PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA B.E.S.
MOTIVAZIONE
Questo documento denominato Protocollo di Accoglienza è una guida dettagliata d’informazione
riguardante l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali all’interno del nostro Istituto
Comprensivo; è stato elaborato dai componenti del Gruppo di Lavoro per l’inclusione ( Direttiva
Ministeriale 27/12/2012; C.M. n. 8 del 6/3/2013) alla luce delle Linee Guida 2012 “Attuazione del
Regolamento per favorire l’integrazione e l’inclusione degli studenti” – Decreto Ministeriale
12/07/2011.
Contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento
ottimale degli alunni con bisogni speciali, definisce i compiti ed i ruoli delle figure operanti
all’interno dell’istituzione scolastica, traccia le linee delle possibili fasi dell’accoglienza e delle
attività di facilitazione per l’apprendimento.
Il protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisto
periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.
L’adozione del Protocollo di Accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni
normative contenute nella Legge Quadro n° 104/92, nella legge provinciale 7 agosto 2006 n. 5 e
nel decreto provinciale 8 maggio 2008 n° 17-124/Leg (regolamento BES).
E’ rivolto agli alunni con bisogni educativi speciali e si propone di:
 consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione di tale tipologia di studenti
garantendone l’integrazione e l’inclusione;
 definire pratiche condivise “alleanza educativa” tra tutto il personale all’interno del nostro
Istituto per favorire una responsabilità condivisa e collettiva per avere una vera inclusione
scolastica;
 facilitare l’ingresso a scuola e sostenere gli alunni nella fase di adattamento al nuovo
ambiente;
 promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola ed Enti
territoriali .
Il Protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere:
 amministrativo e burocratico (documentazione necessaria)
 comunicativo e relazionale (prima conoscenza)
 educativo–didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento del consiglio di
classe.)
 sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio per la costruzione
del “Progetto di Vita”).
PREMESSA
Accogliere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (alunni con disabilita e alunni con Disturbi
Specifici di Apprendimento), significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto
scolastico, assieme agli altri alunni, alla pari degli altri alunni, senza discriminazione alcuna;
significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico.
In tale prospettiva, e necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e
di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni
Educativi Speciali, ma anche e soprattutto un impegno di promozione della loro formazione
attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli
obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche.
E’ necessario che la scuola “ri-conosca” le reali capacita cognitive del singolo alunno, i suoi punti di
forza, le sue potenzialità e su essi progetti cammini di lavoro: il Piano Educativo Individualizzato,
“Progetto di vita” per gli alunni con disabilità e il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con
DSA.
E’ importante che gli alunni avvertano questo riconoscimento e si sentano aiutati nel loro impegno
di autorealizzazione personale.
Nello sviluppo di ciascuna singola storia educativa e personale, le difficoltà connesse alle diverse
disabilità e ai DSA si ripercuotono principalmente sull’apprendimento e sullo sviluppo delle
competenze.
Quando ciò non è adeguatamente riconosciuto, considerato e trattato in ambito scolastico, causa
anche ricadute sugli aspetti emotivi, di costruzione dell’identità, della stima di sè, delle relazioni
con i pari.
L’integrazione degli alunni con disabilita o con DSA può essere realizzata solo in una scuola che “riconosca” effettivamente i Bisogni Educativi Speciali.
FINALITA’
Il nostro istituto si pone come finalità prioritaria quella di un’ inclusione globale attraverso la
sperimentazione di percorsi formativi in grado di assicurare continuità nel passaggio tra i vari
ordini di scuola e in quello indispensabile tra il mondo della scuola e quello sociale inteso nel senso
più ampio e pertanto mirato anche all’inserimento lavorativo.
La nostra scuola pone tra le sue priorità:
 Finalizzare tutta l’attività educativa, formativa e riabilitativa ad un “progetto di vita” che
tenga conto del ruolo attivo che l’individuo dovrà svolgere all’interno della società.
 Rendere le famiglie più consapevoli e quindi orientarle verso progetti realistici sul futuro
dei propri figli.

Offrire agli alunni B.E.S. la possibilità di acquisire maggiore consapevolezza delle proprie
potenzialità.

Favorire l’accoglienza o l’integrazione degli allievi diversamente abili attraverso percorsi
comuni o individualizzati che fanno coesistere socializzazione ed apprendimento.
 Elaborare tre aspetti determinanti
integrazione/inclusione, orientamento.
del
processo
di
formazione:
accoglienza,
 Organizzare l'attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità
nell'articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla
programmazione scolastica individualizzata.
OBIETTIVI
 definire pratiche condivise tra tutto il personale del nostro Istituto;
 favorire l’accoglienza e l’integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali attraverso
percorsi comuni, individualizzati o personalizzati che fanno coesistere socializzazione ed
apprendimento;
 informare adeguatamente il personale coinvolto;
 favorire la diagnosi precoce e i percorsi didattici riabilitativi;
 incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari,
durante il percorso di istruzione e di formazione;
 adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessita formative degli studenti;
 accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso
scolastico.
Nella contestualizzazione specifica di ogni piano individualizzato o personalizzato,
andranno inseriti gli obiettivi specifici che i consigli diclasse/interclasse/intersezione,
definiscono nei singoli P.E.I. o nei singoli P.D.P..
METODOLOGIA
Per raggiungere le finalità individuate, il Protocollo di Accoglienza è strutturato in diversi percorsi.
 Saranno curati i rapporti con specialisti e istituzioni locali sia per la realizzazione di
eventuali “Progetti integrati”, sia per la stesura congiunta del Profilo Dinamico Funzionale e
del Piano Educativo Individualizzato relativo agli alunni con disabilità o del Piano Educativo
Personalizzato relativo agli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento, sia per
particolari situazioni problematiche che eventualmente si potranno creare.
 Si cercherà di agganciare il più possibile il lavoro dell’alunno a quello del gruppo classe ed
accanto al necessario intervento individualizzato o personalizzato, saranno privilegiate
comunque le attività a piccoli gruppi e/o laboratoriali senza mai perdere di vista le finalità
dell’integrazione.
 Saranno previsti incontri di continuità con i diversi ordini di scuola con particolare
attenzione alla realizzazione di attività idonee agli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
 Per gli alunni con disabilità, gli insegnanti di sostegno si riuniranno coordinati da un
insegnante referente e Funzione strumentale al fine di analizzare,confrontare ed elaborare
le strategie di intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei
diversi Piani Educativi Individualizzati.
 Per gli alunni con DSA, gli insegnanti curriculari si riuniranno, coordinati dalla Funzione
strumentale per l’Inclusione fine di analizzare, confrontare ed elaborare le strategie di
intervento più idonee al raggiungimento degli obiettivi programmati nei diversi Piani
Educativi Personalizzati.
 Per gli alunni con disabilità sarà effettuato il rilevamento delle difficoltà oggettive nei campi
dell’apprendimento che l’alunno manifesta e compilato il “Percorso educativo
individualizzato”.
 Per gli alunni con DSA ai docenti curriculari saranno fornite adeguate informazioni sui
Disturbi Specifici di Apprendimento e/o la patologia specifica; riferimenti per reperire
materiale didattico formativo adeguato; informazioni sulle tecnologie informatiche
compensative; criteri sulla compilazione del Piano Educativo Personalizzato.
 L’Istituto sceglie come criterio preferenziale, nell’adozione dei libri di testo, la versione
cartacea e digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi (modalità mista di tipo b);
FASI DEL PROGETTO
ALUNNI CON DISABILITA’
Fasi di attuazione del Protocollo
Legge 104/92
●Iscrizione
●Preaccoglienza
●Raccolta dati
●Accoglienza
●Inserimento
●Progettazione Integrazione Didattica
●Piano Dinamico Funzionale
●GLHO
●Piano Educativo Individualizzato
●Verifiche e valutazione
ISCRIZIONE
MODALITA’
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Entro il termine
stabilito da norme
ministeriali (di solito
Insieme con l’alunno, visita la
scuola
per averne un primo contatto
conoscitivo.
Procede successivamente con
l’iscrizione
dell’alunno
compilando
l’apposito modulo disponibile in
segreteria.
Fa pervenire alla scuola, entro
breve
tempo, la certificazione attestante
la
Diagnosi Clinica.
Segnala particolari necessità (es.
trasporto, esigenze alimentari,
terapie da seguire, assistenza per
l'autonomia…)
La scuola acquisisce:
_ Diagnosi
Funzionale
_ Profilo Dinamico
Funzionale
La segreteria apre un
fascicolo personale relativo
all’alunno.
