K A R A B A K H . I T
Osservatorio
Numero 7
ARTSAKH
“Misure di
prevenzione” ?
GIUGNO 2012
Sommario:
Misure di prevenzione”
1
Cornaca di quattro giorni di
follia suicida
2
E se domani …
2
Bugie e morti
4
Biblioteca italiana
5
Fare Futuro, negare passato
5
Artsakh notizie
6
Notizie dall’Artsakh
6
“Misure di prevenzione”.
Così le ha etichettate l’organo ufficiale del ministero della
difesa dell’Azerbaigian riferendosi alle incursioni delle
milizie azere nel territorio
dell’Armenia ai primi di giugno. L’escalation di violazioni
azere del fragile accordo di
cessate il fuoco del 1994 ha
avuto, come ogni anno, un’impennata con l’approssimarsi dell’estate. Ma, a differenza di quanto avvenuto in
passato, questa volta gli attacchi hanno interessato il
confine con l’Armenia nord
orientale (regione di Tavush)
e solo marginalmente il bordo
dell’Artsakh; come se per
Baku fosse improvvisamente
divenuto necessario alzare la
posta in gioco e coinvolgere
direttamente il suo principale
antagonista.
Già a fine aprile vi erano stati
pesanti attacchi lungo i villaggi di confine che erano costati
la vita a tre soldati armeni con
colpi di arma da fuoco contro
scuole ed asili ad Aygepar e
lungo tutta la linea di confine.
Ma le operazioni azere tra il 4
ed il 7 giugno hanno avuto
altro connotato e sono apparse strumentali al regime di
Aliyev sia in chiave interna
che estera.
La grande parata dell’ Eurovision ospitato nella capitale
azera a fine maggio e, nei
piani di Baku, destinata a
ripulire l’immagine internazionale del paese, si è trasformata in un clamoroso fiasco:
l’opposizione interna, grazie
ai riflettori dell’evento, è riuscita ad uscire allo scoperto
pagando peraltro un prezzo
altissimo in arresti, botte e
deportazioni; i media di tutto
il mondo hanno puntato sulla
violazione dei diritti umani,
sulla mancanza di democrazia
e libertà di informazione, sul
dispotico regime della casa
regnante.
Insomma un ritorno promozionale negativo che neppure
i milioni di dollari elargiti da
Aliyev e signora in visita in
Europa (Roma ed Italia comprese) hanno potuto oscurare.
Di qui sembra che sia emersa
la necessità di compattare il
paese riaccendendo la miccia
contro il “nemico” armeno.
Non si spiegano altrimenti
quelle azioni “suicide” che ad
ondate hanno portato giovani
azeri a tentare sortite di sabotaggio in territorio altrui. La
contemporanea visita del
Segretario di Stato Usa, Hillary
Clinton, potrebbe essere stata
vista da Baku come occasione
propizia per alzare la posta in
gioco nel tavolo delle trattative. A meno che ...
CRONACA DI QUATTRO GIORNI DI FOLLIA SUICIDA
SABATO 2 GIUGNO
Una delegazione dell’Osce,
guidata dall’amb. Kasprshik
(rappresentante speciale del
Presidente in carica) conduce
un monitoraggio lungo la
linea di confine tra Armenia
(regione di Tavush) ed Azerbaigian. In quel settore, nelle
settimane precedenti, gravi
violazioni azere del cessate il
fuoco hanno provocato la
morte di tre soldati armeni.
LUNEDI 4 GIUGNO
All’alba prendono il via alcune
operazioni azere nei pressi del
villaggio armeno di Chinari
(Tavush) e più a nord verso le
postazioni armene di Berdavan. Le incursioni provocano
la morte di tre soldati armeni
(Hrach Sargsyan, Zohrab Balabekyan, and Karen Davtyan)
ed il ferimento di altri cinque.
