La qualità del lavoro S. Negrelli Corso “Occupazione e risorse umane” Scienze dell’Organizzazione Classi sociali e qualità del lavoro • Lavoratori agricoli: • Italia, censimento 1951; • Nel mondo 70% nei 50 paesi meno sviluppati; • Nei paesi in via di sviluppo 54%; • Marx: schema dicotomico fondato sul criterio della proprietà dei mezzi di produzione negrelli qualità del lavoro 2 Classi sociali e qualità del lavoro • Mondi di produzione: “ciascuno caratterizzato da un modo di coordinamento economico tra le persone, da un tipo di prodotto e da un registro elementare di azione” (Salais, Storper, 1993); • • Forme di “identità economica”; • Sociologia del lavoro come studio della classe operaia industriale e delle sue condizioni di lavoro; • Il modello socio-economico “convergente” del grande mondo produttivo “fordista” (Boyer) negrelli qualità del lavoro 3 Classi sociali e qualità del lavoro Classi sociali, ceti, status occupazionale possono ancora oggi essere collegati alle condizioni e qualità del lavoro? • La nuova “classe creativa” dei senza colletti contrapposta alla “classe dei servizi” e alla “classe operaia” in declino (Florida, 2003); • La nuova classe dei “servizi di tipo simbolico-analitico” che svolgono attività di “individuazione e soluzione dei problemi e intermediazione strategica”, contrapposta alle classi che svolgono “servizi ripetitivi legati alla produzione” o “servizi interpersonali”, accanto agli agricoltori e ai dipendenti statali (Reich, 1993); • La rinascita di una “classe servile” (Gorz, 1992). negrelli qualità del lavoro 4 Classi sociali e qualità del lavoro Gli impiegati • Proletarizzazione (come gli operai?) • Specificità (una classe autonoma?) • Eterogeneità (borghesi e proletari, burocrati e non burocrati insieme?) • Ambivalenza (Giano bifronte, ceto e classe a seconda delle convenienze?? • Le condizioni ibride: operai del terziario? lavoro manageriale e non manageriale? Lavoro dipendente e indipendente? Lavoratori autonomi ma economicamente dipendenti? Telelavoro? Un diritto comune del lavoro? negrelli qualità del lavoro 5 Modelli produttivi e qualità del lavoro? • Il modello fordista della produzione di massa: • • • • • Lavoro standardizzato Lavoro semiqualificato organizzazione taylorista del lavoro Controllo “tempi e metodi Cottimo e salario a rendimento • Il modello della specializzazione flessibile • Il modello della produzione snella (toyotismo) • Esiste un modello sociale europeo? negrelli qualità del lavoro 6 Status occupazionale e qualità del lavoro? Le employment conditions definiscono le working conditions? • Lavoratori core: full time e a tempo indeterminato • Contingent workers: • • • • • • A tempo determinato Interinali A tempo parziale Parasubordinati Apprendisti Staff leasing, job on call, ecc. • Low skilled e working poors negrelli qualità del lavoro 7 Fig. 4.1. Il lavoro nella struttura di impresa OUTSOURCING CONTINGENT job on call tempo determinato staff leasing CORE interinali telelavoro part-time apprendisti co.co.co (progetto) appalti negrelli qualità del lavoro 8 Dal “saper fare” al “saper essere” • Le trasformazioni del lavoro non possono più essere comprese, in maniera esclusiva ed oggettiva, né dall’approccio delle classi sociali né da quello dei modelli produttivi. • Il lavoro che cambia tende a trasformarsi con la richiesta di una più equa combinazione tra le due dimensioni del “saper fare” e del “saper essere” o, più esattamente per la crescita di quest’ultima, in tutti i tipi di lavoro e anche secondo i vari status occupazionali, classi sociali o modelli produttivi. • Mentre la letteratura sociologica, organizzativa, giuridica ed economica del lavoro si è maggiormente soffermata sulla dimensione del “saper fare” (vedi matrice di Mintzberg), nel periodo recente sono cresciuti gli studi empirici che evidenziano l’importanza crescente della dimensione del “saper essere” ovvero del “capitale sociale” posseduto dei lavoratori. negrelli qualità del lavoro 9 Evoluzione dell’inquadramento professionale del personale SAPER ESSERE ALTA A U T O N O M I A C O N T R O L L O professionisti dirigenti quadri operai, impiegati non qualificati tecnici BASSA BASSA negrelli QUANTITA’ / VARIETA’ DEI COMPITI qualità del lavoro ALTA 10 Le skills sociali • Capacità di lavorare in gruppo • Creatività • Rapporti sociali con soggetti interni ed esterni al proprio ambito di lavoro • “Produzione di sé” sul lavoro negrelli qualità del lavoro 11 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Nel lavoro industriale (ricerca Kern e Schumann, 1991): • “padronanza di comportamento” del conduttore di impianti (settore auto): saper lavorare in squadra, avvalersi dell’assistenza di altri lavoratori qualificati (manutentori, elettricisti, ecc.); • “padronanza intellettuale”: dall’agire orientato al risultato (saper fare) all’agire orientato al processo (settore