Definisce il numero di ore di
sostegno didattico necessario
all’alunno.
In caso di particolari
problematiche, richiede
maggiori risorse da attribuire
all’alunno.
Redige l’allegato H con il
numero di ore richieste per il
sostegno.
entro gennaio.)
Dà il consenso per la richiesta
dell’insegnante di sostegno.
PREACCOGLIENZA
CONOSCENZA DELL’AMBIENTE SCOLASTICO
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Persone coinvolte
Dopo
l’iscrizione (uno
Partecipa alle attività
di accoglienza
organizzate dalla
scuola.
Visita
dell’edificio
scolastico nei suoi spazi
(classi,
laboratori,
biblioteca, palestra, uffici
ecc…).
Partecipazione attiva ad
uno o più laboratori e/o
attività curricolari di
classe
Docenti
curricolari,
insegnante
di
sostegno,
personale
A.T.A.
o più incontri)
RACCOLTA DATI
INFORMAZIONI SULL’ALUNNO
Tempi
Attività
Tra febbraio e giugno, Raccolta di informazioni sull’alunno
uno o più incontri
(obiettivi prefissati raggiunti o non
raggiunti,
abilità
cognitive,
potenzialità sviluppate e modalità
relazionali) attraverso:
incontro con i genitori per individuare
eventuali necessità o accogliere
indicazioni di carattere specifico;
incontro con gli operatori delle ASL
competenti sul territorio per le
indicazioni medico-terapeutiche e
assistenziali;
incontro
con
gli
insegnanti della scuola di provenienza
per acquisire informazioni sull’alunno
e sull’azione educativa svolta nel
precedente ordine di scuola
Persone coinvolte
Famiglia, docenti della scuola di
provenienza, gruppo di lavoro
handicap/referente
sostegno
della nuova scuola, operatori
neuropsichiatria
e/o
psicopedagogista,
operatori
socio-assistenziali, educatore,
assistente alla comunicazione e
all’autonomia
ACCOGLIENZA
CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI
Tempi
Attività
Persone coinvolte
Settembre,
incontri
di
programmazione
prima
dell’inizio
delle lezioni
Presentazione del caso a tutti gli insegnanti del
consiglio
di
classe/interclasse/intersezione,
educatore, assistente alla comunicazione e
all’autonomia; lettura della Diagnosi funzionale,
della relazione finale, dell’eventuale progetto
continuità, delle indicazioni emerse negli incontri di
pre-conoscenza
Insegnanti di team e di
sostegno, gruppo di
lavoro
handicap/referente
sostegno, educatore,
assistente.
INSERIMENTO
ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE
Tempi
Attività
Settembre,
primo periodo
Dopo una prima osservazione e
conoscenza dell’alunno e della classe, gli
insegnanti valutano l’opportunità di
fornire alla classe informazioni relative alla
disabilità, avvalendosi, se necessario,
dell’aiuto dei genitori dell’alunno o di
personale competente, al fine di favorire
di frequenza
Fino a metà
ottobre
Persone coinvolte
Docenti
curricolari
e
di
sostegno,
educatore/assistente
alla
comunicazione,
assistente
all’autonomia,
eventuale
coinvolgimento dei genitori o
rapporti paritetici.
esperti esterni.
E’ possibile che sia necessaria la
consulenza
tempestiva degli specialisti della
La famiglia si confronterà con la scuola per ASL per
analizzare le reazioni dell’alunno alle problematiche particolari.
attività proposte (osservazioni tramite
colloquio.)
Comunicherà alla scuola ed agli specialisti
delle ASL cambiamenti significativi.
Test di valutazione d’ingresso
I docenti avranno cura di somministrare
test di valutazione liberi, sistematici e
guidati al fine di acquisire le reali
potenzialità dell’alunno sui singoli assi di
sviluppo.
Osservazione dei comportamenti e delle
prestazioni
PROGETTAZIONE E INTEGRAZIONE DIDATTICA
OBIETTIVI – STRATEGIE – ATTIVITA’
Tempi
Entro
Novembre
Attività
Persone coinvolte
Verifica delle potenzialità, in riferimento ai vari
assi di sviluppo o aree di apprendimento,
all’interno e all’esterno del gruppo classe;
incontri con l’equipe clinica e la famiglia per
l’analisi del “Profilo Dinamico Funzionale” e,
dove necessario, sua modifica; in sede di
incontro, presentazione
del
“Progetto
Educativo Individualizzato” e discussione con
gli esperti e la famiglia degli obiettivi a breve,
medio e lungo termine fissati nel P.E.I.; messa
in atto di tutte le attività e strategie per
l’integrazione dell’alunno all’interno
della classe, secondo le indicazioni del P.E.I.
Docenti curricolari e
sostegno,
educatore/assistente alla
comunicazione, assistente
all’autonomia, genitori
esperti
esterni
di
o
PIANO DINAMICO FUNZIONALE
DF e PDF
Tempi
Da effettuarsi
ogni
nuovo
ciclo
scolastico.
Redazione di
una prima
revisione
Attività della famiglia
Attività della scuola
Diagnosi funzionale
La scuola, nel caso la DF
non fosse aggiornata, su
indicazione del docente di
sostegno e per il tramite del
referente del sostegno
stesso, comunicherà alla
ASL di provvedere.
all’aggiornamento della DF
stessa.
Gli specialisti della ASL
aggiornano la Diagnosi
funzionale. Secondo le
nuove normative detta
diagnosi deve seguire il
protocollo ICF-CY (nei
casi di alunni) nel
quale sono evidenziate le
funzionalità della persona
in relazione del contesto
in cui opera e degli
Profilo
Dnamico eventuali facilitatori
Funzionale
/ ostacoli.
Il consiglio di classe, le
insegnanti della sezione Le
ASL
competenti
e del team sulla base avranno cura
della
DF
e
delle di revisionare la bozza di
osservazioni
PDF
elaborata
dal
sistematiche
iniziali, consiglio di classe
redige una bozza del eliminando
e/o
Partecipa alla
stesura e
sottoscrive il
PDF.
Attività di altri enti (Altre
scuole, ASL, Associazioni,
Comune, Provincia, USP)
entro
profilo
integrando le
dinamico funzionale. Si parti
scorrette
noti che nel caso la DF mancanti.
fosse redatta secondo il
protocollo ICF-CY, il PDF
di fatto confluisce nelle
il primo GLHO
o
indicazioni della DF stessa.
GLHO
Gruppo di lavoro operativo sull’handicap
Tempi
Ottobre/
Novembre
Attività della famiglia
Attività della scuola
Attività di altri enti (
ASL )
Proposte ai fini del
progetto
di
vita
dell’alunno
Nel caso di adozione della
programmazione
differenziata (P.E.I.) i
genitori si impegnano a
sottoscrivere l’adozione
della
suddetta
programmazione
Programmazione
didattica
Il consiglio di classe di
concerto con gli
specialisti della ASL, i
genitori e gli altri
operatori del gruppo di
lavoro, preso atto
delle direttive del PDF,
decide la scelta del
tipo di programmazione
da adottare tra:
Programmazione
didattica
curricolare
con
obiettivi minimi
Programmazione
differenziata non
riconducibile
ai
programmi ministeriali
Specialisti
ASL
forniscono
indicazioni di al fine di
individuare e scegliere
al meglio la tipologia di
programmazione
da
adottare.
Piano Educativo Individualizzato
PEI
Tempi
Attività della famiglia
Periodo
Se il piano adottato è di
immediatamente tipo differenziato (P.E.I.),
i genitori
successivo
al
danno assenso formale
Attività della scuola
Redazione del piano educativo
Il docente di sostegno, responsabile della
redazione del documento, di concerto
con i docenti del consiglio di classe di
GLHO
sottoscrivono lo stesso
entro un termine fissato.
Di tale piano deve essere
data copia alla famiglia,
fissando un termine per
manifestare un formale
assenso, in mancanza del
quale il piano si intende
accettato.
sezione e del team, in riferimento alle
decisioni adottate nel GLHO, redige il PEI.
