n41a01 2 RIVISTA DEGLI STENOGRAFI ALLA SCOPERTA DEL FONDO L a donazione alla Marucelliana della biblioteca privata del Professor Francesco Giulietti 1, è costituita da circa 3000 monografie (comprese fra il XVI e il XX secolo), circa 3000 fascicoli di periodici, nonché da un ricco fondo manoscritto e da una raccolta di ritagli e cartoline. Tra il cospicuo numero di manoscritti e carteggi, ancora in fase di esame, segnaliamo, per la loro notevole importanza, i Lavori preparatori per la pubblicazione di una stenografia italiana (1863) di mano di Enrico Noe, alcune lettere autografe del Papini e due quaderni-diari manoscritti del Giulietti che riportano ampie notizie sulla sua vita e sulle sue opere. È soprattutto grazie all’interessamento di Zaira Giunti, moglie del Giulietti e sua preziosa collaboratrice, aver fatto sì che venisse rispettata la volontà espressa nel testamento del marito di consegnare alla Marucelliana questa sua ricca biblioteca 2. La parte a stampa del fondo, oggetto del nostro ordinamento, rap- GIULIETTI ALLA MARUCELLIANA di Anna Nocentini e Marta Zangheri della Biblioteca Marucelliana di Firenze presenta senza ombra di dubbio, un prezioso arricchimento e completamento del patrimonio librario della Marucelliana e documenta la vivace personalità del Giulietti, insigne studioso di stenografia e uomo di vasta cultura e molteplici interessi. A ll’interno della sua biblioteca, infatti, accanto alle numerose opere di stenografia, che ne costituiscono senz’altro la parte più cospicua, trovano spazio anche pubblicazioni di carattere religioso, filosofico, agiografico, esoterico, storico-geografico, scientifico, letterario e linguistico con particolare attenzione agli studi danteschi e a quelli di esperanto, tanto che si può tranquillamente affermare che non esista campo dello scibile che non abbia sollecitato la sua curiosità. 1 Per la vita e le opere di Francesco Giulietti (1883-1978) vedi il Volume ricordo di Francesco Giulietti a cura di Andrea Innocenzi, Montecatini Terme, 1979. 2 La donazione Giulietti è stata autorizzata con D.P.R. n. 964 del 12 agosto 1982. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI Ecco così che, accanto alla pregevole cinquecentina Della fabrica del mondo di M. Francesco Alunno da Ferrara. Libri dieci. (Venetia, appresso Paulo Ugolino, 1593) bella edizione peraltro non presente nel nucleo storico della Marucelliana, si ritrovano opere di erudizione del seisettecento, pregevoli edizioni francesi, collezioni di opere teatrali e numerosi testi letterari del Novecento fra i quali diversi scritti di Giovanni Papini, anch’egli estimatore dell’arte stenografica 3, quasi tutti con dedica manoscritta dell’Autore al Giulietti. A rricchiscono la raccolta edizioni popolari a dispense della Sonzogno e della Nerbini, e molti “volumetti” delle più note collezioni economiche di carattere enciclopedico della fine ottocento-primo novecento oggi divenute oggetto di grande interesse non solo per comprendere le iniziative pedagogico-popolari del momento, ma anche i loro risvolti politici 4. A queste ultime appartengono alcuni esemplari dei “Manuali Hoepli” di carattere stenografico che vanno ad arricchire la storica collana della Marucelliana, costituita da circa 1800 pezzi, entrata a far parte del patrimonio della Biblioteca alla f ine dell’800, quando più forte si sentì l’esigenza di af- 3 fiancare ai testi storicoumanistici opere di carattere pratico-manualistico che rispondevano all’esigenza “di educare e formare in fretta una manodopera specializzata” 5. La ricca e completa documentazione stenografica, che costituisce la parte più consistente e originale della donazione Giulietti, rappresenta quindi una importante acquisizione proprio perchè si ricollega a questa tradizione fine ottocentesca che testimonia “una tradizione di apertura della Biblioteca Marucelliana verso le esigenze anche di un pubblico di diversa provenienza e formazione culturale” 6 che vide nascere accanto ai “Manuali Hoepli” anche il particolare fondo “Arte Industriale” e il settore dei “Banchi”, tutte sezioni queste ricche di testi