K A R A B A K H . I T Osservatorio Numero 7 ARTSAKH “Misure di prevenzione” ? GIUGNO 2012 Sommario: Misure di prevenzione” 1 Cornaca di quattro giorni di follia suicida 2 E se domani … 2 Bugie e morti 4 Biblioteca italiana 5 Fare Futuro, negare passato 5 Artsakh notizie 6 Notizie dall’Artsakh 6 “Misure di prevenzione”. Così le ha etichettate l’organo ufficiale del ministero della difesa dell’Azerbaigian riferendosi alle incursioni delle milizie azere nel territorio dell’Armenia ai primi di giugno. L’escalation di violazioni azere del fragile accordo di cessate il fuoco del 1994 ha avuto, come ogni anno, un’impennata con l’approssimarsi dell’estate. Ma, a differenza di quanto avvenuto in passato, questa volta gli attacchi hanno interessato il confine con l’Armenia nord orientale (regione di Tavush) e solo marginalmente il bordo dell’Artsakh; come se per Baku fosse improvvisamente divenuto necessario alzare la posta in gioco e coinvolgere direttamente il suo principale antagonista. Già a fine aprile vi erano stati pesanti attacchi lungo i villaggi di confine che erano costati la vita a tre soldati armeni con colpi di arma da fuoco contro scuole ed asili ad Aygepar e lungo tutta la linea di confine. Ma le operazioni azere tra il 4 ed il 7 giugno hanno avuto altro connotato e sono apparse strumentali al regime di Aliyev sia in chiave interna che estera. La grande parata dell’ Eurovision ospitato nella capitale azera a fine maggio e, nei piani di Baku, destinata a ripulire l’immagine internazionale del paese, si è trasformata in un clamoroso fiasco: l’opposizione interna, grazie ai riflettori dell’evento, è riuscita ad uscire allo scoperto pagando peraltro un prezzo altissimo in arresti, botte e deportazioni; i media di tutto il mondo hanno puntato sulla violazione dei diritti umani, sulla mancanza di democrazia e libertà di informazione, sul dispotico regime della casa regnante. Insomma un ritorno promozionale negativo che neppure i milioni di dollari elargiti da Aliyev e signora in visita in Europa (Roma ed Italia comprese) hanno potuto oscurare. Di qui sembra che sia emersa la necessità di compattare il paese riaccendendo la miccia contro il “nemico” armeno. Non si spiegano altrimenti quelle azioni “suicide” che ad ondate hanno portato giovani azeri a tentare sortite di sabotaggio in territorio altrui. La contemporanea visita del Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, potrebbe essere stata vista da Baku come occasione propizia per alzare la posta in gioco nel tavolo delle trattative. A meno che ... CRONACA DI QUATTRO GIORNI DI FOLLIA SUICIDA SABATO 2 GIUGNO Una delegazione dell’Osce, guidata dall’amb. Kasprshik (rappresentante speciale del Presidente in carica) conduce un monitoraggio lungo la linea di confine tra Armenia (regione di Tavush) ed Azerbaigian. In quel settore, nelle settimane precedenti, gravi violazioni azere del cessate il fuoco hanno provocato la morte di tre soldati armeni. LUNEDI 4 GIUGNO All’alba prendono il via alcune operazioni azere nei pressi del villaggio armeno di Chinari (Tavush) e più a nord verso le postazioni armene di Berdavan. Le incursioni provocano la morte di tre soldati armeni (Hrach Sargsyan, Zohrab Balabekyan, and Karen Davtyan) ed il ferimento di altri cinque. Fonti ufficiali azere classificano gli attacchi come “misure di prevenzione” e fanno espresso riferimento ad una “battaglia”; con dispaccio delle 19,36 il sito Milaz (ministero della difesa azero) ricorda che “sono più di venti i soldati armeni uccisi in conseguenza di misure preventive prese dai soldati azeri dall’inizio dell’anno”. Il Segretario di stato USA Hillary Clinton inizia la sua visita nella regione. Il Presidente armeno si trova in estremo oriente per un viaggio diplomatico mentre il Primo Ministro parte per il Belgio per una visita programmata. Gli organi di informazione armeni lamentano il riscontro soft da parte della comunità internazionale alle notizie provenienti dalla regione. In giornata vengono diffusi dal ministero della difesa armeno i nomi dei soldati feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi. La Clinton dichiara che non vi può essere alcuna soluzione militare alla questione del Karabakh. MARTEDI 5 GIUGNO Per almeno quattro ore alcuni villaggi armeni lungo la linea di confine sono presi di mira dai colpi dei soldati azeri. Il fuoco si concentra soprattutto nei pressi delle