n54a07 John Robert Gregg* John Robert Gregg parla della sua stenografia Da un vecchio fascicoletto per la propaganda dei corsi di Stenografia Gregg, pubblicato dalla McGraw-Hill Publishing Company Ltd di Londra, non datato (degli anni 195060?), riprendiamo, grazie alla traduzione del nostro collaboratore Attilio Ottanelli, la storia di quel sistema così come fu raccontata dall’Autore. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI A 10 ll’età di dieci anni cominciai a studiare il Sistema Taylor da una modifica di Mr Odell. Questo vecchio sistema è molto scorrevole; non ha rafforzamenti o posizioni di scrittura ed è tracciato lungo la linea. Gli stenogrammi sono piuttosto lunghi ma fui attratto dalla loro scorrevolezza. Studiai poi la Stenografia Pitman. Francamente, vi trovai pochissimo che mi piacesse, ad eccezione della sua base fonetica e della brevità dei suoi stenogrammi. Di entrambi i sistemi non mi piaceva la separazione delle vocali. Con i miei studi del sistema francese Duployé divenni molto entusiasta dell’inserimento delle vocali nel loro ordine naturale così come erano posizionate nella parola. Riguardo ai sistemi tedeschi, essi mi sembravano eccessivamente complicati, ma fui impressionato dalla naturalezza della teoria dell’inclinazione della scrittura normale. Con tutto questo vi ho ora presentato il germoglio dei concetti sui quali ho lavorato: linee sottili, assenza di rafforzamenti, assenza di posizioni dei tracciati, vocali connettive, inclinazione della scrittura ordinaria. Cominciai ad elaborare un sistema mio proprio senza propositi di pubblicarlo. Avevo allora quindici o sedici anni ed ero impie- gato in un ufficio legale di Glasgow. Dopo aver deciso i principi basilari iniziai la formazione dell’alfabeto del mio sistema. I miei sforzi ebbero per risultato un sistema rozzo e insoddisfacente. Decisi quindi di eliminare rafforzamenti e posizioni dei segni. L’idea mi venne durante i miei esperimenti. Perché non lasciare che quegli stenogrammi con angoli ottusi che si indirizzavano l’uno contro l’altro formassero una curva? Da quell’idea scaturì il principio della fusione che è una delle caratteristiche più significative del nostro sistema. Ciò dette l’avvio ad un altro indirizzo del pensiero. Non dovrebbe l’intero alfabeto essere formato con l’obiettivo di facilitare le combinazioni? In altre parole i segni alfabetici non dovrebbero essere assegnati secondo i loro valori individuali, ma secondo le loro possibilità di giunzione con gli altri segni. Cominciai quindi a ricercare quali erano le combinazioni più facili della scrittura ordinaria. Elaborai centinaia di possibili alfabeti fino alla formazione di quello che è ora la base del nostro sistema. Considero questo alfabeto come la normale evoluzione dei migliori principi di tutti i sistemi che avevo studiato. Nella sua formazione, perciò, è dovuto merito ai grandi autori della stenografia del passato, il cui genio ha aperto la via al progresso. Il requisito principale di cui chiedo il riconoscimento per la Stenografia Gregg è che, mentre gli altri si- * Nato il 17 giugno 1867, a Rockcorry, County Monaghan, Irlanda, morto il 23 febbraio 1948 a New York. stemi si valgono di uno o più principi naturali, come l’assenza di rafforzamenti, o di posizione dei segni, o di inclinazione uniforme, o di movimento lineare continuo, o di collegamento delle vocali, la Stenografia Gregg è l’unico sistema che si vale di tutte queste caratteristiche naturali. P rovai il sistema riprendendo alcuni discorsi e trascrivendo articoli di giornali; e fu con un lampo di entusiasmo che mi resi conto che anche nella sua forma rozza e priva di abbreviazioni di alcun genere, era meravigliosamente facile da usare. Decisi così di pubblicarlo con un libretto. Poiché non avevo denaro presi in prestito dieci sterline da uno dei miei fratelli. Quell’estate del 1888 fu per me veramente terribile. Pubblicai il libro il 28 di maggio stampandone appena 500 copie. Fu un’impresa molto ardua, ma ci misi anima e cuore. Nel corso di quell’estate del 1888 insegnai il mio sistema a vari studenti, uno dei quali, Mr Edward J. Deason, stenografò in una sala riunioni alla media di 200 parole1 il minuto per oltre sei minuti; uno dei fatti che mi fece convinto delle possibilità di rendimento della Stenografia Gregg. Nell’estate del 1893 giunsi alla conclusione che l’America offriva le maggiori opportunità per il riconoscimento del sistema. Ne preparai una completa revisione, vendetti la mia scuola di Liverpool per quaranta sterline, circa duecento dollari, e partii per