Coesione sociale: capitale sociale e sistemi socioeconomici locali Pratiche di capitale sociale Serafino Negrelli Corso LM 10/11-2015 Struttura del corso: teoria e pratica del capitale sociale Capitale sociale, un concetto fondamentale della sociologia economica: • Risorsa utile e funzionale: da Bourdieu a Coleman • Le fonti del capitale sociale (Portes) • Il capitale sociale di solidarietà (Putnam) • Il capitale sociale di reciprocità (Pizzorno) • Una nuova prospettiva: il focus sull’uso individuale del capitale sociale: (Burt e Lin) negrelli 2 Struttura del corso Studi di caso: 1. Capitale umano e capitale sociale 2. I network dell’innovazione: le reti delle imprese 3. Il lavoro e le sue relazioni 4. La governance dello sviluppo locale 5. Il capitale sociale metropolitano 6. La catena migratoria: il capitale sociale degli immigrati negrelli 3 Capitale sociale Una risorsa «utile» e funzionale (da Bourdieu a Coleman) negrelli 4 Pierre Bourdieu Studi etnologici orientati: • attivare l’insieme dei saperi disponibili sulle differenti dimensioni dell’ordine sociale: famiglia, stato, scuola, sindacati, associazioni, ma anche banca, impresa, mercato; • nuovi concetti (da leggere come “teoria delle pratiche sociali”): – a) habitus (“render conto delle attività di uomini e donne che si trovarono catapultati in un mondo economico strano e straniero, importato e imposto dalla colonizzazione, con un bagaglio culturale e delle disposizioni, specialmente economiche, acquisiti in un universo pre-capitalista”: la Kabylie); – b) campo, – c) capitale culturale, – d) potere simbolico. negrelli 5 a) Teoria dell’habitus Non si trova in Bourdieu una definizione chiara, piuttosto se ne trova una formulazione ormai classica in “Le Sens pratique” (Minuit, 1980): Systèmes de disposition durable et transposables, structures structurées disposées à functionner comme structures structurantes, c’est-à-dire en tant que principes générateurs et organisateurs de pratiques et de représentations qui peuvent etre objectivement adaptées à leur but sans supposer la visée consciente de fin et la maitrise expresse des opérations nécessaires pour les atteindre. Risultato di un apprendimento inconsapevole che diventa comportamento naturale e adeguato ad un certo contesto (milieu), come avviene negli ambiti dell’arte, della musica, del teatro, del linguaggio, della scrittura, del pensiero, ecc. (il soggetto che crea e compone dopo aver appreso codici e regole di tale contesto). negrelli 6 habitus La teoria dell’habitus rimanda a due modelli di azione contrapposti: il determinismo inconsapevole dell’interiorizzazione delle regole e dei vincoli imposti dalle “strutture strutturate”; la finzione di un soggetto autonomo, libero e razionale che crea, inventa, sceglie (“strutture strutturanti”). Habitus come prodotto di una visione del mondo radicata in una posizione sociale, ma che spiega non solo i determinismi inconsapevoli che influenzano le nostre rappresentazioni, ma anche le capacità strategiche e creative. Critica: grande valore euristico del concetto (come per la teoria del campo), ma incapacità sociologica di spiegare i processi di cambiamento e di emancipazione, nelle società moderne i quadri della socializzazione sono molteplici e non consentono di vedere l’attore semplicemente rinchiuso in una “gabbia d’acciaio” (Weber). Ma eccessiva la critica di determinismo. L’habitus, ovvero l’interiorizzazione di restrizioni, abitudini, repertori di condotta consente una certa libertà in un dato contesto (milieu). Conoscere tali determinismi contribuisce anche ad essere più liberi (Elias). negrelli 7 b) “champs” • Bourdieu fa ricorso al concetto e alla teoria di “campo organizzativo” (ma anche a “milieu”, “domaine”, ecc.) nell’analisi dei mondi dell’arte, della politica, della scienza, della letteratura, della medicina, ecc. • “Le champ est un microcosme autonome à l’intérieur du macrocosme social” (2000). • Come detto nel caso dell’habitus, l’accesso a tali mondi è riservato solo a chi è in grado di padroneggiare regole e codici “interni”, altrimenti ne viene escluso. • • Si tratta di campi di forze (come i campi magnetici), in ambiti sia istituzionali che simbolici (da cui i concetti di “potere simbolico” e di “violenza simbolica”), nei quali si svolgono tensioni, relazioni, conflitti