effènAo Sbe|so rvn-n cloL - J Ai\ apaventc' eùirnationc' fi ky jiak' ctct ITI 'm"^duó 'lei^H' MUCCHI '.?eoe' àoyyT^^ ^^ttitC:' Cì-vm n"y\\.fbyio foHbhrri l"Cì:-Ufdrna^^ dJolorceì^^h'' ()0V^efo bìTefh^ft'. f(XAii^c:' antiexicncc' ber Sec"4yiao -- -hruici/ p^a^- ae-a[a'(^yie-J)OceL - '•n"li ?no^hci'A^naU Jitrftrfwt' ax-f^e\ d^ohtm-ii cuuaihi viCtiiniLi jede': ftvci entii })ai aoire'fah^cit/ anpci'tdtoJLdTi-vvv obHiij"|b sUpcv irovio dala di-mc^ (\\e?tl^a'^^^^'faf}?o che- Cttnio (^^uifi^ry^oUe' "lirc' aia^o eKcMcyihcC\"ipa4'': jJ^eT^ttó' bo acer- moì^W^cLtd^^e' cfCrn^t -ito^rwjTru-t' dt - ?.oL"aA)y j7oi"i"ta' — a"junv fdSi e"daX. - jn-oruy loft) frrt toro colocd.tti.perie-Mz-ol}\vyri^" YNEVERA DE DONNE CLARE LE ui JOANNE SABADINO DE LI ARIENTI riiUA A DI CORRADO Rica A, BACCHI E DELLA LEGA BOLOGNA PRESSO ROMAGNOLI-DALL' Via Toschi 1888 ACQUA 16, A. Edizione di per soli ordine Tll-r esemplari numerati N. UOLOGNA 202 96- FAVA E GARAGNANI PREFAZIONE libro Il scritto che Ginevra per tivoglio e per Gynevera de rienti lei ebbe le Giare della assai in colocaia ditioni, di Donne. degli del e A- gnifico ma- temere biografie scrive: la a quanto le Tanto « sei più fatica degna loco le per delle presente supremo per Ben- titolo lei, fanno le celebri dispono, fu sincerità. sua voluntieri il virtù di Principiando donne dei Sabadino delle parla aspetto me Sforza lodi, onde Le pubblichiamo noi tue fra optime quali picoli et sere es- loro con- grandi gridano plaudendo odorifero tuo nevera, adulava, Così Gy- Gynevera, : nome. » donna la mentre . di Signore del alle la finisce da 1' di chiama simbolo di e altre e albero, pace tore au- suggerite Bentivoglio queir costanza, lo una ginepro, o metafore fra della suggerite con costantemente quale nome Ora crudeltà! gmevero giuoca di spietate più al apostrofe dal donava s' abban- biografia Ogni con Bologna lietezza. glorioso pudico , ed gentile, e felice; protegge pasce fama; di e donne Co' e fa festa, sangue si molta ciba duplicato gloria rami corona in- virtù de ; gode disce rinver- e odore; e e' sancta giubila; contento della suoi ed fronde sue di anche spirituale cum il odorifero, o le con e le si olente sapientissimo. ora alto fulgentissimo, ora ora , beve produce rubini, adamanti, margarite. et d' ogni smiraldi, cosa allusione chiara la chiara sempre le parole: del de ornare de non segno Ginevra, Sforza leticia Gyne- de di gynevero, di signore argento, pace. figliuola te non né et con strata illu- de Bentivoglio, fronde de» sfor- opera, eterno auro, tolo. ti- l'opera mia nome Sforza vera del chiamato 0 « però perciò e licenzia gynevero, è ragione averlo Dopo oesco Ginevra a terminatez de- molta senza Sempre r fa Insomma po' un naci to- se in » d' Alessandro andò Pesaro , in Bologna aveva Le sposa nel maggio che dodici feste che Sante a del voglio Benti- 1454. Non anni! si fecero allora per VI d' agli amplessi di demoliron passare il scrisse che chorte del porte chiuse che in la » e che faccia per non alle giurar giovinetta ad bolognesi agli altari, dei in permise lei a innanzi case bastarla austeri a Nadi sengularis- chorona. tempio, andavano per Dalle male doveva Gaspare questa ed case onde nullameno mai moglie una alcune vie de re vecchi predir fusamente dif- quasi trionfo e cosa alcuni di le « de Una tano trat- narrano sino corteggio. festa sima storia. sorpresa. allargare per tali che celando non Si le quei tempi, disgustosa furono bolognesi, i cronisti Tutti tunati for- più nella riscontri pochi aver i fra uno d' Italia, signori d' destinata bambina, questa ricevere lei. Le s'erano fanciulle fede si di sero chiu- principessa. Bentivoglio, in via VII S. Donato, trentaquattro mezzo Quando le Petronio, furono serrate L'ordine e donne delle smodata dimostravano r che limite Il il de di non Dio trassero en- dei e tempio e la innanzi per ci dice a- un porre nile. femmi- che erano a legge egli lusso donne imborchado gioielli, rispettare non gridare di quale vesti infatti copie celebre la ricchezza all' eccessivo Nadi trare. en- che, per giorni fatto veva chiesa dal casa del pochi in potè mosso di austerità piazza della nessuno nella In salire per Bessarione, che e sposa. nella porte era cardinal volle la era furono e giovani fanciulle. giunsero maggiore S. di copie queste a di coppie cinquantasei seicento- partite erano tasei trenstite ve- « oro e de charmessiii, de Il nella fra di chiesa frati offesa in giorni entrò dove Giacomo, Sante nozze. l' indiretta dissimulare del e doppiò rad- cardinale, le parecchi per trionfi, concerti, le allegrezze, prolungarono si un ed folla le feste le e la S. per , quali retrocesse celebrarono Bentivoglio vestite » allora corteo disordinato po' i morelo. e rossa chopie venti e giostre balli. frati I Signore, grazia tosto ben tornarono del sapiente interdetti, dello intercessione per ma, furono stesso in presto Legato. III. Ginevra tardò non un' indole troppo a nifestare ma- ed irrequieta , avida di di lotte, ricchezze senza la alla quale misura prima e ora IX di timore di e r Alcuni raore che Non è lodata sembra di stabilire insomma o dal dal marito spendere a sola la per e il nelle di dere posse- tesori riori supe- delle vicine maraviglie alle s'ella, o obbligasse vanità ville palazzi, questo spendesse o arti. ingegno gusto, suo a- disposizioni suo più probabile, è alle se dalle lei, 1' per portasse provenisse naturali arti hanno facile amore com' ferocia. in degenerare doveva sgomento Corti. È certo dopo appena che intanto le la lamentare cinque cominciò nozze, delle povertà bentivolesche e anni fece tanto a case che , il marito persuase famosissimo dove La oggi prima palazzo si trova pietra a il cominciare che sorgeva il Teatro fu posta munale. Co- con nell' solennità Sante il morì primo 14(33 del la che aveva non di lodi Sabadino ? marito Le profonde le che eh' dice ella il dileguare a ardentemente. questo Ma Giovanni il s' ella lutto, un per in cui d' oggi mesi sette Dunque anche che dopo soli perchè l'amava quando nacque s' ella amore, che morto rispettò non s' anno, dubitare era a ? né meno al- imponeva, in era rigorosamente lecito diede si Sante vedovanza la seconde in sposò II Giovanni nozze sai'à anni. ? Si da vedova rimase valgono dubbio dal minciata co- opera, primo castità d' ottobre lungi ventun al fedele Fu ma ardore. quando Ginevra ben vasta tanto con 14G0; giorno fu e compiuta veder del aprile .quei assai tempi più osservata, che una forte col rincagnato, naso pronunciatissime troppo In curve. inginocchiati cui anche ha la siede ai volto un ben scelle ma- labbra dipinto, trono un col putto, su sono Quegli Ginevra. e che esprimente, indole V nergia d' lati poco ritrae le e questo Vergine Giovanni le con 1' mentre e- senza sua della imagine , rivela moglie e s.tezza del a saremmo dell' 1488 bellezza la d' traccie quale la si trova Dreyfus, e a anni, dalla e a altro attribuita (forse Sperandio. Si ritratto Ginevra di ha dal Cossa, nella nel pure risulta collezione medaglia conservata è discreta una meglio Parigi tri- dipinto ritratto, dipinto daFi'ancesco che lutezza riso- quantunque quarantasei le conserva Il sua. Ginevra, e allora avesse dire per anima la tratto un vescio ro- senza Museo di lano Mi- te) erroneamen- ricordo in d' un quadro smarrito oggi chiesuola di che e della si beliti volesc villa Poledraiio nel nella trovava quale a pinta di- era , Madonna la Lucia, santa t' Gozzadini Giovanni vanni Gio- fronte di di S. sull'idra sorgere storico della stessa pella cap- 1' figura che an- pittura nella Giacomo, nella Ginevra credette nella scorgere lunetta lo san- e Ginevra. e Se sopra offerenti due i e putto Sebastiano san Apollonia, di col di imagine che dalle vede si sette teste. s' appose bolognese . al dal vero, ferrarese se pennello usci ben un involontario, dell' artefice fiero, anche epigramma! V. Con gli doveva giovinezza l' indole anni incrudire. le sorrise di Sino Ginevra che a e la la stella della dei Bolognesi dimore s' come e nemici, ruppe gli Nel viva Gentile di e più del che e fati guarire. continua: adì 23 de di pelachan del Bentivoli a nome ciare brunome fato avea » in più chassa di Cosi Ben- il Nadi Rechordo 1498 otovere dona Zanevera Zoanne « fidissime. per- Alisandro Zoane messer spinse e di spizialmente e ira sua fece ser perchè il dei vendette 1498 de « mali fra alla donna molerà signiore tivoli un del una Zimieri contento mal- congiure freno figlia luglio Ma del superstiziosa, e suoi stessi reali. le il sanguinaria rarle prepa- serpeggiava temette popolo, mevano spre- per accorse che disfatta sod- si feste e fu che tesori ai poi, ella montò, casa sua come madonna signiore fé' piero messer apichare de Bris- sigela perchè de la del dita madonna signiore. Per tal al i Ginevra eh' ciò lei che partigiani, contro d' congiura che lei eccitò Marescotti, tutti gli E casa. sua s' accostò che la a del notte lo fìgh, coi dei allontanò dalla Giulio quando Giovanni che novembre nipoti II capi uscirne 1506 e fu vanni Gio- Bolognesi restava 2 ; stesso che Bologna, gli non coi così, di all' eccidio dei e colpevoli riuscita infine animi figli affamati non Ermes lei i Malvezzi inconscio fu ; permettere. a cani i vanni Gio- voleva, essa come tuiva sosti- giustizia. sguinzagliò preda, una si della costretto era becharo » modo e amigo uno iera magistrato Voleva; Fu morto avea con e parti la tale fa- Ginevra. Ma forse uscendo di presto costei „ , tornarvi. Invece rava spe- gli avvenimenti della famiglia, perocché sua scoperta di alle Giovanni, s' insorse, erano r alla e mila seicento più che lire. tardi fosse intera, di danni dell' se tras- litiche Giulio e, milioni II curò pro- distruzione la la plebe lavorò edificio immenso fosse e sei che e leazzo Ga- palazzo, l'Alberti, scrisse come citata ec- di celebre anni quarant' costato sino vendetta, del mina spinti plebe lieto della ora mes Er- Ercole seguì vore fa- a quale la città, Marescotti giunta dosi essen- la per della mura sorte congiura una Annibale e la precipitarono per ai un intero. mese Quando la notizia di vecchio curvò il lui tutto Per penna trovava e settant' e finito. era a Busseto, Ginevra o a anni, canuto capo scrisse in giunse vanni, Giosti que- pianse. Prese che il rimpro- la si vero parve in comprese ben acerbo un momento lei, che a le tutte colpe! sue E Anzi la di improvvisamente, morì, che voce chi mancò non s'era pacuore. cre- gesse spar- strangolata! VI. Così della e cosa la bentivolesca. di Arienti trovava Ma acquisti un che sia Il restano Casio per abbiam nulla scrisse tettori. pro- parola sua fede lare adu- nuovi e non allorché in pinge di- compenso scritti, i quali provano ritratto non di Egli ad Ferrara a la po' Ginevra, altri sappiamo. padroni perchè Che Sabadino ciò tutto non già nuovi Ginevra di gloria casa pensasse degli si finì il come fatto di lei esagerato. il tetrastico : Ginevera Bentivola sforcesca D' animo altierlasciò Busse la a Contonta priamorir di una spoglia, doglia sol Che viver sempre tra il focilee l' esca. Più dettò il Garzoni severo pigramma l'e- : IN EPITAPHITIM BENTIVOLAM GINEVRAM laramatrona sed plusquam foemina poscet, potens, linpii, avara, terribilis, tenax, liorrida, Ilicjaceoinfelixsancto sepulchro, privata Cui nulla Ecclesiffi sacra erat, sed niilii nomen .lunipcri Ut fuerat multis aspera, Contcmpsi superos, quime dedere : patres spinaremansit, mihi : amara sprevere Tyranni, meo. Optimaab exemplodiseitefjuisquc Quisnegetesse Dcos,liominum quifata rependant? Quae fucrit7itae praemia, mors Anche la un anonimo chiamò neo contempora- impia coniux. il Guidicini Finalmente Miscellanea docuit. storico-patria pubblica il seguente nella sua gnese bolosonetto lanciati giudizi i stati terribile quella contro viragine. VII. Sabadino Quando che aveva non La poeti. degli Studio Filoteo Achillini Yiridario dei Bentivoglio qualche Giovanni il la suo famiglia decaduta era ebbe non fu Egli della lodò, già nel da anno. Sabadino raccolse rioso glo- solinghi stampò quando radata di- nel classici. pei diocri me- sapiente rimasti vivevano amore e oltremodo s'era pochi i gna Bolo- pochi schiera Umanisti e loro fioriva, letterato ciale uffi; e ne quindi quattrini; e tutto petitori. com- bentivolesca corte onori lodò il quindi tutti, lodò senza misura. I suoi scritti magnificare le concorrono case cui tutti servi. a Del la resto, che voglio, prima fosse accordata Lo partigiano. : « a La suo loro degna in in li ad nel cum mio prese amici per me fu arme per facione disse cosa armare le ; mane lei et il armò la prima eredità volta terna pa- bentivogha doloscente che et perpetua et mane che anchora volte de inimici propre la fece inquinarse h paura, Gagliazo persuadere genitore 1' senza donna de sangue le , fratelli, una memoria vanna Gio- auxiliare Antonio suoi li cum per donna magnifico miglia fa- famiglia insanguinarsi, per valorosa Hercule la la l'arme Bentivogha il conta rac- che volta pigliarono come costante Sabadino et a e loro stesso prima amici che nonno e Bentivoglio Canetula ti Den- lui, sembra a barbiere padre, suo dei protezione mai ; che conobbe sendo es- più de donna de lei. Cosi » la storia, fede la come che c'è Non dire: Sabadino fu dai protetto forse dal quasi a dall' studi il l'arte dei del e terna, parasoi ed penna severi fìgho chiostro, in- Signore, nobili sin infanzia. In t' cui invece benefizio per pensando in usar si non e sempre sapone messo del cordialmente vero tempi egli potesse del nosceva co- l'arte Bentivoglio quei seguiva e lui. Sabadino quindi lungi in di e ! cortigiano che, di costante e padri suoi un diritti i perfettamente va rato letteforse assoluta de' mo ani- nostro invocare protezione una il colorendo sapeva, po' de più magnitudine seguito anni si infatti segretario come Bentivoglio perchè servì e scrisse trovava per ven- Andrea le Porrettane con lui ai bagni della Torretta. di gì' impedì dedica Questo del ad nella Ferrara, in passato tardi la Ercole duca di del corte di qualità non più volgere libro però quale secondo era meriere ca- ! Vili. rifaremo Non Sabadino, né esaminare V ci più né né originale. Se non subirono la per subì tutti scritti La la per i Y gli che colore letteratura un elegante gnesi, bolocia, Fran- grande influenza letteratura cuperebbe oc- forse artisti il dei importante. scrittore pittura, latinismi un e che escluso non simile volume fu Egli ad serie studio grosso di biografia dilungheremo Uno un volume la intricatissima lavori. suoi qui de' raresi Fer- Sabadino. esclusi non danno la a' suoi fidenzimio. e specialmente l'ar- alla splendevano te stensi la e la dire che per al di tempo 1' arte volesca, in esercitata e a ossia benti- città questa dai non anzi può circa, non si, Ferrare- asserzione questa , di Galasso i nomi Piva che an- signoria se provare bastano Si 1490 E- degli irradiava Bologna. sino gran fosse luce loro dotta Corte d' Ercole di Matteo d' Ercole Roberti, , di Grandi, alla Quanto come per le le M. si se Donato e degli detto vuole, Y a parte noti. Le nel traduzione Albanzani la di di Casentino l'Apenninigena, dimenticare pio esem- assai Boccacci, nella il Gynevera allora del famose latino la segui libri libro, imitò per Donne d' alcuni donne Porrettane cosi Clare Lasciando, del disposizione Decameron, testo di e Costa. Lorenzo de Cossa Francesco Gloria non biamo dobtnu- lierum di Nicolò edita nelHTl. Jenson 149G De tianis di dal sin liei'ibus Chris Filippo da della data del l' frate ma mic- Jacopo scritta che Gynevera curamente si- è non fosse se trebbe po- opera claris Bergamo, noto prima Si anche citare qui edite puellarum il Decor e la reca 1483. IX. Nella. Gynevera di parte XV. secolo d' prima, e Per L' autore notizie gran secolo i fiorite altre cenni qualche fortunamente ma sono dell' antichità nessuno questo nel quindi mancano biografici in vissute signore Non pochi femminili, vite trehtatre raccolte sono il in libro acquista parte gran dirette sui fatti sica. clas- gio. precolse rac- e i XXVI costumi delle scrisse. Abbiamo della Il badino. ne" altri e lettore quali che persone il figura ricordi gli di Samolti troverà ricordo fa si so pas- Benti- padre ne cui un Giovanna di ove citato già vita voglio, di gentildonne delle comunicarono note preziosissimi ad come , quelli esempio d'Arco gli Ma che, migliore di di Sabadino, lavoro Anzi dare del esempi per l'opera che deve un rare considetico. didat- e continua di alle volta ; da è smania virtù tempo, suo del)olezza si con e più storico la qualche la parecchie restando pur nista cro- Tuate. complesso in letterario, un dalle sentimento con ritenersi lavoro il anche scritte leggiadria. Francia Fileno mancano pagine Giovanna per di recò bolognese Non che fatto l'ha per trici letdare lo- gentilezza, coraggio, la cru- il dal lo d' concetto titolo che Pel lei e marito felice a sembra noi la bella intensa quanto quale « Li fa non nostri Chi sapere scrive fosse ebbe del re la la frase: sempre » non precisione. che per per furono costei con per semplice difetto » dere ve- amicizia, uniti. ! donna Sabadino una certo per debba si animi pudicamente chi a tanta di a mazione: escla- la per che incognita ». nuovo trovar colui affetto neir beato di tocharù sorte non che e Beato « fine augurio esprime degno altrimenti la a me, no- dore, splen- chiamare disinteressato Il « molto fin l'huomo vedova : piace non perchè explicare, può de sia mi a se dice Sabadino ben perchè riprodotto, già stesso riserbo affettuoso un il nome Metabo ci è dato Sabadino della ossia gliola fiCa- XXIX milla; scrive che egregii parenti, honori et magnifica madre che dignitate de republica » che figlinoli; che sufficienti che sul nostro tefani, sul Dolfi lei, più le cerche riil ma sul e di diede mase ri- sono produrre per et sciamo Ricono- indicazioni di non miglia fa- che 1477. raccoglitori bolognesi, ve scri- belli tri casato esame sua bona scrive nel le nostra che de li tutti la ebbe si vedova in e fu de « Margherita; marito suo e candidi decorati chiamò si nacque Mon- genealogie risultato. X. delle Prima di a proemio volo dedica sfrenato sfacciate di o vite a lei le Ginevra Alessandro, è specie una in cui libera adulazioni Sforza, a più al padre Giovanni XXX la lettore la prudenti, della la la religione servire cum la r et de pompa a il et la liberale de magnitudine la discreta reale et » chiude instructione con dice Ginevra Belpoggio una dell' dapprima trovar costumi, ornamento omne L' autore quale done esaltan- di finalmente prestantia! il mansuetudine, pietate, animo quale consigliare gratiosità affabilità, sta. Co- si prostrar- a nel parole le « tal del qualcosa, sa ora succinto ricordata Ginevra, scuno cia- per tornando di piedi in narra pittura Conclude 0 di illustrando fatti, e modo ai quindi enumera quali de' virtù alle accenna figliuoli di Giovanni, i tutti cui eroiche; imprese r di Bentivoglio, II nella opera, al nel deliziosa licenza libro d'ire palazzo villa di benti- , A'olesca eh' ei qui descrive e che si a nelle trovava un chilometro da nel circa, luogo, la villa sorge Prende fare colline dei nobili d' Beatrice Bentivoglio; Giulia, ; di moderni physici di Lodovico dottore, da in in ad cole Er- Zoboli in Foscherari sorte con- sandra Ales- Nave; Gentile quelli a »; Antonia ve- « fu figlia che modestissima, principe Bianchetti moglie dalla Baviera le tutte Saliceti Zenzanina; doa, tigiano cor- Ricorda Gleofe Lucr-ezia Florio molte gnesi, bolo- allora. de' Bentivoglio; per di quasi Bentivoglio; Malvezzi Hercolani. il libro così Elisabetta infatti oggi massime lusingando famiglie cui rassegna compiere e fano, Ste- argomento gentildonne, altre in principi rapida una S. porta fine in bolognesi di de de' moglie Castel-San-Pietro cavaliere Bentivoglio e patrizio; moglie a sabetta EliRo- XXXII Lucrezia- Pepoli; meo Albergati in Gozzadini d' Antonio Orsi; Beccadelli « Sala e le maritate Grassi e in iiatico nel Cornelia li da Camilla ; Aldrovandi rispettivamente nelle Gentile e da ; Pa- ed Zanchini; Lam- Vincenzo Nicola Zanchini; in Uccellani figliuole Antonia moglie bile no- glio Bentivo- Giacomo Angelina di de Maddalena di como Gia- Odofredi giureconsulto sue di già figlia-di moglie gnora si- Margherita ; Lambertini, Cassandra Bardi Domenico a parleremo ri- vedova maritata ; sposa cui consorte Giacoma »; Guastavillani leotti di de' Loiano mercatante bertini glie mo- Margherita da dei Ludovisa Magnani Vernio, Odofredi Elena Antonia ; di ed Gentile ; Giovanna ; Giovanni Bentivoglio case chetti Bian- 1' eroica Poggio d'Agostino Elena lanella vilRe- Malucelli. Da tutte far a passa donne queste bolognesi d' memoria dei Caterina di come restiere fo- altre, , Benci consorte di Camilla di Sesso di maritata Pesaro Bianca Galeotto di Sanseverino Cornerò « che di fu cento d' milia Aragona, Ma- Roberto a re sandra Cas- Caterina nata de regina del a sposa celebi-e di ad dola Miran- Lucrezia della veneziana; moglie della di di moglie moglie ; a Mirandola; d' Este Beatrice senese di consorte Pico Sforza; lavolta Urbino, d' Malatesta; della Maria Tristano dota d'Elisabetta Bentivoglio Antonio dai ; d' Este Pico Costanza Sforza duca Maria ; » Roberto a Rosano, Constantio Federico di nata de già principe de ; duca Marino principe et consorte de figlia « Vespucci Pietro a Cypri, Jaclies, ducati moglie » cum ; ad leonora d'EEr- Beatrice di d' Isabella d' Giovanni si re di Di oltremonte figlia di Luigi moglie fra ha Ijoliche lodata ha le la in di ben questa e posto. di cia Fran- non rare non di ipertante insieme,, tutta valore fatica collezione ci di pubblicarla opere piaciuto è storico letterario, di è venimenti av- d' importanza. mancano pregio ove ma e ricordati poco la donne vaghe brevemente qualche valeva corda ri- e mentovate virtù, Quest'opera, di mente Final- Ferdinando a frasi con che e a Spagna. illustri, quindi moglie Aragona spinge tante, altre Francia Sforza; Sforza. Isabella gheria d'Un- Maria Galeazzo Anna e di Maria Bona di e regina Galeazzo di moglie Ferrara, sorella, sua ; di duca d' Este cole dite ine- darle e matissima di Gaya di Francia d' Orleans. finire del secolo del È il in XV, secolo solo dei alla passati di in ultimi varie è al al cipio prin- Bologna. si libri dei e al altri andati Fra l'opuscolo noscritti ma- nale Comu- sono vendite. nosca. co- Tognetti Biblioteca Bologna, dispersi eseguita che appartenenti sono è in esemplare Poi- stampa o XVI Molti » 8° nome la detta Questa foglietti due in col celebre d' Arco Giovanna cella Giovanna sventurata e sti que- citato, oggi introvabile. II. therina de la vita Francesco. cita de Clara » In de la de del fine: beata l'ordine « per Ca- 1' ordine de Corpo finisse Quivi Catherina del Stampata Bologna beata la Bologna diva de de Vita da Christo. la « — in Zuan lognese Bo- seraphico l' inclita antonio de benedicti li del citadini MCCCCCII 4." In Il — vita questa il ma della fra a di toglie ogni di libercoli alla Libro della ben poche necessarie della qual vita B. della 8° in therina, Caè non il e Beata con di quella che in due Bologna Vita divisa Del — detti Bene- Bologna varianti Sabadino degli dubbio. spirituale da la S abadino armi battaglia Catherina manoscritto in Le con Paleotti, Girolamo stamparono » attribuisce col eredi Marzo. Dionigi Gynevera gli iiii de Fantuzzi confronto Arienti 1536 dì a Bolognese capitoli con , specie una quali che di poesie La — ha Beata, questa e aggiunti narrati sono di stessa innanzi preghiera capitoli quattro nei di i operato con una pregliiere in e fine, racoli mi- molti idio per appendice sulla biografia ta. San- dell' A- XXXVIII rienti stata è degli compilatori e molti dei di Ili, IV, Bruni V. un vardi Anno Nella nota grafia bio- 12.*' della Quest' - (Bologna, 2 (pagg. 18-21) e quasi instructionc (pagg. 22-28). non manacco Al- citato il Sal- Pavaglione). 12°; pagg. tutto » Volpe, presso 1' editore riproduce Gio. archeologico nel in cesca Fran- opuscolo dal estratto 1835, di bolognese. insegna elogio 0 della celebre Arienti calcografo VI, dirittura a del statistico bolognese. 1712) e Elogio moglie all' che « — Bologna, è sua Sabadino. degli in la 1G80 interi brani Sabadino 1834, foro Cristo- per hanno che altri trascritto atti (Roma, canonizzazione cipali prin- Grassetti, Giacomo Mansueti, i fonti attinto hanno cui a delle una di 1-29. questo il proemio tutta la dell' cenza li- opera VI. Elogio « — Bentivoglio bolognese, della 1835, VII. famoso Federico d' Duca Giordani) 1850, (del « — edito Arienti Bologna, 1887; guani, è un A estratto noi tip. Nobili, Giovanna non Bentivoglio, di Sabadino le per ducci-Gnaccarini » Gaetano cav. Pesaro, biografico cenno gnese bolo- 8.° in Vili. dal degli Arienti, Sabadino ». del Montefeltro, scritto annotazioni con pessa princi- moglie da Urbino, Gio. al segno della Sforza Battista nozze 8° in Elogio « — le per Bologna, » Volpe, Arienti degli pubblicato Fava-Saraceni. celebre dal scritto Sabadino Giovanni ceto Sali- Diana a in della sono Car- nozze Corrado da tip. degli Fava 16." e Ma ci, Ric- Gara- questo presente zione. edi- altre parti note della Gynevera stesso Sabadino d' Alfonso di tipi della d' Este duca in rara Fer- città Taddei e 8° ma fa Gì/nevera scritta di quella grande, nel non si e la moglie Domenico in 1874 anche Sforza edita » ha si Anna di Vita « Dello stampate. pei figh, parte che sa fu 1500. XII. codici I che Gynevera e gli due altri di del Uno tre. sono scorso della conosciamo valore pochissimo di dello mano colo se- ; stesso Sabadino. di Descriviamo ultimi questi , , quello prima presente neir È che edizione, Archivio di cartaceo e trentotto carte, ha e che Stato di consiste di alla servito mm. si trova Bologna. in 305 to cen- X delle 203, ram. della verso 136, La 138 e di legno del di forma la Su di coperti 11 S. è Giorgio San un e le Le errate che a si fosse tratto bastanza un invece che drago. di opera da simo pes- però ramente inte- pensare originale un fori d'ago del linee infatti che calco. Il vede nel non lasciano le si il figura sotto cosidetto penna proporzioni 1 provano d' è buono. scorgono a disegnato è della movenze riguardi uccide posteriore artefice. edera. disegnato che dorso nel due che Giorgio riguardo d' dei carta d' ottone fermagli foglie ciascuno stile puro hanno deperiti coi bazzana di 1 Rinascimento. assai di secco a carte originale, coperti impressioni il bianche. 1' è le e sono legatura piani ad 135 carta 137 soltanto quali sul si S. che segno di- tratta Giorgio riguardo (come anteriore, dalla diamo) il lettore può riproduzione che disegnato è fioriscono che né ne' Francia d' gentilezza, Giorgio disegnato molte non avrebbe così nel Qualche d' una delicatezza insolito linea Amico Il Francia i ben scoli, mu- nelle gambe S. Giorgio. nostro ricordare può ma stranamente veggono Aspertini, siamo Il bensì è esagerato del torace di e ardire, cosi malamente d'una era libro nostro mai bra sem- esempio. senza si ci lavori del cia, Fran- discussione. scorrezioni. quali e al non di è Non suoi con con e ipotesi di auspici pensato correzione una gli degna meno dei ferrarese Bentivoglio. questa ma S. scuola ha chi mancato chezza. fran- d'uno è sotto II Giovanni Il di pittori ne molta con Evidentemente tanti dicare giu- ma lontani l'arte così dal cendo divo- codici in certo di legge si esso allude ai la il Così stemma. se significando i quali nel sega motto è « Nulla è guida o spiegazione: invece Bentivoglio hanno appunto ortografìa sera che, parola serra, sega, d' manco per 0 loro facile di da ventare pativoglio. Ben- protegge » Non è fiamme che ai di la fila di del fiamme. dobbiamo le d' armi e da un S. del Giacomo a che che che una ciò non il come già conte drupede qua- un' era si presa im- rileva della lezione col- Gozzadini, smaltato mattone nella in origine fiamme scimitarra, una dico aral- noto Oltre bentivolesca, da È dimenticare fra simbolo rapporto in le giano lingueg- cervo, abbiano era anche e Bentivoglio. non sega s' alzano fianchi prudenza, coi che improbabile del vimento pa- cappella Bentivogho di Bologna. ci quest' impresa possibile stato è che stelle due del è da omettere altro comprendere. fra sono le e cervo non significhino che sappiamo Non d' di parti Due lettere T. che però carattere corna A. Non queste d' e malfatte le le sono altro chiostro in- certamente e , di pari al chi fra vede oflfre di cioè famiglia si nostro Avvocati e forse perchè quindi di Angiò ma stemma cervellotico; Avvocati caso perchè tutto non a per non nel famiglia lo di , gli bile no- loro spetto ri- moderno relativamente gh tico, idenmonte attribuire erano è Blasone al d' si fronte stemma uno capo prima ; nel degli Avvocati; loro può di raggi, azzurro al cime i e che stemma Canetoli Il bolognese la nubi del sappiamo lo sia le cervo. sette Non dopo. aggiunte in secondo non e luogo appaiono XLVI in Forse tivolesca. dal si non lo d' stemma donne ben- storia lungi va che congetturando vero essere della pagina nessuna possa tissime mol- delle una Ben- nei maritate tivoglio. Tornando le biografie d' in carta, vita in rosso verde tutto per o indaco delle vite, qualche le segnate sono il libro. foglietto un e al in segnati sono fine In aggiunto, di capo titoli I pagina. nuova una guito, se- recto salire né che di il aspettare nuova ciascuna e succedono si senza una diremo codice al rosso, volta iniziali v'ha, un di in indice recente. ma XIII. Il codice Biblioteca del esistente di Parma bolognese ma , nella è in meno Regia ricco compenso assai più nel 1781 di Francesca 1' annotatore e Bruni del citato che sapere di Padri posteriore fu che di ci nella di frammento riguardo anche detti ai passasse Colombo. ma Pri- Violante a riguardo riore postelibro Questo « violante me fanno inferire Sul scritto: è manacco Al- era al Michele Bentivoglio. di 1835, appartenne ancora è neìY un possiamo avanti Padri, edito unito pergamena che, all'Elogio Carmelitani da mentre Parma, Fantuzzi codice questo dei libreria Il conservato. si bentivoha chi . lo ara no e me darà lo a casa . andarà diavol dal in anima et in . corpo In il portarà. Giovanni noi Bentivoglio casa due gUuola » Violanti. della II, La viamo tro- fi- prima, nostra Ginevra maritata nel e 1489 di a Paudolfo contribuire non Malatesta l' ; Sforza marchese donna colta, che spirito, editi nel di d' uno il parole riprodotte è del libro secolo ebbe, di r la legatura carattere delle della certo perchè e proprio lo una il originale prima, dap- fioriva la taria proprieSabadino. stesso il intanto Come metà vedremo, Ginevra, Descriviamo parmense. questa come inviò che fosse XVI, mentre e Violante codice il perchè cui terlocutri in- dialoghi suoi la ultima, Violante fece de' che possedette il di piena e 1549. Riteniamo circa Caravaggio, gentile Domenichi lessandro, d'A- Giampaolo a il sventure figlia altra, maritata da cosi alle poco gnosa sde- e madre, sua come dei superba Malatesta, codice bolognese, coi piani ha di legno a allo deve il codice In impressi, si in 307 la n. ornati dei stemma (di ultima di mm. soltanto cui bianco è moderna riguardo di del quello ) e HH. I, coperto, di vergine nostre è idio maria; e poi di min scritto de la Intra prima Sabadino Pezola le altre (parole comincia di Piatesi) afecionatamente : gloriosa antique matrone quali posteriore carattere codice de noìne la siste con- 1295. primo le cartaceo, segnatura pergamena Ne è 206, dell' Nel con legò gli centosessanta mm. verso Al lo scorge si identici fra mezzo, carte X reca a che facendovi codice Questo 79, che legatura voglio. enti il pressioni im- con artefice stesso primo bazzana secco, fermagli. B di coperti logio l'e; poi Gi- proemio) Voi (sic) Quel clic per voi se 11 misero mio aspriferi Nel carta di Illustri ci. drama bene, tanto della carta (sic) anteriore si Gineverae legge Sportiae Andreas pene. nacea membra- riguardo guardia Bentivolijs drama. in lìama. voi sento al a dico, guardate ferito ardere verso unita 0 cor, per andate deli,riguardate strugiea Miratel tutto, esaminai Crudel cbe (sic) chi soi frutti brama, e Dolce nemica mie D' 1' ottava: di tal beltà suberk ck del parole fiiialmeate e Sprezando amor • (prime Sforcia nevera : de Magnanus . Salutem. S' io potessiMadonna in il Concepto del Exprimere Ti Che farei cum mei mio core versi ta exaitata saresti in ogni parte e inquartato stemma uno appeso Pepoli-Benti- ossia scacchiera sega voglio. Questo la ìndica stemma cui 1' esemplare offerto in origine persona fu parmense bio dub- senza , probabilmente Intanto da allora , di casa Pepoli, Sabadino stesso. nessuna donna , andò sposa a un Invece Bentivoglio. Elisabetta di memoria di fu » che di maritata Sabadino quando (pagina due 375) righe laude del maschi, et che la nostra di questi una delle la belli si y" del due de optùna de adunque libro, Parma. meglio ad sce 'suggeri- come offerto a de forse figliuole, lei, ventre, vedoe kAwRo figliuoli e trova de che ornamenti sono citate. natura scrive figliuoli, et iuti Gymorta stesso (emine tre probabilmente ora la pudico suo che vero già « honestate grande fama, egli avanti più cinque sono È era ; ma me no- battaglia scriveva Elisabetta nevera, in nella 1512. di e Pepoli Romeo vita nel Ravenna, II bolognese a la lasciò tivoglio Ben- Giovanni del gloria dolce Galeazzo Antonio (figlio Ginevra) della tìgliuola « che troviamo il fu codice molto che XIV. è Di poca la copia cartacea nello scorcio fatta che e si scorrettissima del di in legata secolo Bologna mente rozza- dorso Nel cartone. Arienti scritto sato, pasteca Biblio- nella trova Comunale è importanza nessuna 0 Ginevra — Clave Don. numerato. Le dell' Tutto ultima il di Opera nominata Clare donne Joanne la si Nel legge Libro 170 n. composta de li : posto com- intitolato Gynevera Madonna cen- 207. X carta Sabatino Illustre minciano co- sono e retroscritto carte non numerate 301 mm. cupa oc- foglio proemio di tosettanta che un carte dal « d' pagine frontespizio indice, l' con tre verso di Manca comincia e — de ^:ìer Arienti Gynevera le me ad di ^fjhorza BenUvogli Libro scritto Bazzana fuori col 67, n. di un' è Ita d. In et Questa di elogio Arienti Colle- aique Pressi- eoe Archivio. è quella certo dall'editore Bruni Francesca parole : Una « , copia dreas An- » 1835, nelle no- zolarli Maz- puhlico copia nel Ccesar Ferdinandi etc. quorum » inintelligibile: unus dicto in di Apostolicus Imperialis fede 1794. Publicus Bononice blico pubIn settembre Notarius dibus nello questo Julius est di al Bologna. bollo Maria giatus mune co- coperti autenticazione un con [Bollo] Legno in di 12 Questo Sotto « carta conservato esistente Archivio taro di ginale ori- suo contrassegnato scrigno ecc. in cartoni con di dal fedelmente trasuntato stato è autenticata ed dicata, in- l' del- degli cisa preesattis- LVI nel ed patrio nella n. 10 belle 291 mm. 2 terina è da intitolato scritto Archivio di di libro- diciotto Nel s' hanno di Cat- S. libro dal » al del Il publico fol. 67 v. di carattere secolo notizia ecc. del scrigno è della nominata Bologna, copia carte recto Vita « Gio. tiene Con- » levata Opera nello detto : Bologna esistente di Bologna 208. X della Vita « di opuscolo un Zanetti, Arienti. degli 83, n. Ubaldo da versitaria Uni- col la trova Sabbadino carta ad già si Biblioteca R. Caterina Beata Non stra no- manoscritta, Bologna appartenuta questa di miscellanea una di di nella » conservata al quenza Elo- Archiginnasio Accademia Pontificia In d' Pro-Segretario attuai Arti. Francesco professore già Tognetti, eh. dal possiede si sima passato. d' altri co- LVII dici nò della frammentari meno , , Gynevera. XV. la Per di Archivio il come dal datato Sabadino. 1483, Il identica e che sono le che e e più non concludenti in- nota. di codice della sollecito è cosi in il noi a Pubblica tere permetnella inviato Universitaria lezione mente perfetta- tornar per fosse è varianti riprodurle fu di data la resto, il Ministero Istruzione ricco, quantunque ortografiche Richiesto logna, Bo- mano senza poche inutile dice co- parmense ma da Parma, di codice Del conservato. in più e splendido, meno Stato codice autografo, pure il diplomaticamonte seguito dell' mo abbia- edizione presente di blioteca Bi- Bologna. Allora, confronti pei dell' codice col al chiese poter Archivio Biblioteca, i che favorevoli archivistiche ai precedenti in codice che ad Ciò da Italia e' è il dalla che Il volte Non che mente semplicesi trattava istituto ci non altre in favore, e valse. Interni savamo pen- nativo gover- altro. un non ma era un carte esistevano nostro richiesto portarlo sono di privati, letterario, vamo Sape- non consegna eziandio di immediata regolamenti la chivio Ar- stessa governativi. per di dall' nella sorveglianza con si Stato, Interni il codice trasportare degl' impiegati il di degli Ministero alla città, indispensabili Ministero favori, un che favore posizione gl' devori fa- come gnese. bolo- senatore dire. agli Anche studi politica pende di! donne Composta de Sabadino li Ne mia la affectionata benignità cto et Sphorza la a la gioventù ingrato obtuso ingegno, alcune excellente ne li de optimi essere nostri ho molte, del mio valore che, et de reverenda dire, la a del trovo può me piacere, fructo donno, se di preso scrivere ingegni che fin aetate del xVnali non facto mia fatica aspe- estimatione, presente, dolce stimolato, mansuetudine adolescente sendo es- magnifico aparente tua per tuo che nevera Gy- Madonna, dolceza del virtute, debba quasi, lustre il- la mente, illustre cum per in ad Arienti Bentivogli. spesso da Joanne Gynevera Sphorza hai Clara le me per Madonna di de Gynevera nominata Opera secundo per a de audito fede, la nostra aetate certo quale fatica in essere locata gridano Cieli de Alexandre principe fusse seculo latino aeternamente contento al et il clarissimo perillustrati al quanto sono. Cavaliere sente pre- forma in Sphorzesco Bolognese [ìiiifelice militare disciplina che sangue laude summa cum del figliuola et già mai, de singulare, gratia praestante, Imperatore nome la per creata Sphorza de et gliare maravi- hano costumate et de gloria tuo gloria, tua te piene beleze prudente il plaudendo da è tanta de li prima già conditioni, Gvnevera Non nome. perhò casate co- , odorifero che degna loro grandi et Gjnevera : sei optime tue per presente fra loco quale piceli le per le la a quanto supremo per que anti- le de facti, exaitate. loro dispone, me che voluntieri più tanto Et de memoria aeterna di degne preclari scriptori, da gentile et manche hystoria de le : sono non et poema vixe[ro] excellentia cum Tu populo del sei lata copu- mondo, et ad 3 Bentivoglio Joaiuio in Gubernatore arme, de le quanto la è in cruda li lui liga presentandose nel ducal del la Stato Venete, Poi sola ne serenissima in le rarese, Fer- in prima ad prese, difesa contro potente terrore pie co- speranza. la aquisita ne fortissimo et li de optima Mantuana, ,oppido Inclyto nostro de mento, fo- veduto quel Signore Victoria de in de auctorità è bastioni invasione superba inimici, li pore prova poco se la per a non effecto che i tuti honorarlo de del cita, a quali virtute, guerra Hercule, Duca grato loro a come la illustre sua reputatione ne tanta desiderano la existimando et et nostra, 1' altro de cale Du- Senatore arme Italici, pontentati uno de primo strenuo generale d' gente perpetuo, r secundo, A- bello e , ne r altre de grandeza nome, cum Alphonsio et excelso di terre de Bressana animo in degna grafia Aragonia del dimostrò forma che et laude Capitanio llorentissimo '1 suo de savio esercito, 4 de Lodovico ornati in Quella la te per angelica cantando fìa celeste puoi nel mano Del residuo tissimi di cielo Biaucha, maritata nobilissimo Conte et felice Republica figliuolo tuoi de a la principe do Ilannibal Faenza secundo mio ; sep- quale Manfredo ; lustre il- nostra Capitaneo Francesca Galeotto sexto Rangone , copulata orna- il Nicolao in dextra ! per , a che per la viventi hai figliuoli et questo gratia, già del regno divina, magnificano havere dire li Angeli de quanto divina et materno clioro voce 0 oxanna. girlande il Maiestà rile pue- andarono de per nel in chi vita, Gjnepro de orano timo Isota) et et mortai triumphando nome, tu fasse dove, aeterna, fronde ti in la aetate do nelio Cor- Hannibal, : Donina chi lassando, la figliuoli, , , a ^Madonna, sexdeci (zoè quali cinque havuto gloriosa sobole angelica di anchora marito, tanto de Hai stelle. le atinse ottavo signor fu virtuoso figliuolo Com- lo avanti quale pafro illustre se- , posto Re sticrno cita dell' lo Hercule Duca magnifico Carpo de Galeazo de monastero clusa, che thesauro a consorte de Arimino quale già sia de ludica Antonio verendo re- quale la se de è ren- divino figliuolo. Pandolpho le nel principe cumulo felicissimo se Signor , Clara duodecimo ; figlio undecime, ; celeste Sancta ti stra no- Protlionotario vergono del cita et arme munificiente serviti! li la de figliuolo, egregia Lio- è del splendido decimo ; et a Pio apostolico Camilla d' Duca Marco de primo l'opera ne successore Giliberto, stato paterno come figliuolo nono futuro del figliuola scripto : moglie se Estense, habiamo Hjmeneo nora tuta de savia Lucrctia, di fusamente cuna matrimonialmente cum alto poi, et ti'iumpho et nostra, congiunse de Datia de Chri- da equestre gloria molta la ordine r ne fu Dominico Sanctissimo del pulcro Malatesta principe, glorie lante, Vio- de' nel suoi 6 progenitori Duca Alplionsio diva cum che mondo quartodecimo, anni gratia il todecimo de Imola de de et non Isota è in importantia sex- viano Otta- Conte Hie- inclito Signore citate et secunda, del genito Furlì poca el sponsa Riario, suoi li benignitate fanzuletta già primo ronymo in celsitudine; figliuolo clarissima sempre mo quintodeci- che estende futura de de ra, Lau- verdegia figliuolo, Hermes, puerili quale fulghure costumi; et Roberto Arimino, uno lauro come virtute de de ; da sponso de già fu gloria al Marte Calabria, de Principe Malatesta Alexan- splendore figliuola Joanna de terzodecimo, militare do ornato dro el ; in de Flaminia li per muni co- stati. La non loro natività è de manco quisti noi presso futura toi alteza et figlioli,certo iocunda per del augumento , felice nome Creta quella Njmphe che Bentivogiio, fu de in il Jove, rose et fusse quale viole da alevato in le gratificare per tua aeterna luncha donna a spechio, buon molte volte lassarano darano fra li donne del velo et de quella dove nel benigna cum spiriti fruire patria lasivo facendo, mortai beati ad la inquinatore vita, il loro et cosi sua visi li qua- honore, vano che de de exemplo artificiare del termine mente conseguire vorà nome, fama in cura continua benigna tua laude de lassando la le mose fa- terna sempi- gaudio è an- senza , fine? Ad mia Madonna, gloria, a la altri da tuoi le de del de '1 guidi nostra l' fìdelc serai levata possi glia fami- del gloria provincia, cordo re- la la cum liebre mu- dilecto. qualche et in verso omnipotente ingegno li presso observantia et et summo che ne prendere nome, ne mia musa splendida stato, excellontia Che ciò tua muliebre devota quando la tuo la mia a piaceri, cure et tua la Signoria, tua la gustarai secundo excelsa duncha, diporto tuo Principe mano a la la gratia 9 felice tua devota et la musa, intitulando vera nel 2. ad Theodollnda De forma et fu beileza, et costumi eloquentia de de se essendo lunga et molta altra tempo di Italia la tario Re nominata Theo- spectabile de de generosità apare fu : castitate, fiorente regno Garibaldo suo da molestato, figliuola Theodolinda Longobardi, più che donna, sapesse. de' reale de via sa- de religione circunspecta, de regia guerra illustre che de grafia nel dere, inten- Bavari clarissima de et gloriosa debbo quale costumi Garìbaldo de duncha, refulse,. la dolinda, moria me- Bavari. figliola, una molto corona de' de' Garibaldo, ebbe Re, pillola primamente Madonna, che tua aeterna Signoria, tua La Gyne- opera 1483 Re et presente mia la de consiglio ciim che quel a dunque, aspra et in mandò ad prima Anda 10 che dispensata, quello Italia: tormentava guerra asprissima cum matrimonialmente reali questi Li sponsi per consiglio de in suo Re creare linda..., per che de homini, stati che degna tal cessono ostende le Epistole del de opere facto do mcllo per de suo Aginolfo divo la marito Duca il lei, de' fase come le per e prudente il Castello di et mente vera- Pavia Re de' Taurini, le per ultimamente presso cita de Longobardi Gregorio Lei gno inge- e excellentie effecto lei de regni, de sue essa. in li iudieio et dissima gran- regimento de et dente pru- Theodode animo non per che singular de feceno et loro, donna de virtute et Re, fra era vivendo privati, conclusero consiglio moritte. aftanno uno concordare potendose gati, coniu- Antario duci, del vedersi anno uno Re Longobardi Stato copularono. se marito il solemne cum insieme triumpho rona Ve- ad et nendo po- judicio de Lao- dechiarò, et Longobardi, homo belli- 11 cosissimo animo giovene de' che lui il domandata Panonia. ocise lui di cessione interfirmò Pranza. Di de poi l' isola Zangrulfo et et legati per Tridentini Duca Veronisi Hunni, per di luliano, firmò li de per Munulpho Sancto de Re il Re cum pace subito Regno, Duca quarto dunque Similmente del la Recevuto quella de veramente Aginolfo Cacano cum pace da detto Longobardi. ebbe la fu virtù, forma de et Et prestante. Re grandissima de et de Duca Duca Gaidulpho , di Bergamensi, Suscepe Romani, diò, a Obsediò citate li molte clade cita Pavia inmunita de destructi castello di abse- anno dede. allora da de queste Totila. Tutti materia de tutti, da Longobardi furono Monteselice. Godestaldo un che dirute brefacti, quasi foco di mura, avea hedificij centra guerra quella de et ancora donato. per- per la fosse havea quali Roma et et li a suo ; Ugnarne facol similmente Seguito genero cum el sto, que- la 12 poli mandati et Romani, lo a radunate le famiglie chi credendo dolendo male. de de Aginolfo, gitori de et Italia al de' che Cielo Re suo più sancte to tan- rasone l' aspro Longobardi bella. per sima religiosis- come refrenò dissima gran- del Re le per Gregorio, de virtute, lei, ad nefando facessse non cum Gregorio, conscienza Regina, sangue, salute donna et Così fino cognoscendola Omnipotente che marito, et fugiva bavere fama fare volesse et Questo boutade dell' pie co- gnante expu- Sanctissimo al exceliente loco senza foco Theodolinda, ad timore de immanissimo potea, montagne. aspre per ogni ferro, che modo scripse da questo con in male Constantino- l' abbandonoe loco Ogni tormentava r ad Similmente dostrusse. la ]\Iantua, mura. prefecto Cremona obsesse militare, solio rono fu- Parma, Imperatore. Aginolfo, al de Galenico da presi cita la figliola, presso Per furore destrula qual 13 cosa el non poco et consolato a Theodolinda et benemerita grata el scripse essi, de' dono. si sì lei che Christiana i^eligione, in et in la l'animo a la vita al virtuoso Fece restituirno pregoe la non latria idoerano et ad li convertì religione Longobardi, quali et converse operare. anchora haveano li di costumi et Aginolfo doni. tutti cum pace che dusse in- che da fede, la a che marito, Aginolfo del dette modo heresia, Re quali magior se del Christiana del et Re la da li in- eccellenzia abdicarono se lei a cum era, ferocità Longobardi boni non o- inmortalità flagrantia la la per la per sua Dialoghi legendoli Et cosa gina Re- tanta laude, de' libro et fare per de' furono, li grati Gregorio felicissima dignissima pera, de Sanctissimo preMo operò, li beni tolti, Non et che de a havendo el Regina questa glorioso li le quelle lei che '1 Longobardi chiesie, fece che molti figliolomaschio, Jeanne Baptista 14 figliolo, li tempio ad habitando cia, che Monza cui il che titulato sta, del et molto il divo Cosi li Visse et li de più che '1 conditiono, idonee mondo che è lecito Aginolfo loro non dire. a suo Re, '1 marito, de sessione, poset de trone. pa- grandissimo del marito quali optime Adoaldo il tutto così se avea, che et amavano che regere stato, Morto de precipuo per a mento, orna- pigliarono in li in- Bapti- auro, reputatione Longobardi, lei privò Longobardi sempre pio tem- grande de in per habondante se geme, Baptista amore de richeze, argento. gliolo, fi: glorioso lei essendo de gruo con- prestante, del decorarlo splendide ad il promesso nome per Modoe- a Adoaldo nome pose la bellissimo uno Modoecia, in essa edificare fece Facto diciamo, hebbe tempo uno insignito un reverentia. sua ora presso havesse edificarebbe promissione, a lei divina, Maiestà r alta intercedesse che devoto, suo fu il Re figliolo. 