Il PEI non coincide con il solo progetto didattico,
ma consiste in un vero e proprio progetto di vita in
cui vengono definiti gli interventi finalizzati alla
piena realizzazione del diritto all'integrazione
scolastica. Deve contenere:
 Situazione
iniziale,
dedotta
dall’osservazione iniziale dei docenti e
dall’analisi sistematica svolta nelle seguenti
aree: comportamento con gli adulti, con i
compagni, verso le attività proposte
 Autonomia personale e per gli spostamenti,
nei compiti assegnati in classe, durante le
lezioni in classe
 Attenzione
 Motivazione
 Apprendimento
 Progetto di intervento per obiettivi generali
(educativi e didattici), concordati con il
team/consiglio di classe
 Gli obiettivi specifici(riconducibili o non
riconducibili ai programmi ministeriali, agli
obiettivi minimi stabiliti in sede collegiale)
e i contenuti per aree disciplinari
 La metodologia di intervento che si intende
attuare
 Gli eventuali progetti
 Le modalità di verifica e valutazione (non
differenziata o differenziata) che si
intendono utilizzare
Verifiche e valutazione
Intermedia e finale
Attività della scuola
Tempi
Attività della famiglia
Fine primo
Comunicazione
di Convocazione GLHO
eventuali
Verifica ed eventuale
nuove
necessità rimodulazione del piano
dell’alunno
educativo progettato.
quadrimestre
Attività di altri enti
(ASL )
Revisione
eventuale
della Diagnosi
funzionale da parte
degli specialisti
Adozione di eventuali della ASL
nuove
Proposte.
Fine anno
scolastico
Consiglio di classe, di
sezione e
Di interclasse
Verifica analisi dei
risultati
ottenuti.
Redazione della
relazione finale
sull’esecuzione del PEI
DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
Alunni con disabilita Legge 104/92
Diagnosi Funzionale
E’ redatta dalla ASL o medico privato convenzionato e definisce la patologia specifica di cui il
disabile è riconosciuto. Il suo aggiornamento è strettamente legato all’evoluzione della patologia.
E’ compito della scuola, all’inizio di ogni anno accertarsi che non si siano verificati cambiamenti.
Deve contenere:
 I dati anamnestici, clinico-medici, familiari e sociali.
 Il livello di funzionalità e di sviluppo dell’alunno in diverse aree di base.
 I livelli di competenza raggiunti rispetto agli obiettivi e ai percorsi didattici della classe.
 Gli aspetti psicologici, affettivo-emotivo, comportamentali che devono determinare la
qualità del rapporto educativo con l’alunno.
Profilo Dinamico Funzionale
E’ un documento conseguente alla “Diagnosi Funzionale” e preliminare alla formulazione del PEI.
Con esso viene definita la situazione di partenza e le tappe di sviluppo conseguite o da conseguire.
Mette in evidenza difficoltà e potenzialità dell'alunno. Viene redatto con cadenza biennale (Legge
24.02.1994 art. 4 “), e aggiornato, come disposto dal comma 8 dell'art. 12 della legge n. 104 del
1992, a conclusione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, della scuola secondaria di
primo grado e durante il corso di istruzione secondaria superiore. Viene redatto da operatori
socio-sanitari, docenti curricolari, docente di sostegno, genitori dell’alunno (art. 12 commi 5 e 6
della L. 104/92).
Il PDF verrà stilato seguendo i modelli predisposti e reperibili sul sito dell’Istituto.
Piano Educativo Individualizzato
Atto successivo al PDF, e redatto all'inizio (entro novembre) di ogni anno scolastico dal GLH
operativo (team/consiglio di classe, ASL, genitori) ed e sottoposto a verifiche ed aggiornamenti
periodici.
Relazione finale
Raccoglie tutte le informazioni fornite da ciascun insegnante, a fine primo quadrimestre e a fine
anno scolastico, dall’insegnante.
Deve contenere:
 Evoluzione dell’aspetto educativo rispetto alla situazione di partenza (in
merito ad autonomia, socializzazione, apprendimento, ecc.).
 Evoluzione dell’aspetto didattico (giudizio sul livello di acquisizione di
autonomie, di conoscenze e competenze, materia per materia).
 Modalità dell’intervento di sostegno (particolari accorgimenti relazionali e
didattici).
 Informazioni sull’eventuale intervento dell’educatore (partecipazione alla
progettualità educativo-didattica, modalità dell’intervento).
 Informazioni sulla collaborazione della famiglia e del personale ASL.
 Suggerimenti per la continuità dell’intervento educativo-didattico per il successivo anno
scolastico.
IN SINTESI
Documento
DIAGNOSI
FUNZIONALE
PROFILO DINAMICO
FUNZIONALE
PIANO EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
Deve essere
sottoposto a:
Verifica intermedia
Chi lo redige
All’atto
della
prima
Operatori ASL o specialisti segnalazione, e rinnovata
privati
con
opportuna ad ogni passaggio fra un
vidimazione dell’ASL
ordine di scuola all’altro e/o
secondo i tempi indicati dal
DPCM 185/2006
Operatori
socio-sanitari,
docenti curricolari, docente
di
sostegno,
genitori
dell’alunno (art. 12, commi 5°
e 6° della L. 104/92)
Viene aggiornato alla fine
della Scuola d’Infanzia,
Primaria, Secondaria di
primo grado e durante la
Scuola
Secondaria
di
secondo grado
Gli insegnanti curricolari, il
docente
di
sostegno,
operatori socio-sanitari e i
genitori dell’alunno
Insegnanti di sostegno e
Curricolari
Viene formulato entro i
primi due/tre mesi di ogni
anno scolastico
(fine novembre)
A meta anno scolastico (fine
gennaio)
A fine anno scolastico
(giugno)
Insegnanti di sostegno e
curricolari
A fine anno scolastico
(giugno)
Finale
RELAZIONE FINALE
Quando
Personale preposto all’integrazione
Dirigente scolastico
Partecipa alle riunioni come componente del “Gruppo di lavoro d’Istituto (GLI)”, è messo al
corrente dalla Funzione strumentale/referente sostegno sul percorso scolastico di ogni allievo
diversamente abile ed è interpellato direttamente nel caso si presentino particolari difficoltà
nell’attuazione dei progetti. Fornisce al Collegio dei docenti informazioni riguardo agli alunni in
entrata ed è attivo nel favorire contatti e passaggio di informazioni tra le scuole e tra scuola e
territorio.
Inoltre ha ruoli e compiti:
 gestionali, organizzativi, consultivi
 di individuazione delle risorse interne ed esterne per rispondere alle esigenze di inclusione
 formazione delle classi
 assegnazione docenti di sostegno
 rapporti con gli enti coinvolti
 di istituzione di un GLHO di Istituto costituito, secondo le linee guida per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilita, dal dirigente scolastico, il
docente funzione strumentale per l’inclusività, due docenti di sostegno, tre docenti curricolari
(uno per ciascuna area disciplinare: area umanistica, scientifica ed espressivo corporea), un
componente del personale ATA, una rappresentanza dei genitori (alunni con disabilità e non).
Collegio docenti
È l’organismo che, nel procedere all’approvazione del POF corredato dal “Protocollo per
l’accoglienza e l’integrazione degli alunni in situazione di handicap” d’istituto, si assume l’incarico
di verificare la realizzazione degli obiettivi in essi contenuti.
Consiglio di classe/interclasse
In presenza di allievi diversamente abili il Consiglio di classe/interclasse dedica, ad ogni
convocazione, uno spazio adeguato alla progettazione e verifica progressiva del PEI.
In tale fase del lavoro può rendersi necessaria ed è ammessa la presenza della F.S./referente H
,dell’educatore ed eventualmente, se richiesto, degli esperti dell’ASL
Per esigenze particolari è possibile la richiesta al dirigente scolastico di convocazione di Consigli di
classe/Team straordinari. Relativamente al PDF, al PEI ed al “progetto di vita” dell’alunno
diversamente abile, il Consiglio di classe/Team ed ogni insegnante in merito alla sua disciplina,
affiancati e supportati dall’insegnante di sostegno, prendono visione dei documenti sopra indicati
riguardanti l’anno scolastico precedente (e della Diagnosi Funzionale) in modo da poter metter in
atto, già dalle prime settimane del nuovo anno, le strategie metodologiche necessarie ad
un’osservazione iniziale attenta (test, lavori di gruppo, verifiche, colloqui, griglie) che consenta di
raccogliere il maggior numero di elementi utili alla definizione del PDF e del PEI e dell’intero
progetto di vita.
Gruppo di lavoro handicap
È composto dal dirigente scolastico, dagli insegnanti di sostegno, dalla Funzione strumentale, e
quando necessario dagli operatori dei servizi, da un rappresentante dei genitori, dal personale
ATA. E’ un gruppo di studio e di lavoro composto dall’insieme di quelle figure che operano
nell’istituto e nelle strutture del territorio ad esse collegate, che sono direttamente interessate
nella gestione dei casi di alunni diversamente abili. Esso è formato da una componente stabile e da
una componente variabile, in base alle esigenze contingenti e si perfeziona per diventare
operativo ogni volta che siano presenti all’interno dell’istituto alunni in situazione di handicap.