località di Mevses, Aygepar, e Nerkin Karmiraghbyur. Fonti azere riferiscono che cinque soldati (di cui fornisco- Le strane morti del regime Solo l’attenta lettura della stampa azera può darci un’immagine di come gli ultimi drammatici eventi di inizio giugno possano essere interpretati. A cominciare da quelle “strane” morti di giovani soldati azeri: la versione ufficiale dei tanti decessi di questi ultimi giorni sembra un tentativo, neppure troppo riuscito, per nascondere la verità dei fatti alla popolazione. Una anomala “epidemia di suicidi” (come l’ha ironicamente etichettata un giornale armeno), soldati che muoiono affogati nel fiume o sotto una lastra di cemento che crolla all’improvviso. Intendiamoci, tutti fatti che possono pure accadere: quel che è strano è che questa serie nera di disgrazie si verifichi proprio in contemporanea con le azioni di sabotaggio orchestrate dal regime azero nel territorio armeno. È evidente che non è possibile raccontare alla propria opinione pubblica sempre la solita favoletta degli armeni che, non si sa per quale ragione visto che il loro interesse dovrebbe essere del tutto opposto, attaccano gli azeri nel loro territorio. Ecco allora spuntare le “misure di prevenzione”, i morti affogati, i muri di cemento crollati. Ma alle madri tornano solo corpi morti. giugno 2012 no il nome) sono caduti mentre respingevano un tentativo di un gruppo “sovversivo” (?) armeno di entrare in territorio azero nei pressi del villaggio di Ashagi Askipara. In Azerbaigian arriva il comandante in capo delle forze turche di terra, gen. Kivrikoglu. MERCOLEDI 6 GIUGNO Mentre il Segretario Clinton giunge in Azerbaigian e a colloquio con il presidente Aliyev dichiara seccamente che “la violenza deve essere fermata”, nuovi incidenti si verificano lungo la linea di confine con la repubblica del Nagorno Karabakh. Qui nelle prime ore del mattino perde la vita un soldato armeno; Vardan Ohanyan, a causa di un attacco azero che provoca il ferimento di un altro. Nelle stesse ore il presidente del Nagorno Karabakh ha un colloquio con l’inviato Osce, Kasprshik . GIOVEDI 7 GIUGNO Proseguono le violazioni azere ma l’intensità delle stesse risulta diminuita e non si ha notizia di ulteriori perdite. Dall’inizio dell’anno sono state oltre cinquemila, 1330 nel corso del solo mese di maggio. VENERDI 8 GIUGNO Un soldato azero muore per l’esplosione di una mina lungo il confine tra Armenia ed Azerbaigian (villaggio di Tovuz) nel (presumibile) tentativo di entrare in territorio armeno (le mine sono di solito collocate nella cosiddetta “terra di nessuno”). Il ministro della difesa azero smentisce voci di una “mobilitazione nazionale” dell’Azerbaigian. E SE DOMANI …. Ci sono alcuni aspetti legati alla cronaca dei tragici eventi dei giorni scorsi che meritano di essere focalizzati. 1)In primo luogo è fuor di dubbio che le operazioni condotte dagli azeri lungo soprattutto la frontiera con l’Armenia non sono il frutto di scambi causali o di attività di cecchinaggio come avvenuto in passato. Sono state operazioni condotte da gruppi armati piuttosto numerosi ed hanno avuto il preciso scopo di provocare lo scontro attaccando il nemico e saggiandone la capacità difensiva. Sembra quasi che l’Azerbaigian abbia inviato dei commandos suicidi con il compito di entrare in territorio nemico. 2) Non è casuale che questi fatti siano accaduti mentre la Clinton si trovava in visita nella regione e le massime autorità armene all’estero per viaggi diplomatici. 3) È presumibile che l’aumento della tensione abbia finalità anche e soprattutto verso l’interno, specie dopo il fallimento propagandistico dell’Eurofestival. 4) La Clinton ha seccamente chiesto di cessare la violenza e avrebbe avanzato nuove proposte sulla questione del Nagorno Karabakh. 