16 dolinda anchora gnitate a li Italici et per disolate le per in regnando passate magnificentia, inclj'ta fama, cum lei, nel corpo del pulto pianti honore tanta et et Gjnevera bene nevero, virtù de che ciascuno. come a le opere, del fu per de de cui moria me- la ne ornare Gysua per duplicarli nel gulti, sin- corpo amato letifica se- funerale per nostro tanto degne dico pu- habiamo explicaremo dire, suo fulgente re- tempio la recordata Ma vita, piotate, et prima opera fronde de Baptista convenia: duncha voluntà suspiri pompa Regina vita il grandissima cum lei liberalità edificato suo Jeanne glorioso Così sua corona, sua questa per la gliolo, fi- castello et de in reale de celebre fece suo guerre. et ordinò secundo pii più passò di- mente sola- non Re cortesia, tanta et del citate instrauroe memoria et lochi a nome ancora ma et in grandi doni grazie et populi, Templi li a doni namento or- sequente perpetua laude, 17 se • che dubitava Pezola De de altra lei de più infra fusse donne. Bolognese l'altre (juilli tempi a una core generoso 3. che Piateso, IV'zoki do vedoa dì^nìssìma di Pietesì Bolognese. Infra l'altre Madonna, illustre in donna, nobile padre, potuto né sapere del de già la marito de de degno virtù nobilissima. visse vedoa, conservò da putatione rantadui la che , fin a la compita habiamo de et priva vechieza. scrip- battaglio pur siamo pos- figliola et gata coniu- come fama, cosi degna cum aetate fu nome sangue Lei, optima cum non stata et padre, stra, no- il ma essere miglia fa- ma civile nostra; affirmare cita molte le per cita la essere per una Piatesi, in Pezola; combuste ture de' prisca et nominata del trovo viduile, stato que, anti- matrone nostre de anni del Fu se re- qua- marito, donna 18 grande, non ma panni, portava fin le neri grossi portava celeste loco de che Nunzio, terra, et terra. Fu de de honestate nel donne, et Ortensia, figliuola in Regina di Dio de la cum capo sopra fino in coda liberale. a et et lo Romana Era et cum che quello andava Spesso forsi non carnò in- ingegno parole, onorate Ortensio, de presidio et rata, do- la honorata poveri. seta del longa assai, in in di pendenti et molto consiglio, povere ardire grande li argento: coperto cum aiutava potea, il animo, vivea richa, ella veli il manto piotate a figliolo manto [de] candidissimi ambri Salutatione Portava del pecto argento, fece il Lei. lembo de de la Cieli, quando uno vedoa, larga lettere bri lugu- botoni, de cintola diceano de de casto gambi una che di in cum folcita nera, dal camure, piedi, grato prestante come a li a politamente vestiva aspecto, de et grossa aiuto de cum le meno facesse che illustre Re tore ora- pu- 19 blica, nel do liberò da la del la moltitudine che de si excepto volta Pezola questa et portò di marchi facto Re publica, havea Salute mille cento questa forma : piotate ho al penuria, lachrjme la agli in la de siglio con- ta mone- Henrico anni dieci, patisse di voi faciate alcuno per il per questa, cum perchè , non la in cari, populo, ad de dicendo mei occhij havea magnifica fare li vostro tro quat- batere concessa ne cita lo quali sua venuta sono degna, avanti Citadini sinistro grandissimo il Una peccunia, quale Imperatore, sexto avanti in de de la a auctorità in mesi cunio al monete dito ar- prendere andò argento, pochi de sì penuria seco, pu- Ortensia. Bologna, de nostra Re matrona grandissima essendo la donne, Triunvirato, loro a ad le de difensione donne trovò movere qnau- le pecunia non omo volesse se de subsidio per blica, ti-iunvirato, la de gravezza imposta la tempo providimento. le pare Et 20 intendo perchè è io peccunia, mei denari, sufScientia, in a le ve ho ben che ciò se erario mandi loco. ad mento fer- per Et voi borse, pigliando come le mane exemplo femina sono quisti siano non ponete che non portato similmente vostre mi de lo ne qualche magnifici, a che quello et , mandesi et de la el vostro Dio, et ad le la vedendo l'un et chi de le che di Di r de non '1 poi, lo le sue usate a prova facevano ne in forma biave do socorso la denari, anella, singular cum oltra et, denari, fu et de grande havea de dendo inten- persuasione, prestarono et et pose consiglio, altro, populo pane Il a gratia inteneritte, couture acepta reverentia cum liberalità tutto fa- che sia caritevole la donna, Et parole. soe aiutareti et vendicareti voi fama. aeterna amatori populo; molto che exbursate, come publica, Re afamato cosa a poteti grani, per vostra reti fine che assai et poco laudo d' et ola. devotione, 21 fare, volse Marno, vergane diraentre et de una drieto grande tondo. più le guastavano fruscole, quello, che li et la inteso questo, quello facea lui de admiratione de guasto, qual lo colomba. li le la lomba co- el conciava. re- parendoli cosa stupendo, Episcopo, subito la vedere il tondo et a uno istructione miraculoso manifestarono ella fruscole per de era divina fa- facendo piedi come stri mae- che portante pieni Per stimando li maestri cum per segno che l' altra già cose, monte, tempio videno et Li lavorava el sì li- pigliava devoto vedere et animale se cieli; ponendo andava r il la el rostro sopra colomba, la cea col edificato volseno de monte, uno legname di Sancto colomba, portava Regina de stabiavano et del è la reverentia una puro, quelle dove in sopra venne fruscolo et porta li maestri gname, casto la oraculo uno gloriosa le fuori de andò Sì "grandissimo il el quale, et che vide exi- effecto questo proprio essere stato, fratri, obidentia alcuni Doppo ad che la donna, ad raculo dificasse, quale volea laude de gli de Sancto simo el piacoa non quello ma quale gli Sancto Dio, è che el e- monte prudentisla per lei che facesse fare volea; altro quello monte nominato opposito, La quello lo ultimamente dove sopra riosa, glo- monte mandò che Benedecto. respose suo, a oraculo, facesselo altro Il alhora Fo- Vergene chiama se disscli, et vello ro- divina era monte, Benedecto. donna, Dio aedificare suo che Episcopo volea. prestantissima quello opposito, è li quale dire che la quello sopra ora- omnipotente questa sopra la che religioso, uno volontà, l' dì et devote divina, questa significasse per monaci preti, Maiestcà la a leste ce- persona facesseno che monache, tione ogni pregoe del segno devota monte de donna non era , quello, ma era suo. dove havea Resposc ciato, incominlo Episcopo 24 luoco questo a gratio et miraculì specialmente Augusto, la memoria la dilecto dea in opera antiqua de in aeterno Signor cita la de a r opera de date laude overo già mai, né resti cum che per peno dare tuna for- far tar porcheze, ri- amate morire la virtuosa altre tuta tanto credendo curare cum r de credendo non lo de de sono non tante sue passò de stato che degna, le seco ritare ma- confusione di richeze, et virtute grafia laude ad piene avarizia in et Bologna, de et potea vivendo, Dio donne, quelle Pren- queste vita questa de denari cum magnifiche opere fica magni- sempre quello polcelle. Cosi, et et liberale. robba, cum ogni cum peregrini li a in vive, fu quale fa questa devota tanta donna, elemosine Anchora beatamente de de festa celebrante devotione tanta et giorni quindeci chiesia. militante la li chi a recomandava se a per concesse sua fama donne moria me- sieme ina 25 l'ombra che del nostro ciascuno, onora che Gynevero, lo contempla mira. et Mathilda De 4. Mathilda et scripte, de lei parli de Trovamo da Regio, Duca de anchora che Beatrice nutrita vinti grandissima de costumi et opido et la Henrico fu assai la essere marchexe de la consorte peratore. Im- terzo formosa, madre, la morte virtute et lettere, cita richissimo sua de da de sumere virtute. illustre de et anni, doppo in non pur Mathilda potentissimo Costei samente diver- ciascuno celebrate lo figliola namento, or- condi- et potuto Canossa, d'arme, et scriptori duncha Bonifacio de vari le figliola stata vita habiamo donna tanta mente vera- grandissimo gloriosamente, fatica senza donna cui da trovarne fu de la de tione Comitissa Comitissa illustre de pudico per del vata ale- tempo patre, ornamento come con- ?26 venia excellentia la a latino, Parlava Fu savia, alto iuditio. manico. et de de la madre, ? Pisa, stato de Modena, Ethruria, iustitia, del imperatrice candido religione, timore suoi potentissimo valorosa la de et Duci forza et cum stata sempre et per de exemplo monialmente matri- copulò et favore Gotifredo lui cum et Apulia, potentia fu ficio bene- Ricardo centra de et Christiana cum chiesia Guilielmo la se principe, ad pru- pudicicia per Italia donna nio. Patrimo- Visse de et in el la de fiisse optima Costei de clementia manto populi. stello ca- de parte come Dio de del populi mondo. come materna Regio, suoi de' grande, morte siagular cum mansuetudine, liberalità cum de appella gratia et la Mantua, quella se gei*- pudica dominio de tutta che et per et Gubernosse dentia Doppo Ferrara, de et gue. san- eloquente, Canossa, de suo gallico sucesse nel lieredità del loro mendo repricon- 27 Pontifici li tra la de spretio fiero cum Henrico maximi, chiesia exercito chiesia, la a ano. Questo exercito in auxilio Guilielmo Mathilda in campo Gotifredo Lei, teza, se de sanctimonia piena, et, per septimo casta, dal cum mici ini- la taglia bat- marito, vigilie, for- per Azzo marchexe lui cum lui a quanto, al- coniunta il che per continente et il cognobbe consiglio pontefice divortio sieme inli da ne grado, quarto pudica, errore, fu poi donna come de ad essere in sangue essendo donna, Dimorato sentesse de et marito. suo remaritò Este. fu ociso provida come florido Parma essa ot superata, haveperatore Im- Et presso marito, col le cum Duci. valorosi molte Ricardo de sia, chie- Henrico figliolo el de la de tolte intendendo, mandò centra restituire die cli- voluntà per fece in erano inimico lei modo cose da gli Imperatore per che de maxime, vivendo elemosine suo Gregorio fece el sempre et ora- 28 tione, del Fu peccato. virtù da che mortali Ferrara, haverla la marchexe Ferrara la dieta cita Castello del nome. suo In fra le de cheze homini tate et titoli et de li da progenitori. uno a studiosa robba et ri- et et amici, Lei ritare ma- Dio per havea gnanimità, ma- in virtute specialmente 1' memoria fu de quale de donare imperiale monasteri, in edificò il substantie auctorità suoi chiesia, donna del havendo excellentie et dignifìcare gli figliolo Tedaldo donzelle per herede castello, uno li sua restata la proprie sue assediò Quale, questa fano Essendoli marito, 1' altre tre 1' al- Beatrice era da nominò de Cielo. Tedaldo. liavuto in poi da suo dore, splen- tanto quella quale Bonifacio de quale hereditata matre, exomplo et tutte del degni ribelata de la ; ignorantia virtù essa procedono la specillo magnanimità, de de penitentia per bon- la per hereditata fondò Trixonoro, dui presso 29 la Luca, de cita in opido li in Benedecto dal de Sancta et de tutti li li ponti animo tanto Cleopatra de Re chiamata di Dido, la Hab- grandissimo Quasi pietra de la de che Elisa et porche fa glie mo- la a figliola Fenicia, rebbe sa- richeza Egjpto de pra so- cum ingente Antonio, Felice auro construire, Regina Marco richeza del a la anchora magnificentia, bastata de de Ampliò Italia tata. do- rio, Cesa- li habitavano. fece et fu munifico dove de fiumi plebe lei preciose cose monaci suo possessione, Nonantula, de' numero Sancto de et argento, batia de mutinense, felicissimamente cominciato in- La da Guilzagna. de divo Tedaldo, Carpo monasterio diocese ma- Mantuano, ricamente. da Il del principe Maria Lo corte habitanti. agro augumentò avo, substenta- monastero lo dota cum ad religiosi gniflcentissimo Canossa a Regio, possessione de mento de quello molte de l'altro ot di che donna tente poBelo poi fu vi- H 30 Phinicia cheo, poi la de loco admonitte de imperio summi de in septimo in maximo, che anni de Agnete Nicolao et suo de ne religiohebbe secundo Sanctità sua tifico, pon- lui, una ricevette consorte, sua de corona nel del Christiana Nicolao a perchè la che sucesse Pontifici, excepto riguardo cuni Car- dispreciatore della et Si- Sequendo morte. Augusto, stato era Ma l'Imperio. morto Alexandre creato ; proprie citadini quarantaotto Dio r alto le Pontifico Henrico tempo de cum sede, Gregorio Alexandre de in virago cinere suoi la che dire Matliilda, Apostolica pur li dette se valore le marito, presente thaginensi vele sopra charo suo mano, nel Dido lingua quale la valore, singular de et rile cundo, se- , scisma, esso et reclamante Imperatrice Agnete Coddo tutti Alexandre contro Episcopo li Mathilda, Cisalpini perchè de venne et pontifico creò al Parma, ohcdivano, non era gridante quale excepto vero papa, 32 il il Cincio di case pontifice, minarono fondamento li homini la et le a fu il alhora, Gregorio iestà divina, iuria suportare, catione et chora Ma poi de le et miglia fa- sua Cincio et dove Gregorio se a an- excomunica- dignitate. de de Henri- Mathilda che ad ligione, re- singulare la ecclesia transferitte lionori, et comitissa gloriosa summo li po archiepisco- cesaree et in- tanta Cincio, privò la Ma- excomuni- cum excellentia, et più cum le de tutti de reverentia questa virtù honore come roconciliò Imperatore et tutte Mathilda Fece et Henrico, Giliberto Henrico auctorità sua privò clero, suo de co. per beneficij et esso tamente la naso, potendo non prophana il al terra, de ad fine accolto. fidelmente dignitate Cincio et a donne Germania in tanto torre, gettarono troncarono fugitte de persequitarono caso, liberarono et giorno sequente stomocato Romano populo facinoroso a Il torre. nitissima per Henrico Canossa, pontifice, et a li 33 del piedi li cum andò quale nudi piedi el sopra tre sazzo volte a li pacti darli diman- perdono. Ma lui poi infrinxe pace cuna suasione qual cosa intendendo svnodo tione, sotto ciò a non Oltra pertinentia rescindere ad li doni questo, confirmò la gliere, né cepto quelle, hano la hora cosa comandò audisseno li fideli non a Grecia in synodo papa li comandò christiani mangiasseno Per il christiani, del al- che non carne questo et cerdote, sa- tutti a li sabatini ; preti, concubinario anchora che ex- canonici obedire, messa li monaci. sacri li a et mo- despreciando volendo non li nel li habitasseno, che permesso qual et donne monia. si- che havesseno non cum la la de interdisse sacerdoti et scopali. epi- magiori de macula Primamente cleri excomunica- di decreti et interdixe et gaudesse di la fece Gregorio pena la Giliberto, consiglio, et Giliberto de de giorni similmente Henrico, più 3 34 li da monito, che irato convenuto come male episcopi consentienti , creò Giliberto, papa de Rhavenna andarono diarono la Dio; de Duca animo de et la lo liberato stato, per moglie nobilissimo Cora do il il dandoli Duca valorosamente Dio quasi difensatrice fece fu per figliola de il et Sicilia. a suo per ciò sareo ce- forteza più de Co- che Re, creato padre, la pessimo imperatore, pontifice persequitasse assediato verso strenua lo le Guizardo lo ecclesia, de de in imperatore Mathilda, figlio che reverentia romana rado, cliiesia reprimere diabolico a- sempre liberò per poca questo heretico, de et molto vera la fece imprese, cum mente, lunga- come sperando et obse- dispiaque de Puglia pontifice, et Gregorio cosa quale scopo epi- quale Roma l'honore degne sue il ; ^Slathilda, de nel Gregorio, a qual valorosa matrice da afflixeno et la a dimesso Clemente appellaronlo Henrico già Rugieri El quale persequitò il 35 insino patre chi fine bia la a morte, vole non la in che per bcneditione, lia- inaleditione. la Corado poi Morto succedette ne , Henrico l'imperio quale, andato ad de suoi la li mandò sto riverentia, tatione, temendo la liberò da in a Partendose poi castello andare per Mathilda, Bibianello reputhilda, Ma- visitare volse felice per per sapientissima imperatore Germania, et et il papa. lo Roma Chri- Jesu imperatore, credito per bito su- pregarlo a de Lo La pontifice. oratori clero. de' Mathilda, a il vicario il cum generante de- non voluntà il prese suoi lassasse come prophana dispiacendo cosa figliolo,il suo Roma, progenitori, qual che quarto mosa fa- questa la quale regiano era che , hora dicemo cato da de lo aparato, spetare, Cesarea le essa. Quattro Intendendo imperatore et ma castella, hedifl- degna lei cum pompa, andò a maiestà lui, stette , la ta venu- grandissimo lo non et cum tri volse sua giorni 36 predicandoli, 1' honore rasone, Dio, et virtù tanta dovea prudenti recordi tanto lo a fìrmò le passati li Cesari. Munifico il sopra fiume de Più et rasone con- periale im- precessori ancora che da li da a cita Pado sima femina disse il ode magnificentie sono manche siano quelle Tholomei lermini, perchè tanto et sta quesono la ripa lo peratore, im- de tanta bene de più le sono virtute, le Zanobia dignis- quanto più Egvpto, fu più quanto de l' hu- che 0 degne de che credea costei. lege, et disse producesse de vero, volte mai natura mana di lei , che se a le tutte Piasenza. de suoi exposti piacqueno che dignità havute Mathilda Quisti consigli, imperatore, tutte studio, suo maiestà, et in come operare. et eloquentia cum ogni de unione et pace forza et dente pru- timore publica, re ingegno et et la conservare Christiana la de efficace cum quale gloria, de la regina lei sue non che stirpe di Pa- despreciatrice 37 che fu la Augusto, lieto di de auro et facto, credendo Non excepto li piedi Roma a Vicario di ad del le recevuta volto, al Bondeno , ripa de dicemo, li che stata ora de sigillo do essen- reverentia sancti sitato vi- et lochi, simo Santis- del ad casa in mantuano agro no Roma- diremo andandosene Sinthia, dove del Christo, benedictione et havea poco for de carro duncha, tutti devotamente et questo Lei figlioli essa oltra fama. sancta andata a più modo li cum triumphare imperio. sua Claudio oltra che geme, per de quello triumphal sopra Mathilda, Romani et lei de li Ameliano Ameliano che triumphò legata di de' cita cum presa Galieno de morte la verso ad imperatore successo marito suo presentata leoni, victorie sue poi di et por li et fugire Amessa, figlioli orsi Odenato morto constretta di domava che molte doppo poi essendo fu li leopardi, li forza et feminei, costumi (le 11 la Bondanello alquanti giorni 38 fare per Pontio lei nocte la dose messa fu Mathilda freddo, al il per fine anni il doppo febre, de che lucense del stato chiesia, et raamo, Dio tutti da Anselmo et devotione cum thesauro, et servi, serve et raunificati che et fusseno tutti a romana ogni anelile dominio, suoi liberi lassati et milmente Si- incarcerati fusseno de suo li tutti per , suo chia- ordinatamente. r et el poveri lassò volse cramenti sa- scopo epi- Pietro de chiesie li lassò la a li a spirituale legale Patrimonio le venire prese rasone a mortai pervenuta patrimonio che bate, ab- grande giunse padre suo Per da sentendose Cliristo de li vita, sua la tanto per quale quale celebran- et opressa sexantanove, sancto. il acolto, uffici, natalitia sposto di- visitarla ad venne divini mille havendo benignamente li a tività na- anni cluniancense, abbate da fu così et li fare, li ne tredici, et salutifera la de Salvatore del cento festa la et satis- il 40 Olivero de gliere di Garisondi cavaliere fama, suo dato ha non nobilita la A Bologna. che, per che Garisendi virtù et de Bologna, loro debbo inter el cavaliere et Thomasio diferentie per di la cosa essendo et cita il quale, per dal se Re pose Filippo, la nel et recomandandose cum affinità de cavaliere el et non in di sua lio; exi- in posto regno qual l' arme, sotto habitare vergogna liere cava- figliolo del per et certa '1 che sdegnato, come nostra de grande expulso trasferitte Burgari, inimicitia uno che tendere, in- Olivero cita forma Di conditione. fu la tutta famiglie Garisendo se fu cita la di Burgari; mici, ne- duncha confine ocise Garisendo de mortale in possessione, cavaliere de de del suoi de Se nacque etterna magnitudine homo de sangue de primo cavalieri cita suo fulgore narraremo. splendidi del poco il marito di la fece, in iactura animo, come de stantissimo pre- lendo vo- Italia, Pranza Serenità molto a lui 41 gli quello per serenissimo et parendoli valoroso come constitui honorato mesi, pochi condusse Re fiorente exercito de Lusignano Re il di Pranza Pranza et Re chi gesti Inghilterra, a quale r ysola r Garisendo in fece se solima Hiero- de il Re di Et quale portò suo ( la de tornò, ri- regno poi al el ca tanta il belicosi alcuni recompensatione nel di poi Hierosolima, guerra la ne insieme l'impresa suo. doppo di che questi signori. abandonò Cjpri ) de et Pranza, impresa hebbe lico, GalIl dovesse, regno a generatione Inghilterra, tochare nel Siria Christiane principato indignato retornò di de cum Saladino Re Saladino, et et Hierosolima. del a dal de Re contendendo inde cum in de nome de li cavalieri, passarono tolta stringendosi da et Inghilterra, al acquistare già cipe, prin- adcompagnandose seco, Guido Re, cavaliere, numerosi cum Hierosolima Il magnanimo stipendio, Ricardo per intravenuto. era Re vallerò strenua- di 42 '1 Re che mente, donandoli amore, stipendio, cavali, in el la anni assai denari torre, a ditione ciò quilli tempi famiglie hogi non di altri per la sperasse già recevuto li mai Poi questo mio con- in de torre et a vederlo. che questo quando ad se marito consiglio, dicea: è mosso essendo suo ella Theodora, al respose farebbe le come altrimenti denari infra di bella gloria sperava, , sua. meno perchè vedesse, marito, de vede, se come contento una tante tempo, repatriasse, Onorio fare et pompa anchora perdesse de citadini, perchè fabricava se nata nomi- sua paresse gli de l'amore ricomandò donna facesse non circa da figliola che to Sta- thesoro. Garisendo la a Theodora, Rodaldi, quell' altra, vedendose, et or geme, stimolato et patria, molti el constituito et cavaliere de gran- pose or cosa trovò se quattro de questa forma così oltra denain, or et li Philippe la gnifico ma- volontà certo Per da prudente im- in ini- •43 micitia exilio, in et deverebbe Et cercare. admiratione disse al vide nel homini, che Consigliatasi fermo ha (come duncha che animo de et de li et chi a in poco augumento del animo affectionate altro del non arte, volea li havea de li loro pregava recevuto, amore wle quando in de di quali et chi a cum doli usan- servitio de le loro da de lei et quale quale recordo, accadesse cum valoroso che dal fragio suf- va, presta- assai, o fussero non altro homini parole, amantissimi, marito hogi quello donna come se cum discretione et donava et de calcina. de paresseno intellecto, astutia effecto fare per prudentia cessità ne- mandava indigenti fusseno, grande più sua amore cusi domane citadiiio, la per et proponimento, questo, per marito pietre de gloria in et expelimento) suo gliata consi- per pensiero, presente questa fu virtù Mio : gratia in ella nascosa permutando anima solo cosi stando, da sua, che onde tere let- facea lei parlas- 44 lui seno de ciò quello li aquistandoli restitutione in adiumento. fusse che devano amore la patria respon- solamente lui a de Costoro non et el lei a a amore, loro donavano , vita, la ma disponevano come credere more et liberalità, li a fede 1' perchè homini munificentia lei, de piaceri degli glioli fi- proprii debbe, se la di quella et a- cum servire et se aquista. Or sendo denari el ogni mandare anno et et gli eflfecto del che sua la possibile, suo pensiero, torre ravigliosa fusse, la onde megio a cavaliere la come , al quale ne optimi attendesse gratia vago liere cava- scrivea, bella altra che molti perchè facevano, questo Il più turnità, taci- principiato et la vederebbe tornata il marito faceva, se pur quella cum suo moglie ella era Garisendo Garila a usava geme, prude ntia, cum cavaliere sequendo et la la a ma- cita maestri pur del do in tornare. questa 45 solicitava et alegrava se cosa darli man- , denari perchè in Dimorato signore exilio la restituì ad gratia, ad venne mandò et havesseno marito in essendo questa stato dentia, che et voi speranza, auxilio gloria in del et mio lo ne la siderata de- et intrasse aquistati in nascose amonite et fare ad li li armati soi Theodora per marito, del casa in prima ma li Franza, proveduta quilli patria, affectio- cum di secrettamente amici, fede la la cavaliero Re Bologna, cita la ne publica cavaliero partì se suo offendere el dal licentia, Re de non Habiuto adversarij. Burgari gratia la suo morto Oliviero esso promissione nata di illustre nostra Garisendo del essendo cavaliero inimico, circa cavaliere Philippe, Re Thomasio, cum ci finisse. se intercessione ad anni, dieci presto loro, che del advento forma: diari fratelli, proprio divina provi- habia io suffragio marito. posto ve per Voi ho ogni mia chiamati vendicare sapeti la cum 46 la de tempo, amore ve vostra fede suoi li inimici, in nostri consuli de stato Aduncha, parole siati prego che ne le la ne li vostri disio che tro- de tanto la virili mie vi vere, mani resti quale tutta dolci fìa le a et aspecti, voi del non benché forti, animosi vostre costanti, la via onde salute vedo questo fratelli comando. Costoro, già inanimati li et reputatione. guardando femina, ad li da pieni vostra et Victoria, de far in vincitori, publica, non de debbono administratori Re utile senza la se inproveduti sareti sareti la fia recevute restarano che timore, stro vo- come seco quali forma vareti essere l' onte de vendecta che, promessione et vogliati valere, col charamente, prego af venire patria il per ; giunto, debbo carissima la fruire ad stato è singulare Hogi, et lui, il che per mio cuna exilio. in fanno, de vergogna caciato, fu casa tanto mio et iactura quanta fieramente ra- 48 confortolo Et strenui gesti et manchò lei sequire lui facesse che Lucio marito sotto d' arme, marinari più Duca de la fecto la per Vitellio combattendo marito fusse Il cavaliere ad de spada, sio et armata la monte, pre- infra Di Vespesiano. che che casone et andò vedendose effecto se uscì '1 mane di suadere per- femi- una co, inimi- oculto fece et remuntò amici li armati cum ad da lo da armare cavaliero de et Apolinaro duncha, caciando casa gente vincitore. stimulato cavalo, castello romana fu tanto subito nel discordia et Thiara et Romani, Juliano, nata Cesare a de molte sotto suo fratello Cereo dal dimorava quale na, de il lontana poco de il Terracina munito Volsi de in tempo, nocturno Thiara principe et ferocità Vitello, Vitello, AuUo poco spada manche cum core che la cingesse se non virile vendetta, la a non ardire et tale cum casa a fu Burgari, la de militare Thomaet ocise 49 uno fratello suo de or casa, de' et questo parente, inimici Burgari la scorso de lui cita, morti, il la li suoi la de la se la tione ella suoi fusse lo de che honore grave lei per sola di suoi poi la rota contri- la fede, sua lo extermiil havea et lachryme de vincto che infamia fedo, che rito ma- maledecta et de '1 inimici, pregò recuperato, peccato lui lata, stimo- che casone a nire. fi- specialmente et consiglio venuta, per- morbo, in core, de gli occhij cum poi, sentiva se al dette quisti crudele peccati, iniquo quale conscientia traditore persuasione nio la stata essere per forza a- laude cum cinquantasepte cortello de' remase lo La de ne visse, amici infirmò che, come per fideli la tutta conservandose anni cui Di '1 donna. de etate per finché valorosa infugati spaventò citadino, de quali et che quale, primo more a tale, de riti, fe- quali , quali modo ad amico or , in cita et non era de volesse rito, ma- gni, preil- suo senza lui et remo- de 50 injuria ogni tere fecto de pietà la per in et lante, de loro. a l'onde da miseri noi niente Audite da le da Nicodemo del fama di mese et pietose passò quale abbiamo do va prega- temere Dio. cavaliere ste que- elio fare promisse Et essa, mata ar- de- tartaree forze, dando ad Alexandre figliuoli mille salute humana la et de de a de dui, etterna cum presente gloria et ducente lachrjme la li anni ne septembre la poi quando per suoi et et arme benedictione sua lo et il le morte, che catoliche le ven- aburti havea. decto lute sa- toccava non peccati Sì parole, lei fenderse li piotate sancte quanto la de perdonare cum la siamo giova. volesse la considerando piangemo ne fare non conditione, anegati chè per- per quale Perchè, Immane r anime perdonando, iubi- morire, stato loro le ef- ciò a potesse sarebbe inimici illustre come magnanimo, pace meglio decta Dio, l' homo de suoi li verso li auscultanti vita, tanta in donna la 51 recordata fulgentissimo lo virtiite Maria la In cita fu cita di femina tacere per de il parenti certo se li et quella pare del nostro Gj- habiano et al bene che generosa non el di- Roma, non nome excepto consequito suo de tanta splendore trovare suto hora trovarne quantuncha nevero, che campagna virtù, che memoranda sequente bellatrice. Puteoli, in più per bellatrice. Puteolana i^everendissima, una le Puteolana Pozuolo cemo de ornarcmo Maria Da 6. nostro quale Gynevoro, splendore de del ornamento per pos- Origene beatissimo nome fonte. sacro de Ma le cogitaremo sue , judicaremo opere, et egregii virili de stata essere parenti conciosia , che '1 basso, quella che para che, de haverebbe non virtù atinse de plebeo seme potuto animo costei atingere forze, de et la perchè et clarità , del valoroso se sangue qualche non se caligine può de quinare inex- infonde sorto trema le volte più fecia de valoroso simi pes- quantuncha vede se surgere quello parenti, de costumi in plebesca animo alto et ingegno. femina Questa Maria forze grande poche parole, bevea se non ornamento et vive. de grande homini et et non Hobbe in virginità et ad sempre armati de prudente. se a- alte. cose continuamente Conversava più fu ; mangiatrice, aque fu quale effigia de virile disposto nimo mata chia- mediocre ma grande era la et che presto Non fu Puteolana, de strenua duncha gli cum specialmente cum , haveano che quilli Mai core. et che le savie invicto risi et de reverentia de fu per li lassivi pensieri timore; portata, hano de sono et lei, nimo l'a- parlari et gli homini, et de era che stante preminata, conta- paura li donne, libidinosi giamenti in meno non et d'alcuno reverentia per perchè strenuo et vaghehabiute quando pur 53 la da fortuna citia coutractate sono certo sone. Era invano pudicicia; doncha che V a in acta molti cum lei batendo certo de treza del al Non rocha, Costei sivi baci et homini et a de a 1' al fuso, arme. de de de la a abraciamenti illustrata ma al l' arco, tuta Era data era nobilitata era non com- dex- all' aco, ma dardo et superati. , faretra, modo por inconsuetta et spechio Fu 1' arme, a cavallo, lei da la vir- combatere a corpo. a la a summa disposta et rara tessere, al fu muliebre, erano de virginale. et piedi ra- che desideravano a modi, narrate arme, lei ornamento che pudi- più presto ornamento più ad né perhò pur de tute le por costei de moltissimi per dedicato corpo forze le sono la- gli cicatrice , aquisite fa di le ne per sempre ferro et Combattea cum bataglie. li di gloria L' animo' suo dispreciatore morte. lei, come herede confinanti per di guerra, defensare 54 iurisditionc le et patria, honori et quella de la sua et augumentava , secondo meno non de stato Oritia la insieme Alcuna et volta alcuna costei bataglia le forze tarda era cum La vigilava. membra per gerarse, ponea. sopra Presso Fame, dine lassitu- pacientia Quando sotto volea pur in riposso, alcuna l' erba o de mente cauta- et armata dehcie prom- mirabile ni mici. sonno singular dare lenta. tessere li Era partire havea gelo, nocte adcompa- tanto et de sola, primici. nel et insidie caldo, overo, che rumare r sete, asaltare corporee ingegno nea. lo audace, et pta li a- honori. Maria cum quilli ne de et pochi cum l' ampliò questa volta che consorte sua stato comhatette gnata, se di facesse che victorie Imperio del Amazone, Antiope cum mazone le de moltissime per la cita, sua Regina conditione le soste- il cielo a le terra iacea, volta refri- sopra il scudo femina et maraviglia, la sopra licentia cuna cita, la de homo. non andò rocha quali del forze furono ella sola avanti vandose il et suso de le Lei, gentile, palo uno grave di ferro, come vendo facto, il Petrarca prendesseno elle lo il 1' il o'etasseno. la cita, dando, an- per stantia prefare animo fece dardo. tare por- grande uno drieto uno disse a tro- Petrarcha se et saxo et Poi de degno, lieve gettoli loro experimento. umana et le volesse alcuno homo parendoli parte de pregò, gratificare per arme, domati. animo, femina come ho- cogitabonda la forzie sue forti d' tempio il Petrarcha suo derla ve- disarmata, gioso del ad seco provare de altri diverse de lei da giorno et exercitio per et uno alcuni venuti mondo superiori puteolana per erano de' alcuni cum durati pieno cum combatere mini Et 1' altro Questo iocosamente li trabo altri et haverso astanti, il saxo, che et 57 Il Potrarclia, maraviglia resposo sulivare a de pieno il più essere : calamo et stupore acto simile che , di pondo ferro. dire costei forza, de Che si puotc de superare et '1 Petrarca che virile il il tanta uomo, se cupò oc- femineo sexo dicendo, fusseno non mai stimonij ogni superare, suoi gli occhij dextrezza, vergogna vedere per tanto de de de più dunque se stati te- haverebbe cosa , ? creduto Maria, trice fu Ultimamente fianco nel ferritta de regina nel tia et lana le Antiope ; valorosa possuto, Gjnevero, di virtù feniina de ad le ria glo- Pantasilea honore cui Ori- alcuni tri al- morte. questa al frMide su- regine comune de habiamo, narrato due quantuncha morisse et bellatrice le a lei lassato de Grecia, Amazone regno dicano La in quale laude nome, habia, che la per h avendo manche non cessa ferrita moritte, se combattendo, giorno, uno bella- questa Puteol- meglio del che glorioso vogliamo 58 il fronte nostro gloria manco li duci li e mjrto, di querco, costumi de che Polenta, 7. del fia Conte naoglie come una altri stanti pre- donna da Polenta. figliola del conte honoranda circa tredici donna honestissima corpo, et gratia Fraccsca. de era Di viso di de quale, anni, stato moritte) behssima et exceliente, nominata che, Polenta, cavaliero (il Bologna nardo, Ber- Albertho de de lei de signor la cita Venusta Bernardo splendidissimo cui regni, infrascriptamente Galuzi la aquisiti illustre una magnifico de et di lauro, loro cum Francesca. De Francesca, fu cavalieri, intelligentia. benigna cum cuna narrando, gratitudine generosa et de ornaremo, ne li di stati imperij, triumphi, da poeti, imperatori, overo anchora li sue non lucubratione, le nostre de le facesse che et ornare, com' la e per sta Venu- naturai- 59 le mente che molto combatuta giovani Ma lei altre lascivi al amanti vento nima del h r battaglie. visse 1' a del la de aere l' inquinare generosità et insidie et opera non onore cum pudicitia lassava per la et et ogni et fu de' occhij donna honestate, continentia, et gli lascive savia come grandissima di piacene, cose da da et belle suo a- gue san- memoria cara maritto. magnificamente Visse tione de fama, pudica conforme serve Fu sangue. la a devota in et in reputaservi cum del gloria del quanto suo del stato Dio a et radiso pa- al et , fu mondo, honorata Fu dota calamo musica. Fu virginità fu la de devota de de piacere la Regina come sua richeze. lettere latine lingua, Pigliava pictura molto la per in Fu facunda. dilecto poco in et intelligente. il cum et habundante morale donna assai la liberale, non la de et in laude di Cieli. reale et de gliava Pi- dilecto 60 ad andare de et nel donne r lepore Uomini virtute sua in haveano et proponimento viduile. la per do cum stato falcone, ad cacia Vivea caprioli. stare ucellare de volta alcuna et et stantia pre- singular reve- rentia. che Accadetto da oppressa del de farla esso principe al alto del per subiecta, cosa fermo cum ponimento pro- exterminatamente prima che de è la più cosa tolto li fusse libertà, usata sua Il populo. , morire, cipe prin- Yesconte, bolognese terminava quale guerra exercito potente Bernabò intolerabile era milanese, Milano ad longa et Bizozero capitaneo cita nostra fiera Jeanne da la dolce che el thesauro perché libertà la per non finire. Ordinò fare cum testa, cum el principe lissimo ultimo signor de capittaneo lo exercito sforzo suo et suo essere inimico. Mala- Carolo Arimino, a La sieme in- le fidemane Venusta 01 iutcndondo Francesca, populo, del de et gular speranza il per ingegno, exercito, r altro megio altro aceto di cesta de lettera li bolognese : « ; la di che condito Et sua pria prouna recomandandoli la por futura valoroso mio, io mossa in 1' altro forma, questa populo Signor quali rosata. aqua scripse affectione, do (cre- grande una presente, in in et pane de gentato ar- iulebbe, mandoli et et mano, mogio era candidissimo questo taglia uno et aurato, argento, vino, : zucharo cum In sentare pre- pavera, cognoscessero) solerane rosato de et et a stume co- bolognese 1' altro auro se pieni. erano del ; alliora degno por aurato fin perchè lei coperti argentato, era sin- Victoria magnificentia, fiaschi tri de r futura capitaneo de prese ne mandò sua il donna sapendo non fare, de uno de che, che altro valorosa come animo deliborationo la el bapitaneo ca- sinceramente ho a la excellentia da 6-2 de le patisse la per tjranno, il servi lui, a la a de feminella. confortarti li affannati le de racomandato populo, virtute di de' gloria militare recordote figliola, perchè è iuucta duncha de cum mio, in affinità casa sia te del la farai renovarai et A virtù che casa per litare mi- tua operando victorie grandissima la prego lia disciplina. et fusseno per progenitori, felice cum la toi per speranza così degna vota de- tua mando signor ; che te mi stasene Te che tera let- compagnia te 1' unica felsineo cosa de calda capittaneo strenuo in quale arme. farne presente spiriti quando la da fatica la Il del liberi de presente che guerra alteza, tua exiguo lo vele scrivo da jacture, et presente quale cita questa incendij affanni, desiderio dal e liberata vedere grande li virtute, tue la quali pre sem- illustrarono la cha dun- tua me io mia mando, racco- nor mi- sono da antiquo Malatesta. lenta Pocon- Prego 64 de loro de glorie le putatione de la acendere li passati cita, nostra ad posteri re- per et per simile o, magior a vero se la de bataglia chiamava al la presso facta, in in le contro liostile da gente et apo- di copie Se squadre. variamente state spada cavallo le piedi grande, la cum animare militi vedeano chri- cavala, a fu miglia capitane© leardo sopra Rophillo tre rubicondo mano, melato, le el che Rophil- san san nostra vedea et grosso de ponte cita se de bataglia questa viatoria, aquisita la lo, perchè In glorie. mischiate et et , avilupate, in et chi di cavali chi chi terra, da li accuti proprio li per 1' canto un de exire ferrite. Se le spezato lanze, terra. sopra receputi ferri vedere in et duto ca- chi ferito la gropa colpi et , le parto quello et morto fin piegato passato cum questo et le Parca vivo li tronchoni parte Se lanze. sangue vedeano 1' altro a vedeano no de l' aere, de de li et ca- 65 vivi vali alcuni et morti et cespitanti li Pareano da sentire picturi, tanto che altri gli felicità il cavalli r pedoni la di arme ?gli Se di cum tiranti archi bolognese strenui lo acti Legato, fin a le et cazavano in aurechie, vedeano li similmente arceri li de che vore fa- in Se gesti logna Bomolte terra corde nervose da vedea cum populo. et per et Spagna a de' nobilissimo del cadere morto del pulverosi et combattenti. cardinale an- il viso et cavalli degnissimo ferite minciavano inco- vedeano militi, nepote li tutti formato, da Alonso, Egidio de Se terra liomini dono pincto vedendolo insanguinati percossa li qua- pareano naturalmente fremire. cliora freni li cavaio excellentissimo Appelles, che pavesi, fi'emire, fusse che pincti, terra, spumanti cum manche cum non in 1' imbrazatori. da cavali, faticha, la per li ne abandonati erano versati re le le duri saette baliste , caricare et trare. Si vedeano li trom- 66 rnbicuiidi betti le a tube li Se Chiesia, al capittaneo esso che li menare la a credo cita nostri a Altro di torniamo li poi 1' a recordi che eh' opere de de fedeli vexilli li certo bellica mai se se quanto dire au- comba- questa gloria cura non de degne per ingegni desse. ve- non affigurati altri et dardi sten- che cosa già Se inimici, li dunche donna et de si cita. la restava non Lassiamo passare, de pineta vociferare tenti. li Victoria, degnamente più insegne, rapire tempi de combatuti; et intiera per donato quello et l' arte poi pigliare vedeano del quello ventilanti de de , vento anchora collegij vcxillo malateste cum dal pareano vedeano de capitano valoroso menti instru- Bologna, de libertà et el vedease et com- pavaglioni molti vedea vano da- li li et fiate en- che inanimare tesi, bellici. popnlo fiato vedeano tentorij Santa del per Se battenii. et forza la per guangie le cum ; la lorosa va- annali habiamo et 67 potuto sapere, (le de lei aurati li anchora prosente fiaschi donna Questa pio nemici al capitaueo fece panni cum non la (data Busa fusse che decta orionda Canusia, de grande Canusia la nibal a strachi, de li Romani. stato la da la et con- libéralissima pugliese, la verso mani, li Ro- a quali magnifica tudine molti- fuggirono dette Hatutti fugiti nudi ferriti, insanguinati, percossi in lei, et grande Li donno liberalità quilli che strage cessione inter- de confederata cita suo via femina PauHna de per del la pie- chi a gratia equalità ditione) et memoria manco del mandoli et dolce cum pace in sua per liberare, denari, et de grande cum altri stume co- molti fece poveri, molti suo menati ferriti, medicare et per liberalità, de et erano proprio tade, duncha presoni, che cita, a '1 pinoti. erano li che Busa et senza , spavento de potentissimo la terribile vincitore strage del Ilanibale, fu- 68 vestiti confortati recevuti, rono et , medicare facti le ne datoli et arme cum sessione, posdissima gran- gli maravi- liberalità et pietate proprie sue osa. Francesca, Venusta Questa la de intelligentia pigliava animo, come de virtù preclare el giorno di di che lei morire. Fu a 1' bora doglia Uno il potea non nostro uno e- di Andrea nobile famiglia Magnanimi sue