n57_a02
Anche la stenografia
ha fatto
di GIUSEPPE
AURELIO
TROMBETTI
la guerra
La stenografia
negli eserciti dell’antica Roma
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
F
2
in dai tempi più remoti, gli Eserciti
apprezzarono ed utilizzarono una
«celere scrittura» (stenografia), per rendere più agili e svelte le complesse operazioni amministrative militari. Se infatti può apparire dubbio ciò che viene
affermato da taluni scrittori, che presso
gli Eserciti dell’antica Grecia vi fossero
dei veri e propri stenografi che raccoglievano gli ordini e le parole dei capi,
risulta accertato che i discorsi di Milziade sulla guerra, furono raccolti da soldati stenografi.
Anche Serse, secondo le testimonianze di Erodoto, nella sua campagna
contro i Greci ebbe al suo seguito dei
veri stenografi per dar corso immediato
ai suoi ordini.
Nell’antica Roma la stenografia era
la scrittura di tutti i militari che la usavano nelle questioni di servizio e nella
vita privata, perché apposite leggi militari ne prescrivevano l’uso. Furono perciò numerosissimi gli ufficiali dell’esercito romano che studiarono stenografia
e si ha notizia di un tal Mecenate, decurione delle leggi romane, che inventò
anche lui un sistema di celere scrittura,
e lo diffuse tra i suoi soldati, pretendendone da essi l’uso costante.
Narrano le cronache dell’antica
Roma che il soldato Lucio Tazio, morendo, tracciò il suo testamento con le
Note Tironiane (celere scrittura dell’epoca), ed il testamento ebbe ugualmen-
te efficacia giuridica, in quanto la stenografia, considerata come scrittura di
servizio, era l’unica da usarsi sul campo
di battaglia1.
La stenografia sotto le armi
dal 1800 ad oggi
L
e invasioni barbariche e la decadenza della civiltà romana arrestarono
l’uso della stenografia presso gli Eserciti, e bisogna arrivare alla fine del secolo
XVIII ed al principio del XIX per scorgere, in Inghilterra, in Francia ed in Italia,
i segni di rinascita e di ideazione di nuovi sistemi stenografici. Fu soltanto
dopo la Rivoluzione Francese che si ricominciò a sentire il bisogno della diffusione dell’arte negli Eserciti.
– In Austria, nel 1801, per il vivo interessamento del Luogotenente Generale Dauser (il quale pubblicò un’ottima riduzione del sistema stenografico
del Taylor) si ebbe l’introduzione della
stenografia nelle scuole militari. Egli fu
il primo a diffonderla anche tra i suoi
ufficiali e ad insegnarla ai cadetti dell’accademia militare.
1
Ennio, grammatico romano, usò per primo le note
abbreviative e poco tempo dopo Marco Tullio Tirone – liberto di Cicerone – (63 a.C.) riunì i vari mezzi
abbreviativi, di cui solevano servirsi ai suoi tempi i
Romani, e regolò con unico criterio tali note. Ne
formò un vero sistema stenografico che ebbe una
grandissima diffusione. Questo sistema fu insegnato in più di 300 scuole ai tempi di Augusto; e trova
pertanto giustificazione quanto affermava Valerio
Proto, e cioè che tutti in Roma conoscevano la stenografia.
– Nel 1830 si hanno già in Germania
pubblicazioni di stenografia esclusivamente per militari. Massimiliano II nel
1854 ne diffuse la conoscenza in Baviera, ed in quell’anno, per la prima volta,
fu insegnata nelle scuole militari bavaresi.
– Nel 1861, per l’interessamento dell’Ammiraglio Werner, la celere scrittura fu utilizzata nelle file dell’Esercito
Tedesco, con carattere ufficiale, e presto venne resa materia obbligatoria nelle scuole militari di Koenisberg e di
Kiel. In Germania la stenografia si diffuse rapidamente e si crearono periodici di stenografia esclusivamente militari, e, cosa interessantissima, si creò anche un sistema stenografico, in cui tutti
i vocaboli tecnici, in uso presso l’Esercito e la Marina, avevano i loro corrispondenti segni riservatissimi. L’insegnamento della stenografia fu talmente curato nell’Esercito, che, durante la Grande Guerra, la Germania ed i suoi alleati
poterono utilizzare in sommo grado
tale arte, e specialmente se ne valsero i
grandi informatori militari per la redazione degli appunti e delle notizie segrete.