Propone e discute il progetto di integrazione d’istituto che indica, in merito alle situazioni di
handicap presenti nella scuola, gli interventi, i ruoli, i tempi, le modalità, gli strumenti e le risorse
strutturali. Le sue riunioni sono contemplate all’interno del “Piano annuale delle attività” (almeno
tre volte all’anno) con il fine di programmare e valutare l’effettiva attuazione delle attività
specifiche
indicate nel POF e nel progetto stesso e, insieme, di ridefinire quegli aspetti in essi contenuti che
richiedano una revisione laddove non dimostrino l’efficacia prevista.
Compiti e competenze:
 Esaminare i casi dei singoli alunni in situazione di handicap inseriti o da inserire nella scuola
 Formulare proposte al dirigente scolastico per la richiesta degli insegnanti di sostegno
 Ripartire con criteri congruenti le ore complessive di sostegno, assegnate all’inizio
dell’anno scolastico alla scuola, tra gli alunni in situazione di handicap

Formulare richieste motivate, tramite l’istituto, per il fabbisogno urgente (attrezzature
particolari, sussidi scolastici, contatti con centri di riabilitazione, con ASL ecc.)
 Pronunciarsi preliminarmente sulla bozza dei singoli “Piani educativi individualizzati” (PEI)
 Concorrere alla formulazione del “Profilo dinamico funzionale” (PDF)
 Stabilire contatti con il “Gruppo di lavoro interistituzionale provinciale” (GLIP)
 Concordare i criteri per la valutazione degli alunni in situazione di handicap
.
Referente H/Funzione strumentale all’inclusione
• Collabora con il dirigente scolastico alla designazione degli insegnanti di sostegno e degli
educatori da attribuire agli alunni diversamente abili tenendo conto delle garanzie di continuità
che gli stessi possono dare
• Comunica al dirigente scolastico l’andamento dei progetti relativi agli alunni e collabora alla
realizzazione del PDF, PEI nei tempi previsti
• Coordina il personale e si adopera per svolgere le attività di aggiornamento
• Coordina gli incontri con l’ASL e le famiglie
• Organizza eventuali progetti con le realtà scolastiche e lavorative territoriali esterne alla scuola
• Controlla la documentazione in ingresso, in itinere e predispone quella in uscita.

Supporta i docenti nell’elaborazione del PDP-DSA-ALUNNI STRANIERI- ALUNNI CON
SVANTAGGIO SOCIO-CULTURALE

Coordinamento del GLI

Responsabile degli interventi a favore degli alunni con B.SE.S.

Referente d’Istituto verso ASL, Azienda ospedaliera, verso comuni, Associazioni, Cooperative…

Gestione e monitoraggio PAI

Funzione di supporto nell’elaborazione del POF per gli alunni BES

Referente per proposte di formazione e aggiornamento sulle problematiche di integrazione e
disturbi specifici di apprendimento.
Insegnante curriculare
 Accoglie l’alunno nel gruppo classe favorendone l’integrazione

Pone attenzione al potenziale dell’alunno e non solo al suo handicap
 partecipa alla programmazione e alla valutazione individualizzata
 collabora alla formulazione del PEI e successivamente predispone interventi
personalizzati e consegne calibrate per l’alunno con disabilità soprattutto
quando non è presente il collega specializzato
 istruisce l’assistente educatore professionale sui compiti da svolgere durante
le sue ore di lezione
 adatta, quando è possibile gli obiettivi minimi concordati in sede di riunione di interclasse
alla situazione particolare dell’alunno disabile, altrimenti prevede un programma
differenziato, non riconducibile agli obiettivi minimi
 Prevede di acquisire una formazione sulle tematiche attinenti l’inclusione per attivare
strategie metodologiche e didattiche che si possano attuare in classe anche senza
l’intervento dei docenti specializzati
Insegnante di sostegno
L'insegnante di sostegno: è un docente, fornito di formazione specifica, assegnato alla classe in cui
è presente l'alunno disabile. Non deve essere considerato l'unico docente cui è affidata
l'integrazione (C.M. 250/1985; Nota n. 4088 2/10/02). La legge 104/1992 nell’art. 13 comma 6 cita:
“Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano,
partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività
di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti (1 bis)”. Da
cui emerge che:
 L’insegnante di sostegno è una risorsa per l’intera classe, non è l’unico assegnatario
dell’allievo in situazione di handicap.
 E’ assegnato alla classe quando è possibile assicurando la continuità educativa
 Partecipa alla programmazione didattico-educativa della classe
 Partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione con diritto di voto per tutti gli alunni
 E’ di supporto alla classe nell’assunzione di strategie e tecniche pedagogiche,
metodologiche e didattiche integrative e nell’adozione di metodologie individualizzanti
 Deve effettuare la conduzione diretta di interventi specializzati, centrati sulle
caratteristiche e sulle risorse dell’allievo, a partire dalla conoscenza di metodologie
particolari che non sono in possesso dell’insegnante curriculare
 Prevede accordi di programma con servizi socio-assistenziali, culturali e sportivi
 Si occupa dell’orientamento dell’alunno disabile, favorendo la collaborazione tra il sistema
scolastico e quello della formazione professionale
 Può fare assistenza all’alunno disabile, (o come figura unica, o alternandosi con altri
insegnanti) durante l’esame di stato, se durante l’anno ha seguito l’alunno disabile ed ha
fatto assistenza durante le prove di valutazione. E’ richiesto dal dirigente scolastico (art. 41
e 44 D.M. 331/98).
 La quantificazione delle ore di sostegno necessarie risulta dalla “Diagnosi funzionale” e dal
progetto formulato dal Consiglio di classe/interclasse.
ASSISTENZA SPECIALISTICA
Nel caso in cui la situazione dell'alunno lo richieda, oltre agli insegnanti curriculari e di sostegno,
sono previste altre figure professionali per affrontare problemi di autonomia e/o di
comunicazione. Si tratta degli assistenti ad personam.
Il dirigente scolastico ne fa richiesta all'ente locale competente. La competenza è del Comune (per
le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado) e della Provincia (scuole secondarie di
secondo grado), art. 139 D.Lgs 112/1998).
L’assistenza di base comprende l'accompagnamento dell'alunno in situazione di handicap
dall'esterno all'interno della scuola e negli spostamenti nei suoi locali. Comprende anche
l'accompagnamento ai servizi igienici e la cura dell'igiene personale. Devono provvedervi i
collaboratori scolastici.
Gli alunni disabili hanno diritto al trasporto scolastico poiché costituisce un supporto essenziale
alla frequenza scolastica. Questo servizio è pertanto strumentale alla realizzazione del diritto allo
studio.
La responsabilità è del comune (per le scuole materne, elementari e medie), della Provincia
(scuole superiori) – art. 139 D.lgs 112/1998. Per la scuola dell'obbligo il servizio deve essere
concesso gratuitamente (art. 28 Legge 118/1971). Per ottenerlo, al momento dell'iscrizione
bisogna segnalare alla scuola la necessità del trasporto, affinché questa si attivi tempestivamente
per la richiesta.
Famiglia
La famiglia deve essere coinvolta attivamente nel processo educativo dell’alunno. Il docente e
coordinatore del “Gruppo H” dell’istituto, congiuntamente allo psicopedagogista, convoca la
famiglia e presenta l’insegnante di sostegno e il docente/coordinatore della classe in cui l’alunno è
stato inserito.
Esperti ASL
Partecipano agli incontri periodici, collaborano alle iniziative educative e di integrazione
predisposte dalla scuola, verificano il livello e la qualità dell’integrazione nelle classi dell’istituto.
Educatore
Ad ogni alunno diversamente abile, per cui tale servizio sia previsto, è assegnato un educatore che
lavora a stretto contatto con il Consiglio di classe/interclasse e l’insegnante di sostegno secondo i
tempi indicati nelle attività previste dal “Piano annuale”. Segue specificamente l’allievo nelle
attività a seconda delle indicazioni fornite nel P.E.I. Normalmente tali attività consistono in un
aiuto didattico, di socializzazione, di acquisizione di maggiore autonomia nel muoversi anche
all’interno del territorio, di attuazione di progetti con associazioni, aziende ed enti. Fornisce,
quindi, grazie al suo stretto contatto con l’allievo, indicazioni al Consiglio di classe/interclasse utili
per cogliere aspetti o problematiche che, difficilmente, si potrebbero rilevare consentendo, di
conseguenza, con il proprio contributo, di poter operare al meglio.
Il personale ATA
E’ utile individuare un referente che partecipi al gruppo H, qualora se ne ravveda la necessità, e
possa così fungere da punto di riferimento per tutto il settore H.