perdette nominato citadino, falconi, decto. felconiero suo suo 1' altre habiamo falcone, gregio de' fra in sopra, del prestantia piacere più per et tiqua an- , la de che la per homo fiero Questo che et de de il che sentendo nero duncha a el famiglia, ginoso, cali- come chiamato era acto causasse questa viso Andrea era Magnani, troviamo citadino uno dice se coruptione quale Bologna, de nostra coruptione per per no. cita ÌNIagnadi nimi, Magna- qualuncha dispiacere stantia, prede la 69 donna il per sinceramente che lei la et gnificentia donna già chè per- familiare, de ma la per virtute et falcone non atFectionato era li mandò uno avea, de fusse a donare a pelegrino fcdchone perduto ma- essa me co, de costume le amano mai. già potea che gentile fu la la nobiltà se nel del per che la più splendore sarebbe robba senza , si donna, lui più animo' non del essere non dicendo, fortuna, bona non be- de dono, de core lui a lei et excellentia secreto marito, per lui discreta ricevuto temptata roso, gene- munifìcata donatore del tore dona- non fra , ingrata solata, con- il fatto tanto del se nò presente, existimando core che havesse r vedute assai restò essendo amicitia, ornate, state essere non nefìtio, virtute sieno donna che gentili, considerando et alcuna de loro La non animi persone da ancora li volte derlo pren- che a la manchava et iiKlicando presso mormoratione lei de 70 del vulgo, vole cum pessimo detractore virtuosa gloria volendo non femine quelle le più che homini gli de attendeno se el in quello or riccheze, valore, et sindicare non de estimano transitorie et et numero che petulante, vane vivere, nel essere chi di non or sto que- frivole cose et , de pieno del mancare duità, al se spoliò in tutto multi tal de tadini; cita la de parlò quale il quale fronde ; augumentaremo li fulgori de uno mente egregiacome ci- la tutta presente le gnanimo ma- donare de Gjnevero nostro al magnifichi gloria cum etate argumenti scarlato, li dilecto vaghe chora per fraponi ne et a fallerato il la et cavallo per per cum sani mandò costumava se a pensiero, Andrea bellissimo debito et vi- sua satisfacto havere tempo de la de splendore cum volendo non pur vedendose et debito Ma vento. lei, per ne nerà or- verdegiante sue quello come de prudcntia an- ornamento de Cathe- quale già Italia vagate, cita a in haveano r il regioni patria nel Galiazo da cita de li ; Rocelli Ver- Lodi, sue Pino Furlì Ordo- ritornò Similmente in la Faventia stato suo tenti po- molte Et da signore. pristino terzo, la cum castelle. in et Vignantesi, li et Octo Pergamo Alexandria et tolse obtenne Suardi, Como; Caval- nobilissimi Russi li ; sangue Ghibilini, ; le tutte de Cremona parmesani, Parma per Ugolino li di li morto lapho die concitate. dominio erano efiusione opresso sconi, anni forma cum arme cabove, se ducente per che retornò , da li conti dura da pressa nobilissimo lielmo de Verona, de et altri lione. no tutti principi Tutta Carolo a Italia li Gui- e li loro nobili la Vesconte piena ranza spe- dominii, populi et rebel- presente fu perio im- lo de pigliando Bernabove, ritornare solicitarono caciato o- Cane Facin armati, de Scala, la stata era bataglia. duca da figliolo Como de de ter- 73 incendii rore, dircptiono il dimostrò come che l'anno ne '1 de exercito mandò cita albera terzo) et in Terdona prese Romani ducato la de il singular Baroni in la ; fede divino a li de non che ma auxilio, lei et il consequire ingegno quali, colonia ingegnava Questo li dendo per- Victoria, già se per modestia an- Adorno nobile spaventò, se a morto poi tuttavia animo, non era principiata Catherina, grande armi, essere Di Milano. de duchessa prima la Victoria la sequire et 1' ne Antoniotto cita ; strenuo quale lenua. ebbe lo grande suo per Duce tempo de" (la di Re cum molto lenua il tendendo in- bavere Bucichalo, tumultuosa chora Guliazo discensione Subito perito de Joanne speranza Italia. cavalliero, cometa christianissimo prese imperio la por duca Carolo Franza, cielo italica Questa moritte. la morte, et , suo per de' vedendo donna era et stria, indu- invocando abraciò' cum citadini, et conservarli figlioli, in 74 conservatione del ducal et salute benetìcio loro et stato in a questa , forma le mosse Cliari « citadini sapiate. amati voi. mondo 1' alteza provocato ad Jenna che fia hano di Pranza Lui ha cita suoi de tutto quale già nostra, fondamento precipuo Victoria figlioli queste Terdona et se per Re tutti. subiugarne preso le del certo che arme seditioni, maledecte expe- mei vedete 1' sotto è et dolore, et Voi simi, amatis- morte magior me signore lui cui La de da marito, effecti el la morto molti cognoscesse non l'è de per sarebbe : fusti credo rienza il mio Quanto me mei: del Excelleutia vostro. parole sue tiera in- de pensieri se , noi sono faciamo non femina pur fede, le forze de proprio temiìo vostro, habiuto facultate et questo havendo per la bisogna signore servatione con- che per la vostra la a stato, voi glioli fi- duo quisti cum grandi; non Io provedimento. è longo famiglia Sarebbe Vesconti. de' mutasti Voi natione. govi dunclia forti et stessi se peccato senza sapeti Di tutti populi prestanti superbia expulsi, saremo le de ma citadini, persuasive parole diventarono altrimenti Galli, solo del et case, havendo stato, in servi- fare fin ad expore la propria de la vita in insieme figlioli salute del et suo consigliandosi valorosi cum desiderava li robba, et resposono ella che le afFectione, lei, verso grande ciò, li audito piene animo volere Così la suprimere non teneri et stato. amici » Questi amore che me potentati ad proprie posti. tute li voi ad a pare quisti de infine che pre- ; constanti, stare che convochi et haveti quello animosi, quilli externa per vogliati sareti. male pur vocarono con- Principi che , erano inimici, cum et la venendo anchora gagliardo Francesco insieme Duchessa, in suo da derarono confe- se la adiuto Gonzagha quale el fé- 76 exercito, florido ceno reaquistare speranza stati de bitata indu- pigliando li duti per- Duchessa questa et , caciare Italia de il Bucichalo, liero et nome superbo quale contumeliose parole et el latini. dunque quisti Italici ordinate squadre de opugnatione de a la cita de reconciliato liazo de animo cavalieri le la armati la et rechedette de a et taglia. Bucicalo, fece ne lui li Gonzagha In fino generoso et , contumelia combatcndo bavito, in- questo che forma, fu il de coi'po assai, agiungeva Bucicaldo bataglia a intendendo in de et Bucichalo, derisione grande era la questo corpo pi- gagliardo suffrire superbia Ga- homo , potendo duta perFacin per era praestantissimo non forze Duchessa. che forte, ma cum superbe già a Gonzagha, colissimo, principi Terdona, Cane il Radunati reaquistarono Bucichalo, de gesti cum disprezava homini gV cava- a perchè Galiazo l' imbilicolo. provocato fu a la gctato 77 a liazo cavallo del terra dubio senza bazzoni r non presso lui, hebbe che mai Victoria gli la si da quale violata, questa tutti Lei governò se fu casta, fu nel de justitia, lei d' avaritia fu mai alcuna volta per temperava discretamente la Doctrinava li al che virtuoso r stato tute verire, tanti faceano et specialmente de populi. Queste lei, Jeanne populi madonna molto più suoi Dio Ringratiava facta de et la vivere. havea berale li- come clementia justitia. di- et observatrice bene ma doppo spirituale et temporale, gogna, ver- arme, prudentia pietosa, nel et reaquistò perduti. Fu homo portare et grande scretione. la volse Duchessa cum sempre picelo sdegno Franza; stati altri Vedendosi si tanto più in tornosse Buciehaldo esso da superato li proceri se retrato. avesseno Buciehaldo finito, de Ga- 1' haverebbe quale vita de ovcro et il Gonzaga, valoroso dal che tanto vir- amare et li figliuoli, et Maria, re- secundo 78 Duca detestabile huraana crudelissimo lacerare a al cibo de prophano cruciava costume la mali. de casone, usati Questo carne. col- senza piacere cani a una natura generatione per mangiare et de era de li homini homini li dava r le tutte morire Facea quale condictione in pabile il Milano, de madre et nitamente infi- Duchessa la , quale a reprendendolo gli occhij che li a che ma li a de pace, monastero et a altri lasivie, de cose haveria seno gloria, li che regni, suoi in erano lo cosa quando rabilissimo mi- ridia dota, pensieri, forma, non ad ma se imperio te mor- erano de lia, Ita- li stati fus- sanctamente li il quilli interotti, presto santa adoperati, Certosa bestiale, cose consequito et li a liavesse non et non havea cum hedificij, ba- il padre come la et le a ftibricato Pavia cose convenia, non edificij, che fece, castello la a lacrjme simile principi desse et taglie facesse non veri le cum (juali faceano li 80 cieli li ducal nel principe Ma tà, avanti a ciò la non octobre ne quatro cento de li phasto non le per de dal lionorato nostro lo al donna passò virtute Tu la il degna tua è de plo esem- dignisfemineo sexo iocundamente cibai^e et se bietta su- Quale prenda de pudicissimo ? et non hai grande memoria tua stato reputi, fronde sì farse incljte ? trono! bumiliasse alto cum summo ad per cui mille essere de splendoi'e vita sima da devota sì se governo salute Modecia in de giorno la donna, se tue quella de alciata et do anni quella è octavo vita. laude Chi dieci et singular divine figlioli regnata quatro questa 0 figliolo, ; che decimo nel anni, vidui- dolore tanto li recol- 1' ociso de dente pru- la honestissima da morte cum la a se a recevesse bavendo successe. benigni che gloria cum magnanimo stato furono Duchessa, seno Maria Philippo fratello il alto orna il Ovnevero lo cliiome 81 vive, etate r virtuosamente chi de opere clare de nel dire fu Ruberto poi de re de del morendo natura, fu molto quale se me narrare sceleragine che alcuni suoi gnando, re- dica inpu- dedita quali li a per ? lice; per non certo come senza sua abraciamenti a quale Et regina. , honestà el et de non Neapoli a regno, costume come libidinosi il fece se et figliuoli,ella tolse contradizione ilustria. fratello, suo re Siciha, de tornò ne senza magnanima del de et da « marito, suo stria Au- Carolo ducha se figliuoli, Aloise Austria. Lagislao ducha esso re questa de re Neapoli del mogliere havendo dal Duchessa de già », Morto in duchessa figliuola pace et per duchessa sequente secunda Zoanna la faremo Zoanna secunda Zoanna De nostra forma. propria 9. anchora come Austria de la a la se non fus- facti de me- 6 82 moria degni lentio unico suo tema per pudiche le li animi donne ma obligati de et le publica cum virtù, la de perdonarano, me luoco basso ma scripto haverei, oneste exaltare laude 0 et siamo perchè quilli, offendere regine; illustre clie nome non sci- sotto pare non passare, el pur me non dove in o alto troviamo la , sia quantunque velo. corte al da coperta costei Or posti , dishonesto regnando alcuni havendo et grande dida splen- cum stato omini piacque non , a recti essere il che per Jacobo la de le Marcia marito marito de bernatore Questo Nerbona, la del lui el duca et Ma Nerhomo idoneo regina et al volseno non chiamasse se conte de Francia, de costumato che Magnati femina: lassiva una lei in regimento. savii, come regno, parti tempo, reale di da prese de bona di del Magnati li re, generale li ma gu- regno. duncha venendo conte Jacobo nel regno, duca di- 83 smontato feceno li se contro quilli, che la cum re che da Cotignola del mestabile re Aloise, il fece il che Benivento a sopra tutti alcuni altri la troncare Neapoli et la regina in honeste gentil Pandolpho a alquanti per quella di mesi, volta nuptie Uscita cum che suoi il degno, del fu amici, la regina licentiò requisitiono de di regina havea de Neapoli honorasse perchè che come molte cum duca figliuolo la et la Rossi in condusse così ad Caratioli gentilhomo le tenne Stata donne. intrato Et Capoano la carcere di cerare incar- calidità Castello in per Otino testa. grande cum duca Sforza , fece com- Aloppo questo grande de defonte casa et regno, per Nerbona dal camerlengo del vivesseno: grande de mai Sforza grande Pandolpho thesauri mente special- che creato regno, conte magno li et '1 roni ba- grazia dicendoli fin li Atendoli et haveano non regina, sarebbe molti Manfredonia, a Ottino. esso del Castello il spirito 84 ad elevato grandissimi sedizione tale Novo contro assediò volse essere servo de Castello vita, il quale che liberato la incarcerato. de lo lui se Uscito quello per fu il re vedendo et solca, trireme uno il altro che Castello, essere liberare et ciascuno et farse bisognò regina, assediato in in rito, ma- , lei munto la ordinò suo forma Sforza, non re fugire tal per grande il salvarse per lui fece lo che facti, furto de galea, overo , et ad tornossene Fece levato. Neri duncha questo libera de marito, senza li se de Serzano regina la et de- era Carazoli siniscalco. magno In et il marito che gloriandose nanti sua, maritata libera restò casa contraria lieta et sorte vendo vi- stato suo tema senza Semiramis come , de Babilonia scelerata regina che , volse il il ciascuno, auxilio excelsa placito bene de re Aloise sancta Re[)ublica fusse licito secundo, chiesia, Firentina, et a cum de essondo la 85 in Pranza italici asoldò del et Cicilia et molti uci de regno d' la maritima cum armi felice armata , parte , Marsilia a et parte nel strenuamente venne thenopeo, de et Neapoli. et sette, Sentendo questo rimedii la a de re logna mandò fensarla, che lo lei che tuni opporet che dendosi ve- per Cathe- venisse farla ad già sottoposto Bargelona et pos- legati Aragonia, havea tempo gnanima ma- meglio difesa; sua mura la grande assediata, altro al ordine cum Alphonso le presso fece Par- regno acamposse regina Genova a di- a adepti suo vo figliuolo. Il Alphonso, re caciato de che era Bargelona quasi come se era ne nuto ve- , cum ixola nuisi, bella et la quale ogni soccorla mare di li tenia a' assediato battaglia, aspra Jenuisi conoscendo Bonifatio subietta forte grandissima ad armata grossa non doli danet per fatto haveano armata. Je- Il potere re in phonso Al- domare 86 ixola la impresa secimda. regina li Castello Novo, politani fece Anzoini, campati in al et esso re sancta re Alphonso comestabile il per chi il Sforza re cosa sotto la per novo stipendio De li quali grande era Aloise, de regina la cum insieme. grande in preseno al pose et forza che arme majestà a, fu qual la per militavano se pegio tornarsene Aloise sua il regina, d' chiesi militanti la a denari chi partito: et et quale stati dato italice de partita erano fusseno misi Marsia; in gente arme al Aloj^se, re havesseno mancharli Franza de ivi che molti che Alfonso, per le lo campo, re cum , cum ianchora facti italice gente cum et li Neo- guerra valorosi et sua l' Ovo cum atrocissima la più de insieme et la prima per Castello dette de condusse dove spontaneamente secureza li Se Napoli, a corso soc- habandonò l' invito aceptando triimpho cum potente jenuese Joanna regina il per l'armata de r Bonifacio de et acon- tenea la per porta Spagnoli d'arme Capoano Cathellani, cum li Ragonesi et Neapoli da Castello presso facto facendo dentro entrò et ; quali tutti , dal Sforza grande rotti giorno de che erano fratello stiglia in Castello de triremi: el rotto et el vincto Infante il et Ca- de Re esso Novo, quel signori cum lo Et Alphonso. in et ; vintesei cento prese quilli, re li spezati et rono fu- strenuamente salvò se Alphonso re quale vedendose retornò in in rato supela Spagna , refece donde che la prima, via per et auchora che fu in la da l'altra da uscendo et de mandola terra millia al parte la per il et porto, Sforza grande et città chè per- Bratio sentiva venirli il per impresa, per Et regina la de circa loroso va- nimico. tolse consigho adcompagnata donne, li Neapo- havea, mano bellicosa capitaneo armata, ad Castelli, opportuno levarse fiorente retornò li de che più una lei da a la tre comitesse duchesse , , 89 principesse, litane. Et il zio Civita a fiume de Pescherà le d'arme di Lavoro, de le Neapoli ad cum in Terra cum regina il seco et dove de non qualuncha Francesco, il suo Francesco chiamò conte il et regina de amazone Abru- passando retornò la che in anegò conte se animo manco et se figliuolo andando era Tieti de neapo- Sforza che valoroso gente donne grande Brado trovare per nobile et andò a fato pre- campo virilmente si et , calidamente la città, Alhora la per de centra quello beni; lei usata successore a suoi dal baroni secando, bavere lei per ; regina materni fece. Facto figliuolo uno consiglio sano per creò che Alphonso, de mandò quale de rebellione re havea re Terra et solennemente deliberò el il mondo inobedientia così questo de tutto a exhereditato et cacio ne victoriosa la notificare come Aloise quella reaquistò che similmente et Lavoro. de' de et Alphonso, fece fare, seppe suo lo re adop- 90 tivo figliuolo Venuto phonso. re fu Aloise la ricevuto sequire duca. Et esso in luochi, di tal bandonare modo terra fugirsene, aqua libera regina Bracio in tenendola mandò de qual de dela capitanio aspramente infestava rotto et dandoli de ad la et strage Bracio et medicarse, moritte. ribello doglia mai , insieme et ferito na regi- il contra Bracio per volse non la Sforza chiessa, chiesia Roma; nuamente conti- poste , come l'Aquila Francesco esso la sime grandis- cum arme per perchè battaglie, conte a- cosa asperime gente strenuo et et quelle cum ferma assediata il altre li fu Ma tempo armati diversi forza rimase. quel copie la per per- per che tutta creato cominciò Alphonso re il benignamente Calabria poi Al- Neapoli a regina et de privatione dunque da glorioso et la per lando debefu perato su- et preso mandato de la sua mangiare ne , per Visse il che come poi questa disperato magnanima 91 regina Aloise che nel essa anni tiquatro in regio donando denari de de sei honori; mesi del lasiva li fusse non essendo ala venuta del male suo il in lei le dulgentia quantuncha punse com- il a peni- core la Re ho veduti et et siuffulare in fece li de lecti; et che substantia , li ponesse com- a ciò in- il prestantissimo quali psalmi uno certo sono et mandare di- bavere cosi forma reverentia in superno lei per , orationi non orazione, et Et Et dignissimo de theologo et ! lingua nome Dio. se se potesse dire, da faraa vechieza hynni, psalmi poi cura giorni, confessore suo che theologo suoi al mercede pregò 0 operare sciogliere sapendo morte gloriosa stata, flebilmente tentia Aloise. et finito haverebbe passò la doppo re più benigna quanta gni, re, vechia et vita mortai questa vin- ralità libe- geme , et visse grandissima cura re tranquilla stato , stati lo cura obidente figliuolo pace, insieme tempo gran psalmista per degni devotione. ficacia efde 92 dal tione sin psalmi et stimo, che de giorno la a la morte, oratione Dio mente, continua- duncha regina Questa prefati dicea li le quale per exi- havuto li habia ricordia misemai furon tarde perchè contri- sua , giammai tardo facti fu gloria, che se al De 9. consorte Ixabella et del vense Anzoina. grande savia, de iusta, clemente, feminea licissimo fe- Gynede tuosa vir- fama. Regina Ixabella del Re fu regina consorte ciba che quale dare nostro et passe sancta et la per ornamento vero, secunda la de narraremo come gran regina, spechio vero uno li suoi quella religione, de succedente la fusse Joanna regina questa adcompagnati fece havesse pentire Che lodo. non cielo al piaciuto simil benché divine; gratie re Fu Rainero. de prole Andega- Rainero belhssima, donna ingegno, illustre, magnanima, libéralissima, allabile, 93 eloquente; religione lo et dote dentia era fra In hebbe natura, di regno modo per alla giunse presto Neapoli grandissima virtute, come sangue, de gubernare splendore cum humana. el acquistare et più gratie et quello aspecto che divina, pudicitia, tanta che costumi, indicata ne de venerando et generosi l'altre fu et non serenità poco del in narraremo pru- suo de gloria donna. tanta Se debbo duncha intendere che atentione cum essendo orbato el , de regno la per Joanna regno tuti concordi subito regina che succedere camente Il re li baroni fratello in regno la de la del per re jurididel heredità de la la del diceva Aragonia, la de morte havendo Joanna, de et Alphonso questo adoptivo Aloise se intese come principi mandarono già secundo, regno. re reali secunda, Rainero re Aloise del morte regina il di Neapoli disposto sedere pos- figliolo come , regina et , non cu- 94 rando exheredato essere habiamo sone Carolo Rainero, suo stato de tione esso darebbe el tempo prefato del re Rainiero duca de lui Rainero presto Et molto del Alphonso Isabella legati li da che regina andasse de non fu re manche volse più fede, che regno. là Borgogna, alhora Il combatuto militare tenuto dasse an- baroni il regno. duca dal che parthenopeo dal an- hebbe legati, la in tempo re di el andossene requisi- medesimo et la a quel Attilio observare consequitare alquanti Neapoli, romano in Borgogna legati integerimo re che Borgogna et rechesta il ogne possederò a del la da In de re fede de lui. regno come duca suo lassatolo et ad a a Borgogna faceano che fede, gina re- mente stretta- per preso , ra- la presone, lui, da era de mandasse come bataglia de pregò duca che attinente militare efFecti narrati, Joanna anni li ne le per ad donde instantia incarcerato. sentendo an- 06 et grata la ne il facto verso ogni in facea in alcune come sultando con- stato, cum et temperantia et gesti reale verente re- fortuna et tempo in religione del modestia, grandissima et consiglio, occurentie le visse audientia sua Non parole. regine duchesse , comitesse et il quale o a le volte r de alte lasivia, costumi usano et sensualità parole bestiale, le matrone, per o puerile nel cosi lasivando camera gliono vo- , titolo per che quelle overo , in stare nel come et giare, man- , si et a et loro la per costumi, de sue dipoi et candide lasività ne dicandolo non fa più veste! se ride scherno impudiche; che excelsa più tanto loro flagitii, loro pensano è in costumi bestiale splende, sono parendo tali 0 persona generosità la fortuna sua che la quanto ne dormire, convenirsi. vita estimatione, de nel come li Et per tal cum machie loro piacerli, che doppo ma perevole vitu- vituperosi le come et loro, ju- vivendo cum 97 splendore fin tute a più angeli mi fu regina duncha In il sentendo Rainero de citate, la maritima. del baroni Per la cito non contro loro li Sitii quando Alphonso che suo regina bare tur- Ixabella paese. regina fiorente inimico exer- Alphonso Tamiris feroce venne Cyrro per torli presto perhò per gloria, de mata ar- molti el el imperio. gina re- del possedetrice cum nel venne guerre facesse '1 facto et fiorente cum altrimenti de tempo asoldati cosa il luce incominciò regno qual Ixa- questo cum Et virilmente exitte satira. che ne asprissime cum sando las- Ixabella se Neapoli de regno re et Neapoli dentro estendere incarcerato era Circa dignissima de reale. vivere, nel cielo. debbo, se di- cum scrivere per vir- et forza è voglio duncha bella costumi nel hystoria Credere re li non la re sancti honorarle lectione ciò de regno exercito li più regno, che Così crescimento ac- per dun7 98 la guerezando cha fusse come l'arme in et regina Ixabella stata usa e molti lochi prosperando perita ne , in fine, fortuna come Alfonso re voluntier principii belli la prese il per che Dio Pugiia la Così ella piana grande valore principi e consorte de Ad Borgogna. cum che lei per del suo Carolo duca queste intercessione el Rainero re li tutti pregò dal lassò duca esso anni Franza, Rainero re Basilicata. liberatione la intercedesseno gentile, molti di signori : sventurata. ardire, et minciò inco- se più Regina cum guerezando il silicata, Ba- cantilena Capua perduto a cum 1' bora a Isabella chiamatime Haio Pugha chiamate mi non che contrasta, quella cantare Per volse, el , quale vi Neapoli ad che stette ne la vene ma poco Ixabella valorosa , regina prudentissima catholice arme giorni extremi regno fu fine pose ; la quale amarissimamente de armata a da li tutto pianta, le suoi il et 99 fin stelle, le a fama dove extendea, se perchè sancta sua meritamente, et de era la singular gloria et , fructo de il tutto a de amore, regno de liberalità et gratia , de cle- mentia. Essendo la no dovesse vestiva lei convenia andare veste marito. titi abiti , perchè fogie Ma satisfacea, ben tre il titolo da Dio iustitia la la ; del gratia de che le di la ; populi. andava quale La stita ve- la fa- ornamento prima regina la non exemplo. altro seconda regno se male et radiante. era ape- sump- generare ogni et pomposa da suo portamenti et gemme sopra re , vanitate ceano li suoi alieni lasivia, de parte poteano non pose pom- del sempre non et captura l'altra furono tuosi la per Da liete cum panni che respose , fu suntuo- de perchè de lei a regina , neri che come vestire samente doglienza recordato, gentilhomini decto flebile concesso la era gema terza gema gema era 100 Ixabella 0 sei sanctissima quelle per de degna al mondo virtute, che et Credo che al donna et che nel salute di te Se di del gratia te, excepto quella ventre portò Che umano. felicissima fusti de exemplo magior dire, come non producesse de genu può se regnarono! sacratissimo suo la te te molte per natura mondo excellentia che in mai laude geme , altre to quan- sempiterna beate tre ornarono regina in più regina? beato terra excellentia ogni cos'i , credo glorie tue nel che li altri cum lo presso et triumphi. el nostro De Noi vergene Volsci, de Così legiamo tua Polcella gaya de Camilla quando gaudi beatitudine ne derà pren- piacere. et figliuola che la le de glorificati spiriti Ginevero gentile Janna cieli principe eterno jocundità 10. de' regno de de Metliabo il patre Franza. valorosa re per dei re- 101 fu del caciato altra la de essendo nel fiume al la pose de lunghi la ligò r dardo, Diana brazo fiume getò conficandola poi subito sopra la ebbe salva entrò vergene servantia ne lieto la et tirò figliuola. devota del promesso dove de là ripa. il legame Cum la Diana voto. dal giunto et la la a cum la il fiume boschi, li di sopra nato ripa et lanza la overo figliuola salvava, ella se capo lanza, la bore ar- salici uno una avotando et forte cum ad de teneri cum corticc altro pensiero; corticc una et suvero cum Dea in cielo del necessitato figliuola grossato in- piogia la favore per da inspirato potendo non da essere per subito Lui a morta giunse quello et Masceno, , et nata, chara, lei milla Ca- , passare fu avanti de fugiendo et figliuola la cosa Casmilla matre parto clic ogn'altra sopra potendo non , giorni pochi cittadini suoi regno portare cosa de lui dei sedutione pentina et quale gubernò in Lei obdi- 102 fiera venendo fiere l' cum essendo et de loro favore el Volsci de Turno de fra cum da de valore che de ferita, in morta per compa- a moderni polcella minor de 1' fusse milla Ca- vergene Janna non che a et cadde dimostrare antiqua et Camilla, duncha Janna questa gaya gloria Dobbiamo explicaremo. polcella , in nacque Barois, anni giorno drieto recordata nostra stata gaya moglie uno questa volendo essere sapere per centra Turno. habiamo come che exerciti virtù la in campo Rutoli Aronte de tempi molta cum combattendo armati ratione, li virtù sua de' et da , dolore La in Lavino fu li andò re strenuamente Corebo poi , presa avea che le dardo fu per Enea Troyano el patre revocata Di drieto cum il morto regina. gente et arco populi Volsci gagliarda e fin pecore la quale a li et nel Franza da la fu sedexe sempre etate se paese de de octo guardatrice exercitù co- 104 capitani suoi del parte diciamo Parise Orliens, del fiume duramente minor assai che di re moria me- la exercito tanto era sibile impos- parea Franza, havea che del de re soccorrerla potesse , modo vivea ne il perdere alhora cita valea ciò el tutto il Regno et fusse regno che de questa Franza. Orliens In perduto. essendo Janna sta que- constiel cum polcella , suo cosi , disponendo la quanto perduto Franza per essa di extremità ghilterra In- chè per- mantenere regno era re aftanno, importava, il dunque tuto molto tanto tutto Cun in ripa mato chia- cita stretta, ch'el in anticamente Questa Ligeris. latino sopra Lera de in che nome suo grande et hedifìcata Aureliano, la preso durissimamente et regno Carolo a havea già de obsessa tenea guerra Et cita regale del aspra Franza. di re • guardia in la de la divina clemenza, le pecore, che etate anni de era lassò venuta per- sedexe. 105 in andò et Giunta ad campo dunclia che volea al la villanella (benché parlare via fra in importunando parlare li baroni levarsela motegiandola lassive « lui barone ». è Ella havesse è rispose: che col via tutta- de » Quello dito, l'orsi Franza: mostrandoli e parla è non appoggiato. fu che a il re, » Et mai quantuuqua veduto pur denanti «Va là è Lei » disseno ! re re: « Altro « qualche il al re, al costuma il per quello acignòlo r la a che negandoli loro: cum Polcella, quello uno ma parole una volesse bisognarebe! per se fusse) ardire ne baroni venusta l'audientia, dicendo soccorso data man- vedendo mandavanla et re lare par- Dio Li scherno, tanto cum da era Majestà. sua facevano ne importante perchè re. disse corte regia cose per re, a la a il trovare propria , divina conoscenza. lassata andare Giunta regia al duncha majestà, fu Ultimamente re. avanti li fece la sua genufìexa re- a 106 verentia baroni io disse et da partita aiutarvi per el principi: la guardia ad vengo voi et creata capitanea et vostro esercito. sia mantenere che non io sia del tale gliate maravi- ve polcella povera pigliare Dio gubernatrice Et 'io re re, peco- da fate ; che le mandata regno di Signor « de recuperare vostro ardisca presentia li de et la a impresa et che , così a piace le mie fecto Il grande re guardando gli li efficace et occhii a guardavano Il et vói Tu ad avere 1' 1' altro un de Polcella, « mandata me che venisti imperio se sum- come A heri pur lei, girò admiratione disse: aiutarme. per venuta? re vieni che Dio 1' inteso maraviglia, per tutti de aspecto de parlare parlando, cose. dici l' havendo et ef- » ne pieni'de missamente vedereti ne li baroni anchora quali credeti , gloria. polcella alto credeti che de questa et ; parole', ? r Dio a del tu da modo al leste ce- sei mondo? mio e- 107 Questo xercito. cella: guarda offerì. » più mandata ad che oltra tempo, chara et regno Et quello se seppe. forsi Il cielo; et non baroni proprio senza re una vile lo sia, vero glio vo- dicesse dal indusia fece la del ratrice impe- senza forsi o li tutti duci subito d' con- al de de mai pecco più excelleuti sseno militare tanto re il et arme, submete se exercito polcella remase baroni. soi et non volere exercito che mera; ca- audita, doppo confuso li la mano argumento, contraditione de del secretta li ella suo audita, signori la incredibile, cosa salute per havendola senza de re ne suo del 0 che il che re et traditione ciò più secrettamente così alcuno occupato la che menolla et prese quello, , quello, dire. ha perditi aveti a non mi ad Non che re che voi, procederà se vostro Dio ; poiet parli Signor « bisogno. sarà audite ella: da opera che quello Respose cercate è non perio imre de guarda- 108 Constituta trice. militare cluncha alteza il costei la re tanta a fece ornare , de lucentissime cavallo potente xandrina celata de in che bionde pendente cielo dal lo a la potentissimo de humeri cita Et cum capittanio Inghilterra et se di Salsberì Henrico de lui cum a- Orliens de conte ; d'arme terra. obsessa illustre lo trozze seriosamente exercito propinquò per in mandato regio li cavaliere uno parea penne le sopra la cum tre cum de gigli a usivano sotto ale- bello cristata et sopra seta tutta , proprio di essendo testa struzzo pore parato rechamata fino, auro et arme re facto fece , d' arme peritia militare, dieci cum fu a gloria fu miracolosa che quel fu da la ancora teinpo et veduta, viveno do et morto cum occuperata, reputata che lui Orliens Fhavesse non in di inglesi Et alcuni che mila polcella. chi ordine grandissimo cum rosa valodissima gran- cosa che incredibile come in tanta dice Pranza, guerra 109 se de trovarono militanti diva polcella: la Fileno coroborato dui da Pranza et havere militi Rohano, sangue bagnata. guerra cum Di poi ferma Victoria la de spesso se lei de d' la cum cavalo la tiera in- de polcella continua per guerra li inimici cum cendo fa- ordinatamente, arme in spada di seguendo valorosa afrontava facto fu speranza anni octo guerra terra , tempo quel trovavano ultima la di re in se che dito au- del che 1' ne avanti Biamone a pagi specialmente gentil nostro mirande, adolescenti ha me Renso a prischi opere tempo come essendo leghe tre presso et Tuvata che mercante, l' imperio sotto mano sopra in correndo tente po- questa , in et parte comandava avanti, li arcieri quinci, : le a or or a dietro. quindi provedea Victoria fra squadre comandava or sequire in quella a se li armati facesseno similmente Et a andasseno trahendo li pericoli senza paura a per or li mici inicon- vedere 110 gì' vulnerati homini che terra, certo in Bellona Dea facto d' de se Marte de et la il poi al provedea arme movea, Cessato terra. in cadere lei quando deità la parea morti bisogno , del il campo modo che mai il ne re Trentaduo facto d' de arme lo dette Per la cella el menò fece, bataglia Et prese famoso capit- de Pranza. al re la victoriosa Carolo de poiPranza Valois de perchè , fu avo sin- suo triumphalmente et re alhora appellato r cosa cosa, volte et presone qual cum ordinata altissimo degli Inglesi taneo tanta vincitrice. restando cum mamente, prudentissi- stupiva conforto. Tallaboth nocte vide se gular sempre la et exploratori et guardie per giorno Valois de conte ad Rens, , che diciamo Renus et consecrarc era non in latino, ad perchè coronare, coronato né farlo cora an- uncto , re ; et Inglesi, tutto forza, per el che paese et al dispecto Rens occupavano intorno fu uncto de li cum et 112 retornato et infinite cum laude et , gratie Dio a Or fu anni uncto. essa polcella questa stato gli di la ecce l'infinite giorno uno come , lei istessa fu presa Inglesi che , la predisse in morte Rohano li ad la de inimici Rothomago dove appellemo, desiderosi foco, del da bataglia conducta et rente fio- circa oltra et habiute victorie in arme mille salute debellando et tuttavia d' gloria et de essendo li de morte glesi In- ella , condennata mente acusandola iusta da avendo avendo disse, poi molti anni bella, de anni de loco, polcella tanta dove croce egregiamente il Rhoano, conquistato altissima la de sua vinti- apunto. quattro nel loro incantatrice. fine se fuoco, per et polcella, secundo iniusta- del pena maga il crudele strenua Ma la fu publicamente fu etate, loro re a vendecta Così et del consiglio per lei fu di fabricata. Carolo re in fece combusta, lironzio moria me- pere una aurata 113 Morto il poi Carolo re del figliuolo genitore suo clie'l dolendoli fusse ad mandasse facto el adunchi Citati retro valorosa vergene, contro consiglieri le et stata li publicando Per li dui di ossa loro defonti nel beni de li , quali hedifìcato stata è nel loco, doctata per blicati messe beni;, se 0 la viventi , et la essere christriana. condennarono cosa foco fìdele falso essere lei ma glieri consi- mente diligente- haveano operato et li falsi tutto vorono polcella Inghilterra. il processo, quanto catholica de papa, rivedere la de su- Auditori a re dui reveduto et qual del consiglio et dui contro re, havea, dal havessero processo lo per li morte, Rohano che Rota, de presente impetrò plicio condemnata, che Aloise re liberato i^egno vituperosa sì a il , che tal lei modo ogni bella clesia ec- combusta, de giorno li pumolte dicono. effecto pietoso laude, fu dove che una non hai di voluto re degno la memoria de 114 sententia nephanda credere che virtù tanta et che stianissimo Così le lui Ginevero faremo come dolce chri- la riosa glohostro no- mento, nutrile de furono forma in Bentivoglia de anchora condictione notabile sé, felicissimo suo per di faciamo ne al a Pranza. virtute narrate incenso et del di stato de fusse gloria recuperatione memoria locausto voluntà polcella per de humani fusse questa regale de cori debbe disposta felice per inquinata ne' se cielo, del resti polcella tanta de in del Zanna sequente dire. 70. De et quale di in fra Elisabetha Gino una del da la de li bolognese. Bentivogli magnitudine illustre signore Bentivo^li di primo Zoanne virtù di Zanna sagia nati figlia Castel San figliuola a del Piero lui Il nostra. suoi altri por animo, suo cita fu, molto hebbe fico magnisua sorte, con- chara 115 nominata del che Zoanna, quale non Zanna, appellata era nome coruptione per fulse poco laudatissimo al mondo de valore et nome la per , marito, inclyto principe cumspecto lei tuncha fusse in piacque la a da Carara de Padua, tenera glio ficirquan- etate, ma promessione iniqua perchè dispensò l' unico a matrimoniale questa efTecto la patre futuro de ornato essere Francesco de non il de parole per de lei meritando modo sorte in quasi sequisse uno me- , desuno del Li parenti lei donna, li mille che di disse, desseno che li per di al volendo gruo con- valorosa darle rito, ma- marito, che Bentivogli-o. la de undeci prudente Malviti cipi prin- tarono. precipi- la sangue anni vita volendo sopratutto quattrocento Gasparo la poi del ne quisti remaritare amico fusse de et stato tempo Di ambidui tempo beata anni gratia la pularono co- consiglio generoso cita- a 116 dino come nostra. visse sempre cosi dicicia. Fu mediocre fu ; fu non bella occhi vaghi le gratia belle, de grande moderato Heb- davano Fu non de gnifico ma- andare poso pom- il lionestate; parlare acenti benigni cum et fronte. che Hebbe aspecto, carne, belissimi annoila. le a de dui dente, pru- , dolce quasi lei li studiosa Dante, in et dolce lira poeti li versetto tuncha una de non suoi la Sacra savesse prestantia et de Hebbe la modatamente acco- qui- qualche cum Scriptura, audirla. del et quoloquii latino, de opera piacere alegare sapea Y eloquentia, et do Fu Petrarcha cum in sti ne vaga cibandose Bocacio, laude affectionato. del quella parlava cum restasse molto Non che persona, a non loro facondo. et pu- forma de bruna spacioso sì et et liebbe cum mane poca honestate alquanto de, lau- conservò se donna pingua, donna publica marito el cum Questa cum gratia, honore, cum be citate la de che quanera artifi- 117 ciose in mane fiori multa de margarita finissimo de felicità Cum et, oltra il costume feraineo, fu molto che in lei in che de proverbio bene canta et aiFabile mana, et grata di Se mostrava dendo cum a a oflenditori discreto spiaceri, ; salvo mostravano perdonava modo che pur penitenti per non che de fu ndissimo ca- hu- conversare che Fu possette perdonava chi la de offendea. suri- vendicarse li a le a dolce per de tura, na- castimonia. parole cum li nel quello dificultà cum Fu ingegno, et recevuti et gahna m.ale. dolce in sempre benificii volte et honestate cum la trito el efi'ecto come raspa parole, dire potea preclaro et grande egregie pessimo facesse che le si non epsa virtute a sexo liberale, et cortese nascosi non del naturale de sua splendida donna effecti furono a vesta una Margarita a Fu figliuola. prima vagheza, et rechamo scarlato bre. mulie- virtute egregio receputi quilli che le essere loro dese fese of- doge- 118 nerante la a dodeci Ebbe figliuoli de femine tre quali magnanimità fu ne assai Il primo hebbe de animo et fu copulata moritte Albertho de generosità de in de quarto, Virgilio grande illustre gue, san- secundo, eximio dogliuolo, fi- magnificentia; patricio; venusta tiqua an- Hierosolimitano fu che di il terzo in prudentia de aspecto, fu il lo Azoguido; cavaliero donna primo ditatore; che quale citadino maritata a donna la Guidantonio Achylle de Margarita de de' fortunata. prudentia, et ma, for- maschi, parte precipuo quale ctore in de richeza laudabile nove nome in Lambertini, Elisabeth et paterna. il virago il la republica et de glio consi- quinto. et de Elena grande , liberalità in li amici dimostrò come , la sua amici se a maritata sue a ornato tutti li servitio quasi tutti prestate, Lodovico de suoi in che trovarono zoglie et fu fine, li panni splendore dal fu quale Bentivoglio militar posteri la li de pontifico che cum Ni- 120 Canetuli li taglia centra inimici de'Bentivogii; fantile aetate Hercule per lei de chiesia il decimo il Antoniogaliazo 1' ; sanguinati undecime lo, figliuo- valoroso duca Hercule Bentivoglio, che prima l' ne fonte, d'arme strenui Friule presi moritte dignissimo Questa Zoanna alegrava quando dicea amici dicea li se al et et de' Il fu felsineo del havea de come Senato. donna che per sopra le ciò tal de modi sapea. naturale in Spesso varii ne modo li de condictione parlare suo se figliuoli, perchè quilli per a decimo duo- Pjrrho bentivoglio. sangue merosi nu- grande quili aquistarebeno ascendea, existimava nel camino. fecunda rasonando stati, furono al figliuolo patricio del tri al- invasione nel la cum conducto ultimo et armi fiera et de glio; Bentivo- insieme d' da Turchi Turche nominato duci tello fra- 1' aqua Hercule quale minato no- ingresso recevesse fu in moritte quale , cristiano lo figliuo- Se dente ascen- se in- 121 fiamava, nile, che stato inimici. r Lei la che li loro amici ausiliare il Hercule in degna cosa memoria in amici ad fu la redità donna de me più et il volta paterna volte le la et l'arme lei per prese per la anchora disse senza Antonio- de et nel gue san- le prie pro- genitore che cum l'arme per facione mai magnitudine li armare he- voglia benti- doloscente: che fece perpetua mane mio miglia facum fratelli lei et volta donna persuadere essendo più prima donna una armò prima La suoi inimici; mane partesani doctore inquinarse li de de' valorosa magnifico et galiazo parole insanguinarsi, per suoi conservare pigliarono come paura de' Bentivoglia Canetula la a cum per novi. famiglia virile confusione fede de' aquistare non reputatione potea la et amore che '1 segno forciava se quello cum che ad femi- disse, et Bentivoglia casa et altro dare timidità volto spesse li manchava per la deponendo che cognobbe de animo 122 de lei, de le intenderasse come duncha Ioanne papa in doctore Canetulo et persuase che come tolesseno la favore. che Così a feceno quatro per nominarono il sexdeci. menato le et rasone Bologna a la tutti citadini sto que- efhcace a sarebbe concordi nobilissimi havea se fu vendecta, fusseno in chiesia, che in loro spale amici, come feceno sexdeci al gubernatori quartiero, li da di Canetuli , Baptista, et r le sue (la ingegno la alto richeze, amltitione et che per havea to, sta- quali ofilcio Regimento^, Quisti da fici magni- per farne molte cita li erano Lui citadini per presto silea Ba- Ioanne papa pensando quali lui che nostri pontificio. quisti li ad Antonio- seco altri Di del licentiò concilio menò alcuni sdegnato, essendo illustre, Baptista citadini. seco, ad vocato galiazo che sapere Alamania, deposto inicio facione. seguite Dobiamo nello cialmente spe- l' animo de splendore incominciò partegiare gnori si- stimulato cum An- 123 di toniogaliazo forza per li de Antonio qual de ad dispiacendo cosa fece galiazo denari de et robba la amici; levandoli Bentivogli, venire Cambio , doctore Zambecaro aiuto misselo cum x\ntiani secrettamente lazo, li lui et amici le a Canetuli, le in piaza. de l'alto spale la il dicendo a la palazo per de signore stessono cosa a era la perdere per se la et corsene patre ad cavallo, levasse, come cita, tempo, libertà tello fra- subito et gente farse, de donna. sotto bertà, li- populare le che Antoniogaliazo pigliasseno, perchè in valorosa la conservare suoi armati ; andava populo pa- suo Canetulo, Baptista, de orali intendendo, Mattheo Et loro superbia levarono se arme signori molti la et exilio, lo cum et questo confortando colore in da , alcuni Bentivoglio tutti auxiliati cum de pensieri; canetuli in era reprimere per Hercule Li che Canotuli, de' mico ini- prestante fece et che che morire. arme era il patre, non dolce Ad 124 queste persuasione populo et de tri quilli,che descendenti amici li del stato li suoi anchora triumphano, precipui come bentivoglio preseno , virilmente l' Ultimamente, liazo. se che '1 Zambecharo Uscito fu Bentivoglio contumelie fu homo alte cum drieto che mane li cum grandissimo ciarono la loro. ignominia ultima fugirono per Baptista Bentivoglio, et de certe strenuo, il fratello furono et che a erano li modo ca- iactura cum proprii salute reputatione tello fra- tollerare, fece per li mati, ar- suo Canetuli, piaza Et bene voce numero, de circa arme avanti; era doctore Hercule in exilio. usate iniuria tale potendo retornare le drieto et cum homini parole, de che a el Antoniogaliazo essendoli et in palazo cinquanta trecento non del che usisse palazo retornasse che de mogio assetto, pose del Antoniogaliazo il per citadini prudenti Antonioga- contra arme del quarti in cavaliere grande, et Canetuli de casa de dito cre- i^eco- 125 mandandoli furono tate li la loro da lui così per salvati. Ma ad in furore insieme levato la de molti cum vita li a Ma vogli. amici fusse inimici, mai doctore come primo gne pia- non cendo di- magnanimo , , che cavaliere lei li bastava solo vincto, bavere al a li Denti più Antoniogaliazo ad ctoria Vi- nel superati molestasseno non rona Ve- questa volea ma pie- exilio. perpetuo donna iubilava; ciò : mandarono valorosa La vita