È accertato che in ogni ufficio militare tedesco, esisteva, durante la guerra, un ufficiale stenografo. Ma non solo
in Germania si deve rilevare una ottima
applicazione dell’arte stenografica,
giacché ormai, in tutti gli Eserciti, sono
numerosissimi i provetti ufficiali stenografi. Importanti riviste militari estere
trattano diffusamente di stenografia e
della sua migliore utilizzazione.
– In Francia i corsi di stenografia furono aperti fin dal 1900 nei circoli militari di Parigi, Lione e Laon per gli Ufficiali dell’Esercito attivo; alla società Politecnica militare per quelli della riserva
e della territoriale, ed in altri centri per i
soldati e graduati.
– Nel Belgio, l’ultimo Congresso Internazionale di Stenografia fu tenuto a
Bruxelles nel 1927 sotto l’alto patronato
di S.M. il Re Alberto del Belgio, ed ebbe
come membri del Comitato tutti i Ministri in carica dell’epoca.
Questo Re dimostrò sempre la più
grande simpatia e interesse per la celere
scrittura e, riconoscendone gli immensi
vantaggi che essa può rendere, auto-
rizzò nello stesso anno 1927 l’istituto
stenografico del Belgio ad assumere il
titolo di Società Reale.
– In Ungheria l’arte si è molto affermata in questi ultimi anni.
Con decreto del Ministro dell’Istruzione in data 6 dicembre 1929 venne disposto che fosse insegnata nelle scuole
militari superiori dell’Esercito, e fosse
richiesta in tutti i concorsi per l’Amministrazione dello Stato e specialmente
Giuseppe Aurelio
Trombetti
nel suo ufficio
alla Segreteria
Generale della
Commissione di
Difesa in Roma
GENERALE GIUSEPPE AURELIO TROMBETTI
(1895-1970)
LO STENOGRAFO DI MUSSOLINI
Nel 1937 era Rappresentante dell’Esercito nella
Commissione Suprema di Difesa.
Tra gli incarichi a latere vi ebbe, per diverso tempo,
quello della ripresa stenografica dei discorsi di Mussolini, preferendo poi esserne licenziato piuttosto che prestarsi a modificare un’espressione da «Sua Eccellenza»
ritenuta non fedele al proprio pronunciamento e che
passò alle stampe solo per la testarda coerenza del suo
resocontista.
Divenuto, in seguito, Segretario Generale della suddetta Commissione, si ritirò spontaneamente dal servizio per motivi – ancora una volta – di coerenza personale.
Scelse la campagna come luogo ideale per gli studi e
per un luminoso stile di vita e a Paduli (Benevento) dette espressione ad un’intensa attività intellettuale ed artistica.
Dopo la sua morte, il Comune gli ha intitolato una
strada, e il Convento francescano, avvalendosi degli apporti delle sue ricerche di storia locale, ha dato impulso
a diverse iniziative bibliografiche.
In campo stenografico, à stato grande estimatore di
Francesco Giulietti che ha personalmente conosciuto e
seguito negli indirizzi teorico-pratici della comune disciplina.
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
4
nel concorso pel reclutamento degli allievi militari.
– Nella Svezia la diffusione della stenografia è grandissima per l’opera efficacissima di propaganda del generale
Grack. Oggi si può affermare che quasi
tutti i militari svedesi conoscono la stenografia e la più grande opera che vanta la storia della celere scrittura è proprio quella di un ufficiale svedese.
– In Inghilterra la stenografia è insegnata nelle scuole militari di polizia.
– Negli Stati Uniti del Nord l’Esercito conta molti ufficiali stenografi ed alcuni di essi prestano regolare servizio
presso la Corte marziale dell’Esercito e
della Marina.
L’Esercito degli Stati Uniti si avvantaggiò moltissimo della stenografia nella guerra Spagnolo-Americana per
Cuba.
– In Giappone poi, ufficiali, sottufficiali e soldati stenografi costituiscono
un corpo specializzato ed in tutte le
scuole militari la stenografia è materia
obbligatoria di insegnamento.
