CAPITALE UMANO:
teorie economiche
Laurea Magistrale in
Sociologia
Serafino Negrelli
2011-12
Capitale umano di istruzione
(labor economics)

Theory of human capital (Becker, 1964): l’istruzione
come investimento che consente l’acquisizione di
conoscenze e maggiore produttività, che producono un
reddito più elevato.

Theory of signaling (Spence, 1973): il sistema di
istruzione svolge un ruolo di filtro, seleziona gli individui
sulla base delle loro abilità intrinseche, consentendo loro
di segnalare le loro capacità ai potenziali imprenditori.

La critica di Loury (1977);

Capitale umano e capitale sociale (Coleman, 1988).
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2
La teoria del capitale umano
(Becker, 1964)

La ricerca di Becker ha origine dalla constatazione che vi è “un sostanziale
livello di crescita economica, non giustificata, anche tenendo esplicitamente in
considerazione la crescita del capitale fisico e della forza lavoro”; e dalla
funzione rilevante della formazione culturale per lo sviluppo economico., come
segnalato da alcuni economisti;

Fatti: le persone più istruite e qualificate guadagnano più delle altre; la
disuguaglianza nella distribuzione dei redditi da lavoro e della ricchezza è in
genere positivamente correlata alla disuguaglianza nell’istruzione o in altri
elementi di formazione personale; disoccupazione fortemente correlata in
maniera inversa all’istruzione (ma correlazione non è causalità);

Indagine teorica ed empirica sulle informazioni disponibili sui redditi delle
persone con diversi livelli di istruzione e sui costi dell’istruzione;

Ragionamento: se l’istruzione fosse economicamente rilevante, il suo
rendimento economico dovrebbe risultare significativo
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3
Perché “capitale” umano?

Le spese dedicate a:
•
•
•
•
•
istruzione;
formazione sul lavoro;
salute;
emigrazione;
informazioni su prezzi e redditi disponibili;

“sono veri e propri investimenti in capitale”, poiché migliorano le condizioni di
salute, la propria retribuzione e le virtù civiche; sostenere ciò “risulta
pienamente in linea con l’idea in genere condivisa di capitale”.

Ma questi investimenti producono “capitale umano”, non fisico o finanziario, in
quanto “non è possibile separare una persona dalla sua conoscenza, dalla sua
competenza tecnica, dalle proprie condizioni di salute o dai suoi valori allo
stesso modo in cui è possibile, invece, dislocare il capitale fisico o finanziario
detenuto senza venirne direttamente coinvolti” (17)
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4
La teoria del capitale umano
(Becker, 1964)

Ipotesi: l’istruzione è un investimento che produce reddito futuro; i differenziali
salariali sono determinati dalle differenze di produttività individuale, a loro volta
determinate dagli investimenti in istruzione e addestramento realizzati dagli
individui nel corso della loro vita;

Costi di formazione:

A) diretti: spese di studio (tasse scolastiche, di alloggio e vitto, materiali, ecc.);
B) di opportunità (indiretti): perdite potenziali di reddito per il tempo non
dedicato ad attività remunerate; costi psicologici per lo stress e le difficoltà di
studio;


“Ritorni”: gli investimenti in istruzione “pagano” quando producono
accumulazione di competenze – “capitale umano” – che consentono
remunerazioni più elevate.

Le scelte individuali relative alla formazione sono socialmente efficienti
se i mercati sono perfettamente competitivi.
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5
La teoria del capitale umano

La durata del tempo speso per l’istruzione è influenzata dalle caratteristiche
individuali quali: attitudini, capitale umano ereditato, tasso di sconto, produttività
acquisita grazie all’accumulazione di capitale umano; alla base della scelta tra
istruirsi o lavorare;

Istruzione e guadagni nel ciclo di vita: in tutti i paesi sviluppati, per tutti i lavori, la
relazione tra età e reddito annuo derivante dall’occupazione nel ciclo di vita presenta
caratteristiche analoghe. Dopo un periodo iniziale di istruzione durante il quale non ci
sono redditi da salario, la curva diventa concava e raggiunge il suo apice negli anni
50-60, per declinare successivamente;

