
la
in
l' ha
vesso
distinctione
altri
maiestà
ben
modo,
compagnia
in
per
et
Naturalmente
incognito
non
più
mane
regale
overo
corpo,
longhi
lei.
era
qualuncha
0
più
bianco;
suo
donna
dete
né
oc-
lungissimi.
et
del
in
suoi
sul
biondi
veduta
bianche,
li
poco
venustà
maci-
grata
una
un
furono
certe
recordare.
possa
biancheza;
tendevano
capilli
se
cum
corpo,
colorita
lentia,
chii
regina
duta,
ve-
de
de
portamenti,
de
lo
aspecto
249
che
lei
in
era
dubio
senza
l' have-
,
rebbe
indicata
hebbc
dolce
bene
senza
vanità.
Le
fu
de
haveano
homini
de
la
la
sua,
felice
lei,
quale
in
quanto
virtuoso
Li
a
se
spesa
nasse
me-
mini
ho-
rava
ope-
similmente
et
in
in
le
al
ne
don-
camera
erudite
erano
et
li
maturità,
tenea
Dio
né
sentiva
usava
sempre
corte
do
quan-
el vento
et
che
la
che
grande
electione
virtute
gioveni
tenerli;
damicelle,
le
In
donde
de
et
se
presso
et
Ma
industria
ogni
questa
lei.
bocha,
lingua.
prudenti
cum
de
et
legiero sentimento,
aprisseno
deva
ve-
costumati;
tenire
piacea
li
diportarsi
et
cum
alcuna
Voluntieri
fama
in
et
opere
per
docti
bona
et
de
benigne.
gratia
non
in
homini
donne
sua
et
come
humanissima
parole
sue
gì'
voce,
mormoratione
savie
erano
eloquente,
de
honestissima
parole,
le
sonorità
organizata;
affabile,
Fu
regina.
da
al
mondo,
vivere.
suoi
damicelle
piaceri
furono
et
sempre
quilli
cum
delle
sue
grande
250
honestate
sobrietate
et
ciò
a
Ce-
che
,
et
Bacho
pudica
corte
res
facessero
non
Venere
in
regale
questo,
Li
suoi
molte
usano
il
coperto.
non
solamente
lei
compagnia
sue
innumerabile
constantia,
duchessa
di
phonso
rata,
cretia
fece
de
tante
Lagna,
magnifìcentie
Al-
inamo-
bella
quale
la
era
re
per
la
tanta
lei
socero
iocundo,
per
de
che
il
de
l' altre
fu
castamente
vivere
per
donne
Infra
Calabria,
habiti
mente
general-
le
tempo
ma
hone-
ma
tutte
nel
hogidì
quisti
Et
virtute
teneva
rono
fusenza
vera
usasene.
che
vestiti
lasivia,
usava,
che
sua
nastero,
mo-
come
cum
portava
volea
non
tosto
et
per
stà
che
sacratissimo
pumpe,
pecto
sua
casa
modestissimi,
et
donne
tutto
quasi
castità
le
de
più
habiti
neapolitani
ostensione
regia
ma
de
overo
tempio.
la
la
Del
regnare.
existimava
ogniuno
in
tante
Lu-
esso
re
rose
amo-
,
feste
ctorità
che
a
non
et
lei
triumphi
concesse
voglio
dire
et
doni,
et
nel
regio
stato,
despiacesse
au-
ad
251
Isabella
ma
la
a
tanto
lionore
fusse
stata
portò
li
che
il
la
de
natura
reverentia,
propria
li
infra
Isabella
rono
et
tutti
et
re
Lucretia
prefota
,
Del
matre.
signori
1' altro
existima-
illustre
stata
essere
to
quan-
dote
constante
,
patiente
humanissiina,
et
Lucretia
perchè
hono-
regina
come
era
sta
que-
rata.
Nel
de
tempo
duchessa
stete
molta
di
gratia
anni
nove
de
che.
bella
Isa-
Calabria,
cum
hebbe
populi
que
cin-
,
figliuoli.
al
in
de
gnissima
fece
il
regina
fu
di
de
fu
nale;
cardi-
Beatrice,
Ungaria.
Che
di-
poi
divenne
Francesco
,
lice
fe-
quarto
colendissimo
figliuolo, quando
nominato
regina
duchessa
Altamura;
figliuolo
sesto
tare;
mili-
l'arte
Lionora,
de
quale
quinto
de
pua
preci-
figliuolo Federico,
terzo
principe
Jeanne,
Alphonsio,
Calabria,
Italia
il secundo
Ferrara;
fu
primo
duca
presente
gloria
Il
,
quale
moritte.
Morto
il
re
Alphonso,
Ferdinando,
252
.
che
nel
paterno
nel
quale
la
tute,
religione
Picinino
fin
in
Neapoli
de
la
gubernò
rigorosa
fautrice;
confortò
li
a
il
diffensare
tinentia
ribellato
patruo,
de
a
el
et
sé
parola
et
la
fu
et
del
centra
animo
tanta
che
de
suo
Taranto
con-
non
suo
mico
iniche
stato,
lui, che
per
essendosi
acerimo
mostrandose
et
buoni
de
guerra
de
tollerantia,
principe
del
mostróe
franco
cum
marito
sola
capo
se
pur
delinquenti,
il regno;
et
anni
tranquilità
et
Lei
dinando
Fer-
re
defen-
Neapoli,
de
sempre
il
et
sei
per
citadini.
de
amore
opere
exercito
iustitia
cum
regno,
disse
cita
lacobo
capitaneo,
facea,
Isabella
dendose,
cum
strenue
florido
cum
invaso
il conte
valoroso
ribombare
arme
fu
occuparlo
per
suo
per
vir-
lei beatamente
havendo
guerra,
cum
serene
il regno
Quando
La
regina.
et
di
re
gubernò
se
che
successe
lei
regale
Ioanne
duca
lunga
d'
et
modo
per
che
regno,
stato
parlava.
dal
Calabria,
usata
sua
se
de
duca
era
mai
fusse
253
de
li
Mai
de
tanto
del
giorno
et
ella
stato, che
regio
officii,le
in
occupata
oratione,
le
lassava
non
salute
per
populi,
fu
del
li
fare,
a
opera
Lei
reverente.
et
humana
et
regno
de
noeta.
occorentie
le
pretermitesse
li
messe
de-
,
iunii,
alDStinentie,
le
de
portamento
perchè
se
orava,
el
sasse
La
quale
che
'1
re
vandose
offerte
tal
ducati
de
fu
de
la
sua
vitio,
la
secundo
la
che
tanto
de
quale
abandonare
il
populi,
possibilità;
che
arme
subsi'1
al
regno,
et
octocento
suo
totalmente
era
la
per
argento,
Questo
fomento,
gente
de
recoglieva
subventione.
lei
tro-
aftectio-
cum
sua
grande,
di
et
difen-
volte
exhausto,
denari
de
giorno,
et
molte
confortata
et
havea.
guerra
benivolentia
se
quilli
ogniuno
dio
denari
li
era,
longa
marito,
a
da
nate
fu
tanto
suo
de
la
da
fu
vendicata
era
meglio
regno
devota
continuamente
quale
el
il
et
sine,
elemo-
le
et
catholica,
era
per
discipline
cilitio,
Dio;
de
amante
le
re
ne
tenser-
rata
delibecum
evi-
254
iactura
dente
Di
de
el
che
Dio
ringratiava
,
Quando
esso
che
l'ultima
et
ferma
homo
ruina,
lei
prudente
et
titia
che
et
li
dolore
et
sì
invicto,
che
vedimento
de
Cosi
arme.
del
divo
chiamare
altri
more
li
che
lei
se
Pietro
molti
andarono
senza
benignità
vivesse
più
le-
le
absurti
mo
ani-
farìa
rotte
pio
tem-
dove
martyro,
citadini;
pro-
gente
nel
redusse
vocati
volte
cum
lei
li recomandò
suo
in
tutto
,
tanta
in Dio
permetea
per
essere
che
ogni
le
in
presto
refare
dise
Cristo
perhò
non
li
fusseno
servi
iocunda
cum
tornarebbe
che
pace:
de
iudicava
se
presto
li
nel
foce
l' liavesse
che
annegati;
fece
che
et
suoi
opressi,
de
rotto
la
parole
speranza,
affanno
fu
in
arme
ogni
per
dubitasse
non
to
sta-
1' havea
marito
d'
sua
ciera
del
salute
,
suo
facto
Sarno,
in
dotato.
donna
strenuo
gno.
re-
rtandose
che
.
tal
de
la
consequire
speranza
et
confo
re,
il
tutto
perdere
et
ti
mol-
speciale
;
et
el
a-
cum
ma-
256
habiuto
sempre
in
tanta
de
la
mia
che
non
et
dile-
,
mai
che
ctione
bocha
,
usitte
non
di
honesta,
te
tuncha
tu
il
quale
animo,
sei
de
el
a
de
vea
nel
in
te
a
lui
così
tua
et
speranza
salla:
et
a
excellentia
la
facta
tutta
del
laude.
la
la
a
et
te,
sai,
columna
che
è
me
oimè,
Pregoti
haet
speranza;
prometesti.
mo'
el
morte
sua
quello
non
gnoria
si-
amare
come
fusti
ciò
sua
me
exi-
tua
regno
de
observatrice.
regina,
che
la
Tu
dimostrò
come
regno,
lieto
effecto,
Et
doppo
conservare
figlio
a
rito,
ma-
regina.
quale,
domandò,
duca
tanto
cum
valore.
signore
vere
vi-
signore
per
Alphonso,
me
mio
quan-
al
effectualmente
altro
patre
ti
seco
poco
pur
che
il mio
diventasse
sdegnato
stimo,
più
io
ciò
a
doni
desti
me
il
affannatamente
expella
che
Ioanne,
verso
observato;
auxilio
lo
fusse
sempre
faci
me
per
,
come
filialmente
ha
te
core
te
parola,
Hora
fede
tanta
Tu
voi
non
duncha
hai
me
fare
sarà
va-
cuna
al-
dolce-
257
mente,
paterno
per
duca
Ioanne,
et
per
figliuolo,
che
lassando,
piglia
el
la tua
altro
faciale
quali
fin
qui
non
la
'1
fu
cosa
vendicatione
quello
sato;
regno,
de
legiptimamente
secundo,
el
mai
mancò
de
le
virtute.
Et
per
regina,
in
tutte
sancte
et
per
gloria
esso
;
la
a
modo
difenil
regno
da
coronato
Pio
maxime.
pontefice
Tranquilato
et
fu
Joanne
presidio
molta
cum
dipoi
et
suo
rità,
matu-
principe,
duca
felice
del
remase
marito
rebellato
dal
molte
cum
virile
et
per
quella
per
Et
prole
il
alevati
che
»
destolse
se
qual
li
figliuoli
ho
patre.
persuase
che
per
voglia fare,
mei
nome,
prudente
altre
el
manco
tuo
proprio
del
gno
sde-
et
,
del
gloria
gnanimo
ma-
quando
non
di
amore
lice,
fe-
del
iniuria
Et
signoria
per
sarai
efFecto
vento.
el
marito
ne
come
al
mio
ancora
principe, ogni
andare
lassi
amore,
Isabella
regno.
illustre
sue
dieci
le
seculare
anni
virtute
se
non
et
opere
che
vixe
spirituale
fece
splen17
258
dida
diva,
et
et
beatitudine,
Neapoli
che
in
et
la
et
chiamato
de
altre
laude
et
audire
de
pie
opere
li
da
libretto
maiestà
mandò
pranica
in
le
beata
mai
che
in
cardinale
virtute
habiamo
ancora
la
a
dono
sancte
iustitia, quantuncha
ria
glo-
dilecto
theologi
la
sancti
el
fusse
pia
co-
menti,
docu-
beata
la
et
sancte.
legere
Cathe-
regia
sua
Cacome
Caterina
essa
exposto.
exhibuire
ad
legato,
de
de
molte
Angelo
nostro
de
fessore,
con-
et
de
per
Bologna,
pio,
tem-
un
Fece
morale
composto
rina
de-
ducati
li
de
opere
quello
grande
Pigliava
spirituale piacere
di
che
elemosine,
Dio.
Fu
divino
sue.
et
ser
es-
marito,
octomilia
certamenti
legere
Hebbe
de
dire
martire,
Dominico
vestimento
et
re
Petro
lassò
dove
in
Neapoli
sancto
religione
brocati
in
potea
Saturno.
Cum
instaurò
votione
la
al
l'adorava.
dea
et
regno
de
cara
iustitia
se
el
aurea
dilecta
per
alhora
tutto
aetate
tanto
tanta
cum
Non
mancò
debito
de
sua
la
a
na-
259
humanissiraa
tura
strandose
el
Atendea
tempo
uno
absentato
el
et
furti
non
el
Ferrante
don
tempo
a
defferitte
a
desiderosa
era
a
Et
la
detenuto
Juvara
tia
gra-
sto
quetia,
gra-
regina
per
tate
por-
non
parse
et
il
tempo
matina.
regina,
li
al
indisposto
sequente
delieti,
lieti;
de-
lettere,
nocte,
Isabella
uno
li fece
re
presentarle,
la
lei
a
liberare
le
de
de
supplicare
de
lettere
punire
loro
che
a
de
sentendo",
cundo
gratia
il
bore
tre
carissimo
Ferrante
Così
liberatione.
ad
suo
alcuna
creato.
questa
essendose
possendone
gratia
scrivendo
che
commissi
facesse
gno.
re-
iustitia,
altri
et
mandò
suo
a
de
del
de
don
conseguire,
li
re,
uno
re,
familiare,
certi
per
giorno,
adimandò
creato
suo
dio
stu-
summo
effecti
chiamato
curiale,
stasone.
cum
li altri
accadette
quando
gubernatione
recta
Infra
Juvara,
la
et
solamente
la
a
mo-
rigorosa,
et
aspra
rechedea
clemente,
et
sto
Quecome
delinquenti
avanti
giorno
se-
de
260
tre
che
prima
et
ore,
fece
presentate,
seno
le lettere
al
quale
havea,
Per
inpichato.
li
certo
selerati
ma
1' homo
non
spectaculo
se
ventavano,
spa-
alegrasseno
se
conservatione
la
havea
manco
boni
li
re-
1' incarcerato,
questo
non
che
de
liberato
non
linquente.
de-
lettere,
Maiestà
sua
fusse
comandato
le
poi
che
re
el
sospendere
Recepute
spose
li fus-
iustitia
de
et
,
vivere.
quiete
Le
costumi
opere,
furono
illustre
cellentia;
le
facesse
la
le
per
parole
dione
sexo
femineo,
che
pietose
Roma
fìghuolo
del
ha
Victuria,
sue
hberato
ex-
non
certo
prenominata
bavere
per
il
virtute
sue
grandissima
quale
nobilitato
manco
de
et
per
et
da
il Senato
che
et
la
dente
pruobse-
Romano,
,
in
memoi-ia
difìcare
de
un
fusseno
da
norate
et
et
fece
gì' homini
che
se
lo
et
tempio
fortuna;
muliebre
virtute
tanta
fece
altare
che
per
la
dovesseno
le
hela
a
donne
via
ho-
levare
,
piedi,
dando
a
loro
la
via,
et
secundo
in
261
aurechie
le
a
fimbre
dire
de
Neapoli
da
la
principe
de
liberasse
quasi
berasse
li-
del
gegno
in-
suo
havendo
levato
patruo,
potente
Taranto,
Victuria
come
Roma.
Essendo
in
li
aetate,
et
pervenuta
de
sua
continentia,
grandissima
religione
anni
il
rebellione
tare
por-
regina
virtù
eloquentia,
et
et
Così
Isabella
per
tare
por-
vestimento
armille.
che
possiamo,
annoile,
purpuree
et
oro
licito
fusse
le
le
potesseno
et
li
orientale,
donne
le
concordia
et
xviiii
anni
rantanno
qua-
vixa
cum
pudicitia
marito
el
cum
et
duchessa
zoè
nove
se
infirmò
et
,
dieci
de
regina,
per
honestate;
li
el
giorni
de
la
per
confessata
sanctamente
mai
che
accidente,
uno
et
cui
lesu,
in
li
salute
millecccc°lxv.
Infra
chare
reliquie
et
spoglie
uno
cofTanetto,
nel
quale,
cando
invo-
li
anni
le
fu
sendo
es-
finite
et
a
et
dire
forza,
giorni
de
marzo,
volse
comunicata,
suoi
nome
febre
di
xviiii
de
sue
la
più
trovato
credendose
262
fusse
et
di
pieno
sferza
una
La
de
regina
aflisse
marito
et
provocati
mesto
fece
lei
Il
in
re
vita
Pietro
disse
volere
nobile
la
virtute
alcuna
Il
questo
duncha
le
mondo
honore
et
del
duto
ve-
la
nostro
come
sepulta.
in
stimonio
te-
a
ciò
splendore
de
ofuscato
regina
Isabella
la
in
essere
orando
Cìjnevero,
in
nigna
be-
cum
così
colocata,
per
fortuna.
adversa
honorato,
dive
nel
honore,
'1
iudicare
Il
corpo
gloriosamente
possiamo
celeste
fu
exequio,
essere
essere
de
memoria
anima
su-
pa
pom-
sepultura,
de
tenebre
corpo
a
martyro,
che
può
non
de
et
perservato
conosciuto
li
cordoglio.
morto
divo
del
fusse
et
regno
lugubre
el
li fece
re
furono
magnifìcentissima
et
del
uno
magior
recundere
tempio
al
regno
pianto
a
in
cum
funebre
l' anima
et
del
lucto,
inteso
re,
religiosissima
picoli figliuoli. Tutti
mai
et
cilicio
uno
disciplina.
core
populi
che
spiri,
li
a
era
questa
il
a
et
signori
la
per
morte
li
geme,
che
sua
fra
per
co-
264
fu
xvi
anni
sposata
,
al
luntà
li
da
fuori
de
in
imperatore
in
la
dota
se
Cremone-
el
cum
de
castello
nel
Hebbe
Cremona
de
de
oppido
Cremona,
Croce.
sancta
città
Cotignola,
de
vo-
Sphorza
invictissimo
Flaminia,
arme,
Francesco
conte
Atendoli
paterna
per
,
Picighitone
excepto
Castello
et
,
di
scontro
novo,
per
hebbe
Pontremolo.
che
Prima
el
dispensata
le
stati,
Ma
principi.
iudicio,
et
la
lei,
vero
cose,
quantunque
tate,
altri
non
Francesco,
fusse
per
proprio
la
virtù
copulata
formosità,
gloria
che
mai
le
fosse
in
tenera
de
che
alto
valore.
del
de
fusse
ae-
'1 conte
Credo
cielo,
che
alteza
è
de
chè
per-
fusse
donna
latino,
la
alto
humane
mai
tanta
et
nome
imperatore
in
voluntà
virtù
del
lume
quello,
cum
de
donna
suo
de
altri
dui
in
promisse
volse
il
forsi
comoditate
come
le
per
,
de
gualchi
fusse
duca
patre
,
occorentie
castelli
quali
stato
animo,
de
la
et
precipuo
disciplina
militare,
a' nostri
tempi
et
,
del
265
in
fidelissimo
Bentivoglio
stato
cita
la
felsinea.
fu
Costei
fu
grande,
et
cuna
donna
fu
degni,
de
aspecto
biancha
do
fu
;
dolce
parole,
oltra
fu,
cibi
fu
furono
loco,
ogni
Pigliava
et
litterati,
fautrice,
vea
buoni
et
dilecto.
gitiosi
lei
tempo
et
et
et
de
degl'
quali
li
Havea
lasivi
loro
in
homini
morigei'ati
de
ligione.
re-
sdegni
rati,
tempe-
duravano.
non
hebbe,
fortuna,
de
timore
Dio.
virtuosi
homini
fu
li
ne
suoi
prudentia
in
di
li
et
cum
piacere
et
professa
Christiana,
devota
come
pudica,
ire
modo
muliebre,
sexo
come
sue
cum
reverenda;
gravità
casta,
sempre
per
tal
de
honestissime
et
del
temperata,
Le
In
de
misura
eloquente;
stumi,
co-
opportunamente
riso,
fu
ma
de
instituita
casto
fu
maiestà,
candida
et
faceta
et
organizata.
bene
meritamente
nome
formata,
grande
carne
boleza:
di
doctata
perfectamente
occhii
Hebbe
protcctore
amatrice
et
certamenti
fastidio
et
haveano
hali
donne
fla;
li
gratia
266
lei,
cum
Vestiva
cum
tia,
a
che
che
piceli
Infra
fu
lei
nimo
del
hebbe
era
molto
tal
donna
el
pari
Et
li
il
de.
lau-
coniun-
signore
suo
matrimoniale
re,
amo-
iocundo
sempre
Francesco.