Fin dalla guerra Russo-Giapponese
quest’arte venne sfruttata in pieno; i
soldati stenografi erano numerosissimi
anche allora ed erano essi che eseguivano il collegamento dei reparti con la ricezione degli ordini trasmessi per telefono. Come dichiarò Luigi Barzini, i
Giapponesi avevano fatto, nella battaglia di Mukden, un’applicazione della
stenografia veramente sorprendente e
senza precedenti.
Tutti i posti telefonici erano serviti
da ufficiali telefonisti stenografi che ricevevano gli ordini e, segnatili velocemente, li trasmettevano al Quartier Generale.
Tutti gli ordini, anche quelli del
campo di battaglia, erano raccolti stenograficamente, ed all’assedio di PortArtur due ufficiali stenografi raccoglievano gli ordini del comandante Ojeana.
Oggi l’arte stenografica tende a
diffondersi in tutti gli Eserciti del mondo e tutti riconoscono gli immensi vantaggi che essa arreca.
In Italia, nel secolo scorso, l’arte fu
tenuta in una certa considerazione anche negli ambienti militari tanto che
Antonio Milanesio nel 1819 poteva insegnare un suo speciale sistema di ste-
nografia nell’Accademia di Torino. Tale
sistema però fu facilmente superato da
altri meno empirici e più logici.
Quando i piccioni viaggiatori potevano
decidere le sorti di una battaglia
N
el 1880 il colonnello della R. Marina Oscar Greco fece stampare
un opuscolo, sotto il titolo «La scrittura
Gabelsberger-Noe applicata all’arte marittima», nel quale dopo aver rilevato
quanto risparmio di tempo ne verrebbe
se alla scienza militare in genere fosse
applicata la stenografia («spesso potendo
dipendere dalla comunicazione di un ordine, giunto in tempo ed eseguito prontamente, la salvezza di un popolo»), passò a dimostrare come questo sistema sarebbe
atto ad essere applicato alla Marina per
le comunicazioni fra una nave e l’altra.
Egli, nel 1887, illustrò per primo i
vantaggi che si avrebbero scrivendo con
i caratteri stenografici i dispacci dei colombi viaggiatori. I tubetti di penne che
servono per racchiudere i dispacci possono contenere persino 26.000 lettere.
Il Prof. Saulle Greco, da esperienze
personali da lui eseguite nel 1930, riuscì
a compendiare in caratteri stenografici,
nel piccolo rettangolo del colombigrammo (68 cmq.), il contenuto di 4787
sillabe.
Adoperando poi una striscia di seta
speciale (pelle d’uovo) della larghezza
di cm. 3 e del peso esatto di mezzo
grammo, e scrivendo dalle due parti,
riuscì a trascrivere il contenuto di circa
36 pagine di scrittura ordinaria della comune carta protocollo.
Il Generale Girod, presidente della
commissione dell’Armata Francese, in
un suo rapporto sull’uso della stenografia nel combattimento, al congresso di
Bruxelles, nel 1927, illustrò gli utilissimi
e sicuri servizi che possono rendere i
piccioni viaggiatori anche oggi che si
conoscono e si adoperano i meravigliosi mezzi meccanici di trasmissione che
la scienza ha messo a disposizione degli
eserciti. Infatti la guerra 1914-18 ha dimostrato la poca sicurezza di tali mezzi
meccanici. La scienza stessa sembra opporsi per interrompere i benefizi delle
invenzioni più grandi e si potrebbe dire
che in certi momenti la scienza di di-
struzione superi quella creatrice. Infatti
i mezzi telegrafici e telefonici non hanno mai costituito un mezzo assoluto di
sicurezza ed è noto il calvario dei telefonisti che, spesso, sotto il fuoco dei tiri di
sbarramento cercavano di riparare i
loro fili distrutti. I mezzi radio-telegrafici possono facilmente essere disturbati
durante le loro trasmissioni tanto da
renderli pressoché inservibili.
Si può affermare che in certi momenti critici della battaglia i comandanti non hanno più a loro disposizione
che l’umile ed eroico colombo viaggiatore che quasi infallibilmente porta il
messaggio che gli è stato affidato.