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’
DPR n. 122 del 22 giugno 2009; art.9
1. La valutazione degli alunni con disabilità certificata nelle forme e con le modalità
previste dalle disposizioni in vigore e riferita al comportamento, alle discipline e alle attività svolte
sulla base del piano educativo individualizzato previsto dall’articolo 314, comma 4, del testo unico
di cui al decreto legislativo numero 297 del 1994, ed e espressa con voto in decimi secondo le
modalità e condizioni indicati nei precedenti articoli.
2. Per l’esame conclusivo del primo ciclo sono predisposte, utilizzando le risorse
finanziarie disponibili a legislazione vigente, prove di esame differenziate,comprensive della prova
a carattere nazionale di cui all’articolo 11, comma 4-ter, del decreto legislativo n.59 del 2004 e
successive modificazioni, corrispondenti agli insegnamenti impartiti, idonee a valutare il progresso
dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali. Le prove sono
adattate, ove necessario in relazione al piano educativo individualizzato a cura dei docenti
componenti la commissione. Le prove
differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame
conclusivo di Stato.
3. Le prove dell’esame conclusivo del primo ciclo sono sostenute anche con l’uso di
attrezzature tecniche e sussidi didattici nonchè di ogni altra forma di ausilio tecnico loro
necessario, previsti dall’art. 315, comma 1, lettera b) del testo unico di cui al decreto legislativo n.
297 del 1994. Sui diplomi di licenza è riportato il voto finale in decimi, senza menzione delle
modalità di svolgimento e di differenziazione delle prove.
ALUNNI CON DSA
DALLE “LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON
DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO” 12 luglio 2011
Punto n”1. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento
scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte
in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità interessata dal
disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia
(scrittura), discalculia (calcolo). Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di
origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia
dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati. Posto nelle condizioni di attenuare e/o
compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti.
E’ da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA
sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del
disturbo. ”
Sintesi schematica dei passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA
1)Rilevazione di sintomi/sospetti premonitori in ogni ordine di scuola (infanzia-primaria) da parte
dei docenti -Consultazione Referente
L’ufficio di Segreteria:
– acquisisce la documentazione/certificazione e la trasmette al Dirigente Scolastico
Il Dirigente Scolastico :
– acquisisce come dati sensibili la certificazione
– inserisce la documentazione nel fascicolo personale dell’alunno
- comunica al docente F.S. / referente
- consegna per presa visione copia diagnosi al coordinatore di classe
- inserisce il PDP nel fascicolo personale dell’alunno
Il docente F.S./referente :
– informa i docenti sulle disposizioni normative vigenti , sulle indicazioni operative e dà indicazioni
di base su strumenti compensativi e dispensativi e PDP
Il Consiglio di Classe:
– provvede alla stesura PDP entro il primo quadrimestre
-adotta i provvedimenti compensativi e dispensativi
-attua una didattica e valutazione personalizzata
-convoca la famiglia per la firma del PDP
-consegna il PDP al docente F.S./referente
IL PDP (Piano Didattico Personalizzato)
E’ lo strumento che consente l’attuazione di una didattica personalizzata e mirata a potenziare le
abilità peculiari di ogni alunno.
Come da normativa il documento contiene:
· dati anagrafici dell’alunno;
· tipologia di disturbo;
· attività didattiche individualizzate;
· attività didattiche personalizzate;
· strumenti compensativi utilizzati;
· misure dispensative adottate;
· forme di verifica e valutazione personalizzate
E’ sottoscritto dai genitori in pieno accordo con i docenti al fine di agevolare l’interiorizzazione di
un metodo di studio autonomo ed efficace.
Fasi di attuazione del Protocollo
Legge 170/2010
 Iscrizione
 Acquisizione della segnalazione specialistica
 Comunicazioni
 Stesura e sottoscrizione del PDP
 Valutazione intermedia e finale
 Procedura da seguire in caso di sospetto di difficoltà riferibile a DSA
 Indicazioni operative per l’espletamento delle prove degli esami di stato
ISCRIZIONE
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Soggetti coinvolti
Entro il termine
stabilito da norme
ministeriali
(di
solito
entro gennaio)
Insieme con l’alunno,
può visitare la scuola
ed avere un primo
contatto conoscitivo.
Procede
successivamente con
l’iscrizione dell’alunno
La scuola
acquisisce:
-Diagnosi del
medico specialista
Apertura di un
fascicolo personale
da parte della
Dirigente Scolastico
Coordinatore di
classe Referente
D.S.A.
Famiglia
Segreteria didattica
compilando l’apposito segreteria.
modulo disponibile in
segreteria.
La famiglia deve, entro
breve
tempo,
far
pervenire
la
certificazione
attestante la diagnosi
del medico
specialista.
ACQUISIZIONE DELLA SEGNALAZIONE SPECIALISTICA
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Soggetti coinvolti
Al momento
dell’iscrizione o
comunque entro il
mese di
novembre o al
massimo
all’inizio del
Secondo
quadrimestre
La famiglia presenta la
certificazione
specialistica entro il
mese di novembre
Presenta il modulo per
la richiesta del Piano
Didattico
Personalizzato
La famiglia presenta la
certificazione oltre il
tempo previsto
Stesura
del
Piano
Didattico Personalizzato,
integrazione
alla
programmazione
della
classe e del singolo
docente.
Le diagnosi presentate
oltre la scadenza
verranno regolarmente
protocollate e ne verrà
informato
tramite
il
coordinatore del c.d.c. o
referente DSA , ma la
formulazione del P.D.P.
sarà effettuata nell’anno
scolastico successivo.
Dirigente Scolastico
Coordinatore di
classe Referente
D.S.A.
Famiglia
Segreteria didattica
Tempi
Attività della famiglia
Attività della scuola
Soggetti coinvolti
Al momento
dell’iscrizione o
comunque entro il
mese
di novembre o al
massimo all’inizio
del
secondo
quadrimestre
Si mette a
disposizione del
referente D.S.A. per
eventuali
chiarimenti e/o
integrazioni.
L’assistente
amministrativo, acquisita
la diagnosi di D.S.A. al
momento della normale
iscrizione o in corso
d’anno,
ne
darà
comunicazione
al
Dirigente Scolastico, al
coordinatore di classe e al
referente D.S.A. il quale
avrà cura di controllare
Dirigente
Scolastico
Coordinatore di
classe Referente
D.S.A.
Famiglia
Segreteria
didattica
COMUNICAZIONI
che essa rispetti quanto
sancito dalla
legge 8/10/2010, art. 3 e
dalle circolari del MIUR
(03/02/11,
04/04/11,
26/05/11).
In
caso
contrario contatterà la
famiglia per chiarimenti
e/o integrazioni
STESURA E SOTTOSCRIZIONE DEL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Attività della Attività della scuola
famiglia
Tempi
Inizio
scolastico
anno
Settembre/ottobre
Novembre
Il referente D.S.A. e il coordinatore di
classe informano il Consiglio di classe,di
sezione e del team sull’argomento:
-fornendo adeguate informazioni sui
Disturbi Specifici di Apprendimento e/o
la patologia specifica;
-fornendo riferimenti per reperire
materiale didattico
formativo adeguato;
-presentando le eventuali strategie
didattiche alternative
(tra cui le tecnologie informatiche)
compensative
Soggetti
coinvolti
Coordinatore di
classe Referente
D.S.A.
Consiglio di
classe, di
sezione e del
team
Il coordinatore e/o referente DSA, in
occasione del primo c.d.c. , sezione,
interclasse, presenta il caso, raccoglie
osservazioni di tutti i componenti al
fine di stilare il PIANO DIDATTICO
PERSONALIZZATO (P.D.P.)
In sede del c.d.c., di interclasse e di
sezione verrà approvato il P.D.P. e
costituirà un allegato riservato della
programmazione e del fascicolo
personale dell’alunno.
Ogni singolo docente stilerà, il P.D.P.
relativo alla propria disciplina, nel quale
avrà cura di specificare eventuali
approfondimenti e/o integrazioni in
merito a obiettivi, misure dispensative
Coordinatore di
classe Referente
D.S.A.
C.d.c.
Docenti
e strumenti compensativi e lo allegherà
al proprio piano di lavoro presentato
per l’intera classe.
Subito dopo
l’approvazione del
P.D.P di novembre
Il P.D.P. una volta redatto, va
presentato alla famiglia per la
condivisione e accettazione. In tale
sede potranno essere apportate
eventuali ultime modifiche e dopo sarà
sottoscritto dalla famiglia coordinatore
e/o referente lo farà poi controfirmare
Visione
e da tutti i componenti e dal Dirigente
accettazione
Scolastico, rendendolo così esecutivo
del P.D.P.