Fonti ufficiali azere classificano gli attacchi come “misure
di prevenzione” e fanno espresso riferimento ad una
“battaglia”; con dispaccio
delle 19,36 il sito Milaz
(ministero della difesa azero)
ricorda che “sono più di venti i
soldati armeni uccisi in conseguenza di misure preventive
prese dai soldati azeri dall’inizio dell’anno”.
Il Segretario di stato USA Hillary Clinton inizia la sua visita
nella regione. Il Presidente
armeno si trova in estremo
oriente per un viaggio diplomatico mentre il Primo Ministro parte per il Belgio per
una visita programmata. Gli
organi di informazione armeni
lamentano il riscontro soft da
parte della comunità internazionale alle notizie provenienti dalla regione.
In giornata vengono diffusi dal
ministero della difesa armeno
i nomi dei soldati feriti, alcuni
dei quali in condizioni gravi.
La Clinton dichiara che non vi
può essere alcuna soluzione
militare alla questione del
Karabakh.
MARTEDI 5 GIUGNO
Per almeno quattro ore alcuni
villaggi armeni lungo la linea
di confine sono presi di mira
dai colpi dei soldati azeri. Il
fuoco si concentra soprattutto nei pressi delle località di
Mevses, Aygepar, e Nerkin
Karmiraghbyur.
Fonti azere riferiscono che
cinque soldati (di cui fornisco-
Le strane morti del regime
Solo l’attenta lettura della stampa azera può darci un’immagine di come gli ultimi drammatici eventi di inizio giugno possano
essere interpretati.
A cominciare da quelle “strane” morti di giovani soldati azeri:
la versione ufficiale dei tanti decessi di questi ultimi giorni sembra un tentativo, neppure troppo riuscito, per nascondere la
verità dei fatti alla popolazione.
Una anomala “epidemia di suicidi” (come l’ha ironicamente
etichettata un giornale armeno), soldati che muoiono affogati
nel fiume o sotto una lastra di cemento che crolla all’improvviso. Intendiamoci, tutti fatti che possono pure accadere: quel che
è strano è che questa serie nera di disgrazie si verifichi proprio
in contemporanea con le azioni di sabotaggio orchestrate dal
regime azero nel territorio armeno.
È evidente che non è possibile raccontare alla propria opinione
pubblica sempre la solita favoletta degli armeni che, non si sa
per quale ragione visto che il loro interesse dovrebbe essere del
tutto opposto, attaccano gli azeri nel loro territorio. Ecco allora
spuntare le “misure di prevenzione”, i morti affogati, i muri di
cemento crollati. Ma alle madri tornano solo corpi morti.
giugno 2012
no il nome) sono caduti mentre respingevano un tentativo
di un gruppo “sovversivo” (?)
armeno di entrare in territorio
azero nei pressi del villaggio di
Ashagi Askipara.
In Azerbaigian arriva il comandante in capo delle forze turche di terra, gen. Kivrikoglu.
MERCOLEDI 6 GIUGNO
Mentre il Segretario Clinton
giunge in Azerbaigian e a colloquio con il presidente Aliyev
dichiara seccamente che “la
violenza deve essere fermata”, nuovi incidenti si verificano lungo la linea di confine
con la repubblica del Nagorno
Karabakh. Qui nelle prime ore
del mattino perde la vita un
soldato armeno; Vardan Ohanyan, a causa di un attacco
azero che provoca il ferimento di un altro.
Nelle stesse ore il presidente
del Nagorno Karabakh ha un
colloquio con l’inviato Osce,
Kasprshik .
GIOVEDI 7 GIUGNO
Proseguono le violazioni azere
ma l’intensità delle stesse
risulta diminuita e non si ha
notizia di ulteriori perdite.
Dall’inizio dell’anno sono
state oltre cinquemila, 1330
nel corso del solo mese di
maggio.