stenografici come, per citarne solo alcuni a titolo informativo, la Guida per lo studio della stenografia del Nicoletti (Milano, 1897), il Dizionario etimologico stenografico del Molina (Milano, 1908) entrambi in edizioni Hoepli, le Lezioni di stenografia del Farulli (Firenze, 1911) e Francesco Giulietti, Lezioni di stenografia, 13a ed., Firenze, 1934. Copertina realizzata da Ezio Anichini. quelle del Ciabatti (Firenze, 1914) del fondo Arte Industriale e la pubblicazione del Noe I primi sei decenni del sistema Gabelsberger (Trieste, 1883) nella sezione Banchi fino ad arrivare ai tanti testi stenografici ad uso delle scuole iniziati a pervenire in Biblioteca a seguito della legge sul deposito legale che risale al 1910. M olte delle opere di stenog raf ia presenti nei vecchi cataloghi sono pervenute poi dalla consistente quanto eterogenea donazione di Gemma Giovannini Magonio che nel 1910, assieme alle sue “carte”, affidò alla Marucelliana un discreto numero di opere di carattere stenografico forse appartenute alla sorella Bianca che fece parte dell’Istituto Stenografico Toscano e fu collaboratrice di Gustavo Farulli e dello stesso Giulietti 7. 3 Francesco Giulietti, Giovanni Papini e la stenografia, in “Bollettino dell’Accademia Italiana di Stenografia”, A. XII, n..2, fasc. 68 (marzo-aprile 1937), p. 72-75. 4 Giuseppina Monetini, La letteratura popolare nell’Italia postunitaria: le collane La scienza del popolo e la Biblioteca utile della Treves, in “Ricerche storiche”, A. XXV, n. 3, (settembre-dicembre 1995), p. 507-542. 5 Prefazione di Giovanni Spadolini in Alessandro Assirelli, Un secolo di Manuali Hoepli 1875-1971, Milano, Hoepli, 1992. 6 Franca Arduini e Anna Nocentini, A proposito della mostra dei manuali Hoepli della Biblioteca Marucelliana in “Biblioteche oggi”, Vol. X, n. 4, (luglio-agosto 1992), p. 467-470. 7 Per notizie su Bianca Giovannini (1862-1908) vedi il discorso commemorativo nel trigesimo della morte Alla memoria di Bianca Giovannini, pubblicato a Firenze a cura dell’Istituto Stenografico Toscano, 1909. 4 Ordinamento del fondo a stampa A llo stato attuale tutto il fondo a stampa è stato inventariato, ordinato, collocato con segnatura GL (Fondo Giulietti) e sistemato nei magazzini librari della Biblioteca. Il reperimento delle opere della raccolta è reso possibile tramite la consultazione del topografico a volume suddiviso in più settori corrispondenti alle diverse materie rappresentate nella collezione. Ogni settore è stato così contraddistinto da una lettera alfabetica (indicante la materia), seguita dal numero progressivo (indicante la posizione dell’opera). In particolare, per la consistente sezione riservata alla stenografia, abbiamo ritenuto opportuno ripartire la materia in più parti (contraddistinte da numeri romani) relative ai diversi periodi storico-geografici secondo dei criteri da noi ritrovati nella Storia della stenografia (Padova, 1925) di Giuseppe Aliprandi e nella Storia delle scritture veloci dall’antichità ad oggi (Firenze, 1968) dello stesso Giulietti che se ne era sicuramente servito nell’ordinamento delle opere della sua biblioteca come è riscontrabile da alcune sigle a matita, a volte presenti, sulle pubblicazioni del fondo. Per la parte poi relativa alla stenografia in Italia, RIVISTA DEGLI STENOGRAFI ulteriori suddivisioni interne (contraddistinte da lettere alfabetiche) relative ai diversi sistemi stenografici, ai congressi, alla dattilografia, alla didattica, alla legislazione e alla statistica si sono rese necessarie soprattutto per poter inserire in un g iusto contesto tutto quel materiale che, pur privo di una “ufficiale” veste tipografica, ci è sembrato, data anche la specializzazione della raccolta, importante e degno di sistemazione. Ad ogni sezione di materia e ad ogni ulteriore suddivisione fanno se- guito le opere miscellanee e le riviste. Per l’identificazione dei dati necessari alla registrazione delle opere, a volte non sempre reperibili dal testo o di difficile interpretazione, ci siamo avvalse, oltre alle succitate opere dell’Aliprandi e del Giulietti, anche del fondamentale