Di
obligi
havea
dignificato,
dire
li
Dio,
cum
che
lui
a
l' havea
che
l' ache
volte
più
obhgato,
la
de
una
havea
non
gloria
suo
quattro
confortò
Francesco
havea
perduto
li
anni
il
stato
la
quaranta
lute
sa-
se-
il
rasone
consorte,
suo
li xiiii
a
de
efficace
de
il duca
morto
cento
cum
modo,
principe
genitore
fu
sua
per
farlo
correnti
augusto,
mille
celsitudine
essendo
Maria
chè
Per-
vero.
prompta
causa
perchè,
Philippe
et
et
precipua
el
dicea
studiosa
Milano:
conte
et
meritamente
molto
pte,
consequìa
honestate,
mondo.
de
de
grandi
conte
oltra
fu
et
efBcacemente
che
pari,
et
fece
che
havea
non
gratia
inexhausto
cosa
magnificen-
et
pompa
tanta
da
cto
tal
munifìcentia.
et
quili tempi
cum
ma
doni
cum
de
che
la
poi
di-
Mar-
267
li tolse
(quale
cha
auxilio
de
Alphonso
quelle
circa
piedi
quatromilia
da
et
la
dunca
Marella,
cita
che
ivi,
fece
la
de
dini, li
et
li
in
libertà
duca
Milanesi,
la
inclita
la
che
lo
tolseno
pittaneo
r
centra
il
vendo
per
et
forte,
il
,
conte
mille
et
senato
la
duca
et
Venetia,
de
generale
ca-
ha-
Et
Francesco
cccc°xlviii
Caravagio,
a
campo
infra
signoria.
capittanio
nuando
conti-
et
prefato
loro
essa
sequente
anno
prefato
guerra
signoria
cita;
vendicati
signore,
del
stello
ca-
cita-
la
del
principiata
serenissima
de
erano
morte
memoria
'1
li
cum
se
loro
Giunto
che
castello
la
Philippe,
Cremona,
habiuta.
insieme
che
per
da
fece.
donna
el
dettene
infra
ad
dota
valorosa
Pavia,
no
era-
lei, partendose
andò
per
quale
così
et
cum
ne
havea
le
cum
persone,
cavalo;
Insieme
de
Lombardia
havea,
che
gente
cum
Aragonia),
de
re
in
presto
passasse
Eugenio,
papa
castello
stringendolo
venetiano
sto
ponito
mu-
nuamente
stre-
tolse
268
capittaneo
generaleel signor
Michiletto da Cotignola,
per soccorere
per
suo
castello
r asediato
che
,
liavea
seco
quindecimillia cavali de la piùflorida
duo cagente de Italia. Furono quisti
le mani
loro eserciti,
a
cum
pitanii
presentela valorosa donna, a cavalo
infra li armati: la quale per la sua
et virile parole,
de affectiopresentia
del suo
ne
piene li homini d' arme
consorte
pigliavanoardire et forza
,
contra
vide
li suoi inimici
et
tu
,
lo intendi
Ultimamente, come
fu
:
come
che
l'ascolti.
tuna,
la for-
piacquea
rotto, domato
et
chi la
sa
vincto
lo
exercito
rono
venetiano,per tal forma fule sue
snervate
force,in modo,
secundo se disse,se '1 vincitore conte
Francesco
il
de la Victoria prosequitohavesse,haverebbe tolto tutto
corso
lo italico stato de' Venetiani in
cun
ciò fusse che
forteze se trovavano
le loro
exhauste
terra,
terre
de
et
com-
batenti et de
et lisubditi
artegliarie,
et pronia rebellione. Sopra
inpauriti
^ti
269
la
la
qiuil
et
prudente,
cosa
facea
Il
de'
suoi
inminente
culo
mandò
al
li
de
de
perisubito
suo,
Malo-
Pasquale
singular
comuni
Francesco,
conte
grande
stato
de
patricio
familiare
al
el
secretamente
piero,
futuri
pruden-
come
considerando
tissimo,
de'
gnore
si-
pensieri.
venetiano,
senato
el
cura
iudicio
alti
lieta
donna,
insieme
marito
suo
effecti
gloriosa
virtute
stati, oratore
latissimo
cum
acordo
pigliare
et
bitrio
ar-
lui
cum
,
nel
modo
desistesse
Il
dal
non
loro
Victoria
intendea
che
diede
consiglio
oratore,
albera
la
la
militi
la
savia
in
certa
conquistare
quantità
si,
Milanede
braceschi,
et
machina-
prudente
cum
donna,
acordo
de
al
che
Venetia
veneto
'1
nissimo
sere-
dovesse
Milano,
de
tava
repu-
virtù
ruina
sua
'1
Victoria.
se
tribuivano
pigliando
senato
aiutarlo
che
aurechie,
de
la
da'
li
a
che
pur
iniurato
poco
perchè
vano,
prosequire
Francesco,
conte
la
bavere,
potesse
auro,
et
darli
et
di-
270
diece
poi, mensLialmente,
et
quatro
le
spese
milia
del
stendardi
suoi
il
li
uno
el
in
anno;
li
vincitore
l'
impresa.
del
venetiano,
la
per
le
xilio
et
al
fece
liga
condictione
cum
desistere
et
del
da
havea
li
cum
militare
et
in
fra
superiore
Di
che
il
et
nato
se-
tando,
dubi-
suo
tuna
foret
in
date
vocando
re-
au-
accordo
oppressi Milanesi,
'1 conte
impresa
suo
che
modo,
prese
che
l'
tal
sententia,
subito
conte,
circa
favorevole
mutò
gente
fu
stringendo
stato
molto
conte,
observò
septembre
che
loro
de
de
del
per
tro
con-
illustre
li
di
li
Milanesi,
la
a
tempo
Milanesi
cluso
con-
et
de'
mese
questo
essere
sperava
libertà
Mcccc°xlviiii,
anni
conte
Milano
al
che
rivoltò
conte
venetiano
fin
fin
Questo
piacque
senato
promessa
ne
la
de
molto
Il
donna.
el
contro
stato
che
cosa
la
conquistato.
tutte
a
senato,
sigillato,
et
ducati
cavalli, pagati
veneto
fusse
Milano
milia
stato
certo
contra
restasse
termine
dovesse
Milano,
tento;
con-
do-
272
r
la
ingegno,
nuntii
et
lettere
che
conte
la
beati
secreti
importantia
che
cum
data
tranquilmente
duca
dovesseno
il
che
non
et
et
patre
et
figliuola.
et
le
da
dentia
et
li xxvi
de
conte
giorni
la
salute
Facto
cum
de
amore
de
fin
febraro
vixe
il
venetiano
senato
al
da
sorella
la
fame
de
prumarono
chia-
donna,
duca
li
ne
anni
millecccc°l.
questo,
el
lei
signore
per
rebbe,
sa-
fratello
parole
tanta
loro
li
che
ma
stretti
che,
sistenza
re-
per
et
persuasive
il
senza
signore,
Di
sorte
con-
figliuola
che
compagno;
era
dovesseno
marito,
suo
se
suo
aceptare
conte
stato,
dilecta
di
;
dissima
gran-
ducal
signor
pur
Philippo
signore
de
Milanesi
lei fu
fare, perchè
del
al
li
piglias-
consiglio
prudente
el
dentro,
cita
al
lano,
Mi-
cum
che
Pavia,
cum
da
insieme
dicendoli
da
così
arte,
chiamarli
loro;
;
V
dentro
volesseno
exemplo
seno
et
consorte
suo
che
astutia
mese
de
in
duca
senza
aprile
nel
pace
lestia
mo-
mille
a
273
eccedili.
Dipoi
florido
cum
guerra
Milano
de
li
mesana
alliora,
in
la
comitato
di
la
a
r
Bressa,
Parconte
adcom-
donna,
passò
magior
parte
tenendo
in
guerra
mille
anno
Il
exercito,
la
ritorio
ter-
in
guerra.
hebbe
mosse
nel
ancora
felicissima
et
Bressana
del
et
;
potente
da
pagnato
exercito
ruppeno
cum
li
senato
esso
cccc°liiii
tinuamente
con-
fin
Bressana,
del
de
mese
aprile.
La
savia
reverita
donna
da
le
fondamento
in
'1
che
preso
la
preso
da
impedisse
et
me
disse
vole
;
bene,
»
et
a
me
piedi
vella
no-
era
presoni
conte
obstaculo
heroica
cum
el
venetiano
exercito
venne
lei
;
il
recuperare
ciò
lo
et
Monza
de
ribelli
a
suo
1' animo
giorno
deliberò
castello,
et
del
arme
de
castello
indusia
amata
grandissimo
virtù
Uno
alcuni
per
de
facendo
lei.
de
ingegno
molto
gente
marito,
signore
senza
fu
in
non
se
del
tente
po-
Bressana
maniera:
;
chi
«
mente
seguiti personalse
presentò
cum
18
274
valorosa
gente
alli
verentia
victorie
lei
un'
ad
trovare
el
havea
due
;
giorno
cosi
facendo,
hebbe.
prudentia
facesse
de
Ipsocratea
prese
più
ogni
'1 conte
la
a
lei
la
tare
pianstessa
de
la
se
laudandose
de
menti
altri-
non
Mitridate
re
moglie:
et
terra
augumento
donna,
grande
et
percossa
la
et
molto
conte,
conforto
perchè
fece
ne
che
al
sua
era
trahesseno,
fosso,
il
che
bombarde
tanto
fu
andò
che
glie
le
Dipoi
perchè
solicitando
nel
conforto
de
de
et
impresa,
nocte
Questo
mici
ini-
confortarlo
trovò
lei
et
ruinò
rocha
ad
septe
altre,
che
1'
et
et
suoi
marito,
levasse,
se
pioveva;
rocha
forte
li
personalmente
da
piantato
senza
speranza.
lorcinovi,
re-
castello;
marito,
signor
non
subito
a
La
et
perduto
al
desistesse
giorno
che
spavento
volta
ad
campo
terrore
indubitata
altra
dubitava
la
il
conforto
et
non
tanto
inimici,
fu
che
cosa
sue
de
recuperò
sangue
a
fu
giunta
sua
castello.
quel
a
de
la
speranza,
quale
che
275
noi
feco
non
lei
da
fede
et
more
lasiva
che
tema
li
dormita
li
sotto
invictissimo
lo
le
de
flagrante
corentie
la
el
del
da
la
del
venetiano
devoto
sapientissima
et
vantagio
La
del
felicissima
meza-
per
frate
1' ordine
Simone
et
del
virtù
per
marito
suo
de
mese
ne
aprile,
homo.
come
de
honore
cum
ogni
donna,
se-
uno
heremitano
donna,
Mccccliiii,
duncha
cesco,
Fran-
quili tempi
conte
infra
pace
Idio,
Angustino,
pacificando
oc-
fine
il conte
et
de
la
li anni
le
de
pace
la
religioso
a
Paulo,
divo
la
fece
se
Barba,
cundo
Come
sempre
consigli
concedendolo
nità
sequendo
marito.
essendo
guerra,
senato
et
campo.
Ultimamente,
de
sempre
victorie,
li
lei,
vigilata,
caro
in
del
stata,
armati
sue
intraveniva
lei
hade
pavaglioni,
et
se
havesse
non
fusse
infra
haverebbe
Ma
mormorare
non
tinuamente
con-
a-
persequito.
l'iniusto
de
biuta
che
smisurato
cum
era
Maria
Biancha
exercito,
molto
costume
276
de
audientia
clementia
grande
alcuno
volea
Non
flexo,
al
gratie
capo,
salutare
Dio
de
lei
de
sequite
ma
Molti
iustitia
homini
furono
sua
la
da
Mai
alcuno
nobili
da
per
rigore,
de
Per
ella
opera
strenui
et
exilio
lo
et
universale.
liberati.
molti
furono
homini
li honori
clementia
morte
ancora
rendendo
gratie
per
da
genu-
usate.
erano
cercò
sempre
mai
alcuno
del
gli
cum
conforto.
senza
scoperto
reverentie
et
piotate;
et
quali
Administrò
auscultare
né
li
iustitia
partiva
se
da
amata.
bona
in
benigna
populi,
fu
loro
a
sempre
molto
li suoi
a
singularmente
lei
fu
natura,
sua
de
le
,
liberati
carcere
rolo
Ca-
precipuamente
,
nobilissimo
Gonzaga,
che
d'
me
ar-
machi-
havea
dicea
se
duca
,
nato
il
contro
de
andava
quale
Monferato,
visitarlo
ad
signor
illustre
Guilielmo,
et
consorte,
del
stato
in
suo
chese
Mar-
ogni giorno
castello
,
conforto
visitatione
essere
lui ; che
de
suo
fu
questa
pronosticatrice
figlio
genero.
per
caritevole
lui
dovea
277
Fa
oltra
certo,
Mai
libéralissima.
de
numero
similmente
et
li
li
Quando
de
ornate
mane,
far
potea
meglio
faceano
de
poi
de
Dio;
facto
auxiliare
overo
qualche
indigenti
haveriano
mercede.
et
de
che
tegramente
inmolto
fare
comò
vano
ponemonte
uno
et
deità
la
haverebbeno
egregio
uno
bianche
che
blasfeme
ingegno,
morigerato
amico,
che
Dio
aiuto^
conseguito
Fu
re-
perdevano,
meglio
suo
et
dati
quale
che
usava,
avaritia
per
con
negavano
che
et
che
de'
la
pecunia,
dicea,
satisfacesse
fare,
fortuna
proprie
annella,
animo,
suo
cosi
la
belle
benigna
le
doni
riche
quilli, che
a
Fu
et
patre,
del
li
tanto,
al
era
ducati,
altri
le
levando
spondea,
suoi
de
de
et
de'
centonara
et
munificentia
re-
de
servitori
benifìcii,
de'
de'
fede
recordati.
erano
substantie.
troppo
la
a
raigliara
a
grata
non
né
natura,
ingrata
munificandoli
servitori,
quando
feminea
fu
beneficii,
ceputi
et
la
presso
laude,
libéralissima
gloria
ancora
ne
et
in
278
elemosino,
pietà
per
innuinerabilmente,
Infra
el
et
de
monastero
tutti
richamente
Maria
li
de
rehaedificare,
spesa
sin-
occupata
nel
et
grande
augumento
la
de
monasteri
fece
donne
observante
pie.
opere
magnificentie
sanata
et
Incoronata;
cum
per
haedificare
Milano
in
Dio,
1' alto
spirituale
l' altre
fece
de
gulare.
fu
Non
stato,
li
ne
tanto
del
la
festività
la
de
Regina,
tanta
scalza,
rentia
de
r
Maria
Milano,
scalza,
Hebbe
,
cura,
per
ogni
consolatione
dove
core,
discensione
,
pere
a
quello
de
fuori
de
di
mese
sopra
Maria
Celso
san
bre.
novem-
altra
cosa
,
del
era
reve-
sancta
et
del
fare
ad
de
de
de
mente,
privatissima-
nocte,
novo,
devota.
asumptione
andava
hospitale
sancta
molto
la
tempio
al
l'humana
de
fu
de
gina
Re-
gloriosa
subsidio
quale
che
mondo,
la
de
cielo,
de
salute,
del
piaceri
1' officio
lassasse
Ne
mai
rioso
glo-
suo
discordia
unione
tranquilità
,
et
280
0
sanctissima,
donna
per
cielo
elevata
al
tanta
virtù
la
ornare
da
cuna
che
nostra
essere
pre
sem-
laude,
sacre
possedesti,
che
aetate
di
per
te
se
,
dire,
può
fusti
non,
se
unico
mondo
al
muliebre
gloria
nel
Stette
hebbe
et
Maria,
che
che
fu
rusalem
;
Sphorza;
duca
de
sabeth,
moglie
tutore
alto
fu
Gacale,
du-
savia
Fermo;
Hjpolita,
duca
de
Ferdinando
de
Sicilia
et
de
Hye-
Philippe
,
quarto,
Bari;
Sphorza,
quinto
marchesana
del
di
figliuolo
terzo
de
stato
Alphonso
di
marchese
figliuolo, Ludovico
et
la
de
re
tempo
primo
giron
primogenito
Aragonia,
qual
del
nel
moglie
Calabria,
de
Il
figliuolo,
secundo
virtute
figliuoli,
successore
nacque
monio
matri-
molta
nel
animo.
generoso
la
de
saero
cum
belissimi
octo
leazo
del
marito;
del
tempi
bontate?
et
anni,
gratia
nostri
exemplo
vinculo
XXV
et
li
a
tutissimo
fu
quale
figliuolo, Elyde
Monferrato,
Guilielmo;
Maria,
del
sexto
gubcrnatore
ducal
stato
de
281
Milano,
die
tia,
le
cause
animo
tanto
cum
è
inrefraghabile
et
accidenti
septimo
figliuolo,
de
poca
non
felicissimo
cita
;
felicissima
la
giunse
doli
fu
donna
non
in
le
gentil
figliuoli
poche
glorie,
sue
timo
ul-
et
che
altissimi
le
;
nostra
octavo
quisti
a
sempre
la
de
et
Legato
Per
stati
cardinale
Ascanio
figliuolo, Octaviano,
signore.
de
censore
li italici
de
alteza
pruden-
et
nità
sere-
instruen-
illustre
opere
de
virtute.
fu
Quando
del
marito,
del
sentimento
recevette
la
suoi
citadini,
de
loro
tione
cum
lei
signore,
del
et
stato,
a
Italia
li
de
se
lassò
privare
la
del
che
signor
et
prudentia
gratificò
le
tutte
citadini,
del
morte
ogni
a
la
loro
cum
citate
el
scripse
offerirno
cum
merore
grande,
transito
se
Tutti
caso.
morte
perdita
animo
de
naturai
ingente
singular
potentati
dose
se
lo
il
cum
grandeza
per
non
da
sequitò
marito;
et
lei
per
subito
li
privata
loroso
do-
dolenduca
salvafacul-
282
maiestà
la
presso
trovava
se
fu
che
del
in
za
Pran-
ad
le
in
destenuto
suo
cristianissimo
venendo
et
:
al
Scripse
Galeazo,
duca
primogenito
re
thesoro.
molto
de
tate
lano
Midel
terre
,
Savoglia
de
duca
liberato
fu
presto
li
per
liebbe
fecerono
le
la
tribulata
donna
la
ne
per
le
corticella,
lugubre
disse
voce
r
anima
per
del
nostri
disse:
volesti
la
mia,
in
et
alte
divina
Oh
croce
come
gendo
spar-
il coi'po,
verso
signor
Che
lachrjme
de
lare!
mo-
occhii,
caro
perduto!
non
«
cum
marito,
lachryme
ho
se
:
gli
Oimè,
ornava
misericordia
peccati
«
te
come
cielo
avere
basso
se
flebile
cum
signore
infinite
et
et
; et
camera
ingenochiò
mio
Poi
»
li volse
la
da
quello
se
il
vogli
lei. Quando
presente
il corpo
verso
clementia,
deportamenti
essere
pompa,
giunte
excelsa
exequie,
dove
ma
Ro-
da
la
de
ducale
portato
mane
de
optimi
se
essendo
Antonio
da
excellentia
la
da
abbatia,
una
secretarlo
già
magnano,
donna,
ad
vita
et
mio,
sarà
suspiri
?
283
!
partita
militar
Cosi
»
0
il
che
lassi
dove
mai
victorie!
fusti
che
già
mio
signore,
feritte
la
li
Et
molte
lui
altre
tempio,
el
infinite
volte,
del
et
a
so
se
stridi
pianse
figlio
,
de
de
la
Edippo
al
portarlo
osculare
tutto
le
a
chryme;
la-
de
pietre
Che
Argia, figliuola
tante
caro
»
sendo
es-
provocate.
cum
el
Et
et
fino
bella
in
pace,
gloria piene,
bagnandolo
mai
volte
adoperati!
per
lachryme
al
triumphi,
et
abrazare
Adrasto,
re
la
lachryme.
il che
per
speroni,
tante
in
corpo
volse
ciati
cal-
calciati
quali
parole,
il
0
«
sareti
de
levato
essendoli
feste
le
che
sin-
senza
cavali
ne
mescolate
furono
li
felice,
signore,
tuo
gloria
cum
da
più
usò,
el
cum
et
fusti
tanto
disse:
potenti
guera,
oimè,
dicendo:
Così,
speroni,
li
cordoglio,
remessa
»
la
posta
morto.
già
fusti
il
è
se
corpo
portai-e
lui
da
gular
non
lato
a
mi
fu
dolendose,
spada
spada
da
speranza
recominciò
Lei
«
et
bène
Ogni
lachrvme
marito
re
di
nice
PoliTebe
,
284
infra
quando
cisi
r
la
stato
oc-
in
gubernare
reverentia
singular
lei
febre
de
assalita;
venire
che
religione,
cum
parlava,
dui
de
summa
cum
tendose
degli
marito
portata
Italia
tutta
del
morte
essendosi
anni,
ne
moltitudine
trovato.
ebbe
Doppo
lo
la
la
per
vemente
gra-
quale,
fine
al
fu
acuta
de
sen-
la
vita
,
li
senza
fusse
recordato
armò
se
,
de
le
sacrate
in
al
et
arme,
mogenito
pri-
suo
in
testamento
questa
,
forma,
et
le
mosse
certo
parole
sue
Galeazo
è
:
Vero
«
fìgliuol
mio
,
iocundissimo
nullo
gior
,
de
è
tutti
cui
a
li,
figliuo-
miei
habia
portato
affectione
et
amore
li
ma-
che
ti
a
,
et
che
1' habia
più
io
poi vedere,
Dio
conviene
mia
mi
anima,
è
dipoi
Elysabeth
necessario
chiama,
Io
quisti
ricordia
mise-
quale
se
la
tuoi
sorella,
tua
che
et
tura.
na-
recomando
te
tutti
come
la
a
pietà
sua
obedire.
et
quali
se
Ma
satisfacto
la
per
ad
ho
estimato.
tu
patre
telli
frade
li
li
sia;
285
pregoti
et
le
tutte
sai
et
li
subditi.
nostri
quali
dote,
gli
te
dominio,
tuo
fra
li
maniera
mia
questa
in
et
tua
dano
divi-
se
fratelli.
Tutti
Finalmente
in
tractarai
famiglia
che
li
tutti
cum
recomando.
nostra
comando
re-
sono
sia
tuoi
li
ti
Cremonesi,
intrate
le
et
te
la
dono,
cita
ma
te
citadini
tutta
la
che
condictione,
Io
paterna
et
lasso
li
stata
è
et
Ma
ragione
per
sarie
neces-
mi
a
Milanesi
mei
in
manchare;
figliuola.
cara
li
vegli
quella
quanto
che
core,
Ilypolita
li
non
dulcissima
altri
ad
che
cose
sarano,
che
il
tutto
cum
chiaramente
intendano
,
havere
non
et
li
gratia
matre,
da
le
dette,
suoi
Dio
et
Io,
come
de
la
pene.
doppo
alquante
sua
benedictione
se
adormentata
a
si
fusse,
gloriosamente
cccc°lxviii
del
,
mese
spatio
poco
quale
cose
dato
et.
hore,
li
per
gloriosa
sua
Le
»
corporee
tempo
vedi,
fra
disciolta
serò
el
perso
servitii.
de
la
vita
indarno
figliuoli,come
uscì
negli
de
de
questa
anni
mille
octobre,
in
286
castello
lo
de
miglia,
dieci
anni
passato
Ihora,
lontano
havendo
dimostrare
donna
fusse
a
l' alto
aparve
nel
cielo
cometa,
avanti
tri
mesi
cliasse,
il
morte
lentia
a
a
il cometa
dusia
il
del
transito
in
luntà,
r
a
se
religiosi
cieli,
che
de
al
che
per
per
cuni
al-
il
rito,
spi-
divina
vo-
sua
giosa
reli-
la
de
virtute,
municipale
V
sapere
li
tutti
observantia,
li
in-
Meliano.
de
de
beato
cadere
veduto
lei,
existima,
tutti
el
Et
castello
transito
manco
manchato
fu
rito,
spi-
senza
corpo,
senza
casu,
altro,
venne
et
il
partire
testimonio
vita
trovò
•
sua
excel-
sua
venia
sparve.
de
la
a
la
poco
continenti
cortile
Al
a
pudico
decto,
man-
manchava
poco
cometta
de
che
a
fiinito de
dal
regno
grande
fin
come
poco
;
fu
nel
a
poco
così
spirito
così,
et
;
a-
che
uno
durò
quale
cielo
Il
mondo
gradita,
etate
sua
al
fin
lano
Mi-
da
de
quarantatri.
per
questa
Meliano,
come
la
Apostoli
il
se
uno
de
singulari
intra-
Regina
di
principi,
in
288
Baptìsta
De
25.