VENERDI 8 GIUGNO
Un soldato azero muore per
l’esplosione di una mina lungo
il confine tra Armenia ed Azerbaigian (villaggio di Tovuz)
nel (presumibile) tentativo di
entrare in territorio armeno
(le mine sono di solito collocate nella cosiddetta “terra di
nessuno”). Il ministro della
difesa azero smentisce voci di
una “mobilitazione nazionale”
dell’Azerbaigian.
E SE DOMANI ….
Ci sono alcuni aspetti legati alla
cronaca dei tragici eventi dei
giorni scorsi che meritano di essere focalizzati.
1)In primo luogo è fuor di dubbio
che le operazioni condotte dagli
azeri lungo soprattutto la frontiera con l’Armenia non sono il
frutto di scambi causali o di
attività di cecchinaggio come
avvenuto in passato. Sono state
operazioni condotte da gruppi
armati piuttosto numerosi ed
hanno avuto il preciso scopo di
provocare lo scontro attaccando
il nemico e saggiandone la capacità difensiva. Sembra quasi che
l’Azerbaigian abbia inviato dei
commandos suicidi con il compito
di entrare in territorio nemico.
2) Non è casuale che questi fatti
siano accaduti mentre la Clinton
si trovava in visita nella regione
e le massime autorità armene
all’estero per viaggi diplomatici.
3) È presumibile che l’aumento
della tensione abbia finalità
anche e soprattutto verso l’interno, specie dopo il fallimento
propagandistico dell’Eurofestival.
4) La Clinton ha seccamente chiesto di cessare la violenza e avrebbe avanzato nuove proposte sulla questione del Nagorno
Karabakh.
5) Mentre infuriava la battaglia
arrivava l’annuncio che i ministri
degli esteri dei due paesi si
sarebbero incontrati a Parigi il
prossimo 18 giugno; Mamamdyarov ha rilasciato dichiarazioni stranamente caute nonostante il momento di tensione. Il suo
omologo Nalbandian non ha
rifiutato l’incontro nonostante i
gravi fatti che in quel momento
stavano accadendo. Qualcuno
avanza l’ipotesi che la recrudescenza di questi ultimi giorni
possa essere un tentativo di
alzare la posta nelle trattative
oppure un sistema per far accettare all’opinione pubblica interna dei rispettivi paesi una soluzione di compromesso.
Pagina 2
BUGIE E MORTI
L A S P O R C A G U E R R A D E L S O L D AT O I L H A M
È sempre stato così.
Quando c’è una guerra
l’altro, il nemico, è quello
cattivo contro il quale i
“buoni” devono combattere. Al nemico si infliggono
gravi perdite mentre il
morale delle proprie truppe è eccellente ed anche
una vergognosa ritirata si
trasforma in un
“riposizionamento”.
Non ci si dovrebbe stupire,
dunque, nel leggere le
note del ministero della
difesa azero, riprese dalla
stampa locale, su quanto
succede sulla linea di demarcazione con la repubblica del Nagorno Karabakh Artsakh.
Se non che quella in atto
NON dovrebbe essere una
GUERRA. Nel 1994, su sua
espressa richiesta, l’Azerbaigian firmò un accordo
di cessate il fuoco che gli
armeni dell’Artsakh, stremati dal conflitto e pressati diplomaticamente dall’esterno, accettarono di
sottoscrivere. Lungi dal
risolvere la situazione,
quell’accordo la cristallizzò
in un limbo di “non pace”,
spesso molto prossimo al
concetto di guerra.
Anche coloro che conoscono poco la questione karabakha hanno tuttavia bene
a mente due cose: che il
piccolo stato caucasico si è
guadagnato (prima con le
leggi poi con la disperata
difesa del suo popolo) il
diritto ad essere libero e
indipendente e che null’altro anelerebbe se non
vivere in pace avendo or-
mai raggiunto il pieno obiettivo prefissato.