Nel caso di acquisizione della diagnosi
Sottoscrizione ad anno scolastico avviato (entro
del
novembre)
il
coordinato
ree/o
P.D.P.
referente DSA convocherà un c.d.c. , di
sezione o di interclasse straordinario e
seguirà la procedura sopra illustrata.
Coordinatore di
Classe, Referente
D.S.A.
Famiglia
Segreteria
didattica
PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO DI DIFFICOLTA’ RIFERIBILE A DSA
Tempi
Durante
scolastico
Attività della famiglia
l’anno Sotto
invito
del
coordinatore di classe
o del referente DSA si
recherà presso
gli enti preposti (art. 3,
comma 1 della
legge 170 ) per una
eventuale diagnosi
del disturbo rilevato.
Attività della scuola
Soggetti coinvolti
Nel caso in cui un
docente abbia il dubbio
che un
suo alunno possa essere
affetto da DSA, segnala il
caso al coordinatore di
classe o referente DSA il
quale, con discrezione,
sentirà lo studente e
successivamente
ne
convocherà i genitori.
docenti
coordinatore di
classe, referente
DSA,
famiglia,
INDICAZIONI OPERATIVE PER L’ESPLETAMENTO DELLE PROVE
DEGLI ESAMI DI STATO
Tempi
Maggio
Attività
famiglia
della Attività della scuola
Soggetti coinvolti
Nel documento del Consiglio di Classe di componenti c.d.c.,
maggio il coordinatore si farà carico
coordinatore
di
giugno
di controllare che ogni singolo docente
abbia specificato:
-tutte le informazioni sugli strumenti
compensativi e dispensativi, con
riferimento alle verifiche, ai tempi e al
sistema valutativo utilizzati in corso
d’anno;
-le modalità, i tempi e i sistemi valutativi
per le prove d’esame;
-le simulazioni delle prove d’esame. La
Commissione d’esame per le prove
scritte d’esame prenderà in considerazione:
-tempi più lunghi;
-utilizzo di strumenti informatici, se utilizzati
in corso d’anno;
-possibilità di avvalersi di un insegnante
membro della commissione per la
lettura dei testi delle prove scritte.
Per quanto riguarda la lingua straniera, in
attesa delle ordinanze applicative
della legge, rimane valida la norma di cui
alla Nota 4674 del 10.05.2007,
secondo la quale non è possibile dispensare
gli alunni dalla prova scritta in
lingua straniera; le difficoltà dovranno
essere compensate mediante
l’assegnazione di tempi più estesi, l’utilizzo
di alcune tecnologie informatiche,
valutazioni più attente al contenuto che alla
forma, l’integrazione orale della
prova scritta
classe,
componenti della
commissione
d’esame
DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
Alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento
Legge 170/2010
DIAGNOSI SPECIALISTICA
La diagnosi dei DSA e' effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici gia' assicurati dal
Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed e' comunicata dalla famiglia alla
scuola di appartenenza dello studente. Le regioni nel cui territorio non sia possibile
effettuare la diagnosi nell'ambito dei trattamenti specialistici erogati dal Servizio sanitario
nazionale possono prevedere, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili a legislazione vigente, che la medesima diagnosi sia effettuata da specialisti o
strutture accreditate.
“Per gli studenti che, nonostante adeguate attivita' di recupero didattico mirato,
presentano persistenti difficolta', la scuola trasmette apposita comunicazione alla famiglia.
E' compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia, attivare,
previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad
individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui
all'articolo 7, comma 1. L'esito di tali attivita' non costituisce, comunque, una diagnosi di
DSA”.
La scuola attiverà il Protocollo previsto per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento ogni
qualvolta entrerà in possesso della suddetta diagnosi.
OSSERVAZIONE
I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la
loro manifestazione come ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulla base
dell’età anagrafica e della media degli alunni o degli studenti presenti nella classe.
Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di
apprendimento e altre caratteristiche cognitive specifiche, che è importante riconoscere
per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace.
Ciò assegna alla capacita di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo
nei primi segmenti dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il
riconoscimento di un potenziale disturbo specifico dell’apprendimento, ma
anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui
puntare per il raggiungimento del successo formativo.
Osservazione delle prestazioni atipiche
Per individuare un alunno con un potenziale Disturbo Specifico di Apprendimento, non
necessariamente si deve ricorrere a strumenti appositi, ma può bastare, almeno in una prima fase,
far riferimento all’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal
disturbo: lettura, scrittura,calcolo.
Ad esempio, per ciò che riguarda la scrittura, è possibile osservare la presenza di errori
ricorrenti, che possono apparire comuni ed essere frequenti in una fase di apprendimento
o in una classe precedente, ma che si presentano a lungo ed in modo non occasionale. Nei
ragazzi più grandi è possibile notare l’estrema difficoltà a controllare le regole ortografiche
o la punteggiatura.
Per quanto concerne la lettura, possono essere indicativi il permanere di una lettura
sillabica ben oltre la metà della prima classe primaria; la tendenza a leggere la stessa
parola in modi diversi nel medesimo brano; il perdere frequentemente il segno o la riga.
Quando un docente osserva tali caratteristiche nelle prestazioni scolastiche di un alunno,
predispone specifiche attività di recupero e potenziamento. Se, anche a seguito di tali
interventi, l’atipia permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato,
consigliandola di ricorrere ad uno specialista per accertare la presenza o meno di un
disturbo specifico di apprendimento. E’ bene precisare che le ricerche in tale ambito
rilevano che circa il 20% degli alunni (soprattutto nel primo biennio della scuola primaria),
manifestano difficoltà nelle abilità di base coinvolte dai Disturbi Specifici di
Apprendimento. Di questo 20%, tuttavia, solo il tre o quattro per cento presenteranno un
DSA. Ciò vuol dire che una prestazione atipica solo in alcuni casi implica un disturbo.
Osservazione degli stili di apprendimento
Gli individui apprendono in maniera diversa uno dall’altro secondo le modalità e le
con cui ciascuno elabora le informazioni. Un insegnamento che tenga conto dello
stile di apprendimento dello studente facilita il raggiungimento degli obiettivi educativi e
didattici. Ciò è significativo per l’argomento in questione, in quanto se la costruzione
dell’attività didattica, sulla base di un determinato stile di apprendimento, favorisce in
generale tutti gli alunni, nel caso invece di un alunno con DSA, fare riferimento nella
prassi formativa agli stili di apprendimento e alle diverse strategie che lo caratterizzano, diventa
un elemento essenziale per il suo successo scolastico.
Percorso Didattico Personalizzato
Il PDP del consiglio di classe, di interclasse, del team e del singolo docente verrà stilato
seguendo i modelli predisposti e reperibili sul sito dell’Istituto.
Esso deve contenere e sviluppare i seguenti punti:
1. dati relativi all’alunno;
2. descrizione del funzionamento delle abilita strumentali;
3. caratteristiche comportamentali;
4. modalità del processo di apprendimento;
5. misure dispensative;
6. strumenti compensativi;
7. modalità di verifica e criteri di valutazione;
8. accordi con la famiglia/studente;
9. firme delle parti interessate (Dirigente Scolastico, coordinatore di classe,
docenti, genitori, alunno (se maggiorenne).
STRUMENTI COMPENSATIVI
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o
facilitano la prestazione richiesta nell’abilita deficitaria.
Fra i piu noti indichiamo:
•la sintesi vocale, trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
•il registratore, consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
•i programmi di video scrittura con correttore ortografico, permettono la produzione di testi
sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli
errori;
•la calcolatrice, facilita le operazioni di calcolo;
•strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.
Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal
disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.
L’utilizzo di tali strumenti non e immediato e i docenti, anche sulla base delle indicazioni
del referente di Istituto, avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA.
MISURE DISPENSATIVE
Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di
non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente
difficoltose e che non migliorano l’apprendimento.
SEZIONE 1
1. Usare un registratore.
Molti problemi con i materiali scolastici sono collegati alla difficolta nella lettura. Il
registratore e considerato un eccellente aiuto per superare questo problema. Consegne,
storie e specifiche lezioni possono essere registrate in modo che lo studente possa riascoltare la
cassetta per chiarirsi, capire la consegna o il concetto.
Inoltre, per migliorare le capacita di lettura, lo studente puo leggere le parole stampate,
in silenzio, mentre esse sono presentate dal registratore.