macchine utensili); • “integrazione dei compiti” (programmi di produzione; supervisione, controllo e regolazione del processo, manutenzione, ecc.) sui grandi impianti chimici negrelli qualità del lavoro 12 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Nel lavoro degli analisti simbolici (Reich, 1993) • impegnati in discussioni con i colleghi…trascorrono lunghe ore in riunioni o al telefono…pubblicano relazioni, piani, progetti, bozze, memorandum…che, a loro volta, danno luogo ad altre riunioni per chiarire quanto è stato proposto e per accordarsi sulle modalità e responsabilità di attuazione. • poiché non è possibile definire in anticipo i problemi e le soluzioni, scambi di idee frequenti e informali servono a garantire che si faccia il miglior uso di intuizioni e scoperte e che queste siano sottoposte a una tempestiva valutazione critica. negrelli qualità del lavoro 13 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Nella nuova “impresa non standard” (Helper, MacDuffie, Sabel, 2003): “l’unità fondamentale …è il team o gruppo di lavoro…libero di modificare la sua organizzazione interna e di scegliere gli input (strumenti, servizi tecnologici, componenti e così via) sia dall’esterno che dall’interno della azienda che fornisce i suoi membri” negrelli qualità del lavoro 14 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Nelle aziende ad alto valore aggiunto, con un’organizzazione a forma di “tela di ragno” nella quale: i responsabili della intermediazione strategica stanno al centro, ma ci sono connessioni di tutti i generi, che non li interessano direttamente, mentre nuove connessioni vengono continuamente create…le specializzazioni individuali sono combinate in modo che la capacità di innovazione del gruppo è un po’ superiore alla somma delle singole parti. Con il tempo, via via che continuano a congiuntamente a diversi problemi, i singoli componenti del gruppo imparano a conoscere le capacità degli altri. Imparano il modo di aiutarsi vicendevolmente per ottenere risultati migliori, si rendono conto del contributo che i singoli possono apportare a un determinato progetto e del modo migliore per acquisire insieme una maggiore esperienza. Ogni partecipante al lavoro di gruppo cerca di scoprire idee che possano far progredire il gruppo. Non è possibile tradurre un’esperienza e una comprensione collettiva di questo genere in procedure operative standard da trasferire facilmente ad altri lavoratori e ad altre organizzazioni. Ciascun punto nodale del reticolo aziendale rappresenta una combinazione unica di capacità (Reich, 1993). negrelli qualità del lavoro 15 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Come in tutte le aziende moderne e per tutti i lavori: un’azienda non farà mai strada se il compito di pensare è lasciato a chi dirige. Nell’azienda tutti devono contribuire, e il contributo dei dipendenti dei gradini più bassi non deve limitarsi al lavoro manuale. Noi insistiamo perché tutti i dipendenti contribuiscano con il cervello. Oggi riceviamo una media di otto proposte all’anno da ognuno dei nostri dipendenti, e la maggior parte di esse mirano a rendere più facile o affidabile il lavoro degli interessati, o a rendere più efficiente un certo procedimento. In Occidente c’è chi si fa beffe del sistema delle proposte, dicendo che costringe la gente a ripetere cose ovvie, oppure che è indicativo di una carenza di capacità direttiva da parte della direzione. L’atteggiamento rivela una certa mancanza di comprensione. Noi non costringiamo nessuno a fare proposte, ma le prendiamo sul serio e adottiamo le migliori. E poiché nella maggior parte esse si riferiscono direttamente al lavoro di chi le avanza le troviamo pertinenti e utili. Dopo tutto chi ci potrebbe indicare meglio come organizzare nel dettaglio il lavoro, se non le persone che lo fanno? (Morita, 1987: 175). negrelli qualità del lavoro 16 Tendenze verso il “saper essere”, ovvero le competenze sociali del lavoro Nei contratti collettivi di lavoro, dalla mansione (“saper fare”) al ruolo (combinazione di “saper fare” e “saper essere”): • L’accordo pionieristico Dalmine 1994, con definizione dei ruoli sulla base di sette criteri negoziati: informazioni, risultati, autonomia, relazioni, conoscenze, polivalenza, responsabilità; • L’inquadramento professionale nei ccnl recenti: da “mansioni”, qualifiche”, livelli” ai “ruoli” (tlc), alle “aree professionali” (credito): nuovi criteri quali saper “gestire”, “collegare”, “affrontare” attività e problemi; • Le nuove competenze per l’inquadramento nel contratto dei metalmeccanici del Baden-Wurttenberg: “spazio di manovra”, “comunicazione”, “leadership”; • Per i “lavoratori della conoscenza” forme di contratti “aperti” di lavoro professionale; • Categorie onnicomprensive: es. la figura del “dirigente intermedio” delle ferrovie spagnole (Renfe); negrelli qualità del lavoro 17