Orbene, leggendo le note
della stampa azerbaigiano,
sembra che i soldati armeni non abbiamo altro svago lungo la linea di confine
se non quella di sparare al
nemico: uno strano modo
di passare il tempo giacché
non si comprende per quale motivo debbano attaccare invece che mantenere la propria posizione; e
non è intuibile neppure la
ragione per cui le loro
sortite si trasformino in
una sorta di suicidio preannunciato dal momento
che - stando sempre alle
fonti di cui sopra - la risposta azera è puntuale ed
implacabile. Insomma, gli
armeni si gettano verso le
linee nemiche ed immancabilmente vengono colpiti. Così dicono gli azeri…
Ci siamo soffermati su un
lungo articolo pubblicato
lo scorso 20 aprile dal sito
milaz.info nel quale vengono sciorinati tutti i luoghi
comuni azeri di questa
che, a tutti gli effetti, non
è o non dovrebbe essere
una guerra. Sorprende nel
leggere che la parte armena avrebbe violato il fuoco
ben trecento volte nei
primi mesi dell’anno (più o
meno è il numero di violazioni azere che vengono
registrate settimanalmente lungo la linea di contatto) e che a fronte di questa
attività siano stati ben
dodici i militari di Stepanakert caduti per la risposta
degli uomini di Baku.
giugno 2012
La casistica fornita dal sito
è meticolosa e non lascia
alcun dubbio; nel conteggio dei caduti figurano
anche alcuni periti per una
valanga, o morti di malattia (?) o suicidatisi per motivi personali.
Ma quella che doveva apparire nella propaganda
del regime azero come
una mossa vincente, si
trasforma in un atto di
accusa proprio verso l’autorità di Baku.
In primo luogo emerge
l’evidente differenza di
comportamento con le
autorità armene che si
limitano a segnalare le
violazioni nemiche e denunciare morti e ferimenti
propri mentre la controparte tende ad esaltare le
presunte vittime altrui in
un palese compiacimento
verso tale politica di aggressione. In
secondo luogo la conta
dei morti armeni scopre
la reale situazione lungo
la linea di confine tra gli
stati: sono gli armeni a
cadere pesantemente,
sotto i colpi dei cecchini
azeri, in un numero che
spesso Yerevan e Stepanakert non hanno il coraggio di pubblicizzare
per non scatenare la protesta popolare e non essere spinti a prendere
drastiche decisioni.
La tesi secondo la quale i
soldati armeni cadono i
risposta delle loro violazioni del cessate il fuoco è
a dir poco ridicola: innanzitutto perché la repubblica del Nagorno Karabakh
non ha alcun interesse ad
aumentare la tensione, in
secondo, luogo perché è
improbabile un così alto
numero di vittime “come
contromisure in risposta
alle provocazioni armene”. Non regge il discorso
perché vorrebbe dire o
che da parte azera il numero…
(segue a pag.4)
Pagina 3
dei morti è ancora più alto,
oppure che gli armeni sono
degli inetti nell’arte militare
che si fanno ammazzare
come mosche non appena
provano a tirare fuori il
naso dal loro rifugio.
La propaganda e le bugie
azere hanno le gambe corte
e cercano di nascondere
una politica di aggressione
che sta portando la regione
sull’orlo della guerra.
Una parte (quella azera)
minaccia la ripresa del conflitto quasi quotidianamente mentre il suo presidente
Aliyev arriva a invocare la
spada dell’islam su Yerevan, e preannuncia la riconquista di tutti i territori
“occupati”; però sarebbe
solo l’altra parte (quella
armena) a sparare (e farsi
ammazzare): che senso
avrebbe tutto questo?
Il documento che (tradotto
e sintetizzato per ragioni di
spazio) riproduciamo è la
prova inequivocabile della
vocazione bellica della parte azera e della necessità
che gli organismi internazionali intervengano fermamente per arrestare questa
pericolo escalation di violenza che riguarda anche il
confine con l’Armenia.
Per la pace di quei popoli
che non aspettano altro da
venti anni...