Sforza
duchessa
li
cieli, che
Ringratiamo
le
gratiose
nostre
luminato
hano
la
del
incidentia,
Baptista
virtute,
costumi
di
studii
matre
che
al
exceliente
virtute
memoria
de
gratia,
far
la
squadra
mentione,
degna
la
divenni
romana
de
del
Gy-
et
laude,
bella
Colatine,
che
et
aceso
donne
sia
non
Le
ta
mol-
cum
illustre
parendome
etterna
chessa
du-
madonna.
io
delle
le
gna
beni-
de
già
infiamato
Lucretia,
moglie
la
Sforza
sorella
singular
dare
de
in
intendendo
virtute
quale
grande,
nome
Baptista
Urbino,
nostra
nevera,
infra
de
hono-
Dio,
per
furono
tria
pa-
citate
ha
muliebre
splendore
per
la
nostra
efficatia
cum
de
quale
poco
manchasse,
non
il
la
non
dicendomi,
rata,
ingegno
integritate,
in
ne
litterale
per
Stato,
Fano
de
sua
mente,
et
nare
or-
per
fatiche,
prestante
Ioanne
Urbino.
de
co
man-
fusse
sima
pudicisla
quale
289
celebri
do
scriptori
tanto
è
ria
glo-
cum
sublimata.
Dobiamo
duncha
fu
Baptista
Sforza
da
sapientissimo imperatore
la
de
consorte
sua
illustre
xviii
mesi
matre.
Fu
et
in
alevata
in
le
de'
anni
lettere,
menata
ad
et
el
ducato
cita.
la
rano,
Vade
dal
virtute
et
fu
non
et
nerante
dege-
tie
prestanin
li
incominciò
in
li
de
havea
quella
conte
conse-
magnifica
picela
una
fu
anni
patruo
poco
tri
rare
inpa-
quattro
dal
di
fece
quale
de
etate
Pervenuta
li recitò
Ella
ne,
costumi
Milano,
che
et
la nobilissima
excellentie
Francesco,
quito
de
aetate
sua
la
forma
parenti.
de
arme,
generosamente
egregi!
de
Cotignola,
de
In
orbata
lettere,
cara
Constantia
donna.
fu
in
patre
questa
figliuola meritamente
Alexandre
de
che
sapere
maravigliare
orationo,
ciascu-
.
che
fanzuletta
una
havesse
tanta
exprimere
qual
cosa
gratia
le
piacque
de
de
la
parole
tanto
quella
etate
lingua,
tesse
po-
latine.
La
al
patruo
19
290
insieme
duca,
al
restituire
la
oratori
lei
che
il
là
quale,
sti
ge-
volea
la
non
essendo
dicemo,
donde
orasse
ri-
non
principi,
et
li
non
lepidi
Marcha
figliuola;
la
hebbe
altri
più
patre;
che
Piceno,
in
che
costumi,
et
li
cum
nivano
ve-
cardinali,
gratia
cum
a-
vanti.
Fu
de
mediocre
de
belli
hebbe
raro
scere
bene
Fu
denti.
volta,
alcuna
partiva.
cum
de
tanta
versatione
tadini
et
desiderare.
Era
de
per
qualche
ma
presto
chi
di
li
suo
suoi
che
ofFen-
andare
ira
la
presto
gno,
beni-
et
1' audiva.
et
ne
non
et
Fu
la
familiari
più
sto
pre-
;
de
dolce
audientia,
subditi,
Il
altro
alquanto
gratia
grata
complexione
che
facundo,
ma
con-
candidi
et
et
adirava,
se
eloquio,
natura
cogno-
pudico
suo
mano
sanguinea,
più presto
sionc,
al
bella
de
occhii,
non
fusse
che
rosa;
modestissimi
et
Havea
specto.
viva
come
dimostravano
quali
se
fresca
et
carne
biancha
statura,
con-
et
ci-
si
potea
il
stare
291
fu
de
in
tutti
in
quando
mini
literati
cum
amore
effecti
li
forsi
quilli
procedea
se,
per
docti
et
favoriti
virtuoso
varie
facultate
et
in
la
virtuosi,
manchasLi
furono
sempre
lei,
ho-
et
qua-
ingegno,
de
1'
de
et
Fu
exercitii.
virtù
et
potere.
da
altro
sima
libéralis-
parea
non
luncha
perita
Fu
maiestate.
grande
tanto
de
agho
re-
,
chami,
et
muliebre,
citadine
de
ogni
che
ogni
ad
iocundità
in
trovarono
chamatori
grandi
sti
facto
de
et
r
lei,
altre
molti
lavori,
fino
maestri
et
et
au-
infra
de
a
et
lei
li
de
qui-
razzi
di
servitii
morale,
cose
divise
et
da
se
re-
occupati
bavere
tessendo
virtute
moritte,
tutti
Fiandra
de
et
namento,
or-
lissimo
nobi-
discipuli
maestri
sue
siglio
con-
suo
parsimonia
venire
gentile,
del
vinti
senza
Germania
tanto
Urbino
quantitate,
proveduti,
de
quando
cum
in
per
che
animo,
et
lei,
Fu
documento.
per
rifìci
matrona
recorevano
et
exercitio
egregio
vaghe
insegne.
excellentie
,
Infra
per
il
292
molto
dicea
li
li
che
imperii,
militare,
li
bella
cativi
regni
et
audire,
cosa
in
rasone,
la
per
li
domimi,
era
fondate
cum
comendava
deponevano
se
aquistavansi
et
lettere,
disciplina
la
quale
le
de
havea
gusto
una
vergene
polcella.
Quando
compiti,
tute
in
a
la
la
a
conte
a
la
creato
tanto
che
molti
principi,
per
le
virtute
duca;
se
il
facto
poseno
lei
fu
perito
aeterno
spensata
di-
marito
fu
poi
quale
fu
Montefeltro
da
che
spose
di-
come
conveniente
scientifico,
s' è
cui
tanti
Federico
virtute,
sua
data
adiman-
previdenza,
Urbino,
de
vir-
sue
Ultimamente,
divina
anni
da
possedere
morte.
le
manco
Athlante,
beleze
de
non
matrimonio
fusse
et
fu
xi
aetate
sua
fama
la
per
preclare,
che
de
hebbe
de
ne
et
quello
l'arme
strenuo,
gloria
per
de
bataglie.
Pervenuta
anno,
il duca
Baptista
sposo
Consumato
cum
che
nel
terzodecimo
essa
hebbe
se
giunse.
con-
el
sa-
293
matrimonio,
ero
llorida
cum
de
gente,
nel
arme,
del
subsidii
del
re
guerra
Ioanne
questo
la
per
regno
suoi
principio
de
ne
duca
ra
Alho-
de
vera
solicitudine
aiutarlo
ad
Et
armare.
la
altrui
tanta
cum
facea
che
in
adolescen-
sua
guberno
animo,
populi
del
fin
marito,
stupire
rebellione
ogni
cum
mane
et
il
tutto
cupida
come
al
che
te
mor-
illustre, deponendo
proprie
remase
la
per
occuparlo.
per
li
a
alhora
venuta
sposa
del
prudentia
li
regno
grandissima
aiutava
le
cum
tia
del
molicia,
l'andata
Neapoli
in
,
duca
Ferdinando,
re
Baptista,
gloria,
de
Alfonso;
nel
ogni
valoroso
come
patre
era
regno
andare
convenne
regno
herede
remasto
et
lui
de
il che
; per
haveano
raviglia
ma-
tutti
grandissimo
conforto.
Havea
furore
continua
de
de
dea
de
Sigismondo
Arimino,
de
bataglia
arme,
desiderio
del
Malatesta
animosissimo
il
quale
ciascuno
calido
cipe
prinratore
impe-
sempre
luoco
ar-
del
294
marito
stato
del
tanto
animo,
ingegno
difensare
in
quello
detrimento,
d'
la
Per
arme.
femina
che
gbace,
el
nato
è
transferitte
,
ad
quello
tia
a
Pio
orando
dilecto,
facundia
de
comendatione
verso
del
marito,
poi
fece
me
ar-
sferitte
tran-
se
reveren-
sanctità
quenza,
elo-
et
ne
hebbe
admiratione
et
donna;
celebrò
quilli
d'
gente
flagrantia
tanta
se
pontifice maximo,
sua
singular
gno
re-
donna
le
dove
sa-
nel
guerre
Et
paese.
la
et
»
richesta
tanta
cum
sta
que-
guber-
valorosa
Secundo,
che
laude,
la
Roma
ad
principe
havesse
Franza.
per
gente
Certo
«
svernando
Magliano,
in
il
:
le
Neapoli,
le
proveduta
basterebbe
de
li fosse
se
cosa
'1
e
alcuno
cum
irato
continuando
de
hebbe
qual
troppo
regno
Così
l' inimico
non
disse
Sigismondo
de
marito
il dilecto
stato
stratagema
altrimenti
non
hebbe
providentia
ogni
insidie
le
che
stato,
et
cum
explorante
Lei
occupare.
che
lei
gli
la
de
et
de
erano
in
sua
molta
in-
296
marito,
del
Lei
amò
lui
de
coniugati.
varie
in
existendo
de
timore;
la
la
inprudente
cea
la
per
marito
de
Dio
et
uno
de'
duca
quando
seco
rava
dimoalcuno
qualche
lei
ma
dilectione
per
el
fa-
portava
a
procreare
figliuolo maschio,
excessivamente
per
marito
forsi
cosa
cri
sa-
suo
senza
imputava;
grande
co
man-
effecto
animo,
qual
sdlicitu-
esserli
essa
campo,
virile
cum
al
el
da
ardire
volte,
expeditione
per
fusse
che
come
Molte
et
et
havea
peso,
la
honestate,
cura
donna,
avanti,
nominata
1'
de
rito;
ma-
per
donna
tanta
alcuna
il
similmente,
zelo
in
di
che
augumento
cum
tanta
ardentissimo
habiuto
lustre
il-
,
ella
excellentia
dine, che
faeta
era
fede, infinitamente
et
et
se
sempre
amore
lei
felice
Italia.
tutta
per
r
le
,
victorie
de
infra
triumphi
et
glorie
laude
quale
desiderava
perchè
,
havea
habiuto
r
drieto
una
divina
clementia
figliuole
nove
1' altra.
et
Pregò
la
pietà
fèmine
tanto
de
la
la
re-
297
del
gina
celeste
uno
fu
exaudita
che
li
figliuolo maschio,
che
imperio
de
bello
uno
Guido
nominarono
parto
stato
feceno
et
oraculo
cum
oblatione,
"lei
fu
per
r
devota
havuto
molte
furono
visitati
dono;
rin-
figliuolo. Non
mai
se
fu
elemosinatrice,
fano
et
fochi,
et
tanto
et
el
triumpho,
tempio
de
cui
tutto
et
et
incensi
Dio
gratiando
del
marito
festa
ogni
fonte
sacro
Ubaldo;
il
lei,
felice
ella
rato
deside-
et
al
figliuolo, quale
cedesse
con-
facea
più
me
co-
ingratamente
che
se
,
dimenticano
dal
cepute
seno
li
beneficii
Dio,
benigno
de
fu
clemente,
i*e-
haves--
come
1' acqua
bevuto
grafie
et
fiume
del
di
Lethe.
Lei
zelo
de
iustitia.
clinatione
tate.
Cum
dentia
signori
loro
Hebbe
liberale
li
subditi.
doveano
transferire
in-
più presto
che
pietate
grande
fu
a
li
ad
grandissimo
cura
ad
severi-
discretione
de
et
grafie
et
prumenti
docu-
dicea,
Sempre
ogni
cum
1' utile
le
,
che
sforzo
richeze
298
e
'1
bene
subditi
li
a
da
li
quali procedea
et
la
securtà
del
ciò
alcuno,
li
la
poveri
iustitia
Mai
volse
gratie
servitii.
et
vestimenti
similmente
volea
per
che
de
le
si
dilectava.
che
li
andasseno
fu
opinione
li
Havea
le
citadini
ornati
de
de
et
tri
al-
habiti
et
et
,
dilecto
fussero
nate
or-
illustre
stimento
ve-
quale
grandissimo
suoi
sue
suoi
pompa
de
ne
geme,
quasi
li
suoi
figliuole
habiti,
di
le
iocundo
suo
sue
varii
et
in
equale.
vendesse
magnifica
de
circa
iustamente
Apresso
fu
ornamenti,
zare
for-
Volea
fusse
dire,
tra
d'al-
o
et
potesse
se
che
quando
superare
homo
che
non
pensare,
meglio
richeza
infirmi.
et
ogni
non
che
del
opulente
de
volesse
fortuna,
gnori,
si-
titolo
gravemente
auxilio
per
del
regno
Tollerava
macro.
fede
la
solamente
fusse
il
possedere
era
loro,
li loro
ne
godere
Cun
principe.
bene,
doveano
et
triumphare
el
stato
quali
li
citadiiii
et
donne
vestimento.
ogni homo,
molto
cere
pialoro
Ma
quan-
299
lei
tunclia
in
vestimente,
absentia
pompa
le
signorile
del
marito,
Dio,
pollasse
cilicio.
el
Quando
castri,
in
marito
che
et
che
cea
si
sua
sotto
dimenticarse
non
per
el
che
piacere,
tanto
la
de
pigliasse
uno
dentissiraa
nel
marito
et
li
havea
donna.
La
tempo
che
triumphò
ribellata
cita
de
religione,
per
la
pru-
quale
mente,
ultima-
'1
glorioso
suo
Victoria
Volterra
dal
ma
casa,
una
posto
la
de
firentino
pulo
in
tempio
sancto
di-
retornava,
casa
intrava
non
r ordine
ad
li
in
stato
era
de
il
per
po-
Pirenei
in
quale
la
,
receputo
gloria,
cum
honori
da
dove
no,
era
ornato
phici
sico
la
Et
remedio
egritudine
la
cita
assalita
de
Ugubio,
adcompagnata
da
Octavia-
li
et
phjloso-
de
studii,
marito.
in
de
come
fu
capitanio,
febre
acuta
phò,
trium-
et
munifìcentia,
et
victorioso
suo
festa
humani
nobilissimo
fratello
giovando
non
per
fu
la
alcuno
corporea
inremediabile
del
physalute,
iudi-
300
cata;
il
per
clie
fusse
nel
anni
xxvi,
a
solo
li
marito
quale
spesso
Ma
li
de
la
suoi
sette
nel
hebbe
di
subditi,
tione,
propria
de
tanta
cum
facesse
mai
et
fece
"ne
la
cura
che
posforza
che
gratie,
molte
supplica-
mano
liberalità,
la
de
care,
dimenti-
fin
che
de
tempo
mai
sedere
parlare,
signando
cum
infermità,
lecto
il
fine,
sua
poco
volse
mortai
el
li sacramenti
liavendo
se
Ma
vedere
Adimandò
tutti
non
in
la
chiamava.
cora
an-
dispose.
potere
non
boccha
et
aetate,
sua
se
avanti
chiesia,
vita.
la
de
morte
dolea
caro
la
fiore
la
savia
come
patientemente,
donna,
magnanima
propria
lei,
quanto
la
de
prosperità
vita.
Sentendo
il
singular
la
cara
dolore,
lei
hebbe
dendo(lo),
il
marito,
mortai
ad
a
lo
ne
dove,
extremo
de
tanto
suo
de
morbo
Ugubio,
grandissimo
che
cum
subito
consorte,
sua
volando
ella
signor
vata
retro-
vita,
sua
conforto
1' havca
ne
ven-
ve-
deside-
301
Et
rato.
potendo
non
l'abraciò,
ella
grandissima
a
forma
quasi
marito
:
la
ha
sono
così
:
vita.
misera
le
vanità,
le
l'auro
geme,
che
de
mondo!
li
suoi
divina!
quanto
maiestà
tutti
li
vera
non
de
li
ora
beni.
de
Jesù
Io
ramente
intie-
quale
luochi,
ne
se
Cristo.
la
in
temere
non
me
do
mon-
colui,
Beato
dal
le
lità
fragi-
la
Cognosco
Dio,
stra
no-
sciocho
è
in
grave
mine
ter-
glorie,
del
pone
cognosciuti
fede
le
pensieri
è
più
tutte
me
quanto
questo
fine,
la
l'argento
Oh
veda
che
de
honori,
speranza
speranza
la
fine
pone
tutti
che
et
passate.
sono
colui
li
che
mia
in
Per
pompe,
Dio,
potere
per
il
è
ben
io
la
vedi
Tu
al
el
che
avanti
morire.
pace
sii
benigno
affectato,
ho
te
questa
parole
sue
gratia
excellentia
tua
in
caro,
el
concesso
come
in
mio
Ringratio
venuto.
me
le
cum
retornata
lingua,
mosse
lare,
par-
lei,
Poi,
la
Signor
«
lui
et
tenereza.
alquanto
lei
letitia
per
dono
procevado
non
a
per
Pregoti
302
mai
offesi;
te
anima;
mia
et
proprii sepulchri
li
mandote
havendoli
li
al
prima
mie
Et
figliuol
maschio
disse
loro
piotate,
che
et
de
era
fìgliuolino
0
«
:
quali,
in
de
pieni
reco-
Li
alciando
et
li
in
monache
figliuoli.»
occhii
mesi
cinque
cynereo
Urbino.
nostri
la
colocare
le
de
avanti,
languidi
mio
faci
de
Clara
sancta
de
venia,
recomandoti
et
el
nostra
doni
me
questo
pregoti
corpo
la
per
fede,
coniugai
sancta
se
mio,
signor
duncha,
,
affectato
tanto
(osculandolo
io
prego
ad
consolatione
divina
poi
a
del
salvi,
te
a
appellato,
et
figliuole
honeste
dette
la
tuo
ciò
sii
disse
sua
cipe
prin-
facesse
Dio
a
le
vote,
de-
sue
Et
Et
»
a
benedictione
sua
la
vero
che
pudiche.
et
de
tyranno.
non
le
Dio,
mente
lunga-
patre,
timore
che
recomandava,
de
piotate
cum
maiestà,
le
la
mente)
tenera-
tutti
usando
,
molte
amore
quale
altre
(ben
tutti
sancte
cum
parole
fervido
de
lassitudine)
li astanti
furono
a
per
le
pietose
304
duca
dolorato
magnifica
cum
la
in
solo
al
giorni
magnificentissima
uno
r intravenne
tutti
Italia, parenti
insumma
externi
cavali
venuti,
chi
et
al
qualuncha
de
vestiti;
nero
et
chi
loro
oratori.
sino,
oratore
in
prima
de
rota
da
Nicolao
auditore,
Sixto
:
potentati,
et
magnati
che
modo
luoco
venire,
Et
spesa
rono
fude
li
te,
spontaneamen-
personalmente
dignissimi
bre
lugu-
ccc°lxxxii
invitati, nel
chi
et
li
amici,
et
te
mor-
exequio
et
republiche,
li
kallen-
singulare
,
de
la
pompa
de
ornamento
et
de
solenne
de
septembre
cora
an-
ma
sextodecimo
di
me
co-
volse
honorare,
de
comunitate
proprii
ordinato
Non
morte
lei, fare
dove
li
devotamente
alquanti
fece, doppo
de
monache,,
infìrmitate.
sua
de
in
sanate
lei
havea
gubre
lu-
pompa
monastero
Urbino
le
de
sepulchri
ne
nel
de
Clara
sepellire
illustre
et
funebre
et
sancta
marito
suo
mente
gradualsuo,
tutti
possette
non
mandarono
Ubaldo
mandato
pontifice
maxime.
li
peruper
305
Amerino,
Benodocto
dignissimo
Ursino,
de
tino
La-
cardinale.
excelsa
firen-
republica
Fiorenza.
Jeanne
Pietro
Lutio,
signori Senesi,
et
et Zan
per
quale
vexillo
uno
cento
portò
arciprete abbate,
populo
Perusino.
Paventino,
Gregorio
bernatore
apostolico
Francesco
consulto,
ce
tor-
episcopo perusino,
Jacobo
il
li
de
oratore
nero.
Cortonese,
Jacobo
de
la
do
oratore
de
cavaliero
Monarbotto,
Pietro
tino,
oratore
del
oratore
de
Orialo
oratori
oratori
li Cesenatiei.
Andrea
et
del
gu-
jur-
principe
Pino
Forlì.
Jeanne
Savina,
Salvatore
de
oratore
Natalio
li Imolesi.
de
oratore
,
Mirandolesi.
Pietro
Melino
mandato
romano
,
dal
fratello,
antista
de
Salustio
Typhernatio,
Alexandre
Matebica.
Marco
Persio,
Urbino.
commissario
oratore.
del
po
cam-
regio.
20
li
306
Francesco
Saxatello,
Laurentio
strenuo
valiere.
ca-
di
oratore
So-
glionoxi.
Ugolino
Li
in
Bando,
oratori
Leonardo
de
derico.
Fe-
figliuolo
Pennensi.
di
l'appennino
el
cum
li
quali
sono
jugo.
Sforza,
mandato
Odo
da
Perusino.
Retorsio.
Roberto
Carpegnano.
Ugo
Joanne
et
fratelli
Federico
Carpe
-
gnani.
Jordano
Guidantonio
Francesco
,
,
Baptista,
Baldinacio,
tutti
la
de
miglia
fa-
Ubaldina.
Li
nobili
Guido
et
Cento
Piombino,
de
Leonello,
Nicolao.
citadini
de
de
septantaquatro
Eugubio,
lugubre
di
veste
quali
se
mutarono.
De
quali
quilli
de
quarantadui
vestirono.
Cagli
cinquanta,
lugubramente
di
se
307
quilli
De
di
tri
Et
quali glie
de
quilli
taocto
Sancto
mutati
erano
di
tro,
di
nero
vestiti.
De'
quali
gli
veste.
trentaqua-
erano
gli
erano,
in
mutati
era
de
erano
vintecinque
sedexe
no
era-
quarantatri
vintecinque
Pergulani
quali
Vado
quali
gli
quaran-
vestiti.
flebile
de
Mercatello
Da
quali
in
Angelo
cinquanta,
di
di
li
Durante
obscuramente
erano
De
trenta-
era
ne
Castello
de
cinquantadui,
erano
tacinque,
quaran-
vestiti.
nero
a
Fosambruno
de
scure
veste.
De
tefeltro
de
genelogia
la
quilli
di
nonanta
erano
da
Mon-
quali
ot-
,
tantaquatro
similmente
erano
de
ste
ve-
mutati.
Del
moli,
comitato
de
Corbaro,
uno,
di
Fontine,
de
vicariato
et
de
Pietra
Massa,
Rubea
quali trentaquatro
La-
de
Saxo
de
quarantafurono
vestiti.
nero
Da
la
parte
de
la
defonta
donna
di
308
li
consederno
li
de
propinqui,
di
propinqui,
li
et
oratori
dui
quali
paterni
oratori.
honorato
fu
lentia
de
del
excel-
per
titolo
del
gnifico
ma-
homi-
trenta
cum
genero,
suo
ni
che
Malatesta,
Roberto
vestiti.
nero
Agellio, prothonotario
Andrea
la
de
oratore
stolico,
apo-
maiestà
del
Re
Ferdinando.
Colense
Gerardo
Galeazo
de
Guilielmo
cule
Guido
de
de
d'
de
de
oratore
di
lano.
Mi-
Her-
Ferrara.
et
Antonio
Ludovico
Bo-
Gonzaga
Ruberto
physico
parmesano,
Severino,
illustre
arme.
Lodovico
oratore
duca
tore
ora-
Mantua.