Si può quindi ritenere che ogg i
come ieri il colombo viaggiatore risponde ad un interesse militare e non è
senza significato il fatto che la «Federazione colombofila italiana»2 è appunto
posta sotto la vigilanza del Ministero
della Guerra.
Nonostante l’invenzione della radio,
l’esercito conserva ed estende le sue colombaie.
In occasione della cerimonia della
benedizione dei colombi viaggiatori
nello scorso anno 1936, fu simpaticamente scritto sul quotidiano «Il Messaggero»: «Ogni colombo è oggi un piccolo soldato, ogni colombaia una piccola caserma,
pronta ad ogni chiamata, affidata al patriottismo dell’allevatore».
Ed ecco infine una citazione, di eccezione, all’ordine del giorno dell’Armata Francese, concessa ad un colombo viaggiatore durante l’ultima guerra:
«A quattro riprese differenti, durante le battaglie dell’Yser e sull’Aisne, ha assicurato
senza errori e sotto un fuoco violento il trasporto rapido di due messaggi importanti».
L
«
’Italia militare» del 9 agosto 1877
poneva in rilievo come il segreto
dei trionfi della Prussia dovesse essere
attribuito al mirabile modo di funzionare della sua pronta mobilitazione.
È noto che nel passaggio dalla posi2
La Federazione colombofila italiana si proponeva
(n.d.R.) di intensificare l’attività delle sue 160 società colombofile esistenti in Italia e che nel complesso disponevano di oltre 2000 federati.
I generali Ziegler
e Von Raay con
il maggiore
Trombetti nel
1938, alla Casa
del Fascio ricevuti dal Segretario
Federale di
Lissone (Milano)
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
6
zione di pace a quella di guerra si specula sui minuti, si trae partito dai minimi
ritagli di tempo, si vorrebbe potersi moltiplicare mentre il lavoro di ogni specie e
natura aumenta rapidamente. In questa
contingenza renderebbe utilissimi servigi la celere scrittura, perché abbrevierebbe in modo meraviglioso gli ordini, gli
avvisi, le registrazioni ecc. tanto più se si
ritenesse – seguendo l’esempio della
Germania – di creare una scrittura militare destinata a rappresentare con segni
ancora più semplici e rapidi la maggior
parte dei vocaboli tecnici della milizia.
Nella storia militare non mancano
esempi per provare che i combattimenti infelici ed anche le disfatte gravi sono
stati spesso imputati ad un ordine male
interpretato o giunto troppo tardi.
La stenografia può, sicuramente,
evitare, in molti casi, simili disastri, sia
che il capo scriva alla svelta qualche segno stenografico su di un foglio di carta,
sia che il portaordini lo faccia lui stesso
ripetendo poi quello che ha scritto.
Il capo che ha dato l’ordine ed il destinatario saranno così senza preoccupazione per la esecuzione, giacché con
la stenografia non ci possono essere incertezze né errori possibili, e l’ordine
sarà esattamente trasmesso ed eseguito.
Un ordine del giorno dovrebbe essere, talvolta, particolareggiato e la ristrettezza del tempo prescritto per la sua esecuzione fa sì che spesso si faccia assegnamento o sulla iniziativa di coloro cui è
destinato, o sulla intelligenza del latore.
Per mezzo della stenografia l’ordine è
dato con istruzioni precise e dettagliate,
con la certezza che esso sarà eseguito
senza nulla lasciare al caso.
Per dare un’idea della sicurezza e segretezza degli ordini scritti stenograficamente basterà accennare che, in stenografia, ad ogni suono corrisponde un
segno e viceversa. Poiché ogni lingua
ha suoni diversi da quelli di ogni altra,
ne consegue che è da ritenersi difficilissimo, se non impossibile, che si possano
conoscere i sistemi di stenografia adottati in altra lingua, prima di tutto perché i suoni della lingua straniera sono
diversi dalla propria, poi perché il sistema di stenografia straniero è diverso
dal proprio e si ricollega strettamente
alla lingua alla quale è applicato.
Bisogna peraltro aggiungere che, in
definitiva, i dispacci hanno ragione di essere sulla linea del fuoco, dove – in ogni
caso – sarà difficilissimo che si trovi
quel tale che conosca alla perfezione la
lingua ed il corrispondente sistema stenografico adottato.