Con il titolo “L’ESERCITO AZERBAIGIANO UCCIDE 12 SOLDATI
ARMENI E NE FERISCE NOVE
NEGLI ULTIMI QUATTRO MESI”
il sito Milaz.info ha pubblicato, preceduto da una
breve commento, una dettagliata statistica degli eventi occorsi nei primi quattro mesi dell’anno.
Questa che segue è la lista
dei fatti riportati .
Si tenga presente che il sito
in questione è un portale di
informazione del ministero
della difesa azero.
30 DIC - ferimento del soldato Gevorg Yegiazaryan in
risposta a violazioni del cessate il fuoco (Martakert);
5 GEN - ferimento del soldato Vanoyan in risposta a
violazioni (Horadiz);
19 GEN - uccisione del soldato Ruben ..in risposta a
“tentativo” di violazioni del
cessate il fuoco (Hadrut);
27 GEN - uccisione del soldato Paylak Shahnazaryan in
risposta a violazioni;
3 FEB - uccisione del soldato
Karlen Bagdasaryan in risposta a violazioni (Horadiz);
5 FEB - uccisione del soldato Marat Dimaksyan. Il sito
rileva che per le autorità
armene si è trattato di un
incidente causato dal maldestro maneggiamento di
un’arma;
14 FEB - uccisione del soldato Karlen Ovanesyan in risposta a violazioni
(Martakert);
23 FEB - uccisione del soldato Albert Adibekyan “in
battaglia contro gli armeni
che avevano violato il fuoco” (Tavush, Armenia);
25 FEB - ferimento del soldato Armen Sedrakyan “in
misure preventive contro
armeni che tentavano di
attraversare la zona neutrale” (Tavush, Armenia);
29 FEB - uccisione del soldato Tigran Varyan (monti
Mrav, Mardakert);
violazione del cessate il fuoco (Chinari, Tavush, Armenia);
19 MAR - uccisione del
maggiore Artak Shahbazyan
come “misura preventiva in
zona neutrale” (Chinari,
Tavush, Armenia);
21 MAR - uccisione di soldato armeno che aveva violato
il cessate il fuoco (Hadrut);
31 MAR - ferimento dei
soldati Khoren Saribekyan,
Ovhannes Vardanyan e del
sottotenente Marat Grigoryan (Chinari, Tavush, Armenia). Viene riferito il ferimento come misura preventiva e che nell’occorso le
forze azere hanno usato
proiettili a frammentazione
e mitragliatori Istiglal 14.5 di
nuovo acquisto;
9 APR - riferita la morte di
due soldati causa valanga
sui monti Mrav;
10 APR - uccisione di un
soldato e ferimento di un
altro per “brevi combattimenti e violazione del cessate il fuoco” (Hadrut);
18 APR - uccisione del soldato Zorik Makaryan e ferimento del soldato Karen
Movsesyan “mentre tentano di entrare in Azerbaigian” (Chinari e Aygepar,
Tavush, Armenia);
3 MAR - ferimento di un
soldato in violazione del
cessate il fuoco (Tavush,
Armenia);
20 APR - ferimento del soldato Aram Barsegyan in
operazioni contro l’esercito
armeno che aveva violato il
fuoco (Martakert);
14 MAR - uccisione del soldato Sevay Aslikyan in
Riferiti inoltre due casi di
giugno 2012
infezioni mortali occorsi in
dicembre tra i soldati armeni, Hayk Kachaturyan ed
altro, (Martakert) nonché
altro decesso, soldato Narek
Martirosyan, per malattia a
febbraio.
Questo dunque il riepilogo
delle azioni poste in essere
dall’esercito azero con
relativa contabilità di morti e feriti di parte armena.