Antonio,
oratore
et
de
oratori
Jacobo
re
duca
Bolognese
principe
duca
Maria
Pincaro,
Estense,
nacto,
jurconsulto,
Castelsampiero,
da
cavaliero,
de
Jeanne
vogli, principe
del
patricio
Secundo
Bolognese
docto-
bolognese,
di
BentiSenato.
309
Ursello
Andrea
oratori
se,
Guido
et
Julio
de
Bartolino,
Flastren-
Cesare
rano.
Va-
de
Faventini
di
Olitense,
Baptista
Jeanne
tore.
ora-
del
oratore
duca
Andrea.
Nicolao
signori
Cocapane,
de
Carpo.
Roberto
da
Monte
Francesco
Jeanne
de
cita
la
da
costoro
tutti
di
principe
Octaviano
Pietro
Antonio
principe
Petro
Gentile
Montefeltro.
seguitavano
nero
li
mestici,
do-
vestiti.
flebile
marito.
fratello.
Varano.
Feltrense,
figliolo
de
esso
Federico.
Antonio
principi
Griffo
capi-
perusino.
Federico,
suo
già
Bologna.
Rainero
Guidantonio
Doppo
de
de
oratore
Scariotto,
Bernardino
Il
vechio.
Bolognese,
Antonio
tanio
li
de
oratore
Baione.
Columna,
romani.
Julio
sino,
Or-
310
Farnesio.
Ranutio
Joannefrancesco
Conte
da
Gam-
bara.
Anguilario.
Everso
Matelica.
Ranutio
Ranerio
Carolo
molti
Et
altri
fortuna
de
ma
perusino.
de
alquanto
ducento
numero
generoso
Quatro
Montano
di
de
tati
mu-
bati,
ab-
religione, excepto
sacerdoti.
Cassiano,
de
oratore
Picolhomini,
Francesco
tutti
altritanti
et
diverse
Urbinati
trecento
bassi,
scure.
episcopi
de
et
più
nonanta,
vestimento
in
sangue,
cardinale
Decio,
cesco
Fransenese.
del
oratore
nato
se-
venetiano.
Oratori
Anconitani,
lani, Racinati,
intravenirli
camino,
de
la
poterono
non
pez'chè quando
;
infra
nacque
precedentia,
inundatione
Et
Firmani,
furono
et
poi
a
tempo
furono
in
discordia
da
certa
impediti.
Joanneantonio
antista,
loro
Auscu-
Campano,
oratore
illustre,
rendo
reve-
fece
312
me
simulacro
uno
de
la
muliebre
gloria.
Mariarlta
Da
26.
Quello
de
serenissimo
che
voto
suo
per
quindi
per
da
che
Gynevera,
de
ornò
nel
'1
terzo,
fu
de
merito
quella regione
belleza
de
prudentia
Fu
de
a
;
unica
molta
poveri
de
Dio
al
e
clemente,
religione.
et
a
che
virtù,
che
Fu
le
per
donne
de
mondo
de
pudicitia
de
gloria
humanissima,
Jacobo
Britania,
le
portò
corpo,
nata
nomi-
antiposta,
tutte
et
divo
del
prudentia,
essere
fama,
inclyta
et
debbo
la
litare
mi-
auro
mirabile
et
castimonia
belleza,
per
in
excelsa
sì
Ben-
de
moglie
lustre
il-
simo
felicis-
figliuola
una
Scocia
de
re
de
tempio
Margarita,
Roma
tuo
cingulo
hebbe
ad
secundo
belissimo
Dominico,"
re
Bologna,
figliuolo, Hannibal
tivoglio,
Scoda.
Christierno,
Datia,
passando
de
regina
de
et
splendore.
devota,
liberale
chiesie,
et
et
a
li
gra-
313
tissiraa
mai
gratie
a
le
a
li
altrue
fu
quali
fatiche;
scarsa
iustitia.
ambitione
per
de
la
mata
et
reverita
che
'1 re,
li
bernava
stato
populi
lui;
il
et
dispiacere
Quanto
uea.
dolceza
più
fusse
sue
tura,
ven-
poca
cognoscere
tava
tormen-
quantuncha,
in
Dio,
soste-
humanità
con
et
dolo
confortan-
marito
il
amava
gu-
le
pacientia
cum
a
stitia
iu-
lei
mercede
savia, sperando
ogni
sua
lei ;
de
mente
sai
as-
cum
molto
che
cosa
più
Ma
volse
,
come
stato
la
a-
quale
quanto
per
mai
il marito
la
la
Fu
idonea
più
Pompilio.
preclare,
voluntieri,
populi
era
che
Numa
uno
virtute
li
sanctimonia,
et
subditi
audientia.
perchè
il regno
regere
mai
li
penare
da
admi-
retenne
se
benigna
sua
sue
suoi,
populi
pietate
et
Non
far
le
grandissima
cum
sempre
discretione, prudentia
nistrava
li
a
de
,
al
più
tanto
et
le
vivere
virtuoso
precipitio.
da
dispiacere
del
cose
La
de
regno
qual
cosa
li veri
lui
re,
recevea
andavano
;
in
dispiacendo
314
populi,
li
;i
lui
de
fratello
dove
Endeburgo,
le
drizare
per
lui
de
et
la
stato
marito
che
il
proprio
fusse
lui
imputavano,
emendato
fu
salute
del
che
prima
lei
consenti
pose
che
trenta
miglia,
fu
vita
et
de
tri
tempo
vixe
tiando
Dio
de
ogni
et
carcerare.
inodio
perchè
per
lontana
alhora
era
mai
più
vedere,
morte
anni;
molta
cum
farlo
seperò
gravida
in
fu
captura;
figliuolo,
terzo
in
che
per
come
regina,
sua
la
sé
dendo
cre-
quello
fu, più
la
la
da
cosi
che
a
a
modo
volse
suo
liberato
regno
Liberato
uno
re
de
fratello,
del
per
de
'1
che
alquanto,
se
megio
causa
del
destenuto
COSI
a
sempre
gubernasse.
se
Stato
come
meno
Nientedi-
volse
titolo
chè
per-
ben
ma
de
teneno
et
servito.
regina
cum
el
stato
emendasse;
se
il
rocha
la
del
cose
del
regina,
alquanto
honoratamente
re
la
in
poneronlo
et
preseno
consentimento
cum
nel
qual
la
che
po
tem-
pacientia, ringracosa,
et
confor-
315
tandose
che
mortale,
et
thalamo
in
violato.
Et
de
se
intese,
giungea
se
non
facto
dal
tia
titi
lui.
de
regina,
lei
et
che
de
celeste
fu
del
non
era
prole
! Non
timore
che
se
apede
de
fece
lei, come
postergandose
per
de,
lau-
citia,
pudi-
ordinamento
'1 matrimoniale
per
sta
que-
de
degno
corona
divino
non
divino,
pruden-
sancto
sei
quanto
observatrice,
rechesta
cum
conubio
il
doppo
li inhonesti
essa
0
do,
mo-
conce-
non
frenando
et
cotal
congiungea,
se
gliuoli,
fi-
de
haver
se
con-
se
marito
lui
sanctità
et
non
sapea
con
marito,
che
col
Fu
pudicitia,
et
procreatione
quando
parto
l' altro
per
figliuoli.
che
a
tenendo
mai
facto
castità
tanta
puto,
fu
lei
consolatione
per
belissimi
secundo
che
da
confessava.
se
tri
donna
maniera
havea
come
peccato
matrimoniale
spesso,
tempo,
in
èl
mai
che
alcuna
spirituale,
Hebbe
vivea
non
coìre
inovatione
molte
l' honestate
obtemperare
de
fano,
et
a
il
le
316
disordinate
loro
matrimonio
sacro
reverentia
r
da
debbe
in
fusse
lei,
li
volse
essere
li
r
le
a
benché
figliuoli presso
da
et
servita,
cialmente
spe-
futuro
Quale
mensa,
et
benché
mane
loro
et
quarto.
a
vir-
grande
cum
primogenito
tagliasse
essendo
re,
costumi,
Jacobo
aqua
li
sempre
dal
chiamato
del
alevò
quali
summa
ordinato.
odio, tenea
egregii
et
tute
lei
Dio
volontà
per
in
bavere,
omnipotente
il
inquinano
quale
;
se
Costei,
li
lasivie,
re,
volea
desseli
molti
de
,
Dicendo
havesse.
servi
facea,
ciò
a
casto
et
questa
che
facesse
questo
cresciuto
servi.
Oh
pensiero
alto
de
pecto
arbitro
li
a
costume
che
fusse
quando
comandare
sapesse
lei
regina
! La
dabile
laudel
le
quagliuoli
li fi-
perché
,
fugisseno
solo
a
perché
che
familiare
questa
li
de
Dimorando
li
reali
; che
costumi
non
li pose,
opera
imperare,
sapesseno
presso
ornati
1' ambitione
volse
ma
fusseno
urbani.
dunque
la
humana
et
317
regina
patiente
anni
tri
erano
mortai
al
compiti,
morbo,
torchiare,
re
in
gratia
dimandare
che
el
ratificato,
in
pose
pii
et
da
di
lei
,
a
servitù
la
loro.
mio,
io
;
vegli
sempre
prego,
bene,
non
de
servi
grata,
in-
essere
la
figliuoli,
fede
fortandoli
con-
cialmente
sperole
pa-
primogenito
a
la
morte
obidentia
lando
vo-
filiale
,
Dio,
temere
perchè
nulla
potere
vogli quanto
et
queste
Jacobo,
per
et
legati
li
a
vivere;
propinquo
sapi,
fratelli
li
primogenito
amare
et
non
al
me
ti
furono
virtuoso
«
el
morisse,
che
al
mosse:
re
Dipoi, propinquandose
chiamò
morte,
dal
et
che
per
gratia,
consequisse.
nephando,
peccato
et
lui
hospitali,
a
stamento;
teda
ultima
testamento,
exequtione;
serve
volea
concesso
et
lei, prima
chiesie,
a
fu
li
mai
facto
Così
fare
prima
che
disse,
se
la
de
sentendose
quale
fu
assalita
quale
marito
lui ; che
fu
che
re,
dal
fece
suo
dal
seperata
la
operando
lente,
vio-
cosa
durare.
propria
Li
tuoi
anima
318
cari.
bavere
sarai
Sarai
temerai
faticha.
tranquillo
et
iustitia
sia
de
de'
costume
honore
la
prodigalità
le
richeze,
Sarai
avaro.
che
che
fructo
le
et
manco
molto
et
loro
sarai
tue
come
tempo
quilli
loro
a
fìa
et
tento,
con-
de
più
abondante:
regno
mai
già
aurechie
de
pria
prode
dominare
a
potrai.
li
tatori
repor-
discordia.
veneno
cura
la
del
thesoro
el
come
de
sii
meglio
seminatori
gloria
sumatrice
con-
temperato
che
essere
povero
Chiuderai
girai
el
possedere
perchè
pi-
ma
Sarai
re.
avido
possedeno
Non
libéralissimo,
fa
et
che
violata,
de
tenace
;
pace
Fa
regno.
,
r
in
gloria.
savii
fama
uniti
la
temperantia
cum
audientia.
avaritia
da
gliarai piacere
de
il
vitupera
po-
liberalità
salvare
stato
non
quale
la
li
Conservare
studiarai,
subditi
li
to
tut-
amare
grato
gno
re-
sopra
iustitia, clementia,
cum
Non
paterno
vogli
medesimo
te
dolceza.
et
nel
successore,
quanto
puli
Quando
iustitia
;
che
et
Funon
mode-
è
320
in
et
vita
in
morte
felice
duncha
memoria
fronde
vogliono
Sforza,
Eljsa
neremo
donne
inteso
scriptamente
De
Elysa
alto
et
27,
U
infra
hebbe
la
fortunato
Leonello,
de
verina,
in
lo
fu
de
formosa;
San
l' alte
infra-
Severino,
oppido
de
de
minia,
Fla-
nominata
Elysa,
aetate
de
al
styrpe
Sanse-
dotata
di
trimonialmente
ma-
Questa
grandeza
anni
signore
parthenopeo,
mediocre
li
figliuoli
mesi,
illustre
regno
fu
a
come
congiunse.
lysa
suetudine
man-
valorosi
de
alcuni
la
po-
di
Sforza
altri
quale, pervenuta
cum
che
de
figliuola
quindeci,
laude,
la
fia.
Sforza
li
una
A
fu
Cotignola,
da
Atendoli
passare.
exemplo,
optimo
amore
ombra
humiltate
et
sue
dolce
sincera
cum
cui
le
et
sua
probità
cum
ombra,
quale
la
sotto
che
quilli,
de
quale
laude
de
corona
la
honoraremo
il
gentil Gynevero,
el
de
sancta;
E-
et
sai
as-
egregii
co-
321
stumi;
de
fu
Hebbe
assalito
cientia
et
vedoa,
havendo
mesi
gravida,
spirito,
quasi
li
amore
facesse
dal
che
la
servo
del
menta
che
r infinito
Hebbe
del
Elysa
unico
figliuolo,
nome
Roberto,
de
Roberto
rusalem,
che
al
per
de
re
a
vital
ogni
il grande
per
altrimenti
tata
presenvesti-
Pompeio,
de
la
per
occisa
vidi
ociso;
stato
subitamente,
li
amore
cui
essendo
insanguinata
fusse
cadde
morta
la
essendoli
sangue
credette
de
non
marito
caro
il scaturiente
tima
morte,
de
quindeci
perse
portava;
Julia,
xvii
merore,
non
subita
de
anni
marito;
troppo
per
pa-
divenne
solamente
col
stata
era
morte,
Lei
compito
che
in
dolceza,
tranquilitate.
aetate;
sua
presto
ma
cum
a
colera
,
quello temperava
sta.
pre-
quale
subita
da
offensione
qualche
per
aninao,
prestante
fu
volte
le
lingua
et
ingegno
per
portava.
marito
caro
fu
quale
la
dolce
Sicilia
et
quilli tempi,
uno
imposto
memoria
de
Hie-
se
a
21
li
322
codici
digiii scriptori
de
fu
fede,
maritare
de
gloria
che
et
el
cum
tema
per
mali
de
tia,
fusse
benedictione;
dictione
de'
in
beati;
de
come
Dio
li fa
non
in
et
de
prophanati
ne
et
sua
beneè
gratia,
diventano
la
se
pietà
maledictione
l'altra
de
nandoli
do-
figliuoli
cielo
la
ne
la
divina
contrario,
et
Dio
li
de
in
lui
spessa
in
soccorre,
questa
de
gloria,
la
parenti
per
pre
Sem-
gratia
che
et
et
infan-
natura.
laude
lei
coretto
generosa
perchè
terra
alcuno
et
nu-
figliuolo,
concedesse
splendore
tanto
che
li
a
me,
l'ar-
sdegnò
et
alevare,
spesso
de
d'
caro
presso
del
consolatione
havesse
et
lacte
suo
non
la
Dio,
potesse
viduitate.
havesse
costumi
orava
altri
portar
nutrice
inquinata
sangue
el
proprio
non
ad
l' unico
possette
propria
dar
observò
perpetua
nutrice,
costumate
può
sempre
Quantunque
tricdlo.
essere
mai
abandonare
volse
figliuolo,fin
se
Costei
re.
volse;
se
pudica
Mai
di
re
se
vita
ogni
seri
mi-
gratia
323
felice
privi. Oh
degno
in
de
esso
beato,
del
nutrire
el
et
costei,
del
fu
de
spechio
stato,
né
violare
fede,
altra
il
per
consiglio
cento
de
mai
che
stre-
gloria
quale
per
per
tuna,
for-
né
volse
mai
piente
sa-
cum
peratore
im-
Italia,
tutta
de
stipendio
cum
ducati
vintemilia
et
de
militare
divenne,
armati,
de
la
cosa
che
de
et
et
thesauro,
per
per
:
nimità,
magna-
1' arte
in
Percliè
clementia,
clari
et
vera
né
de
ornamento,
latino,
nome
de
de
pecto
figliuolo!
costumi
unico
veramente
casto
liberalità,
affabilità, de
et
belleza,
corporea
de
iiuità
pensiero
homo
l'anno,
tolo
ti-
consequite
al
mondo.
De
presso
figliuolo
tanto
la
non
sangue,
moglie
et
gular
regina
de
de
Eljsa,
sphorcesco
suo
a
istessa
sé
illustratione,
di
sangue
tutta
che
Macedoni
Phylippo
tituli, del
nobilissimi
dato
ha
splendore
la
del
gloria
questa
G-recia,
cesse
fa-
Olympia,
illustre
de
co
man-
per
li
sin-
Acedoli,
per
l'ha-
324
figliuolo
biuto
tanto
de
cha,
vixe
felicissimo
figliuolo
Fu
de
matre
gna
beni-
ciascuno;
superba,
né
non
essere
per
figliuolo, altissimo
tanto
de
consorte
pitaneo,
et
Leonello
SanseA^erino
lustrata,
il-
vedoa
sempre
verso
ambitiosa
dun-
magnifica
come
humana
et
fu
Elysa
honestate.
de
piena
Alexandro.
ca-
capitaneo,
sorella
et
de
,
dui
et
glorioso
Lombardia
de
Oh
fine
de
Atalia
losaffath
re
et
parenti,
tanto
se
accese
del
cupidità
,
per
re,
da
fece
et
moglie
ogni
sé
Decidere
proprii
de
figliuola
essere
di
paura
tutti
re,
li
perbia
su-
regnare,
sorella
re,
di
descaciato
che
congiunti
figliuoli, excepto
de
et
feminile
et
fusse
Perchè
Sphorza!
l'ambitione
ne
la
ne
se
elatione
senza
Elysa
come
Acab
figlio
Hierusalem,
de
humana
stata
de
loraam
de
Israel, moglie
de
re
felice
havuto
fama
benigna
et
principe.
haverebbe
quanto
fu
che
Sforza,
Francesco
xandro
Ale-
Marte,
de
fulgliuri
capitanei,
loas,
piotate,
de
li
picolo
325
del
fanciulo, figliuolo
fu
che
Ozia,
salvato
cretamente
ferro
cum
ratione
de
morte
piceli
neratione
de
justitia
male,
be
septe
de
loradam,
anni
hebbe
che
rati
la
et
fu
ambitione.
le
ne
li
alevato
da
la
a
cibo
de
gli
de
de
porta
de
Così
sua
Mulli,
a
vuto
be-
et
la
essere
vermi,
force
scele-
pietate
senza
minuciata,
la
Atalia
di
lei
tri
al-
la reale
mane
li cani.
matolo
chia-
et
superba
quali
fu
tartaree
supplicio
heb-
mandato
lei
levata
cognoscere
le
a
verante
perse-
come
la
fin
futuro
et
al
de
gela
Atalia
credea
rape
senza
la
come
per
nepote
ribaldi,
come
tutti
pontefice,
messa
il sangue
terno
doppo
populo
strasinarono
andò
che
quale
de
et
dove
perdona
morto,
furore
sedia,
non
cora
an-
gene-
de
Dapoi,
summo
re,
a
occidere
regnata,
Ioas
fusso
fece
grandi
se-
Et
altra
David.
gliuola
fi-
Atalia,
cum
et
re
losabe,
nutrito.
et
et
li mascoli
divina
sorella
crudelissima
la
de
la
per
figliuolo
suo
sera,
mitale
mor-
se
ne
patire
etr
superbia
et
326
Sforza
Eìysa
pessimo
mente,
de
priva
vixe
peccato,
la
Per
virtù
oratione
de
la
a
cielo,
regina
del
trenta
giorni
et
una
il
la
avanti,
ora-
sua
gloriosa
seppe,
to
tan-
catholica-
deiunii, elemosine
cum
tione.
dunclia,
tinua
con-
Vergene
de
tempo
fine
sua
per
,
la
qual
cosa
andare
al
fare
ad
de
tempio
ad
venne
havea
la
giorni
et
donne,
fu
oppressa
circa
de
visitata
in
et
exequio
fu
il
de
pudico
de
tutto
corpo
drappo
alcuni
stata
nobile
septanta;
la
a
vita,
beata
singular
clero,
bolognese
la
sopra
barra
l'
cum
nero
la
na,
cristia-
et
pompa
sendo
es-
per
devota
el
ta
Giun-
infirmila,
da
come
funebre
cum
gratia
molte
da
pace
ma
pri-
Dio.
a
et
anni
infirmità,
expirò
vedere
questa
Bologna
et
1' unico
era
dimandata
fu
quale
dove
come
che
a
Vergene,
desiderava
morisse,
per
Loreto
a
gloriosa
Bologna,
sempre
Pavia
reverentia
figliuolo,quale
che
da
parti
se
nata
or-
armo
,
sphorcesche,
adcompagnato
da
tutti
li
328
hebbe
bruna;
ricta
grave
,
capo
sempre
molto
de
il
portò
veli.
belli
de
et
Fu
ingegno.
sto
pre-
iocunda
parole
sue
aspecto
;
sermone,
le
ne
equale,
ornato
de
neri,
occhii
l' andare
elevato
et
fu
pingua;
et
ne
optimo
de
grande,
gli
biancha
dentatura
donna
che
presto
più
Fu
fu
duncha
Costei
carne
sime
fortunatis-
le
state
grande.
et
macra
siano
che
fortuna,
pigliando
,
piacere
sempre
altrui
cum
specialmente
la
a
moralmente
effecto
spondea
nione
accidenti
Lei
di
cosa
certanti,
che
ad
a
provido
suoi
audire.
lei
piacere
et
qual
lecto
ma-
,
efficacia
la
per
oppi-
cum
,
giore
re-
sue
solvea
quale
et
sempre
argomentava
et
et
certandose
mensa,
hystorie.
et
samente
virtuo-
contrastare,
qualchi
de
de
motti
cum
accendea
Bisognava
che
lepidi colpi
se
l'
ingegni
bene,
altri
ingegno,
subtile
mondo;
di-
grandissimo
era
piacea,
et
del
sapesse
do
quan-
fusse
che
de
da
li
schriraire,
329
che
restasseno
non
honestissima
mai
quale
et
lasive
Fu
raarc.
de
r
fu
honore
optimi
homo
simil
fortuna,
li
accidenti,
insieme
de
del
cose
felice,
per
!
alevò
Fu
costumi.
in
misurata
et
la
Non
prodiga,
cupidissima
la
cupidità
perchè
è
segno
del
coropto
pecto;
et
de
non
lei
prima
se
honestate
puote
sono
di
manifesto
in
avaritia
et
me
ge-
nephando
è
donna,
et
ma
prodigalità
nella
tenacità
de
sima
grandis-
la
perchè
tempo
neccesità
fu
non
cum
donna
ogni
gubernare
la
de
tato
do-
esser
vitio
speranza
mondo
inexhausto
de
et
auro,
la
rito
ma-
grandi,
in
cum
caro
quali
famiglia.
et
del
amore
secundo
liberale,
existi-
figliuoli, Anda-
exempli
et
le
prudenti
Carolo,
et
le
pre
sem-
castissima
et
gratia
donna
dui
splendida
fu
parole,
sue
poterono
tutte
Oh
ad
Hebbe
et
le
se
et
sopra
de
lao
Fu
pudicissima
observatrice.
vigore
ne
giunti.
de
bavere:
aquistate,
lei
gnando
re-
," nulla
tie
substan-
le
che
quale
cum
330
lo
honore
perduto
il
mai
misere
le
et
reducte;
de
periculo
et
speciale
peculio
A
la
donna
conviene
che
quello
casa
pensano
sensualitate
sue
custodire
il
et
il
per
respar-
1' ordinata
ne
gli
miseria
non
le
lasive.
mortale
mio,
in
sono
aquistato
è
toli
da-
et
.
fede
cum
virtù
Questa
loro,
de
tanto
discreta
et
è
et
damentd
Di
de
lucentissimo
sua
le
et
mestica
do-
de
le
fun-
vero
diciamo
et
che
gubernò
cum
misura,
dore,
splende
priva
te
solamen-
non
la
casa
dispensatrice,
ma
de
le
fine.
famiglia
et
la
de
Diana
avaricia;
substantie
et
de
o
concludendo,
prudentissima
cupidità
vero
manco
tranquilità
fatiche,
prudentia
de
è
le
grande
resparmio
iusto
de
che,
questa
la
et
ava-
consu-
felicità
una
to
quan-
et
accrescimento
famiglia
menti
il
non
che
richeze,
cupidità
disordinato
et
misura
adiumento
laudata,
la
perchè
mamento;
et
fìa
marito.
dal
guardia
detestabile
fia
ricia
in
fu
vatrice
sal-
quelle
331
augumentò,
de
ingegno
fu
lei
de
diremo?
li
molti
fu
famiglia
da
et
fu
in
vaga
dance;
benché
troppo
le
de
suoni,
honeste
laudava,
de
per
ta
tan-
fico
ponti-
le
Non
dignis-
de
siano
né
illustre
costei
casone
donne?
l'alte
de
li
vieri
spar-
apellata.
in
opere
u-
a
li
questa
che
pace,
fin
secundo
memoria,
de
memorande
non
che
virtù
beata
questa
et
pace
né
sanctissima
maximo
minima
lieti
Paulo
tanta
sentivano,
se
come
il
il
parenti
de
mai;
ululavano,
per
con-
et
una
la
già
moveano,
unione;
virtù
da
(non)
cani
unione
marito,
de'
possiamo,
pur
fremire
sima
ella
serve,
per
sentisse
se
se
è
che
discrepante
parola
li
amici,
dire
cavali
infra
visitationc
la
de
nione
che
non
famigli,
nore,
concorso
donna
Se
Che
fratelli, figliuoli,nepoti,
sobrini,
de
et
mane
ornamenti.
felicità,che
tanta
cognati,
et
proprie
egregi!