repertorio in due volumi di Giuseppe Aliprandi Bibliografia della stenografia (Firenze, 1956-1957). GL.B.: opere del Giulietti GL.D.: opere su Dante GL.E.: opere in esperanto (con un’ appendi- Francesco Giulietti, Elementa provo de esperanta steografio lau la sistemo de F. X. Gabelsberger, Florenco, 1907. ce di stenog raf ia in esperanto) 8 GL.S.: opere di stenografia: GL.S.I.: storia della scrittura e origine dell’alfabeto GL.S.II.: opere di carattere generale sulla storia della stenograf ia, pubblicazioni a carattere biografico e commemorativo GL.S.III.: stenografia nel periodo antico e medioevale GL.S.IV. : stenografia nel periodo moderno (XVII-XX sec.) con le sue principali scuole (inglese, francese, tedesca, ecc.) GL.S.V.: stenografia in Italia: A: sistemi geometrici B: sistemi fonetici C: sistemi corsivi (con un’appendice sulle società stenografiche sorte a sostegno del sistema Gabelsberger) D: sistemi misti E: sistemi minori F: congressi G: dattilografia H: didattica, legislazione e statistica GL.S.R.: Riviste stenografiche GL.V.: Opere di vario argomento. Breve excursus della sezione stenografica D al momento che la parte stenograf ica costituisce i due terzi dell’intero fondo a 8 Francesco Giulietti, La stenografia dell’esperanto in “Bollettino dell’Accademia italiana di stenografia”, A. VIII, n. 4-5 (1932), p. 158-164. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 5 tin, Système universel et complet de sténographie ou maniere abregée d’ecrire applicable a tous les idiomes posseduta nella IV edizione parig ina dell’anno XII dell’era francese (1803-1804). stampa ed è quella che maggiormente arricchisce il patrimonio bibliografico della Marucelliana, ci è sembrato opportuno, in questa sede, segnalare alcune fra le opere più significative seguendo, nella loro presentazione, il percorso stabilito nel nostro ordinamento. D D opo una prima parte introduttiva (GL.S.I), riservata alle opere sulla storia della scrittura e sull’origine dell’alfabeto, per la quale citiamo le opere del Faulmann, Illustrirte geschichte der schrift (Wien, 1880) e del Diringer, L’alfabeto nella storia della civiltà (Firenze, 1937), troviamo un’ampia documentazione di storie generali della stenografia (GL.S.II) nella quale figurano, non solo testi fondamentali quali quelli di Olof Werling Melin, Stenografiens Historia (Stockholm, 19271929), Albert Navarre, Histoire générale de la sténographie et de l’Ecriture à travers les ages (Paris, 1909), Arthur Mentz, Geschichte der Stenographie (Berlin, 1920), Christian Johnen, Allgemeine Geschichte der Kurzschrift (Berlin, 1924), Enrico Majetti, Disegno storico della stenografia (Napoli, 1910), ma anche numerose ed altrettanto interessanti pubblicazioni a carettere biografico e commemorativo. Nella parte riservata al periodo antico e medievale (GL.S.III) trovano Pierre Carpentier, Alphabetum Tironianum, seu Notas Tironis explicandi methodus..., Lutetiae Parisiorum, apud Hippolytum Ludovicum Guerin & Jacobum Guerin, 1747. spazio, accanto a testi sulla tachigrafia greca e la brachigrafia romana, l’Alphabetum Tironianum seu Notas Tironis pubblicato a Parigi nel 1747 da D. P. Carpentier, seguito dalle Note Tironiane di G. L. Perugi (Roma, 1911) e da Die Tironischen Noten di A.Mentz (Berlin, 1944) tutte opere queste esplicative del sistema abbreviativo ideato da Marco Tullio Tirone (c. 100 a.C-2 d.C). Dopo il periodo medievale, poco documentato in questo fondo, si passa poi alle opere relative alla nascita della stenograf ia moderna (GL.S.IV) attraverso le sue tre diverse scuole: quella inglese, quella francese e quella tedesca con le loro diffusioni in altri paesi. La scuola inglese, ad indirizzo geometrico, iniziata da John Willis, è presente nella raccolta col sistema fonetico di Samuel Taylor (17491811) in numerose applicazioni e riduzioni come quella alla lingua francese nell’opera di Théodore Pierre Ber- el contemporaneo e competitore del Taylor, William Fordice Mavor (17581837) è invece l’Universal Sthenography or a pratical system of short hand (London, 1780) posseduta nella nuova edizione del 1820 mentre fra i