Al lettore non sarà sfuggito
il compiacimento per l’uso
(31 marzo) di particolari
armi , il ricorso ad espressioni quali “misura preventiva” o “breve combattimento”: sembra quasi
che i soldati azeri non stiano a far altro che aspettare gli armeni che, per ragioni sconosciute, violano
sistematicamente il cessate il fuoco. Però le trecento
violazioni denunciate dal
sito (nell’arco di meno di
quattro mesi) fanno meno
di tre violazioni al giorno
su una linea di fronte che
va dal nord dell’Armenia
fino al confine dell’Iran;
quindi - sempre secondo
questi dati - non sembrerebbe che stiamo parlando
di una gravissima criticità
di frontiera e ciò nonostante sarebbero almeno una
ventina i soldati armeni
morti e feriti. C’è qualcosa
che non quadra … Bugie di
propaganda ma forse anche drammatiche verità
che accusano inesorabilmente il regime di Baku.
Pagina 4
Biblioteca italiana sull’Artsakh
Il primo testo in italiano interamente dedicato alla repubblica del nagorno
karabakh; con una accurata ricostruzione storica ed una dettagliata cronaca
del conflitto dal 1988 al 1994. La seconda parte del volume è dedicata all’analisi delle trattative di pace con la cronaca degli ultimi avvenimenti e le posizioni
delle parti in causa. Chiude il libro una sezione descrittiva dell’assetto istituzionale ed amministrativo dello stato.
ISBN: 9788865600009
Autore: Emanuele Aliprandi
edizioni: &MyBook
Pagine: 136
Prezzo: €12,00
Il prof. Hovhannisyan, dopo aver tracciato un profilo storico e geografico della
regione, ripercorre schematicamente la storia del conflitto del Nagorno Karabakh e le sue motivazioni soffermandosi poi ad analizzare tutte le ipotesi di
accordo che si sono sviluppate negli ultimi anni ed i possibili modelli di soluzione del contenzioso con una particolare attenzione agli aspetti giuridici del
problema.
ISBN: 9788896109311
Viaggio on the road a bordo in una motocicletta nel Nagorno Karabakh ad un
paio di anni dalla fine del conflitto. Uno spaccato autentico di un paese che
stava lentamente ritrovando la strada della normalità. Un viaggio alla ricerca
dei monasteri nascosti e sopravvissuti al conflitto che è occasione per descrivere luoghi e persone dell’Artsakh. Con una introduzione del giornalista Ettore
Mo.
ISBN: 9788883354133
In lingua inglese e francese “ARTSAKH: GIARDINO DI ARTI E TRADIZIONI ARMENE”
Segnaliamo questa interessante pubblicazione edita dalla rappresentanza francese dell’Alto KarabaKh (www.haut-karabagh.com) in occasione del ventesimo anniversario dell’indipendenza; realizzato con il contributo di importanti
studiosi di prestigiose università europee e nord americane. Ricco di numeroso
foto.
Autore: Nikolai Hovhannisyan
edizioni: Studio 12
Pagine: 174
Prezzo: €18,00
Autore: Pietro Kuciukian
edizioni: Guerini & associati
Pagine: 167
Prezzo: €13,00
Il volume è acquistabile direttamente sul sito
(http://www.hautkarabagh.com/?p=192) al prezzo di € 45,00 compresa spedizione
FA R E F U T U R O , N E G A R E PA S S AT O ?
Pubblichiamo il testo della lettera che “Iniziativa italiana per il Karabakh” ha inviato alla fondazione “Fare Futuro” ed ai vertici del partito “Futuro e libertà” nelle scorse settimane e successiva risposta (francamente di dubbia interpretazione…). Ritorneremo in argomento!