,
di
più
le
cum
tanta
tune
for-
grande
Certo
sì.
canti,
feste
fusseno,
ocio
le
state
Lei
et
non
fugire.
Il
332
piacere,
suo
lionestà
de
la
secundo
il
presso
motevolo
pieno,
foresta,
la
era
in
stasene
lare
par-
ucellare
per
,
fiera,
sì
era
asuefacta
al
Nymphe,
il cui
foresti
altri
fuori
al
la
ben
marito
afaticandose,
coperturo
fasani;
trenta
alto
due
sopra
seicento
et
loco
due
cum
de
certi
lanze
cadati
rete
stra,
mae-
ducente
perdice,
distende,
tordi
fra
le
in
se
pre-
fronde;
in
terra,
che
insieme
poste
et
che
ragna,
se
ucellini
mata
chia-
rete
mille
la
a
gnarola
Ba-
magnifico
la
cum
prese
et
come
del
cinquantatre
et
de
pestilentia
lei,
aiuto
cum
quaglie,
la
per
suoi
molta
cum
palazo
ofFendea,
cita
na,
Dia-
quisti
de
essendose
transferita
che
Dea
possedea.
tempi
piaceri,
famiglia
sua
la
meritamente
gli
tre
l' al-
cum
de
ad
l' arco,
a
cervi
tempo
nome
Infra
et
et
sole
sarebbe
se
faretra
caprioli
li
caciare
questo
a
caldo,
facilmente
la
a
et
temendo
non
che
fredo,
et
caciare;
et
modi,
varii
cum
randole
ti-
,
se
congiungneno,
che
parete
333
apellemo,
ucellini.
quarantacinque
cani
livreri
come
fiero
donna
die
le
de
chissimi
un
de
tempo,
ticha
vide.
se
cavalo
dextreza
gea
parenti
et
pudica
tia.
tia
et
Sapea
et
dotata.
de
Fu
prestante
fa-
honorare
de
li
le
amici,
laude,
et
animo
Fu
gra-
lionorificen-
cortese,
fu
de'
reportava
magnifico
pietosa,
Quando
publica
et
re-
et
nuptie
ne
carjtà
cum
;
mano,
equitava.
ad
molta
sedere
optjma
cum
casta
descendea
cum
a
altrui.
recevere
quel
aiuto
fieramente
intraveni'a
sapealo
in
et
honestate
cavallo
quello
Gubernava
et
Montava
et
il
et
ri-
et
donna,
una
senza
dili-
camere,
solazo
più
come
l'uso
per
lecti.
in
Mai
brazo,
non
egregiamente
sparviero
ucellare.
da
morbidi
et
al
et
adorne
sue
va,
bisogna-
involto
mole
tando
sal-
lepore,
caciatore,
fusse
renti
cor-
mente,
gagliarda-
secundo
lasso
el
cum
cento-
cum
lasso,
a
correndo,
et
et
Et
decesepte
prese
cato
millia
tre
prese
et
catholica
rale,
libevirile
et
334
caritevole
houestissima
et
le
despreciando
savie
cum
or
dolce
or
havesse
cum
falito,
cando
se-
,
la
qualità
del
veza
certo
tempi
tia
et
ha
che
'1
Vivendo
piaque
in
al
forza,
non
che
poterono;
li
da
armata
del
la
summo
plenaria
auctorità
efFecti
gracia
in
onorano.
coniugale,
lei
de
del
cum
resistere
che
essendo
de'
divini
de
religione,
indulgentia,
passò
dati,
man-
dal
cielo
principe
terra,
tissimo
acu-
assalire,
modo,
per
non
Saliceto
spiriti vitali
Christiana
come
habiuta
li
in
presen-
al
cielo
naturale
morbo
con-
quale
stato
del
corso
la
latino
questo
lei
perchè
le
dato
nome
de
mia
a
per
gra-
mente,
Ultima-
la
retrovai
sue,
et
bontate
et
potrei;
splendore
sangue,
peccato.
non
me
opere
poco
et
secando
dire
scientia,
molti
fallitore
virtù
le
pieno,
a
del
crimine
de
per
Sapea
reprendendo
cum
chi
vestire,
lasive.
viso,
or
parole
aspre
tal
fogie
turbato
mostrare
nel
rio
vica-
Cristo
per
de
et
lesù,
la
sua
questa
336
Come
dilecti.
ancora
de
Grinevero
del
donna
fìa
boutade
che
sarà
felicità
una
infrascripto,
se
recordata.
29.
De
donna
duchessa
Calabria.
de
Hyppolita
modo
altra
de
la
animo;
nel
Sphorza,
Hyppoltta
quale
per
de
sapere
quanto
sia
la
laude
prestantia
et
fato
pre-
illustre
sangue,
immortai
de
sua
altra
una
Sforcesco
degna
el
ornaremo
duchessa
Sphorza
de
,
oltra
Calabria,
iniuria
senza
de'
parenti
la
in
quello
Fu
sarà
duncha
Francesco
de
Milano,
per
possibile,
et
che
po-
to
ornamén-
le
dare
maritate,
recordaremo.
figliuola
coltissimo
de
più
che
infra
virtute,
Sphorza,
sia
che
lei,
de
gloria,
costei
gine
ori-
per
,
Pur,
spectata
donne,
costumi
per
tacere
muliebre
di
donne,
pare,
illustre,
scrivere.
cose
de
et
tanto
laude
sarebbe
altrui,
de
donna
stata
1' altre
tutte
a
Bianca
de
cara
cipe
prinMaria
337
duca
clyto
Calabria
de
del
Fu
fu
del
in
principe
de
mia
la
fie
che
la
de
porta
fu
de
pho
raggi
tanta
in
li
canti
a
mia
nobile
in
de
et
de
palazo
felice
marito
guinea
consan-
honore
balli
vie,
che
Li
vedere.
fronde,
la
fiori,
Milano
de
in
strato.
era
nostra
et
stoni
fe-
Eraiio
belli
titudine
bea-
una
andò
madonna,
de
trium-
spectaculi
et
la
voglio
Benti-
et
Aragonie,
le
et
Da
palazo
de
per
felicissima
donne
lo
honore
ducal
insegne
canti,
al
sponsa,
pendenti
suoni,
fin
et
rito,
ma-
possibile, receputa.
cita
sphorcesche
in
quello
adorno,
et
1' altre
ad
madonna,
cum
vir-
virtute
andò
Bentivoglio,
lei,
renti,
pa-
de
ogni
nostra,
excelsa
de
fede
cita
la
gloriosi
abominatione
gloria. Quando
ogni
de
de
mogenito
pri-
tutte
in
inimica
avaritia
li
sopra
havesse
in-
nando.
Ferdi-
re
excellentia
grande
cose,
lo
Alphonso,
da
dimostrandoli,
tute,
de
serenissimo
alevata
cura
r
mogliere
et
consorte,
sua
la
contro
cum
molte
citate
ad
338
egregiamente
cavalo,
belissima
ad
pompa
armegiatori
molti
a
sforcescha
la
divisa,
tremolante
de
pinete
divisa
Nel
hebbe
li
et
templi
legia-
sopra
in
et
;
girlande
cum
in
aste
cum
scarpe
duo
giorni
più
lochi
altre
vedere
andò
al
mane,
milmente
si-
et
rosse
a
de
corpo
monache
la
V
cosa
de
altare
quantuncha
far
haveano
de
anni
non
la
del
quale
vestito
ecclesia
uno
cosi
al
sedere
corpo
consentisse
sia
et
reverentia
ad
sua
che
che
monache
posto
bertino
miranda,
certi
le
Catherina,
beata
damaschin
r
ad
li
seculare;
dignitate
Cristo
quivi
devoti,
et
de
che
visitare
.caro
pii
monastero
de
corpo
è
de
tempo
dimorò,
de
seta
gallica fogia.
la
le
di
sphorcesca;
calciati
de
et
sonagli
et
auro,
la
a
de
celatine
haveano
capo
citadini,
ciponi
cum
fu
dissimo
gran-
sescalchi,
fallerati
cavali,
dri
et
generosi
nobili
de
fogie
cum
vedere,
de
numero
che
ornate,
da
pra
so-
;
che
to
mor-
sedere;
maravi-
339
gliare, perraetendo
simile,
le
de
vero
0
reverentia,
cum
auxilio
una
de
r altare
de
oblatione,
scranna
scese
devotamente
dicendo
donna,
corona
conviene.
se
coronato,
fu
lei
come
ha
quivi,
Fu
venusti,
li
dava
aspecto
de
che
belle,
havea
le
cum
fu
de
dita
gratioso.
in
acenti
Legea
et
denti
Lo
maiestà,
Fu
eloquente.
suavi
longhe.
grande
hebbe
aquilino
belli,
Fu
Le
colore
de
come
stra
no-
laude.
poco
mediocre.
che
cita
maiestà.
grande
che
la
et
Hebbe
grafia.
grande
presto
in
un
in
corona
bionda,
naso
la
Dipoi
vede.
lassato
ta
bea-
ben
quella
biancha,
bella,
occhii
de
benivolentia
aeterna
la
d' alhora
Et
se
una
costei
A
»
stato
è
sempre
qua
sopra
de
capo
«
:
cum
pose
in
argento
facto
corpo
,
corona
in
felicissima
sancto
egregia
et
Dio
così
effeeti
Questa
al
havendo
sponsa,
volte
magiori
sancte.
sue
cose
le
a
più
mane
eburneo,
aspecto
suo
et
mansueto
eloquio
facunda
egregiamente
resonantia,
et
et
cum
inten-
340
che
cea,
la
legere
perchè
acendesse
se
generosa,
difesa
tanto
da
ofesa
fusse
stella, che,
fusse
permetesse
se
deverebbe
se
non
iniqua
qualche
quella
gloria;
per
accendere
magiormente
la
che
virtù
le
a
egregia;
faceva
se
necessario
era
libri,
li morali
spesso
vile
persona
Di-
latino.
mediocremente,
assai
dea,
far
senza
nel
sepulta
,
Fu
vitii.
di
fango
ire, li suoi
sue
furono
tia
quelle
misere
niva
le
discordie
via,
levava
tia
et
a
infra
reducendoli
pace.
Fu
habiuta
in
reveren-
la
li
fabilissima
afpuli
po-
gna
beni-
loro
non
se
le
fama;
modo.
che
et
che
a
che
pudica
sancto
cum
dolceza
compassione
donne
in
di
era
Havea
matre.
pace
familiare,
era
lei
Le
rechedea
prudente,
che
sue
et
Dove
bisogno
diceano
le
era
timore
et
dolce.
carità,
populi.
il
et
rasone
et
amore,
li
da
sdegni
modo
per
singulare
colera
cum
sempre
prudentia,
de
donna
Li
servavano
con-
amo-
rancori
li suoi
ad
a
et
sentiva,
benivolen-
devota;
de-
341
iunava
in
spesso
dicea
contemplava,
orava,
quentia
suoi
officii
chiesia
del
castello
habitava,
audire,
Vivea
loco
et
de
religiosa.
lochi
devoti
et
pii,
la
chiesia
de
facea
et
li
cipuamente
pre-
Nuntiata,
Era
ele-
giorno
Ogni
dare
et
la
devotione.
la
a
Dio
per
molto
Auxiliava,
carne.
de
potea,
le
persone
che
fusse
in
miserie
de
la
magnificentia
cunda
et
quanto
sua
consolata.
a
figliuola
lei
Dio
et
de
al
Dio
le
che
rca
pa-
provato
In
anima
Fu
de
munifìcava,
paupertate.
la
stantie
sub-
et
adimandata,
havesse
proprio
proprie
secreto
povere
senza
sue
donzelle,
maritare
vera
andava.
non
,
quello
in
sacerdoti,
da
oblatione
vino
pane
se
mes-
et
molto.
corte
tre
come
grande
la
dove
fuochi
mosinatrice
sua
volca
templi
cum
templi
In
Capoano,
sanctamente,
Visitava
fre-
cuna
vespro
altri
ad
quando
il
et
aqua,
orationi.
et
giorno
ogni
in
et
pane
le
questa
io-
vivea
libéralissima
mondo,
non
come
che
de
342
liberalitate
de
spechio
Francesco,
ducento
fratri,
castrati,
biada
fu
fu
quale
de
valore
che
Saba;
extreme
d'
parte
audire
che
al
et
preciose
Una
de
la
tempio
oro
bella
quando
cose
offerse
volta
et
Carolo
del
la
,
cento,
sei-
ducati
circa
essa,
che
passare
la
a
mondo
Salamone,
talenti
cinque
molto
et
geme
valore.
de
Constantia
le
venire
per
de
gina
re-
de
paHita
aromatario,
Manfredo,
et
magnifìcentia
li offerse
morigerata
ti
mol-
strame
vedere
sapientia
de
sto
que-
provedi-
bastato
sarebbe
a
zuchari,
et
ad
cosa
et
polami,
vino,
cere
se-
mille
altri
li
pane,
spirituale
questa
del
presentare
apresso
bellissima
ad
fece
cavalli,
da
capitolo
circa
de
vitelli, molti
molti
menti,
sancta
observanti
raphico
capitolo,
de
facendosi
frati
di
generale
felice
munifìcentia.
tempio
Nova,
la
de
Maria
ria,
Ma-
cosa
et
nel
Neapoli,
In
Biancha
ogni
in
furono
quali
de
et
Sphorza
Francesco
donna,
expulso
Varano,
moglie
del
fu
sta-
344
andò
Quando
la
maire
et
tre,
ad
Neapoli,
de
una
facendo
leazo,
fratello
li
privato,
de
li
milia
trenta
li
tempo
poco
honesto
illustri, grati
mai
la
dignità
titolo
facea
de
mai
et
paonazo
la
regina,
di
la
prestantia:
veli
de
molta
fico
magniquesta
per
che
ma
in
de
la
Non
le
vestire;
drappi
sue
rasi
politeza
grande
ornamenti
se
radiso,
pa-
avaricia.
de
turo
fu-
nel
compagnia
nel
li
suo
effecti
li
geme
de
cum
il
duchessa
assai
neri,
quali
expenderebbe
la
erano
li
suo
de
sumptuosa
cosa
per
che
non
fugire
vestimento
eran
lei,
meretrice
scelerata
del
Dio,
investita
una
per
et
per
munificentia
sua
fu
si
a
chè
per-
ducati
estimata,
et
Ga-
tanta
si
Dicea
animo.
de
durarono,
bisogno,
duca
contanti
dette
fu
al
Hjppolita,
fusse
clie
dono
geme,
el
essa
piaque
ma
fece
speciose
de
pa-
retornare
li
estimare
quale
del
per
matre
essa
tare
visi-
ad
morte
-partita
sua
colana
non
la
per
la
a
Milano
ad
del
honcstade,
capo
sotto
345
li
el
quali
gratia,
la
opere
fama
pudicitia
de
integrità
la
grandissimo
Sapea
la
per
sancta
come
dictione
di
le
sue
del
suo
de
era
li
varie
falchoni,
felicità
di
religiosi
timore
de'
cavalli,
de
numero
fogie
vento.
le
piene
Non
le
donne
che
Dicea
aquistai'ebbeno
del
cielo,
spelonche,
li
che
stava
Dete-
vitii
de
et
cialmente
spe-
donne,
et
vogliono
honeste,
che
vanità,
haverebbe
che
quando
regesseno.
inpudiche
quelle
agri-
audire.
angoscia
le
la
che
Dio
de
vituperava
di
cose
degl' homini,
regno
le
ne
de
et
ad
el
cum
nel
tenere.
man-
le
de
populi
facilmente
cum
come
et
de
exercitii
virtù
principi
più
li
li
de
una
cou-
,
cani, sparvieri,
et
et
de
de'
arme
,
cultura,
regni,
cose.
le
de
aquistare
de
le
tutte
disputare
la
et
donna
Fu
di
et
illustre
pecto
hystorie,
le
de
de
de
Sapea
urbane
se
in
stati
ta
mol-
iudicava
quale
mente.
doveano
se
rendea
naturale
parlare
quilli
volto
venusto
essere
vano
vestifrasche
voluto
346
che
una
facto
uno
nesto
gentildonna
sputo
fusse
non
furono
lei
tanta
lazzo.
roni
fugiva
erano
citate
et
li
so
nate
donne,
Lucretie
et
che
intra
lasivia;
cum
le
et
le
maxima
che
et
ne
be-
ma
riso.
Cinci-
le
Curie,
splendide,
san-
antique
le
de
illustre
gliuole
fi-
grande
Catone,
alcuna
sentilla
senza
è
chachi-
Fabricie,
le
de
et
casto
intra
infra
savio
di
mai
havesse,
infra
ma
superata,
essere
quali
perchè
parole
et
Sulpicie,
aetate,
del
li
ruinavano
fu
altra
giovene,
proveta
de
che
Non
una
se
suxe-
morbo,
honeste
piacere
Non
destia
mo-
tarsi,
depor-
mali,
modestissimo
cum
cte
de
costumi.
in
fuo-
el
regni.
fu
Sempre
egregii
de
quilli
dol-
et
adulatori,
pestifero
come
dicea
nante
li
de
parole
generatione
cum
ho-
grande
cuna
reportatori
et
che
virtute
Sapea
excepto
gesto
acceso
ogni
cum
liavesse
Le
haverebbeno
nel
cho
uno
stato.
de
che
ceza,
et
mai
da
laude.
essere
Quando
tata
exaidava
347
audicntia
che
Se
da
uno
propria
gioso
alquanto
le
la
sopra
spectacu-
volte,
in
gesto
el
guanto
alcuna
guanto
divino
quella
et
gli
la
au-
spinto
da
el
cum
volta
la
gliato
spo-
distendea
batendolo
camura
,
Alciava
suavemente.
volte
era
dine,
mansuetu-
nobil
natura,
mano,
stava,
et
le
a
per
dextra
piedi
uno
parea
traheva
dientia,
in
maiestate
tanta
cum
lo.
clie
et
occhii
in
poi
quilli
li
a
a
quali
,
audientia
dava,
veneratione,
no,
li
diceano:
quando
che
regina,
Oh
ludicava
beato
benivolentia
modo
se
et
regina
parthinopeo
se
potea;
costei
che
stato
più
el
»
Che
gratia,
virtute,
tate,
il
stata
se
molto
,
haverebbe
sia
regno!
donna,
magnanimi
fusse
Dio,
Signor
diceano!
vero
de
facea,
gì' ho-
che
0
tutto
fusse
non
ogniude
quello
tempo
el
quanto
tempo
il
sarà
Mandava
«
sti,
cele-
gesti
pareano
de
tanta
cum
condictione
satisfacti
quali
calava
humani.
le
secundo
mini,
che
che
non
et
potuto
per
regno
chia-
348
mai
né
il
Non
beato.
mare
el
altri
li
potentati, perchè
a
de
le
facti
verebbeno
cadette
lei
a
in
disciplina,
de
et
in
la
litare
mimo
ani-
de
a
haverebbe
gloria,
manco
alcuna
valorosa
altra
de
figliuola
vera
lei
strato
dimo-
dui
Hebbe
che
liabia
donna,
lo
et
invictissi-
Sforza.