Boston. Quando vi sbarcai me ne erano rimasti circa centotrenta e, naturalmente, dopo aver stampato il fascicoletto con la prima edizione del sistema non mi rimase nulla. Riunii allora le forze con un vecchio corrispondente, Mr Rutherford, che dirigeva una «scuola», consistente in una scrivania in una stanza nell’Equitable Building di Boston. Quando vi arrivai eravamo gli orgogliosi possessori di due roll-top desk2; insegnavamo ciascuno a due studenti, uno per lato, seduti davanti alle tavolette laterali rientranti. L’Equitable Building chiudeva alle sei del pomeriggio, e allo scopo di trovare del lavoro serale insegnavo a una classe del Boys’ Institute of Industry. Passarono due anni prima che facessimo abbastanza progressi per poterci trasferire. Allora, nel 1895, andai a Chicago. Due anni dopo fui per la prima volta in grado di pubblicare il sistema in forma di libro; e il sistema cominciò ad avanzare sempre più rapidamente. Nel 1 Circa 300 sillabe. Scrittoio con copertura a stecche scorrevole su scanalature laterali ricurve. 2 Lo statista inglese Winston Churchill e il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt in una conferenza stampa nel dicembre 1941 a Washington. Sulla destra: Jack Romagna, stenografo Gregg 1900 principiò ad essere impiegato in tutti gli Stati Uniti. Fino a quell’epoca ero stato semplicemente un entusiasta e non avevo molta conoscenza degli affari. Quando entrai nell’atmosfera di Chicago mi resi conto che soltanto attraverso la conoscenza dei metodi commerciali avrei potuto raggiungere lo scopo che mi ero prefisso, e pertanto passai alla formazione dell’organizzazione commerciale che tanto ha contribuito alla diffusione del sistema. Non ho parlato degli attacchi che di tanto in tanto sono stati fatti al mio sistema e a me personalmente. Non è il caso di trattare di queste vecchie controversie. Sono cose del passato; alla fine si tratterà di quali sono gli appropriati principi della scrittura stenografica. Sono convinto che ciò che è spontaneo rimarrà, e che se lavoriamo secondo le linee naturali contribuiremo nel miglior modo allo sviluppo dell’arte e dell’impiego della stenografia. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI D 12 omandiamoci ora: cos’è naturale? Non mi sembra naturale lo stenografare con segni sottili e segni rafforzati. Non ritengo naturale la scrittura di posizione, cioè al disopra della linea, sulla linea, attraverso la linea, o sotto la linea. La scrittura naturale dovrebbe essere su una sola linea continua. Non credo sia naturale lo scrivere lo scheletro consonantico di una parola – analizzandola mentalmente per separare le consonanti dalle vocali – e poi tornare indietro su di esso per indicare le vocali. Credo che le vocali debbano essere scritte nello stenogramma secondo il loro ordine naturale, così come si presentano; e scritte con segni che siano collegamenti naturali fra le consonanti. E non sembra naturale il tracciare segni in tutte le possibili direzioni facendo una serie di movimenti a zig-zag. La nostra scrittura ordinaria è il frutto di un’evoluzione secolare. È facile, naturale e gradevole. Perciò io credo che la stenografia dovrebbe avere la stessa bellezza di forma e la facilità di scrittura che caratterizzano la scrittura ordinaria. I segni stenografici dovrebbero apparire attraenti anche all’occhio di un artista. Credo che questa nostra stenografia comprenda questi principi naturali e che stia per divenire la scrittura che prevarrà in tutti i Paesi, e che vivrà a lungo dopo di noi. ———— A completamento del corso storico del sistema stenografico di J. R. Gregg, riportiamo da estratti di enciclopedie e articoli – cortesemente raccolti dal Signor Indro Neri – alcuni dati riguardanti la sua diffusione. Verso il 1889 il sistema di Sir Isaac Pitman (1813-1897), introdotto negli Stati Uniti dal fratello Benn, era usato da circa il 97% degli stenografi. Fu adattato a oltre 15 lingue, compreso l’Arabo, lo Hindi (dialetto dell’India del Nord) e il Giapponese. In epoca successiva non precisata, il Sistema Gregg, portato negli Stati Uniti dallo stesso Autore, nel 1893, veniva insegnato attorno al 90% degli studenti di stenografia. Oltre che nei paesi di lingua inglese, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia, la Stenografia Gregg trovava allievi via via nel Sud America e in numerosi altri Paesi con adattamenti a 13 lingue, tra le quali Francese, Italiano, Polacco, Russo, Spagnolo, Ebraico, Arabo, Hindi, Thai (Thailandia), Cinese, Giapponese e Tagalog (la lingua più diffusa nelle Isole Filippine). Gregg (1888)