hor havea come Benti de gloria promesso Se voglio. alegrava amico questo cum la or cum la virtù, animo varii modi, , quello altro, et prodeza et qualità laudando loro de per che parole gesti da cosa era , credere non in sufficiente stato pitanio ad li verso primo stato de et la citadino, libertà ecclesia; a papa restato Martino de la a titolo senza qualcosa de quella regea populare, la ca- militi. duncha Antoniogaliazo cita victorioso uno suoi sarebbe che donna, una non casa cendo piaCo- 126 mandò lonna, el fiorente cum citate de exercito Bologna de la et et al Di vedendose leazo, Brazo, da da fu suo chiesia; et partisse de dosene ad Castello Bolognese dal la cita, il Cardinale il li dal Canetuli: exilio suo che stato de furono, che Legato et altra Legato il male li et ha- havuto per la quale citate se parca vocasse re- furono così Verona chiamati. hebbeno tal veneno reputatione, de spale senza che et an- stituire re- maxime, secura parte, et donatoli Spagna che la a convenne quella papa tenere potea Venuti in de Bologna pigliare pontifico mandò persuase dal et del cita la el poi papa Il bitatione. qualche di che papa, al se dette gnor si- esso soldato signor patrc, cito exer- resistere potere già gre- lo fidelmente perchè Anto- Antonioga- stretto consigliatone la a solito che parendoli non campo trovare per chiesia. perusino ad redurla et niogaleazo mio Brazo sig. in caldo simo grandis- essendo loro 128 Partito poi de il de Spagna Cardinale de il cacciato, la se se propriarono. a taneo a la de cita dòli il cui che sequito li valorosa questa il amici, la virtù de amici che da in timore senza erano li suoi diremo fratello, del la citate ; fusse non de quale, tra al- li suoi ad ingegno tendo sen- ogni cum cominciò in suoi, pensieri, sopra campo dentro man- anchora la lei suo l'animo la presto donna, amato, cosa et havendo capitaneo Che violata. stata campo li amici sarebbe del capit- recuperare sperava, bavere fede la sto que- mandò stato; cum auxilio loro a ad per perduto dentro, parte se Bologna, il cita Martino, exercito Antoniogaliazo per la prestantissimo de quella da'Ca- il stato papa grande cum nato nomi- poi comportare, Caldora lacobo venne loro et volendo non fu tollendo Il ne Cicilia, quale chiesia: in nale Cardi- Bologna Sancta Lodovico, netuli Legato questo et rare opegnitudine ma- svegliare quilli al subsidio del 129 per papa, la da el cum papa darli ingegno caciare pse. Usava dità significare che era mandava non cessità fidate de l' altra ad le nere terra risposta, trovavano, el fratello. contraria presi mente per La sorte, alcuni : et salvare pratica, se vita in po- arbori et quelle in vano portascudelle ordinato et la furono iusticial- morti casa cum volse come dolente oltramodo una nec- facea et et cita, per scoperse et 1' la de certi in citadini la cita, che fuori havea come la scudelle che stati, ordinata donne sotto de coperte li che legne, cali- fratello andare cercare lettere al de lei et et pigliare porta et scri- arte dimostratione facendo Bologna lettere certe sapea proprio beatitudine per una Tenne inimici; stupenda; darli havea de sua per cosa expulso suo grandissima conviene come cita suoi ad mano quale casa, inimici. per Canetuli li sua la in tenuto li de superbia pratica de fusse patire potea non il fratello pore de fugitte la clara 130 che Modena ad il per ad la Sanctità da r li iacture: monstrandoli de Lei lui che poi doppo termine de il Pjrrho, da oppressa cum la che de grande nel morte suoi fratello de- bavere. Bologna febbre che mille et cui ne dicesse minato no- fu corporea consequite xxviiii, contritione sancta che fu parto peccati patientemente quantuncha gliuolo, fi- nascoso quattrocento et al pervenuta del il fìdele e debilità tanta optima cum loro partoritte per pole devoto discaricarsi ra- non portare alquanto, quale a li inimici a el in potea non mano perchè più mo, ani- efficace recomandóli et de desistesse sarebbe citadini mida ti- alteza non terra, lei come molte per la più teano Papa forza abandonare Come propria sua del che de Pyr- narrato non priva de impresa de figliuolo. et scripse andosene sopra Modena, donna sone: de duodecimo giunta poi et gravida ora habiamo quale rho, fu Bolognini do' famiglia più sostenne, contenta 131 sarebbe, il il charo fratello, felici essere ella che sua cum populo, nel Carolo di cita il et a exequie dal furono lei iuncti, de dal dolse al a era a la al fratello caro Hercule, morto tutti uno patria; maxime de et ancora ne et di lanza. Et perdendo ancora, a la Martino pianse, non facea molto scontro gliuolo. fi- figliuoli, li a retornare vato le- singular cum già dolse con- parturito Antoniogaliazo li amici speranza perchè haveano marito, perchè de dissima gran- affinità il morte essa cum li fonte Questa merore de adoperarono, che sacro sepulta episcopo spirituale conciosia la a modenese Brandolino se tuto: po- il reverendo exequio Boiardi carità poi magnanima laude conte di desiderio pietose quale li amici havea non questa honorevole cum casa, che recomandava. duncha fu in suo providentia donna, et opera questo Morta sentito marito retornati per ma divina havosse prima se dicendo sima caristefice ponche 132 donna tanta una clai'itate sta costei, come duncha 0 donne in le che el valore disii. le benivolentia de la de la litate mi- A spede del li stro no- gratia quali per narraremo illustre virtute Malatesta, cuni coniuncta nominata sopra la donna sua Montefeltro da stato gloria de dire Baptista al gjnevei'o, succedente fu rire mo- valorosa felice per odore più che la li nostri ombregia de dovea prestante de Gynevero, nel phau- desiderate, opere memoria bentivoglia, dare che militare vero chiative degna de mai. già Voi refulgente Ioanna Bentivoglia. //. De Baptista Guido principe, Baptista, per de le splendore Urbino de dotato cieli benigni lucido fu et di Malatesti. Montefeltro, da terzo conte Montefeltro da magnifico munificentia per fighuola una cui : lissimo nobi- opere la de' nominata refulse quale fu de cara 133 simo asai fu ; scientia fu de erudita Maiestà Se lege de anchora ditione religione a del et che snificò vita de nali. cardi- homini. la la con- de et Fece in de et de poco una tione ora- de in la papa laude de commendatione quale ciceroniano summe a' memoria stato, '1 Cesarea humana et in argomenti Colomna casa quale Heb- sumrai de non sanctitù, proprio ornato molti felicissima de la et eruditamente. la Martino sua la de lo philosophia questione Scripse in e- traheva a lei de prestante facondo Sigismondo comentarii sacre la oratione de con- 1' audiva. qualuncha luculente de che modo, per stumi co- optima latino, et hebl)e sancti et ornato materno admiratione de' de et donna et et et religione, et loquio, molto catholica ingegno; Questa Pesaro. illustri de dignis- Malatesta formosa fu gratia be di principe duncha fu Galeazo de consorte stile prefato laude fu de et pontifice et tanto mento, sentila celebri diti- 134 toli, facendola Compose le morale, le audiva lecto, la volea, quando et de Fu trovasse. costei versi laude, li latini inamorata munificentia celienti da Non vestire insta, presentati qualin sua havesse se panni proprii , lettere, li le Era de ex- tata visi- tempo epistole in mai usasse molti da quel dicea perchè se tuosi. vir- ben di curò se altra vulgari eloquente lei. posti com- acti se spesso. cum in vero de ingegni di- latine donna erano spogliare li lettere ancora o chi a et quanto opportuno, era dovuta come in liberalo et Quando chi fu docta, pia clemente, et Sempronia, romana che tanto greca legea facesseno altrimente versi le admiratione donavano non cantilene et chi a siderava. de- stile egregio sonetti quale lei quanto cum epistole, molte de degna da loro et del pompa quella non , la procedea né il la né la gloria , bisogno proprie in reputatione de'subditi, virtute pompa ; de ma bavere se non dilecto prendea belli da et ornati le 136 Cleofe De 12. Cleofe figliuola clarissima fu cara di Genaro cita da de de ditione possuto suo sangue La quale et docta, et soprano le uno di sparviero latore. Fu donna et nestate; magnanima remo. fu et fu mare for- gubernava mente, egregia- non a experto modo ucel- conversatione cum benigna et virago, come del tenore sapea falcone uno sempre con- prudente de canto; de sua radiante. asai, ucellava de ma Questa troviamo poco uno al generosità centra, et quilli femina, la la tempo musica del note in de fece de Pietro Malatesti. che optima et et longo formosa fu Cesena, habitante intendere, non fu da habiamo quanto la de magnifico per valore, tanto Lapi principi donna, Cesena. Lodovico Pesaro, Arimino, di de del moglie da Lapi di prole consiglio de dì grande catholica; dimostra- pidissima lehofu 137 Dobiamo duncha di Azzo fratello de fiero al donna, assalito darli per in li trovò se certa per la loro, da chiamato morte, infra era sendo es- tico Cesena- venitiano, marinaro inimicitia che magnifico, mortalmente Marchetto, fortuna homo Lapi questa porto uno intenderò, donna ad compagnia de , la illustre moglie del Vedendo invasione il et 1' feminea, animo forza che uno era core suo auxilio, et volse fugire getarse recuperò animo nel la grande tudine mansue- al caciosse la : mare, et vita. Hebbe o^rni lesu in rinaro ma- '1 marinaro se in nel et se, dife- strenuamente li de el fiero centra che subita mane de nome morte, ad le insulto el focoso per de crudelle modo, de trasse sana il fratello tal per la depose chiamando suo centra acendendose parte una crudele denudato ardire; et Novello questa arme subito fratello, Colonnese, Malatesta principe Cesena. de Violante matrona fu necessario una navicella costei honorata ancora im- 138 presa la canto rocha forma de Hebbe F cum la de li quando ; casa scrivere et de da pore bone ornate tere let- parole. virtuose degna sua sapea et agho mane ; fu gubernatrice officiosa benignamente et parea, in li et coniuncti amici. 0 donna da laude, optime li la cum tuoi male sivia, accidente, Ultimamente, ornamento, gidio de et Arimino molti celebrarono altri spirto, defecto, lo secundo la morte. fu lo donna episcopo Seneca poeti Le virtute, loro talvolta, che la- qualche de et el et cum fano! de costei tanto et fare chiamano ne vole fa- overo legiere animo et arcolaio et manchano suspirano, fuoco sentimento pacia, de masti consu- al proximo, conoscendo poi ne naspa opera, ingegno, che fuso, convenendoli quali poi, cum non intorno molte come laudabile almeno anni del de piene de che rocha, dicendo celebrata essere de et epytaphii la oratori de Eca Marla olofjuentis- 139 di simi de tormento di divo alquanto febre, in ctore pieni, quando gloria in Cathaldo, marito, divo che farà festa virtute sua 13. zagha, può se cielo del fra se lecta de donna, una de requirere figliuola felicissimo da ne la Gonza^ha. de de' la che : de nostra fu Malatesta principe et stata essere quanto Gon- glorie sue honorata famiglia possa tua perpe- sociare 1' altre contentare de illustre sepulta; de famiglia matrimonialmente cellentia fu per oh ìon issa mar fortunatissima La et pompa grande. Paula De prio pro- Gynevero triumpho, et del del degna '1 nostro suoFa- tempio funerale tanto ò laude, nel gloriosamente fama cui al 1' oraculo con exequio la dove Arimino, nue conti- giornate l'anima rese il doppo la de altra Italia Paula, di consorte ex- di- Pesaro, del , glorioso primo Joannefrancesco Marchese di de Mantua, Gonzagha, principe 140 splendore. Questa excellentissima duncha forma, belissima et molto de certamente reverendo, molto a qualuncha de eloquentissima, benigna piccoli et stato; fu tissimo il da ma liberale in V li alieni audientia, solamente non a radice li po- a fu pruden- solo non dal prio pro- aflfabile ; fu lei dicendo istessa se li de avaricia consiglio suo mosinante ele- et gratissima estimato et stato, et la de et caritevole fu ; grandi a consolatrice de i mali suoi: puli de aspecto afiicti, inimica tutti fu gratioso molto, de donna ma a , la tutta republica di nata, marito che il maschii fu Carolo, et de ne r fu Jeanne altre gratia castello in valoroso il Lucido, do natura fu che figliuoli, Il sucesse Il secundo stato. signore suo femine. due nel fu che fu arme sei Lodovico, primogenito come essere marchese Hebbe et chiamato primo proximo principe iubilava. ne quattro del de Viadana Cremonese, et duca. Il terzo quale per poca diforme, di che 141 visse poco Il la dopo fu figliuolo quarto quale anchora molto et lui patre. al Alexandre, deforme essendo optima de del morte conscientia non , dette se poco de religiosi altri conversatione religiosi ; di castello Ludovico de castelle. queste hebbe La parole la quale et spiratione divina salvare sua de la terminò Fu de r li questa suoi Paula Omnipotente monasteri vita et de de santa primo duca de per in- securamente fece se in monacha quella sancta giorni. principe Clara: future ella, fondatrice monache nome per più anima, Clara sancta vita de se. esten- hebbe essendo al al dispensata vivendo, lui figliuola Leonello desponsata Urbino il stato prima figliuola secunda Cecilia, La quale, marchese heroditò marchese gentilissimo il : il Margarita, nome Canedo Bressana fratello suo de et dominóe figliuoli morendo, senza de Dominico sancto devoti altre et la a do et in de laudo alquanti sanctissima tutti li altri 142 monasteri homini de Mantua de de et et del donne, ad observantia sanata conventuali fece, come Mantuano, et vera privando ancora ad di le che felice suo nome mantuane observa, se di parte li quisti a , tempi ad devotione splendono. Questa dignissima virtù sima divenne gioventude che la Fu opressa forma che la a l'alto Dio come de Per uno loco de sanata le Clara doppo quattro anni, compito la senta. lei et in potea po- pacientissima rengratiando, cosa fìdelissima tire. mar- fece se fare il fabricato monastero in dove Mantua, fìnitte la morte del havendo anni de morbi, se devotione presso vita, et alcuni, fianchi non il per ne varii Christo sua belis- de ancora de ogni Jesu cristiana lei altri bocha; Adele etate de etata spo- sua el iudicio mane de de gobositate: mali de et podagre nere in posterità de la ne secundo pare, che donna lei sexanta. come sanata sua marito de Por de la sua questa 144 et di de la Gracili, et Julia. casa Et che donne, fu che voi virtù in Toxatio duncha, nel viveti, la contemplare de tanto mondo del pompa moglie Paula fasto et sdegnate non de lustre il- tanto dore splenla Gonzagha , mai quale il ne de lei cosi del timore, fine, mai et charjtà al dicea essere a beati et suavità il costumi marchionissa beleza, sua stato, rando conside- manchóe proximo, la de de vir- donna tanta Tedesca bito de- questo Certissimamente nata. tute la et clementia che la Dio mortai la de et splendore abandonò de fiore nel sua nora , del consorte in imitatrice, le che, humane tione, pare aura nel angeli de ne vedere come nevero, del tanta pigliano precipuamente come tempo femineo: sexo exilità li mente memoria del vera nostro Per explicaremo. fano come suave mi la sinceramente ingegno il gloria secundo come fu primogenito, suo jubilare vaghe cielo, degna et consolaancora il nostro fronde estivo. in da a Gysuave 145 casta laudo Lodovico de di Mantua. dunque Barbai^a che sapere, Tedesca Marchionlssa secunda Cuna Barbara De 14. debbe se Tedesca, consorte felicissimo Gonzagha , marchese Mantua, de marchese imperio Jeanne Alamania de borgho preclara donna lei quando egregii doni Fu de alcuna liberalità signori, a suo lochi venerando era pii valieri, ca- ad savio, grande; ogni raro, et voti. de- et sueta man- aspecto, gravità ingegno a gentilhomini a bella, biancha, prestante molti conti, dolina de et recordare, possa a cum liberalità et neri parlare se rito, ma- nuptie donne de et ochii a ad altre doctori, a nobile le augusta cum quando venne quante fortunata christiano del triumpho, gloria, abundantia, a donna lustre il- Brondin- electore, celebrate furono tanta di et dignissimo questa dello nata cum hebbe cosa; prudente il 146 fu benigno; et charji;ativa continontissima, volontiera ; infra seditione, era concordia fructo fomento. inimica, ciba se de corte nobile, costumate exercitii honesti templi incensi et et le sue de et lochi fochi, Se intrato Dio, et de donzelle le reverentia maritare quale cum fus- come Visitava oblatione, cum de che dispensava in in veneno. piaceri, crede che notriva se pudiche, devoti ad sempre dicea religione. una divina. maiestà de in state fu diportavano se poco cogno- lei et cura de mortai donne la gubernò volse perchè et lei cum che quale l' anima Tenea insieme la neroso, gede fu non avaritia, de in 0 corpo seno de pace, governo Mai dove animo grafia stato avaritia, pessima chi et al ma pore familiare; ordine et scere al corte ella; su cittadini, Hebbe solo splendida singular suoi unione. et fatica, ingenuamente a discordia, non li li neva, interpo- se perdonando non pudica, l'alta '1 terzo a li poveri donzello. 147 di Dava se Orava plo. ofHcii che gubernare. Fu affabile, audientia. overo forma, patienti et humana specialmente et de boni fusseno) si non in contro alcuno grata or questo lei fusse homo dicea, (ancora che le facti li andava tal de dire au- mano, dono spesso perchè de persone, una la ne prendendo per et chinarse scoperto capo su- voleva non per a le faceano; subito et che ben li persone che povere patire loro quello superiore essere virtuose audientia, or tanto et el cum Era da honeste levarle per che creature che lei, per le vedea de lia- rasone, potea non presto honore sua le reverentie misse Se li confortava estimava costumi che dal adimandavano, partivano. et de parti'a contento. tanto nigna be- manco se optime se se libéralissima quello cum divini ciirn non incusati, erano tal lei de exem- justamcnto mai mal torto veano Dio, che Alcuno conspecto optimo de dejunii, et suo subditi pietà la et potesse li a massia Dio ogni de 148 in et carne, convenire polvere Ultimamente tornare. fanciulo uno li re bave- , bbe parlato. Vivea cibandose se in è come pudicD, de naso non proprio è da Dio et lordo et non effecto una Veramente et se felicità a volta non la do nostra le de misere natura fedissimo suo è sapere: tanto venga che questa Alamania tutta portasse, gemma evangelica cosa per Italia. dare in- corpo debba la nulla credo in donna '1 se che dice, che che ta, non pensano tentia Et dono che concesso, la pudico, una tanto cognoscono in come porcha. una de perla legata sia quando quanto et orientale una sentiva beleza casto ve- fusse; Oh « la corpo ! Così auro nel in quando quando che et vedere. a honesta dicendo: cosa, sia che che astomachava, speciosa donna piacere donna impudica, era sobrietà prestantia una bella una così è era dolcissimo Havea dea grandissima cum sen- ocul- in luce! » religiosa la gloria più splendore 149 feliceraonto Generò femine cinque Il fu Joannefrancesco fu quale citate et prima la liberale presule conte de Francesco de monastero figliuola che al sata che in fu prefato duca la nel terzo quarta loco de terza ordine gato; leduca dissimo reveren- Mantua. de tamente meri- Susanna tal de- nome, Galeazomaria de divenuta cunda fu de al duca la romana degno Lodovico, instituita ctissimo de et sancta Rodulpho, figliuola sponsata su- Francesco, terzo, quinto, il che reverendissimo quarto, d' arme; maschii. cardinale, per moritte il La il felicissimo ecclesia tanti stato; il secondo, ; nostra figliuoli, Federico, marchionato nel cesse altri et primogenito dieci la quale gibosa, se sancta Paula. nel La molto Susanna conte sendo es- rencluse Dorothea de invi- Sphorza, Milano: fu mogenito pri- fu se- la, bel- despon- Galeoazomaria Milano, la quale ritte; mo- figliuola Cicilia, quale monacha figliuola Barbara, se per fece, il ma- la 150 terno maritata nome, Vertimberch; de al li sempre, furono tamente del morte stato; la Fu vita. et pianta tadini, mani et non honori, solo facendoglie illustre fra exequio, l'altre rità et lassò de la mirabile virtute et dolente lacbrjme li cari da cum loro matre, a et refulse li ci- per da ogni come al cinquanta honorata ad utile et exaitata ma to, mari- suo mostitia et la doppo publiche cum nitore ge- reputatione anni specialmente et ; de etate, lei, honora- anni merore gran de suo reputatione sua reve- opera marcliexe havendo de nove et per tri signore et amata et lei grande cum questi Da testamento stato Visse tractati. fu tata mari- marchexe nel de Alemania quali, illustrissimo lo chiamata Guricia. figliuoli Berardo duca quinta in de conte dignissimi da la altamente Paula, rita al li huli vini, di- potere in che ingenita de glioli fi- cla- gloria et , de clementia. " )h donne che sotto la grande vo- 152 che vero, odore, suave De in lentie de Paula noi illustre, che Gonzagha, donna del refulgente ratore bellissima et animo ad sempre Francesco molto duca l'andare et fra in mata chia- figlia et o- Lei Stroza. costumi prestanti. generoso, il stare 1' altre fu elevato de degne , ; me ar- Questa excelse cose d' aurato Nicolao de sorte con- Constantia cavaliere preclaro Hebbe degna sangue, fonte sacro magnifico gloria de le quel- a Nuvolara. de generosità al matrone agiungiamo la del excel- Barbara prestantissimo dunque de de cere, ta- clarità magnanimo signore et verità narrate laude del già le non publica cum la de et Gonza^ha. per augumonto per tia Constan- forma. da ancora Gonzaga, nome in seguente Stroza possiamo in fu la tanto intendendo furono Constantia Non rende nostra augumentarà Gonzaga 15. cita conditione felice le la a suo fu cum 153 maiestà grande; quali girava prudente et paterna troppo studio da nuptie el richo principe ducal sua alteza Berso in de Immanità tanta de più Fu consorte, che Pompeo. la per et honorificentia dolce lulia virtù al quale gnia compamai et quente eloob- et del al gnifico ma- caro preclara mondo gliare pi- mànclio cum non facesse Oh la che gratia et la prestante pudicissima 1' honore da et judicarono sposa dilectione. et illustre la tutta admirandi molta fece oratione, servante dal ringratiare luculente parole. cum estense li sentirono a venne adcompagnata comitiva, et suoi et essendo licentia, duca special ne matrimoniale, duca sua per consolatione de Quando bocentoro virtù l' audiva vedea, fa- la a per ma et suave tal non clii restava. le esso che gesti occupato donna et aquisita, Dio, legiadri dolce, degenerante ; belli, gravità cum parlare non cundia dono levava et Il reverenda. occhi hebbe et et rito ma- et de errata 154 al Opifice suramo visitare in Fu ! l' infirmi confortandoli roba cuna et richi vestita drappi róe che la se virtù de' porgeva suoi in terra servantia religiosa il de et portamenti magnifici secundo corte de et ; de el pudiche furono honesta ob- sima beatis- lei di nastero Mo- de Maria contenti. non del devota la che devoto tanto chiamare pono et paese edifìcatrice religione vita de come essere per tanta rale libe- Nuvolara de terra tempio Li mai suoi et lasivi, ma ne, Ten- pompa. virtuose se habiti honorando suo li che come precipua carmelita vile volea di Fu, sancta vergene, in non suftragii, de la de lei donna. piena, a dedignava lionore; pietosa sua se nati, dicendo ancora religione la Hono- virtuosi non renderli sdegnare et famularli. humilmente habitare, corpo de , fusseno bene gnando sde- non persona homini gì' sempre parole, et propria nati, affan- li et denari, la tativa cari- dolco cum cum cum benigna, stato donne et 155 mantenendole donzello, in tempo muliebri. de d' varii manco da del la a degna de farne fu seta, diversi boschi et ; per el et dentro de cosa vedere. tal quale per stata essere non essere trice invensere tescara romana, Tarquino fugire re filar dei l' otio felicemente mani, Ro- tunque (quanel la la che quello et inventrice ingente Onde Girila prische levati, re- lavoro bambace Gaia de regio lana et panni. Prendea et figiare ef- di de scriptori celebrata, possedesse stato) sutilità et animali dilecto filare sposa valorosa mane, prati herbette Panfìla poi, argento naturali egregii greca de cum come et exercitii per virtuose come , albori, laude li et gruo con- essere questa agho vaghe et de inventrice, auro, opera fiori legiamo che ingegno suo cum il stata è del quale Per donna exercitii, inventrice prima stata è virtuosi Minerva, una ad sempre piacere ancora cum questa li docti donna ingegni dilecto certare 156 le de lettere, de Legea spirituale memoria et di che de conforme ordine et centia et l' animo et Zampetro et abundatia. duca d' stati honorifì- cum mosi for- cinque lei obe- nominato cavaliere et La grandissimo maschio arme poco ingegno. figliuoli a et futava, con- non Hebbe Uno conte havea cum religione dientissimi. et comuni l' de l'havesse non de quali ornatissimi et lei respondea famiglia gubernò sua illustri li potea temptare, li etfecti a ad memorabile se li mondo, historie quelle de Argoìa, et de muse non hystorie memoria. et tissima. aman- le come le de vaglia molte del gentile, et era dolceza cum mandava, poeti; a quale roso valo- et femine quatro , de singular il de nome polita, Lucretia, Visse alcun magnifico singulare ma altamente venustate, marito le Alouisa et doppo tempo in honestate, come quale stato si è Hyp- Alexandra. la fine viduile pudicitia spesso ritate, ma- accade, et del cum dore; splenche a 157 le cupalione clusa che inusitata fu assalita physico non molto, credo, renali, fu finitte cum la principe. in secunde costumi, che lunghe tempo adverse cose virtute meritamente : virtute nigne be- cum queste come de la et va- le ne fu vera clari et tale ancora e- pacientis- Finalmente ogni possedette Quale et in nel de modo vita. sempre et temperata. constantia nome le cerarono li ul- in rognoni veramente era dee, lapi- pia l'omnipotente voce crudele come litudine et Fu gritudine sima, li ringratiando parole et clie toleranza grandissima sostenne, dolori harenose et li de et tormentata sua poi doppo vexata, rene liberata mancandoli fiore aspramente le Fu non materie cum sona, per- tico splene- fu quale de pri- liumori fluxo argomento. oc- ren- la morbosi del affanni, mentali de certo epatico, lei stare per da la per quiete parturirono et per et mariti, et li inopinate solicitudine cum di vatione crescie donne grande felice la fui- 158 vida fama nel etterna questa senile illustre la gratia le Stroza telligentia matrone del olente nostro al giungeremo ficentia del de conte l' altre et de in Fois, ad ad in- più per magnifigliuola la la de tissimo sapien- grande probitate et vita et quale la et- gloria styrpe, Gjnevero, odore ad cum in fra sede Gonzaga et Cosi questa celeste dive et sempre essendo de passò possedere viverà et Constantia, de nome tate vive ne infrascripta forma. De Maria Maria fu 16. Carolo latina fu et inclyto : de fu donna et de al de de Fois. de che la suo matre Guilielmo Questa virtute tanta che in Navara, Monferato. cortesia, refulse et re coniuncta marchese splendore fuso circumspecto prima excellentia Fois, de de de conte figliuola conte dice lingua fu del nobilissima illustre figlia de reale pgliuola non preclaro et poco ori- 160 grandeza, né la cundo lei suo natale al marito, Ma sito, fu forma in aiuterà Maria le noi, et patrocinio! bella questa orbati del Chi ne unica Oh nostra , , tu speranza vai ne in , nave! dolenti animi Quanto del nostri partita! tua Oh thesauro, nostro felice chiamare poi li sono la per Italia, spoliatrice te noi lassando , relieta ben mori cla- necessitate? nostre dama in miseri suffragio nostro et specialmente et dolendosi quali Oh « ; populi sin- triumpho. pianti senza Italia cum specioso partì li in adcompagnata de' suoi poveri, Guascogna, venire per et se de partì se ponipa non di se- aetate. Quanto gular figliuola essere per bavere , odio te simile che era Or portamo ! Et » parole diceano, et celebrate le nuptie la cum in Alba, do piene et compassione venuta invidia Quanto ! ornamento tanto pianta molte de grandissima et dovendosc altre amore, dolceza donna et audire. in Italia, gloria partirò 161 li al r che suoi, marito haveano retornarsene per furono loro, li quali infra trocento scuderi cavali bellissimi lei mossa magiore, argentarle sue dando ciose, a la secundo persona; et restando altra le fino, pecio uno minimo ferato et Pranza questa et parlarassi Se et cum ruppe de vendicò aetterna fama auro portate, et fin al stala: da in dolce de Mon- ria memo- donna nel sempre li te alquan- ancora magnifica di gratiosa donare, pagio la non ciascuno, et sai, as- de che havea seco preet grande munificentia Monferrato. cose magnificentia et loro grado donòe, munifico in infra et da usata minimo dal poco cosa cum soa ciascuno qualità servo quale tutti, picele quale la et tanto cathene sue de gemme grandissima cum la et qua- richamente, distribuitte et de gente, l'ardore a casa gentilliomini, falerati liberalità, donóe al et minuta et da ad meglio signori altra et adcompagnata se la, par- paese non che de manco se ll ha- 162 nella vesse benigna, mostrò a li quali auxiliandoli loro se liberale et facea se li a veri, po- procuratrice la pigliando advocata, et gratiosa perchè precipuamente et ciascuno, a patria, paterna non protectione la de meno , et favore. del che roba magnifìcentia vede, se avaritia dobiamo la gli più rara in tenacità et quanto perchè solo non virtute quale la tanto iudicare, lampegiante donne La famigliare è , innata ma el Quando li come alcuna stato in se rentia del discreta de nel mano, casto doliberatione costei, del laude! richo 0 che per de overo mai seno, facto per supplicante. de et tenea havesse non perpetua morbidoza la lo per supplicatione liberale la fino 0 ella persona, ponea lassandola et porto povera quella cum consueta, era spesso continuo et cavalcava ancora fusse natura animo. picelo paese, propria de e la virtù stato occo- pietosa fia quanto Che visione pro- li gna de- piaceri non la 163 facea oblila come fano estimano né pietade populi. pientissima citii; et carità et alcuna mai de ingegno, et Fu de se lei ciascuna al fu de da passò de molto marito figliuole, copulata de questa tempo et a al Nel Salucio. Questa stato che una prensibile re- pru- alcuna de fus- quale equalità tanta charo due hebbe al exer- verso servava. Visse prima ultra tanta mai che possette comprehendere più chara, til gen- modestia li audite loro a in diportava, se loro parola. dentia dolceza, tutte verso donna li servili a tanta cum senza famiglie, egregie servente deputate et dizotte de corte de donne curano li suoi questa le a non altrui, compagnia sua che li sinistri regono Tenea subditi, dedite tanto piaceri, et di bisogno alcune, voluptate le, del de et le quale la marchese parto de vico Lodola secun- vita in l' altra, avanti li fo morte, li anni tre de populi, sticato. pronoiactura tanta fu do comò non poco 164 meritamente merore et illustre marito da pianta da et tutti li lo subditi, , singular cum Dio, cha lei come vita in le de modo questo 77, del conta Agnola da antiquità, per splendore italico nosti'o castalio parse. conte cho. carne Fu et che cara Antonio donna venusta, me- Antonio Verona non ma per gloria per de nutrita del proprio del del signor de occhi de tanto moglie formosa, et Quale Arche, de refulse lacte, Fu in et poetico, per faciamo conte famiglia clarissima, virtute a Nugarola del nome paro virtute. signor figliuola a ne Nugarola, da Antonio Nugarola, Ginevero, sequendo, Annoia De rena ter- possiamo, la illustre sue dun- questa vedere, da Agnola cum merito in felice del glorificata eterna paro visse gloriosamente, girlanda cum r piotate. Pregiamo biancha non gnifico ma- Arde troppo 165 neri. pudica humana, gnato sempre chi audiva docta non celebre manco egloge, fu che altri tanta arbitrato che '1 scripture sacre arte poetica, Hieronjmo, in Fu al suo alto et sua sima famiglia non Fece alcune doctrina, et de manco et molti Cornificia discipline et di- lui de de et sanctissimo del tempo scrive rono fu- che valore. caro virtute, tanta poeti intelligente questa ancora li nome per secundo furono presso memoria, le lei elyconio versi, scripti de stu- fusseno verso gnissima humani arte non conso- elo- divo. che cum pretio il che egregia da che fu tempo li poco modo per quel in adcompa- molta cum et rendi reve- exempli, pigliava ne quilli et honorati, de morali poetica, quentia dii; eloquio cum Fu latione. costumi de et Fu avolio. come dolce de et r havea denti Li de Agnola, la optima sua presso nobihs- gubernatrice , cum Se prestante conservò ordine sempre, et come ornamento. donna pru- 166 dente, le cum splendida tremi liberale et de perantia dilecta molto dal piotate et ; che è affanni, virtù una Nugarola, fia. singular donna virtuosamente le li sue fama, la ria glo- Gynevero, infrascripta la come finite eterna felicissimo altra seculari de del nostro nuto ve- quella, a li adcompagnare cum pre sem- Essendo beatamente insieme clemen- lassando et quale stato tutti benigna Fu al egritudine giorni, preclara, ogni de comune illustri suoi per de ne marito. pervenire terminatrice pre sem- mantenne visse. de tempo Fu tem- populo in et vicini. justitia, religiosamente il suoi se suo administrò sempre ex- avaricia, et magnifico del gratia duo modestia, pudicitia et li caritevole; et grandissima cum tia li cum devota clemente, richeze, infra prodigalità la specialmente la iustissime sue de fama la de styrpe inteso 168 nutrite, male sere saluta le incenso li sia sotto altiere de altrui. disciplina dato tante che vana, costei molti per sono gloria non erudita sotto famosi homini quentissimi reveren- sterco overo Fu de et uno loro altri quando honore il naso; la de degnano la fazali et tia, pare che di che fu de elo- et lei divenne , sì disciplinata, et singular le sue Il facundia, luculente parlar gnati, assai il et et Claudia essere tuncha guerra se del ne men che sarebbe nel AfFricana, li de pudica tempo essendo lei et de hanea ido- che : ' se stata suoi politeze, de li ; fusse ne cum cum lasivia splendore che et romana et assifu splendore temperata et furono l'andare senza portamenti curiosa modesto pudichi Quinta costei non et oratione. et suoi et stare furono suoi estendono come sempre gesti prestantia pompa dri fu li gravissima epistole suo magnifico, biti che me co- legiatanto né vagheza, sua mormorato Quan- casta. la secunda consoli Mar- 169 Cornelio co lei sola che cum homini opinione volse in Fu et mormoramento fu ella le per fiamme del de verebbe che più marito cosa la fine lui signor lo affirmando avea indicava, del marito ella non che caro moria; valitudine veduta havrebbe ha- rito, ma- non Per ogni ex- parole, la a- fervente portato, propria. se mente special- grande, affanno caro sorte con- 1' amore, cum la et nel et obsersuo et vodea de re- se castamente patientia quasi clie se il lei, quantuncha che perchè, fede coniugale quando cepto de pudica come honestissime cum la laude. dilectione; tanto che pudicitia lei ed sancta degli Di matrimoniale Infra vatrice. male servata Gjnevera, la volse, habiuto grandissima casta, de dove fare. la ne moltitudine posette questa mòe, la dica, pu- dei li cingulo de che de matre mai men stata sempre uno forza la ella la mostrasse di- Sempronio, essere tirando nave Publio et dicea del la qual havesse doppo 170 lui voluta vere mai vivere; liabiuto data rebbe la animo Cesare Decio fu non fama se potesse fricano, che splendore, fama norata marito. famiglia uno per una pace tempi, ad del prefato et cielo ode del cido luho- nuo stre- magnifica la una rito ma- tran- iubilava, ne fin beata triumpho vede, se al heredità de la ne del fin che refulse casa amore, quilitate, come la Af- primo memoria Conservò de lia Emi- conservare la de quello de del lei per et indicare sposa tanto ancora 1' honore fusse rasone illustre Terza, detta ven- morto Lei de che cum figlia de essere tenera marito, co man- per marito. suo manco del sentì moriente Bruto cum Portia, quando have- se non facesse Cato, di et ha- non contento, morte, che Marco pensando ad nostri Gambaro sente et me, no- gusta. Fu , ella ancora humana; quilli (juando ne li pigliava et suoi subditi piacere concordare le loro nascevano. Visitava molto gratificare difterentie, per ca- 171 ritù et li infermi, quali doni cum et grate rechedea aspecto parole et dove et : il et rasone lo, bel- cum gratioso ornate la parole^ cum coat'ortava et mansuetto de quali et bisogno , familiare, dolce, era et benigna sì loro potea madonna disse et che in tempo et Fu fortuna, mai, humilità grata servitii, et et virtù ? ogni Fu officiosa gegno 1' inde in in li ogni amici; grande cum auscultava li di cum et mente ancora, anzi trebbe po- cora an- de la memoranda constante se Sarebbe cosa de integrità explicare. et ritamente me- illustre, alta una volere costei more cere piache quilli a donna prudentissima sdegnò doveano singoiar trovare non presso laudati più et non donne et se grati lungo et arabitione la erano Oh se accadendo homini forzare essere dire , fugire ma che volte savii li che pia, et sorella, spesse ; vulgo, suoi, compagna, doveano el li a humana a- poveri. recevuti iustitia nel 172 proposito, sancto suo s' afaticava invano istessa sé glorie et de tutta Italia tanti figliuoli. immortai in ne gloria se giovenile merore honorata molte cum de molto splendore che che nel magior fusse la ceza et ornamento del charichi odoro sancta de' che augumontano fama de sepulta donna de ria, glo- manco sorella, al narreremo, rifero odo- nostro dol- tanta cum li suoi fructi, per la cum grandi et sua spande desiderati ni gior- fu et vergene dire liberalità che non succedente Gjnevero, li suoi come de de fiorente lachrjme et ma exulta et piceli da che Bresana, Di exequio, pomposo fama, flnitte etate. grandissimo virtute donna, gloria, quali ornamento benigna regione li loro uno la lissimi bel- de per felicissima Questa de fecunda dato, solamente non verla remo- figliuoli, per ha fulgore clie cercava magnificentie, et uno Fu illustri et a chi quello. da modo per la illustre rami quali pudica memoria de et 173 do infra tu da dunque, del prole, de meritata laude gaudi, triumpha, festa, dare. donne felicissima donna tanta ringratiando iubila, facio come le Garabara nome io fidel- che (rambara, mentuamo mento E da Gyncvera de il cielo, canta lo cum fa et mio lamo ca- fìdele. Isota De 19. Ben Leonardo 0 cielo et la natura al et '1 cato beatifi- figliuole, sole novo latino nome splendidissimo che habiano te uno ma sangue, te, con- Nugarola, sorella solamente Nugarola. beatissimo da tal de non chiamare poi te da verbene al hano ornamento che tuo dato da cosa , stanchare col il laude sue suo dare ha Pur, sperando la per nome meritato ogni idioma, cui in celeste tali, mor- de Isota virginità fra perpetuo nel divino nui duncha basso nostro figliola, doctrina le diremo ! Che oratore tua in le et donne fulgore? favore et 174 desiderio nel Gjnevero, nostro de et fusse, possette mente consiglio de mai. de- che ancora cuno al- né inclinare rioso glola marito, proponimento non parenti et altrimenti Isotta de questo dispose, Varone, quale che perpetua constreta non et verla remo- ad se lebre ce- da , superiore, cerdotio ma per del core da né vestale, obbligatione né propria nel che ; lo le de li muliebri ciando r ocio, cupiscentia, so dette a la tutta rire mo- ingegno despre- mane, misteri, incitativo Diana, volse mirabile proprie sa- integrità et virginale suo de de voto per voluntà stato per virtute gire tutto amici Non la vergene in persuasione Marcia facesse lice fe- conforto, virginale stato ta Isot- speranza prendere a virginale forza, hebbe di neglese; partito, tale che al vergene et concubito il sua et animo degno de fu auxilio, gl' homini né seguiremo. cosi tanto divino lo iocunda cosa primamente dunque in far de et per lasciva al fucon- studio 176 oratione quale et exortava il reverendissimo cardinali tanta se potesse secolari discipline stupefacto la humane che in sapientia, et et in phylosophia, dialogo, peccato, quello vetato nel de Eva, tutta tanto studiosa la Biblia ne la dicò in- la che theologia fusse più Adamo, de 1' tanta uno compose grave overo il mangiarono omnipotente a memoria sacra Dio costei Havea paradiso. terreste quasi in che quando da pomo dendo cre- creatura quale quello 0 in non l'ebbe, docta de Il donna tanta fusse celeste ella vine di- cum quasi che veduto Fu grande de femina una più presto humana. fu rituali spi- divine, divene et vedere, volse quale di doctissimo virtù la questa sublimata. Niceno, de quanto concistoro meritamente fu et che principi cardinale cipi prin- doctrina, modo publico laude le in gnori si- li impresa; et dire, et de li cristiani gloriosa nel donna greco tutti facundia de pontifice colegio et tanta a il et fu Scriptura, 177 che de quasi (luella potea formare recordo de non eloquente de et sima fu presentia, che viso rotondo ochii suoi suoi et cella, fate come aliene non de andate cum vediamo lo duitade el già consorte del : che manto el poihavete che strate dimoche coperto, la me co- convirebbe, citate di nostra vi- perpetua figlia de Andrea tegerrimo lo in- Bentivoglio prestantissimo essendo capo nuptie, capo in et habiti el non honestà Guidantonio citadino che Magdalena per Li vergene nove exemplo conte bertini le hoggidì come neri. vedoe, reverenda per et voi, donne o vergogna, arditi ma lei li grafia: portava facea più belissimo portava : quello Non coperto. gravi, che degna forma, molta viduili cum de Hebbe bianchi stino Angu- ornatis- et cum che senza de Fu mediocre furono furono nero l'opro macra. più presto parola costumi de pingua et familiare, Hieronymo. eximii de sì venne secundo ella nostro di Lam- giovene 12 et 178 altrimenti bella, di tutta non fronte petinati ben et r honesto de la siate de honore li didi can- strevole mae- vizi, mirate. de memoria la loco più splendore timore et in et cum falsi gioveni da bene conscientia r vostri di beleza capelli portati dare per , li aconcii non andate cum nero veli, se voi partiti, manto mane a et bene pomposi et Ma coperta. nero spatiosa cum vede, se ciò a Et senza Dio de et defonti di , mariti et la aquisito stato suo levò che r via a sempre le li Visse dea ma , de chi incorrite in vostra cum da fece come savia sue opere lei de donne sima grandis- cum et solamente non poi Conservòse serviti! suoi mansuetudine gratia, che come sancte occasione. bontate. grande fugire, sempre cum stro vo- mormoratione; et Isotta, questa vulgo, vogliate quale nel del infamia del piacere, peccato bocha lupina etterna la loro peccato V doppo parenti, prendeti de' et et virginitate de sentiva chi la la ve- sancta 179 do fama de le virtute, sue felice sua et trenta Havendo ettate octo, li ne anni mille mortai la etterna, r cum altre vita credo dive vergene sanctimonia sua per virtute fu il che meritò ne la portare insieme triumphi de et viscere che che ver- possedere virginitate et quella, gloria ad dove trocento quat- passò , della anni compiti sessantaquattro gene lei ad templare con- unica tanta solo de exemplo le ; sanctissime salute de il tutto mondo. Oh Isotta, egregia gloria, perchè gratia che le possa commodamente saciarei non solamente sito del obligato casone femineo, la etterno il tuo me cibare tua divine laude che giamai el la mia hai natale tuo prosapia nascimento; per tu l'alieno. ma splendore rendo ta mol- concesso Certo honorato hai tu beato tue exaltarti? sexo de fu è non narrare, me quanto mi a de et vergene avere mente ! Che al Oh strata illuben quale habiuto in le tue 180 virginale glorie, Gynevero, duplicato che odore, del stro no- rinverdirà cum vir- grande sua per frutifero tute, dal iocnndità ad de amore la sancta memoria. tua De 20. Perchè sempre che sapere, deza ; per a ma sé sederla). pos- femina de in tulina, Vul- Milano. de La io pare incognitione ha dato, animo de (anchora alevata non la sia et tutto fu ducale virtute et al origine paterna parenti voglia et nata bita de- cum virtute, duncha territorio possa debbe degno conditione, sua se si fusse non Bona vile Vultulina la ella loco quello de celebrare laude in Bona, per el dei gran- etterno me no- , et Fu de claritate. costei Pietro d'arme, de Italia cavalcando prima ma Brunoro duca quale, moglie, da Parma, da et molto ne amica, lo tutti nuo stre- li estimato: exercitio tentati poil mi- 181 litare drieto vineta picela, le virilmente datori bestie; de dusela seco costei li Pietro molto li stradata lui quasi non infine muli, di et quali facea gagliarda cere, piamolto era in che modo estima; chè per- femina, brutissima era de era targhoni, ne Or pigliava fatiche, le ne con- li caccia, Brunoro portava et drieto da per solazo. et andava cani guar- quasi rapire, riso cum crescendo menava li altri come fece la nera, combatendo cum et gio- bruta, viva, loco per stranieza una bestie, molto ma costei vide Vultulina, per lingua ma che più , femina a a le volte Se convenia. non da secundo homo, di tempi la le cum vestìa portunità op- stren- , ghe le a costei et. la fatica a nocte piogie, in sole et regno poco de sequitare caldi il lui stima. Neapoli Et cum mai perdonò freddi, per quantuncha facesse Non bracie. el giorno jazzi, suo de Pietro noro, Bru- tanta fede sequendolo el neve, conte nel Fran- 182 invictissimo Sforza Cesco el contro iolo la de Piero redusseno prefato de dal li futuri prese Brunoro la là mare, tale che che la a più La et tamente