5) Mentre infuriava la battaglia arrivava l’annuncio che i ministri degli esteri dei due paesi si sarebbero incontrati a Parigi il prossimo 18 giugno; Mamamdyarov ha rilasciato dichiarazioni stranamente caute nonostante il momento di tensione. Il suo omologo Nalbandian non ha rifiutato l’incontro nonostante i gravi fatti che in quel momento stavano accadendo. Qualcuno avanza l’ipotesi che la recrudescenza di questi ultimi giorni possa essere un tentativo di alzare la posta nelle trattative oppure un sistema per far accettare all’opinione pubblica interna dei rispettivi paesi una soluzione di compromesso. Pagina 2 BUGIE E MORTI L A S P O R C A G U E R R A D E L S O L D AT O I L H A M È sempre stato così. Quando c’è una guerra l’altro, il nemico, è quello cattivo contro il quale i “buoni” devono combattere. Al nemico si infliggono gravi perdite mentre il morale delle proprie truppe è eccellente ed anche una vergognosa ritirata si trasforma in un “riposizionamento”. Non ci si dovrebbe stupire, dunque, nel leggere le note del ministero della difesa azero, riprese dalla stampa locale, su quanto succede sulla linea di demarcazione con la repubblica del Nagorno Karabakh Artsakh. Se non che quella in atto NON dovrebbe essere una GUERRA. Nel 1994, su sua espressa richiesta, l’Azerbaigian firmò un accordo di cessate il fuoco che gli armeni dell’Artsakh, stremati dal conflitto e pressati diplomaticamente dall’esterno, accettarono di sottoscrivere. Lungi dal risolvere la situazione, quell’accordo la cristallizzò in un limbo di “non pace”, spesso molto prossimo al concetto di guerra. Anche coloro che conoscono poco la questione karabakha hanno tuttavia bene a mente due cose: che il piccolo stato caucasico si è guadagnato (prima con le leggi poi con la disperata difesa del suo popolo) il diritto ad essere libero e indipendente e che null’altro anelerebbe se non vivere in pace avendo or- mai raggiunto il pieno obiettivo prefissato. Orbene, leggendo le note della stampa azerbaigiano, sembra che i soldati armeni non abbiamo altro svago lungo la linea di confine se non quella di sparare al nemico: uno strano modo di passare il tempo giacché non si comprende per quale motivo debbano attaccare invece che mantenere la propria posizione; e non è intuibile neppure la ragione per cui le loro sortite si trasformino in una sorta di suicidio preannunciato dal momento che - stando sempre alle fonti di cui sopra - la risposta azera è puntuale ed implacabile. Insomma, gli armeni si gettano verso le linee nemiche ed immancabilmente vengono colpiti. Così dicono gli azeri… Ci siamo soffermati su un lungo articolo pubblicato lo scorso 20 aprile dal sito milaz.info nel quale vengono sciorinati tutti i luoghi comuni azeri di questa che, a tutti gli effetti, non è o non dovrebbe essere una guerra. Sorprende nel leggere che la parte armena avrebbe violato il fuoco ben trecento volte nei primi mesi dell’anno (più o meno è il numero di violazioni azere che vengono registrate settimanalmente lungo la linea di contatto) e che a fronte di questa attività siano stati ben dodici i militari di Stepanakert caduti per la risposta degli uomini di Baku. giugno 2012 La casistica fornita dal sito è meticolosa e non lascia alcun dubbio; nel conteggio dei caduti figurano anche alcuni periti per una valanga, o morti di malattia (?) o suicidatisi per motivi personali. Ma quella che doveva apparire nella propaganda del regime azero come una mossa vincente, si trasforma in un atto di accusa proprio verso l’autorità di Baku. In primo luogo emerge l’evidente differenza di comportamento con le autorità armene che si limitano a segnalare le violazioni nemiche e denunciare morti e ferimenti propri mentre la controparte tende ad esaltare le presunte vittime altrui in un palese compiacimento verso tale politica di aggressione. In secondo luogo la conta dei morti armeni scopre la reale situazione lungo la linea di confine tra gli stati: sono gli armeni a cadere pesantemente, sotto i colpi dei cecchini azeri, in un numero che spesso Yerevan e Stepanakert non hanno il coraggio di pubblicizzare per non scatenare la protesta popolare e non essere spinti a prendere drastiche decisioni. La tesi secondo la quale i soldati armeni cadono i risposta delle loro violazioni del cessate il fuoco è a dir poco ridicola: innanzitutto perché la repubblica del Nagorno Karabakh non ha alcun interesse ad aumentare la tensione, in secondo, luogo perché è improbabile un così alto numero di vittime “come contromisure in risposta alle provocazioni armene”. Non regge il discorso perché vorrebbe dire o che da parte azera il numero… (segue a pag.4) Pagina 3 dei morti è ancora più alto, oppure che gli armeni sono degli inetti nell’arte militare che si fanno ammazzare come mosche non appena provano a tirare fuori il naso dal loro rifugio. La propaganda e le bugie azere hanno le gambe corte e cercano di nascondere una politica di aggressione che sta portando la regione sull’orlo della guerra. Una parte (quella azera) minaccia la