Coordinato da Valeria Lai Agenzia Adiconsum - anno XXI - n. 14 - 13 marzo 2009 Stampato in proprio in marzo 2009 In questo numero: Incentivi auto: chi crede alla motivazione ecologica? I “furbi” degli ecoincentivi Auto - Incentivi auto: chi crede alla motivazione ecologica? - I “furbi” degli ecoincentivi Fisco - Online un test per verificare se hai diritto al bonus famiglia - Interpello: le risposte dell’Agenzia non sono impugnabili - Sport per i ragazzi: a chi spetta la detrazione Truffe - Al tappeto l’organizzazione di truffatori di “Italianaimportazione” Telecomunicazioni - Stop ai filmati de “Il grande fratello” diffusi su Internet senza autorizzazione Energia - Elettricità: in calo in Italia ed in Europa le interruzioni delle forniture Supplemento Okkio a… - Le tasse e i contributi scolastici Test noi consumatori periodico settimanale di informazione e studi su consumi, servizi, ambiente Registrazione Tribunale di Roma n. 350 del 9.06.88 – Iscriz. ROC n. 1887 Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) art. 1, comma 2, DCB Roma Auto Incentivi auto: chi crede alla motivazione ecologica? Ancora una volta si vogliono convincere i consumatori a cambiare auto. Il rischio è che diventi un’altra occasione mancata che assorbe risorse pubbliche senza risolvere i problemi veri. S iamo di fronte ad una crisi strutturale, ed il mondo dell’auto sconta le scottature del passato, anche recente, che i consumatori hanno sofferto a causa della visione limitata di molti operatori: le limitazioni al traffico imposte ai Diesel Euro 4 non equipaggiati all’origine con il famigerato FAP (filtro anti particolato) sono state una decisione sbagliata, inefficace e vessatoria, imposta senza alcun riconoscimento normativo del dispositivo e senza alcuna base scientifica. Non meravigliamoci se i consumatori sono diventati assai scettici su motivazioni “ecologiche” di provvedimenti mirati a far sostenere ulteriori sacrifici ed aumentare l’indebitamento della famiglie ad esclusivo beneficio dei soliti noti. Storicamente nessuna campagna di incentivazione ha migliorato le cifre di immatricolato dell’anno, ma ha al massimo, meramente anticipato decisioni di spesa del consumatore già mature. Occorre vedere la crisi come un’opportunità per attaccare alla radice le ragioni della disaffezione del consumatore e della conseguente riluttanza ad affrontare ulteriori sacrifici per sostituire un’auto che in realtà va benissimo. La lotta all’inquinamento atmosferico è sacrosanta, ma l’auto non può essere il capro espiatorio di un sistema che trascura colpevolmente le vere e profonde cause dell’inquinamento; la mobilità personale è diventata un’esigenza primaria dei cittadini, come il pane e la pasta, e l’auto è una componente essenziale per soddisfare tale esigenza, in un quadro di armonico coordinamento delle modalità di trasporto pubblico e privato, come sistema articolato ed efficiente. Occorre che le amministrazioni, nelle persone degli amministratori, rispondano concretamente della corretta gestione delle risorse stradali: basta con i limiti di velocità incomprensibili ed ingiustificati, che – grazie alle multe – permettono di creare un’imposizione fiscale surretizia ed al di fuori di ogni corretta gestione della cosa pubblica. Basta con strade di 4 metri di carreggiata e due sensi di circolazione, con auto in sosta sui due lati, basta con i mezzi pesanti in circolazione nell’ora di punta. Test noi consumatori È ora che le amministrazioni pensino al bene collettivo, studiando, in stretta colalborazione con i cittadini, i flussi di traffico, rimuovendo le strozzature strutturali: non è una questione di soldi, ma di capacità e sensibilità per la gestione del territorio. La fiscalità dell’auto deve tornare ad essere una tassa correlata alla effettiva circolazione del veicolo e non al mero possesso dello stesso; oggi abbiamo un’imposta patrimoniale, profondamente iniqua, che colpisce pesantemente le fasce più deboli e neanche sfiora le fasce più abbienti. Adiconsum propone di ridurre i costi di esazione delle imposte automobilistiche, mantenendo invariato il gettito, ma distribuendolo in modo equo e socialmente sostenibile; senza costi per l’erario, si potrebbe incoraggiare l’uso di auto piccole e meno inquinanti per l’uso quotidiano, dividendo l’uso dello spazio disponibile in modo razionale tra mezzo pubblico e mezzo privato, traffico e