principali elaboratori e modificatori della stenografia del Taylor, troviamo Isaac Pitman (1813-1897) con il suo sitema fonetico di tipo geometrico applicato poi a quasi tutte le lingue e John Robert Gregg (1867-1948), ideatore in concorrenza al Pitman, di un nuovo sistema fonetico documentato nel fondo dall’opera dello stesso Gregg The basic principles of Gregg shorthand (New York, 1923) e dalla prima edizione del Manuale della stenograf ia Gregg di Frank Aldworth e Isa Giorgi (New York, 1928). Per la scuola francese, che vide tra i suoi precursori l’abate Jacques Cossard e Jean Felicité Coulon de Thévenot con il suo Abrégé de la tachigraphie (Paris, 1827), ricordiamo anche il Traité élémentaire de sténographie (Lyon, 1838) di M. Silvin e la Sténographie exacte, ou l’art 6 d’écrire aussi vite que l’on parle. (Paris, 1815) di Louis Conen de Prépéan che con il suo nuovo sistema ottenne un largo successo assieme a quello di Emile Duployé (1833-1912) pubblicato per la prima volta nel 1867 nell’opera Sténographie Duployé, presente nel fondo nella trentunesima edizione (Parigi, 1910). Alla scuola tedesca si riferiscono le opere di Franz Xavier Gabelsberger (1789-1849) Anleitung zur deutschen Redezeichenkunst oder Stenographie (Munchen, 1834) e, ad ulteriore modificazione del suo sistema, il Neue Vervollkommungen in der deutschen Redezeichenkunst oder Stenographie presente nella sua seconda edizione stampata a Monaco nel 1849. In questo settore trovano spazio anche le opere dei seguaci del Gabelsberger e fra questi Rudolf Dowerg con la sua opera Entwicklungsgeschichte der Gabelsgergerschen Systems (Wolfenbuttel, 1915) nonchè le numerose applicazioni del sistema gabelsberger alle diverse lingue di cui citiamo il noto album in più opuscoli Stammbuch des Gabelsbergerschen Systems (Wolfenbuttel, 1906-1912). Fra i sistemi minori di scuola tedesca, troviamo, ancora in questa sezione, quello di Christian Heinrich Roller (1839-1916) derivato dall’Arends ed esposto RIVISTA DEGLI STENOGRAFI nel Compendio della stenografia universale popolare di A. Heer (Bellinzona, 1906). Dopo una serie di pubblicazioni sui vari sistemi stenografici di altri paesi che si rifanno alle tre scuole principali e che chiudono questo quarto settore, si passa alla quinta parte della sezione stenog raf ica dedicata alla stenografia in Italia (GL.S.V.) che vede raccolte nelle sue prime cinque suddivisioni (A, B, C, D, E) le pubblicazioni relative ai diversi sistemi stenog raf ici italiani e alla loro diffusione. La sezione si apre con la riproduzione facsimilare dell’opera del 1797 di Pietro Molina, La scrittura elementare, ossia l’arte di scrivere con le sole radici dell’alfabeto (Padova, 1953) che introduce i sistemi italiani ad indirizzo geometrico in cui ritroviamo anche l’Amanti con il suo Sistema universale e completo di stenografia (Parigi, 1809), Vincenzo Pino con gli Elementi di stenografia italiana (Milano, 1811), Filippo Delpino con il Sistema di stenografia italiana (Torino, 1819) e Antonio Milanesio col Trattato teorico pratico di stenografia italiana secondo il sistema universale del Taylor (Torino, 1819). Dopo il Milanesio seguono Luigi Caterino con gli Elementi dell’arte stenograf ica (Napoli, 1822), Carlo Filippo Dupuy con il suo Metodo migliorato di stenograf ia italiana (Como, 1826) e Taddeo Consoni con il Nuovo sistema universale e completo di stenografia italiana (Padova, 1826). Sempre in questo settore trovano spazio il Nuovo metodo di stenografia di Carlo Narducci (Lodi, 1838) e, basata sul metodo DupuyConsoni, La stenografia ossia metodo teorico-pratico per scrivere con la stessa celerità con cui si parla di Antonio Magnaron (Trieste, 1848). Ancora di scuola tayloriana segnaliamo il Sistema di stenografia di Carlo Tealdi (Firenze, 1849), le Lezioni di stenografia di Luigi Vincenzo Baculo (Napoli, 1849), il Trattato di stenografia di Giuseppe Tatafiore (Napoli, 1850), quello di Biagio del Giudice Vignetta satirica tratta dalla rivista La Stenografia, A. XIV (1885), n. 7. Breve Trattato di stenografia (Napoli, 1849) e altri ancora fino ad arrivare all’opera