I costi della produttività futura (acquisendo competenze e perfezionando quelle già
possedute sul posto di lavoro): valore attribuito al tempo; impegno di chi riceve la
formazione; insegnamento fornito da altri; equipaggiamento e materiali impiegati allo
scopo. Importo e durata dipendono anche dal tipo di formazione:
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6
Formazione professionale sul
posto di lavoro

Formazione generica: utile a molte imprese, oltre a quelle che la forniscono
(es. meccanico sotto le armi: esternalità positive, spese R&D). In un mdl
competitivo, il livello delle retribuzioni crescerebbe allo stesso livello della
produttività marginale, le imprese che forniscono tale formazione non
sarebbero in grado di appropriarsi del rendimento corrispondente. Perché le
imprese che operano razionalmente su mercati competitivi dovrebbero fornire
formazione generica senza ritorni economici? Sarebbe fornita solo se non
implicasse costi. Per cui, è chi riceve la formazione generica e non l’impresa
che deve assumersene il costo.

Formazione specifica: non ha effetto sulla formazione di chi la riceve, utile
presso altre imprese. Le imprese dovrebbero sostenere i costi in quanto
nessun lavoratore di tipo razionale pagherebbe per una formazione senza
benefici (diseconomie esterne per dipendente e datore di lavoro; incentivi
contro il turnover). Teorie: 1) Le imprese pagano ai dipendenti con formazione
generica la stessa retribuzione e a quelli con formazione specifica una paga più
elevata di quella che potrebbero ottenere altrove; 2) probabilità di licenziamento
direttamente collegata alla misura di investimento in formazione specifica.

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7
La teoria del capitale umano

Secondo Becker, l’istruzione può essere fonte di redditi futuri se i salari riflettono differenze
nella produttività. Ma, anche in un mercato perfettamente competitivo, la maggior
produttività acquisita con l’istruzione produce pay off solo in presenza di imprenditori che
competono tra loro per tali competenze. Perciò Becker ha distinto:

General training: migliora la produttività del lavoratore rispetto a tutti i tipi di lavoro; è
quindi associata al lavoratore che si assume l’intero costo in quanto unico beneficiario, ma
lo rende produttivo in diversi tipi di lavoro, portando gli imprenditori a competere tra loro per
ottenere le sue prestazioni. La retribuzione (W) di chi acquisisce tale formazione sarà
quindi pari alla produttività marginale (MP) diminuita del costo della formazione (k):
Wo = MPo - k

Specific training: migliora solo la sua produttività per un tipo particolare di lavoro; una
volta formato, non può ottenere incrementi dalla competizione tra imprenditori:
l’imprenditore ha quindi un incentivo a investire in questo tipo di formazione, in quanto il
valore attuale del ricavo derivante dalla formazione ottenuto dall’impresa (G) eguaglia la
somma dei costi opportunità e dei costi diretti ((MP’o – MPo) + k = C) in parte sostenuti dai
lavoratori:
MP’ + G = W + C
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Conferma dei risultati
dell’analisi empirica (Intro 1975)

Rendimento economico medio dell’istruzione universitaria per uomini di origine
europea (bianchi in aree urbane): 11-13% (livelli maggiori per istruzione secondaria e ancor
più per la primaria); (rendimenti minori per altri gruppi sociali e non residenti in aree
urbane)

Retribuzioni più elevate percepite da laureati rispetto a diplomati solo in parte dovute
alla maggiore abilità mostrata, alle condizioni fisiche e ai genitori più istruiti. Critica alla
teoria dell’istruzione come modo di selezionare i migliori (Job market signaling): “la
significatività dei livelli privati di rendimento dell’istruzione non risulta affatto influenzata,
anche se l’istruzione opera in questo senso”