cau- re, Piero Regina, vandoli le- mandòU et grande ; ad isola visseno tempo sinistro, per desideravano del la modo morte vita. degni, non qual dolse captura fectionatamente ma li venia Pantanaria, donde Questa mini la affanno molto in la ne ten- levarli fugienti, compagnia, incarcerare pittanio ca- de el de Troyolo et del come facto presentendo cosa loro, ingegno, loro che Maie- disigni poi, cum conte gente li quale Alphonsio, qual la via et re le prestantissimo modo dal sua molto il conte, Tro- et cum cum disturbò che cosa et tenne re fugirono Sforza se esso Brunoro Regina P'rancesco stà Alphonsio, re che pratica, capittanio quali se per poterono cosa oltra a molti adoperarono la sua gratia modo hoaf- liberatione, consequire. dolendo a 184 fructo possette non afflicta, rimase ne suo usato per ogni animo del mente et dimandava al neria via et effecto; mendicando come il tanto suo molto Era cum costei costui. netiano più lettere tione se come de al de volte costui, maravigliava costei tanta lo genvivea intorno. de et no, ver- liberare per inclyto Senato Ve- scripse supplicatrice Alphonsio re da state Italia, per che Fece denari de per Brunoro. l'andare ne era, camino in de assai, spesa andava signori, perchè da et Sempre Piero amato vieri, spar- misericordia per aiutata tilhomini de' po- presentavale et , el era, suflragii cose dimandandoli re dilecta- cavalli, et altrui simil cogitava era cani gii comprare al possibile se falconi, placare era cosa il Cercava studio et che senza Alphonsio; re di non speranza. che re, in ma et modo, la bile consequire: in modo che fusse llagrantia sua una de do libera- la per tanto fede. Maiestà femminuza animo Et et doppo 185 parole, altro molte costei disse « Signor è il tempo la tua : « gimai « mente « mondo « sione « negare « tia a « de Venetia, « Pietro « mi, che « mando, « a « de' « manchare « la tua « de la a la suoi solita quale li alhora, mosso meglio il però che parte de dulgentia pietate, la et vendecta, il perdonare gratia, » gettò se per ge- baciarli. natura nimo, magna- considerò vendicare observando de il mondo! re de non serva, et tutto del come a era divota parole piedi di- venia duncha, magnanimità queste a tei per Orsù parla mio Magdalena la tua quella il fede Christo mi, è gra- specialmente manco peccati? può darli et Jesù a a quale facesse che piedi Come non cum non compas- questa Signoria, il tutto ma Maiestà de sola- non fatiche. tua ho- pur bavere Brunoro, li Re che Maiestà, mie tanta nuflexa Il le lettere, mio, re deverebbe decte Et l'ultime a che perdonando; nobilissima la gli : volea la in- compiacette 186 la la Signoria serenissima Bona, orante Pietro desiderato suo per aconciò al virtute estimata, et la honoranda mina, in desponsò consorte; figliuoli, dui tre quale Parma. consiglio lei Senato del de et de sopra a- amore, et cara quale heb- ne et fe- una Fu Dio camure. senza Hebbe lo cum honore costei incljto et molto devota. uno Menava cendo fasuo facea. non in le tutte lui portava le l' benefìcio maschii credito honorevolmente; curto la et Venetia rjtevole de alcuna marito. caro suo sua costei grandissimo mai et honorevolemente marito; cosa lo per maritòe Gubernò del che tanto a ad fede la in acese essere non per ingrato, be se li dette nudo. era costei, se ducati Brunoro de quale prefata quale perchè Pietro grande la cum la il Bona vintemillia ordine, in Vedendo vea consolata de più prestanza il Brunoro, Signoria, et dette quale stipendio serenissima porlo la de opera la a Venetia de utile ca- Vestiva mantello seco, 187 cavalcava quando cibo la beveva : fusse famiglia sua be acqua natura. ben passuta. et in pigliare partito terra l'arme cum la ne dimostrò in castello torlo che facto in al quella adoperò la modo 1' cum et honore che lui le a copie cum tal per forto con- sta Que- la cum • cavalo spada in ora altra, quella de' in cavalo, Victoria. col se et gloria, prese in che costei marito, de ora et Venetia; femina parte, Millano, fiero correndo mano, Sforza, indosso del tar- Bressana, guerra speranza valorosa questa de sopra ne in de arme cinta, et in duca era come Pavone, Francesco insignita spada favore forte conte rita pe- uno de mura Signoria la a le et se come cum a una militare; disciplina munito per darlo combatere indosso, bracio Heb- gno, inge- presto valorosamente ghone poco Volea per provvido grande, a de Era famiglia. belissima piedi, andava quando et militi mandava co- come , capittaneo se , facesseno or avanti, 188 adrietto, or et la a li a fugienti; la fu di polcella gaya habiamo, creatione netia Pasquale fieri narrato principe de Vefece se de le schale; a presto del piacere ad de costei, che da ad et castello, de mandato le pigliare et ricavala li una vedere. essendo la sua Negroponte, fortificarlo, perchè vide fere pore lassare il targhone balista; traheva che cum acostarse et volte stello ca- se pedoni a era Che et ca- li defen- degna cosa più Pietro diremo Brunoro illustrissima ad de monito et mai strenuamente et uno Bona, bracio, inanimando castello piaza iigname Questa in targhone la conquistare combatenti. al a la miracolosa. sopra in fabricato ditori che Malepiero triumpho Marco sancto stanca, in excepto , armigero uno virtù tanta cosa del , de veduta fu mai che Pranza perchè la A vilipendendo et femina, una nimandoli ina- pedoni, temuta, era etate in li a bataglia et nostra militare cosi gnoria Si- munirlo dubitava che et O- 189 altissimo ctoraan, la volte più havendo et campo, mandò ad Signoria occorrentie de indrieto, lei da da miglia terra; miglia, ad Negroponte, dove combatente nuoro et forte cum le pia alhora moglie non la a li mi pietosa languidi in porre che giunse Petro Bru- animo la de lingua non pos- chiamò cognosci? occhii de tenere re- cum capittaneo, voce la pietate per 0 Turchi messi Lei, lo « etare spo- tanto perduto : non de' li lachryme, mio, fece serrati. dicendo voce, presto trovò havea mille terra cura li occhii tenea sendo già et morte; Di bisognava si per ducente circa et vento, camino et Brunoro circa mare perchè sentì oppresso. Negroponte, prospero ogni Patrasso, Pietro in essa andare, potendo dove Retornando a che la a importante obtenne? egritudine grave che, essendo le per giunta novella, dolorosa era et seco, Venetia quel luoco, gratia cura ad donna questa serenissima cosa li vfnisse Turco, » la aperse: gnor siLui Adele et 190 la mia Ella « Ma » r « lei, anima Ma el il bracia in a voluntà Dio, contenta. et corpo che marito Fecelo curare quanto giovando, de passò molto 1' anima. pietose honoratamente che li furono in lachryme sepelire ofiìcii non vita questa Fecelo divini al mamente, Ulti- romedio pompa la quanto occhii. de sua rimase li morienti funebre la de chiuse quella sericordia mi- alhora li cum non cum a altra, et Et cenno r cum lei a : stai » in phjsico alcuno disse come era Bona del in et Dio? et amare dimandare et disposto. contritione volse fece de croce ho finire, mio, più parlare, potendo lei: dare. diman- corpo, Signor nostro come essa saputo fidale capitaneo tu, da vedendolo come sua disse, Respose et ho et prudente cum le io che et mia, » bene de giunta Bona « molto ciò habiuto : la lingua, Signoria? sta come la aftanno cum sta de li retornò lei, che ben conforto tanto liebbe et et exequio possibile. 192 de casa una se fece et perchè curare male, Maria de che suspectione, tolse anima; la purgata fu che lassata , gandoli pre- a lato, et tanto pestilente intrare redussesse et frati dui luoco quel sua quella medico; li stesseno la quivi stette, Modon de sempre salute in et diligente per che per pisene, a stava sancta de fuori in in del casa , Pisanello, commestabile già comunità manchare fece se nel fece doni rytà de nel inimico, sanctamenfc et di le messe lustre il- del propri! lecto parlando in pace. a la le de se- quella vedere; cha- per de mane, comunicata de armata tare por- la occhii proprie guisse, se- del et iacente le cum lei fare male la mento; testa- fece se fece resistere per altro quale Confessata, et r tempo Dio, ducati. ctione le Se li cum a fece che a audire. pultura costei forze, celebrare Gregorio, ad volse vital prima ma divo le de la nostra. Sentendose giornata de tamente devo- extrema un- bataglie Dio, moritte de 193 Quale duiuia nata, tisslma, suo duuchu, fusse non che et de fe- raina si vilmente nata fulvido lei li suoi a sì. La virtute ciosa che geme meritamente a li da fortuna, de quilli tenuti la facto de la redusse ha facto et doppo li lei, la virtù del in precio Et eterno. che la non desdice voi loco cosa neste, ; che de la roclia de gloria pudiche, grande seti : cingervi più degne, tanto siamo Come animo nome suo donne o bile no- pigre né nate, peregrisia degna a le volte la spada, in per conservarvi continente perché resiste suo virtute per chi se vita questa et et ; siate far pre- straciamenti perhò, in più non il et non dato sempre. quale lente, sinché de oro che sepulti plebee, in è quella possedè, colpi Bona, 1' ha la posteri? infine et da rapita et ? Non Certo le questa pecorelle nome il splendore de opere, le lucen- per magnifice de fama augumentasse tante guardia mente generosa- de molto non sangue sì et de quanto più in in hotute vir- prole voi re- 13 194 la splenderà nostro viriate, Gjnevero carico damanti, smiraldi, inte, che dano molta pera a li et la Torelli, Ursina De 2h Ursina de vir- del cipe prindire seguente Vesconte lì in quanto le noce grande triumpho, dantia, come parmesani, Italia de hebbe castella in ducale. altra Fu de li pare de grande andare na don- donna ad liberalità de che et de rito, ma- celebrarono costume famiglia conte venne se siglio con- copulata belle territorio Torelli. sapiente valoroso quelle parte. Quando in de cum alcune formosa, donna o- la moglie Torello, Parmesana, et nostra matrimonialmente Guido signore tia marga- cuin nel Vesconte fu stata et a- splendore, quale ancora de rubini, la a il forma. questa cura et gratia valorosa de de topaci se augumentaremo tute vedemo come cum et la abonsima nobilis- Torelli, generosi per grande natura sia magnificen- splendore. prestante Questa ; il par- 195 lare fu suo fu et Hebbe virago perhò liberale virtù marito, la a et de in già loce, ve- efFecti. assai che fu ; piacque le volte lei de et arme presentia al me confor- essere lui. A de natura ma molti per munificentia usò in l' Imraano de donna, magnifico hoiiesto, sempre vali, ca- d' altri sendo es, invitata le proprie le spose, de a loro le de ad Dio, cum molta giorno dicea che lei devotione del Paradiso, poteva; de gratificare li lasive mente et non Li lorde, usurari cum potea deiunava laudo cum et gli vedere. li che iustamente suoi homini trice Impera- Dio pregava ogni messa; et gratia_ potesse marito. ; la orava mamente ulti- pie sempre concedesse del donzelle, audiva 1' officio sempre amore per opere piaqueno ciute piaquando povere le nare do- fusseno Donava maritare cum quando li gliò spo- per presidio, et gratia; a se vestimento maniere. auxilio poteva accidentia, per le femine occhii Havea de la in 196 odio li sancti, per ultione morduto li il adusta, assai de modo prudentia virtuosa artifìcio le a la cum boni exempli, Dio. a magnifico marito amici de subditi et felicità in regnante el scari, infra et per lo prudentia famiglia et in del gratia tutti de in conservò in la li parenti, qual Lombardia suo duce cosa stre illu- de et Fo- Maria duca in mandò Schiavoui le terre Venetiano, Francesco Philippe Veneziano armata Senato el grandissima Milano Pado, in degna se suoi; tutta infra Essendo Senato virtù et et mente, cle- fece. se de Fu la et casa nome, cum perdonare. la in Sempre laudatissimo lei apertiene et gubernare lera co- specialmente donne de grata da in et le mane, de de partiva. molto che quello, per Fu core. se de et Laverebbe magnanima come Fu Dio presto ma A'ede- quando blastematori li vano occhii proprii strenua una per del esso guera, el fiume marito del de la 197 savia donna cum sceseno, exercito novo Parmesana: donna duca, del fidelo per ducal se a et Habiuto che al castello la ripa castello de per la la La qual ragli. che d' a chiamare se arme et disse a » glieli et » Bresello » combatuto et molti loro altri in mei, modo, voi de subito homini da forma et di castello homini questa lorosa va- castello miglia, perduto per li tela alquanti fratelli è munito prese dal dieci circa donna incomin- et nel era lontano Monterexu, Guastalla celerità intendendo cosa quale la de et sopra il Pado, bataglia donna, fece de posto opportuna; dare Bre- andò grande cosa de 1' armata providentia cum terra, l' hebbe. Guastalla, fiume in pochi giorni hebbe, del ogni ciòli 1' de stato era in forteza castello al campo prefato et fu che la de el presso Sesa quello in marito consiglio stato. pose sello, el Milano a poi transcorrere perchè era potere per conto, « Fi- sapete che : Guastalla chi non è lo 198 » soccorre » ne » » presto, pervenirà inimici; li de et iactura mio conte » travaglio » nostro » sarebbe » la » deliberata » speranza » ad » fratelli » conte » me, » in » sequire marito, darà meglio del che in Ogni ». de r la donna fuoco una de guanti, arme, per ad armare et andare Philippe et fede et vostra che vogliate me le a de il amate virile la disposti donna, et rati pa- volere. suo facesse et tutti la sotto se homo, parole essere il la ho Pertanto, duca valore, vostro che aiuto, il et ardo resposeno dare il Guastalla. Guido che morte Per pregovi, del modo per la vostro mei, del stato personalmente, soccorrere Alhora al vita. la oltra grandissimo noi a ma- terre Milano, de dispiacevole al le disturbo affectionate et » de duca lo che cosa perdita et le a disse nò et : me Io de cavalo ad non fece bombarda, coraza, montò « alegreza me coprirò et celata dato, bar- spogliare de veli il 200 in uscitte mano, munito lassato quello ordine, belle a gì' homini a Guastalla, li perduti, de la cui combatere valorosa la donna fu r armata rota erano fiera et vasione in- l' armata cati terra, rinfranaiutarono forza, tal per de Giunta cum de et già cum quilli de animo castello habiamo. ad de radunati, teragli incominciò da et havea havea decto et piedi gente che fu, inimica; da et optimo cum 1' obsesso come ivi che le suoi cavalcò et et squadre secundo cavalo, Montecirù; de che modo, tutta spezata et , furono voni morti ; le le Lei de volte de de li inimici, infra nel quello li se donna, come et fu inimici. rubricate. tore impera- uno li quasi inquinasse scaturita suoi circa veduta Et sai as- modo per sangue schiavone era morti inanimando arme, che mane la adoperava se ferire de furono pietre furono ne gente Schia- cinquecento anchora et de circa le sangue, sopra fu ad tre nione opi- proprie perchè l'arme. 201 sopra la curta celestre. Por la et marito, il et virtù la de per modo che più perdere astutia et dimostrava essere opportuno dui fu primo et in per de hebbe homo fu in giostre et tanta l'arme alteza rono fu- guerre, tornia- femina La maritata Rosso, singulare; de il et honorarono splendore. Maria Il quali arme Antonia, Piero li sempre militare ne de modo nome signore de de triumphi menti, Italia duci femina. una Piero; gliuoli, fi- tri hebbe Christopharo conte illustri generoso imperio. et conte il) più ma sexo, donna masculi il (secondo lo a per costei de 1' animo de gloriosa Questa che femineo il disse et potea, animo virtù la festa, duca prefato per presto la -citate singular non non valorosa tutta cura '1 che et Philippo duca feceno ne recuperò questa donna, Milano tanta Il sentendo de panno gloria Guastalla, Borsello. reaquistò clade quale singular sua cura de caraura animo in che la per lo fu quale he- 202 redità el Milano, il seco et le 'de in al animo de fama la el idolo benigna et le sue da sanctitate difensarse da la li suoi la incljta Et et la Che Ursina, uno brongio, la così la in ma uno simulacro non lasivia, de stre illu- stato misera tanta gloria facti. de sarebbe sancta pudicicia, Babilonia, in pudicitia! et ho- grande statua mondo de essa mancò non cum per sua solamente tutto Parma dine magnitu- core, Semiramis ancora non de adcompagnate opere de così havesse che de degne, ; che nestate de populare, donna et opere gente, fornitte et se Francesco. Ursina, de cita voluntà duca Questa ella molta la lo , cum vivea, la Bressana Senato, da duca centra campo terre soe centra dettila in Veneto libertà citate mai in poco facto essendo dentro entrò che et del di Sforza marito exercito partì essendo Francesco conte de che materna, seppe che ha multitudine quale de facto ha non in quinata in- la ve- 203 comendabilmente chieza havendo de alta r ultimo in et da de cielo, seculo di quello il de iuste de le rasone la in forma. divine vita in et questa in nome, in quale morte devota non lucidaremo narrando opere et mento l'orna- de per et Catherina beata nostra Gynevero, citadina; privillegio, sancto lassato iubilare relatione Gynevero, rdi daexisti- ha debbe quello de come divina incljto se ne angelica senza donna suoi che Jesù, Così questa questo così pietà abandonata. come mamo, de' de sua a ponendose venia nome fin che, vita, per el implorato Di sua croce fusse non età in de invocò peccati, lei divina. spirito mane liavea gratia tanta cristiana, conoscimento, bono maiestà r fidele come sempre come le anni suoi li nite fi- pervenuta, virtute dissima colen- al nostro propria 204 Non de Catherina De 22. possendo dare de de giorni tadina; r ordine beata et mia Al sancta. excelsa et more in niuncta, de dilecta et terra de corpo in et cielo luoco sacrato fia madonna de a- devotamente lei bavere per del quale affinità in bataglie, Clara facta forteza per diabolico sancta s'è et per oratione, per , exempli, de ci- nostra observantia, per le moria me- li nostri a Dio de al far fjicta pietate centra Christo la donna per optimi hebbe intendiamo quale humilità, abstenere illustratione voi unta la Bologna. noi sanctità una per da duneha Gynevero, nostro per Beata co- sua una gono ver- nominata figliuola , Camilla, in perchè fu caramente quando dentro licentia; da amata, divoto per el renclusa; quello monastero che cum la et beata come inelfabile donna dimostrava piacere cum cialmente spe- visitava apostolica charytà 205 et dolceza le cuna rocoglieva, la il mane Sia « colombina la ben così biancheza et volto per del cendoli: di- et venuta, che » ; bel suo pigliandoli viso la mia la nustà ve- la cum , del purità chiamava. Et una honesta, sua Oh facea se portare indosso et la la glie dicendo: sancta, bene sta quanto la spiritualmente per affabilità cum poneva « poi, honorarla, carytà cum giovenile etate et core mia bina! colom- » Dobiamo dunque secundo donna, quel giorno et fu di litterato cui fece Chatarina Zoanne et virtute de donna honestissima et quale meritamente perchè havendo è fu matre stata nostra nome parturito benvenuta tanto de de homo le ; per in sempre instituita la cieli: figliuola costumi et ebbe di Regina tenuto la in Ferrara, da egregi cii. Et la la questa nacque nominata, Vigri fu disse, se che che sapere offi- Bolognexe, honesti renti, pa- Benvenuta, de tal al fructo nome, mondo, in san- 206 h cto de onore quale de viso, de chii era in Non Antenore: r visione in venne esserli gene sarebbe ella nata ivi fu discaricata non pianse, La non cibò se substantia, se crede, celeste, futura sanctità alevata cum la al patre dal iano tro- fu nuntiato avanti gloriosa li Ver- Quando materno tre, ven- fano come che il mondo. del lacte gli tri stette et de oc- figliuola,la quale una non et nocte per parturiti figliuoli; che modo li né corpo, edificata lume uno di nata Cristo nacque, et figliuola. avuta da bel cita Padua, a acquistata Quando venusti. se- poverella bella hebbe ma la scri- se Ferrara fu in nutrita, mano Bologna et elevata, » et Catherina « in Bolognexe, sposata. citate propria sua dicendo: vea, nostre alevata nacque, cundo et la giorni de né altri altra iocundità, de furono signi de che fu Poi de lei. la matre se ad rara Fer- , per dove paterna questa voluntà Catherina, redusse, se per il maggior 208 li tutti piaceri memoria la li de mortificatione, inamorata frenò la li carne a el quali lei ogni la cechità de la carità cui damnasse profonda li de in occupata ; che et portò che per solamente in lo inferno. la per li concedesse humano, Dio con- sione compas- voluntate genu la a perpetuamente parte obtem- peccatori, Dio pregò ra- nendo sottopo- Hebbe de la mortificò Victoria cosa. bona al salute mondani; orava sempre dono tanta la in siderò de- li vitii spirito, et intiera per scientia lo a et de tutti sentimenti, corporei perando via voluntà; propria la li costumi et iniuria la et amici. et dispiaceri Extirpò croce. modi arti, li seguendo amare, quello, ogni tutti et de parenti ferventemente Tollerò tuti dilecti et la Fu pre sem- de mente più bone meditatione. Quando in monache quali et era era perita, li insieme exercitii muliebri, prestantemente sempre 1' altre cum parlava in li scientifica de cose di- 209 vine , le de meaitava scilente dimorava quando et ; cielo del cose per , le sorelle nel volto che modo letificare la hor vedeano et hor lare nebu- , elFecti li secundo de la me- , Fu ditatione. in cunda mai sempre la de mentale che in et per non li ne mancò mai né se de voi, donne estimate la loro exteriori, che ignorante Clie sieti in humilità tanta elatione pace potesse accidenti o li sotto quilli cum mostrava. fate bitò du- clementia. più presto sempre come Non Dio, ciò a Fu trovare. sapiente Dio flagelli,et sostenea, core avanti continuamente occorrenti vole chè per- divina sua Humiliosse che chi coscientia, mondo. del destia mo- mentale, pace confidentia de Cristo la io- et cum serenità a li homini a cose, diuturna haverà lei 'ma contradica non che le religione; perchè, possedere nel alegra tutte et et sempre sì virtute facea non de fortuna, inprudente, et gli consi- altrui. u 210 Costei liebbe del vero far cosa, che né del la a Dio, timore centra fusse. adherirse in Hebbe ogni la cesse, dispiala a Così de non maiestà sua ancora proximo volere. , de amante effecto come sempre salute desiderò pre sem- al cosa divino perfectione felice cognoscimento. In lo che de amore come disio dicendo, lui. disolta, cose Colui, il in lo dette quale me ha belle ridire creata, mio. tabernaculo magnificare pre Sem- » 1' alto : possa re- dare lau- flagrantemente opera et sere es- Dio a potere , « et et sublimata iocundità hebbe gratia per le si liquefare havendo tutte unita, tanto sole corpo Et de mente fu che dal essere cum la al neve sentiva, Dio Dio dal , quale le li beni tutti benigne da lei, et alcuna alegava sanctità, tentie meliflue et de da la a volta lei sacra Tutte procedeno. parole qualche versi composti se divano au- proposito morali cum Scriptura, de sen- come 211 fusse quella de familiare stata per doctrina. Spesso de li spesso lachryme contemplatione più che dolore. per cti presto exempli, al vari scrivere colori, De figure de bone de Cristo suoi Li gene. vili de de panni, polito se dicea de andare Sempre se volea la viario bre- uno cum gloriosa furono Verpre sem- la de stiti, ve- pompa quilli; excepto de cosi li suoi se come corpo panni, andava cibo, tanto a de argento. sacratissirao poliva che cire, cu- de aminiòlo piacere el in sciochamente et l'anima per et de pigliava Christo perchè il de religiosi l'ornamento quando di abiti sin- aminiare et de et dare an- erano scripse lettere san- de tagliare, auro mano fugire per et de et lei luce in et propria sua in sue in Dio. divino amore mane virtuose devota benigno grande Le guangie et vedeano cum gularmente lo per Se cielo. in in sua Piangea dolce la per le rigava così li habiti. humilità et subiectione 212 fare ardea del corentie tione, cum chava le loro che Cun suoi nel principio denudata et presente poi a quale de de cose la ne quale la fu minciò inco- megio, saltò, fu molta sua retenuta, Ma in ma fu nel subito molte tre al- probata, laudo che nel disvelato, obedientia nudata de- matre, saltasse Et cum et la vedere. che faza religione. la in retratta. meritò versione, con- subito grata foco lieta sua veduta potea certo cum quello la li dentia, obi- per de ma comandato de megio la se non lei per honestà per li fusse ancora essendoli retornasse, fu tanto rare. deside- casa spogliarse; obidentia et spogliare, ad andasse Fu potea de dovesse se più una comandato superiori già dente acci- per prona che li le- sanarla. per si egrota- ad et non sia ciò oc- le fin che piaghe tanto più la ne tale tigna obidentia dedita, et venute; la et Famulava puzulente lechò la necessità Monastero. carità a volte vile più sanctitate in sorelle a le per stare 213 lei A fu da decto compassione per sono bene « mie madonne « sto; questa « mio « a « loro, « veri de mangi non et homini lo et gnelo sia non lei Pigliando de la de la iudicio. a- » principio nel conversione sua po1' de sangue ancora do- de sangue mio el il et del pane el beva non Chri- ciascuna, per el le de gloria afaticarme riposso Io « : Jesù mia la lei tutte; schiava et , « de spose fia afaticasse, volto ancilla « tiche, fa- sue inprudente se iocundo cum ciò non ancilla la parea respose da tanto sorelle, le a mossa che consiglio, perchè liavea forsi o le de una melifluo cibo , oratione, celeste done et che lui cifisso : li per havea alteza de de apparve la qual consequen- inimico de lei li invictissima stata che prima Dio et lo bataglia perchè concessa quella fructo, darli tioni: de le minciò inco- tempta- riare, glo- potea se gratia tanta virtute, che era temptatione. in cosa forma fu de Di cru- stimulata 214 del partirse in sancto suo diserto loco de divine in ponesse fu Così ma nel per mata ar- Dio pregò havesse quello inspirata dare an- lei, pur virtute, core et solitario, et Dio; ben conoscere luoco, a li fare. luoco suo re- manere. Una in altra forma volta Cristo de Matre inimico lo de et Maria Vergane li aparve la gloriosa perchè di se , Pur prosumisse. alcuna et nava, facendoli Se de dette che tiene, r et nel le asse se li et orare poi che ogni a la ora-, force la et per la cella et dine lassitu- apogiata adormentossi il Conturbia, se la a divo dovea oratione ; sta auti- mente pontificia- dimostrandoli, parato, lo cità feli- corporee aparve de propria volta et pose somno Thomase doppo in giorno consolava, destilava. una perse uno a dolceza tanto abando- modo per sentimento, il quasi la la de paradiso, spirito la non volta gustare del suo Dio come pigliare posso, ri- tornare, 216 al Creatore, summo la satisfare; fidare se viene non se non per il confìdarse sua bontate essa ultima la de che a tutti stia in Dio. stato Ma salito, è humile et la a ciò , alteza grande Questa bataglie de li fu modo, levare megio basso degna tal può glorioso questo a le de facta in momenti et presentia, è essa alcuno senza sempre de li chi adornata divina, presentia mente chi fia la che septima divina conditione, decte conflden- sapendo confida; anima r se. abandonare conditione, che zoè sum- croce; penosa divina può et spera è perfectione a la Dio, non sua fermeza, de in proprio perchè vera cum portare tia, in bona, non ogni suspecto condictione, sexta del né vanagloriarsi; pacìa potere defidentia, istessa, quantuncha opera, la si habiente parere, raa quinta, de loro per beata havute le porto cada. non infra donna, cum lo temptatione, nel core una le inimico al molte nale, infer- matutino dolceza de 217 dimostrativo, parlamento uno illustrato Dio havea del libero arbitrio male; et quasi lo et la si arbitrio male che havea in cagione iustitia reposta in bataglie de temptatione alcuna non lei quando venisse disse, che schernirebbe fu immenso Che, divina una sopra nocte una Principe, sua sua devotione in hebbe gloria altro ogni de la lei, chiesia oratione decte na don- beata et gaudio perillustrata. se del dire per angelica; a la la per morare di- nocte mille ave quanto quarta leste ce- de redusse quella alquante, diavolo. licentia cum tutta la morte, natività abbatessa, matre marie, et più et come el excellentissima de diabo- temea: a il rare. adope- tante beffarebbe et Questa de vincitrice, remase el bene lassando libertà lei che questa exercitato, Ultimamente lice la Dio et : havea perchè corona, libero de bene bene. coronava per essere donna, fare potere lo Paulo la et facendo come, apostolo a de iustitia per dicea l'homo quanto ne bora. 218 in la quale Dio li nascesse, gloriosa la in cieli, Jesù figliuolo le quale Se questo telo det- et donna, sancta similmente et fu gaudio, infinito et suavità il papyrro questa donna fusse com- scrivendolo, et che debba se senza pur dolceza bagnando gloriosa proprio brazo, la perchè, lachrjme, venuto de devote altra ogni sopra dignificata de gratia. tanta Per il altezza be lei a de meno, trice impera- suo in osculò, fusse sono de Matre. paratione: io el de palpò, credere Maria, cum bracie '1 Verbo visibilmente aparve Christo Vergene la che Vergene li de il existima se a masticare piglia. può divinale et Li il mistero incarnò Maria. fu de Dio Fu excellentia, che et in Trinità, nel ancora V in et la sua non hostia tutto ancora virginale per heb- modo che in homo dimostrato la tanta '1 cielo che dimostrato Dio essere sacrata. in quello fu Li pervenne orare suo che modo ventre oratione de 219 stando sublevata, sia audire ad et la no proprii angeli li senza sonare, piedi in chie- cantare veduta essere da le sorelle. Meritò phico due volte Francesco, de la vedere come apare lei de mano sera- pto scri- per nel viario, bre- suo testimonio chiamandone tanta el Dio a ventate. Meritò lei r andare in le anime stare acqui- la da errante cielo al oratione sue via ad prometendo de una , dimorare lei per r ultimo del al erano finale de tutto in fin purgatorio, iudicio la altri et ; a che misericordia de , Dio disperati, loro aiuto, per salvati Per le li cum et proprii ancora Margarita, Estense, lo occhii figlia consorte del fu in rono fu- salute. , anchora vide modo che partita fece lei de in in inimico, ne inimico oratione posti anima una Lei le lo oratione sue partire ducto chiamando per de lo la principe del in- aveva da beato mo fum- ovile. illustre Nicolao Ro- 220 berto Malatesta, gular dolore altro, futuro lei et Di che dovea li lei la el et sposo, il vostro habiate. scentiente, Et in de quel gratia na don- nuptie, il ad sposava, che Margarita, et che così così altro ve rito ma- lei, bene viduitate rito, ma- venire sé la quale sposo » gersi, congiun- morto voglio non uno questa vide nocte per ad secunde Sapiate, « sono le essere Roberto, beato che sin- era consequite matina a più donna Dio novella venne dicendo: io da andare et el stata ordinata r perchè : pativa non che de era dispensata essendo sancto. quale ocupata de parole la con- devotamente visse. Meritò Catherina bellici accidenti, nostro del '1 suo Bologna, Maria che il per de nostra vedere ancora duca orare de la per alhora vexata per beata questa voluntà Millano, da lippe Phi- de al cita tempo magnifico Hanibal Bentivoglio, fidelissirao citadino, cum nostro a lui atfectionaio le spale populo, 221 il ruppe Alivise conte suo del prefato fu proprio, notabile et oratione la predisse adversità et virginità et che non prosperità de' le destructione de' divino et la il cum lo et lo nel Greci le et et la de lo perio Im- et loro varii casi, del Verbo Cristo, de vita glorioso resurectione merito bataglie facti la et et cielo li de devotione incarnatione tutti nascimento de' et fu solamente Troyani Romani predisse ma loro tre l'al- quale de de de' la ingegno, Dio, beata sopra de de conspecto me co- prophetico, Eritea, Sjbilla; forza tanta clade, questa spirito stata cum capitaneo quale predisse come fusse quanto La duca. Catherina, Verme exercito, fiorente el dal fin a la sione, pas- triumpho de la ascendere suo advenimento ne il in lo ex- , tremo iudicio. Ancora orando stantinopoli, obsessa sancto da la la li per quale la intendea infidelli, vide destructione cita de de Conessere per essa spirito cita et 222 Othamon quella de la biuta entrata, affligesse de la la terza chiamò autista vedeti Vedeti, Ferrara, 1' bora de la radiante stella, disse lietamente: et sore, l'anima de in de una monacha vedere cielo modo a sorella oratione in 1' anima colocata. beato ascendere « vita aetterna Zoanne, de se non vedere propria per lei più meritò sua Meritò ciò a ha- oratione. oratione Per in la a Turco grande 1' anima de lo et scopo epi- , in ascendere oratione Per meritò canonizatione a in lui r anima via, cielo! de trovarse sancto la a Bernardino, quella solemnitate del suo fratello, la bona che » et adimandò volta sequisse, in fu et mala exau- dita. In la le sue propria lo ceptare de disse lei oratione bocha officio veduto suo Dio che dovesse forcio Di che più per da ac- del abatessalo Bologna. avere fare de meritò nastero mo- el diavolo volte mente visibil- gettarlo a 224 morire, per monastero in provocato nel tessa Et fu la che : de adimandata reverenda sufficiente dato respose Io « : el disse Cristo de Jesù dare proprio Et » ben beata questa coltrice che li fusse abatessa, per Clara. tanto era citadini Ferrara, perchè vero, se. dis- Leonarda, voglio ve sancta Catherina nostri donna secunda una do abatissa aba- glielo monacha la a Bologna li per timamente Ul- dovesse divina mente quando devotione constituita monastero il tutto lacrhymare. a fu essa venire che grandissima cum fu lei modo per del nome l' liavesse credo , scolpito nel venerandi del proprio patri Tintore da Primadizo et seno per chiamare fece. frate cesco Franfrate generale, et li frate Cabrielle . intendendo Bologna, nata vicario per observanti bolognesi, Francesco, seraphico Jacopo Così core. alevata che essa Bologna, fu lei li Bologna, obedientia da Di a da et adimpito se così la esser inpo- dovesse sempre visione 225 che quando hebbe, cielo nel lei da che de chi la magiore se Era tanto candella benedecta de Ma la sopra forze, et aconciò se in gagliardamente r ordinato giorni fu spirituale cum li de facunde fu la et stetili fusse; et quali summamente la de ingegno de ne tri per nostri reverendi, cossi giunse dove letitia senza et numerosi et lieta nave, da costumi posta le perdute tutte Bologna monastero, visitata dini, ad bitando du- accidente. come a li altra quanto pena una signarla, rehebbe quella relle so- dato mortai giunta nave. quelle fu gratia caretta, per barra la a a per qualche divina per conclusa in fin seco veneno rebbe sa- inferma, che sposto ri- Bologna. fu caretta gravata, che da portare in fu quelle donna convenne colocarla et de gravemente era lei a erano, sancta date adiman- quale Catlierina la abatessa, modo di sere Quando le sedie, due fu^mostrato lei a carità citarono lauda- parole che prestante, 15 226 fu mai veduto lei per et che altra ogni tal cum che simigliante, mura ligname de è se qua et per ampliato magnifìcentia Italia crede se sue munificentie opportuna, in che le de et intrandoli, usate spirituale grandeza, alte donne cosa d' alhora modo picolo era calcina, de de lau- sua habitatione alhora esserli pietre, il de molte che incominciò de a Dio, a ad moltiplicatione cum di serve, de oratione gratia, potesse monastero, vile, continue gloria ampliare et el le li desse che hor questo, a visitante. quello Or respondere cosa, hor sanctiloquio cum r tanta habia non il per et circuito de grande citate ingentissima carità una pare murata. Se forzava che et le quelle In carità che monache haveano affanni senza queste piene, ogni durare donna questa ciò per ben ad erano a alhora, venire, potesseno servire fatiche, fatica, a lei diuturnamente a Dio. gratiose, havendo de 227 durate, infirmò se multi che, de divina et a ciò a loro morire; che scrivere torchiata essa combattere Per il le che de tollerare, fervente non la et et gaudio; potendo li loro forzarono oratione, volesse a ; sé essendo incominciò de Dio che et per a carità, la morte. furono dolore, matre, fortare con- et et tutte de venia con- ad male, sorelle stare a unione potrei tanta conforto non la li missi pianto de perdita loro dal cum audisseno, dolceza lo non la infirraità a se mezo incominciòle et di et havea quella tanta cum pace, in la poco sione pas- fine, sua tutte exortare et la la cbe de inspiratione lecto che cum capo per uno de perchè seco, de venuta sopra pere disse sangue) lei, sapendo havesse morene, doglia essere stanza, de de pecto, Et febre. fusseno, morbi effusione molta fece anni molti habiuto cora (an- gravemente per che la piene ri- era quale chiamare. cori le quella el dita per- dolorati cum la loro volta Et in 228 combatimento quello rapito il prato de spirito, et suo Nel possa. Principe in Laurentio angeli intorno stà; la a uno l'altro et et dextra et avanti la era parole: dehitur; et canto mutò Iddio distese mai gloria non che « eius in che sapendo respondere a tanta era cipe Prin- del in Et il dritto et grande et prese intendi bene suono videbitur. né vi- te verso suono, dire, Il ste que- eius questo te di- sua violetta. Figliuola risona maie- excellentia; et questo. il bracio lei, dicendoli: quello altro che sua risonavano gloria et molti vedere una corde le de che cum maiestà sonante uno suono ad divina pra so- martire la era dignità a la mano mirabilissima l' alto era il lato che pensare beleza, era a de sedei^e a Vicentio, Genetrice, lecta et miranda havea: pomi uno et quale maiestate de in beleza dire fu moi'te menato del mezo sedia una li la maravigliosa felicità, quanto tanta se de » ardire maiestate, et : Dio Ma ad or- 229 flinataraente ogni diraostróli, infirmità come decto, megliorata cundità; beata eh'.s fu et in videbitur te che habiuta, eiiis gloria le volte in stava lira sancta del pur lei dicea: starò a così grave ria glo- chi levandosi male, « Non facea n' è de andò la Le relle, so- armonia, vano stala cognoscendo donna; sancta che stato Dio che casone. lecto et per il gevano pianmale; stava piangeti, voi; cum a faza la Davit. re et Et cum perchè ancora la cantava: muta, non la che obi- videbitur. te questa de il volte, dolceza divo admirande, perfectione più ricordare che vedendo et et violetta; lei come cielo, verso de per una sonò jo- mesi per ; sorelle le fu molta molti per incomperabile cum hebbe subito cum li trovasseno quale li visione, repetendo: opportuno dentia et iubilò quella lei Et et de come sparve. molto, et dovea et lei a aperse non morire; questo tanta cosa non cora an- doni per» senza monastero Et 230 quasi la cuni che anno, uno magiore Lavorava lamento, del l'altre mondo. sorelle, amonitione cum de fece pacientia cum loro a mai cumenti do- et perchè dulcissime cose lando par- , la bocha sua spirito de piena era sancto. Uno venerdì pervenendo a tutte le hore havendo la il transito fine, sua sorelle, la de tute avanti et de parlato oratione adimandò de spatio per suo, l' alte tre vir- illustri cum cumenti do- , forma : Sorelle dilecte mie figliuole, cordiale il penoso mio in questa Cristo in dire longo sia ve non et perchè , sia questo spero farò che ò disse exempli, et a io carità; vostre più stare a le capitulo l' ultimo voi con et in non breve , vedereti mie la fine. mia figliuole, Fate, li supportando in tutte amate ve dolce 1' deftecti le rità ca- una , de r Voi seti seti membro Christo. Non altra. ghuole zoè et tutte le de ve mie uno scandalezati fipo, ca- 232 erano xxviii r martirio uno per anni altra durati; il el del de Christo martedì de le sorelle quale lei. cum *ad presto che parte a mercuri, et a confessore, remandasseno corpo Venuto xxiiii, ore il per fessore, con- de parasseno de et pore la dare , untione; extrema fusse li il assai stette giorno disse disse per venuto el poi septimana mandasseno parte a crucifixo uno 1' portasseno da li piedi posto et che che et candele et sancta acqua benedecte. sorelle, questo Le se smarirono, in et lei intendendo, Yedeano non in incominciòli fu che li a gno se- morire; forma vemente bremento testa- suo per , alcuno da questa parlare a che imperhò tutte de giorni nove , anni li in marzo de la salute , Mcccclxiij. cum voi salso la recomando. la quale Io vado; la più quale sopra Recomandovi sempre a la mi è sarò non altrimente. presente pace, et stata Io vi tutto vi vicaria, bona 233 fidele et genitrice mia le future. le mai che sia ve Recomandove et che figliuola. Pregovi recomaudata. le novice, Guardative presente bene cerchi veruna la tutte, tratti, nò né , dentro fuori, né altrove, iudicio, sia Voi seti ne io divino al Dio pregarò ce cercasse, vendecta et data man- alcuna questo dimandare ne ninna che et chi Et venga. che che la stighi. ca- donne tutte et , Non fanzulette. non insieme Amative Chi et consolate; vi meglio et vita, loro per in che questa duncha Consolative altro. amore. mie serano pregarò , cordiale de farà, questo cercati le figliuoche farò siano tra l'al- ne facio. non figliuole tutte , mie che si questo è lo mio mento. testa- , sorelle Le cori a in tanta piangere condolersi pai'tita alhora, loro matre, tutte si per da per ; cun et subita ciò li loro tosi pie- rono incomincia- suspirare et fusse et volante che in 234 quilli pochi AniìTia benedecla r da alto Creatore, et resgiiarda Et la sera 7 ancora aspecta. sbigotite sta quelei et cantare, havea ancora facto havea laude loro tutte te se medesima cum Signore tuo che fido, con spesso laude: quella cantare lecto, facendosi iocunda, tutta visse nel stette giorni cantato; fuori quasi erano et , de r sentimento. usato disse: de la « Fate, piotate Et confortolle che de che ivi porta, venuto così et che che andarono, essa dicea. per le a erano '1 che ve pace te ama- mia. gere, pian- patre a la et trovarono rotare, 1' altre presto relle, so- andasseno confessore porta » inspiratione donne cum et sarebbeno non disse, chio oc- volse, dovesseno piangesse presto F cum se la non sancto, flebile che la che chi spirito lasso ve figliuole. Et suo loro a figliuole mie, io insieme; Lei pulsava. essere a era Et me co- 235 Questo confessore patre venuto et fusse humano al fu ma la la a lui havuto a lo libro tanto le le telecto r hebbe Et trovate. dire a volgendo riin- per Patre, guardate re- che libro, fece, così Et » « : del lendola vo- et disse sancto megio nel trovareti. parole lei carthe, Et volgendo e spirito de non trovando non opportune sacramento, parlò come alcuno. et pesse sa- to), giun- lui a male ella fusse confessosse, et discorso che donna gravata possibile im- adimandato, et porta comunicare in fu divino, tro den- parea per che tempo francamente havesse (che venuto volere che lei a entrato le subito et grandissima cum . sanctità sto; ella et disse: « dimando Figliole che pregate loro, guardando ne et et de per la faza le declinandoli a tutte » Et et pena havesse ve alciò monache, mie, ogni me. Chri- de corpo sorelle dato Dio poi el tutte perdono scandolo dose prese ; et lucidan- gli occhii in li chiuse; et 236 dicendo fiate tre spirò la come uno In picolo havea del volte vivea: più Del dura poi- una dormisse. fosse uncto fetente, fin quale in do quan- dolce us- ne al sente pre- memoria donna. tanta Li tre che che cose odore, suave giorno de victorie parca anni de impiastrato siva diavolo, le assai benché morto, corpo et del facendoli bella certo che quindici de fece se muso. Era, morta, cella fine habiute, lui de lia- cinquanta. dopo havea decto come anni apparitione la de suspiro, sancta sua » factore, suo dolce et Jesù Jesù, al ettate sua questa beff'e anima felice de vendo Jesù. « : li pianti gridi si li lamenti et , levarono tal modo, dolorosi infra le che tutto il grande tramortite, li lo pianti, suspiri Et per monache, per phjsici furono merore modo per sì in et de monastero de bombava. ri- singulti et quelle, cadeno in chiamarono revocarli che terra bito su- li sma- 237 spiriti,et riti li confessori ancora confessarle. Et per quella or dicendo vano, conforti Ogni ! Oh li nostri abbiamo duto! per- habii de quisti cum Oi^ « : più Dio, Cosi » sta, que- abraza- voce sarà bene benigno ! pietate chi noi, or se flebile cum infelice me, pietate per marono chia- noi amari , cordogli fare per fu il corpo portarono avanti al lo in exequio: la et fu sacramento clesia ec- come veduto , il volto tutto latione. Ma le tribulate amaritudine et abraciandola, et viso, le diceano bene, bavere gloria del credo in lamenti, simile lachrimabile fossa. vano, Ma et pianti. dolendoli quelle per Et unica che mai magiori cosi la pietate, suo et portarono che et chè per- ogni fusse la de te vol- piedi, gaudio grege exequio a li monastero; suo stridi infinite perduto conforto, pace, ravano, cu- pianto; baciandoli et non occupate angosioso mane jubi- nova donne tutte essere per il fare morto cum in la sepelliche quel similmente la da vita loro a consolatione de chio in quale il viso, fu sanctità, et fusse li comprimuto poseno , uno panicelo non polita, alta della fossa, rendere giorno la coprirono de Così le da de de fossa, ivi et dandose a beata la che dimorasse già sepulta, chi la et cum erano la ju- sancta. offese, de schena, chi de uno de sepultura la recoman- anima subito sorelle, le corpo erano gloriosa et che che devotamente donna, il fusse ma- sopra cosa lei capo, a al qual accidente uno sorelle, ragi la loro de andavano altro, terra, andando per doglie chi quel nocte, sorelle alcune Per alcune certi lustrare; sentiva passava, da et veduto