sociali, negoziazioni, manipolazioni, al fine di mantenere o migliorare le proprie posizioni e/o ottenere comunque posti e risorse. negrelli 8 Pierre Bourdieu: diversi tipi di capitale c) Capitale culturale (Bourdieu, Passeron, Les Heritiers, 1964) (contrapposto alla nozione di “capitale umano” di Becker): lingua, gusto, stile di vita, ecc.); “spiegare differenze, altrimenti incomprensibili, nella riuscita scolastica di bambini culturalmente dotati in misura ineguale e, più in generale, in ogni sorta di pratiche culturali ed economiche” d) Capitale (potere) simbolico (La distinction, 1979): “spiegare la logica dell’economia dell’onore e della buona fede”, precisata con l’analisi dell’economia dei beni simbolici e soprattutto dell’opera d’arte. negrelli 9 Pierre Bourdieu: definizione di capitale sociale Ensemble des ressources actuelles ou potentielles qui sont liées à la possession d’un réseau durable de relations plus ou moins institutionnalisées d’interconnaissance et d’inter-reconnaissance (Le capital social: notes provisoires, “Actes de la recherche en sciences sociales”, 1980, 31) negrelli 10 Bourdieu: definizione di capitale sociale • “L’insieme delle risorse attuali o potenziali che sono collegate al possesso di una rete durevole di relazioni più o meno istituzionalizzate di interconoscenza e di inter-riconoscimento • oppure, in altri termini, all’appartenenza a un gruppo, quale insieme di agenti che non sono solo dotati di proprietà comuni (suscettibili di essere percepite dall’osservatore, dagli altri o da loro stessi) ma che sono anche uniti da legami permanenti e utili.” • Sono queste relazioni “mobilitabili” che, grazie ai capitali (fisici, culturali e simbolici) in possesso di tutti i componenti (nodi=attori) della rete, consentono di moltiplicare il potere di ogni membro del gruppo. • Le ricerche dimostrano infatti che per essere tramessa la ricchezza economica deve rapidamente accompagnarsi con il capitale sociale, il capitale culturale e il capitale simbolico (M. Pincon, M. Pincon-Charlot). negrelli 11 Pierre Bourdieu: definizione di capitale sociale Il capitale sociale secondo la definizione di Bourdieu è costituito quindi da: - la stessa relazione sociale (A) in quanto risorsa o, meglio, in quanto opportunità di accesso alle risorse possedute dal gruppo di appartenenza; - la qualità/quantità delle risorse possedute (B). negrelli 12 Bourdieu: risorse=liasons • A) Risorse derivanti dalla “appartenenza a un gruppo”, insieme di agenti dotati non solo di proprietà comuni visibili, ma anche di “liaisons” permanenti e utili, fondate su scambi inseparabilmente materiali e simbolici, la cui natura e permanenza presuppongono che si riconosca tale prossimità; • B) Il volume del capitale sociale in possesso di un singolo agente dipende pertanto dalla estensione sia della rete di liasons che riesce concretamente a mobilitare che del volume di capitale (economico, culturale e simbolico) posseduto in proprio da ciascuno di coloro ai quali è legato. negrelli 13 Bourdieu: l’azione delle relazioni • La nozione di capitale sociale è il solo strumento per designare il principio di quegli effetti sociali che pur essendo individuabili nei singoli agenti, non si lasciano però ridurre all’insieme delle proprietà individuali possedute dal singolo: “l’azione delle relazioni”; • Tali effetti sono visibili in tutti quei casi in cui i diversi soggetti ottengono un rendimento molto diseguale da un capitale (economico o culturale), che corrisponde al grado in cui tali soggetti sono capaci di mobilitare per procura il capitale sociale di un gruppo (famiglia, compagni di una scuola d’élite, club selettivo, nobiltà, ecc.). negrelli 14 Bourdieu: l’effetto moltiplicatore del capitale sociale • Il capitale sociale non è mai del tutto indipendente dal fatto che gli scambi che istituiscono l’inter-riconoscimento presuppongono di riconoscere un minimo livello di omogeneità “oggettiva” e che esso esercita un effetto moltiplicatore sul capitale posseduto in proprio. • Pur non essendo consapevolmente perseguiti, la “concentrazione di capitale sociale” del gruppo consente: profitti materiali (tutti i “servizi” consentiti dalle relazioni utili) e profitti simbolici (derivanti dalla partecipazione a un gruppo raro e di prestigio). negrelli 15 Bourdieu: strategie di investimento nel capitale sociale • La rete di liaisons non è un dono naturale, ma il risultato di una attività di iniziative e rapporti necessaria per produrre e riprodurre delle relazioni durevoli e utili, in grado di ottenere profitti materiali e profitti simbolici; • La rete di liaisons è frutto di strategie di investimento sociale consapevolmente o inconsapevolmente orientate verso l’istituzione o la riproduzione di relazioni sociali direttamente utilizzabili, nel breve o nel lungo termine; cioè verso la trasformazione di rapporti contingenti, come i rapporti di vicinato, di lavoro o di parentela, in relazioni che implicano degli obblighi soggettivamente sentiti (sentimenti di riconoscenza, rispetto, amicizia, ecc.) o istituzionalmente garantiti (diritti); ciò grazie all’alchimia dello scambio (di parole, doni, ecc.) come comunicazione che presuppone e produce conoscenza e reciproca riconoscenza; • Lo scambio trasforma le cose scambiate in segni di riconosc(enza)imento. negrelli 16 Bourdieu: strategie di investimento nel capitale sociale I guadagni della socialità costitutivi della stessa solidarietà che li rende possibili…: “The profits which accrue from membership in a group are the basis of the solidarity which makes them possible” (1985: 249) negrelli 17 Bourdieu: fungibilità del capitale sociale Forme fungibili di capitale sociale e tutte riducibili al capitale economico. Il capitale sociale consente infatti alternativamente di: • ottenere sussidi, prestiti, protezione e garanzie sui mercati, ecc. (risorse economiche); • accrescere i rapporti con esperti e persone raffinate (capitale culturale); • accedere alle istituzioni che danno credenziali di valore (capitale culturale istituzionalizzato). negrelli 18 Bourdieu: scambio sociale e scambio economico • I processi e gli scambi sociali conducono alla produzione di forme di capitale sociale che sono riducibili al capitale economico (= lavoro umano accumulato), ma tali processi e scambi sociali non lo sono! • I processi sociali hanno dinamiche differenti a seconda delle diverse forme di capitale sociale deliberatamente prodotte. • I processi sociali sono caratterizzati da minor trasparenza, maggiore incertezza, obbligazioni non specificate, orizzonti temporali non definiti, opportunismo, asimmetria delle informazioni, rapporti di potere, possibile violazione della reciprocità attesa, ecc., tutti elementi che li contraddistinguono dal puro scambio economico. negrelli 19 Bourdieu: istituzioni e socialità La riproduzione del capitale sociale è garantita da: a) le istituzioni orientate a favorire gli scambi legittimi e ad escludere gli scambi illegittimi, offrendo delle occasioni (viaggi in prima classe, partite di caccia, serate, ricevimenti, ecc.), dei luoghi (quartieri ricchi, scuole selettive, club esclusivi), delle pratiche (attività sportive, giochi di società, eventi culturali); b) il lavoro di socialità, attività continua di scambi in cui si afferma e si conferma in modo permanente la riconoscenza e che presuppone un investimento costante di tempo e di sforzi (equivalente a capitale economico) e spesso anche di capitale economico. negrelli 20 Bourdieu: le grand nom • I detentori di capitale sociale ereditato, simbolizzato dal grand nom: non devono fare la conoscenza di tutte le loro “conoscenze”, perché sono conosciuti da un numero di persone maggiore rispetto a quello che conoscono: “je l’ai bien connu”; • Le istituzioni consentono di concentrare nelle mani di un singolo agente la totalità del capitale sociale sulla quale si fonda l’esistenza del gruppo (famiglia, nazione, associazione, partito): meccanismi di delega, rappresentanza, potere, quali condizioni di concentrazione di capitale sociale in un individuo negrelli 21 Il capitale sociale di Bourdieu: la critica di Pizzorno • Spiegazione esclusivamente strumentale del capitale sociale: una risorsa di strategia individuale; • La formazione del capitale sociale è spiegata essenzialmente come il risultato di azione deliberata; • Non considera la natura della relazione di socialità, importante per spiegare la eventuale mobilitabilità del capitale sociale; • I modi di controllo della fiducia da parte dei gruppi non sono parte dell’analisi; • Esclude la reciprocità non strumentale negrelli 22 Le basi per