Egr. direttore Urso, «Iniziativa italiana per il Karabakh» è un gruppo di studio nato nel 2010 con l’intento di far conoscere all’opinione pubblica, al mondo
accademico, alle istituzioni ed ai media italiani le ragioni, politiche e giuridiche, che sono alla base del principio di autodeterminazione della repubblica del
Nagorno Karabakh –Artsakh raggiunta attraverso un percorso democratico e legale. Riteniamo, infatti, che la conoscenza e la consapevolezza del diritto e
dei fatti possono (e debbono) essere uno strumento per far cessare quei venti di guerra che ciclicamente soffiano nel turbolento Caucaso. Dobbiamo
purtroppo rilevare come l’ultimo numero di Charta Minuta, appena segnalatoci, ha affrontato la questione del contenzioso armeno-azero nel peggiore dei
modi possibili: ossia, dando ad una sola delle parti in causa (quella azera) il compito di spiegare le proprie ragioni ed il contestuale torto del nemico; un
monologo infarcito di inesattezze, errori e falsità storiche, politiche e giuridiche che sinceramente lascia perplessi. Come lascia alquanto perplessi il fatto
che una pubblicazione espressione di una delle più prestigiose e conosciute think tank della politica italiana, legata al Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, abbia potuto con tale leggerezza e superficialità trattare un argomento che, se non altro per le recenti gravi violazioni del
cessate il fuoco lungo la frontiera armena, avrebbe dovuto essere affrontato con quel tatto e saggezza che la diplomazia internazionale consigliano. Come
peraltro il Presidente Fini, già ministro degli Affari Esteri, sicuramente apprezzerebbe. Non sta a noi giudicare i motivi per i quali la Sua pubblicazione (e
crediamo anche la stessa Fondazione) si siano votati anima e corpo alla causa azera tralasciando completamente le ragioni degli armeni dell’Armenia e del
Nagorno Karabakh, trasformando la rivista nell’organo ufficiale della famiglia Aliyev che, detto per inciso, soffia sul fuoco del nazionalismo bellico solo per
non essere abbattuta (come nelle recenti rivolte del mondo arabo) dalla montante opposizione sociale e dalle accuse internazionali di violazione dei diritti
umani e soppressione della libertà di pensiero. Ci dispiace che il pubblico dei qualificati lettori di C.M. abbia avuto una visione così distorta e falsata su
ogni aspetto della vicenda karabakha. Contiamo che, nello spirito di una informazione corretta, voglia dar seguito all’argomento concedendo opportuno
spazio, nei modi che riterrà più opportuni, alla rappresentazione dell’altra realtà, ben diversa dalle fantasiose (e francamente imbarazzanti nel loro estremismo nazionalista) argomentazioni raccolte nelle decine di pagine di propaganda a cura dell’ambasciata dell’Azerbaigian. A lucro di tempo e per colmare
quelle che appaiono, purtroppo, vistose lacune informative, ci pregiamo allegarle alcuni documenti relativi al diritto all’autodeterminazione della repubblica del Nagorno Karabakh, alla strage di Khojaly, a quella di Maragha ed ai pogrom di Sumgait del 1988. E, da ultimo, la recente dichiarazione dello stato
USA di Rhode Island che dà pieno sostegno alla causa dell'Artsakh. Siamo certi che ne saprà e vorrà tenere conto emendando quello che, ci permetterà,
consideriamo un clamoroso errore editoriale e sopratutto politico.
La ringrazio molto per le informazioni che ci avete inviato che sicuramente sono state considerate anche durante il dibattito cha ha portato le Nazioni
Unite ad approvare le risoluzioni in cui la comunità internazionale giustamente riflette nella speranza che vengano attuate. Cordiali saluti, Adolfo Urso
giugno 2012
Pagina 5
NOTIZIE DALL’ARTSAKH
DEMOGRAFIA
49 matrimoni e 226 nascite sono state registrati nell’Artsakh nel solo mese di maggio. Per al precisione 18 unioni sono state riportate
nella capitale Stepanakert, nove nella provincia di Martuni e 7 in quella di Martakert. Quanto alle nascite il maggior numero di cicogne
è volato a Stepanakert (105), Askeran (26) e Martakert (25). Sempre nel mese di maggio i decessi sono stati 107 (46 nella capitale) e
pertanto con soddisfazione segnaliamo un saldo positivo di 119 unità.