sosta. Riqualificare il mezzo pubblico non per competere ma per integrare le modalità di trasporto a beneficio del cittadino, utilizzando razionalmente l’enorme ricaduta fiscale oggi generata dall’uso dell’auto. Bene gli incentivi diretti per l’acquisto di nuove auto, sopratutto se piccole ed a basse emissioni di CO2, ma le Case si impegnino all’informazione trasparente sulle emissioni, su realistici consumi d’uso, e sulla effettiva affidabilità dei loro prodotti, perchè il consumatore possa finalmente valutare serenamente non solo il prezzo d’acquisto, ma anche gli effettivi costi di gestione. È arrivato il momento di pensare all’interesse collettivo autentico, superando visioni limitate di parte, coinvolgendo nelle decisioni che riguardano tutti anche chi rappresenta i consumatori. Raffaele Caracciolo Auto I “furbi” degli ecoincentivi Adiconsum invita gli automobilisti a segnalare le pratiche commerciali scorrette all’Antitrust. La storia si ripete. Varati gli incentivi per l’auto, con il meccanismo dello sconto praticato dai concessionari recuperati come credito fiscale, si ripetono le furbizie che speravamo di non vedere mai più. L’incentivo pesa sulle finanze pubbliche, e serve ad aumentare i guadagni dei soliti furbi, purtroppo con la complicità delle Case; i media diffondono offerte a prezzi mirabolanti, grazie agli incentivi, salvo poi scoprire che quell’auto, se la si vuole davvero comprare, costa esattamente come prima. Il trucco è semplice: si prende un modello “economico”, si tolgono aria condizionata, Abs e servosterzo, e se ne pubblicizza il prezzo come risultato degli incentivi. Quando il consumatore, allettato dal basso costo, si presenta in concessionaria, scopre però che l’aggiunta di una minima dotazione di accessori è sufficiente ad azzerare lo sconto. Test noi consumatori Certo, si potrebbe scegliere il modello base, senza optional, ma alcune dotazioni sono ormai veramente irrinunciabili (Abs, servosterzo…) e a volte vendute “a pacchetto” con altre meno utili. Inoltre spesso i modelli base semplicemente non esistono, e non possono neanche essere ordinati in fabbrica. Il consumatore, dunque, acquista l’auto ad un prezzo normale, ma siccome questo sembra essere l’effetto di una volontaria aggiunta di dotazioni accessorie, il concessionario sfrutta ugualmente i benefici dello “sconto fantasma” praticato intascando il credito fiscale. Nell’invitare tutti i consumatori a segnalare le pratiche commerciali scorrette di cui restano vittime all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, l’Adiconsum chiede che le Case cessino questa forma di pubblicità ingannevole ed auspica un’indagine da parte dell’Antitrust su questi comportamenti, che devono essere sanzionati. l’Adiconsum chiede inoltre al Ministero delle Finanze di vigilare e di far sì che non siano riconosciuti ai concessionari crediti fiscali non giustificati dall’applicazione di sconti reali e tangibili a vantaggio della clientela. La crisi nasce anche dal crollo della fiducia dei consumatori, e non sono certo furbizie miopi come queste a farcene uscire. Fisco Online un test per verificare se hai diritto al bonus famiglia Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è disponibile un semplice test che permette di sapere se si ha diritto a richiedere il bonus famiglia e, in caso positivo, anche l’importo spettante. Il bonus famiglia consiste in un contributo straordinario (erogato una sola volta per l’anno 2009) il cui ammontare varia dai 200 ai 1.000 euro in considerazione del reddito e dei componenti il nucleo familiare che ne fa richiesta. Il bonus può essere richiesto dai cittadini residenti, lavoratori dipendenti e pensionati, incluse persone non autosufficienti, che facciano parte di un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore ai 35.000 € l’anno e che abbiano particolari requisiti previsti dalla legge. Il bonus è erogato dai sostituti d’imposta e dagli enti pensionistici previa apposita richiesta prodotta dai contribuenti interessati contenente un’autocertificazione. Si ricorda che i contribuenti che vogliono richiedere il bonus sulla base del numero di componenti del nucleo familiare e del reddito complessivo familiare riferiti al periodo d’imposta 2008, devono presentare la domanda entro il 31 marzo 2009 o, in alternativa, richiedere il bonus in sede di dichiarazione dei redditi. Per saperne di più