lo studio del capitale sociale: James S. Coleman • Foundations of Social Theory, 1990, cap. 12: “Social Capital” • Studi sui rapporti tra capitale sociale e istruzione negli Usa: il tasso di abbandono scolastico degli studenti delle scuole superiori di confessione religiosa tre volte inferiore a quello delle scuole pubbliche e due volte meno di quello delle scuole private: Coleman, Hoffer, Public and Private High Schools: The Impact of Communities, New York, Basic Books, 1987; • “l’importanza dell’inserimento dei giovani nelle enclave degli adulti più vicini a loro, in primo luogo la famiglia e in secondo la comunità degli adulti di contorno (esemplificata in tutti questi risultati dalla comunità religiosa)” negrelli 23 La sociologia di Coleman • Ordine sociale: attori con dotazione di risorse su cui hanno controllo o interesse; • L’interdipendenza sociale funziona “come sistema” in quanto “gli attori sono interessati ad eventi” in tutto o in parte controllati da altri attori; • Due meccanismi che “formano” le relazioni sociali e le strutture sociali relativamente stabili (“emergenza” delle norme): - scambio - trasferimento unilaterale diritti di controllo • Es.: lavoro); - relazioni di autorità; - relazioni di fiducia; - allocazioni consensuali di diritti, in base alle quali vengono stabilite norme efficaci (prestazioni di - creazione di istituzioni, organizzazioni, attori collettivi, pubblici e privati. negrelli 24 La sociologia di Coleman • “Individualismo metodologico”; • Sociologia dell’azione fondata sulla rational choice,anziché su un approccio multidimensionale che comprenda anche la razionalità dell’azione rispetto ai valori, alla tradizione, alle emozioni (Weber, Boudon); • Prospettiva neo-contrattualista (Rawls); • Concezione relazionale e situazionale del “potere”: controllo di risorse o eventi di valore per gli altri. negrelli 25 La sociologia di Coleman • Il comportamento individuale come oggetto da spiegare (metodi quantitativi e metodi qualitativi): voto, scelte di consumo, scelte occupazionali, atteggiamenti, valori, ecc.; • Compito principale della scienze sociali è la spiegazione dei fenomeni sociali, non del comportamento dei singoli individui: a) metodo basato su campioni di casi di comportamento sistemico (analisi fattoriale) o sull’osservazione del comportamento del sistema sociale per un periodo (approccio “storia naturale”); b) esame dei processi interni al sistema sociale o unità di livello inferiore a quello del sistema; • Il problema del rapporto micro-macro: il problema delle spiegazioni del comportamento sistemico basate su azioni e orientamenti di un livello inferiore a quello del sistema consiste nel passaggio dal primo al secondo! • Struttura del gioco: macro-micro (contesto dell’azione: condizioni di partenza, interessi, vincoli); micro-micro (interazioni); micro-macro (conseguenze dell’azione e nuovo contesto) (“Coleman Boat”) negrelli 26 “Coleman boat” Dottrina religiosa protestante Capitalismo 1 3 2 Comportamento economico Valori negrelli 27 Il capitale sociale da Loury a Coleman • Riprende da Loury il termine di “capitale sociale” inteso come insieme delle risorse contenute nelle relazioni familiari e di comunità, utili per lo sviluppo del capitale umano (collegandosi anche a Bourdieu); • Richiama il filone della “nuova economia istituzionale” (Williamson), ma anche la critica di Granovetter relativa al ruolo limitato assegnato alle relazioni personali concrete e delle reti di relazioni, ovvero il “radicamento” delle transazioni economiche nelle relazioni sociali (embeddedness); • Ricerche empiriche: come Granovetter ha dimostrato l’importanza delle relazioni sociali in Getting a job, così Lin e altri confermano il ricorso a tali risorse sociali per ottenere successo nel lavoro. negrelli 28 Coleman: definizione di capitale sociale • “Risorse sociali-strutturali come ammontare di capitale per gli individui” • Il capitale sociale è definito dalle sue funzioni; • “Diverse entità con due caratteristiche in comune: consistono tutte di un determinato aspetto delle strutture sociali; tutte rendono possibili determinate azioni degli attori – individuali o collettivi - presenti all’interno di questa struttura”; • E’ produttivo (come il capitale fisico) • Non è completamente “fungibile”, se non per certe