Domanda di soggetti più istruiti cresciuta dopo il 1940 (a causa del rapido aumento
delle spese in R&D e dei settori legati a tecnologia militare e ai servizi) (rendimenti
decrescenti)

Tassi di rendimento economico medio della formazione non uguali per tutti i gruppi
sociali: maggiori per uomini bianchi in aree urbane rispetto ai maschi neri in aree rurali;
maggiori per donne di colore.
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Riconsiderazione del tema del
capitale umano (1989)

Istruzione, formazione e reddito: differenze nel reddito medio tra laureati e diplomati
negli USA ultimi 50 anni: stabili tra 40-50% fino primi anni ’60; crollo negli anni ’70 (il
problema dell’”americano troppo istruito”); ai livelli più alti negli anni ’80;

tendenza degli investimenti in capitale umano a rispondere “razionalmente” ai
benefici e ai costi, es.:
A) andamento delle iscrizioni all’università basato sui “rendimenti attesi” e non
sull’andamento demografico; critica alla teoria delle “credenziali” (voti e istruzione offrono
informazioni su capacità individuali, determinazione e altri caratteri personali);
B) variazioni nei livelli di istruzione femminile: dall’insegnamento alle scienze);



capitale umano e famiglia: numero dei figli e ammontare speso per ciascuno di essi
negativamente correlati tra loro; retribuzioni dei genitori e figli positivamente correlate ma
non in maniera forte (di più se genitori indigenti);

capitale umano e sviluppo economico: crescita conoscenza scientifica e tecnica –
aumento produttività del lavoro – incremento valore istruzione, formazione tecnica e
formazione sul lavoro – crescita duratura del reddito. Quanto pil pro capite causato
dall’istruzione? 25% tra 1929 e 1982 secondo Denison. (ma non in grado di spiegare
quanto da salute, formazione sul lavoro o altri tipi di capitale umano).
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Theory of signaling

La correlazione positiva tra la durata degli studi e il reddito non dimostra
l’esistenza di una relazione causale tra le due variabili;

Spence (1973) avanza l’idea che l’istruzione contribuisca primariamente a
selezionare gli individui, senza realmente incidere sulla loro efficienza
produttiva futura, che dipende piuttosto da qualità intrinseche e fattori molteplici
(milieu familiare, vicende personali, talenti e qualità innate, ecc.);

Theory of signaling: un individuo si istruisce per segnalare le sue capacità,
senza che i suoi studi modifichino realmente le sue capacità; quindi un
prolungamento degli anni di studi non incrementa la sua capacità produttiva,
ma manda segnali agli imprenditori;

Contro la teoria del capitale umano, a sostegno della tesi che le decisioni
degli individui relative all’istruzione sono socialmente efficienti in presenza di
perfetta competizione, Spence dimostra che i lavoratori tendono alla loro iperistruzione rispetto allo standard della efficienza sociale, se ciò serve a
segnalare le loro capacità produttive agli imprenditori.
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11
Job market signaling (Spence)

Employer uncertainty: l’imprenditore non conosce le capacità
produttive di chi assume;

Signaling games;

Hiring = to purchase a lottery (in senso tecnico, secondo la
teoria decisionale);

Assunto: l’imprenditore paga un certo equivalente monetario
(wage) della lotteria a chi assume;
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Hiring as investment under
uncertainty

Employer perceptions of the lottery: sono queste percezioni
che determinano il salario, sulla base di:

observable characteristics and attributes of individuals:
education, previous work, race, sex, criminal and service
records, other data = IMAGE;

Endogeneous market process (learning process);

Indices (fixed: race, sex, age) and signals (alterable:
education):

questi sono parametri che cambiano le “conditional probability
distributions that define an employer’s beliefs”
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Applicant signaling

Employer è risk-neutral: per ogni set di segnali e indici con cui si
confronta, avrà un prodotto marginale atteso per un individuo in
possesso di tali “observable attributes”;

questo prodotto marginale atteso diventa il salario offerto per il
lavoratore con quelle caratteristiche;

i potenziali dipendenti si confrontano quindi con uno schema di
salario offerto i cui contenuti sono indici e segnali;