dicarono chi chi per et fu fossa era stava corpo poi et odore; tutino, et il sopra asse una terra. La de che poi et sopra, palmo, uno che dimostrava, morto terra spe- de tanta resanavano. dolendoli in xviii licentia la che propria giorni che \i suoi de 240 il giurando la santa che era, donna '1 Facta la miraculosamente, cimitero, bella Phebea pultura facesse ditrice a donde li orientali era nato in poneronla fossa; la la cassa, la propinqua; el fu monastero, odori del tutte le la sotto monache luoco, stella osten- el luoco, Cosi la portarono, logia tero cimi- al tutto cum de' la latione. pieno magiori qual correndo de et retornarla cosa ad , furono de desipelirono repieno Per se- ragii il quale, mondo. no ador- propria li per subito el rotondità; Salvatore. la ma forzate, come sua principi impedimento senza cielo, dimostrandose la el gno. se- et dimostrasse altrimenti non questa il sereno descendere che sua continea la sopra parea stella una in la cum specialmente et là bello, stelle, lucente de de subito quanto fece se de facesse ne oratione, cum se corpo desepelisse, se tenebre Dio, pregò croce, voluntà le et tempo celeste conso- derla, ve- 241 Il viso li et li panni netarono , da la et tutto inquinati terra il r da che corpo, era naso muto compre- li che asse il et ; stata era , posta il de pondo le cum et la sopra, la dita, vivo fusse morta. et la fossa, li come imposto. ad se non forza per per da era Ma la in voltate, sacramento. fu veduto Al da loro li la Di incominciarono Jesù^ furava il li core come avanti visibilmente questo corpo, nel quello spiriti et per viso, farli de tutte perchè tri pa- divina, ecclesia, devotamente Jesù, la ne portarono quale che seno pre- superiori expergimento cum grandissimo. quela obidentia volte, aluminandose reverentia polita voluntà per vedendo, el tre l'hebbeno portarla per del alhora come reconcia, cassa retornò, usitte et sangue, Come per reconciarono luoco suo il corpo; naso ne al et calata era li terra, similmente morto li quale odore le sorelle a gridare odore li l' anima , per excellontia, presso la veduta lè re- 242 Dio. verentia da loro a ad ad hora se hora faza. la quale solenne, di tutti licentia vedere del libretto, propria Quale divine. bomini, dinale car- apostolico miracolosa cosa Il prefato corpo. volse de per de questa scripto de lei, pieno libretto cta san- copia una trovò se fero odori- quello ancora de vita sua tate ci- Capranica, volto che mano la , Volse donna. notabili felice piena bavara, la lore co- per devotione per liquore de per questo Legato, uno dandoli su- parca Croce, Sancta andarono Legato, la li Angelo de de lui volte et odore era sentendose cosa nostra, ad colorito, sudore le a più bello, et Il corpo sangue. Questa cuna facea bianco più iocondo, Questo scripse de de virtute nel tempo in secrettamente la , sua in cella povera li anni regnante signore do la la abatessa salute magnifico consorte de già stuore mille ccccxxviii, Tadea figlia Giberto de coperta li Pio Alidosi, de del po, Car- prin- , 243 Imola. de cipi cardinale La quale mandò donare a de regina le de bene che le quale Per viduto che la et parea de le sancta giorni palpato questo da naca^ mo- spoglie, donna, septi albera pur Gj- quella bavere portava viva. care moltipli- Beata potea vir- il nostro ornamento narraremo. nevero, bella Isa- cui per , esso ad Neapoli, infrascriptamente tute copia fu sendo es- tato, visi- corpo, l'anima fusse lassato. Fu da molti indicato, sancto corpo odorifero et indicato, veduto, quando degna è da principi re, per chi veduto Ogni giorno se gratie da a la sua che vede et questo passano de sente corpo, anima et donne, et generale delicata è ancora singular cosa signori et uno più precioso homini da seco et il per come per quindi, porto raculi fu giamai che lia. Itamiper pietà per recorre. Io loco non posso exprimere, ogni perchè virtute a mi al suo bisogna- 244 lo artificio de sancta Ma noi luminatione, Marco remetereAdele II- illustre la per et de Specbio Iluminata sore et la a compilata religiosa principe ce nominata opera et eloquentia, supplimento per facundia nostro quel Cicerone. Tulio mo de lume singular la peculiare bavere rebbe antedecta , , Vinetia cbe honora, matre et nostro monastero sto abatessa in altra, gloriosa Catherina beata più che lunga fa- anima de di mi, costu- , gesti, virtute, exempli, et opere facundia singular cum Chri- de corpo aetate, la cum questo havendo quale giovanile miliaritate questa del presente de sancta La (1472). al et ha scripto , modo per ignoro religiosa altra Italia se donna et et de tanta de prestantia et suflìcientia de guberno , veramente et una renclusa spirituale eloquentia ingegno habia non documenti defonta matre lia])iam() facto oblita de de devota questa De santa. et le la sincera tute virsua quale me- 245 moria per le in fra perchè el donne prelibate , virtute le anima in de de regina Neapoli, Isabella, fu regina, se Isabella De 23. in fia sua, come de tanta regno secunda re de prima se da poi lui dicea facto el duca presso celebrare, debbo dunque herede regina del Ioanna tolto per re lacobo, che di Nerbona, Lacislao, Pranza sangue Gynevero, restata la de altra laude Se parthinopeo serenissima nostro divine essendo marito de quanto che religione. clarytà del cum del de piena narraremo. sapere Ara^onla Neapolitani honore possa de de' virtute, de noi, carità recordata. sempre et come cum colombina vocandolo grande, la diva donna, vita, nuto te- è da sancta mortai rituale spi- certo recordato questa questa habia Quale paradiso 1' altre de Gvnevero nostro contento. in et rasone incarcerare et il et prin- 246 de cipe Taranto, il regno, ocupare de Tristano, illustre de signori regina fu sperava. Questo Taranto, per sua fratello de Catherina due altre maritate Ioanna Aragonia, già essa regina, tute de da li la li la lei da li primati de suo consorte ne salute mille re la de figlio de ne nel venne Neapoli regina Alphonso adoptivo signori et altamente habiamo narrato, del prenominata il come neficio be- matrimonio Morta facto de Ursini, principi figliuole, quale morirono. se matrimonio de quale antedecta, chiamato tanto figlia Isabella ccccxxquatro mai già in de la rato, libe- carcere de anni li ne nacque de a et de casa marito essere Del romani. la schi pri- principe dette quondam di alevato le nepote, cara quello de non opera affine alhora ingrato, una de liberatione tal per cavaliere lacoho, re Ioanna, che poi carissimo prefato rasse aspi- parca Pranza, Chiaramente, del quale le regno, quello de per vir- succe- et 248 del la era duca affinità tanta da virtute de la la sua candide Ma il per fusse et dignifìcata, anima infra a gno re- '1 che premio tolo ti- del regina le gli del credo costei che et etheree et dominasse. nymphe fu Isabella Questa baroni che de quale offerta, molti permetesse, le poi partito confortato. era cielo Bergogna, degno cum de de formosissima , mai quanto Alta de li Infra fu mai che proportionati, il aspecto suo che altre sola, donne, vestimento, ma solo per a overo la in l' ha vesso distinctione altri maiestà ben modo, compagnia in per et Naturalmente incognito non più mane regale overo corpo, longhi lei. era qualuncha 0 più bianco; suo donna dete né oc- lungissimi. et del in suoi sul biondi veduta bianche, li poco venustà maci- grata una un furono certe recordare. possa biancheza; tendevano capilli se cum corpo, colorita lentia, chii regina duta, ve- de de portamenti, de lo aspecto 249 che lei in era dubio senza l' have- , rebbe indicata hebbc dolce bene senza vanità. Le fu de haveano homini de la la sua, felice lei, quale in quanto virtuoso Li a se spesa nasse me- mini ho- rava ope- similmente et in in le al ne don- camera erudite erano et li maturità, tenea Dio né sentiva usava sempre corte do quan- el vento et che la che grande electione virtute gioveni tenerli; damicelle, le In donde de et se presso et Ma industria ogni questa lei. bocha, lingua. prudenti cum de et legiero sentimento, aprisseno deva ve- costumati; tenire piacea li diportarsi et cum alcuna Voluntieri fama in et opere per docti bona et de benigne. gratia non in homini donne sua et come humanissima parole sue gì' voce, mormoratione savie erano eloquente, de honestissima parole, le sonorità organizata; affabile, Fu regina. da al mondo, vivere. suoi damicelle piaceri furono et sempre quilli cum delle sue grande 250 honestate sobrietate et ciò a Ce- che , et Bacho pudica corte res facessero non Venere in regale questo, Li suoi molte usano il coperto. non solamente lei compagnia sue innumerabile constantia, duchessa di phonso rata, cretia fece de tante Lagna, magnifìcentie Al- inamo- bella quale la era re per la tanta lei socero iocundo, per de che il de l' altre fu castamente vivere per donne Infra Calabria, habiti mente general- le tempo ma hone- ma tutte nel hogidì quisti Et virtute teneva rono fusenza vera usasene. che vestiti lasivia, usava, che sua nastero, mo- come cum portava volea non tosto et per stà che sacratissimo pumpe, pecto sua casa modestissimi, et donne tutto quasi castità le de più habiti neapolitani ostensione regia ma de overo tempio. la la Del regnare. existimava ogniuno in tante Lu- esso re rose amo- , feste ctorità che a non et lei triumphi concesse voglio dire et doni, et nel regio stato, despiacesse au- ad 251 Isabella ma la a tanto lionore fusse stata portò li che il la de natura reverentia, propria li infra Isabella rono et tutti et re Lucretia prefota , Del matre. signori 1' altro existima- illustre stata essere to quan- dote constante , patiente humanissiina, et Lucretia perchè hono- regina come era sta que- rata. Nel de tempo duchessa stete molta di gratia anni nove de che. bella Isa- Calabria, cum hebbe populi que cin- , figliuoli. al in de gnissima fece il regina fu di de fu nale; cardi- Beatrice, Ungaria. Che di- poi divenne Francesco , lice fe- quarto colendissimo figliuolo, quando nominato regina duchessa Altamura; figliuolo sesto tare; mili- l'arte Lionora, de quale quinto de pua preci- figliuolo Federico, terzo principe Jeanne, Alphonsio, Calabria, Italia il secundo Ferrara; fu primo duca presente gloria Il , quale moritte. Morto il re Alphonso, Ferdinando, 252 . che nel paterno nel quale la tute, religione Picinino fin in Neapoli de la gubernò rigorosa fautrice; confortò li a il diffensare tinentia ribellato patruo, de a el et sé parola et la fu et del centra animo tanta che de suo Taranto con- non suo mico iniche stato, lui, che per essendosi acerimo mostrandose et buoni de guerra de tollerantia, principe del mostróe franco cum marito sola capo se pur delinquenti, il regno; et anni tranquilità et Lei dinando Fer- re defen- Neapoli, de sempre il et sei per citadini. de amore opere exercito iustitia cum regno, disse cita lacobo capitaneo, facea, Isabella dendose, cum strenue florido cum invaso il conte valoroso ribombare arme fu occuparlo per suo per vir- lei beatamente havendo guerra, cum serene il regno Quando La regina. et di re gubernò se che successe lei regale Ioanne duca lunga d' et modo per che regno, stato parlava. dal Calabria, usata sua se de duca era mai fusse 253 de li Mai de tanto del giorno et ella stato, che regio officii,le in occupata oratione, le lassava non salute per populi, fu del li fare, a opera Lei reverente. et humana et regno de noeta. occorentie le pretermitesse li messe de- , iunii, alDStinentie, le de portamento perchè se orava, el sasse La quale che '1 re vandose offerte tal ducati de fu de la sua vitio, la secundo la che tanto de quale abandonare il populi, possibilità; che arme subsi'1 al regno, et octocento suo totalmente era la per argento, Questo fomento, gente de recoglieva subventione. lei tro- aftectio- cum sua grande, di et difen- volte exhausto, denari de giorno, et molte confortata et havea. guerra benivolentia se quilli ogniuno dio denari li era, longa marito, a da nate fu tanto suo de la da fu vendicata era meglio regno devota continuamente quale el il et sine, elemo- le et catholica, era per discipline cilitio, Dio; de amante le re ne tenser- rata delibecum evi- 254 iactura dente Di de el che Dio ringratiava , Quando esso che l'ultima et ferma homo ruina, lei prudente et titia che et li dolore et sì invicto, che vedimento de Cosi arme. del divo chiamare altri more li che lei se Pietro molti andarono senza benignità vivesse più le- le absurti mo ani- farìa rotte pio tem- dove martyro, citadini; pro- gente nel redusse vocati volte cum lei li recomandò suo in tutto , tanta in Dio permetea per essere che ogni le in presto refare dise Cristo perhò non li fusseno servi iocunda cum tornarebbe che pace: de iudicava se presto li nel foce l' liavesse che annegati; fece che et suoi opressi, de rotto la parole speranza, affanno fu in arme ogni per dubitasse non to sta- 1' havea marito d' sua ciera del salute , suo facto Sarno, in dotato. donna strenuo gno. re- rtandose che . tal de la consequire speranza et confo re, il tutto perdere et ti mol- speciale ; et el a- cum ma- 256 habiuto sempre in tanta de la mia che non et dile- , mai che ctione bocha , usitte non di honesta, te tuncha tu il quale animo, sei de el a de vea nel in te a lui così tua et speranza salla: et a excellentia la facta tutta del laude. la la a et te, sai, columna che è me oimè, Pregoti haet speranza; prometesti. mo' el morte sua quello non gnoria si- amare come fusti ciò sua me exi- tua regno de observatrice. regina, che la Tu dimostrò come regno, lieto effecto, Et doppo conservare figlio a rito, ma- regina. quale, domandò, duca tanto cum valore. signore vere vi- signore per Alphonso, me mio quan- al effectualmente altro patre ti seco poco pur che il mio diventasse sdegnato stimo, più io ciò a doni desti me il affannatamente expella che Ioanne, verso observato; auxilio lo fusse sempre faci me per , come filialmente ha te core te parola, Hora fede tanta Tu voi non duncha hai me fare sarà va- cuna al- dolce- 257 mente, paterno per duca Ioanne, et per figliuolo, che lassando, piglia el la tua altro faciale quali fin qui non la '1 fu cosa vendicatione quello sato; regno, de legiptimamente secundo, el mai mancò de le virtute. Et per regina, in tutte sancte et per gloria esso ; la a modo difenil regno da coronato Pio maxime. pontefice Tranquilato et fu Joanne presidio molta cum dipoi et suo rità, matu- principe, duca felice del remase marito rebellato dal molte cum virile et per quella per Et prole il alevati che » destolse se qual li figliuoli ho patre. persuase che per voglia fare, mei nome, prudente altre el manco tuo proprio del gno sde- et , del gloria gnanimo ma- quando non di amore lice, fe- del iniuria Et signoria per sarai efFecto vento. el marito ne come al mio ancora principe, ogni andare lassi amore, Isabella regno. illustre sue dieci le seculare anni virtute se non et opere che vixe spirituale fece splen17 258 dida diva, et et beatitudine, Neapoli che in et la et chiamato de altre laude et audire de pie opere li da libretto maiestà mandò pranica in le beata mai che in cardinale virtute habiamo ancora la a dono sancte iustitia, quantuncha ria glo- dilecto theologi la sancti el fusse pia co- menti, docu- beata la et sancte. legere Cathe- regia sua Cacome Caterina essa exposto. exhibuire ad legato, de de molte Angelo nostro de fessore, con- et de per Bologna, pio, tem- un Fece morale composto rina de- ducati li de opere quello grande Pigliava spirituale piacere di che elemosine, Dio. Fu divino sue. et ser es- marito, octomilia certamenti legere Hebbe de dire martire, Dominico vestimento et re Petro lassò dove in Neapoli sancto religione brocati in potea Saturno. Cum instaurò votione la al l'adorava. dea et regno de cara iustitia se el aurea dilecta per alhora tutto aetate tanto tanta cum Non mancò debito de sua la a na- 259 humanissiraa tura strandose el Atendea tempo uno absentato el et furti non el Ferrante don tempo a defferitte a desiderosa era a Et la detenuto Juvara tia gra- sto quetia, gra- regina per tate por- non parse et il tempo matina. regina, li al indisposto sequente delieti, lieti; de- lettere, nocte, Isabella uno li fece re presentarle, la lei a liberare le de de supplicare de lettere punire loro che a de sentendo", cundo gratia il bore tre carissimo Ferrante Così liberatione. ad suo alcuna creato. questa essendose possendone gratia scrivendo che commissi facesse gno. re- iustitia, altri et mandò suo a de del de don conseguire, li re, uno re, familiare, certi per giorno, adimandò creato suo dio stu- summo effecti chiamato curiale, stasone. cum li altri accadette quando gubernatione recta Infra Juvara, la et solamente la a mo- rigorosa, et aspra rechedea clemente, et sto Quecome delinquenti avanti giorno se- de 260 tre che prima et ore, fece presentate, seno le lettere al quale havea, Per inpichato. li certo selerati ma 1' homo non spectaculo se ventavano, spa- alegrasseno se conservatione la havea manco boni li re- 1' incarcerato, questo non che de liberato non linquente. de- lettere, Maiestà sua fusse comandato le poi che re el sospendere Recepute spose li fus- iustitia de et , vivere. quiete Le costumi opere, furono illustre cellentia; le facesse la le per parole dione sexo femineo, che pietose Roma fìghuolo del ha Victuria, sue hberato ex- non certo prenominata bavere per il virtute sue grandissima quale nobilitato manco de et per et da il Senato che et la dente pruobse- Romano, , in memoi-ia difìcare de un fusseno da norate et et fece gì' homini che se lo et tempio fortuna; muliebre virtute tanta fece altare che per la dovesseno le hela a donne via ho- levare , piedi, dando a loro la via, et secundo in 261 aurechie le a fimbre dire de Neapoli da la principe de liberasse quasi berasse li- del gegno in- suo havendo levato patruo, potente Taranto, Victuria come Roma. Essendo in li aetate, et pervenuta de sua continentia, grandissima religione anni il rebellione tare por- regina virtù eloquentia, et et Così Isabella per tare por- vestimento armille. che possiamo, annoile, purpuree et oro licito fusse le le potesseno et li orientale, donne le concordia et xviiii anni rantanno qua- vixa cum pudicitia marito el cum et duchessa zoè nove se infirmò et , dieci de regina, per honestate; li el giorni de la per confessata sanctamente mai che accidente, uno et cui lesu, in li salute millecccc°lxv. Infra chare reliquie et spoglie uno cofTanetto, nel quale, cando invo- li anni le fu sendo es- finite et a et dire forza, giorni de marzo, volse comunicata, suoi nome febre di xviiii de sue la più trovato credendose 262 fusse et di pieno sferza una La de regina aflisse marito et provocati mesto fece lei Il in re vita Pietro disse volere nobile la virtute alcuna Il questo duncha le mondo honore et del duto ve- la nostro come sepulta. in stimonio te- a ciò splendore de ofuscato regina Isabella la in essere orando Cìjnevero, in nigna be- cum così colocata, per fortuna. adversa honorato, dive nel honore, '1 iudicare Il corpo gloriosamente possiamo celeste fu exequio, essere essere de memoria anima su- pa pom- sepultura, de tenebre corpo a martyro, che può non de et perservato conosciuto li cordoglio. morto divo del fusse et regno lugubre el li fece re furono magnifìcentissima et del uno magior recundere tempio al regno pianto a in cum funebre l' anima et del lucto, inteso re, religiosissima picoli figliuoli. Tutti mai et cilicio uno disciplina. core populi che spiri, li a era questa il a et signori la per morte li geme, che sua fra per co- 264 fu xvi anni sposata , al luntà li da fuori de in imperatore in la dota se Cremone- el cum de castello nel Hebbe Cremona de de oppido Cremona, Croce. sancta città Cotignola, de vo- Sphorza invictissimo Flaminia, arme, Francesco conte Atendoli paterna per , Picighitone excepto Castello et , di scontro novo, per hebbe Pontremolo. che Prima el dispensata le stati, Ma principi. iudicio, et la lei, vero cose, quantunque tate, altri non Francesco, fusse per proprio la virtù copulata formosità, gloria che mai le fosse in tenera de che alto valore. del de fusse ae- '1 conte Credo cielo, che alteza è de chè per- fusse donna latino, la alto humane mai tanta et nome imperatore in voluntà virtù del lume quello, cum de donna suo de altri dui in promisse volse il forsi comoditate come le per , de gualchi fusse duca patre , occorentie castelli quali stato animo, de la et precipuo disciplina militare, a' nostri tempi et , del 265 in fidelissimo Bentivoglio stato cita la felsinea. fu Costei fu grande, et cuna donna fu degni, de aspecto biancha do fu ; dolce parole, oltra fu, cibi fu furono loco, ogni Pigliava et litterati, fautrice, vea buoni et dilecto. gitiosi lei tempo et et et de degl' quali li Havea lasivi loro in homini morigei'ati de ligione. re- sdegni rati, tempe- duravano. non hebbe, fortuna, de timore Dio. virtuosi homini fu li ne suoi prudentia in di li et cum piacere et professa Christiana, devota come pudica, ire modo muliebre, sexo come sue cum reverenda; gravità casta, sempre per tal de honestissime et del temperata, Le In de misura eloquente; stumi, co- opportunamente riso, fu ma de instituita casto fu maiestà, candida et faceta et organizata. bene meritamente nome formata, grande carne boleza: di doctata perfectamente occhii Hebbe protcctore amatrice et certamenti fastidio et haveano hali donne fla; li gratia 266 lei, cum Vestiva cum tia, a che che piceli Infra fu lei nimo del hebbe era molto tal donna el pari Et li il de. lau- coniun- signore suo matrimoniale re, amo- iocundo sempre Francesco. Di obligi havea dignificato, dire li Dio, cum che lui a l' havea che l' ache volte più obhgato, la de una havea non gloria suo quattro confortò Francesco havea perduto li anni il stato la quaranta lute sa- se- il rasone consorte, suo li xiiii a de efficace de il duca morto cento cum modo, principe genitore fu sua per farlo correnti augusto, mille celsitudine essendo Maria chè Per- vero. prompta causa perchè, Philippe et et precipua el dicea studiosa Milano: conte et meritamente molto pte, consequìa honestate, mondo. de de grandi conte oltra fu et efBcacemente che pari, et fece che havea non gratia inexhausto cosa magnificen- et pompa tanta da cto tal munifìcentia. et quili tempi cum ma doni cum de che la poi di- Mar- 267 li tolse (quale cha auxilio de Alphonso quelle circa piedi quatromilia da et la dunca Marella, cita che ivi, fece la de dini, li et li in libertà duca Milanesi, la inclita la che lo tolseno pittaneo r centra il vendo per et forte, il , conte mille et senato la duca et Venetia, de generale ca- ha- Et Francesco cccc°xlviii Caravagio, a campo infra signoria. capittanio nuando conti- et prefato loro essa sequente anno prefato guerra signoria cita; vendicati signore, del stello ca- cita- la del principiata serenissima de erano morte memoria '1 li cum se loro Giunto che castello la Philippe, Cremona, habiuta. insieme che per da fece. donna el dettene infra ad dota valorosa Pavia, no era- lei, partendose andò per quale così et cum ne havea le cum persone, cavalo; Insieme de Lombardia havea, che gente cum Aragonia), de re in presto passasse Eugenio, papa castello stringendolo venetiano sto ponito mu- nuamente stre- tolse 268 capittaneo generaleel signor Michiletto da Cotignola, per soccorere per suo castello r asediato che , liavea seco quindecimillia cavali de la piùflorida duo cagente de Italia. Furono quisti le mani loro eserciti, a cum pitanii presentela valorosa donna, a cavalo infra li armati: la quale per la sua et virile parole, de affectiopresentia del suo ne piene li homini d' arme consorte pigliavanoardire et forza , contra vide li suoi inimici et tu , lo intendi Ultimamente, come fu : come che l'ascolti. tuna, la for- piacquea rotto, domato et chi la sa vincto lo exercito rono venetiano,per tal forma fule sue snervate force,in modo, secundo se disse,se '1 vincitore conte Francesco il de la Victoria prosequitohavesse,haverebbe tolto tutto corso lo italico stato de' Venetiani in cun ciò fusse che forteze se trovavano le loro exhauste terra, terre de et com- batenti et de et lisubditi artegliarie, et pronia rebellione. Sopra inpauriti ^ti 269 la la qiuil et prudente, cosa facea Il de' suoi inminente culo mandò al li de de perisubito suo, Malo- Pasquale singular comuni Francesco, conte grande stato de patricio familiare al el secretamente piero, futuri pruden- come considerando tissimo, de' gnore si- pensieri. venetiano, senato el cura iudicio alti lieta donna, insieme marito suo effecti gloriosa virtute stati, oratore latissimo cum acordo pigliare et bitrio ar- lui cum , nel modo desistesse Il dal non loro Victoria intendea che diede consiglio oratore, albera la la militi la savia in certa conquistare quantità si, Milanede braceschi, et machina- prudente cum donna, acordo de al che Venetia veneto '1 nissimo sere- dovesse Milano, de tava repu- virtù ruina sua '1 Victoria. se tribuivano pigliando senato aiutarlo che aurechie, de la da' li a che pur iniurato poco perchè vano, prosequire Francesco, conte la bavere, potesse auro, et darli et di- 270 diece poi, mensLialmente, et quatro le spese milia del stendardi suoi il li uno el in anno; li vincitore l' impresa. del venetiano, la per le xilio et al fece liga condictione cum desistere et del da havea li cum militare et in fra superiore Di che il et nato se- tando, dubi- suo tuna foret in date vocando re- au- accordo oppressi Milanesi, '1 conte impresa suo che modo, prese che l' tal sententia, subito conte, circa favorevole mutò gente fu stringendo stato molto conte, observò septembre che loro de de del per tro con- illustre li di li Milanesi, la a tempo Milanesi cluso con- et de' mese questo essere sperava libertà Mcccc°xlviiii, anni conte Milano al che rivoltò conte venetiano fin fin Questo piacque senato promessa ne la de molto Il donna. el contro stato che cosa la conquistato. tutte a senato, sigillato, et ducati cavalli, pagati veneto fusse Milano milia stato certo contra restasse termine dovesse Milano, tento; con- do- 272 r la ingegno, nuntii et lettere che conte la beati secreti importantia che cum data tranquilmente duca dovesseno il che non et et patre et figliuola. et le da dentia et li xxvi de conte giorni la salute Facto cum de amore de fin febraro vixe il venetiano senato al da sorella la fame de prumarono chia- donna, duca li ne anni millecccc°l. questo, el lei signore per rebbe, sa- fratello parole tanta loro li che ma stretti che, sistenza re- per et persuasive il senza signore, Di sorte con- figliuola che compagno; era dovesseno marito, suo se suo aceptare conte stato, dilecta di ; dissima gran- ducal signor pur Philippo signore de Milanesi lei fu fare, perchè del al li piglias- consiglio prudente el dentro, cita al lano, Mi- cum che Pavia, cum da insieme dicendoli da così arte, chiamarli loro; ; V dentro volesseno exemplo seno et consorte suo che astutia mese de in duca senza aprile nel pace lestia mo- mille a 273 eccedili. Dipoi florido cum guerra Milano de li mesana alliora, in la comitato di la a r Bressa, Parconte adcom- donna, passò magior parte tenendo in guerra mille anno Il exercito, la ritorio ter- in guerra. hebbe mosse nel ancora felicissima et Bressana del et ; potente da pagnato exercito ruppeno cum li senato esso cccc°liiii tinuamente con- fin Bressana, del de mese aprile. La savia reverita donna da le fondamento in '1 che preso la preso da impedisse et me disse vole ; bene, » et a me piedi vella no- era presoni conte obstaculo heroica cum el venetiano exercito venne lei ; il recuperare ciò lo et Monza de ribelli a suo 1' animo giorno deliberò castello, et del arme de castello indusia amata grandissimo virtù Uno alcuni per de facendo lei. de ingegno molto gente marito, signore senza fu in non se del tente po- Bressana maniera: ; chi « mente seguiti personalse presentò cum 18 274 valorosa gente alli verentia victorie lei un' ad trovare el havea due ; giorno cosi facendo, hebbe. prudentia facesse de Ipsocratea prese più ogni '1 conte la a lei la tare pianstessa de la se laudandose de menti altri- non Mitridate re moglie: et terra augumento donna, grande et percossa la et molto conte, conforto perchè fece ne che al sua era trahesseno, fosso, il che bombarde tanto fu andò che glie le Dipoi perchè solicitando nel conforto de de et impresa, nocte Questo mici ini- confortarlo trovò lei et ruinò rocha ad septe altre, che 1' et et suoi marito, levasse, se pioveva; rocha forte li personalmente da piantato senza speranza. lorcinovi, re- castello; marito, signor non subito a La et perduto al desistesse giorno che spavento volta ad campo terrore indubitata altra dubitava la il conforto et non tanto inimici, fu che cosa sue de recuperò sangue a fu giunta sua castello. quel a de la speranza, quale che 275 noi feco non lei da fede et more lasiva che tema li dormita li sotto invictissimo lo le de flagrante corentie la el del da la del venetiano devoto sapientissima et vantagio La del felicissima meza- per frate 1' ordine Simone et del virtù per marito suo de mese ne aprile, homo. come de honore cum ogni donna, se- uno heremitano donna, Mccccliiii, duncha cesco, Fran- quili tempi conte infra pace Idio, Angustino, pacificando oc- fine il conte et de la li anni le de pace la religioso a Paulo, divo la fece se Barba, cundo Come sempre consigli concedendolo nità sequendo marito. essendo guerra, senato et campo. Ultimamente, de sempre victorie, li lei, vigilata, caro in del stata, armati sue intraveniva lei hade pavaglioni, et se havesse non fusse infra haverebbe Ma mormorare non tinuamente con- a- persequito. l'iniusto de biuta che smisurato cum era Maria Biancha exercito, molto costume 276 de audientia clementia grande alcuno volea Non flexo, al gratie capo, salutare Dio de lei de sequite ma Molti iustitia homini furono sua la da Mai alcuno nobili da per rigore, de Per ella opera strenui et exilio lo et universale. liberati. molti furono homini li honori clementia morte ancora rendendo gratie per da genu- usate. erano cercò sempre mai alcuno del gli cum conforto. senza scoperto reverentie et piotate; et quali Administrò auscultare né li iustitia partiva se da amata. bona in benigna populi, fu loro a sempre molto li suoi a singularmente lei fu natura, sua de le , liberati carcere rolo Ca- precipuamente , nobilissimo Gonzaga, che d' me ar- machi- havea dicea se duca , nato il contro de andava quale Monferato, visitarlo ad signor illustre Guilielmo, et consorte, del stato in suo chese Mar- ogni giorno castello , conforto visitatione essere lui ; che de suo fu questa pronosticatrice figlio genero. per caritevole lui dovea 277 Fa oltra certo, Mai libéralissima. de numero similmente et li li Quando de ornate mane, far potea meglio faceano de poi de Dio; facto auxiliare overo qualche indigenti haveriano mercede. et de che tegramente inmolto fare comò vano ponemonte uno et deità la haverebbeno egregio uno bianche che blasfeme ingegno, morigerato amico, che Dio aiuto^ conseguito Fu re- perdevano, meglio suo et dati quale che usava, avaritia per con negavano che et che de' la pecunia, dicea, satisfacesse fare, fortuna proprie annella, animo, suo cosi la belle benigna le doni riche quilli, che a Fu et patre, del li tanto, al era ducati, altri le levando spondea, suoi de de et de' centonara et munificentia re- de servitori benifìcii, de' de' fede recordati. erano substantie. troppo la a raigliara a grata non né natura, ingrata munificandoli servitori, quando feminea fu beneficii, ceputi et la presso laude, libéralissima gloria ancora ne et in 278 elemosino, pietà per innuinerabilmente, Infra el et de monastero tutti richamente Maria li de rehaedificare, spesa sin- occupata nel et grande augumento la de monasteri fece donne observante pie. opere magnificentie sanata et Incoronata; cum per haedificare Milano in Dio, 1' alto spirituale l' altre fece de gulare. fu Non stato, li ne tanto del la festività la de Regina, tanta scalza, rentia de r Maria Milano, scalza, Hebbe , cura, per ogni consolatione dove core, discensione , pere a quello de fuori de di mese sopra Maria Celso san bre. novem- altra cosa , del era reve- sancta et del fare ad de de de mente, privatissima- nocte, novo, devota. asumptione andava hospitale sancta molto la tempio al l'humana de fu de gina Re- gloriosa subsidio quale che mondo, la de cielo, de salute, del piaceri 1' officio lassasse Ne mai rioso glo- suo discordia unione tranquilità , et 280 0 sanctissima, donna per cielo elevata al tanta virtù la ornare da cuna che nostra essere pre sem- laude, sacre possedesti, che aetate di per te se , dire, può fusti non, se unico mondo al muliebre gloria nel Stette hebbe et Maria, che che fu rusalem ; Sphorza; duca de sabeth, moglie tutore alto fu Gacale, du- savia Fermo; Hjpolita, duca de Ferdinando de Sicilia et de Hye- Philippe , quarto, Bari; Sphorza, quinto marchesana del di figliuolo terzo de stato Alphonso di marchese figliuolo, Ludovico et la de re tempo primo giron primogenito Aragonia, qual del nel moglie Calabria, de Il figliuolo, secundo virtute figliuoli, successore nacque monio matri- molta nel animo. generoso la de saero cum belissimi octo leazo del marito; del tempi bontate? et anni, gratia nostri exemplo vinculo XXV et li a tutissimo fu quale figliuolo, Elyde Monferrato, Guilielmo; Maria, del sexto gubcrnatore ducal stato de 281 Milano, die tia, le cause animo tanto cum è inrefraghabile et accidenti septimo figliuolo, de poca non felicissimo cita ; felicissima la giunse doli fu donna non in le gentil figliuoli poche glorie, sue timo ul- et che altissimi le ; nostra octavo quisti a sempre la de et Legato Per stati cardinale Ascanio figliuolo, Octaviano, signore. de censore li italici de alteza pruden- et nità sere- instruen- illustre opere de virtute. fu Quando del marito, del sentimento recevette la suoi citadini, de loro tione cum lei signore, del et stato, a Italia li de se lassò privare la del che signor et prudentia gratificò le tutte citadini, del morte ogni a la loro cum citate el scripse offerirno cum merore grande, transito se Tutti caso. morte perdita animo de naturai ingente singular potentati dose se lo il cum grandeza per non da sequitò marito; et lei per subito li privata loroso do- dolenduca salvafacul- 282 maiestà la presso trovava se fu che del in za Pran- ad le in destenuto suo cristianissimo venendo et : al Scripse Galeazo, duca primogenito re thesoro. molto de tate lano Midel terre , Savoglia de duca liberato fu presto li per liebbe fecerono le la tribulata donna la ne per le corticella, lugubre disse voce r anima per del nostri disse: volesti la mia, in et alte divina Oh croce come gendo spar- il coi'po, verso signor Che lachrjme de lare! mo- occhii, caro perduto! non « cum marito, lachryme ho se : gli Oimè, ornava misericordia peccati « te come cielo avere basso se flebile cum signore infinite et et ; et camera ingenochiò mio Poi » li volse la da quello se il vogli lei. Quando presente il corpo verso clementia, deportamenti essere pompa, giunte excelsa exequie, dove ma Ro- da la de ducale portato mane de optimi se essendo Antonio da excellentia la da abbatia, una secretarlo già magnano, donna, ad vita et mio, sarà suspiri ? 283 ! partita militar Cosi » 0 il che lassi dove mai victorie! fusti che già mio signore, feritte la li Et molte lui altre tempio, el infinite volte, del et a so se stridi pianse figlio , de de la Edippo al portarlo osculare tutto le a chryme; la- de pietre Che Argia, figliuola tante caro » sendo es- provocate. cum el Et et fino bella in pace, gloria piene, bagnandolo mai volte adoperati! per lachryme al triumphi, et abrazare Adrasto, re la lachryme. il che per speroni, tante in corpo volse ciati cal- calciati quali parole, il 0 « sareti de levato essendoli feste le che sin- senza cavali ne mescolate furono li felice, signore, tuo gloria cum da più usò, el cum et fusti tanto disse: potenti guera, oimè, dicendo: Così, speroni, li cordoglio, remessa » la posta morto. già fusti il è se corpo portai-e lui da gular non lato a mi fu dolendose, spada spada da speranza recominciò Lei « et bène Ogni lachrvme marito re di nice PoliTebe , 284 infra quando cisi r la stato oc- in gubernare reverentia singular lei febre de assalita; venire che religione, cum parlava, dui de summa cum tendose degli marito portata Italia tutta del morte essendosi anni, ne moltitudine trovato. ebbe Doppo lo la la per vemente gra- quale, fine al fu acuta de sen- la vita , li senza fusse recordato armò se , de le sacrate in al et arme, mogenito pri- suo in testamento questa , forma, et le mosse certo parole sue Galeazo è : Vero « fìgliuol mio , iocundissimo nullo gior , de è tutti cui a li, figliuo- miei habia portato affectione et amore li ma- che ti a , et che 1' habia più io poi vedere, Dio conviene mia mi anima, è dipoi Elysabeth necessario chiama, Io quisti ricordia mise- quale se la tuoi sorella, tua che et tura. na- recomando te tutti come la a pietà sua obedire. et quali se Ma satisfacto la per ad ho estimato. tu patre telli frade li li sia; 285 pregoti et le tutte sai et li subditi. nostri quali dote, gli te dominio, tuo fra li maniera mia questa in et tua dano divi- se fratelli. Tutti Finalmente in tractarai famiglia che li tutti cum recomando. nostra comando re- sono sia tuoi li ti Cremonesi, intrate le et te la dono, cita ma te citadini tutta la che condictione, Io paterna et lasso li stata è et Ma ragione per sarie neces- mi a Milanesi mei in manchare; figliuola. cara li vegli quella quanto che core, Ilypolita li non dulcissima altri ad che cose sarano, che il tutto cum chiaramente intendano , havere non et li gratia matre, da le dette, suoi Dio et Io, come de la pene. doppo alquante sua benedictione se adormentata a si fusse, gloriosamente cccc°lxviii del , mese spatio poco quale cose dato et. hore, li per gloriosa sua Le » corporee tempo vedi, fra disciolta serò el perso servitii. de la vita indarno figliuoli,come uscì negli de de questa anni mille octobre, in 286 castello lo de miglia, dieci anni passato Ihora, lontano havendo dimostrare donna fusse a l' alto aparve nel cielo cometa, avanti tri mesi cliasse, il morte lentia a a il cometa dusia il del transito in luntà, r a se religiosi cieli, che de al che per per cuni al- il rito, spi- divina vo- sua giosa reli- la de virtute, municipale V sapere li tutti observantia, li in- Meliano. de de beato cadere veduto lei, existima, tutti el Et castello transito manco manchato fu rito, spi- senza corpo, senza casu, altro, venne et il partire testimonio vita trovò • sua excel- sua venia sparve. de la a la poco continenti cortile Al a pudico decto, man- manchava poco cometta de che a fiinito de dal regno grande fin come poco ; fu nel a poco così spirito così, et ; a- che uno durò quale cielo Il mondo gradita, etate sua al fin lano Mi- da de quarantatri. per questa Meliano, come la Apostoli il se uno de singulari intra- Regina di principi, in 288 Baptìsta De 25. Sforza duchessa li cieli, che Ringratiamo le gratiose nostre luminato hano la del incidentia, Baptista virtute, costumi di studii matre che al exceliente virtute memoria de gratia, far la squadra mentione, degna la divenni romana de del Gy- et laude, bella Colatine, che et aceso donne sia non Le ta mol- cum illustre parendome etterna chessa du- madonna. io delle le gna beni- de già infiamato Lucretia, moglie la Sforza sorella singular dare de in intendendo virtute quale grande, nome Baptista Urbino, nostra nevera, infra de hono- Dio, per furono tria pa- citate ha muliebre splendore per la nostra efficatia cum de quale poco manchasse, non il la non dicendomi, rata, ingegno integritate, in ne litterale per Stato, Fano de sua mente, et nare or- per fatiche, prestante Ioanne Urbino. de co man- fusse sima pudicisla quale 289 celebri do scriptori tanto è ria glo- cum sublimata. Dobiamo duncha fu Baptista Sforza da sapientissimo imperatore la de consorte sua illustre xviii mesi matre. Fu et in alevata in le de' anni lettere, menata ad et el ducato cita. la rano, Vade dal virtute et fu non et nerante dege- tie prestanin li incominciò in li de havea quella conte conse- magnifica picela una fu anni patruo poco tri rare inpa- quattro dal di fece quale de etate Pervenuta li recitò Ella ne, costumi Milano, che et la nobilissima excellentie Francesco, quito de aetate sua la forma parenti. de arme, generosamente egregi! de Cotignola, de In orbata lettere, cara Constantia donna. fu in patre questa figliuola meritamente Alexandre de che sapere maravigliare orationo, ciascu- . che fanzuletta una havesse tanta exprimere qual cosa gratia le piacque de de la parole tanto quella etate lingua, tesse po- latine. La al patruo 19 290 insieme duca, al restituire la oratori lei che il là quale, sti ge- volea la non essendo dicemo, donde orasse ri- non principi, et li non lepidi Marcha figliuola; la hebbe altri più patre; che Piceno, in che costumi, et li cum nivano ve- cardinali, gratia cum a- vanti. Fu de mediocre de belli hebbe raro scere bene Fu denti. volta, alcuna partiva. cum de tanta versatione tadini et desiderare. Era de per qualche ma presto chi di li suo suoi che ofFen- andare ira la presto gno, beni- et 1' audiva. et ne non et Fu la familiari più sto pre- ; de dolce audientia, subditi, Il altro alquanto gratia grata complexione che facundo, ma con- candidi et et adirava, se eloquio, natura cogno- pudico suo mano sanguinea, più presto sionc, al bella de occhii, non fusse che rosa; modestissimi et Havea specto. viva come dimostravano quali se fresca et carne biancha statura, con- et ci- si potea il stare 291 fu de in tutti in quando mini literati cum amore effecti li forsi quilli procedea se, per docti et favoriti virtuoso varie facultate et in la virtuosi, manchasLi furono sempre lei, ho- et qua- ingegno, de 1' de et Fu exercitii. virtù et potere. da altro sima libéralis- parea non luncha perita Fu maiestate. grande tanto de agho re- , chami, et muliebre, citadine de ogni che ogni ad iocundità in trovarono chamatori grandi sti facto de et r lei, altre molti lavori, fino maestri et et au- infra de a et lei li de qui- razzi di servitii morale, cose divise et da se re- occupati bavere tessendo virtute moritte, tutti Fiandra de et namento, or- lissimo nobi- discipuli maestri sue siglio con- suo parsimonia venire gentile, del vinti senza Germania tanto Urbino quantitate, proveduti, de quando cum in per che animo, et lei, Fu documento. per rifìci matrona recorevano et exercitio egregio vaghe insegne. excellentie , Infra per il 292 molto dicea li li che imperii, militare, li bella cativi regni et audire, cosa in rasone, la per li domimi, era fondate cum comendava deponevano se aquistavansi et lettere, disciplina la quale le de havea gusto una vergene polcella. Quando compiti, tute in a la la a conte a la creato tanto che molti principi, per le virtute duca; se il facto poseno lei fu perito aeterno spensata di- marito fu poi quale fu Montefeltro da che spose di- come conveniente scientifico, s' è cui tanti Federico virtute, sua data adiman- previdenza, Urbino, de vir- sue Ultimamente, divina anni da possedere morte. le manco Athlante, beleze de non matrimonio fusse et fu xi aetate sua fama la per preclare, che de hebbe de ne et quello l'arme strenuo, gloria per de bataglie. Pervenuta anno, il duca Baptista sposo Consumato cum che nel terzodecimo essa hebbe se giunse. con- el sa- 293 matrimonio, ero llorida cum de gente, nel arme, del subsidii del re guerra Ioanne questo la per regno suoi principio de ne duca ra Alho- de vera solicitudine aiutarlo ad Et armare. la altrui tanta cum facea che in adolescen- sua guberno animo, populi del fin marito, stupire rebellione ogni cum mane et il tutto cupida come al che te mor- illustre, deponendo proprie remase la per occuparlo. per li a alhora venuta sposa del prudentia li regno grandissima aiutava le cum tia del molicia, l'andata Neapoli in , duca Ferdinando, re Baptista, gloria, de Alfonso; nel ogni valoroso come patre era regno andare convenne regno herede remasto et lui de il che ; per haveano raviglia ma- tutti grandissimo conforto. Havea furore continua de de dea de Sigismondo Arimino, de bataglia arme, desiderio del Malatesta animosissimo il quale ciascuno calido cipe prinratore impe- sempre luoco ar- del 294 marito stato del tanto animo, ingegno difensare in quello detrimento, d' la Per arme. femina che gbace, el nato è transferitte , ad quello tia a Pio orando dilecto, facundia de comendatione verso del marito, poi fece me ar- sferitte tran- se reveren- sanctità quenza, elo- et ne hebbe admiratione et donna; celebrò quilli d' gente flagrantia tanta se pontifice maximo, sua singular gno re- donna le dove sa- nel guerre Et paese. la et » richesta tanta cum sta que- guber- valorosa Secundo, che laude, la Roma ad principe havesse Franza. per gente Certo « svernando Magliano, in il : le Neapoli, le proveduta basterebbe de li fosse se cosa '1 e alcuno cum irato continuando de hebbe qual troppo regno Così l' inimico non disse Sigismondo de marito il dilecto stato stratagema altrimenti non hebbe providentia ogni insidie le che stato, et cum explorante Lei occupare. che lei gli la de et de erano in sua molta in- 296 marito, del Lei amò