Francesco
duca
mo
per
,
non
come
tute
vir-
quando
ma
fusse
ac-
sua
forza
de
et
lege
guerra,
docto
ingegno;
apertenuto
facto
di
marito
havuto
gloria
Non
la
accidenti
li
bavere
dimostrare
per
ha-
se
dato
Italia.
tutta
a
lei,
in
Haverebbe
prudentemente
pontifici,
virtute,
sue
reverenti,
donna.
tanta
temuto
de
splendore
de
minacie
le
regno
de
haverebbe
figliuoli
uno
maschio,
,
nominato
et
pua,
memoria
in
che
marito,
quale
femina,
una
sationc,
copulata
ad
la
celebrata
per
quiete
al
nominata
de
figliuola,
de
principe
Ferdinando,
consobrino
la,
Isabel-
genetrice
del
la
habiamo;
pontificia
de
Ca-
li
italici
Zoanne
dispenstati, è
Ga-
349
secundo,
leazo
Questo
lano.
de
de
dosso,
fusse
de
morto,
et
litudine;
La
la
a
figliuolo
così
et
processione
a
dosi
creden-
giorni
matre,
pietate
per
che
la
Dio
de
retor-
pristina
Neapoli,
tanta
va-
la
per
fece
dona,
1' Altissimo
perchè
a-
oltramodo
ne
tutto
haveano
uno
xiii
gloriosa Vergene,
il
nasseno
pietate
circa
accidente
recorse
la
stantia
pre-
cade
levato,
exanimato.
dolorata,
et
fu
crudele
questo
et
li
quello
modo
come
na,
don-
travagliando
cavallo,
per
co
uni-
Capua,
grandeza
per
animo,
gagliardo
de
Mi-"
de
excellentissima
la
giorno,
uno
quinto
principe
figliuolo
stete
duca
desse
ren-
,
la
salute
al
essendo
al
figliuolo,
figliuolo.
giorno
uno
chiamava,
confortandolo,
recordasse
de
de
non
Cristo
lesù
la
;
et
strido,
figliuol mio,
intorno
animo
lui
et
lei
et
«
te
se
fede
morto
parti
disse:
come
et
come
se
lo
che
et
misericordia
respondendo,
pianto
lei
franco
cum
mente,
Ultima-
cum
0
cipe,
prin-
ho
per-
350
!
duto
andò
Et
»
la
avanti
et
che
figliuolo,
del
che
oratione,
spiriti
matre,
latione,
formare
che
al
braciandolo,
da
se
debbe,
tutti
de
tenereza
che
la
tutti
tribulata
tanta
conso-
piangevano.
la
Vergene,
oblatione
potesse
la
del
pie-
ad
corse
a-
che
tenerezza
veduto
Li
a-
gaudio
consolatione
salute
cum
la
tanto
conseguita
gloriosa
lute,
sa-
resusitato.
hebbeno
duti
per-
Questa
haverlo
per
vita
ad
morte
stanti
quella
la
mato
exani-
lo
prima
figliuolo
cum
da
ringratiare
in
parola,
credere
de
alquanto
divina,
tate
a
piena
salute
forsi
o
figliuolo.
fu
essa
la
ne
nuntiata
subito
tante
partì
smariti,
del
regina
la
cum
se
retornarono
corpo
mera
ca-
misericordia,
pecto
non
li
sua
adimandò
pregi
et
de
de
il
percotendosi
lachryme
la
ne
ymagine
matre
paradiso,
del
ella
de
Da
la
et
tre,
ma-
lei,
per
figliuolo, Dio,
et
et
tutto
el
oratione
diso
pararono
fu-
,
honorati
fin
che
lei
et
vise.
rengratiati
et
sempre,
'
352
ria
del
sangue
che
in
laude
ciba,
de
Infra
se
de
ancora
tanta
l' altre
de
de
illustre
donne
figliuola
de
de
viduitate,
honesta
Thomaso
Saluzo,
Marchionissa.
Este
nobilissima
una
dolcemente
Rizarda
De
da
et
lei
Gynevero,
cielo.
in
30.
pe
nostro
gloriarse
per
laude
del
Saluzo
stjr-
trovamo
del
signor
marchexe
claro,
pre-
,
la
che
maritata
in
de
stense,
de
volto
do
capelli
di
poco
felicissimo
Ferrara
bella,
et
presentia
de
ma
hònesto,
boni
costumi,
de
donna
alquanto
egregia;
tanto
devota,
Il
E-
valore,
occhii
cum
triumpho
marchese
principe.
peli
grandeza.
raro,
et
Nicolao
non
Rizarda,
nome
festa
singular
cum
fu
hebbe
quale
et
fu
Fu
donna
neri,
et
rossi,
et
de
parlare
prudente
diocre
me-
fu
suo
et
ornato
convenienti
nobile
di
et
a
marchese.
demostrando
sempre.
gliuola
fiFu
353
fidelo
come
cristiana,
in
potea
lei
molta
cum
commendatione
dini.
Intendendo
lei
li
humana,
hebbe
maritata
femina,
sin-
cum
Ma
le
la
strana
signor
virtute
la
tanta
è
da
splendore
de
che
ve-
inhonesta
gli
è
nio.
matrimo-
del
del
trimonio
ma-
castità
tolleranza,
essere
de
a
è
cosa
integrità
conservata
a
perchè
volta
lege
li
mente
et
una
sancta
consigliarono
in
che
sancte
et
la
più dolore,
per
quello
per
levata
tolleranza,
niuna
de
e
tore,
cui
matrimoniai
despiacere;
donna
affanno
dato
in
rito,
ma-
fragilitate
prefato
quantuncha
et
cita-
,
singular
derse
la
al
lui,
signor
reverentia,
humilità
marito,
fusse
'1
grandissima
grande
portando
la
marito,
li suoi
la
de
infringea
,
gulare
che
eflfecto
come
fede
de
Per
de
gratia
et
se
ogni
el
li visse
honore
cum
più
quello
humanitate.
che
quello tempo
la
de
aestimava
iudicare,
cum
persona
fu
de
Continuamente,
timore.
Dio
liavere
altissima
la
per
et
amata
laude.
23
354
cule
formosi
dui
Hebbe
Sigismundo,
et
di
et
valore
nel
disio,
li
fanciuli,
lei,
de
Leonello
de
la
et
paterna
non
quali
ad
Neapoli
de
da
in
Aragonia,
grandissimo
La
gubernò
honestate
la
re
donna
sempre
et
li
in
cum
castimonia
ma
pri-
figliuoli.
Alphonso
quilli tempi
in
in
mandati
de
corte
in
mai
quella
furono
splendore
illustre
in
principi
Leonello
partisse
che
se
de
Saluzo,
dicendo
vedesse
Li
l'altro,
et
ad
tornarebbe,
gliastri
fi-
dui
fratelli
sdegno
casa,
sere
es-
lo
quel-
dei
naturali
retornò
non
per
essendo
drieto
sendo
es-
etate
loro
forsi
et
l'uno
figliuoli, prese
Ferrara,
in
imperio
Borse,
et
Ferrara
se
lo
a
lei,
giovane
stato,
paterno
pervenuto
li
in
cesse
suc-
longo
Ma
piceli figliuoli, et
troppo
ful-
arme
cum
virili.
restata
il
tia
prestan-
1'
stato,
li anni
restare
Her-
primogenito,
paterno
ne
di
ne
come
vedoa
cum
che
molto
Hercule,
seno.
figliuoli,
et
virtute.
la
paterna
de
casa
grandissima
et
ffratia
do
355
et
quilli populi,
andare
de
fama
già
non
le
a
crescersi
per
seconde
nozze
,
ma
per
propria
bontate
la
quale
ubiditte
fin
Che
morte.
et
bella,
de
honesta
la
a
belissima
et
giovene
gloria
manco
pudica
et
a
senectute
lei
consequite
non
virtute,
essendo
certo,
la
facesse
et
che
viduitate,
Antonia
minore
,
de
exemplo
Marco
de
de
et
mogliere
Druso,
fratello
de
Tiberio
'1 resto
de
Livia
celebre
per
nii
de
per
non
del
essere
potere
morto
adimandata
era
tutte
Lei
vanti.
de
Octaviano
de
la
Druso
esso
sua
per
più
richiesta,
lei
a
bella,
fu
state
et
da
degni
; et
che
a-
et
iudicata
fruire
matrimonio
dicea
che
fama,
bona
sperare
marito,
in
et
in
li preco-
superò
sua
la
sanctamente
consumò,
donne
giovene
rone,
Ne-
marito
sì
socera
la
che
Augusto,
suo
viduitate
le
de
vita, doppo
sua
Germanica,
guerra
sotto
et
consorte,
morte
la
triumviro
Antonio
figliastro
che
figliuola
sua
Octavia
fu
viduitate,
clara
ancora
el stato
signori
quando
el
356
li
marito
Non
vivea.
altrimenti
nobilissima
Valeria,
facea
Romana
doli
essen,
Sanio
morto
che
li dimandavano
non
se
il
la
li
marito
Fu
donna
de
belle,
et
la
lei,
ad
di
ritarse
se
maritò
Maria
nacque
maritò
figliuoli, lacobo
che
fu
insto.
chiamati
poi
Quisti
fratelli
de
ma-
Ioachino
che
loro
de
la
et
se
quatro
luda
Simone,
fratelli
ne
quale
hebbe
lesù
de
Vergene,
Tadeo,
quattro
sdirebbe,
de-
figliuola
morto
minore,
nominato
li
desdisse
secunda,
Alpheo
cum
secu-
spose
Re-
non
Maria
Cleophas,
a
nel
Anna,
che
honore
nozze.
cieli,non
volte,
tre
gio-
che
de
genetrice
imperatrice
donne
vivendo
vero
essere
perchè
Isacher,
rito,
ma-
per
secunde
le
a
vesse
do-
se
degno
desdice
non
fama,
pudica
lo, andare
consiglio
vedoe,
le
a
sempre
honestissima
trovando
maritare,
perchè
che
la
prudente
cum
perchè
vivea.
confortata
perhò
quilli
a
rasone
dicea
remaritava,
caro
vene
marito,
suo
et
Joseph
furono
Christo,
es-
357
sendo
nati
dui
de
Anna
sorelle.
poi,
secundo
suo
el
fratelli
nominato
terzo,
molta
magiore
Sì
a
che,
lei
paterna
vivea
divina
iustitia,
suoi
che
el
che
de
Dio;
et
che
et
che
in
speranza
quella
la
volta
una
stato
paterno
in
era
veduta,
di
mancare
se-
li bastava
et
ben
le
a
volta
custodia
restituisse
non
li
a
figlioli.
Così
dunque,
la
sua
vivuta
li
la
sotto
potea
non
et
casa,
che
certa
andare
una
la-
evangelista.
maritata;
stata
essere
in
ma
nozze,
cum
,
essere
desdirebbe
non
sto
que-
Christo,
Ioanne
disse,
cum
De
nacque
lesù
a
et
ancora
cunde
la
terzo
simiglianza
cobo
copulò
se
Salomone.
matrimonio
due
Cleophas,
morto
marito,
de
et
honesta
circa
duca,
et
di
doppo
r
uno
anni
trenta
stato,
Ferrara
ne
doppo
r
lo
rato
aspi-
secundo
rale,
natu-
morte
altro,
da
genito,
primo-
come
creato
successa
essendo
absente
perveneno
Hercule,
la
speranza
viduitate,
figliuoli, quali
fu
questa
cum
de
li
prin-
358
loro
cipi
oltra
figliuoli
stato
paterno,
tanta
da
li
se
ne
gratia
honore
et
clamenti
de
del
dulci
che
veduti.
Visse
li
figliuolidoppo
cari
la
dabilmente
de
et
Aragonia
Ferrarese
la
cum
amore
sua
nuora,
et
lati
mesco-
sì
per
et
sì
il
per
haveano
se
donna
presso
ad
venuta
sua
anni,
comen-
de
senza
Elyonora
moglie
del
rancore
del
populo.
Questa
donna
honestate,
quando
'a
me
al
duca
republica,
in
de
parse
sentimento
primogenito,
nostra
non
quatro
primogenito,
suo
baci,
consolata
circa
Ferrara
abra-
cum
stato,
anni
donde
singular
cum
et
successo
del
rara,
Fer-
là
lachryme,
molti
essere
iustitia;
et
li
infinitamente
reverentia,
tenere
gaudio
ad
venne
acolta
grandi
che
principi
Dio
et
fu
figliuoli
constituta,
facti
erano
ringratiando
de
sima
pudicis-
intendendo
modo,
cari
la
in vichieza
già
donna,
lieta
fratelli,
naturali
et
boni
Hercule,
nome
essendomi
de
molta
mi,
costu-
suo
fato
pre-
la illustre
imposto
360
et
cata
vita
la
cum
dolenti
il
magnifìcentia.
habiamo
donne
tia
dare,
certo
Lucretia
che
il
populo
li
intra-
et
ordine
virtute
et
duncha,
de
infra
insignire
de
pru-
illustre
questa
l'altre
benivolen-
Gvnevero,
participarà
ne
cum
pompa
nero,
il nostro
gene-
corpo
recordata,
per
honore
et
son
La
honestate
et
donna
morto
a
la
figliuoli,
tanta
grandissimo
cura
dentia
de
il clero
vestito
venirono
illustri
funebre
et
Tutto
Ferrara,
unctio-
permutò
perdita
exequio
convenia.
di
Li
morte.
honorarono
quello
extrema
devotione
la
per
trice,
li
la
grande
cum
ne,
de
uncta
quale
la
cum
Estense
dente
pru-
prima
sua
,
nepote
nera,
de
la
de
defonta
la
memoria
benigna
Rizarda
de
lei
ava
,
da
paterna:
io
feci
più
nereza
sua
lo
nepote
fìffliuolo.
la
quale,
antedecto
fu
cara
te-
cum
obsculata,
figlia
che
tempo
presente,
volte
et
nel
del
come
duca
361
De
3h
Francesca
Bruna
de
Ar lenti
li
Bolognese.
Non
lucubratione,
nostre
cieli,non
laude
la
de
mia
la
fu
fare
possiamo
la
sì
fu
amore
nigni
be-
debita
cum
dolce
consorte",
di
invito
per
de
queste
a
agiungiamo
virtù
vero
che
memoria
in
perchè
intera
lei
fede
del
,
matrimonio,
il che
per
virtù
laude;
et
amatrice;
fu
el
sì
perchè
et
sì
tute
dare,
che
et
sì
da
ancora
teneramente
tanto
ctissime
lega
havendorae
vivendo,
fianco,
in
el
ornare
per
lei
fu
sacro
veduto
gloria
da
per
de
vir-
per
Gy-
nostro
perchè
mi
a
dovesse
sempre
amato,
del
lettere
le
state
sono
poca
non
de
perchè,
al
debbe
de
afaticai-e
quale
nevero,
fu
sperone
donne
questa
meritamente
splendore
ingegno
quelle
che
in
continuo
mio
hoggidi
rara,
levata
castità;
conservata
trovandosi
sancta
essere
la
et
vato;
(Riser-
fui
lei
le
san-
matrimonio,
finire,
et
in
362
fusse
modo
che
stato
sarebbe
se
,
,
disposta
credo
medesima
quella
a
,
medesimo
et
morte
animo
manco
cum
tempo
et
non
fede,
che
moglie
de
pietosa
Paulina
Pompea
facesse
et
;
,
Lucio
Seneca
Anneo
del
preceptore
,
crudelissimo
lei
volse
le
bestiale
et
tepida
la
ne
Et
quando
restata,
certo
son
mio
basso
perdonata
secundo
spesa,
et
de
le
mio
el
de
Mausolo
de
a
rare
hono-
exequio
cum
non
manco
Artamixia
re
vivo
andò
né
di
corpo
et
facesse
r
tanto
force,
sue
non
,
che
moglie
el
faticha
a
terreo
sepulcro
amore
fusse
me
aeternamente,
nome
haverebbe
rito.
ma-
suo
honorare
per
,
incise
col
doppo
pur
che
;
acqua,
insieme
morire
vene,
Nerone
et
regina,
che
Caria,
de
li
che
morto
,
fece
fare
del
proprie
laude,
mie
sarò
le
mondo.
cose
da
Se
io
stri
mae-
gloria,
septe
celebrare
essere
illustri
tanta
de
infra
numerato
de
mane
sepulcro
uno
fu
le
per
che
rabile
mi-
cose
duncha
le
vera
cum
sot-
excusato
,
363
topoiiondomi
perliò
censori,
crepatione
et
che
difesa
la
a
di
quella
cimi
ad
vorano
denti
pru-
pia
in-
penitentia
,
mio
del
humano
Questa
mia
Francesca,
in
che
la
citate
nostra
antiqua
et
privilegii
di
quilli tempi,
de
la
Fu
Phjlippo
re
de
Franza.
fu
de'
Megivilani
La
pudica
la
regii
de
Carolo
lei
de
matre
glie
fami-
Bargelini
et
lognese
Bo-
nobile
da
et
et
in
famiglia
sua
perillustrata
et
da
essendo
altro
aetate.
sua
ni,
Bru-
integrità
studii, quanto
de
nome
Carolo
de
fioritte
giovene,
li humani
de
hebbe
consorte
figliuola
homo
molto
peccato.
,
in
dare
fu
me
anni
coniuncta,
xviii.
maritare
et
fortima
de
bona
ad
di
me
loro
et
;
et
bene
intendea
de
femina
de
aquisite,
l' animo.
coudictione
come
richeze
et
sì
bone
essere
Ma
de
poterono
volse,
non
non
la
più
lei,
ma
conscientia,
erano
beni
de
a
polcella,
parenti
homini
Costei
nostra.
vergene
suoi
Li
le fortune
non
cita
la
sì
chè
per-
quilli
tali
perchè
in
virtute
intendendo
364
in
torsi
et
me,
virtute
essere
li
li
dispositione,
se
il
exiguo
contradicea
che
solamente
quale
stato
et
homo
ad
copulata
la
a
vivere
non
honorevole
non
,
chi
a
satisfacea:
marito
per
mio
ha-
,
argomentando
sua
in-
1' animo
altro
al
guardare
senza
era,
non
subito
aplicò
ogni
sopra
che
bontate,
et
disolubilmente
verme
assai
più
potea
sere
es-
felice,
sendo
es-
tute
vir-
de
bone,
ornato.
Ringratiando
che
dico
donna,
Dio
del
di
beleza
de
fu
tanta
assai
diocre.
me-
occhii
bellissimi
dui
Hebbe
dono
,
pieni
che
bruna
virtute,
Dio
Ma
mana
mente.
laude
ringratiava,
de
Dio
ogni
nifìcentia
la
le
a
honesta
intendea
opere
sue
dolce
de
1' hu-
a
la
tribuita
per
fugire
el
vanagloria,
perchè
da
laude
et
procede,
gloria
et
non
sto
pre-
pomposa;
quando
cibo
come
più
de
né
vana,
laude
tribuito
essere
et
fu
piacere,
havea
ben
fu
biancha;
Non
grandeza.
fu
honestate;
grande
de
per
per
sua
le
cato
pecesso
mu-
no-
365
stre
quando
ma
raro,
prudente
le
et
polita
la
sua
in
benigna
exercitio
fu
Fu
de
la
ricevere
sua
cum
rende.
me
in
virtuosa
lo
guber-
iocunda
parenti
dere
ve-
ne
discreta
et
casa,
li
ancora
curiosa
assai
donesco,
natrice
che
cose;
odore
Non
remota.
ornata
ornamento,
et
memoria,
feste.
in
le
erano
Era
parole.
tutte
Parlava
parlava,
pur
sue
politeza
Era
dobiamo.
reputare
opere
et
grata
amici
et
in
,
forma
che
falcone.
Havea
legere
li versi
voluntiera
de
devota
Quando
pervenea
de
volea
l'aqua
peccato,
vivande
natrice.
donna
conscientia.
lucro
qualche
dicea
me
Fu
bona
mane
li libri
de
guardasse
me
non
,
fusse
cundo
de
lei
hystoria,
sancti.
et
audire
legea
et
lingua,
parere
in
naturali
de
et
le
a
assai
Virgilio;
materna
spirituali
molto
facea
piacere
Plinio
in
posto
ucellino
uno
le
et
perchè
il pane,
Se
substantie
dolca
che
presto
le" delicate
conscientia.
contro
sue
più
alcuna
fu
Se-
elemosivolta
non
366
roba,
havere
poveri
de
liberalità
fuori
de
amici,
fu
una
et
femineo
;
li
fremire
potente
che
Dio
denti,
in
la
proprii panni
li
et
fu
Lei
avanza.
che
et
a
di
et
vestendone
le
zelle
don-
et
che"
quello
poveri
che
mai
per
viventi
li
et
la
penuria
la
et
sera
li
piangere
pane,
ricordava
il
giorno,
la
nocte,
il
,
non
morire
do
la
fame)
et
dare
gri-
fanciulli
poveri
adimandando
citate
o-
richi
del
se
audiva
fu
che
penuria,
(se
tosa.
pie-
citate
sinistro
tanta
specialmente
molto
nostra
haveano
et
mia
pompe;
cosa
natura
grande
da
pressa
de
la
Quando
per
ha-
li loro
liberale,
de
de
,
,
per
in
donne
nudi
glia
do-
quale
mondo
spogliarse,
costumate
et
povere
del
per
vane
al
et
lei
dispretio
facto
munifice
essere
vidi
et
gloria
et
In
natura
felicità
loro
parenti
Dio.
le
femine,
haverebbeno
gratia
più
la
disordinati
ornamenti
per
spesso
avare
posto
veano
li
li
et
sexo
munificare
per
pane
pietosa
,
consorte
se
facea
chiamare
in
368
che
parea
al
Venne
de
de
Di
li
giovassero
li
theologi
de
ligiosi.
re-
vita,
sua
per
figliuolo, havendo
uno
anni
compito
aetate
sua
dam-
confessato.
li
termine
abortito
bavere
fusse
non
poco
iustificati
conforti
vixe, grande
ella
essersi
non
per
che
che
dubitando
melenconia,
nato
fin
hebbe,
dolore,
xxxiii
,
gli occhii,
le
al
arme,
ultimo
lingua,
el
victorioso
De
questa
intelecto
venia
et
gratia
et
sano
mercede
et
li
parenti
absente
auxilio
chiamare.
lesù
bona
la
suo
che
exaudita,
a
ciascuno
et
cum
dimandò
lingua
presente
amici
in
se
,
,
ciascuno
Dio
conservasse
in
di
fu
tutte
pregando
potesse
nome
serasse
chiesia
sempre
spirito
ciò
a
prima
la
de
prese
sacrate
fin
Ma
giorni.
sexanta
cum
de
stato
li havesse
lei, virginale
offesi.
o
iugale,
con-
quali
Infra
,
essendoli
donna
venuta
de
religione,
Andrea
grandissima
et
cara
Beatrice
visitare
ad
coniunta
Bentivoglio,
alciò
liberalità
del
li
et
conte
languidi
369
occhii
disse
et
,
benefìcii
receputi
la
per
da
gratitudine
di
donna,
et
tanta
visitatione
caritevole
che
se
,
in
andava
essa
Dio
quente
ad
ctione
documenti
le
la
prie
pro-
denari,
a
benedi-
sua
figliuoli,cum
confortato
et
se-
obligationo
dato
li nostri
a
il
alcuni
alcune
havendo
garla
pre-
Poi,
cuna
Dio
per
salute,
lei.
havendo
date
et
de
per
giorno,
satisfacto
Dio,
luoco
sempre
mane
et
per
,
optimi
Angelica
,
,
prima
nostra
desse
li
a
gliore
figliuola,
stato
disse
il
quale,
de
sjmbolo
Detto
me-
et
fede,
nostra
lei,
de
che
che
trovare;
la
rechesta
renclu-
se
Dio,
potea
non
per
aiutai.
de
serviti!
che
1' hebbe
dire
glielo
natamente
affan-
ben
,
,
li
poco
quieta,
spiro,
la
mancharli
per
spiriti vitali,
et
misse
poi
dicendo
:
anima
sua
«
stette
!
»
a
poco
alquanto
profundo
uno
Oimé
che
a
Il
intorno
su-
de
patre
gli
era
,
disse:
«
0
che
habiate
che
è
madonna
paura:
misericordioso.
