Storia dell’integrazione
europea
Lezione 8
La costruzione dell’Unione
Europea: secondo atto
Il battesimo della Comunità europea…
• 1° gennaio 1958: CEE e CEEA iniziano formalmente la propria attività.
• Opinione pubblica: meno attenta rispetto alla questione della
integrazione europea.
• Problemi connessi ad avviare la «macchina» burocratica e
organizzativa degli organismi comunitari.
• Il ritorno di De Gaulle e della sua visione di Europa «confederalista» e
dello Stato nazione come unico luogo della sovranità.
• De Gaulle: «La Francia ha il dovere di essere grande».
La posizione inglese…
• La «diversità» inglese.
• Più che gli interessi verso
l’Europa, prevalgono quelli verso
il Commonwealth, simbolo del
potere GB e mercato strategico.
• Il protagonismo politico GB.
• Freddezza della GB verso il
processo di integrazione
europea: fa parte della strategia
di un sistema parallelo di
integrazione
• Alternative inglesi alla Comunità europea: area di libero scambio dei
beni, ad eccezione di quelli agricoli.
• Piano inglese è respinto dai paesi CEE (in modo particolare per la netta
opposizione francese) e GB dà vita all’EFTA (senza dimensione politica e
con scarsa omogeneità geografica).
PAC e integrazione…
• 1962: realizzazione del
primo accordo di politica
agricola comune,
fortemente voluto dalla
Francia.
• Nel frattempo: procede
la discussione sulla
Comunità politica ed
eventuale adesione GB.
• Progetto francese di
Comunità politica.
• Progetto francese: coerente con la visione di De Gaulle, incentrata sul
primato dello Stato nazione.
• Dalla PAC agli organismi dell’integrazione economica: il «rilancio» di
De Gaulle e la reazione degli altri Stati membri.
• Sconfitta della proposta francese: l’integrazione del mercato comune
va avanti.
Nuova richiesta di adesione inglese…
• Anni ‘60: cambiano le strategie inglesi circa il Commonwealth e
l’adesione alla CEE.
• Richiesta inglese è molto ben vista dagli Stati Uniti, ma è condizionata
negativamente dalla posizione inglese sulla PAC.
• 1962: veto formale della Francia
all’adesione alla CEE della GB.
• Ricadute del veto francese: (a) messa
in discussione del metodo decisionale
utilizzato per le scelte comunitarie;
(b) rallentamento del processo di
allargamento della CEE.
• Proposta tedesca di adottare il
metodo della «sincronizzazione»:
limita gamma delle scelte possibili, ma
permette di proseguire integrazione.
• Peso crescente della Francia che
ottiene i vantaggi maggiori.
Peso crescente della Francia e politica della «sedia vuota»…
• Francia: all’aumentare del suo peso politico aumenta l’attività
diplomatica per condizionare lo sviluppo delle strutture comunitarie.
• 1965: momento di rottura nel corso della discussione del
Regolamento finanziario comunitario, che accelererebbe unità politica.
• Politica della sedia vuota: Francia ritira propri rappresentanti e blocca
di fatto l’attività decisionale del Consiglio.
• Problema viene superato, ma
si deve prendere atto di: (a)
disaccordo sull’accentuazione
unità politica; (b) comune
volontà di procedere sulla
strada dell’integrazione.
• I processi vanno avanti, ma la
Francia ottiene il parziale
ridimensionamento funzioni
politiche della Commissione.
Nuova richiesta adesione inglese…
• 1964-1966: vittorie
elettorali dei laburisti.
• Si riapre la questione
dell’adesione GB alla CEE.
• GB: abbraccia convinta
posizione europeista, ma
crede indispensabile
risolvere il nodo della
identità politico-territoriale
della CEE.
• 1967: presentazione nuova domanda inglese di adesione, con
immediata contrarietà della Francia.
• Richiesta inglese questa volta poggi su elementi diversi: (a)
attenuazione richieste revisione trattati; (b) progetto politico ambizioso,
per dare all’Europa ruolo più protagonista.
• Polarizzazione di giudizio tra i paesi CEE: Francia vincola adesione GB
al superamento sue difficoltà economiche e finanziarie.
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Lez.08 - Dipartimento di Economia