I segnali sono alterabili e quindi soggetti a manipolazione da parte
dei potenziali dipendenti;

Assunto: “costi di segnalazione” negativamente correlati alla
produttività
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Informational feedback in the job market
Employer’s conditional
probabilistic beliefs
Offered wage schedule
as a function of
signals and indices
Hiring, observation of
relationship between
marginal product and
signals
Signaling decisions by
applicants; maximization
of return net of
signaling consts
Signaling costs
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A signaling equilibrium

A set of employer beliefs that
generate offered wage schedules,
applicant signaling decisions, hiring,
and ultimately new market data over
time that are consistent with the initial
beliefs
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16
La critica di Loury (1977)

Contesta la teoria tradizionale del capitale umano
secondo la quale i differenziali retributivi dei lavoratori
possono essere spiegati in base alle differenze individuali
di istruzione e formazione. Tale teoria ignora infatti il
“processo” attraverso il quale tali investimenti sono
realizzati;

I teorici del capitale umano possono quindi prevedere in
maniera accurata le conseguenze dell’abbandono
scolastico sui guadagni individuali, ma non hanno
analizzato “perché” un dato livello di spesa pro-capite
produce istruzione di qualità inferiore nel ghetto rispetto
alle comunità più affluenti di un medesimo distretto
scolastico.
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Loury

Le ipotesi tradizionali correlate alle politiche di eguali opportunità
prevedono che se si riduce la discriminazione razziale, si riducono
anche le ineguaglianze economiche razziali;

In realtà, le differenze di reddito per razza persistono in ragione del
basso livello di istruzione e di guadagno dei neri nell’odierno mercato
del lavoro che riduce la capacità dei loro figli di convertire le loro
abilità naturali in skills di valore per le imprese;

La questione del “processo” attraverso il quale i lavoratori
acquisiscono skills: l’effetto di status economico dei genitori sulla
opportunità dei figli di acquisire abilità professionali di mercato, “an
intergenerational external economy”;

Questo “fallimento del mercato” può rendere inefficace nel lungo
periodo la politica di eguaglianza delle opportunità.
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Loury

Le teorie supply-side del mercato del lavoro: la qualità
inferiore e la quantità limitata di istruzione e formazione
sul lavoro producono guadagni più bassi quale risultato di
minor investimento nel capitale umano; ma dice Loury:
“when the quality and quantity of human capital are
controlled, blacks still earn considerably less than whites”!

Le teorie demand-side: gli economisti ipotizzano che gli
imprenditori o i lavoratori bianchi manifestano ciò che
Becker (1971) definisce “taste of discrimination”
against blacks. Perciò suggeriscono due approcci:
proibire le preferenze discriminatorie (civil rights act,
1964; equal opportunities laws); restringere le differenze
razziali nell’acquisizione di capitale umano.
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19
Loury

Mentre gli economisti hanno analizzato l’impatto
dell’investimento in capitale umano, hanno generalmente
ignorato il processo socio-economico sottostante la sua
acquisizione, ovvero la complessità del problema delle
differenze nella acquisizione di caratteristiche di valore per il
mercato. Capire questo processo è fondamentale per capire:

La persistenza delle disuguaglianze razziali: la classe sociale e
il contesto razziale di un individuo influenza il processo di
acquisizione di marketable skills e le differenze di gruppo nella
offerta di caratteristiche market-valued tenderanno a persistere;

Tali effetti socio-economici si rendono probabilmente evidenti
anche in presenza di politiche pubbliche di eguaglianza delle
opportunità: la capacità delle leggi di garantire una possibile
giustizia economica razziale appare quindi contestabile (social
class and racial backgrounds).
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Loury