,
Francesca,
sperate
»
el
in
Respose
pare
Dio,
lei
370
suspirando:
è
Dio,
in
io
ma
perchè
paura,
Et
poi,
la
misera
gli
funebre
al
honore
sepulcro
che
così,
mandai.
beate
La
che
orando
che
dolcemente
lei
virtuosa
che
nostro
claro
fu
fu
fama
de
la
vive
ancora
Gynevero,
donne,
in
affectione
in
questa
anima
il
vita
come
acesa
fra
innostro
da
lei
pre
sem-
de
infrascripta
numero
forma.
la
na,
don-
honorare
per
nel
possibile,
repossa
observato;
de
quello
cum
per
tanto
sarza
gloriosa
sua
se
,
Gjnevero,
de
fu
mi
re-
singulti.
Maria
a
iudicare
possiamo
de
corpo
et
sieme
in-
me,
coniunti,
et
de
»
lassò
et
suoi
pianto
honore
le
vita;
la
vada.
me
invocando,
Vergine,
beata
de
paura
l'honesto
ad
biancha,
speranza
dove
so
altri
de
vestire
mia
pur
dolente
pieni
Feci
ho
lesù
et
stamo
la
non
spesso
cum
et
Tutta
«
el
de
le
371
32.
el
bel
Havendo
de
illustre
la
la
me
pare
non
de
sione,
reprenfaticha
petua
per-
do,
viven-
ancora
manifestare
al
una
di
degna
quale,
.instituito
nome
na,
madon-
scilentio
sotto
donna,
de
parso
gratiosa
passare
la
è
mia
degno
nostra
laude;
mi
a
unica
et
celebre
splendore
et
donne,
felsinea
nostra
facto
virtù
inconveniente
inperfecta,
tace.
se
Gynevera,
et
presente
duncha
preclare
molte
al
nome
noi
memoria
che
quella
De
il
suo
fonte
sacro
de
,
quello
che
gene
figliola
de'
possedette
del
re
la
valorosa
ver-
Metabo
regina
,
,
Volsci.
Il
che
ben
dunque
nome
,
sia
de
molto
splendore
mi
a
non
,
altrimenti
piace
a
fine
la
beato;
insito
dal
fiorente
può
se
che
ancora
da
suo
non
explicare,
natura
nascimento
aetate,
1' homo
costei
et
qui,
triumpho
fin
chiamare
habia
celeste
fin
il
perchè
proprio
privilegio,
in
de
la
sua
gratia,
372
de
fama
nome
victoriosa
tarà
al
existimo
palma,
por-
ne
triumphando,
cielo.
Se
debbo
dunque
per
origine
donna,
egregi!
de
li
,
Così
continentia.
et
honestate
pudicicia
,
,
de
magnifica
et
in
de
la
Lei,
republica.
tutti
nostra
lustre
il-
sempre
de
circunspecta
nata
è
sangue,
dignitate
et
questa
decorati
parenti,
honori
che
sapere
rale
natu-
una
,
et
et
in
et
beate
bianchi
più presto
gratia,
spacioso
natura;
la
neri
et
naso
beleza,
quale
dentatura,
perle
che
,
Li
de
procede
virtù
et
de
sua
neri,
che
occhii,
belli,
sono
el
cum
;
con-
suoi
honorando.
et
più presto
La
che
molta
perita
che
reverendi,
cigli
carne;
et
degne.
son
de
exercitii
digni
donne,
quelle
versatione
a
li
honestate
pieni
scientifica
muliebre
de
costumi,
eximii
de
gratia,
de
belleza,
serena
fronte
Biancha
perfìlati
bocha
da
propria
proportionata
estende
celeste
colore
da
de
la
per
state,
hone-
che
mortale.
de
orientale
perfectione
373
del
li
fiato
el
ha
stomaco
olente.
honestà
cimi
honestissimo
velo
prudente
et
et
rose
Il
che
casto
suo
recolto,
ma
et
raro
che
le
viole
cum
parlare
cum
timento
sen-
parole
suo
che
et
Il
coperto.
dolce,
assai;
rono
del
,
fano
pecto
sanità
et
capo
pa-
farebbeno
per
,
virtute
humiliare
riso
casto,
suo
rosati
troppo
et
soavità,
et
un
al
colore
de
è
dolcire
magnifico
de
tanta
non
gratia
che
virtuose
mane
quasi
simigliante
L'
eburneo.
Il
l'asentio,
Le
potrei.
pingue,
poco
è
suo
l'ornamento
cum
da
crudele.
core
labri,
noi
scrivere
un
il
andare,
stare
summisso
ma
per
,
honestate,
proprio
che
parla
et
mansueto,
la
vede
et
discreta
et
iocunda
li amici
ornati
et
El
gusta.
humano,
et
suo
di
nel
parenti
ne
li
proprio
cibarse
rale,
libe-
recèvere
suoi
prestantia
chi
grata
receputi,
affabile
Il
grave
divota,
Lei
benefici!
ogni
de
scilentio.
beatitudine
cum
di
religione,
de
cum
honesto,
conversare
dria.
habito
cum
conviti,
legia-
et
è
cum
374
modestia,
grande
temperantia,
scilentio
la
vede
maniere
quando
el
sione, corendoli
Come
viso.
timida
et
animo
se
lei
stato
et
sarebbe
non
excellentia
et
de
state
credere
come
la
et
tene
de
spesso
del
suo
minor
che
forsi
virtù
la
siano
se
narrato;
che
la
le
più
et
al
magnifico
vertà
pote
vol-
prestantia
come
lei
ne
non
inpossibilità
per
et
core,
virtù,
habiamo
doglia suspirato,
Dio
a
de
generosi;
potuto
quanto
secundo
et
fortuna
et
minio,
do-
pudico
suo
scarsa
sepulto
per
ver
habiuto
debbo,
se
li animi
ludico
fortuna,
che
gegno.
in-
stra
demo-
parte
havesse
fama,
molte
gnosa
vergo-
onde
stata
tili,
gen-
prestante
molte
del
generosità
li animi
ha
generoso;
affermo,
bianco
al
infamia,
de
in
oflfen-
alcuna
de
pudibonda,
Certo
alteretia,
sangue
costume
lei,
la
de
gnifiche
ma-
ciim
honesta
sdegna
se
et
piacere
Dimostra
exemplo.
singular
dolce
piglia
ne
chi
che
politeza,
et
brietà,
so-
mondo,
animo.
opera
ha
ha-
fare,
gna
de-
376
Ma
costumi.
chi
a
dico,
ben
per
che
felice
sorte
come
sempre
Questa
donna,
,
vive
in
moralmente
tiera
maxime
la
ode
fama
honore,
li
veneno
voluntiera,
devoti
divini
che
fervore,
lei, in
piglia
mente
chi
laude
loro
viduili
le
la
vede
Veste
et
in
fogie
et
riosa
glo-
li ofcum
dolceza
cum
principe,
summo
in
Dio
la
gusta
exemplo,
l' hano
de
messe,
Dio
de
del
effectuale
dilectione.
panni
verbo
et
Ama
sancti
1' officio
Regina;
casa
dabilmente
commen-
luochi
li
come
la
de
guberna.
Dice
cieli
di
ficii
visita
templi.
che
parlari.
conviene,
et
rege
et
cum
lasivi
et
lei
a
donne
mondo
oportunità
che
quello
volun-
gentile,
al
disonesti
et
ligiosa.
re-
religione. Fuge
et
faconde
come
quelle
viveno
et
dine
solitu-
cum
cose
de
cto,
fa-
ha
intende
et
gloria
state
de
tocharà
molto,
atentione
cum
sono
et
renclusa
casa,
Lege,
in
lui,
co-
donna!
tanta
Le
beato
et
la
cum
reverentia
grande
honeste,
et
politcza
et
il
377
el
et
capo
veli
afflige
donne.
le
Non
lauda
non
inclinano
se
li suoi
de
de
satisfare.
Costei,
cita
Oh
li
a
nostra
se
fu
quanto
che
lacte
il
noi
de
celesti
portóe,
le
de
che
tu
la
suo
pupe
sangue
honestate
fulgori
patre,
quanto
consigli
che
meglio
che
et
se
a
dureza
de
è
circunspecta
nostri
la
in
tempi
,
trovare.
possa
quella Margarita,
tre,
fidali
virtù
che
apetito
ultimamente,
et
credo
quanto
suo
ostinatione
bontate
tanta
alcuno
obedire,
per
:
scelerate
et
dicendo
prudentemente
medesima
virtute
donne,
li
coniunti,
Ama
quelle
a
li
de
de
et
impudiche
ostinatione
per
è
de
fogie
et
vedere.
può
non
sum-
lisamenti
costumate
persone
se
li
bri
lugu-
li
portamenti
et
artificiati
visi
le
et
lasive;
et
vane
de
Desprecia
coperto.
habiti
ptuosi
fronte
venerando
felice
de
ventre
pudicissima
sua
quello
et
che
seti
et
femineo
sexo
!
0
tenuti
il
per
nobilitato,
illustra
ma-
castissimo
sorbite,
ha
il
il
fra
cum
matre,
et
Dio
et
a
378
a
che
natura,
la
infinite
festa, rendendone
carissima
patria
lei
A
nore.
felicità
se
sua
che
donne,
desiderate,
marito
virtute.
Voi
sia
ve
la
ciascuna.
vita
inhonestate
in
ad
la
gratia
et
né
tanta
fa-
donna,
iocunda
et
misere,
vivete,
pensate
de
casta
voi
Et
duncha
molesto
pigliare exemplo
fa
(exiniente
conve-
fama
honore,
non
intiera
copulata,
de
ho-
et
per
essere
Re
nostra
gloria
manca
mondo),
ad
al
la
a
de
fatene
et
gratie
et
rende
non
non
al
stendo
voi
ad
perchè
superno,
che
dotati
figliuola ! Alegrativene
tanta
ticha
habia
ve
lasivando
che
sione,
confu-
vostra
vita
de
costei
de
,
in
che
laude
vita
questa
celebrata.
La
de
ornamento
è
opera,
regno
et
facta
già
là
donde
triumpha;
li
nostri
pudicamente
quale,
la
ingente
cum
ad
citadina
che
così
del
animi
uniti,
piaza
insieme
che
sua
furono
divina
tuo
perpe-
Gynevera
nostra
sempre
,
principe
come
è
celeste
iubila
se
lo
a
cum
terno
ae-
lei»
sempre
Maiestà
379
contemplando,
beatitudine
degustare,
del
mano
tanta
possa
per
il cui
al
desiderato
et
rami
in
cuni
odorifero
nostro
gloria
Gjnevero;
conducto
liavendo
amore
,
la
porto
carica
cymba
,
le
de
gratiose
nostre
mandaremo
ad
vada
trovare
che
donna,
in
nome,
in
a
dove
tia,
argento,
in
vero,
andrai
fede,
de
la
non
segno
ad
de
Sforza
vadi
de
de
et
amore
a
nome
Bentivoexcellen-
sua
de
trovarla,
cita,
ad
ornare
se
del
illustrata
che
presentì
se
Madonna,
Gynevera
te
non
che
perpetuamente.
stare
opera,
glio, prima
odorifero
suo
l'opera,
excelsa
debbe
de
eterno
de
la. mìa
debbo
forma.
questa
mia
0
la
del
gloria
ne
excellentissima
quella
Instructione
33.
che
opera,
perpetuamente
possedere,
co,
finita
la
a
fatiche
'
né
auro,
fronde
leticia
di
et
Gyne-
pace.
adcompagnata
di
Belpogio,
Poi
de
fuori
speranza,
palazo
de
de
non
380
iocimdità
poca
vaghi
sopra
del
prestantia,
et
ameni
et
colli,
Apenino
monte
situato
in
la
là
dice
ra-
donde
,
in
de
compagnia
molte
desiderio
cum
trarai
ne,
don-
generose
te
nel
prima
,
Tu
aspecta.
bel
cortile
en-
cinto
de
,
alte
trovarai
alto
le
sono
bussi
et
gyneveri,
giardino.
Poi
de
facti
scala,
fia
quanto
odorifere
li varii
cum
in
el
herbe
de
come
pietra
lauri
bel
un
dieci
gradi
viva,
larga
pervenirai
et
palazo
rin-
fructi,
ascenderai
in
quale,
estivo
tempo
et
dove
che
la
viva,
del
vaghe
ivi
che
fabrichato,
acqua
nutrimento,
frescha
castello,
uno
fonte
uno
scaturisse
per
et
de
come
mura,
,
sotto
la
quivi,
sotto
mano,
la
ferro
sapientissima
logia,
logia,
le
;
verso
sinistra
mile
si-
altre
a
grande
non
et
overo
overo
tre
gabiate,
donna;
a
cinque
fusse
non
alato
mano,
de
sopra
pra
so-
pietra;
rossa
questa
seguente
colomne,
dextra
de
sotto
firmata
firmata
quello,
colonne
octo
se
do
logia
fusse
quella
la
nestre
fila
par-
3«1
di
te, dove
è
Hercule,
che
fuori
in
glia
scale
del
pogioli
nelle
de
facie,
dove
quivi
se
tia,
el
et
le
ne
convirebbe,
perdonarmi,
potuto
;
et
amore,
tua
compagnia;
gendoti,
loco
la
de
spesso
la
mia
Se
trovarai
le
lei
a
adorne
se
la
per
acceptare
la
trovarà
inpotentia.
vir-
clemennon
quale
de
gran
meglio
speranza
cendoli,
di-
ornata
sua
digni
che
le
poni,
sei
a
stasene.
reveren-
te
non
che
la
et
fa
dignase
ma
ella
mane
se
tute
monti
citate.
de
tempo
sue
splendore
octo
lepidi rasionamenti,
vedrai,
la
quel
r
la
in
che
tia
tutta
una
in
et
et
in
pra
so-
colom-
fructiferi
overo
rechedendolo
Come
tondi
fusse,
le
lei
li
sedere
camere
montarai
trentasepte
non
sala,
tra
1' al-
bentivo-
arma
vede
piano
ancora
in
0
de
perbamente
su-
ne
trovarai
et
pietra,
rossa
el
et
sforcesca,
palazo,
li
cum
1'
cum
divisa
et
tiene
tronche,
scudo,
fiero
uno
mano
una
uno
uno
pincto
che
fede,
in
sono
virtute,
sincere
Son
ho
lein
certo
382
dolcemente
alhora,
che
de
costume
te
li suoi
io
Ma
thesori,
possa
lei,
donne
lei, dicesseno,
perchè
altra,
defonte,
di
de
bassa
or
de
cum
ho
facto
de
quella
altra
vente,
vi-
fortuna,
alta
tù
vir-
degna
cum
reverente
cum
che
responderai
de
sarano
non
et
alhora
viveno,
vivere
quella
et
honestamente
che
che
de
sieme
in-
alcuna
overo
questa
et
fra
in-
aciò
sempre
quelle preclare
or
forsi
et
volte, ponendoti
se
memoria
me
co-
natura,
venuta,
cari
più
come
contento.
ben
molte
oscularà
benigna
sua
la
sii
che
dirà
ridendo,
de
dire
ar-
tutte
non
,
habiamo
terminato
vesse
ne
possuto
haverei
laude,
et
sapere;
celebrare
de
ogni
recordate
le
stato,
molte
io
se
vivente,
debita
cum
de
ha-
la
nostra
citate.
Come
sarebbe
famiglia
felsinee
de'
Elysabetha
clara
consorte
infra
già
chetti,
Bian-
1' altre
de
Lodovico
,
Bentivoglio,
tricio
cavaliere
prestantissimo,
et
conte
che
è
et
pa-
pervenuta
384
reverentia,
de
gno
virtù
sua
et
Haverei
fu
nel
facti; quanto
viduile
sancte,
ha
afflicti; per
la
parole
li
conscia
et
sono
coniugale
et
carità,
et
cum
de
a
è
dilecta
la
illustre
cosa
compagna
laude;
mostrata
sempre
qual
ha
quanto
di
degna
è
effectual
quanta
et
gliuoli
li fi-
che
nome,
stato
claro
Bentivoglii
stato
pudico
consequito
nel
Malvezo,
adoptione
per
Cleofe
del
consorte
Mattheo
cavaliere
quella
religione piena,
de
che
merita
recordare
saputo
Zoboli,
di
cusì
bontate.
sua
donna
vedoa,
che
madonna.
Haverei
de
saputo
felicità
quanta
de
tute
le
integerimo
de
illustre
Lucretia
de
Florio
et
doctore,
da
de
vir-
Fosca-
la
et
dolceza
questa
virtuosa
costumi
nestate
le
sono
mane
consorte
rara,
recordare
ancora
la
Nave,
ho-
sua
le
de
,
prudente
Et
haverei
molto
parole.
presso
recordato
cara
al
la
nostro
sincera
Gynevero,
donna
fede,
A-
385
lexandra
Zenzanina;
servantia
in
de
de'
moderni
in
Baviera,
in
et
Haverìa
la
Ludovico
da
la
prudentia
egregii
prediti,
Haverei
tolleranza
de
de
bolognese
Romeo
et
magnifico
de
Pepuli,
et
che
ma
for-
tal
stra.
no-
grande
la
fuori,
et
Elisabetta
tonio
An-
de
del
gloria
già
prestante
;
omne
cum
consorte
patricio
la
città
la
Bentivoglio,
nome,
de'
la
memoria
dolce
Galeazo
in
dentro
civile,
la
de
governo,
li afl'anni
seditione
figliuola
de
li
poco
mentuare
bon
et
cum
de
non
siano
altri
che
saputo
honestate
le
bontate
credo,
virtute
de
Pietro,
fecundità
la
stante
pre-
patri-
et
la
perchè,
prestantia
del
san
figliuoli, quali
honorano,
per
muliebre.
Castello
et
vale
quanto
cavaliere
Antonia,
consorte
et
recordare,
et
che
quilli tempi
a
virtute
saputo
doctore
;
tile,
Gen-
figlia
principe
physici
ob-
de
modestissima
parlare
cio
la
cum
Gynevero
esso
vedoa,
fu
et
de
de
doctore
lei
in
,
386
del
laude
belli
cinque
pudico
suo
ventre,
figliuoli,dui
maschii,
rissimi
conti,
grande
honestate
et
sono
ornamento
de
stato
fatica
che
tuti
et
femine
tre
sono
de
cla-
vedoe
optima
de
fama,
la
stra
no-
citate.
Non
sarei
me
recordare
la
et
honestate,
in
lo
volentia
de
et
et
nel
a
cita
de
ha
li
ha
il buon
nel
cum
quanto
quella
che
doctore
fratelli
et
nome,
quello
per
beni-
del
rito,
ma-
Roma
tato
reporgoverno
stato
gale,
coniu-
laudabilmente
animosi
figUuoli
spale.
Ancora
la
de
glie
mo-
sincera
la
sempre
viduile,
le
in
campagna
habiuto
et
li valorosi
quanto
optimo
ha
magnifico
vendicò
se
del
nata
Bentivoglio,
Albergato;
virtute
grande
Lucretia
quondam
Ludovico
in
de
mansuetudine
reverentia
Ludovico
del
et
la
et
marito,
cavaliero
sua
singulare
ancora
honestate
munificenza
haverei
et
verso
saputo
la
carità
il
recordare
grande,
prosimo,
cum
et
la
387
in
affabilità
del
reza
li
de
core,
del
moglie
virtutc
s'
donne
Haverei
Elena
affine,
dino,
porto
che
Bentivoglio
se
del
denari
et
usi
vita
del
in
pecto
fuori
che
che
de
quella
nostro
lei
et
subito
ornamento
de'
bracio,
per
la
et
rustici,
dare
guardavano;
gliò
pi-
alquanti
al
in
et
menando
et
cum
porta
li
pessima
lutuosamente,
vilanela,
una
seco
per
tina
serpen-
la
al
cesto
uno
rile
vi-
quando
la
calciata
similmente
usò
per
vestisse
et
capo,
le
arte
panni
mia
acuto
de
sapea
li civili
depose
de
marito,
principe;
cora,
an-
Goza-
lui
in
coniuratione
et
novella
sinistra
lingua,
Pino
efficacia
el
salvare
volere
dirai
animo,
astutia
et
parole,
stre
illu-
donna,
de
de
la
de
per
l' altre
questa
vale
et
quale
clara.
consorte
quanto
ingegno,
fu
de
nepote
nardino
Ber-
recordare,
saputo
la
la
infra
facta
e
pudicissima
cavaliere
Gozadini,
sue
tene-
cum
Gentile,
generoso
do
tante
attinenti,
fra
marito,
li
et
mati
ar-
an-
388
dando
castello,
nostro
no,
via
il
trovare
per
lui
citate,
la
presso
marito,
Lia-
ad
scontrò
et
la
per
trovò
esso
peccato.
senza
Haverei
la
mansuetudine,
de
bontate
et
del
iuncta
Zoanna
tute
de
la
cum
quanta
de
la
et
egregia
sua
valiere
ca-
vir-
la
fede;
diligentia, et
matre,
con-
splendido
et
matrimoniai
sua
stantia,
pre-
liberalità
la
Magnano,
pudica
alevato
la
Ludovisa,
gratioso
Antonio
pli
recordare
saputo
boni
ha
et
exem-
nutrito
sobole
et
de
dieci
la
stantia
pre-
figliuoli.
Haverei
del
di
de
cobo
nostro
li
morale
manco
Antonio
de'
Vernio,
consorte
fu
Ursi,
cum
fede
observò
il
diligentia
li
governo
de
la
Ja-
et
amore
et
la
curava
de
magnifico
et
quanto
marito,
Bardi
defonto,
novamente
citadino
nobile
mercatante;
buono
non
le
et
de
benigne,
signori
animo
magnifico
parole,
prompte
che
recordare
saputo
cum
vita
famiglia,
ta
quanet
il
et
li
389
buoni
de'
portamenti
benivolentia
figliastri, et
de'
suoi
nerale
ge-
parenti
et
amici.
Haverei
•laude
saputo
recordare
Loiano,
nel
ha
andare
caro
molti
Zoanne
altro
antiquo
et
sanctissimo
che
hebbe
homo
nobile
guardare
più
de
et
la
a
da'
figliastri
viduile
nome;
volse,
se
stro
no-
sangue,
coniugale
ad
che
bontate,
de'
stato
copulai^e
quando
de
quanto
per
conseguito
sima
modestis-
coniuncta
generoso
citadino
quanto
debita
cum
Margarita,
già
vedoa,
da
ancora
quali
faticha
stata
è
,
li
quanto
,
havesse
nel
li
per
reverita
et
amata
sempre
virtù
rara
sapiuto
giungere
probatissima
de
Margarita
maritata
Domenico
egregia
in
quisti tempi
a
lei,
de
na
don-
trovi.