lui de coniugati. varie in existendo de timore; la la inprudente cea la per marito de Dio et uno de' duca quando seco rava dimoalcuno qualche lei ma dilectione per el fa- portava a procreare figliuolo maschio, excessivamente per marito forsi cosa cri sa- suo senza imputava; grande co man- effecto animo, qual sdlicitu- esserli essa campo, virile cum al el da ardire volte, expeditione per fusse che come Molte et et havea peso, la honestate, cura donna, avanti, nominata 1' de rito; ma- per donna tanta alcuna il similmente, zelo in di che augumento cum tanta ardentissimo habiuto lustre il- , ella excellentia dine, che faeta era fede, infinitamente et et se sempre amore lei felice Italia. tutta per r le , victorie de infra triumphi et glorie laude quale desiderava perchè , havea habiuto r drieto una divina clementia figliuole nove 1' altra. et Pregò la pietà fèmine tanto de la la re- 297 del gina celeste uno fu exaudita che li figliuolo maschio, che imperio de bello uno Guido nominarono parto stato feceno et oraculo cum oblatione, "lei fu per r devota havuto molte furono visitati dono; rin- figliuolo. Non mai se fu elemosinatrice, fano et fochi, et tanto et el triumpho, tempio de cui tutto et et incensi Dio gratiando del marito festa ogni fonte sacro Ubaldo; il lei, felice ella rato deside- et al figliuolo, quale cedesse con- facea più me co- ingratamente che se , dimenticano dal cepute seno li beneficii Dio, benigno de fu clemente, i*e- haves-- come 1' acqua bevuto grafie et fiume del di Lethe. Lei zelo de iustitia. clinatione tate. Cum dentia signori loro Hebbe liberale li subditi. doveano transferire in- più presto che pietate grande fu a li ad grandissimo cura ad severi- discretione de et grafie et prumenti docu- dicea, Sempre ogni cum 1' utile le , che sforzo richeze 298 e '1 bene subditi li a da li quali procedea et la securtà del ciò alcuno, li la poveri iustitia Mai volse gratie servitii. et vestimenti similmente volea per che de le si dilectava. che li andasseno fu opinione li Havea le citadini ornati de de et tri al- habiti et et , dilecto fussero nate or- illustre stimento ve- quale grandissimo suoi sue suoi pompa de ne geme, quasi li suoi figliuole habiti, di le iocundo suo sue varii et in equale. vendesse magnifica de circa iustamente Apresso fu ornamenti, zare for- Volea fusse dire, tra d'al- o et potesse se che quando superare homo che non pensare, meglio richeza infirmi. et ogni non che del opulente de volesse fortuna, gnori, si- titolo gravemente auxilio per del regno Tollerava macro. fede la solamente fusse il possedere era loro, li loro ne godere Cun principe. bene, doveano et triumphare el stato quali li citadiiii et donne vestimento. ogni homo, molto cere pialoro Ma quan- 299 lei tunclia in vestimente, absentia pompa le signorile del marito, Dio, pollasse cilicio. el Quando castri, in marito che et che cea si sua sotto dimenticarse non per el che piacere, tanto la de pigliasse uno dentissiraa nel marito et li havea donna. La tempo che triumphò ribellata cita de religione, per la pru- quale mente, ultima- '1 glorioso suo Victoria Volterra dal ma casa, una posto la de firentino pulo in tempio sancto di- retornava, casa intrava non r ordine ad li in stato era de il per po- Pirenei in quale la , receputo gloria, cum honori da dove no, era ornato phici sico la Et remedio egritudine la cita assalita de Ugubio, adcompagnata da Octavia- li et phjloso- de studii, marito. in de come fu capitanio, febre acuta phò, trium- et munifìcentia, et victorioso suo festa humani nobilissimo fratello giovando non per fu la alcuno corporea inremediabile del physalute, iudi- 300 cata; il per clie fusse nel anni xxvi, a solo li marito quale spesso Ma li de la suoi sette nel hebbe di subditi, tione, propria de tanta cum facesse mai et fece "ne la cura che posforza che gratie, molte supplica- mano liberalità, la de care, dimenti- fin che de tempo mai sedere parlare, signando cum infermità, lecto il fine, sua poco volse mortai el li sacramenti liavendo se Ma vedere Adimandò tutti non in la chiamava. cora an- dispose. potere non boccha et aetate, sua se avanti chiesia, vita. la de morte dolea caro la fiore la savia come patientemente, donna, magnanima propria lei, quanto la de prosperità vita. Sentendo il singular la cara dolore, lei hebbe dendo(lo), il marito, mortai ad a lo ne dove, extremo de tanto suo de morbo Ugubio, grandissimo che cum subito consorte, sua volando ella signor vata retro- vita, sua conforto 1' havca ne ven- ve- deside- 301 Et rato. potendo non l'abraciò, ella grandissima a forma quasi marito : la ha sono così : vita. misera le vanità, le l'auro geme, che de mondo! li suoi divina! quanto maiestà tutti li vera non de li ora beni. de Jesù Io ramente intie- quale luochi, ne se Cristo. la in temere non me do mon- colui, Beato dal le lità fragi- la Cognosco Dio, stra no- sciocho è in grave mine ter- glorie, del pone cognosciuti fede le pensieri è più tutte me quanto questo fine, la l'argento Oh veda che de honori, speranza speranza la fine pone tutti che et passate. sono colui li che mia in Per pompe, Dio, potere per il è ben io la vedi Tu al el che avanti morire. pace sii benigno affectato, ho te questa parole sue gratia excellentia tua in caro, el concesso come in mio Ringratio venuto. me le cum retornata lingua, mosse lare, par- lei, Poi, la Signor « lui et tenereza. alquanto lei letitia per dono procevado non a per Pregoti 302 mai offesi; te anima; mia et proprii sepulchri li mandote havendoli li al prima mie Et figliuol maschio disse loro piotate, che et de era fìgliuolino 0 « : quali, in de pieni reco- Li alciando et li in monache figliuoli.» occhii mesi cinque cynereo Urbino. nostri la colocare le de avanti, languidi mio faci de Clara sancta de venia, recomandoti et el nostra doni me questo pregoti corpo la per fede, coniugai sancta se mio, signor duncha, , affectato tanto (osculandolo io prego ad consolatione divina poi a del salvi, te a appellato, et figliuole honeste dette la tuo ciò sii disse sua cipe prin- facesse Dio a le vote, de- sue Et Et » a benedictione sua la vero che pudiche. et de tyranno. non le Dio, mente lunga- patre, timore che recomandava, de piotate cum maiestà, le la mente) tenera- tutti usando , molte amore quale altre (ben tutti sancte cum parole fervido de lassitudine) li astanti furono a per le pietose 304 duca dolorato magnifica cum la in solo al giorni magnificentissima uno r intravenne tutti Italia, parenti insumma externi cavali venuti, chi et al qualuncha de vestiti; nero et chi loro oratori. sino, oratore in prima de rota da Nicolao auditore, Sixto : potentati, et magnati che modo luoco venire, Et spesa rono fude li te, spontaneamen- personalmente dignissimi bre lugu- ccc°lxxxii invitati, nel chi et li amici, et te mor- exequio et republiche, li kallen- singulare , de la pompa de ornamento et de solenne de septembre cora an- ma sextodecimo di me co- volse honorare, de comunitate proprii ordinato Non morte lei, fare dove li devotamente alquanti fece, doppo de monache,, infìrmitate. sua de in sanate lei havea gubre lu- pompa monastero Urbino le de sepulchri ne nel de Clara sepellire illustre et funebre et sancta marito suo mente gradualsuo, tutti possette non mandarono Ubaldo mandato pontifice maxime. li peruper 305 Amerino, Benodocto dignissimo Ursino, de tino La- cardinale. excelsa firen- republica Fiorenza. Jeanne Pietro Lutio, signori Senesi, et et Zan per quale vexillo uno cento portò arciprete abbate, populo Perusino. Paventino, Gregorio bernatore apostolico Francesco consulto, ce tor- episcopo perusino, Jacobo il li de oratore nero. Cortonese, Jacobo de la do oratore de cavaliero Monarbotto, Pietro tino, oratore del oratore de Orialo oratori oratori li Cesenatiei. Andrea et del gu- jur- principe Pino Forlì. Jeanne Savina, Salvatore de oratore Natalio li Imolesi. de oratore , Mirandolesi. Pietro Melino mandato romano , dal fratello, antista de Salustio Typhernatio, Alexandre Matebica. Marco Persio, Urbino. commissario oratore. del po cam- regio. 20 li 306 Francesco Saxatello, Laurentio strenuo valiere. ca- di oratore So- glionoxi. Ugolino Li in Bando, oratori Leonardo de derico. Fe- figliuolo Pennensi. di l'appennino el cum li quali sono jugo. Sforza, mandato Odo da Perusino. Retorsio. Roberto Carpegnano. Ugo Joanne et fratelli Federico Carpe - gnani. Jordano Guidantonio Francesco , , Baptista, Baldinacio, tutti la de miglia fa- Ubaldina. Li nobili Guido et Cento Piombino, de Leonello, Nicolao. citadini de de septantaquatro Eugubio, lugubre di veste quali se mutarono. De quali quilli de quarantadui vestirono. Cagli cinquanta, lugubramente di se 307 quilli De di tri Et quali glie de quilli taocto Sancto mutati erano di tro, di nero vestiti. De' quali gli veste. trentaqua- erano gli erano, in mutati era de erano vintecinque sedexe no era- quarantatri vintecinque Pergulani quali Vado quali gli quaran- vestiti. flebile de Mercatello Da quali in Angelo cinquanta, di di li Durante obscuramente erano De trenta- era ne Castello de cinquantadui, erano tacinque, quaran- vestiti. nero a Fosambruno de scure veste. De tefeltro de genelogia la quilli di nonanta erano da Mon- quali ot- , tantaquatro similmente erano de ste ve- mutati. Del moli, comitato de Corbaro, uno, di Fontine, de vicariato et de Pietra Massa, Rubea quali trentaquatro La- de Saxo de quarantafurono vestiti. nero Da la parte de la defonta donna di 308 li consederno li de propinqui, di propinqui, li et oratori dui quali paterni oratori. honorato fu lentia de del excel- per titolo del gnifico ma- homi- trenta cum genero, suo ni che Malatesta, Roberto vestiti. nero Agellio, prothonotario Andrea la de oratore stolico, apo- maiestà del Re Ferdinando. Colense Gerardo Galeazo de Guilielmo cule Guido de de d' de de oratore di lano. Mi- Her- Ferrara. et Antonio Ludovico Bo- Gonzaga Ruberto physico parmesano, Severino, illustre arme. Lodovico oratore duca tore ora- Mantua. Antonio, oratore et de oratori Jacobo re duca Bolognese principe duca Maria Pincaro, Estense, nacto, jurconsulto, Castelsampiero, da cavaliero, de Jeanne vogli, principe del patricio Secundo Bolognese docto- bolognese, di BentiSenato. 309 Ursello Andrea oratori se, Guido et Julio de Bartolino, Flastren- Cesare rano. Va- de Faventini di Olitense, Baptista Jeanne tore. ora- del oratore duca Andrea. Nicolao signori Cocapane, de Carpo. Roberto da Monte Francesco Jeanne de cita la da costoro tutti di principe Octaviano Pietro Antonio principe Petro Gentile Montefeltro. seguitavano nero li mestici, do- vestiti. flebile marito. fratello. Varano. Feltrense, figliolo de esso Federico. Antonio principi Griffo capi- perusino. Federico, suo già Bologna. Rainero Guidantonio Doppo de de oratore Scariotto, Bernardino Il vechio. Bolognese, Antonio tanio li de oratore Baione. Columna, romani. Julio sino, Or- 310 Farnesio. Ranutio Joannefrancesco Conte da Gam- bara. Anguilario. Everso Matelica. Ranutio Ranerio Carolo molti Et altri fortuna de ma perusino. de alquanto ducento numero generoso Quatro Montano di de tati mu- bati, ab- religione, excepto sacerdoti. Cassiano, de oratore Picolhomini, Francesco tutti altritanti et diverse Urbinati trecento bassi, scure. episcopi de et più nonanta, vestimento in sangue, cardinale Decio, cesco Fransenese. del oratore nato se- venetiano. Oratori Anconitani, lani, Racinati, intravenirli camino, de la poterono non pez'chè quando ; infra nacque precedentia, inundatione Et Firmani, furono et poi a tempo furono in discordia da certa impediti. Joanneantonio antista, loro Auscu- Campano, oratore illustre, rendo reve- fece 312 me simulacro uno de la muliebre gloria. Mariarlta Da 26. Quello de serenissimo che voto suo per quindi per da che Gynevera, de ornò nel '1 terzo, fu de merito quella regione belleza de prudentia Fu de a ; unica molta poveri de Dio al e clemente, religione. et a che virtù, che Fu le per donne de mondo de pudicitia de gloria humanissima, Jacobo Britania, le portò corpo, nata nomi- antiposta, tutte et divo del prudentia, essere fama, inclyta et debbo la litare mi- auro mirabile et castimonia belleza, per in excelsa sì Ben- de moglie lustre il- simo felicis- figliuola una Scocia de re de tempio Margarita, Roma tuo cingulo hebbe ad secundo belissimo Dominico," re Bologna, figliuolo, Hannibal tivoglio, Scoda. Christierno, Datia, passando de regina de et splendore. devota, liberale chiesie, et et a li gra- 313 tissiraa mai gratie a le a li altrue fu quali fatiche; scarsa iustitia. ambitione per de la mata et reverita che '1 re, li bernava stato populi lui; il et dispiacere Quanto uea. dolceza più fusse sue tura, ven- poca cognoscere tava tormen- quantuncha, in Dio, soste- humanità con et dolo confortan- marito il amava gu- le pacientia cum a stitia iu- lei mercede savia, sperando ogni sua lei ; de mente sai as- cum molto che cosa più Ma volse , come stato la a- quale quanto per mai il marito la la Fu idonea più Pompilio. preclare, voluntieri, populi era che Numa uno virtute li sanctimonia, et subditi audientia. perchè il regno regere mai li penare da admi- retenne se benigna sua sue suoi, populi pietate et Non far le grandissima cum sempre discretione, prudentia nistrava li a de , al più tanto et le vivere virtuoso precipitio. da dispiacere del cose La de regno qual cosa li veri lui re, recevea andavano ; in dispiacendo 314 populi, li ;i lui de fratello dove Endeburgo, le drizare per lui de et la stato marito che il proprio fusse lui imputavano, emendato fu salute del che prima lei consenti pose che trenta miglia, fu vita et de tri tempo vixe tiando Dio de ogni et carcerare. inodio perchè per lontana alhora era mai più vedere, morte anni; molta cum farlo seperò gravida in fu captura; figliuolo, terzo in che per come regina, sua la sé dendo cre- quello fu, più la la da cosi che a a modo volse suo liberato regno Liberato uno re de fratello, del per de '1 che alquanto, se megio causa del destenuto COSI a sempre gubernasse. se Stato come meno Nientedi- volse titolo chè per- ben ma de teneno et servito. regina cum el stato emendasse; se il rocha la del cose del regina, alquanto honoratamente re la in poneronlo et preseno consentimento cum nel qual la che po tem- pacientia, ringracosa, et confor- 315 tandose che mortale, et thalamo in violato. Et de se intese, giungea se non facto dal tia titi lui. de regina, lei et che de celeste fu del non era prole ! Non timore che se apede de fece lei, come postergandose per de, lau- citia, pudi- ordinamento '1 matrimoniale per sta que- de degno corona divino non divino, pruden- sancto sei quanto observatrice, rechesta cum conubio il doppo li inhonesti essa 0 do, mo- conce- non frenando et cotal congiungea, se gliuoli, fi- de haver se con- se marito lui sanctità et non sapea con marito, che col Fu pudicitia, et procreatione quando parto l' altro per figliuoli. che a tenendo mai facto castità tanta puto, fu lei consolatione per belissimi secundo che da confessava. se tri donna maniera havea come peccato matrimoniale spesso, tempo, in èl mai che alcuna spirituale, Hebbe vivea non coìre inovatione molte l' honestate obtemperare de fano, et a il le 316 disordinate loro matrimonio sacro reverentia r da debbe in fusse lei, li volse essere li r le a benché figliuoli presso da et servita, cialmente spe- futuro Quale mensa, et benché mane loro et quarto. a vir- grande cum primogenito tagliasse essendo re, costumi, Jacobo aqua li sempre dal chiamato del alevò quali summa ordinato. odio, tenea egregii et tute lei Dio volontà per in bavere, omnipotente il inquinano quale ; se Costei, li lasivie, re, volea desseli molti de , Dicendo havesse. servi facea, ciò a casto et questa che facesse questo cresciuto servi. Oh pensiero alto de pecto arbitro li a costume che fusse quando comandare sapesse lei regina ! La dabile laudel le quagliuoli li fi- perché , fugisseno solo a perché che familiare questa li de Dimorando li reali ; che costumi non li pose, opera imperare, sapesseno presso ornati 1' ambitione volse ma fusseno urbani. dunque la humana et 317 regina patiente anni tri erano mortai al compiti, morbo, torchiare, re in gratia dimandare che el ratificato, in pose pii et da di lei , a servitù la loro. mio, io ; vegli sempre prego, bene, non de servi grata, in- essere la figliuoli, fede fortandoli con- cialmente sperole pa- primogenito a la morte obidentia lando vo- filiale , Dio, temere perchè nulla potere vogli quanto et queste Jacobo, per et legati li a vivere; propinquo sapi, fratelli li primogenito amare et non al me ti furono virtuoso « el morisse, che al mosse: re Dipoi, propinquandose chiamò morte, dal et che per gratia, consequisse. nephando, peccato et lui hospitali, a stamento; teda ultima testamento, exequtione; serve volea concesso et lei, prima chiesie, a fu li mai facto Così fare prima che disse, se la de sentendose quale fu assalita quale marito lui ; che fu che re, dal fece suo dal seperata la operando lente, vio- cosa durare. propria Li tuoi anima 318 cari. bavere sarai Sarai temerai faticha. tranquillo et iustitia sia de de' costume honore la prodigalità le richeze, Sarai avaro. che che fructo le et manco molto et loro sarai tue come tempo quilli loro a fìa et tento, con- de più abondante: regno mai già aurechie de pria prode dominare a potrai. li tatori repor- discordia. veneno cura la del thesoro el come de sii meglio seminatori gloria sumatrice con- temperato che essere povero Chiuderai girai el possedere perchè pi- ma Sarai re. avido possedeno Non libéralissimo, fa et che violata, de tenace ; pace Fa regno. , r in gloria. savii fama uniti la temperantia cum audientia. avaritia da gliarai piacere de il vitupera po- liberalità salvare stato non quale la li Conservare studiarai, subditi li to tut- amare grato gno re- sopra iustitia, clementia, cum Non paterno vogli medesimo te dolceza. et nel successore, quanto puli Quando iustitia ; che et Funon mode- è 320 in et vita in morte felice duncha memoria fronde vogliono Sforza, Eljsa neremo donne inteso scriptamente De Elysa alto et 27, U infra hebbe la fortunato Leonello, de verina, in lo fu de formosa; San l' alte infra- Severino, oppido de de minia, Fla- nominata Elysa, aetate de al styrpe Sanse- dotata di trimonialmente ma- Questa grandeza anni signore parthenopeo, mediocre li figliuoli mesi, illustre regno fu a come congiunse. lysa suetudine man- valorosi de alcuni la po- di Sforza altri quale, pervenuta cum che de figliuola quindeci, laude, la fia. Sforza li una A fu Cotignola, da Atendoli passare. exemplo, optimo amore ombra humiltate et sue dolce sincera cum cui le et sua probità cum ombra, quale la sotto che quilli, de quale laude de corona la honoraremo il gentil Gynevero, el de sancta; E- et sai as- egregii co- 321 stumi; de fu Hebbe assalito cientia et vedoa, havendo mesi gravida, spirito, quasi li amore facesse dal che la servo del menta che r infinito Hebbe del Elysa unico figliuolo, nome Roberto, de Roberto rusalem, che al per de re a vital ogni il grande per altrimenti tata presenvesti- Pompeio, de la per occisa vidi ociso; stato subitamente, li amore cui essendo insanguinata fusse cadde morta la essendoli sangue credette de non marito caro il scaturiente tima morte, de quindeci perse portava; Julia, xvii merore, non subita de anni marito; troppo per pa- divenne solamente col stata era morte, Lei compito che in dolceza, tranquilitate. aetate; sua presto ma cum a colera , quello temperava sta. pre- quale subita da offensione qualche per aninao, prestante fu volte le lingua et ingegno per portava. marito caro fu quale la dolce Sicilia et quilli tempi, uno imposto memoria de Hie- se a 21 li 322 codici digiii scriptori de fu fede, maritare de gloria che et el cum tema per mali de tia, fusse benedictione; dictione de' in beati; de come Dio li fa non in et de prophanati ne et sua beneè gratia, diventano la se pietà maledictione l'altra de nandoli do- figliuoli cielo la ne la divina contrario, et Dio li de in lui spessa in soccorre, questa de gloria, la parenti per pre Sem- gratia che et et infan- natura. laude lei coretto generosa perchè terra alcuno et nu- figliuolo, concedesse splendore tanto che li a me, l'ar- sdegnò et alevare, spesso de d' caro presso del consolatione havesse et lacte suo non la Dio, potesse viduitate. havesse costumi orava altri portar nutrice inquinata sangue el proprio non ad l' unico possette propria dar observò perpetua nutrice, costumate può sempre Quantunque tricdlo. essere mai abandonare volse figliuolo,fin se Costei re. volse; se pudica Mai di re se vita ogni seri mi- gratia 323 felice privi. Oh degno in de esso beato, del nutrire el et costei, del fu de spechio stato, né violare fede, altra il per consiglio cento de mai che stre- gloria quale per per tuna, for- né volse mai piente sa- cum peratore im- Italia, tutta de stipendio cum ducati vintemilia et de militare divenne, armati, de la cosa che de et et thesauro, per per : nimità, magna- 1' arte in Percliè clementia, clari et vera né de ornamento, latino, nome de de pecto figliuolo! costumi unico veramente casto liberalità, affabilità, de et belleza, corporea de iiuità pensiero homo l'anno, tolo ti- consequite al mondo. De presso figliuolo tanto la non sangue, moglie et gular regina de de Eljsa, sphorcesco suo a istessa sé illustratione, di sangue tutta che Macedoni Phylippo tituli, del nobilissimi dato ha splendore la del gloria questa G-recia, cesse fa- Olympia, illustre de co man- per li sin- Acedoli, per l'ha- 324 figliuolo biuto tanto de cha, vixe felicissimo figliuolo Fu de matre gna beni- ciascuno; superba, né non essere per figliuolo, altissimo tanto de consorte pitaneo, et Leonello SanseA^erino lustrata, il- vedoa sempre verso ambitiosa dun- magnifica come humana et fu Elysa honestate. de piena Alexandro. ca- capitaneo, sorella et de , dui et glorioso Lombardia de Oh fine de Atalia losaffath re et parenti, tanto se accese del cupidità , per re, da fece et moglie ogni sé Decidere proprii de figliuola essere di paura tutti re, li perbia su- regnare, sorella re, di descaciato che congiunti figliuoli, excepto de et feminile et fusse Perchè Sphorza! l'ambitione ne la ne se elatione senza Elysa come Acab figlio Hierusalem, de humana stata de loraam de Israel, moglie de re felice havuto fama benigna et principe. haverebbe quanto fu che Sforza, Francesco xandro Ale- Marte, de fulgliuri capitanei, loas, piotate, de li picolo 325 del fanciulo, figliuolo fu che Ozia, salvato cretamente ferro cum ratione de morte piceli neratione de justitia male, be septe de loradam, anni hebbe che rati la et fu ambitione. le ne li alevato da la a cibo de gli de de porta de Così sua Mulli, a vuto be- et la essere vermi, force scele- pietate senza minuciata, la Atalia di lei tri al- la reale mane li cani. matolo chia- et superba quali fu tartaree supplicio heb- mandato lei levata cognoscere le a verante perse- come la fin futuro et al de gela Atalia credea rape senza la come per nepote ribaldi, come tutti pontefice, messa il sangue terno doppo populo strasinarono andò che quale de et dove perdona morto, furore sedia, non cora an- gene- de Dapoi, summo re, a occidere regnata, Ioas fusso fece grandi se- Et altra David. gliuola fi- Atalia, cum et re losabe, nutrito. et et li mascoli divina sorella crudelissima la de la per figliuolo suo sera, mitale mor- se ne patire etr superbia et 326 Sforza Eìysa pessimo mente, de priva vixe peccato, la Per virtù oratione de la a cielo, regina del trenta giorni et una il la avanti, ora- sua gloriosa seppe, to tan- catholica- deiunii, elemosine cum tione. dunclia, tinua con- Vergene de tempo fine sua per , la qual cosa andare al fare ad de tempio ad venne havea la giorni et donne, fu oppressa circa de visitata in et exequio fu il de pudico de tutto corpo drappo alcuni stata nobile septanta; la a vita, beata singular clero, bolognese la sopra barra l' cum nero la na, cristia- et pompa sendo es- per devota el ta Giun- infirmila, da come funebre cum gratia molte da pace ma pri- Dio. a et anni infirmità, expirò vedere questa Bologna et 1' unico era dimandata fu quale dove come che a Vergene, desiderava morisse, per Loreto a gloriosa Bologna, sempre Pavia reverentia figliuolo,quale che da parti se nata or- armo , sphorcesche, adcompagnato da tutti li 328 hebbe bruna; ricta grave , capo sempre molto de il portò veli. belli de et Fu ingegno. sto pre- iocunda parole sue aspecto ; sermone, le ne equale, ornato de neri, occhii l' andare elevato et fu pingua; et ne optimo de grande, gli biancha dentatura donna che presto più Fu fu duncha Costei carne sime fortunatis- le state grande. et macra siano che fortuna, pigliando , piacere sempre altrui cum specialmente la a moralmente effecto spondea nione accidenti Lei di cosa certanti, che ad a provido suoi audire. lei piacere et qual lecto ma- , efficacia la per oppi- cum , giore re- sue solvea quale et sempre argomentava et et certandose mensa, hystorie. et samente virtuo- contrastare, qualchi de de motti cum accendea Bisognava che lepidi colpi se l' ingegni bene, altri ingegno, subtile mondo; di- grandissimo era piacea, et del sapesse do quan- fusse che de da li schriraire, 329 che restasseno non honestissima mai quale et lasive Fu raarc. de r fu honore optimi homo simil fortuna, li accidenti, insieme de del cose felice, per ! alevò Fu costumi. in misurata et la Non prodiga, cupidissima la cupidità perchè è segno del coropto pecto; et de non lei prima se honestate puote sono di manifesto in avaritia et me ge- nephando è donna, et ma prodigalità nella tenacità de sima grandis- la perchè tempo neccesità fu non cum donna ogni gubernare la de tato do- esser vitio speranza mondo inexhausto de et auro, la rito ma- grandi, in cum caro quali famiglia. et del amore secundo liberale, existi- figliuoli, Anda- exempli et le prudenti Carolo, et le pre sem- castissima et gratia donna dui splendida fu parole, sue poterono tutte Oh ad Hebbe et le se et sopra de lao Fu pudicissima observatrice. vigore ne giunti. de bavere: aquistate, lei gnando re- ," nulla tie substan- le che quale cum 330 lo honore perduto il mai misere le et reducte; de periculo et speciale peculio A la donna conviene che quello casa pensano sensualitate sue custodire il et il per respar- 1' ordinata ne gli miseria non le lasive. mortale mio, in sono aquistato è toli da- et . fede cum virtù Questa loro, de tanto discreta et è et damentd Di de lucentissimo sua le et mestica do- de le fun- vero diciamo et che gubernò cum misura, dore, splende priva te solamen- non la casa dispensatrice, ma de le fine. famiglia et la de Diana avaricia; substantie et de o concludendo, prudentissima cupidità vero manco tranquilità fatiche, prudentia de è le grande resparmio iusto de che, questa la et ava- consu- felicità una to quan- et accrescimento famiglia menti il non che richeze, cupidità disordinato et misura adiumento laudata, la perchè mamento; et fìa marito. dal guardia detestabile fia ricia in fu vatrice sal- quelle 331 augumentò, de ingegno fu lei de diremo? li molti fu famiglia da et fu in vaga dance; benché troppo le de suoni, honeste laudava, de per ta tan- fico ponti- le Non dignis- de siano né illustre costei casone donne? l'alte de li vieri spar- apellata. in opere u- a li questa che pace, fin secundo memoria, de memorande non che virtù beata questa et pace né sanctissima maximo minima lieti Paulo tanta sentivano, se come il il parenti de mai; ululavano, per con- et una la già moveano, unione; virtù da (non) cani unione marito, de' possiamo, pur fremire sima ella serve, per sentisse se se è che discrepante parola li amici, dire cavali infra visitationc la de nione che non famigli, nore, concorso donna Se Che fratelli, figliuoli,nepoti, sobrini, de et mane ornamenti. felicità,che tanta cognati, et proprie egregi! , di più le cum tanta tune for- grande Certo sì. canti, feste fusseno, ocio le state Lei et non fugire. Il 332 piacere, suo lionestà de la secundo il presso motevolo pieno, foresta, la era in stasene lare par- ucellare per , fiera, sì era asuefacta al Nymphe, il cui foresti altri fuori al la ben marito afaticandose, coperturo fasani; trenta alto due sopra seicento et loco due cum de certi lanze cadati rete stra, mae- ducente perdice, distende, tordi fra le in se pre- fronde; in terra, che insieme poste et che ragna, se ucellini mata chia- rete mille la a gnarola Ba- magnifico la cum prese et come del cinquantatre et de pestilentia lei, aiuto cum quaglie, la per suoi molta cum palazo ofFendea, cita na, Dia- quisti de essendose transferita che Dea possedea. tempi piaceri, famiglia sua la meritamente gli tre l' al- cum de ad l' arco, a cervi tempo nome Infra et et sole sarebbe se faretra caprioli li caciare questo a caldo, facilmente la a et temendo non che fredo, et caciare; et modi, varii cum randole ti- , se congiungneno, che parete 333 apellemo, ucellini. quarantacinque cani livreri come fiero donna die le de chissimi un de tempo, ticha vide. se cavalo dextreza gea parenti et pudica tia. tia et Sapea et dotata. de Fu prestante fa- honorare de li le amici, laude, et animo Fu gra- lionorificen- cortese, fu de' reportava magnifico pietosa, Quando publica et re- et nuptie ne carjtà cum ; mano, equitava. ad molta sedere optjma cum casta descendea cum a altrui. recevere quel aiuto fieramente intraveni'a sapealo in et honestate cavallo quello Gubernava et Montava et il et ri- et donna, una senza dili- camere, solazo più come l'uso per lecti. in Mai brazo, non egregiamente sparviero ucellare. da morbidi et al et adorne sue va, bisogna- involto mole tando sal- lepore, caciatore, fusse renti cor- mente, gagliarda- secundo lasso el cum cento- cum lasso, a correndo, et et Et decesepte prese cato millia tre prese et catholica rale, libevirile et 334 caritevole houestissima et le despreciando savie cum or dolce or havesse cum falito, cando se- , la qualità del veza certo tempi tia et ha che '1 Vivendo piaque in al forza, non che poterono; li da armata del la summo plenaria auctorità efFecti gracia in onorano. coniugale, lei de del cum resistere che essendo de' divini de religione, indulgentia, passò dati, man- dal cielo principe terra, tissimo acu- assalire, modo, per non Saliceto spiriti vitali Christiana come habiuta li in presen- al cielo naturale morbo con- quale stato del corso la latino questo lei perchè le dato nome de mia a per gra- mente, Ultima- la retrovai sue, et bontate et potrei; splendore sangue, peccato. non me opere poco et secando dire scientia, molti fallitore virtù le pieno, a del crimine de per Sapea reprendendo cum chi vestire, lasive. viso, or parole aspre tal fogie turbato mostrare nel rio vica- Cristo per de et lesù, la sua questa 336 Come dilecti. ancora de Grinevero del donna fìa boutade che sarà felicità una infrascripto, se recordata. 29. De donna duchessa Calabria. de Hyppolita modo altra de la animo; nel Sphorza, Hyppoltta quale per de sapere quanto sia la laude prestantia et fato pre- illustre sangue, immortai de sua altra una Sforcesco degna el ornaremo duchessa Sphorza de , oltra Calabria, iniuria senza de' parenti la in quello Fu sarà duncha Francesco de Milano, per possibile, et che po- to ornamén- le dare maritate, recordaremo. figliuola coltissimo de più che infra virtute, Sphorza, sia che lei, de gloria, costei gine ori- per , Pur, spectata donne, costumi per tacere muliebre di donne, pare, illustre, scrivere. cose de et tanto laude sarebbe altrui, de donna stata 1' altre tutte a Bianca de cara cipe prinMaria 337 duca clyto Calabria de del Fu fu del in principe de mia la fie che la de porta fu de pho raggi tanta in li canti a mia nobile in de et de palazo felice marito guinea consan- honore balli vie, che Li vedere. fronde, la fiori, Milano de in strato. era nostra et stoni fe- Eraiio belli titudine bea- una andò madonna, de trium- spectaculi et la voglio Benti- et Aragonie, le et Da palazo de per felicissima donne lo honore ducal insegne canti, al sponsa, pendenti suoni, fin et rito, ma- possibile, receputa. cita sphorcesche in quello adorno, et 1' altre ad madonna, cum vir- virtute andò Bentivoglio, lei, renti, pa- de ogni nostra, excelsa de fede cita la gloriosi abominatione gloria. Quando ogni de de mogenito pri- tutte in inimica avaritia li sopra havesse in- nando. Ferdi- re excellentia grande cose, lo Alphonso, da dimostrandoli, tute, de serenissimo alevata cura r mogliere et consorte, sua la contro cum molte citate ad 338 egregiamente cavalo, belissima ad pompa armegiatori molti a sforcescha la divisa, tremolante de pinete divisa Nel hebbe li et templi legia- sopra in et ; girlande cum in aste cum scarpe duo giorni più lochi altre vedere andò al mane, milmente si- et rosse a de corpo monache la V cosa de altare quantuncha far haveano de anni non la del quale vestito ecclesia uno cosi al sedere corpo consentisse sia et reverentia ad sua che che monache posto bertino miranda, certi le Catherina, beata damaschin r ad li seculare; dignitate Cristo quivi devoti, et de che visitare .caro pii monastero de corpo è de tempo dimorò, de seta gallica fogia. la le di sphorcesca; calciati de et sonagli et auro, la a de celatine haveano capo citadini, ciponi cum fu dissimo gran- sescalchi, fallerati cavali, dri et generosi nobili de fogie cum vedere, de numero che ornate, da pra so- ; che to mor- sedere; maravi- 339 gliare, perraetendo simile, le de vero 0 reverentia, cum auxilio una de r altare de oblatione, scranna scese devotamente dicendo donna, corona conviene. se coronato, fu lei come ha quivi, Fu venusti, li dava aspecto de che belle, havea le cum fu de dita gratioso. in acenti Legea et denti Lo maiestà, Fu eloquente. suavi longhe. grande hebbe aquilino belli, Fu Le colore de come stra no- laude. poco mediocre. che cita maiestà. grande che la et Hebbe grafia. grande presto in un in corona bionda, naso la Dipoi vede. lassato ta bea- ben quella biancha, bella, occhii de benivolentia aeterna la d' alhora Et se una costei A » stato è sempre qua sopra de capo « : cum pose in argento facto corpo , corona in felicissima sancto egregia et Dio così effeeti Questa al havendo sponsa, volte magiori sancte. sue cose le a più mane eburneo, aspecto suo et mansueto eloquio facunda egregiamente resonantia, et et cum inten- 340 che cea, la legere perchè acendesse se generosa, difesa tanto da ofesa fusse stella, che, fusse permetesse se deverebbe se non iniqua qualche quella gloria; per accendere magiormente la che virtù le a egregia; faceva se necessario era libri, li morali spesso vile persona Di- latino. mediocremente, assai dea, far senza nel sepulta , Fu vitii. di fango ire, li suoi sue furono tia quelle misere niva le discordie via, levava tia et a infra reducendoli pace. Fu habiuta in reveren- la li fabilissima afpuli po- gna beni- loro non se le fama; modo. che et che a che pudica sancto cum dolceza compassione donne in di era Havea matre. pace familiare, era lei Le rechedea prudente, che sue et Dove bisogno diceano le era timore et dolce. carità, populi. il et rasone et amore, li da sdegni modo per singulare colera cum sempre prudentia, de donna Li servavano con- amo- rancori li suoi ad a et sentiva, benivolen- devota; de- 341 iunava in spesso dicea contemplava, orava, quentia suoi officii chiesia del castello habitava, audire, Vivea loco et de religiosa. lochi devoti et pii, la chiesia de facea et li cipuamente pre- Nuntiata, Era ele- giorno Ogni dare et la devotione. la a Dio per molto Auxiliava, carne. de potea, le persone che fusse in miserie de la magnificentia cunda et quanto sua consolata. a figliuola lei Dio et de al Dio le che rca pa- provato In anima Fu de munifìcava, paupertate. la stantie sub- et adimandata, havesse proprio proprie secreto povere senza sue donzelle, maritare vera andava. non , quello in sacerdoti, da oblatione vino pane se mes- et molto. corte tre come grande la dove fuochi mosinatrice sua volca templi cum templi In Capoano, sanctamente, Visitava fre- cuna vespro altri ad quando il et aqua, orationi. et giorno ogni in et pane le questa io- vivea libéralissima mondo, non come che de 342 liberalitate de spechio Francesco, ducento fratri, castrati, biada fu fu quale de valore che Saba; extreme d' parte audire che al et preciose Una de la tempio oro bella quando cose offerse volta et Carolo del la , cento, sei- ducati circa essa, che passare la a mondo Salamone, talenti cinque molto et geme valore. de Constantia le venire per de gina re- de paHita aromatario, Manfredo, et magnifìcentia li offerse morigerata ti mol- strame vedere sapientia de sto que- provedi- bastato sarebbe a zuchari, et ad cosa et polami, vino, cere se- mille altri li pane, spirituale questa del presentare apresso bellissima ad fece cavalli, da capitolo circa de vitelli, molti molti menti, sancta observanti raphico capitolo, de facendosi frati di generale felice munifìcentia. tempio Nova, la de Maria ria, Ma- cosa et nel Neapoli, In Biancha ogni in furono quali de et Sphorza Francesco donna, expulso Varano, moglie del fu sta- 344 andò Quando la maire et tre, ad Neapoli, de una facendo leazo, fratello li privato, de li milia trenta li tempo poco honesto illustri, grati mai la dignità titolo facea de mai et paonazo la regina, di la prestantia: veli de molta fico magniquesta per che ma in de la Non le vestire; drappi sue rasi politeza grande ornamenti se radiso, pa- avaricia. de turo fu- nel compagnia nel li suo effecti li geme de cum il duchessa assai neri, quali expenderebbe la erano li suo de sumptuosa cosa per che non fugire vestimento eran lei, meretrice scelerata del Dio, investita una per et per munificentia sua fu si a chè per- ducati estimata, et Ga- tanta si Dicea animo. de durarono, bisogno, duca contanti dette fu al Hjppolita, fusse clie dono geme, el essa piaque ma fece speciose de pa- retornare li estimare quale del per matre essa tare visi- ad morte -partita sua colana non la per la a Milano ad del honcstade, capo sotto 345 li el quali gratia, la opere fama pudicitia de integrità la grandissimo Sapea la per sancta come dictione di le sue del suo de era li varie falchoni, felicità di religiosi timore de' cavalli, de numero fogie vento. le piene Non le donne che Dicea aquistai'ebbeno del cielo, spelonche, li che stava Dete- vitii de et cialmente spe- donne, et vogliono honeste, che vanità, haverebbe che quando regesseno. inpudiche quelle agri- audire. angoscia le la che Dio de vituperava di cose degl' homini, regno le ne de et ad el cum nel tenere. man- le de populi facilmente cum come et de exercitii virtù principi più li li de una cou- , cani, sparvieri, et et de de' arme , cultura, regni, cose. le de aquistare de le tutte disputare la et donna Fu di et illustre pecto hystorie, le de de de Sapea urbane se in stati ta mol- iudicava quale mente. doveano se rendea naturale parlare quilli volto venusto essere vano vestifrasche voluto 346 che una facto uno nesto gentildonna sputo fusse non furono lei tanta lazzo. roni fugiva erano citate et li so nate donne, Lucretie et che intra lasivia; cum le et le maxima che et ne be- ma riso. Cinci- le Curie, splendide, san- antique le de illustre gliuole fi- grande Catone, alcuna sentilla senza è chachi- Fabricie, le de et casto intra infra savio di mai havesse, infra ma superata, essere quali perchè parole et Sulpicie, aetate, del li ruinavano fu altra giovene, proveta de che Non una se suxe- morbo, honeste piacere Non destia mo- tarsi, depor- mali, modestissimo cum cte de costumi. in fuo- el regni. fu Sempre egregii de quilli dol- et adulatori, pestifero come dicea nante li de parole generatione cum ho- grande cuna reportatori et che virtute Sapea excepto gesto acceso ogni cum liavesse Le haverebbeno nel cho uno stato. de che ceza, et mai da laude. essere Quando tata exaidava 347 audicntia che Se da uno propria gioso alquanto le la sopra spectacu- volte, in gesto el guanto alcuna guanto divino quella et gli la au- spinto da el cum volta la gliato spo- distendea batendolo camura , Alciava suavemente. volte era dine, mansuetu- nobil natura, mano, stava, et le a per dextra piedi uno parea traheva dientia, in maiestate tanta cum lo. clie et occhii in poi quilli li a a quali , audientia dava, veneratione, no, li diceano: quando che regina, Oh ludicava beato benivolentia modo se et regina parthinopeo se potea; costei che stato più el » Che gratia, virtute, tate, il stata se molto , haverebbe sia regno! donna, magnanimi fusse Dio, Signor diceano! vero de facea, gì' ho- che 0 tutto fusse non ogniude quello tempo el quanto tempo il sarà Mandava « sti, cele- gesti pareano de tanta cum condictione satisfacti quali calava humani. le secundo mini, che che non et potuto per regno chia- 348 mai né il Non beato. mare el altri li potentati, perchè a de le facti verebbeno cadette lei a in disciplina, de et in la litare mimo ani- de a haverebbe gloria, manco alcuna valorosa altra de figliuola vera lei strato dimo- dui Hebbe che liabia donna, lo et invictissi- Sforza. Francesco duca mo per , non come tute vir- quando ma fusse ac- sua forza de et lege guerra, docto ingegno; apertenuto facto di marito havuto gloria Non la accidenti li bavere dimostrare per ha- se dato Italia. tutta a lei, in Haverebbe prudentemente pontifici, virtute, sue reverenti, donna. tanta temuto de splendore de minacie le regno de haverebbe figliuoli uno maschio, , nominato et pua, memoria in che marito, quale femina, una sationc, copulata ad la celebrata per quiete al nominata de figliuola, de principe Ferdinando, consobrino la, Isabel- genetrice del la habiamo; pontificia de Ca- li italici Zoanne dispenstati, è Ga- 349 secundo, leazo Questo lano. de de dosso, fusse de morto, et litudine; La la a figliuolo così et processione a dosi creden- giorni matre, pietate per che la Dio de retor- pristina Neapoli, tanta va- la per fece dona, 1' Altissimo perchè a- oltramodo ne tutto haveano uno xiii gloriosa Vergene, il nasseno pietate circa accidente recorse la stantia pre- cade levato, exanimato. dolorata, et fu crudele questo et li quello modo come na, don- travagliando cavallo, per co uni- Capua, grandeza per animo, gagliardo de Mi-" de excellentissima la giorno, uno quinto principe figliuolo stete duca desse ren- , la salute al essendo al figliuolo, figliuolo. giorno uno chiamava, confortandolo, recordasse de de non Cristo lesù la ; et strido, figliuol mio, intorno animo lui et lei et « te se fede morto parti disse: come et come se lo che et misericordia respondendo, pianto lei franco cum mente, Ultima- cum 0 cipe, prin- ho per- 350 ! duto andò Et » la avanti et che figliuolo, del che oratione, spiriti matre, latione, formare che al braciandolo, da se debbe, tutti de tenereza che la tutti tribulata tanta conso- piangevano. la Vergene, oblatione potesse la del pie- ad corse a- che tenerezza veduto Li a- gaudio consolatione salute cum la tanto conseguita gloriosa lute, sa- resusitato. hebbeno duti per- Questa haverlo per vita ad morte stanti quella la mato exani- lo prima figliuolo cum da ringratiare in parola, credere de alquanto divina, tate a piena salute forsi o figliuolo. fu essa la ne nuntiata subito tante partì smariti, del regina la cum se retornarono corpo mera ca- misericordia, pecto non li sua adimandò pregi et de de il percotendosi lachryme la ne ymagine matre paradiso, del ella de Da la et tre, ma- lei, per figliuolo, Dio, et et tutto el oratione diso pararono fu- , honorati fin che lei et vise. rengratiati et sempre, ' 352 ria del sangue che in laude ciba, de Infra se de ancora tanta l' altre de de illustre donne figliuola de de viduitate, honesta Thomaso Saluzo, Marchionissa. Este nobilissima una dolcemente Rizarda De da et lei Gynevero, cielo. in 30. pe nostro gloriarse per laude del Saluzo stjr- trovamo del signor marchexe claro, pre- , la che maritata in de stense, de volto do capelli di poco felicissimo Ferrara bella, et presentia de ma hònesto, boni costumi, de donna alquanto egregia; tanto devota, Il E- valore, occhii cum triumpho marchese principe. peli grandeza. raro, et Nicolao non Rizarda, nome festa singular cum fu hebbe quale et fu Fu donna neri, et rossi, et de parlare prudente diocre me- fu suo et ornato convenienti nobile di et a marchese. demostrando sempre. gliuola fiFu 353 fidelo come cristiana, in potea lei molta cum commendatione dini. Intendendo lei li humana, hebbe maritata femina, sin- cum Ma le la strana signor virtute la tanta è da splendore de che ve- inhonesta gli è nio. matrimo- del del trimonio ma- castità tolleranza, essere de a è cosa integrità conservata a perchè volta lege li mente et una sancta consigliarono in che sancte et la più dolore, per quello per levata tolleranza, niuna de e tore, cui matrimoniai despiacere; donna affanno dato in rito, ma- fragilitate prefato quantuncha et cita- , singular derse la al lui, signor reverentia, humilità marito, fusse '1 grandissima grande portando la marito, li suoi la de infringea , gulare che eflfecto come fede de Per de gratia et se ogni el li visse honore cum più quello humanitate. che quello tempo la de aestimava iudicare, cum persona fu de Continuamente, timore. Dio liavere altissima la per et amata laude. 