attività (come il capitale fisico e il capitale umano); • Di valore per certe azioni ma dannoso per altre; • È contenuto nella struttura delle relazioni tra le persone negrelli 29 Esempi di capitale sociale • Militanza radicale degli studenti della Corea del Sud: a) relazioni sociali derivanti da stessa provenienza di scuola, città, chiesa per costituire i gruppi di studio; b) gruppi di studio a loro volta forma di capitale sociale (cellule di organizzazione) utile per l’opposizione al sistema politico; • Rapporti tra medico e paziente (fiducia); • Capitale sociale metropolitano di sorveglianza dei bambini; • Reti sociali di cooperazione del mercato centrale del Cairo • “L’organizzazione sociale costituisce capitale sociale, rendendo possibile il raggiungimento di obiettivi che in sua assenza non potrebbero essere conseguiti, se non a un costo molto superiore” negrelli 30 Differenti tipi di capitale • Capitale fisico: creato trasformando le materie prime: strumenti per la “produzione” (tangibili); • Capitale umano: creato trasformando le persone: dare loro capacità, conoscenze e competenze (meno tangibili) per agire in modo innovativo; • Capitale sociale: “creato quando le relazioni tra le persone cambiano in modi che agevolano l’azione” (ancora meno tangibile in quanto incorporato in tali relazioni). negrelli 31 Coleman: complementarietà del capitale umano (nodi) e del capitale sociale (linee) A B C negrelli 32 Coleman: forme di capitale sociale a) Doveri e aspettative b) Potenziale informativo c) Norme e sanzioni efficaci d) Relazioni di autorità e) Organizzazione sociale appropriabile f) Organizzazioni intenzionali negrelli 33 Doveri e aspettative • Titoli di credito sociali: A fa qualcosa per B e crede che in futuro sarà ricambiato = aspettativa di A, obbligo in sospeso per B; • Elementi critici: a) affidabilità dell’ambiente sociale: es. associazioni di credito a rotazione; rappresentanti di fiducia; sistemi di fiducia reciproca (coppia). b) quantità di titoli di credito disponibili: asimmetria tra i diversi attori sociali (patriarca famiglia estesa; famiglie benestanti; uomini politici). negrelli 34 Doveri e aspettative – Le ragioni della differente “densità dei doveri in sospeso”, oltre alla affidabilità ambientale: • • • • • • – effettiva necessità di aiuto degli individui, esistenza di altre forme di aiuto (welfare), grado di ricchezza, differenze culturali (Banfield), grado di chiusura dei reticoli sociali, logistica dei contatti sociali. Perché attori “razionali” creano dei doveri in sospeso: • • creazione “intenzionale” (potlatch, dono avvelenato, Mauss); tipo di “polizza assicurativa”: quando il dono vale più per il ricevente che per il donatore, il ricevente non ricambia il favore fino a quando il donatore ne ha bisogno negrelli 35 Potenziale informativo • Informazioni utili per l’azione, ma costose; • Acquisire informazioni ricorrendo a relazioni sociali attive per altri scopi: da amiche e amici per essere aggiornati su moda e notizie; • Le relazioni sociali hanno in questo caso valore in quanto capitale sociale di informazioni utili e non di obblighi in sospeso. negrelli 36 Norme e sanzioni efficaci • Norme efficaci, forma potente, ma fragile di capitale sociale: – sanzioni contro il crimine; – incentivi per il successo scolastico; – incentivi per l’interesse collettivo (“piccolo il mio, grande il nostro); • Forma di capitale sociale che favorisce certe azioni, ma limita altre (divieti in contrasto con libertà); oppure riduce innovazione • Il problema della produzione dei beni pubblici (Olson: il paradosso dell’azione collettiva e la questione del free-rider); negrelli 37 IL PROBLEMA DELL'AZIONE COLLETTIVA Il problema del free-rider o della partecipazione volontaria alla produzione di beni pubblici. Perseguimento di interessi personali con risultati collettivi disastrosi: le persone possono quindi rinunciare al proprio potere a favore dello stato (Hobbes: Leviatano); ma possono giungere a cooperare anche per vie de-centralizzate e non coercitive; quali modi attraverso cui le persone potrebbero razionalmente giungere a preferire l'azione cooperativa al comportamento da free rider? negrelli 38 Il paradosso di Olson A meno che: • il numero di individui di un gruppo sia molto piccolo, • o ci sia coercizione (incentivi