Si può quindi affermare che un ordine, scritto in caratteri stenografici, anche se cade nelle mani del nemico, rimane per lui incomprensibile, ed in
ogni caso praticamente inutile.
È
in fondo osservazione di ogni giorno quella di sentire la necessità di
una celere scrittura mentre si deve sempre lamentare la eccessiva lentezza della scrittura comune.
L’ufficiale di Stato Maggiore, l’aiutante maggiore, l’ufficiale addetto ai comandi, il segretario di commissione,
l’insegnante militare ecc. ne trarrebbero indiscutibili vantaggi nell’esercizio
della loro opera, nel disbrigo del lavori
d’ufficio.
Ai corsi militari d’istruzione ed alla
scuola di guerra gli ufficiali stenografi si
troverebbero in condizioni migliori dei
loro colleghi per raccogliere e far tesoro
delle lezioni dei loro insegnanti. Anche
un sergente stenografo sarebbe utilissimo negli uffici di un comandante, giacché gli ordini sarebbero dati e trasmessi
con più celerità e maggior precisione.
Bisogna riconoscere ancora l’utilità
della stenografia per prendere appunti
ai reparti, alle istruzioni al campo e finalmente per abbreviare il tempo che
ciascuno deve impiegare nella compilazione dei suoi rapporti e delle sue relazioni.
Agli ufficiali e graduati del CC.RR.
incaricati nei primi interrogatori dei
loro arrestati, l’uso della stenografia potrebbe rendere servizi preziosi.
Si ritiene di poter affermare che, con
una larga introduzione della stenografia nell’esercito, il personale adibito negli uffici militari potrebbe essere ridotto
a circa la metà.
G
randi condottieri non disdegnarono di darsi allo studio della
stenografia, primo fra tutti il Generale
Raffaele Cadorna, l’eroe della presa di
Roma. Egli, con l’esempio, ne impose
lo studio ai suoi ufficiali e così scriveva
il 28 giugno 1892:
«La stenografia, se divulgata, troverebbe
un’utile applicazione negli eserciti anche
sul campo di battaglia. Quivi occorre emanare ordini improvvisi, non brevi talvolta,
con tutta prontezza, con la interposizione
di terze persone (aiutanti di campo, ufficiali d’ordinanza, ufficiali di Stato Maggiore
ecc.) e la fretta non consente per lo più la redazione per iscritto. Dopo un fatto d’arme,
e specialmente dopo un esito infelice, vengono le recriminazioni. Sarà colpa di chi nell’emozione del combattere ha emanato un
ordine errato o con parole ambigue? Oppure
sarà colpa di chi, incaricato di portarlo, lo
ha alterato anche per solo difetto di memoria? O e stato male interpretato o male eseguito da chi lo ricevette?
«Il “verba volant” non permetterà mai
di risolvere tali divergenze.
«A ciò si ripara impiegando con eguale
celerità della parola i segni stenografici fatti
a semplice matita di traccia indelebile e con
la prescrizione di conservare l’ordine scritto
in modo da consultarsi in ogni circostanza».
C
hi è stato in guerra sa, per esperienza, quanto fosse grato poter
scrivere rapidamente appunti e memorie in alcune ore incerte..., memorie
che rappresentavano, in quel momento,
la necessità ed il bisogno dello spirito ad
esprimere un’ultima volontà, appunti
che erano come una segreta confessione, dopo di che si affrontavano le situazioni con animo più sereno e fiducioso.
Il Prof. Giulietti, in un chiaro articolo sull’uso della stenografia in guerra,
scriveva a questo proposito:
«Una utilità più strettamente personale
è la stenografia per tutti i militari in quanto nella loro vita affrettata ed incerta e forse
in momenti angosciosi nei quali i minuti
sono preziosissimi, possono confidare a brevi rapidi segni, notizie, domande e memorie
che altrimenti non potrebbero manifestare».
Quale segreto mezzo di corrispondenza possa essere poi la nostra scrittura (con tutti i suoi espedienti e sistemi)
I generali Ziegler
e Von Raay con i
componenti la
missione per la
lotta contro gli
sprechi.