2. Chiarire o semplificare le consegne scritte.
L’insegnante può aiutare sottolineando o evidenziando le parti significative della consegna.
3. Presentare una piccola quantità di lavoro.
L’insegnante può selezionare alcune pagine e materiali dall’eserciziario per ridurre la
quantità di lavoro da presentare agli studenti, soprattutto quando le attività appaiono
essere ridondanti. Ad esempio: l’insegnante può richiedere di completare solo i problemi
con il numero dispari o gli item con un asterisco apposto da essi stessi. Può inoltre
risolvere alcuni item e chiedere agli studenti di completare il resto. Inoltre, l’insegnante
può dividere il foglio di lavoro in sezioni e richiedere allo studente il completamento di una
specifica parte.
4. Bloccare gli stimoli estranei.
Se lo studente è facilmente distraibile dagli stimoli visivi, può essere usato un foglio
bianco di carta per coprire la sezione su cui il soggetto non sta lavorando.
5. Evidenziare le informazioni essenziali.
L’insegnante puo sottolineare le informazioni essenziali con un evidenziatore.
6. Prevedere attività pratiche addizionali.
Per far acquisire, agli studenti con difficoltà di apprendimento, padronanza nelle abilità
selezionate, gli insegnanti devono essi stessi completare i materiali con attività pratiche
che includano giochi educativi, attività di insegnamento tra pari, uso di materiali che si
auto-correggono, programmi, software per il computer e fogli di lavoro addizionali.
7. Fornire un glossario per aree di contenuto.
Gli studenti, spesso, traggono beneficio da un glossario dei termini con le relative spiegazioni di
significato.
8. Sviluppare una guida per la lettura.
Una guida aiuta il lettore a capire le idee rilevanti e a selezionare i numerosi dettagli
collegati alle idee principali. Essa può essere sviluppata paragrafo per paragrafo, pagina
per pagina o sezione per sezione.
SEZIONE 2
Alcuni adattamenti che rinforzano con successo le attività educative interattive sono i
seguenti:
1. Ripetizione della consegna.
Gli studenti che hanno difficoltà nel seguire le consegne possono essere aiutati
richiedendo di ripetere la consegna a parole loro:
(a) se essa richiede molte fasi, spezzala in piccole sequenze;
(b) semplifica la consegna, presentando solo una sequenza per volta;
(c) quando viene utilizzata una consegna scritta, assicurarsi che gli studenti siano in
grado di leggerla e di comprendere le parole, compreso il significato di ogni frase.
(semplificazione consegna e ripetizione: vedi sez. 1 - punto 2)
2. Mantenimento delle routine giornaliere.
Molti studenti con disturbo dell’apprendimento hanno bisogno di routine giornaliere per
conoscere e fare ciò che ci si aspetta essi facciano.
3. Consegna di una copia degli appunti della lezione.
L’insegnante può dare una copia degli appunti delle lezioni agli studenti che hanno difficoltà nel
prenderli durante la presentazione.
4. Dare agli studenti un organizzatore grafico.
Uno schema, una tabella o un reticolato bianco può essere dato allo studente che lo riempirà
durante la presentazione. Questo aiuta lo studente a focalizzare la propria attenzione sulle
informazioni-chiave e a vedere la relazione tra concetti e informazioni collegate.
5. Uso di istruzioni passo passo.
Informazioni nuove o particolarmente difficili possono
essere presentate in piccole fasi sequenziali (sez.2 - punto 1).
6. Combinazione simultanea di informazioni verbali e visive.
Le informazioni verbali possono essere date con dimostrazioni visive (es: opuscoli,
volantini, lavagna luminosa ecc..)
7. Scrittura dei punti-chiave o delle parole alla lavagna.
Prima di una presentazione l’insegnante può scrivere un piccolo glossario con i termini
nuovi sulla lavagna.
8. Uso di presentazioni ed attività bilanciate.
Equilibrio tra le presentazioni orali, quelle visive e le attività partecipative; inoltre tra le
attività in grandi e piccoli gruppi ed individuali.
9. Uso dell’insegnamento mnemonico.
Dispositivi mnemonici possono essere usati per aiutare gli studenti a ricordare le
informazioni chiave o le fasi in una strategia d’apprendimento.
10. Enfasi sul ripasso giornaliero.
Il ripasso giornaliero dei precedenti apprendimenti e delle lezioni aiuta gli studenti a collegare le
nuove informazioni con quelle precedenti.
11. Evitare sempre di usare il corsivo, di far leggere a voce alta, di scrivere sotto dettatura, di
ricopiare testi o espressioni matematiche.
12. Modificare le prove d’ascolto delle lingue straniere ed utilizzare domande a scelta multipla
per le verifiche.
SEZIONE 3
L’accoglienza coinvolge la performance dello studente. I seguenti adattamenti coinvolgono
le diverse modalità di ricezione ed espressione che possono essere usate per rafforzare la
performance degli studenti.
1. Cambia la modalità di risposta.
Per gli studenti che hanno difficoltà nella risposta motoria fine, come ad esempio nella
grafia, la modalità di risposta può essere cambiata attraverso il sottolineare, lo scegliere
tra risposte multiple, il selezionare e il marcare la risposta corretta.
2. Consegna uno schema della lezione.
Uno schema può aiutare alcuni studenti a seguire la lezione con successo, a prendere
appunti appropriati, a fare domande pertinenti e al giusto momento (sez. 2 - punto 4).
3. Incoraggia l’uso degli organizzatori grafici.
Per sviluppare un organizzatore grafico gli studenti possono usare i seguenti step: (a) fare
una lista degli argomenti sulla prima linea;
(b)collezionare e dividere le informazioni sotto ogni titolo e farne una lista;
(c) organizzare tutte le informazioni sotto delle aree e sottotitolarle;
(d) inserire queste informazioni nell’organizzatore grafico (sez. 2 - punto 5).
4. Posiziona lo studente vicino all’insegnante.
Gli studenti con disturbo dell’attenzione possono essere messi vicino all’insegnante, alla
lavagna, all’area di lavoro, lontano da suoni, materiali o oggetti che distraggono.
5. Incoraggia l’uso di calendari per le valutazioni.
Gli studenti possono usare calendari per registrare le date delle valutazioni, liste di attività
collegate alla scuola, registrare le date dei test e gli orari per le attività scolastiche.
6. Ridurre l’atto del copiare dando informazioni ed attività in opuscoli o fogli di lavoro.
7. Far girare i fogli a righe per la matematica.
I fogli a righe possono essere girati verticalmente per aiutare gli studenti a mettere i
numeri nelle colonne appropriate mentre risolvono problemi matematici.
8. Usa suggerimenti per denotare gli item più importanti. Asterischi o puntini
possono denotare problemi o attività che contano di più nella valutazione perche lo
studente possa organizzare bene il tempo durante le prove di valutazione.
9. Crea fogli di lavoro gerarchici.
L’insegnante può costruire fogli di lavoro con problemi ordinati in senso gerarchico dal più
facile al più difficile. Il successo immediato aiuta lo studente ad iniziare il lavoro.
10. Permetti l’uso di ausili didattici.
Agli studenti possono essere date strisce di lettere o numeri per aiutarli a scrivere
correttamente. Linee di numeri, tavole pitagoriche, calcolatori e calcolatrici aiutano gli
studenti nel conteggio una volta che hanno capito e scelto l’operazione matematica.
11. Usa l’apprendimento mediato dai pari.
Soggetti di diversi livelli di abilita possono leggere ad alta voce l’uno all’altro, scrivere
storie o condurre esperimenti di laboratorio.
Inoltre un compagno può leggere un problema matematico ad un soggetto con disturbo di
apprendimento che cerca di risolverlo.
12. Incoraggia la condivisione degli appunti.
Lo studente può prendere appunti e poi condividerli con gli assenti o con soggetti con
disturbo dell’apprendimento. Questo aiuta gli studenti che hanno difficoltà nel prendere
appunti a concentrarsi sulla presentazione della lezione.
13. Usa in modo flessibile il tempo di lavoro scolastico.
Agli studenti che lavorano in modo lento può essere dato un po’ di tempo in più per
completare le attività scritte oggetto di valutazione.
14. Prevedi una pratica addizionale.
Gli studenti hanno bisogno di una differente quantità di pratica per acquisire padronanza
di abilità o contenuti. Molti studenti con disturbi dell’apprendimento hanno bisogno di
attività pratiche aggiuntive per imparare in modo fluente.
15. Cambia o adatta le modalità valutative.
Agli studenti può essere permesso di completare un progetto invece di una interrogazione
orale e viceversa. Se uno studente ha problemi di scrittura l’insegnante può permettergli
di sottolineare la risposta giusta e dare una motivazione orale ad essa piuttosto che scriverla su di
un foglio.
PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO D’INCLUSIONE
Alunni con DSA
PERSONALE
RUOLI E COMPITI
Uffici scolastici
predisposizione di protocolli deontologici regionali per condividere le
procedure e i comportamenti da assumere nei confronti degli alunni con
DSA (dalle strategie per individuare precocemente i segnali di rischio alle
modalità di accoglienza, alla predisposizione dei Piani didattici
personalizzati, al contratto formativo con la famiglia);
· costituzione di gruppi di coordinamento costituiti dai referenti provinciali
per l’implementazione delle linee di indirizzo emanate a livello regionale;
· stipula di accordi (convenzioni, protocolli, intese) con le associazioni
maggiormente rappresentative;
· organizzazione di attività di formazione diversificate, in base alle specifiche
regionali
situazioni di contesto e adeguate alle esperienze, competenze, pratiche
pregresse presenti in ogni realtà, in modo da far coincidere la risposta
formativa all’effettiva domanda di supporto e conoscenza;
· potenziamento dei Centri Territoriali di Supporto per tecnologie e disabilità
(CTS) soprattutto incrementando le risorse (sussidi e strumenti tecnologici
specifici per i DSA) e pubblicizzando ulteriormente la loro funzione di punti
dimostrativi.
Dirigente
scolastico
garantisce il raccordo di tutti i soggetti che operano nella scuola con le
realtà territoriali;
· stimola e promuove ogni utile iniziativa finalizzata a rendere operative le
indicazioni condivise con
Organi collegiali e famiglie, e precisamente:
- attiva interventi preventivi;
- trasmette alla famiglia apposita comunicazione;
- riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce al protocollo e la
condivide con il gruppo docente;
· promuove attività di formazione/aggiornamento per il conseguimento di
competenze specifiche
diffuse;
· promuove e valorizza progetti mirati, individuando e rimuovendo ostacoli,
nonché assicurando il coordinamento delle azioni (tempi, modalità,
finanziamenti);
· definisce, su proposta del Collegio dei Docenti, le idonee modalità di
documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati di
alunni e studenti con DSA e ne coordina l’elaborazione e le modalità di
revisione.
riferimento ai già richiamati modelli esemplificativi pubblicati sul sito del
· gestisce le risorse umane e strumentali;
· promuove l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie di alunni
e studenti con DSA, favorendone le condizioni e prevedendo idonee
modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti, come specificato al
successivo paragrafo 6.5;
· attiva il monitoraggio relativo a tutte le azioni messe in atto, al fine di
favorire la riproduzione di buone pratiche e procedure od apportare
eventuali modifiche.
Per la realizzazione degli obiettivi previsti e programmati, il Dirigente
scolastico potrà avvalersi della collaborazione di un docente (referente o
funzione strumentale) con compiti di informazione, consulenza e
coordinamento.
I Dirigenti scolastici potranno farsi promotori di iniziative rivolte alle famiglie
di alunni e studenti con DSA, promuovendo e organizzando, presso le istituzioni
scolastiche seminari e brevi corsi informativi.
Il referente
o Funzione
strumentale
Le funzioni del “referente” sono, in sintesi, riferibili all’ambito della
sensibilizzazione ed approfondimento delle tematiche, nonché del supporto
ai colleghi direttamente coinvolti nell’applicazione didattica delle proposte.
Il referente che avrà acquisito una formazione adeguata e specifica sulle
tematiche, a seguito di corsi formalizzati o in base a percorsi di formazione
personali e/o alla propria pratica esperienziale/didattica, diventa punto di
I Docenti
riferimento all’interno della scuola ed, in particolare, assume, nei confronti
del Collegio dei docenti, le seguenti funzioni:
· fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti;
· fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure
dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile
adeguato e personalizzato;
· collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento
dei problemi nella classe con alunni con DSA;
· offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di
valutazione;
· cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto;
· diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di
aggiornamento;
· fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università
ai quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto;
· fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la
condivisione di buone pratiche in
tema di DSA;
· funge da mediatore tra colleghi, famiglie, operatori dei servizi sanitari,
agenzie formative accreditate nel territorio;
· informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA.
Il Referente d’Istituto/F.S. avrà in ogni caso cura di promuovere lo sviluppo
delle competenze dei colleghi docenti, ponendo altresì attenzione a che non
si determini alcun meccanismo di “delega” né alcuna forma di
deresponsabilizzazione, ma operando per sostenere la “presa in carico”
dell’alunno e dello studente con DSA da parte dell’insegnante di classe.
La eventuale presenza all’interno dell’Istituto scolastico di un docente
esperto, con compiti di referente, non deve sollevare il Collegio dei docenti
ed i Consigli di classe interessati dall’impegno educativo di condividere le
scelte.
Risulta, infatti, indispensabile che sia l’intera comunità educante a
possedere gli strumenti di conoscenza e competenza, affinché tutti siano
corresponsabili del progetto formativo elaborato e realizzato per gli alunni
con DSA.
In particolare, ogni docente, per sé e collegialmente:
· durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici cura con attenzione
l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la stabilizzazione delle prime
abilità relative alla scrittura, alla lettura e al calcolo, ponendo
contestualmente attenzione ai segnali di rischio in un’ottica di prevenzione
ed ai fini di una segnalazione;
· mette in atto strategie di recupero;
· segnala alla famiglia la persistenza delle difficoltà nonostante gli interventi
di recupero posti in essere;
· prende visione della certificazione diagnostica rilasciata dagli organismi
preposti;
· procede, in collaborazione dei colleghi della classe, alla documentazione
dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati previsti;
· attua strategie educativo-didattiche di potenziamento e di aiuto
compensativo;
· adotta misure dispensative;
· attua modalità di verifica e valutazione adeguate e coerenti;
· realizza incontri di continuità con i colleghi del precedente e successivo
ordine o grado di scuola al fine di condividere i percorsi educativi e didattici
effettuati dagli alunni, in particolare quelli con DSA, e per non disperdere il
lavoro svolto.
La Famiglia
La famiglia che si avvede per prima delle difficoltà del proprio figlio o della
propria figlia, ne informa la scuola, sollecitandola ad un periodo di
osservazione.
Essa è altrimenti, in ogni caso, informata dalla scuola delle persistenti
difficoltà del proprio figlio o figlia.
La famiglia:
· provvede, di propria iniziativa o su segnalazione del pediatra - di libera
scelta o della scuola - a far valutare l’alunno o lo studente secondo le
modalità previste dall’Art. 3 della Legge 170/2010;
· consegna alla scuola la diagnosi di cui all’art. 3 della Legge 170/2010;
· condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici
individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola
un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti
del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza
del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie
dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto
delle risorse disponibili;
· sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno o studente nel lavoro
scolastico e domestico;
· verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati;
· verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti;
· incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella
gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i
docenti;
considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole
discipline.
VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DSA
La valutazione scolastica, periodica e finale, degli alunni con DSA deve essere coerente con gli
interventi pedagogico-didattici programmati nel singoli PDP. La scuola adotterà modalità
valutative che consentiranno all’alunno con DSA di dimostrare effettivamente il livello di
apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni
ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare - relativamente ai tempi di effettuazione
e alle modalità di strutturazione delle prove - riservando particolare attenzione alla padronanza
dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilita deficitaria.
Le Commissioni degli esami di Stato terranno in debita considerazione le specifiche situazioni
soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi
didattici individualizzati e personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di
Stato, potranno essere riservati ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime
Commissioni assicureranno, altresì, l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adotteranno
criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte,
anche con riferimento alle prove nazionali INVALSI previste per gli esami di Stato, sia in fase di
colloquio.
La scuola attuerà ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA
l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzerà la modalità attraverso cui l’alunno
meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonchè ricorrendo agli
strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.
Le prove scritte di lingua straniera saranno progettate, presentate e valutate secondo modalità
compatibili con le difficoltà connesse ai DSA.
Si potranno dispensare gli alunni dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno
scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito
elencate:
- certificazione di DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa
dalle prove scritte;
- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o
permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli
interventi di natura pedagogico-didattica.
In sede di esami di Stato, modalità e contenuti delle prove orali – sostitutive delle prove scritte –
saranno stabiliti dalle Commissioni, sulla base della documentazione fornita dai consigli di classe.
I candidati con DSA che superano l’esame di Stato conseguono il titolo valido per l’iscrizione alla
scuola secondaria di secondo grado.
Scarica

Protocollo - Istituto Comprensivo Frascolla