selettivi negativi), • o qualche speciale accorgimento per fare che gli individui agiscano nel loro interesse comune (incentivi selettivi positivi), individui razionali, auto-interessati, non agiranno per ottenere il loro interesse comune o di gruppo. negrelli 39 Relazioni di autorità • L’attore A trasferisce all’attore B il diritto di controllo su alcune azioni, rendendogli così disponibile una forma di capitale sociale; • Diversi attori trasferiscono a B i loro diritti di controllo: concentrazione di capitale sociale nell’attore B; • “Le persone, in determinate circostanze, sono spinte a conferire autorità a un capo carismatico per creare il capitale sociale necessario alla soluzione dei problemi comuni”. negrelli 40 Organizzazione sociale appropriabile • “Le organizzazioni volontarie nascono per perseguire qualche scopo di coloro che le fondano”: – Associazione inquilini; – Sindacati, ecc. • “Un’organizzazione creata per determinati scopi può essere di aiuto [= appropriabile] anche per altri, venendo così a costituire del capitale sociale che può essere utilizzato”. negrelli 41 Organizzazioni intenzionali • Capitale sociale, sottoprodotto di attività avviate per altri fini; • Es. 1, organizzazione commerciale, creata per fornire reddito: l’imprenditore trasforma il capitale finanziario in capitale fisico di produzione, produce capitale sociale (organizzazione), e capitale umano (dipendenti); • Es. 2, associazione volontaria, che produce un bene pubblico • L’organizzazione produce due tipi di sottoprodotto di capitale sociale: – appropriabilità dell’organizzazione per altri scopi (vedi sopra); – bene pubblico con vantaggi per tutti (principio di non escludibilità). negrelli 42 I "beni pubblici" e il free-rider Un bene pubblico viene definito come un bene tale che, se un qualsiasi individuo di un gruppo lo consuma, ciò non può essere praticamente impedito dagli altri di quel gruppo. In altre parole, quelli che non pagano per qualche bene pubblico non possono essere esclusi dal partecipare al consumo del bene, come accade quando si tratta di beni privati. Mancur Olson Free-rider negrelli 43 Coleman: quantità relative di capitale sociale “Il potere di un attore in un sistema di azione lineare in stato di equilibrio è una misura diretta del capitale sociale a disposizione di questo attore all’interno di tale sistema” A2 a) potere bilanciato A1 A1 A1 A3 A3 A2 B) A1 ha volume debiti e crediti doppio di A2 e A3 negrelli A2 A3 c) A3 potere ridotto rispetto a A1 e A2 44 Coleman: capitale sociale come bene pubblico • Inalienabilità pratica del capitale sociale (Loury): risorsa di valore, ma anche attributo della struttura sociale che non può essere di proprietà privata di nessuno che ne ha beneficio; • “poiché molti dei vantaggi delle azioni che producono capitale sociale favoriscono persone diverse da chi compie queste azioni, gli individui non hanno interesse a produrlo” (il problema dell’azione collettiva); • Il “sottoinvestimento” nel capitale sociale non riguarda però coloro che riescono ad appropriarsi dei benefici del capitale sociale in cui hanno investito (“beni di club”); • Data la natura di bene pubblico di molto capitale sociale, viene in gran parte creato e distrutto come “sottoprodotto” di altre attività. negrelli 45 Coleman: creazione, mantenimento e distruzione del capitale sociale CHIUSURA DEI RETICOLI SOCIALI A - B: genitori / uomini / aziende clienti; a – b: figli / donne / aziende fornitrici A B A B a b a b (a) (b) negrelli 46 Coleman: creazione, mantenimento e distruzione del capitale sociale • Stabilità della struttura sociale: l’invenzione sociale di organizzazioni costituite da posizioni e non da individui (capitale sociale stabile nonostante la mobilità individuale, che non minaccia la struttura sociale); • Ideologia: “impone ad un individuo che la adotta di agire nell’interesse di qualcuno o qualcosa diverso da lui” (comunità religiose, partiti, ecc.) • Altri fattori che rendono meno dipendenti le persone tra loro e che contribuiscono a generare meno capitale sociale: – ricchezza; – sussidi statali; • Il capitale sociale come il capitale fisico e il capitale umano si deprezza: “perde di valore se non viene rinnovato”. negrelli 47 Coleman: il problema dell’erosione del capitale sociale • Dall’ambiente sociale naturale (famiglia, gruppo parentale, clan, vicinato, comunità, villaggio) alla organizzazione sociale costruita e agli attori collettivi intenzionali (scuole, assicurazioni sanitarie, agenzie statali di welfare, ecc.); • Il problema della “attenzione prolungata” e degli incentivi all’azione altruistica, fiducia, norme e altre forme di capitale sociale: il “povero bambino ricco” di risorse materiali ma privo di quelle sociali; • Diritti di prelievo sul prodotto vs. diritti di welfare (lo stato redistributivo); • Il declino dell’autorità: dall’autorità all’auto-regolazione; • Stati nazionali (voice/decisione collettiva) vs. multinazionali (exit/mercato/decisione individuale) • “Qual è il mezzo, in un sistema sociale globale, con cui si può continuare a spostarsi dall’organizzazione sociale originaria verso quella intenzionale, senza sacrificare tutti i vantaggi della prima?” Invito sia alla ricerca applicata che alla teoria. negrelli 48 Il capitale sociale di Coleman: la critica di Portes Sensenbrenner (1993) • Nella definizione di Coleman, il concetto di c.s. è teoricamente indefinito: che cosa sono le entità sociali che facilitano il raggiungimento degli obiettivi individuali? Da dove provengono? • Orientamento marcatamente strumentale, in cui prevale una visione prevalentemente positiva delle forze sociali strutturali (a differenza di Granovetter che pone in luce anche gli elementi costrittivi del c.s.) • Eppure il concetto di capitale sociale appare più adeguato ad essere teoricamente rafforzato rispetto a quello più vago di embeddedness negrelli 49 Il capitale sociale di Coleman: la critica di Portes (1998) • Definizione generica che consente di rinominare processi diversi e contraddittori: meccanismi generativi di capitale sociale (attese di reciprocità e norme rafforzative di gruppo); conseguenze del suo possesso (accesso privilegiato alle informazioni); organizzazione sociale “appropriabile che offre il contesto sia per le risorse che per gli effetti materiali; • Le risorse ottenute mediante c.s. hanno carattere di “dono” per il ricevente: è importante quindi distinguere le stesse risorse dalla capacità di ottenerle grazie alla appartenenza alle diverse strutture sociali, una distinzione chiara in Bourdieu ma non in Coleman (c.s. = risorse ottenute mediante c.s.: tautologia); v. teoria delle capabilities di Sen e la critica ai “beni primari” di Rawls; • Distinguere le motivazioni dei riceventi da quelle dei donatori negli scambi mediati da c.s. (più complicato capire le motivazioni dei donatori senza ritorni immediati); • Uno studio più sistematico del concetto di c.s. deve quindi operare distinzioni tra: a) i possessori di c.s. (richiedenti); b) le fonti del c.s. (consenzienti); c) le risorse stesse. Questi tre elementi spesso confusi nelle analisi post-Coleman. negrelli 50 Le fonti del capitale sociale negrelli 51 Portes, Sensenbrenner (1993): una (ri)-definizione di capitale sociale • “Aspettative collettive che influenzano il comportamento economico degli individui” • 4 tipi (fonti) di aspettative “economicamente rilevanti”: 1. value introjection; 2. reciprocity exchanges; 3. bounded solidarity; 4. enforceable trust • Condizioni che facilitano ma anche costringono o fanno deviare rispetto agli obiettivi economici negrelli 52 Principi operativi e riferimenti classici e moderni 1. Socializzazione in ambito di credenze consensualmente accettate (Durkheim: analisi dei fondamenti sociali del contratto; sociologia economica funzionalista: Parsons, Smelser); 2. Norma di reciprocità nell’interazione diretta (Simmel: analisi dello scambio in diadi e triadi; Blau: scambio e potere nella vita sociale); 3. Sentimenti reattivi situazionali (Marx, Engels: emergere della coscienza di classe operaia; legami di solidarietà etnica e degli immigrati); 4. Sanzioni e ricompense specifiche legate all’appartenenza di gruppo (Weber: analisi della razionalità sostanziale negli scambi economici; imprenditorialità etnica e dinamica) negrelli 53 Portes: le fonti del capitale sociale • Bourdieu e Coleman hanno dato enfasi alla natura intangibile del c.s. rispetto alle altre forme di capitale: se il capitale economico ha sede nei conti correnti e il capitale umano nella testa degli individui, il capitale sociale è inerante alla struttura delle relazioni