Haverei
questa
portati,
ventre
deportamenti
optimi
che
se
proprio
et
la
già
nel
de
li
donna
una
famiglia
prisca
ancora
mercatante
Odofredi,
la
altra
Beccadella,
nobile
de
a
cita
famiglia
nostra;
390
li teneri
da
et
vechieza
il
in
marito
mandò
bracia
savie
questa
ha
se
morto
cum
le
paterne
ambedui
pietosamente
tal
cum
parole
suo
uno
in
quale
sua
aqui-
essendo
giorno
sepultura,
la
Che
uno
figliuolo,
caro
a
fama.
virtuosa
sita
in
viduile,
stato
et
fin
anni,
et
pacientia
il
superando
'
merore
,
la
cum
che
rasone,
commendatione
Et
di
femine
tute,
et
ella
alevate
tiando
doverebbe
nepoti
la
per
de
lui.
a
Che
r altre
pietate
De
haverei
fia
questo
in
faticoso
nati
dipoi,
la
vedere
costumi
et
ringrade
in
plo
esem-
cum
pudico
aetate
gliuolo,
fi-
coniuncta
li
recordare
giovenile
do
quan-
unico
gloria,
optimo
vir-
restata,
è
suo
de
una
quatro
governo
del
morte
boni
saputo
Et
pacientia,
donne,
et
quali
possare,
al
Dio,
al
restò
singulare
maritate.
bene
quindeci
de'
cum
grandissima
cum
laude
figliuoli,
ha
va.
maraviglia-
se
quanta
cum
governo
lei
de
in
homo
ogni
una
ta
quanaleva.
tronco
sua
gliuola,
fi-
svedoata,
392
pudico
tanto
in
sandra
sua
centio
Paleotto,
Et
figlie
drovando,
del
in
Grassi
de'
relle,
so-
Nicolao
Al-
Sala
Antonia
matre,
jur-
venuste
Camilla
maritata
già
noranda
due
patricio
de
et
pudicissima
una
le
Vin-
de
illustre
nostro
de
Ca-
cum
figlia
compagna,
consulto.
r
Et
nome.
loro
Elena,
et
la
famiglia
1' altra
et
hola
ne
,
de'
famiglia
Zanchini
notabili
catanti.
mer-
,
Et
maritata
in
fìano
viduile;
infra
donne
de
voglio
longo
in
al
haverei
nostra
tia
nella
le
stato
de
quella
al
Augustine
Quale
non
porto.
fuori
viverite
il fiero
Maloxello,
le
mie
dirai
che
come
animo
il
et
nostra
Pogio,
cita
la
de
ancora:
Angelina,
Rognatico
Pur
non
essere
de
nave
recordato
de
sarebbe
disiato
nobilissime
per
la
gio-
sanctità
la
altre
narrare,
condure
de
citate.
nostra
più
fatiche
io
la
miglia,
fa-
felsinee
l'altre
molte
de
già
Zanchina
spechio
uno
et
Bianchetta,
prefata
la
che
vene
Gentile
de
astu-
vila-
moglie
quale,
essen-
de
393
do
incarcerata
de
in
citadino
rasone
de
lui,
pose
loco
suo,
in
ad
infirmò
volea
al
vene
carcere
ad
portare
nel
il
per
elio
in
fece
lo
Angelina,
che
et
in
el
ad
venne
tolse
gubernandolo
le
de
fece
una
mera
ca-
guardia.
de
moglie
lo
lo
superiore
la
cum
de
noverca
figliuolo,
et
poro,
stino
Angu-
incarcerato
gubernare;
la
se
che
lo
se
quella, donanti,
de
vore
fa-
al
sinistro
per
et
nire
ve-
per
figliuolo
:
casa,
tempo
Pogio,
incarcerato
morisse,
non
gliuolo
fi-
del
consiglio
per
dubitando
chè
per-
debitore,
Et
actore.
in
dcmonstra-
essere
gravemente
actore,
difensare;
lo
lo
de
figliuolo
havea
Bologna,
suo,
parte
el
non
Augustine
certa
tenuto
quietanza
certa
specta-
per
havea
potersi
potea
come
che
Ferrara,
Angustino
tia
instan-
ad
Canale,
carcere
per
de
Di
di
bestiame
esso
per
del
Hieronymo
bile
re,
Ferrara
mira
et
quanto
,
era
la
camera,
distantia
dove
da
era
le
el
finestre
de
figliastro,
sin
la
a
394
terra
vedendolo
et
;
lui
che
di
sospecto
fuga,
Et
la
facesse
una
navicella
luochi
laqua
le
le
sotto
il
era
fensata
da
così
mira,
brazo,
de
casa,
scala
li
et
cum
polastri
portello
paglia,
deputati
per
spectasseno;
la
che
fusse
dove
et
la
a
nocturni.
comprò
se
andava
tolta
la
al
cesto
uno
duo
et
ova
di-
potea
secundo
in
migli
fa-
camera,
ordinato,
perchè
sopra,
la
quatro
de
lungho.
il
Bivi-
inpedimento
lei, questo
che
mandasse
li viandanti
per
dui,
incogniti
tempo,
figliastro,
capestro
uno
da
rara,
Fer-
liberarebbe
finestre
qualche
intravenire
Et
al
nocte,
di
Raynaldo
compatre
ordinata
havesse
mura
che
che
berare.
li-
marito,
per
valle,
fece
Et
al
fusse
menata
suo
dove
le
menare
de
figliuolo.
lato
più
volea
nocte
seguente
sapessero
lo
dire
a
a
che
et
havesse
lei
che
mandò
che
la
ninno
perchè
gravato,
fortemente
mostrasse
se
li disse
migliorare,
quilli
lei
de
la
la
de
guardia
andava,
para
non
so-
affannata
395
suspirando
del
avanti
terra
el
Raynaldo
et
de
porta
in
il
aeterno
che
ancora
la
io
sarebbe
come
lo
mento
salva-
a
volando.
clara
;
che
de
principi
oratione
signori
liberare
el
le
suo
bilità
de
lei
amici
in
casa,
in
et
in
cum
gare
pre-
continui
oblatione,
Dio,
a
et
marito;
recevere
liberalità
et
,
cum
cavaliere
dilecto
dustria
in-
magnati
carcere
magnifico
spuci,
animo,
,
voti
de
Benei
de'
adoperò
se
citadini
et
Catherina
tanto
,
suoi
dato,
recor-
famiglia
cum
fatica
et
haverei
stato,
splendida
fiorentina
cum
et
facta
è
aperto
cum
giunse
se
lei
et
fu
navicella,
costei
migli
fa-
nome.
Dirai
de
gioso
deputati
scese
Bolognexe
che
calò
subito
come
la
nocte,
Bivilaqua,
Ferrara,
in
figliastro
li
a
desse
cre-
la
Et
ore,
figliastro
poi drieto;
Per
tre
ti!
servi-
altri
che
male.
do
lì
per
aciò
ben
giorno
de
la
casa,
figliastro,
stesse
in
la
per
de
lo
Pietro
et
li
per
lio
exiVe-
la
afta-
externi
grande.
396
Dirai
che
ancora
consorte
Rosano,
singulare
la
lassando
del
morte
del
salute
stitia
et
nato
et
animo
li
per
ne
andò
volando
Gabici,
anconitano
lei,
li
ha
temeano,
castello
de
Turchi,
Di
per
gliuoli
fi-
menando
che
porto.
li
quanto
cum
de'
Turchi
iu-
gubera
el
la
per
sbigotito
refranchato
et
et
arme
era
se
quanta
verso
quale
cum
forteze
cavallo,
invasione
certa
fu
de
d'
gente
in
porte
fìdelmente
ad
usa
le
a
cum
marito;
a
per
quello
salvato
le
lo
et
care
non
merore
1' altre
a
prudentia
munto
seco
et
et
fus-
et
;
provide
stato;
del
quelle
dal
marito,
citate,
la
lei
de
prudentia,
occupare
de
signor
et
viduitate
et
rino
Ma-
quanto
quanto
animo
quanto
de
Pesaro,
honestissima
sua
de
Constantio
de
virtù
et
stato
principe
ornamento,
marito,
tanto
et
di
eximie
le
figlia
già
principe
Sforza,
seno
Sesso
di
duca
de
Camilla,
de
dire
oblito
sarei
non
de
paura
giunti
che
el
la
venuta
fugirono.
Et
stello
ca-
la
397
callidità
prudente
del
in
pigliare
chalino,
dal
Dirai
nentia
victissimo
la
del
excellentia
cum
quanta
suoi
citadini
la
nuntiata
el
duca
Dirai
de
de
de
del
subita
Victoria
sorte
con-
in-
et
et
ingegno
suo
la
gnità
benisia
quanto
viduitate.
felicità
divi
la
Che
essere
parenti;
morte
et
de'
gratia
et
portò,
se
lice
fe-
arme;
cum
prudentia
receputo
gloriosa
la
et
cum
fu,
come
doppo
Urbino,
sua
estende
veramente
tempo
del
costumi,
la
ogni
Malatesta,
nobilita
de
conti-
figliuola
de
parlare;
ciuto
ta-
et
in
habiuto,
Ruberto
li suoi
nata,
haverei
non
imperatore
sia
quanto
Bu-
responsive
honestate
duca
de
già
valoroso
Turco.
che
ha
Fedrico,
de
cum
Elysabetha
stato,
et
venia
ingente
re
ono-
per
christiano,
nome
del
grande
che
tenne,
nuntio
ancora,
la
et
el
che
lettere
del
et
papa
che
quando
del
gaudio
hebbe
de
del
li
marito,
lui,
per
potente
Calabria.
ancora
che
recordare
fu
havrei
398
le
saputo
le
devote,
et
gratitudine
de
et
pie
opere
et
governo
la
de
et
Estense;
sima
pudicis-
la
principe
figlia
marcliexe
Nicolao
principe
del
già
prudente
il
Biancamaria
Mirandola,
la
religione,
Galeotto
de
consorte
de
la
parole,
ornate
magnifica
sua
Constantia
gnata
co-
già
figliuola
de
,
patri ciò
et
de
primo
cita
la
Antoniomaria
ad
coniuncta
preclaro
cavaliere
Bentivoglio,
Xanti
digno
et
nostra,
da
randola
Mi-
la
conte
religioso
,
,
splendore,
Sforza
Dirai
un'
recordare
prefato
altra
principe
haverei
Nicolao
già
Beatrice,
Tristano,
prudentissimo
le
virtù
del
suo
valorosamente
et
la
duchessa,
de
li
Estense,
de
consorte
ha-
non
parlare,
gliò
svi-
de
lano
Mi-
proceri
che
del
siano
quanto
che
animo;
ardire
alcuno
vendo
fu
che
figliuolo
Sforza,
Francesco
saputo
figliuola
chiamata
duca
de
come
figliuola.
vera
che
ancora
belleze,
caste
sue
magnificentia,
et
Genevera
del
le
siano
quanto
non
se
do-
400
pigliano
ne
de
laude
li suoi
honora
netia,
che
illustri
ho
studii
le
donne,
venetiane
mini
Haverei
Cypri,
et
cypriani
ella
da
et
populi
quilli
cum
gniflcentia
quanta
Vi-
li
da
racoglie
le
è
facto
dilectione
gina
re-
del
milia
sia
re
cati;
du-
niale
matrimonel
portata
de
gratia
portava;
et
quanto
desiderata,
et
quanto
se
le
a
venetiane
honestate
quanta
vive
Cor-
fu
che
stato
se
Cathe-
Marco
cento
nel
bon-
venetiano,
quanta
cum
ha
honore
di
dota
viduile
et
cri
sa-
in
de
de
moglie
quanto
et
regno,
fu
che
patricio
cum
et
recordare
excellentie
illustre
laches,
che
oratione.
regie
de
sandra,
Cas-
virtù
sua
visitata, lei
rina, figliuola
nero,
la
saputo
et
de
phylosophici
essendo
ha-
polcella,
vergene
luculente
tate
cum
donna
sarebbe
come
Adele
cum
conforto,
valorosa
questa
recordato,
per
et
lei.
Apresso
verei
piacere
in
observa
ne;
donet
Vinetia,
lo
li
et
ma-
cura
incljto
401
senato,
beatitudine
una
Haverei
et
recordarc
ornamenti
de
duchessa
magnifico
de
et
richi
la
eff'ecti da
farsi
mantine
porte
Beatrice
del
honestate,
de
de
dentia
in
ctuale
parlare
de
egregi!
et
del
latino;
exercitii
prudentia
infra
quelle
a
; et
se
la
sua
le
role,
pade
cum
del
et
et
prubel
suo
lo
effe-
quilli
cum
porta,
barbare
Et
de
timore
usata
mostra
amore
callidità
gratiosità
liberalità
sono
regina
de
religione,
giosi
reli-
aprire.
haverei
discretione,
et
modo
hano
la
la
la
le ade-
sorella,
saputo
Dio,
ostaculo
far
de
et
che
paradiso
sua
la
in
ornati;
senza
Hungaria,
de
zelle,
don-
li boni
in
la
de
et
chiesie,
le
doctrina
de
et
ducal
munificcntia
a
do
maritare
affabilità
sua
del
et
governo;
sua
stantie
pre-
Ferdinando,
re
adiuto
paramenti
colenda
de
in
liberalità
sua
le
Elyonora
Ferrara,
di
el
stato
del
nata
rebbe
sa-
narrare.
saputo
Aragonia,
che
figliuola,
sua
come
che
quanta
gnando
biso-
gente,
26
402
de
morte
la
per
fìa
che
marito,
la
maiestà
regia
de
degna
del
grandissima
laude.
Haverei
fu
che
figlia
le
virtute,
del
del
consorte
di
re
Haverei
de
Milano
recordare
saputo
questa
bellissima
moglie
de
Milano,
duca
de
Calabria,
lei
indicare
de
sanctissimo
stato,
de
Hyppolita
Sforza,
inexhausto
virtute,
Dirai
in
figliuola
altissima
1" alte
de
duchessa
se
celsitudine
figliuola
vera
fu
al
de
come
mondo
de
habiamo.
che
carte
ligione
re-
può
se
che
narrato
ancora
fu
et
sta
que-
cum
non
fiume
come
in
già
futura
non
Alphonso
vive
che
deiunii,
in
de
quanto
aetato
nora,
felicissimo
figlia
et
giovenile
et
la
Zoannegaliazo,
de
sua
presso
duchessa
duca
pere
già
et
Maria.
Galeazo
uno
stumi
co-
Maria,
Franza
duca
principe
di
Bona
de
splendori
et
recordare
ancora
de
belleze,
le
de
saputo
haverei
virtute
Aluise
re
do
saputo
de
di
Anna,
Franza,
Barboni
che
,
403
le
tutte
laude'
sigillo
do
parte
ponente
parlano
de
terminare
le
quilli stati, che,
teme
non
le
le
fia
de
lege
li suoi
stati
dentia;
vive
donne
molto
ama
piacere
ne
Guberna
in
la
de
corte
valore;
la
magnificentia
fare
na
don-
piglia
del
nare,
dovolte
le
a
d' arme,
;
vede
; è
elemosinatrice;
far
nobile
sua
et
in
pru-
de
mercatanti
triumphi
et
modo
fia
'1
che
miranda.
cosa
Dirai
cum
che
molta
Isabella
fama
moglie
di
re
lei
essere
li
è
recordare
già
sola
tempo
saputo
de
facta
ta
quan-
aeterna
Ferdinando,
de
se
stata
casone,
suoi
conforti
il
rioso
glo"
che
Spagna,
prudenti
tanto
averci
ancora
gloria
illustre
cum
baroni
suo,
valcare,
ca-
per
splendore
piaceli
et
de
grandissima
cum
uno
arme
subiaceno.
li nostri
devota
d'
gente
li homini
voluntieri
feste
lei
è
consiglio
opportuno,
cum
de
et
Essa
occorentie
il
oltra
cum
dove
a
lei.
de
me
subli-
cum
campo
può
dire
bavere
vato
conser-
el
re
suo
404
marito,
fiorente
cum
exercito,
expugnatione
del
Granata,
augumento
per
lei
fin
fede;
in
in
exercito
lo
lei
haveano
de
nome
et
domato
siano
quanto
ornamenti
de
le
le
regine,
che
bontate,
cusì
parlando;
che
quale
de'
loro
hano
più
Et
de
grande
recordavirtute
et
incominciato
preclara
lassarano
scriptori celebrarle,
perchè,
et
nimità
magna-
et
non
come
suoi
pompe,
hora
sì
gloria;
et
donne
le
perseverando,
li
costumi,
et
tutte
de
temea;
beleze,
de
celebre
del
humane.
altissime
et
Granata
sue
perdonare;
altre
molte
Victoria,
regina
glorie
celeste
quanto
de
magnificentie
regie
presto
farse
le
et
in
mo,
felice
tanta
ritissimo
pe-
marito
di
re
tinuamente
con-
proprio
ella
de
il
quanto
et
speranza
amorevolmente
stiana
cri-
uno
arme;
il
di
la
come
et
re
intravenuta
et
d'
la
stata
essere
sempre,
duca
tutto
de
campo,
batagiie
le
ne
potentissimo
a
per
quelle
fama,
et
li
turi
fu-
a
loro
mune
co-
vivendo.
405
a
mi
le
consiglio,
loro
sì
narrai^e;
perchè
mo,
et
sì
al
termine
de
saprei,
giorni
alcuni
grande
virtute
di
che
inquinati
hano
vissi,
se
sono
servati,
con-
la
a
huma-
apetiti,
de
in
poi
et
la
sterco
il
per
sua
fama.
bona
Se
questo
a
mia,
te
fusse
donna
derai,
in
che
tante
argomento,
risposto,
difusamente
se
vita
carthe,
lasivi
in
donne
et
non
mei
li
a
obtemperare
fragilità
questo
honesta
in
non
l'huo-
veduto
stato
per
se
corroborare
de
iudi-
chiamare
homini
beato
quello
può,
se
vita,
celebrati
già
na
la
io
nephandissi-
non
bavere
per
fusse
non
Come
beato.
mo
ampiamente
peccato
perchè
prudente
per
virtute
adulatore,
cato
et
piaciuto,
ò
non
ho
che
io
refrigerare
condictione,
care,
de
tanta
celebrato
opera
io
molto
quella
vive,
ancora
debbo
mie
che
o
respon-
tollerato,
essere
lucubratione
la
mia
a
honesta
ho
mente
mi
dica
pu-
de
luto
vo-
le
familiare
donna,
lice
feet
senza
406
il
degno
suo
Basti,
narrare.
scripto,
gratia
per
fìa
lassitudine
el
giendo
ludea,
et
vero,
posta
de
sarai
doppo
el
dolci
baci
Che
'1
suo
li altri
camino,
fu-
pecto
Mille
felice
Gjneet
riposso,
da
solata,
con-
thesori
la
sarai
quale
cum
degustata.
omnipotente
te
solato.
con-
essendo
Gyneveri
conforto
et
sonino
dubio
senza
abraciamenti
summo
regina
bello
donna:
tuo
et
che
cibato
preso
de
fondatore,
uno
tu
el
Elya,
saporoso
Dio
da
Così
ad
fece
lezebel,
et
de
fu
excelsa
spesso
nel
dolce
poi
infra
la
de
1' ombra
a
prese
l' ombra
Come
longo
furore
tempo
a
propheto
del
che
haverai,
perchè
carmelita
religione
per
de
più,
divo
et
li
non
me
Gynevero,
valoroso
la
che
reposarti
nostro
che
laude.
dunque
fehcemente
del
cieli
benigni
respondere
ho
intenda;
me
debita
Excusato
non
sinceramente
lei
di
mai
mancarà
che
che
et
expressamente
nome
conservi.
cccclxxxiii.
Dio
408
16.
18.
conte
pag.
da
DeAgnola
De
del
Fois
de
17.
figliuola
Maria
De
Nugarola,
Antonio
signor
Genevera,
consorte
de
te
con-
Archo
del
De
Isota
20.
De
Bona
da
vergene
Nugarola
Vultulina
de
.
UrsinaVesconte
21.
De
22.
De
23.
Catherina
Beata
de
Isabella
De
de
religione
24.
De
27.
De
28-
De
29.
De
Margarita
»
180
»
194
»
204
de
piena
245
Vesconte,
Milano
quarta
Sforza,
duchessa
regina
Sforza
Elysa
dì
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164
.
.
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31.
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32.
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33.
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352
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che
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per»
379
210.
Storia
Siciliana
dialetto
nel
di
Sec.
Vittorio
anonimo
XV,
autore
pubblicata
Bozzo.
I.*
(Parte
scritta
fano
Ste-
di
cura
a
in
Prefazione)
L.
7.
—
.
211.
Quattro
di
cura
212.
in
XIV
XV
e
a
Card.
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a
Curzio
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da
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costumi
e
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Andrea
Marignolle
raccolte
e
le
con
di
da
—
cura
Ferraro
di
9.
»
del
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varie
da
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dei
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Giuseppe
Rime
Sacri
Erasmo
Viaggio
di
213.
Poemetti
"
5.
»
5.
—
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no-
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Costantino
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214.
Il
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Ludovico
215.
Gli
Volterra
di
217.
Diario
La
218.
di
Veneziani
i
e
La
della
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Caccia
degli
Uccelli
Lamenti
cura
220.
del
Una
I
di
»
dei
di
cura
di
la
e
secoli
Lega
Presa
XV
XIV,
Medin
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Lodovico
—
e
»
13,
»
15.
—
Tanara,
Roma,
Mango
e
—
.
.
di
di Francesco
cura
14.
.
Ricci
C.
Vincenzo
della
.
XVI,
»
5. 50
»
9.
—
»
4.
—
»
6.
—
»
10.
a
Frati
.
di
Confraternita
di
dei
Libro
a
cura
Marsi,
Antonio
Voi.
Pistoiesi
giovanetti
XVI,
secolo
drammi
Il
Ricci
Bacchi
a
Antonio
Palmarini.
222.
XVI,
sec.
a
CamoUia
storici
del
221.
Alberto
di
Guerra
rime
219.
Nadi,
6. 50
cumenti
do-
Romagna,
.
Gaspare
di
in
Corrado
da
Bacchi
cura
per
di
cura
»
Spagnuoli
A.
a
Frati
pubblicati
216.
MCDLXXII
nel
—
I
di
cipio
prin-
a
Pietro
Vigo
pubblicati
da
•
Colori
pubblicato
da
I.
Olindo
,
Guerrini
e
Corrado
Ricci
—
CORSO
IN
La
d'
Siciliana
Storia
nel
SteIfano
Vittorio
Camilla,
bella
Siena,
da
di
inediti
in
luce
da
Viaggio
a
da
Narrativa
a
cura
Palmarini.
Marsi.
Cherubino
a
poemetto
inedito
di
Vittorio
rime
a
nel
di
prigionia
di
Corrado
I
drammi
del
Storia).
di
Fiorini.
Voi.
a
Piero
messi
II.
cura
di
di
maso
Tom-
Alberto
Lega.
Ercole
Fantuzzi,
Ricci.
pastorali
di
Antonio
II.
(Frate). Regola
cura
11/
Costantinopoli
1609,
di
cura
a
yolgari,
Casini.
Tommaso
della
Voi.
(Parte
in
scritta
pubblicata
Bozzo.
antiche
Venezia
della
autore
XV,
cura
Alberti,
Bacchi
STAMPA
anonimo
Sec.
dialetto
Testi
DI
Coram.
di
Avv.
yita
Carlo
matrimoniale,
Negroni.
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