avrebbe potuto essere considerato cristiano. E certamente egli fu tra i Platonici colui che più di ogni altro esaminò e chiarificò le dottrine di Platone e meritò, non meno del suo maestro, l'appellativo di 'divino' (4). Nelle parole del Perna non si avverte soltanto l'eco di una antica tradizione che presentava Plotino come un filosofo «quasi cristiano», contrapponendolo ai successivi sviluppi della sua stessa scuola; ma si scorge altresì il tentativo di un diverso approccio di indagine all'opera di questo autore, che ne consentisse l'utilizzazione nell'ambito di una 'filosofia cristiana', senza incorrere nel pericolo di farne il tramite di concezioni magiche empie ed aberranti. Ciò coincideva perfettamente con il disegno che il noto editore perseguiva come uomo di schietto senso religioso, come umanista e come stampatore, e cioè di dedicare la sua specifica attività al superiore scopo di una rinascita del più puro spirito cristiano sulla scorta delle più alte espressioni spirituali dell'umanità, anche pagana (5). Al dotto umanista dispiacevano certe interpretazioni cui il testo plotiniano era stato sottoposto dall'epoca della sua «rinascita quattrocentesca», a cominciare da quella dello stesso Ficino che, soprattutto nel De triplici vita, utilizzava il libro quarto delle Enneadi per fondarvi una concezione di tipo magico e proponeva così l'opera plotiniana, interpretata alla luce della successiva tradizione neoplatonica, come una fonte di concezioni magico-astrologiche, contro le quali, dopo una grande fortuna nella prima metà del secolo sedicesimo, si andava delineando negli ambienti religiosi, sia di parte catto- (4) «Vero ut impie de religione nostra reuelata Plotinus senserit, fortassis quoque eandem magico conatu oppugnarit (etsi in duce illius elidendo, non daemonem, sed Deum Aegyptio sacerdoti apparuisse, Porphyrius nugetur), at in eo philosophiae genere, quod rationi humanae consentaneum, et naturae, hoc est Dei operum, in quouis entium genere cognoscendae exprimendaeque aemulum existit, post Platonem eximius fuit: adeoque si, quod quidam inquit, Platonici paucis immutatis Christiani fieri possunt: Plotinus certe, qui molto accuratius et diligentius dogmata Platonica et scrutatus est, et interpretatus, primum inter hosce locum meruerit, cum si cum reliquis eiusdem professionis comparetur, non minus appellatione dignus videatur, quam Plato olim, cum Aristotele collatus». (cfr. Praefatio in PLOTINI Operum philosophicorum ed. cit.). (5) Su questo aspetto dell'attività del Perna si veda A. ROTONDÒ, Studi cit., pp. 337 sgg.; il quale peraltro, mette anche in evidenza il grande interesse che l'eretico italiano nutriva per la magia e per tutta una serie di arti curiose, come dimostrano gli opuscoli da lui pubblicati anonimi.