sociali. • “To possess social capital, a person must be related to others, and it is those others, not himself, who are the actual source of his or her advantage” (Social Capital: Its Origins and Application in Modern Sociology, ARS, 1998: 7). negrelli 54 Portes: le fonti del capitale sociale Le motivazioni degli altri: 1. normativa (principled): value introjection, valori interiorizzati come obbligo (pagare i debiti alla scadenza; rispettare il codice della strada): tali comportamenti sono appropriabili dagli altri come risorse; 2. strumentale (instrumental) : reciprocità attesa del donatore (scambio anche non economico; timing non definito) (Simmel, Homans, Blau); 3. normativa (principled) 2: bounded solidarity (ad es. alla classe secondo Marx: coscienza di classe per sé) (membri di una chiesa che finanziano scuole e ospedali; appartenti a nazionalità soppresse che sostengono attività militari) (identification); 4. strumentale (instrumental) 2: reciprocità attesa collettiva, i vantaggi possono venire indirettamente dalla comunità, la collettività è garante (enforceable trust). negrelli 55 Portes, Sensenbrenner (1993). Ipotesi di ricerca su immigrazione e c.s. relative alla “bounded solidarity” 1. Più è differenziato il gruppo sociale dal resto della popolazione per caratteri culturali, maggiore è il livello di pregiudizio associato a questi tratti, e minori sono le probabilità di uscire da tale situazione, allora più forte diventa il senso di solidarietà tra i suoi membri e maggiore il c.s. appropriabile derivante da tale solidarietà (es. Chinatown: solidarietà reattiva); 2. Il c.s. emergente da conflitto di situazioni è maggiore quando la bounded solidarity risultante non è limitata ai reali eventi ma porta a una definizione alternativa della situazione basata sulla riattivazione di pratiche passate e di una memoria culturale comune (ebrei russi e tedeschi: solidarietà di ricca eredità culturale, non solo reattiva). negrelli 56 Portes, Sensenbrenner (1993). Ipotesi di ricerca su immigrazione e capitale sociale relative alla “enforceable trust” 3. in quanto fonte di c.s., la fiducia che si rafforza è direttamente proporzionale alla forza della discriminazione dall’esterno e inversamente proporzionale alle opzioni disponibili fuori della comunità per garantire stima sociale e opportunità economiche (es. rotation credit association, financieras, “character” loans: risorse di comunità); 4. Più elevata la capacità di una comunità di conferire ricompense specifiche ai suoi membri, e più sviluppati risultano i suoi mezzi di comunicazione, allora maggiore è la forza della enforceable trust e maggiore il c.s. che ne deriva (es. studenti haitiani di seconda generazione: monitoraggio mediante i media) negrelli 57 Portes, Sensenbrenner (1993). Ipotesi di ricerca su immigrazione e c.s. relative agli effetti negativi 5. Maggiore è il c.s. prodotto dalla “solidarietà chiusa” e dai controlli di comunità, crescenti diventano le pressioni particolaristiche sugli imprenditori di successo e maggiori le restrizioni alla libertà individuale; 6. Più a lungo la mobilità economica di un gruppo sociale è stata bloccata da strumenti coercitivi non di mercato, più probabile è l’emergere di una solidarietà chiusa che nega la possibilità di avanzamenti mediante una equa competizione di mercato e che contrasta gli sforzi individuali in tal senso. negrelli 58 Portes: le funzioni positive del c.s. • A) Controllo sociale: rafforza le regole, utile per genitori, insegnanti, autorità di polizia (fonte riscontrabile nella bounded solidarity e enforceable trust: rende superfluo il controllo diretto e formale); • B) Sostegno familiare (family capital): c.s. minore nelle famiglie di single e mobili; • C) Vantaggi derivanti dalle reti extra-familiari: la forza dei legami deboli (Granovetter) e “structural holes” (Burt); ma anche “strong ties” (Lin), rotating credit associations, enclaves, ethnic niches, ecc. negrelli 59 Portes: conseguenze negative del c.s. • Accesso ristretto alle opportunità: esclusione degli outsiders; • Eccessive pressioni di gruppo o comunità sull’iniziativa economica dei membri; • Restrizioni della libertà individuale: conformismo; • Norme livellanti al basso: tenere dentro i membri del gruppo di subcultura e spingere fuori i più ambiziosi negrelli 60