Il contributo della letteratura sociologica sulla mobilità occupazionale
(Blau, Duncan, 1967; Boudon, 1973; ecc.) ha fatto luce su questo
tema;
Lo sviluppo di “recursive, life-cycle models of individual achievement”:
1. impatto delle variabili di background familiare sul rendimento
scolastico
(istruzione/occupazione del padre),
2. effetto di background e istruzione sull’occupazione,
3. effetto combinato di background, istruzione e occupazione sul
reddito
“Blacks suffer a relative disadvantage in occupational
achievement even where their social background is favorable.
Moreover, they tend to earn less than whites in the same
occupations” (155).
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Loury

La teoria economica non considera le “conseguenze intertemporali”
della discriminazione razziale che originano dagli effetti di status
economico dei genitori sulle opportunità disponibili;

La teoria economica tradizionale è di tipo “individualistico”, ignora cioè
i processi di gruppo, concepisce la discriminazione come un’azione
perpetrata da un individuo verso un altro. Quindi legge le relazioni
razziali in termini individuali piuttosto che come interazioni sociali di
gruppo

La teoria sociologica considera invece i problemi sociali: le limitate
risorse materiali e le scarse opportunità educative trasmesse ai figli
dal contesto delle condizioni di povertà dei genitori neri; il minor grado
di connessione dei giovani lavoratori neri al mercato del lavoro e
quindi il minor flusso di informazioni sulle relative opportunità.
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Loury
Variabili rilevanti per l’acquisizione
di skills di valore per il mercato:

Quality of schooling: suburbs/central city;

Housing segregation based on income and quality of
neighborhood schools;

Absence of a perfect capital market for educational loans;

Information about career opportunities and job requirements
available to young people;

Informal contacts in the job allocation process
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Loury

Social relations between racial groups thus
have not been explicitly recognized by
neoclassical economists. Yet, the social
setting in which economic activity takes place
has an obvious influence on market
processes and outcomes.
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Modello LOURY
parental
economic
status
individual
achievement
racial income
differences
social relations
between
racial groups
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
The empirical results of human capital theory are apparently
consistent with the assumption that education per se does not
appreciably affect job performance (Thurow, 1969)

The creation of a skilled work force is a social process…An
individual’s social origin has an obvious and important effect on
the amount of resources that is ultimately invested in his or her
development. It may thus be useful to employ a concept of
“social capital” to represent the consequences of social
position in facilitating acquisition of the standard human capital
characteristics (to consider the extent to which individual
earnings are accounted for by social forces outside an
individual’s control) (introduce ma non sviluppa il concetto)
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Loury
L’ideale della assoluta eguaglianza di opportunità
che non può essere raggiunto:
The merit notion that, in a free society, each individual will rise to
the level justified by his or her competence conflicts with the
observation that no one travels that road entirely alone. The
social context within which individual maturation occurs strongly
conditions what otherwise equally competent individual can
achieve (1977: 176)
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27
L’importanza del capitale sociale
nella creazione del capitale umano
(Coleman, 1988)

Background familiare: reddito/benessere economico
(capitale fisico); capitale umano (istruzione genitori);
capitale sociale;

Il capitale umano posseduto dai genitori può risultare
irrilevante per i risultati dei figli se i genitori non
costituiscono una parte importante per la vita dei figli
Il capitale sociale della famiglia è costituito dalle relazioni
tra genitori e figli;


Deve esserci complementarietà tra il capitale umano
posseduto dai genitori e il capitale sociale delle relazioni
familiari per favorire la performance educativa dei figli.
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Le cause del dropping out
scolastico
A) Indicatori di capitale sociale familiare:
1) Presenza fisica degli adulti in famiglia;
2) Attenzione dedicata dagli adulti alla educazione
dei figli.
Coleman tab. 1 p. 112
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29
Le cause del dropping out
scolastico
B) Indicatori di capitale sociale extra familiare:
1) Relazioni sociali tra genitori (mobilità territoriale della
famiglia);
2) Chiusura della struttura sociale;
3) Relazioni dei genitori con le istituzioni della comunità
(scuole pubbliche/ religiose/private).
Coleman tab. 2 p. 115
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CAPITALE UMANO 2-2011 - Dipartimento di Sociologia