Alla cena,
organizzata a
Roma, nel 1938,
partecipano il
col. Vinciguerra
e il maggiore
Trombetti, allora
presidente della
Commissione
utilizzazione
rifiuti e materiali
ad una propalazione di notizie che devono restare celate, è cosa ben conosciuta da tutti.
È opportuno rammentare al riguardo la proibizione governativa che si
ebbe al principio della guerra, di usare
la scrittura stenografica nelle corrispondenze e negli stampati.
U
n’altra utile applicazione della stenografia potrebbe essere quella di
tracciare con i segni di questa celere
scrittura le indicazioni contenute nelle
carte topografiche; si renderebbe in tal
caso possibile compendiarvi un numero molto maggiore di preziosissime indicazioni e specialmente le caratteristiche tattiche e strategiche del terreno.
Potrebbe egualmente essere scritto,
ai margini delle carte e con assoluta
chiarezza, tutto ciò che il terreno presenta nei riguardi delle truppe, evitando
in tal modo ricognizioni, alcune volte
disastrose ed impossibili.
Si avrebbe così sott’occhio, scrutando solo le carte, il terreno di azione ed il
Comandante potrebbe formarsi un’idea
chiara e completa, sicura e pronta, di
tutto ciò che può influire sulla manovra, contribuendo alcune volte a rapide
e sicure decisioni.
Conclusione
RIVISTA DEGLI STENOGRAFI
A
8
llo scoppio della guerra, l’Italia
non si trovò in condizioni di poter
organizzare, come poté fare la Germania e l’Austria, un servizio stenografico
per le comunicazioni sul campo di battaglia; tuttavia non pochi ufficiali furono utilmente occupati per le loro conoscenze stenografiche in uffici militari
avanzati od interni con soddisfacenti risultati.
Attualmente – in questo campo – la
nostra preparazione è scarsissima, ed
occorrerebbe qualche provvedimento
per eliminare la grave deficienza.
Il provvedimento lo suggeriva il
Tommaseo quando scriveva: «Insegnasi
a tutti stenografia: è un’arma di più».
Spetterà ai Superiori Comandi di decidere se e quando potrà essere affrontato e risolto questo problema; al compilatore di questa memoria – come professionista ed amante di questa arte –
sia soltanto consentito di portare il contributo della sua esperienza esponendo
quali potrebbero essere, eventualmente, le utili sedi per l’insegnamento della
Stenografia:
1) Corsi presso i Reggimenti o presso i Comandi di Presidio per i sottufficiali.
Si avrebbero così sottufficiali stenografi che svolgerebbero utilissima opera durante il loro servizio militare e sarebbero – dopo il congedo – più idonei
agli impieghi civili.
2) Insegnamento obbligatorio agli
allievi dei collegi e delle accademie militari.
È stato rilevato che le scuole di applicazione e la scuola di guerra (dove si
tennero prima ed anche dopo la guerra
1915-18, corsi facoltativi di stenografia)
non sono sedi adatte per svolgere con
efficacia ed utilità il relativo programma. A queste scuole gli ufficiali dovrebbero giungere già pratici nell’arte stenografica.
I
l risparmio di tempo è il fine a cui
oggi tendono quasi tutti i portati della scienza e della tecnica.
La rapidità di decisione e di azione
saranno le caratteristiche principali della guerra futura; quindi si dovrebbe riconoscere impellente la necessità di
avere, praticamente disponibile, anche
il nuovo celere modo di scrivere, per ridurre al minimo la perdita di tempo che
altrimenti si ottiene impiegando la scrittura comune.
La stenografia, scrittura agile, veloce, concentrata, riunisce i requisiti della
scrittura per gli eserciti e dovrebbe essere diffusa ed utilizzata nelle Forze Armate dello Stato, così come vengono
diffusi ed utilizzati in esse tutti i trionfi
del genere umano.
Roma, aprile 1937-XV
BIBLIOGRAFIA
Sono state consultate varie decine di libri – opuscoli
– articoli e notizie nella vasta biblioteca stenografica
del Prof. Comm. Avv. Francesco Giulietti - Roma.
Scarica

Anche la stenografia ha fatto la guerra