UNIVERSITÀ DELL’ARTSAKH
Grazie anche ad una generosa donazione proveniente dagli Stati Uniti, gli alloggi per gli studenti dell’Università dell’Artsakh a Stepanakert sono stati completamente rinnovati e rammodernati. La cerimonia inaugurale si è tenuta il 9 maggio scorso. La residenza studentesca si sviluppa su cinque piani: tre sono già stati completati, gli ultimi due lo saranno nel corso dell’estate.
LA MARCIA DELLA MEMORIA
Tremilacinquecento ragazzi hanno marciato la sera del 23
aprile per le vie di Stepanakert ricordando i martiri del Genocidio armeno. Una imponente manifestazione con bandiere, striscioni, candele, che si è snodata fino al Memoriale della capitale dell’Artsakh.
Richiedendo giustizia i ragazzi hanno sfilato compostamente nel triste ricordo del Metz Yeghern. La manifestazione è
stata organizzata dall’associazione giovanile ARF.
UN NUOVO VILLAGGIO NELLA REGIONE DI HADRUT
Il primo ministro Haroutyunyan ha illustrato lo scorso mese di aprile il programma dei lavori per la fondazione di un nuovo villaggio nell’Artsakh meridionale
(regione di Hadrut).
Il nuovo insediamento, non lontano dal fiume Araks, ha già una quindicina di
famiglie pronte a trasferii. Si tratta, per lo più, di armeni che sono stati costretti a
fuggire dall’Azerbaigian. Fin tanto che non saranno pronte le nuove abitazioni i
nuovi arrivati sono stati iscritti nel registro della comunità di Arajamough, altro
villaggio fondato nel 2004 per iniziativa della Tufenkian Fondation e già popolato
con oltre cento abitanti grazie anche alle iniziative di solidarietà che in questi
ultimi anni hanno aiutato la piccola comunità a crescere.
Nel programma di insediamento il costruendo nuovo villaggio sarà sviluppato per
ospitare piccole e medie fattorie agricole che concorreranno al mantenimento
delle famiglie ed all’incremento della produzione agricola nella repubblica.
Sono in corso le operazioni per la costruzione delle nuove case, l’elettrificazione
dell’area; le nuove aziende agricole saranno equipaggiate di tutto il necessario
per avviare la propria attività.
giugno 2012
TERRITORI OCCUPATI
Il villaggio di Arajamugh. Negli ultimi anni è stato dotato di scuola, centro sociale e uffici amministrativi. Sotto
altre immagini dell’insediamento.
Pagina 6
iniziativa italiana
per il Karabakh
Sito web “www.karabakh.it”
Viene lanciato on line un sito che raccoglie informazioni, cronaca, storia del Karabakh. Con la news letter ed una
rassegna stampa dedicate esclusivamente all’Artsakh.
Editoria sul Karabakh
Il progetto vuole favorire lo sviluppo di editoria sul Nagorno Karabakh. Si comincia da “LE RAGIONI DEL KARABAKH”, primo volume in italiano sulla storia del Karabakh e sulla cronaca della guerra. Con informazioni sulla
attuale Repubblica.
Materiale multimediale
Opuscoli e video sul Karabakh
Conferenze ed incontri con il pubblico
Costruiamo
un’Europa di
pace che si
fondi sul diritto
di tutti i popoli
a vivere liberi
e democratici.
L’ARTSAKH DALL’ALTO
Il bacino artificiale di Sarsang nella regione di Martakert (foto panarmenian.net)
“OSSERVATORIO ARTSAKH” è un bollettino interno non periodico edito dal
sito www.karabakh.it
Per non riceverlo più invia una mail a
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SERVIZIO INFORMAZIONI SUL
NAGORNO KARABAKH
Studenti e ricercatori che necessitassero di
informazioni, materiale e riferimenti possono
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Osservatorio Artsakh n. 7