http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=2239491.141074.4.0165709 (Fonte: www.agenziaentrate.it) Test noi consumatori Fisco Interpello: le risposte dell’Agenzia non sono impugnabili Le risposte dell’Agenzia delle Entrate agli interpelli dei contribuenti non sono impugnabili dinnanzi alle commissioni tributarie. Come chiarito nella circolare n. 7 le risposte agli interpelli sono da considerarsi atti amministrativi e non provvedimentali. La risposta dell’Agenzia non lede infatti la sfera giuridica del contribuente, ma si limita a rendergli nota preventivamente la posizione della stessa sul caso concreto, senza produrre effetti diretti e immediati né esercitare un potere impositivo. Si giustifica così la loro non impugnabilità. Sono invece impugnabili dal contribuente gli atti impositivi emessi in difformità dalla risposta espressa o tacita dell’Agenzia. Come previsto dallo Statuto del contribuente questi infatti sono da considerarsi nulli. La nullità di eventuali atti impositivi o sanzionatori difformi dalla risposta fornita all’interpello potrà essere eccepita dal contribuente in sede di contenzioso, ma solo quando quest’ultimo risulterà raggiunto da eventuali avvisi di accertamento e atti di irrogazione di sanzioni difformi dal parere espresso dall’Agenzia. Per saperne di più http://click.be3a.com/click_it.html?ADVD=2239491.141074.2.0165709 (Fonte: www.agenziaentrate.it) Fisco Sport per i ragazzi: a chi spetta la detrazione Incentivare i ragazzi a fare sport. Questa è la motivazione alla base della facilitazione fiscale che consente ai genitori una detrazione pari al 19% delle spese sostenute nel corso dell’anno per mandare i figli in piscina, in palestra o a fare qualsiasi altro sport. L’agenzia delle Entrate – dopo tre anni di operatività della norma introdotta con la finanziaria 2007 – ha ritenuto opportuno, con la risoluzione del 25 febbraio 2009, dare dei chiarimenti sulle modalità di calcolo del beneficio. L’agevolazione è applicabile fino a un tetto massimo di spesa pari a 210 €, ed è prevista per ciascun figlio e non per ciascun genitore. Il limite agevolabile, specifica la risoluzione, rimane tale anche se la spesa è sostenuta da entrambi i genitori. La detrazione può quindi spettare ai due coniugi in relazione a quanto pagato da ciascuno di essi, ma comunque su un importo complessivo di 210 €. Come si usufruisce del beneficio? La detrazione Irpef del 19% è riconosciuta per le spese di iscrizione annuale o per l’abbonamento dei ragazzi compresi tra i 5 e 18 anni in centri o associazioni sportive dilettantistiche. Test noi consumatori Le strutture a cui si iscrivono i ragazzi per le attività sportive devono avere determinate caratteristiche, e la spesa deve essere certificata secondo le modalità previste dal decreto interministeriale 28 marzo 2007. Gli impianti, siano essi palestre, piscine o polisportive, devono avere espressamente finalità sportive ed essere di carattere dilettantistico e non professionistico. La certificazione per la spesa sostenuta è costituita da bollettino bancario o postale, oppure da fattura, ricevuta o quietanza che devono contenere la denominazione e i dati relativi alla società, la causale del pagamento, l’attività esercitata, i dati anagrafici del ragazzo e il codice fiscale di chi effettua il pagamento. In presenza di questi requisiti, il genitore può applicare, su quanto speso per l’attività sportiva del figlio, la detrazione Irpef del 19%. (Fonte: www.governo.it) Truffe Al tappeto l’organizzazione di truffatori di “Italianaimportazione” Tre persone denunciate, carte di credito bloccate, conti correnti sequestrati, una pioggia di querele da ogni angolo d’Italia. Questo il bilancio dell’operazione denominata “La pazienza di Giobbe”, condotta a termine dal Comando Unità Speciali - Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, contro la fantomatica azienda “Italianaimportazione”, una combriccola che prometteva gioielli hi-tech a prezzi stracciati senza poi consegnare mai la merce ai malcapitati clienti. Dietro l’apparenza di una intraprendente società commerciale si celava una gang di truffatori che – nel periodo natalizio – ha fatto sognare telefonini, computer, palmari, televisori LCD e altri gadget elettronici a prezzi imbattibili. Il Generale Walter Cretella Lombardo, comandante delle Unità Speciali, ha illustrato come su Internet la vetrina telematica del sito web messo