23 354 cule formosi dui Hebbe Sigismundo, et di et valore nel disio, li fanciuli, lei, de Leonello de la et paterna non quali ad Neapoli de da in Aragonia, grandissimo La gubernò honestate la re donna sempre et li in cum castimonia ma pri- figliuoli. Alphonso quilli tempi in in mandati de corte in mai quella furono splendore illustre in principi Leonello partisse che se de Saluzo, dicendo vedesse Li l'altro, et ad tornarebbe, gliastri fi- dui fratelli sdegno casa, sere es- lo quel- dei naturali retornò non per essendo drieto sendo es- etate loro forsi et l'uno figliuoli, prese Ferrara, in imperio Borse, et Ferrara se lo a lei, giovane stato, paterno pervenuto li in cesse suc- longo Ma piceli figliuoli, et troppo ful- arme cum virili. restata il tia prestan- 1' stato, li anni restare Her- primogenito, paterno ne di ne come vedoa cum che molto Hercule, seno. figliuoli, et virtute. la paterna de casa grandissima et ffratia do 355 et quilli populi, andare de fama già non le a crescersi per seconde nozze , ma per propria bontate la quale ubiditte fin Che morte. et bella, de honesta la a belissima et giovene gloria manco pudica et a senectute lei consequite non virtute, essendo certo, la facesse et che viduitate, Antonia minore , de exemplo Marco de de et mogliere Druso, fratello de Tiberio '1 resto de Livia celebre per nii de per non del essere potere morto adimandata era tutte Lei vanti. de Octaviano de la Druso esso sua per più richiesta, lei a bella, fu state et da degni ; et che a- et iudicata fruire matrimonio dicea che fama, bona sperare marito, in et in li preco- superò sua la sanctamente consumò, donne giovene rone, Ne- marito sì socera la che Augusto, suo viduitate le de vita, doppo sua Germanica, guerra sotto et consorte, morte la triumviro Antonio figliastro che figliuola sua Octavia fu viduitate, clara ancora el stato signori quando el 356 li marito Non vivea. altrimenti nobilissima Valeria, facea Romana doli essen, Sanio morto che li dimandavano non se il la li marito Fu donna de belle, et la lei, ad di ritarse se maritò Maria nacque maritò figliuoli, lacobo che fu insto. chiamati poi Quisti fratelli de ma- Ioachino che loro de la et se quatro luda Simone, fratelli ne quale hebbe lesù de Vergene, Tadeo, quattro sdirebbe, de- figliuola morto minore, nominato li desdisse secunda, Alpheo cum secu- spose Re- non Maria Cleophas, a nel Anna, che honore nozze. cieli,non volte, tre gio- che de genetrice imperatrice donne vivendo vero essere perchè Isacher, rito, ma- per secunde le a vesse do- se degno desdice non fama, pudica lo, andare consiglio vedoe, le a sempre honestissima trovando maritare, perchè che la prudente cum perchè vivea. confortata perhò quilli a rasone dicea remaritava, caro vene marito, suo et Joseph furono Christo, es- 357 sendo nati dui de Anna sorelle. poi, secundo suo el fratelli nominato terzo, molta magiore Sì a che, lei paterna vivea divina iustitia, suoi che el che de Dio; et che et che in speranza quella la volta una stato paterno in era veduta, di mancare se- li bastava et ben le a volta custodia restituisse non li a figlioli. Così dunque, la sua vivuta li la sotto potea non et casa, che certa andare una la- evangelista. maritata; stata essere in ma nozze, cum , essere desdirebbe non sto que- Christo, Ioanne disse, cum De nacque lesù a et ancora cunde la terzo simiglianza cobo copulò se Salomone. matrimonio due Cleophas, morto marito, de et honesta circa duca, et di doppo r uno anni trenta stato, Ferrara ne doppo r lo rato aspi- secundo rale, natu- morte altro, da genito, primo- come creato successa essendo absente perveneno Hercule, la speranza viduitate, figliuoli, quali fu questa cum de li prin- 358 loro cipi oltra figliuoli stato paterno, tanta da li se ne gratia honore et clamenti de del dulci che veduti. Visse li figliuolidoppo cari la dabilmente de et Aragonia Ferrarese la cum amore sua nuora, et lati mesco- sì per et sì il per haveano se donna presso ad venuta sua anni, comen- de senza Elyonora moglie del rancore del populo. Questa donna honestate, quando 'a me al duca republica, in de parse sentimento primogenito, nostra non quatro primogenito, suo baci, consolata circa Ferrara abra- cum stato, anni donde singular cum et successo del rara, Fer- là lachryme, molti essere iustitia; et li infinitamente reverentia, tenere gaudio ad venne acolta grandi che principi Dio et fu figliuoli constituta, facti erano ringratiando de sima pudicis- intendendo modo, cari la in vichieza già donna, lieta fratelli, naturali et boni Hercule, nome essendomi de molta mi, costu- suo fato pre- la illustre imposto 360 et cata vita la cum dolenti il magnifìcentia. habiamo donne tia dare, certo Lucretia che il populo li intra- et ordine virtute et duncha, de infra insignire de pru- illustre questa l'altre benivolen- Gvnevero, participarà ne cum pompa nero, il nostro gene- corpo recordata, per honore et son La honestate et donna morto a la figliuoli, tanta grandissimo cura dentia de il clero vestito venirono illustri funebre et Tutto Ferrara, unctio- permutò perdita exequio convenia. di Li morte. honorarono quello extrema devotione la per trice, li la grande cum ne, de uncta quale la cum Estense dente pru- prima sua , nepote nera, de la de defonta la memoria benigna Rizarda de lei ava , da paterna: io feci più nereza sua lo nepote fìffliuolo. la quale, antedecto fu cara te- cum obsculata, figlia che tempo presente, volte et nel del come duca 361 De 3h Francesca Bruna de Ar lenti li Bolognese. Non lucubratione, nostre cieli,non laude la de mia la fu fare possiamo la sì fu amore nigni be- debita cum dolce consorte", di invito per de queste a agiungiamo virtù vero che memoria in perchè intera lei fede del , matrimonio, il che per virtù laude; et amatrice; fu el sì perchè et sì tute dare, che et sì da ancora teneramente tanto ctissime lega havendorae vivendo, fianco, in el ornare per lei fu sacro veduto gloria da per de vir- per Gy- nostro perchè mi a dovesse sempre amato, del lettere le state sono poca non de perchè, al debbe de afaticai-e quale nevero, fu sperone donne questa meritamente splendore ingegno quelle che in continuo mio hoggidi rara, levata castità; conservata trovandosi sancta essere la et vato; (Riser- fui lei le san- matrimonio, finire, et in 362 fusse modo che stato sarebbe se , , disposta credo medesima quella a , medesimo et morte animo manco cum tempo et non fede, che moglie de pietosa Paulina Pompea facesse et ; , Lucio Seneca Anneo del preceptore , crudelissimo lei volse le bestiale et tepida la ne Et quando restata, certo son mio basso perdonata secundo spesa, et de le mio el de Mausolo de a rare hono- exequio cum non manco Artamixia re vivo andò né di corpo et facesse r tanto force, sue non , che moglie el faticha a terreo sepulcro amore fusse me aeternamente, nome haverebbe rito. ma- suo honorare per , incise col doppo pur che ; acqua, insieme morire vene, Nerone et regina, che Caria, de li che morto , fece fare del proprie laude, mie sarò le mondo. cose da Se io stri mae- gloria, septe celebrare essere illustri tanta de infra numerato de mane sepulcro uno fu le per che rabile mi- cose duncha le vera cum sot- excusato , 363 topoiiondomi perliò censori, crepatione et che difesa la a di quella cimi ad vorano denti pru- pia in- penitentia , mio del humano Questa mia Francesca, in che la citate nostra antiqua et privilegii di quilli tempi, de la Fu Phjlippo re de Franza. fu de' Megivilani La pudica la regii de Carolo lei de matre glie fami- Bargelini et lognese Bo- nobile da et et in famiglia sua perillustrata et da essendo altro aetate. sua ni, Bru- integrità studii, quanto de nome Carolo de fioritte giovene, li humani de hebbe consorte figliuola homo molto peccato. , in dare fu me anni coniuncta, xviii. maritare et fortima de bona ad di me loro et ; et bene intendea de femina de aquisite, l' animo. coudictione come richeze et sì bone essere Ma de poterono volse, non non la più lei, ma conscientia, erano beni de a polcella, parenti homini Costei nostra. vergene suoi Li le fortune non cita la sì chè per- quilli tali perchè in virtute intendendo 364 in torsi et me, virtute essere li li dispositione, se il exiguo contradicea che solamente quale stato et homo ad copulata la a vivere non honorevole non , chi a satisfacea: marito per mio ha- , argomentando sua in- 1' animo altro al guardare senza era, non subito aplicò ogni sopra che bontate, et disolubilmente verme assai più potea sere es- felice, sendo es- tute vir- de bone, ornato. Ringratiando che dico donna, Dio del di beleza de fu tanta assai diocre. me- occhii bellissimi dui Hebbe dono , pieni che bruna virtute, Dio Ma mana mente. laude ringratiava, de Dio ogni nifìcentia la le a honesta intendea opere sue dolce de 1' hu- a la tribuita per fugire el vanagloria, perchè da laude et procede, gloria et non sto pre- pomposa; quando cibo come più de né vana, laude tribuito essere et fu piacere, havea ben fu biancha; Non grandeza. fu honestate; grande de per per sua le cato pecesso mu- no- 365 stre quando ma raro, prudente le et polita la sua in benigna exercitio fu Fu de la ricevere sua cum rende. me in virtuosa lo guber- iocunda parenti dere ve- ne discreta et casa, li ancora curiosa assai donesco, natrice che cose; odore Non remota. ornata ornamento, et memoria, feste. in le erano Era parole. tutte Parlava parlava, pur sue politeza Era dobiamo. reputare opere et grata amici et in , forma che falcone. Havea legere li versi voluntiera de devota Quando pervenea de volea l'aqua peccato, vivande natrice. donna conscientia. lucro qualche dicea me Fu bona mane li libri de guardasse me non , fusse cundo de lei hystoria, sancti. et audire legea et lingua, parere in naturali de et le a assai Virgilio; materna spirituali molto facea piacere Plinio in posto ucellino uno le et perchè il pane, Se substantie dolca che presto le" delicate conscientia. contro sue più alcuna fu Se- elemosivolta non 366 roba, havere poveri de liberalità fuori de amici, fu una et femineo ; li fremire potente che Dio denti, in la proprii panni li et fu Lei avanza. che et a di et vestendone le zelle don- et che" quello poveri che mai per viventi li et la penuria la et sera li piangere pane, ricordava il giorno, la nocte, il , non morire do la fame) et dare gri- fanciulli poveri adimandando citate o- richi del se audiva fu che penuria, (se tosa. pie- citate sinistro tanta specialmente molto nostra haveano et mia pompe; cosa natura grande da pressa de la Quando per ha- li loro liberale, de de , , per in donne nudi glia do- quale mondo spogliarse, costumate et povere del per vane al et lei dispretio facto munifice essere vidi et gloria et In natura felicità loro parenti Dio. le femine, haverebbeno gratia più la disordinati ornamenti per spesso avare posto veano li li et sexo munificare per pane pietosa , consorte se facea chiamare in 368 che parea al Venne de de Di li giovassero li theologi de ligiosi. re- vita, sua per figliuolo, havendo uno anni compito aetate sua dam- confessato. li termine abortito bavere fusse non poco iustificati conforti vixe, grande ella essersi non per che che dubitando melenconia, nato fin hebbe, dolore, xxxiii , gli occhii, le al arme, ultimo lingua, el victorioso De questa intelecto venia et gratia et sano mercede et li parenti absente auxilio chiamare. lesù bona la suo che exaudita, a ciascuno et cum dimandò lingua presente amici in se , , ciascuno Dio conservasse in di fu tutte pregando potesse nome serasse chiesia sempre spirito ciò a prima la de prese sacrate fin Ma giorni. sexanta cum de stato li havesse lei, virginale offesi. o iugale, con- quali Infra , essendoli donna venuta de religione, Andrea grandissima et cara Beatrice visitare ad coniunta Bentivoglio, alciò liberalità del li et conte languidi 369 occhii disse et , benefìcii receputi la per da gratitudine di donna, et tanta visitatione caritevole che se , in andava essa Dio quente ad ctione documenti le la prie pro- denari, a benedi- sua figliuoli,cum confortato et se- obligationo dato li nostri a il alcuni alcune havendo garla pre- Poi, cuna Dio per salute, lei. havendo date et de per giorno, satisfacto Dio, luoco sempre mane et per , optimi Angelica , , prima nostra desse li a gliore figliuola, stato disse il quale, de sjmbolo Detto me- et fede, nostra lei, de che che trovare; la rechesta renclu- se Dio, potea non per aiutai. de serviti! che 1' hebbe dire glielo natamente affan- ben , , li poco quieta, spiro, la mancharli per spiriti vitali, et misse poi dicendo : anima sua « stette ! » a poco alquanto profundo uno Oimé che a Il intorno su- de patre gli era , disse: « 0 che habiate che è madonna paura: misericordioso. , Francesca, sperate » el in Respose pare Dio, lei 370 suspirando: è Dio, in io ma perchè paura, Et poi, la misera gli funebre al honore sepulcro che così, mandai. beate La che orando che dolcemente lei virtuosa che nostro claro fu fu fama de la vive ancora Gynevero, donne, in affectione in questa anima il vita come acesa fra innostro da lei pre sem- de infrascripta numero forma. la na, don- honorare per nel possibile, repossa observato; de quello cum per tanto sarza gloriosa sua se , Gjnevero, de fu mi re- singulti. Maria a iudicare possiamo de corpo et sieme in- me, coniunti, et de » lassò et suoi pianto honore le vita; la vada. me invocando, Vergine, beata de paura l'honesto ad biancha, speranza dove so altri de vestire mia pur dolente pieni Feci ho lesù et stamo la non spesso cum et Tutta « el de le 371 32. el bel Havendo de illustre la la me pare non de sione, reprenfaticha petua per- do, viven- ancora manifestare al una di degna quale, .instituito nome na, madon- scilentio sotto donna, de parso gratiosa passare la è mia degno nostra laude; mi a unica et celebre splendore et donne, felsinea nostra facto virtù inconveniente inperfecta, tace. se Gynevera, et presente duncha preclare molte al nome noi memoria che quella De il suo fonte sacro de , quello che gene figliola de' possedette del re la valorosa ver- Metabo regina , , Volsci. Il che ben dunque nome , sia de molto splendore mi a non , altrimenti piace a fine la beato; insito dal fiorente può se che ancora da suo non explicare, natura nascimento aetate, 1' homo costei et qui, triumpho fin chiamare habia celeste fin il perchè proprio privilegio, in de la sua gratia, 372 de fama nome victoriosa tarà al existimo palma, por- ne triumphando, cielo. Se debbo dunque per origine donna, egregi! de li , Così continentia. et honestate pudicicia , , de magnifica et in de la Lei, republica. tutti nostra lustre il- sempre de circunspecta nata è sangue, dignitate et questa decorati parenti, honori che sapere rale natu- una , et et in et beate bianchi più presto gratia, spacioso natura; la neri et naso beleza, quale dentatura, perle che , Li de procede virtù et de sua neri, che occhii, belli, sono el cum ; con- suoi honorando. et più presto La che molta perita che reverendi, cigli carne; et degne. son de exercitii digni donne, quelle versatione a li honestate pieni scientifica muliebre de costumi, eximii de gratia, de belleza, serena fronte Biancha perfìlati bocha da propria proportionata estende celeste colore da de la per state, hone- che mortale. de orientale perfectione 373 del li fiato el ha stomaco olente. honestà cimi honestissimo velo prudente et et rose Il che casto suo recolto, ma et raro che le viole cum parlare cum timento sen- parole suo che et Il coperto. dolce, assai; rono del , fano pecto sanità et capo pa- farebbeno per , virtute humiliare riso casto, suo rosati troppo et soavità, et un al colore de è dolcire magnifico de tanta non gratia che virtuose mane quasi simigliante L' eburneo. Il l'asentio, Le potrei. pingue, poco è suo l'ornamento cum da crudele. core labri, noi scrivere un il andare, stare summisso ma per , honestate, proprio che parla et mansueto, la vede et discreta et iocunda li amici ornati et El gusta. humano, et suo di nel parenti ne li proprio cibarse rale, libe- recèvere suoi prestantia chi grata receputi, affabile Il grave divota, Lei benefici! ogni de scilentio. beatitudine cum di religione, de cum honesto, conversare dria. habito cum conviti, legia- et è cum 374 modestia, grande temperantia, scilentio la vede maniere quando el sione, corendoli Come viso. timida et animo se lei stato et sarebbe non excellentia et de state credere come la et tene de spesso del suo minor che forsi virtù la siano se narrato; che la le più et al magnifico vertà pote vol- prestantia come lei ne non inpossibilità per et core, virtù, habiamo doglia suspirato, Dio a de generosi; potuto quanto secundo et fortuna et minio, do- pudico suo scarsa sepulto per ver habiuto debbo, se li animi ludico fortuna, che gegno. in- stra demo- parte havesse fama, molte gnosa vergo- onde stata tili, gen- prestante molte del generosità li animi ha generoso; affermo, bianco al infamia, de in oflfen- alcuna de pudibonda, Certo alteretia, sangue costume lei, la de gnifiche ma- ciim honesta sdegna se et piacere Dimostra exemplo. singular dolce piglia ne chi che politeza, et brietà, so- mondo, animo. opera ha ha- fare, gna de- 376 Ma costumi. chi a dico, ben per che felice sorte come sempre Questa donna, , vive in moralmente tiera maxime la ode fama honore, li veneno voluntiera, devoti divini che fervore, lei, in piglia mente chi laude loro viduili le la vede Veste et in fogie et riosa glo- li ofcum dolceza cum principe, summo in Dio la gusta exemplo, l' hano de messe, Dio de del effectuale dilectione. panni verbo et Ama sancti 1' officio Regina; casa dabilmente commen- luochi li come la de guberna. Dice cieli di ficii visita templi. che parlari. conviene, et rege et cum lasivi et lei a donne mondo oportunità che quello volun- gentile, al disonesti et ligiosa. re- religione. Fuge et faconde come quelle viveno et dine solitu- cum cose de cto, fa- ha intende et gloria state de tocharà molto, atentione cum sono et renclusa casa, Lege, in lui, co- donna! tanta Le beato et la cum reverentia grande honeste, et politcza et il 377 el et capo veli afflige donne. le Non lauda non inclinano se li suoi de de satisfare. Costei, cita Oh li a nostra se fu quanto che lacte il noi de celesti portóe, le de che tu la suo pupe sangue honestate fulgori patre, quanto consigli che meglio che et se a dureza de è circunspecta nostri la in tempi , trovare. possa quella Margarita, tre, fidali virtù che apetito ultimamente, et credo quanto suo ostinatione bontate tanta alcuno obedire, per : scelerate et dicendo prudentemente medesima virtute donne, li coniunti, Ama quelle a li de de et impudiche ostinatione per è de fogie et vedere. può non sum- lisamenti costumate persone se li bri lugu- li portamenti et artificiati visi le et lasive; et vane de Desprecia coperto. habiti ptuosi fronte venerando felice de ventre pudicissima sua quello et che seti et femineo sexo ! 0 tenuti il per nobilitato, illustra ma- castissimo sorbite, ha il il fra cum matre, et Dio et a 378 a che natura, la infinite festa, rendendone carissima patria lei A nore. felicità se sua che donne, desiderate, marito virtute. Voi sia ve la ciascuna. vita inhonestate in ad la gratia et né tanta fa- donna, iocunda et misere, vivete, pensate de casta voi Et duncha molesto pigliare exemplo fa (exiniente conve- fama honore, non intiera copulata, de ho- et per essere Re nostra gloria manca mondo), ad al la a de fatene et gratie et rende non non al stendo voi ad perchè superno, che dotati figliuola ! Alegrativene tanta ticha habia ve lasivando che sione, confu- vostra vita de costei de , in che laude vita questa celebrata. La de ornamento è opera, regno et facta già là donde triumpha; li nostri pudicamente quale, la ingente cum ad citadina che così del animi uniti, piaza insieme che sua furono divina tuo perpe- Gynevera nostra sempre , principe come è celeste iubila se lo a cum terno ae- lei» sempre Maiestà 379 contemplando, beatitudine degustare, del mano tanta possa per il cui al desiderato et rami in cuni odorifero nostro gloria Gjnevero; conducto liavendo amore , la porto carica cymba , le de gratiose nostre mandaremo ad vada trovare che donna, in nome, in a dove tia, argento, in vero, andrai fede, de la non segno ad de Sforza vadi de de et amore a nome Bentivoexcellen- sua de trovarla, cita, ad ornare se del illustrata che presentì se Madonna, Gynevera te non che perpetuamente. stare opera, glio, prima odorifero suo l'opera, excelsa debbe de eterno de la. mìa debbo forma. questa mia 0 la del gloria ne excellentissima quella Instructione 33. che opera, perpetuamente possedere, co, finita la a fatiche ' né auro, fronde leticia di et Gyne- pace. adcompagnata di Belpogio, Poi de fuori speranza, palazo de de non 380 iocimdità poca vaghi sopra del prestantia, et ameni et colli, Apenino monte situato in la là dice ra- donde , in de compagnia molte desiderio cum trarai ne, don- generose te nel prima , Tu aspecta. bel cortile en- cinto de , alte trovarai alto le sono bussi et gyneveri, giardino. Poi de facti scala, fia quanto odorifere li varii cum in el herbe de come pietra lauri bel un dieci gradi viva, larga pervenirai et palazo rin- fructi, ascenderai in quale, estivo tempo et dove che la viva, del vaghe ivi che fabrichato, acqua nutrimento, frescha castello, uno fonte uno scaturisse per et de come mura, , sotto la quivi, sotto mano, la ferro sapientissima logia, logia, le ; verso sinistra mile si- altre a grande non et overo overo tre gabiate, donna; a cinque fusse non alato mano, de sopra pra so- pietra; rossa questa seguente colomne, dextra de sotto firmata firmata quello, colonne octo se do logia fusse quella la nestre fila par- 3«1 di te, dove è Hercule, che fuori in glia scale del pogioli nelle de facie, dove quivi se tia, el et le ne convirebbe, perdonarmi, potuto ; et amore, tua compagnia; gendoti, loco la de spesso la mia Se trovarai le lei a adorne se la per acceptare la trovarà inpotentia. vir- clemennon quale de gran meglio speranza cendoli, di- ornata sua digni che le poni, sei a stasene. reveren- te non che la et fa dignase ma ella mane se tute monti citate. de tempo sue splendore octo lepidi rasionamenti, vedrai, la quel r la in che tia tutta una in et et in pra so- colom- fructiferi overo rechedendolo Come tondi fusse, le lei li sedere camere montarai trentasepte non sala, tra 1' al- bentivo- arma vede piano ancora in 0 de perbamente su- ne trovarai et pietra, rossa el et sforcesca, palazo, li cum 1' cum divisa et tiene tronche, scudo, fiero uno mano una uno uno pincto che fede, in sono virtute, sincere Son ho lein certo 382 dolcemente alhora, che de costume te li suoi io Ma thesori, possa lei, donne lei, dicesseno, perchè altra, defonte, di de bassa or de cum ho facto de quella altra vente, vi- fortuna, alta tù vir- degna cum reverente cum che responderai de sarano non et alhora viveno, vivere quella et honestamente che che de sieme in- alcuna overo questa et fra in- aciò sempre quelle preclare or forsi et volte, ponendoti se memoria me co- natura, venuta, cari più come contento. ben molte oscularà benigna sua la sii che dirà ridendo, de dire ar- tutte non , habiamo terminato vesse ne possuto haverei laude, et sapere; celebrare de ogni recordate le stato, molte io se vivente, debita cum de ha- la nostra citate. Come sarebbe famiglia felsinee de' Elysabetha clara consorte infra già chetti, Bian- 1' altre de Lodovico , Bentivoglio, tricio cavaliere prestantissimo, et conte che è et pa- pervenuta 384 reverentia, de gno virtù sua et Haverei fu nel facti; quanto viduile sancte, ha afflicti; per la parole li conscia et sono coniugale et carità, et cum de a è dilecta la illustre cosa compagna laude; mostrata sempre qual ha quanto di degna è effectual quanta et gliuoli li fi- che nome, stato claro Bentivoglii stato pudico consequito nel Malvezo, adoptione per Cleofe del consorte Mattheo cavaliere quella religione piena, de che merita recordare saputo Zoboli, di cusì bontate. sua donna vedoa, che madonna. Haverei de saputo felicità quanta de tute le integerimo de illustre Lucretia de Florio et doctore, da de vir- Fosca- la et dolceza questa virtuosa costumi nestate le sono mane consorte rara, recordare ancora la Nave, ho- sua le de , prudente Et haverei molto parole. presso recordato cara al la nostro sincera Gynevero, donna fede, A- 385 lexandra Zenzanina; servantia in de de' moderni in Baviera, in et Haverìa la Ludovico da la prudentia egregii prediti, Haverei tolleranza de de bolognese Romeo et magnifico de Pepuli, et che ma for- tal stra. no- grande la fuori, et Elisabetta tonio An- de del gloria già prestante ; omne cum consorte patricio la città la Bentivoglio, nome, de' la memoria dolce Galeazo in dentro civile, la de governo, li afl'anni seditione figliuola de li poco mentuare bon et cum de non siano altri che saputo honestate le bontate credo, virtute de Pietro, fecundità la stante pre- patri- et la perchè, prestantia del san figliuoli, quali honorano, per muliebre. Castello et vale quanto cavaliere Antonia, consorte et recordare, et che quilli tempi a virtute saputo doctore ; tile, Gen- figlia principe physici ob- de modestissima parlare cio la cum Gynevero esso vedoa, fu et de de doctore lei in , 386 del laude belli cinque pudico suo ventre, figliuoli,dui maschii, rissimi conti, grande honestate et sono ornamento de stato fatica che tuti et femine tre sono de cla- vedoe optima de fama, la stra no- citate. Non sarei me recordare la et honestate, in lo volentia de et et nel a cita de ha li ha il buon nel cum quanto quella che doctore fratelli et nome, quello per beni- del rito, ma- Roma tato reporgoverno stato gale, coniu- laudabilmente animosi figUuoli spale. Ancora la de glie mo- sincera la sempre viduile, le in campagna habiuto et li valorosi quanto optimo ha magnifico vendicò se del nata Bentivoglio, Albergato; virtute grande Lucretia quondam Ludovico in de mansuetudine reverentia Ludovico del et la et marito, cavaliero sua singulare ancora honestate munificenza haverei et verso saputo la carità il recordare grande, prosimo, cum et la 387 in affabilità del reza li de core, del moglie virtutc s' donne Haverei Elena affine, dino, porto che Bentivoglio se del denari et usi vita del in pecto fuori che che de quella nostro lei et subito ornamento de' bracio, per la et rustici, dare guardavano; gliò pi- alquanti al in et menando et cum porta li pessima lutuosamente, vilanela, una seco per tina serpen- la al cesto uno rile vi- quando la calciata similmente usò per vestisse et capo, le arte panni mia acuto de sapea li civili depose de marito, principe; cora, an- Goza- lui in coniuratione et novella sinistra lingua, Pino efficacia el salvare volere dirai animo, astutia et parole, stre illu- donna, de de la de per l' altre questa vale et quale clara. consorte quanto ingegno, fu de nepote nardino Ber- recordare, saputo la la infra facta e pudicissima cavaliere Gozadini, sue tene- cum Gentile, generoso do tante attinenti, fra marito, li et mati ar- an- 388 dando castello, nostro no, via il trovare per lui citate, la presso marito, Lia- ad scontrò et la per trovò esso peccato. senza Haverei la mansuetudine, de bontate et del iuncta Zoanna tute de la cum quanta de la et egregia sua valiere ca- vir- la fede; diligentia, et matre, con- splendido et matrimoniai sua stantia, pre- liberalità la Magnano, pudica alevato la Ludovisa, gratioso Antonio pli recordare saputo boni ha et exem- nutrito sobole et de dieci la stantia pre- figliuoli. Haverei del di de cobo nostro li morale manco Antonio de' Vernio, consorte fu Ursi, cum fede observò il diligentia li governo de la Ja- et amore et la curava de magnifico et quanto marito, Bardi defonto, novamente citadino nobile mercatante; buono non le et de benigne, signori animo magnifico parole, prompte che recordare saputo cum vita famiglia, ta quanet il et li 389 buoni de' portamenti benivolentia figliastri, et de' suoi nerale ge- parenti et amici. Haverei •laude saputo recordare Loiano, nel ha andare caro molti Zoanne altro antiquo et sanctissimo che hebbe homo nobile guardare più de et la a da' figliastri viduile nome; volse, se stro no- sangue, coniugale ad che bontate, de' stato copulai^e quando de quanto per conseguito sima modestis- coniuncta generoso citadino quanto debita cum Margarita, già vedoa, da ancora quali faticha stata è , li quanto , havesse nel li per reverita et amata sempre virtù rara sapiuto giungere probatissima de Margarita maritata Domenico egregia in quisti tempi a lei, de na don- trovi. Haverei questa portati, ventre deportamenti optimi che se proprio et la già nel de li donna una famiglia prisca ancora mercatante Odofredi, la altra Beccadella, nobile de a cita famiglia nostra; 390 li teneri da et vechieza il in marito mandò bracia savie questa ha se morto cum le paterne ambedui pietosamente tal cum parole suo uno in quale sua aqui- essendo giorno sepultura, la Che uno figliuolo, caro a fama. virtuosa sita in viduile, stato et fin anni, et pacientia il superando ' merore , la cum che rasone, commendatione Et di femine tute, et ella alevate tiando doverebbe nepoti la per de lui. a Che r altre pietate De haverei fia questo in faticoso nati dipoi, la vedere costumi et ringrade in plo esem- cum pudico aetate gliuolo, fi- coniuncta li recordare giovenile do quan- unico gloria, optimo vir- restata, è suo de una quatro governo del morte boni saputo Et pacientia, donne, et quali possare, al Dio, al restò singulare maritate. bene quindeci de' cum grandissima cum laude figliuoli, ha va. maraviglia- se quanta cum governo lei de in homo ogni una ta quanaleva. tronco sua gliuola, fi- svedoata, 392 pudico tanto in sandra sua centio Paleotto, Et figlie drovando, del in Grassi de' relle, so- Nicolao Al- Sala Antonia matre, jur- venuste Camilla maritata già noranda due patricio de et pudicissima una le Vin- de illustre nostro de Ca- cum figlia compagna, consulto. r Et nome. loro Elena, et la famiglia 1' altra et hola ne , de' famiglia Zanchini notabili catanti. mer- , Et maritata in fìano viduile; infra donne de voglio longo in al haverei nostra tia nella le stato de quella al Augustine Quale non porto. fuori viverite il fiero Maloxello, le mie dirai che come animo il et nostra Pogio, cita la de ancora: Angelina, Rognatico Pur non essere de nave recordato de sarebbe disiato nobilissime per la gio- sanctità la altre narrare, condure de citate. nostra più fatiche io la miglia, fa- felsinee l'altre molte de già Zanchina spechio uno et Bianchetta, prefata la che vene Gentile de astu- vila- moglie quale, essen- de 393 do incarcerata de in citadino rasone de lui, pose loco suo, in ad infirmò volea al vene carcere ad portare nel il per elio in fece lo Angelina, che et in el ad venne tolse gubernandolo le de fece una mera ca- guardia. de moglie lo lo superiore la cum de noverca figliuolo, et poro, stino Angu- incarcerato gubernare; la se che lo se quella, donanti, de vore fa- al sinistro per et nire ve- per figliuolo : casa, tempo Pogio, incarcerato morisse, non gliuolo fi- del consiglio per dubitando chè per- debitore, Et actore. in dcmonstra- essere gravemente actore, difensare; lo lo de figliuolo havea Bologna, suo, parte el non Augustine certa tenuto quietanza certa specta- per havea potersi potea come che Ferrara, Angustino tia instan- ad Canale, carcere per de Di di bestiame esso per del Hieronymo bile re, Ferrara mira et quanto , era la camera, distantia dove da era le el finestre de figliastro, sin la a 394 terra vedendolo et ; lui che di sospecto fuga, Et la facesse una navicella luochi laqua le le sotto il era fensata da così mira, brazo, de casa, scala li et cum polastri portello paglia, deputati per spectasseno; la che fusse dove et la a nocturni. comprò se andava tolta la al cesto uno duo et ova di- potea secundo in migli fa- camera, ordinato, perchè sopra, la quatro de lungho. il Bivi- inpedimento lei, questo che mandasse li viandanti per dui, incogniti tempo, figliastro, capestro uno da rara, Fer- liberarebbe finestre qualche intravenire Et al nocte, di Raynaldo compatre ordinata havesse mura che che berare. li- marito, per valle, fece Et al fusse menata suo dove le menare de figliuolo. lato più volea nocte seguente sapessero lo dire a a che et havesse lei che mandò che la ninno perchè gravato, fortemente mostrasse se li disse migliorare, quilli lei de la la de guardia andava, para non so- affannata 395 suspirando del avanti terra el Raynaldo et de porta in il aeterno che ancora la io sarebbe come lo mento salva- a volando. clara ; che de principi oratione signori liberare el le suo bilità de lei amici in casa, in et in cum gare pre- continui oblatione, Dio, a et marito; recevere liberalità et , cum cavaliere dilecto dustria in- magnati carcere magnifico spuci, animo, , voti de Benei de' adoperò se citadini et Catherina tanto , suoi dato, recor- famiglia cum fatica et haverei stato, splendida fiorentina cum et facta è aperto cum giunse se lei et fu navicella, costei migli fa- nome. Dirai de gioso deputati scese Bolognexe che calò subito come la nocte, Bivilaqua, Ferrara, in figliastro li a desse cre- la Et ore, figliastro poi drieto; Per tre ti! servi- altri che male. do lì per aciò ben giorno de la casa, figliastro, stesse in la per de lo Pietro et li per lio exiVe- la afta- externi grande. 396 Dirai che ancora consorte Rosano, singulare la lassando del morte del salute stitia et nato et animo li per ne andò volando Gabici, anconitano lei, li ha temeano, castello de Turchi, Di per gliuoli fi- menando che porto. li quanto cum de' Turchi iu- gubera el la per sbigotito refranchato et et arme era se quanta verso quale cum forteze cavallo, invasione certa fu de d' gente in porte fìdelmente ad usa le a cum marito; a per quello salvato le lo et care non merore 1' altre a prudentia munto seco et et fus- et ; provide stato; del quelle dal marito, citate, la lei de prudentia, occupare de signor et viduitate et rino Ma- quanto quanto animo quanto de Pesaro, honestissima sua de Constantio de virtù et stato principe ornamento, marito, tanto et di eximie le figlia già principe Sforza, seno Sesso di duca de Camilla, de dire oblito sarei non de paura giunti che el la venuta fugirono. Et stello ca- la 397 callidità prudente del in pigliare chalino, dal Dirai nentia victissimo la del excellentia cum quanta suoi citadini la nuntiata el duca Dirai de de de del subita Victoria sorte con- in- et et ingegno suo la gnità benisia quanto viduitate. felicità divi la Che essere parenti; morte et de' gratia et portò, se lice fe- arme; cum prudentia receputo gloriosa la et cum fu, come doppo Urbino, sua estende veramente tempo del costumi, la ogni Malatesta, nobilita de conti- figliuola de parlare; ciuto ta- et in habiuto, Ruberto li suoi nata, haverei non imperatore sia quanto Bu- responsive honestate duca de già valoroso Turco. che ha Fedrico, de cum Elysabetha stato, et venia ingente re ono- per christiano, nome del grande che tenne, nuntio ancora, la et el che lettere del et papa che quando del gaudio hebbe de del li marito, lui, per potente Calabria. ancora che recordare fu havrei 398 le saputo le devote, et gratitudine de et pie opere et governo la de et Estense; sima pudicis- la principe figlia marcliexe Nicolao principe del già prudente il Biancamaria Mirandola, la religione, Galeotto de consorte de la parole, ornate magnifica sua Constantia gnata co- già figliuola de , patri ciò et de primo cita la Antoniomaria ad coniuncta preclaro cavaliere Bentivoglio, Xanti digno et nostra, da randola Mi- la conte religioso , , splendore, Sforza Dirai un' recordare prefato altra principe haverei Nicolao già Beatrice, Tristano, prudentissimo le virtù del suo valorosamente et la duchessa, de li Estense, de consorte ha- non parlare, gliò svi- de lano Mi- proceri che del siano quanto che animo; ardire alcuno vendo fu che figliuolo Sforza, Francesco saputo figliuola chiamata duca de come figliuola. vera che ancora belleze, caste sue magnificentia, et Genevera del le siano quanto non se do- 400 pigliano ne de laude li suoi honora netia, che illustri ho studii le donne, venetiane mini Haverei Cypri, et cypriani ella da et populi quilli cum gniflcentia quanta Vi- li da racoglie le è facto dilectione gina re- del milia sia re cati; du- niale matrimonel portata de gratia portava; et quanto desiderata, et quanto se le a venetiane honestate quanta vive Cor- fu che stato se Cathe- Marco cento nel bon- venetiano, quanta cum ha honore di dota viduile et cri sa- in de de moglie quanto et regno, fu che patricio cum et recordare excellentie illustre laches, che oratione. regie de sandra, Cas- virtù sua visitata, lei rina, figliuola nero, la saputo et de phylosophici essendo ha- polcella, vergene luculente tate cum donna sarebbe come Adele cum conforto, valorosa questa recordato, per et lei. Apresso verei piacere in observa ne; donet Vinetia, lo li et ma- cura incljto 401 senato, beatitudine una Haverei et recordarc ornamenti de duchessa magnifico de et richi la eff'ecti da farsi mantine porte Beatrice del honestate, de de dentia in ctuale parlare de egregi! et del latino; exercitii prudentia infra quelle a ; et se la sua le role, pade cum del et et prubel suo lo effe- quilli cum porta, barbare Et de timore usata mostra amore callidità gratiosità liberalità sono regina de religione, giosi reli- aprire. haverei discretione, et modo hano la la la le ade- sorella, saputo Dio, ostaculo far de et che paradiso sua la in ornati; senza Hungaria, de zelle, don- li boni in la de et chiesie, le doctrina de et ducal munificcntia a do maritare affabilità sua del et governo; sua stantie pre- Ferdinando, re adiuto paramenti colenda de in liberalità sua le Elyonora Ferrara, di el stato del nata rebbe sa- narrare. saputo Aragonia, che figliuola, sua come che quanta gnando biso- gente, 26 402 de morte la per fìa che marito, la maiestà regia de degna del grandissima laude. Haverei fu che figlia le virtute, del del consorte di re Haverei de Milano recordare saputo questa bellissima moglie de Milano, duca de Calabria, lei indicare de sanctissimo stato, de Hyppolita Sforza, inexhausto virtute, Dirai in figliuola altissima 1" alte de duchessa se celsitudine figliuola vera fu al de come mondo de habiamo. che carte ligione re- può se che narrato ancora fu et sta que- cum non fiume come in già futura non Alphonso vive che deiunii, in de quanto aetato nora, felicissimo figlia et giovenile et la Zoannegaliazo, de sua presso duchessa duca pere già et Maria. Galeazo uno stumi co- Maria, Franza duca principe di Bona de splendori et recordare ancora de belleze, le de saputo haverei virtute Aluise re do saputo de di Anna, Franza, Barboni che , 403 le tutte laude' sigillo do parte ponente parlano de terminare le quilli stati, che, teme non le le fia de lege li suoi stati dentia; vive donne molto ama piacere ne Guberna in la de corte valore; la magnificentia fare na don- piglia del nare, dovolte le a d' arme, ; vede ; è elemosinatrice; far nobile sua et in pru- de mercatanti triumphi et modo fia '1 che miranda. cosa Dirai cum che molta Isabella fama moglie di re lei essere li è recordare già sola tempo saputo de facta ta quan- aeterna Ferdinando, de se stata casone, suoi conforti il rioso glo" che Spagna, prudenti tanto averci ancora gloria illustre cum baroni suo, valcare, ca- per splendore piaceli et de grandissima cum uno arme subiaceno. li nostri devota d' gente li homini voluntieri feste lei è consiglio opportuno, cum de et Essa occorentie il oltra cum dove a lei. de me subli- cum campo può dire bavere vato conser- el re suo 404 marito, fiorente cum exercito, expugnatione del Granata, augumento per lei fin fede; in in exercito lo lei haveano de nome et domato siano quanto ornamenti de le le regine, che bontate, cusì parlando; che quale de' loro hano più Et de grande recordavirtute et incominciato preclara lassarano scriptori celebrarle, perchè, et nimità magna- et non come suoi pompe, hora sì gloria; et donne le perseverando, li costumi, et tutte de temea; beleze, de celebre del humane. altissime et Granata sue perdonare; altre molte Victoria, regina glorie celeste quanto de magnificentie regie presto farse le et in mo, felice tanta ritissimo pe- marito di re tinuamente con- proprio ella de il quanto et speranza amorevolmente stiana cri- uno arme; il di la come et re intravenuta et d' la stata essere sempre, duca tutto de campo, batagiie le ne potentissimo a per quelle fama, et li turi fu- a loro mune co- vivendo. 405 a mi le consiglio, loro sì narrai^e; perchè mo, et sì al termine de saprei, giorni alcuni grande virtute di che inquinati hano vissi, se sono servati, con- la a huma- apetiti, de in poi et la sterco il per sua fama. bona Se questo a mia, te fusse donna derai, in che tante argomento, risposto, difusamente se vita carthe, lasivi in donne et non mei li a obtemperare fragilità questo honesta in non l'huo- veduto stato per se corroborare de iudi- chiamare homini beato quello può, se vita, celebrati già na la io nephandissi- non bavere per fusse non Come beato. mo ampiamente peccato perchè prudente per virtute adulatore, cato et piaciuto, ò non ho che io refrigerare condictione, care, de tanta celebrato opera io molto quella vive, ancora debbo mie che o respon- tollerato, essere lucubratione la mia a honesta ho mente mi dica pu- de luto vo- le familiare donna, lice feet senza 406 il degno suo Basti, narrare. scripto, gratia per fìa lassitudine el giendo ludea, et vero, posta de sarai doppo el dolci baci Che '1 suo li altri camino, fu- pecto Mille felice Gjneet riposso, da solata, con- thesori la sarai quale cum degustata. omnipotente te solato. con- essendo Gyneveri conforto et sonino dubio senza abraciamenti summo regina bello donna: tuo et che cibato preso de fondatore, uno tu el Elya, saporoso Dio da Così ad fece lezebel, et de fu excelsa spesso nel dolce poi infra la de 1' ombra a prese l' ombra Come longo furore tempo a propheto del che haverai, perchè carmelita religione per de più, divo et li non me Gynevero, valoroso la che reposarti nostro che laude. dunque fehcemente del cieli benigni respondere ho intenda; me debita Excusato non sinceramente lei di mai mancarà che che et expressamente nome conservi. cccclxxxiii. Dio 408 16. 18. conte pag. da DeAgnola De del Fois de 17. figliuola Maria De Nugarola, Antonio signor Genevera, consorte de te con- Archo del De Isota 20. De Bona da vergene Nugarola Vultulina de . UrsinaVesconte 21. De 22. De 23. Catherina Beata de Isabella De de religione 24. De 27. De 28- De 29. De Margarita » 180 » 194 » 204 de piena 245 Vesconte, Milano quarta Sforza, duchessa regina Sforza Elysa dì Hyppolita Scocia de San de Saliceta Diana 173 gina re- Urbino de 26. de Baptista De » logna Bo- Aragonia, Maria duchessa 25. 167 ....... Biancha De da Neapoli,, » . li Torelli de 164 . . 19. » conte Gambara da Brunoro del 158 » 263 » 288 » 312 verino Se- Bentivoglii Sphorza » 320 » 327 chessa du, de 30. Calaljria Rizarda De de 336 ...» Saluzo da , marchionissa Este 31. De Francesca Arienti 32. De bel 33. de a dove la debbe 361 ...» el presente 371 ...» 1' opera, mia li de tace se Instructione donua, al che nome presenti Bruna bolognese quella 352 ...» excelsa stare che se ]\Iapetuamente per» 379 210. Storia Siciliana dialetto nel di Sec. Vittorio anonimo XV, autore pubblicata Bozzo. I.* (Parte scritta fano Ste- di cura a in Prefazione) L. 7. — . 211. Quattro di cura 212. in XIV XV e a Card. Rossetti a Curzio alla intorno da vita costumi e Cavalcanti Andrea Marignolle raccolte e le con di da — cura Ferraro di 9. » del Inghilterra varie da Secoli dei Percopo Giuseppe Rime Sacri Erasmo Viaggio di 213. Poemetti " 5. » 5. — tizie no- lui, scritte Costantino , Arlfa 214. Il Sacco Ludovico 215. Gli Volterra di 217. Diario La 218. di Veneziani i e La della Lega Caccia degli Uccelli Lamenti cura 220. del Una I di » dei di cura di la e secoli Lega Presa XV XIV, Medin e Lodovico — e » 13, » 15. — Tanara, Roma, Mango e — . . di di Francesco cura 14. . Ricci C. Vincenzo della . XVI, » 5. 50 » 9. — » 4. — » 6. — » 10. a Frati . di Confraternita di dei Libro a cura Marsi, Antonio Voi. Pistoiesi giovanetti XVI, secolo drammi Il Ricci Bacchi a Antonio Palmarini. 222. XVI, sec. a CamoUia storici del 221. Alberto di Guerra rime 219. Nadi, 6. 50 cumenti do- Romagna, . Gaspare di in Corrado da Bacchi cura per di cura » Spagnuoli A. a Frati pubblicati 216. MCDLXXII nel — I di cipio prin- a Pietro Vigo pubblicati da • Colori pubblicato da I. Olindo , Guerrini e Corrado Ricci — CORSO IN La d' Siciliana Storia nel SteIfano Vittorio Camilla, bella Siena, da di inediti in luce da Viaggio a da Narrativa a cura Palmarini. Marsi. Cherubino a poemetto inedito di Vittorio rime a nel di prigionia di Corrado I drammi del Storia). di Fiorini. Voi. a Piero messi II. cura di di maso Tom- Alberto Lega. Ercole Fantuzzi, Ricci. pastorali di Antonio II. (Frate). Regola cura 11/ Costantinopoli 1609, di cura a yolgari, Casini. Tommaso della Voi. (Parte in scritta pubblicata Bozzo. antiche Venezia della autore XV, cura Alberti, Bacchi STAMPA anonimo Sec. dialetto Testi DI Coram. di Avv. yita Carlo matrimoniale, Negroni.