di Giuseppe Fumagalli, La stenografia imparata da se stesso in due mesi (Milano, 1872) che chiude questa parte della stenografia italiana ad indirizzo geometrico. Per la stenografia italiana ad indirizzo fonetico si segnala invece la Fonografia ossia stenografia fonetica di I. Pitman adattata alla lingua italiana (Roma, 1883) di Giuseppe Francini (1844-1919) presente nel fondo in più edizioni. N ella parte riservata al sistema corsivo ideato dal Gabelsberger, che è senz’altro la più documentata, si segnalano oltre al Sistema perfezionato della stenografia italiana (Trieste, 1849) del Grion, le numerose opere di Enrico Carlo Noe (18351914) quali la Stenografia italiana secondo il sistema Gabelsberger (Dresda, 1863), il Manuale di stenografia secondo il sistema di Gabelsberger applicato alla lingua italiana (Trieste, 1865) alle quali fanno seguito un gran numero di manuali tecnico- pratici ad uso scolastico a cura degli allievi e seguaci del Noe fra i quali ricordiamo fra i tanti Camillo Benevolo, Leone Bolaffio, Ezio Carocci, Roberto Ciabatti, Ferdinando Cavalca, Guido Du Ban, Gustavo Farulli ed Enrico Molina. RIVISTA DEGLI STENOGRAFI Fra i sistemi corsivi che si rifanno al Gabelsberger-Noe si ritrovano quelli di Luigi Perelli presentato nella sua Stenografia fonetica (Milano, 1881), Marco Vegezzi con la Stenografia italiana con lezioni di semigraf ia (Bergamo, 1876), Pietro Pasqualucci con Tutti stenografi (Roma, 1888), Eduardo Tucci con il Sistema celere di scrittura fonetica (Lanciano, 1892), Ettore Penco con la Stenografia universale (Milano, 1904), Domenica Pioletti Minuto con il Sistema stenografico Pioletti (Torino,1967) e Andrea Innocenzi con la sua scrittura sillabica in Le scritture dell’avvenire (Viterbo,1960). A chiusura delle opere relative ai sistemi corsivi seguono le tante pubblicazioni relative all’attività delle molte società stenografiche che sorsero nelle varie città italiane a sostegno del sistema gabelsbergeriano. Fra i sistemi misti ad indirizzo fonetico corsivo si ritrova invece la Fonostenograf ia italiana (Roma, 1911) di Erminio Meschini (18801935), la Stenografia moderna: metodo alfabetico basato sui segni della scrittura ordinaria del 1908 di Nicola D’Urso, la Stenograf ia italiana corsiva pubblicata nel 1911 e presente nel fondo in seconda edizione (Torino, 1913) di Giovanni Vincenzo Cima (1893-1968). Ancora nei sistemi mi- 7 sti, il Sistema tipostenografico del monaco agostiniano Serafino Marchionni (1875-1963) del quale è presente nel fondo anche la prima stesura della Stenotachigraf ia del 1903 in un opuscolo in autografia di solo otto pag ine stampate con il copista automatico. N ella parte riservata ai sistemi minori italiani segnaliamo la Stènital stenografia italiana (Roma, 1950) di Abramo Mosciaro, il Trattato di stenografia razionale eclettica pubbli- cata a Milano di Beno De Vecchis, la Velocigrafia o stenografia semplificata di Flaviano Rodriguez posseduta nel fondo nella seconda edizione napoletana del 1957, il Corso di stenografia Stenogram (Genova, 1966) di Matteo Graniero, la Stenografia italiana secondo il sistema di Guglielmo Stolze rifatto e adattato alla lingua italiana (Berlino, 1875) di Gustavo Michaelis e la Stenografia popolare pratica (Prato, 1907) di Giulio Merz basata sul sistema Roller. Ancora fra i sistemi mi- La stenografia di Gabelsberger all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1884, Giornale-Album compilato da Giuseppe Cavalli, Torino, 1884. nori si ricordano il Sistema di stenografia corsiva italiana con simboli elastici (Padova, 1955) di Guido Amodio, il Corso pratico di stenograf ia Barbieri per la lingua italiana (Vigevano, 1932) di Giovanni Barbieri basato su un misto di sistemi Gabelsberger e Meschini, la Stenografia in tre lezioni (Tortona, 1899) di Ugo Basso, Veloce: La Stenometagrafia italiana (Tunisi, 1933) di Amedeo Forti, la Stenografia mondiale (Torino, 1909) di A. Heide, il Progetto di un nuovo metodo di stenograf ia italiana (Roma, 1933) di L. Lupi basato su un connubio fra sistema Pitman e Gabelsberger-Noe, il Manuale di stenografia italiana di