sotto sequestro abbia reindirizzato i visitatori verso la posta elettronica del GAT (Nucleo Speciale Frodi Telematiche). “Abbiamo predisposto un fac-simile di querela – ha detto il Generale Cretalla – e lo abbiamo spedito via mail a tutti i soggetti che hanno segnalato la mancata consegna della merce che credevano di aver regolarmente acquistato”. Gli inventori della redditizia truffa si accattivavano la simpatia dei potenziali clienti promettendo di inviare all’Amref (African Medical and Research Foundation) ben 7 euro per ogni acquisto di importo superiore a 100 euro. La scelta dei truffatori di pubblicare in evidenza il logo dell’AMREF è mirava a sfruttare l’immagine di serietà di una Onlus notoriamente impegnata per i bambini in Africa, e che è risultata assolutamente estranea alla vicenda. Test noi consumatori Telecomunicazioni Stop ai filmati de “Il grande fratello” diffusi su Internet senza autorizzazione In una nota diffusa il 3 marzo scorso da Mediaset si legge che il Tribunale di Milano, con ordinanza del 2 marzo 2009, ha ordinato a Rcs di interrompere immediatamente la diffusione su propri siti web di filmati dell’edizione in corso del reality show di Canale 5. La decisione, suscitata da un procedimento di urgenza (ex art. 700) promosso da Rti contro Rcs, accoglie le richieste di Mediaste, che lamentava la lesione dei propri diritti esclusivi sulla trasmissione, e respinge invece le tesi di Rcs, che si appellava al diritto di cronaca. “Il giudizio di urgenza promosso contro Rcs – spiega la nota – si inquadra nella più ampia strategia del gruppo Mediaset avviata la scorsa estate con l’azione di risarcimento danni contro YouTube e tesa a difendere il diritto di disporre in piena esclusiva di propri contenuti televisivi”. Mediaset conclude ribadendo l’intenzione di proseguire la propria azione a tutela del diritto d’autore e per l’affermazione di principi di legalità nel mondo dei contenuti web, annunciando nuove azioni legali contro siti web e provider che pubblicano suoi contenuti televisivi senza autorizzazione. Energia Elettricità: in calo in Italia ed in Europa le interruzioni delle forniture Negli ultimi sette anni in Europa ed in Italia sono diminuite le interruzioni delle forniture di energia elettrica e la continuità del servizio ha registrato un costante miglioramento. È quanto emerge dal IV “Benchmarking Report” sulla qualità del servizio elettrico, appena pubblicato dal Consiglio dei Regolatori Europei dell’Energia – CEER (Council of European Energy Regulators) – a cui l’Autorità italiana partecipa fin dalla sua fondazione dal 2000. Il Rapporto si concentra sull’analisi di tre aspetti principali: il miglioramento del livello di continuità della fornitura, la qualità del servizio commerciale (velocità e accuratezza di gestione dei reclami da parte degli operatori della distribuzione e della vendita), le caratteristiche tecniche della fornitura, come ad es. la qualità del voltaggio (la tensione di alimentazione). Positivi i risultati per l’Italia che, per quanto riguarda la durata delle interruzioni (non programmate e al netto degli eventi eccezionali), si colloca tra i Paesi con i migliori livelli di continuità: 52 minuti persi in tutto l’anno 2007, contro i 57 della Francia, i 103 della Spagna e gli 89 del Regno Unito (per il Regno Unito il valore si riferisce al 2006). In continuo miglioramento anche il dato italiano riguardante la frequenza delle interruzioni lunghe non programmate: 2,1 interruzioni per cliente nel 2007 contro le 3,2 del 2001, con un calo del 35%. Dal Rapporto emerge però anche la necessità di migliorare i livelli nella qualità del voltaggio (la tensione di alimentazione). “Cali o oscillazioni di tensione possono causare gravi problemi ai consumatori e rappresentano pesanti costi per le imprese” – si legge nel Rapporto – “È necessario quindi approdare a uno standard di qualità adeguato, dato che il CEER non è soddisfatto delle attuali norme europee sul voltaggio; per questo abbiamo iniziato una collaborazione con il CENELEC, l’Ente che si occupa degli standard europei nel settore elettrotecnico, per riesaminare i livelli di confronto attuali, in modo che possano adeguarsi alle evolute esigenze dei consumatori”. (Fonte: Autorità per l’energia elettrica e il gas) Test noi consumatori www.adiconsum.it Un click e sei in Adiconsum! 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