Luigi Nuzzi nella quinta edizione napoletana del 1943, lo Stenografo in un mese, il più semplice metodo di stenografia ( Jesi, 1904) di Giovanni Zannini, il Compendio di stenografia razionale eclettica (Milano, 1932) di Vincenzina Vincenzi e, più recente, lo Steno-Libro (Casale Monferrato, 1955) di Giuseppe Ricolfi. Nel settore sesto (GL.S.V.F.) della parte dedicata alla stenografia in Italia ritroviamo le pubblicazioni relative ai vari congressi, ai convegni e alle esposizioni italiane di stenografia ai quali presero parte le magg iori personalità del mondo stenografico. Tra queste ricordiamo gli Atti del primo Congresso degli stenogra- 8 fi: scuola GabelsbergerNoe tenuto in Firenze nel maggio 1887 (Firenze, 1888) e, anche per la loro suggestiva e gradevole veste tipografica in stile tardo-liberty, il giornale-album La stenografia di GabelbergerNoe all’Esposizione nazionale di Torino nel 1884: e l’album-ricordo La stenografia all’Esposizione nazionale di Palermo 18911892 ambedue stampati a Torino a cura di Giuseppe Cavalli. Per il settore riservato alle macchine per stenografare (GL.S.V.G.) segnaliamo nella sua seconda edizione stampata a Roma nel 1932, il Manuale di stenografia sistema “Michela” di C. De Alberti e il saggio storico di Emilio Budan I precursori delle moderne macchine da scrivere (Venezia, 1911). D opo la parte riservata alle numerose e altrettanto significative pubblicazioni di carattere didattico, legislativo e statistico troviamo un ricco ed interessante settore interamente dedicato alle riviste stenog raf iche (GL.S.R.) quasi tutte non possedute dalla Marucelliana prima della donazione Giulietti. Fra le circa cento testate di periodici stenografici italiani e stranieri, si segnalano, per la loro importanza e completezza, oltre alla ricca raccolta della Rivista degli stenograf i (1877- RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 1970) di Firenze che integra la collezione della Marucelliana posseduta dal 1910 anche La stenografia: sistema Gabelsberger-Noe di Livorno (dal 1883 al 1920), il Bollettino stenografico italiano di Venezia (dal 1906 al 1926), le due serie dalla rivista La stenografia popolare pubblicate a Venezia e Roma (dal 19011930; 1963-1970), Lo stenografo di Padova (dal 1927 al 1943), la Stenograf ia di Roma (dal 1949 al 1978) e la Revue stenographique edita a Bruxelles (dal 1924 al 1931). I * * * l lavoro di ordinamento e collocazione di questo particolare fondo venuto, come è stato già detto, ad arricchire il patrimonio librario della Marucelliana già dal 1982, ma mai sistemato per varie e continue vicissitudini, è stato reso possibile grazie ad un progetto finalizzato della Marucelliana del 1996 9. Questo progetto, portato avanti con un concertato programma di equipe, ci ha consentito di procedere senza in- La stenografia all’Esposizione Nazionale di Palermo 1891-92, Album-ricordo compilato da Giuseppe Cavalli, Torino, s.d. terruzioni nelle varie fasi (inventariazione, ordinamento, collocazione, cartellinatura e magnetizzazione) e di arrivare alla totale ricostruzione del fondo nella sua interezza ed omogeneità. Ci auguriamo che l’obbietivo da noi raggiunto possa, pur con i limiti dovuti alla specificità della materia e i tempi brevi assegnati al progetto, costituire un primo lavoro per gli studiosi che vogliano approfondire gli studi su questo argomento. Ci proponiamo anche poter integrare presto questo primo lavoro con un cd-rom che consenta, attraverso la scansione ottica del topografico a volume della collezione Giulietti, la ricerca per intestazione autore e permetta così una migliore accessibilità e fruizione da parte degli utenti della Marucelliana di questo fondo “speciale” che, proprio come tale, poteva correre il rischio di rientrare, come spesso succede nelle nostre Biblioteche, a far parte del loro cosiddetto patrimonio “sommerso”. 9 Al progetto hanno partecipato anche le colleghe Maria Pia Ballerini, Annamaria Conti e Maria Ucchino alle quali va tutto il nostro ringraziamento per averci permesso, con il loro contributo ed impegno, a portare a termine questo non facile lavoro.