ripresa del conflitto quasi quotidianamente mentre il suo presidente Aliyev arriva a invocare la spada dell’islam su Yerevan, e preannuncia la riconquista di tutti i territori “occupati”; però sarebbe solo l’altra parte (quella armena) a sparare (e farsi ammazzare): che senso avrebbe tutto questo? Il documento che (tradotto e sintetizzato per ragioni di spazio) riproduciamo è la prova inequivocabile della vocazione bellica della parte azera e della necessità che gli organismi internazionali intervengano fermamente per arrestare questa pericolo escalation di violenza che riguarda anche il confine con l’Armenia. Per la pace di quei popoli che non aspettano altro da venti anni... Con il titolo “L’ESERCITO AZERBAIGIANO UCCIDE 12 SOLDATI ARMENI E NE FERISCE NOVE NEGLI ULTIMI QUATTRO MESI” il sito Milaz.info ha pubblicato, preceduto da una breve commento, una dettagliata statistica degli eventi occorsi nei primi quattro mesi dell’anno. Questa che segue è la lista dei fatti riportati . Si tenga presente che il sito in questione è un portale di informazione del ministero della difesa azero. 30 DIC - ferimento del soldato Gevorg Yegiazaryan in risposta a violazioni del cessate il fuoco (Martakert); 5 GEN - ferimento del soldato Vanoyan in risposta a violazioni (Horadiz); 19 GEN - uccisione del soldato Ruben ..in risposta a “tentativo” di violazioni del cessate il fuoco (Hadrut); 27 GEN - uccisione del soldato Paylak Shahnazaryan in risposta a violazioni; 3 FEB - uccisione del soldato Karlen Bagdasaryan in risposta a violazioni (Horadiz); 5 FEB - uccisione del soldato Marat Dimaksyan. Il sito rileva che per le autorità armene si è trattato di un incidente causato dal maldestro maneggiamento di un’arma; 14 FEB - uccisione del soldato Karlen Ovanesyan in risposta a violazioni (Martakert); 23 FEB - uccisione del soldato Albert Adibekyan “in battaglia contro gli armeni che avevano violato il fuoco” (Tavush, Armenia); 25 FEB - ferimento del soldato Armen Sedrakyan “in misure preventive contro armeni che tentavano di attraversare la zona neutrale” (Tavush, Armenia); 29 FEB - uccisione del soldato Tigran Varyan (monti Mrav, Mardakert); violazione del cessate il fuoco (Chinari, Tavush, Armenia); 19 MAR - uccisione del maggiore Artak Shahbazyan come “misura preventiva in zona neutrale” (Chinari, Tavush, Armenia); 21 MAR - uccisione di soldato armeno che aveva violato il cessate il fuoco (Hadrut); 31 MAR - ferimento dei soldati Khoren Saribekyan, Ovhannes Vardanyan e del sottotenente Marat Grigoryan (Chinari, Tavush, Armenia). Viene riferito il ferimento come misura preventiva e che nell’occorso le forze azere hanno usato proiettili a frammentazione e mitragliatori Istiglal 14.5 di nuovo acquisto; 9 APR - riferita la morte di due soldati causa valanga sui monti Mrav; 10 APR - uccisione di un soldato e ferimento di un altro per “brevi combattimenti e violazione del cessate il fuoco” (Hadrut); 18 APR - uccisione del soldato Zorik Makaryan e ferimento del soldato Karen Movsesyan “mentre tentano di entrare in Azerbaigian” (Chinari e Aygepar, Tavush, Armenia); 3 MAR - ferimento di un soldato in violazione del cessate il fuoco (Tavush, Armenia); 20 APR - ferimento del soldato Aram Barsegyan in operazioni contro l’esercito armeno che aveva violato il fuoco (Martakert); 14 MAR - uccisione del soldato Sevay Aslikyan in Riferiti inoltre due casi di giugno 2012 infezioni mortali occorsi in dicembre tra i soldati armeni, Hayk Kachaturyan ed altro, (Martakert) nonché altro decesso, soldato Narek Martirosyan, per malattia a febbraio. Questo dunque il riepilogo delle azioni poste in essere dall’esercito azero con relativa contabilità di morti e feriti di parte armena. Al lettore non sarà sfuggito il compiacimento per l’uso (31 marzo) di particolari armi , il ricorso ad espressioni quali “misura preventiva” o “breve combattimento”: sembra quasi che i soldati azeri non stiano a far altro che aspettare gli armeni che, per ragioni sconosciute, violano sistematicamente il cessate il fuoco. Però le trecento violazioni denunciate dal sito (nell’arco di meno di quattro mesi) fanno meno di tre violazioni al giorno su una linea di fronte che va dal nord dell’Armenia fino al confine dell’Iran; quindi - sempre secondo questi dati - non sembrerebbe che stiamo parlando di una gravissima criticità di frontiera e ciò nonostante sarebbero almeno una ventina i soldati armeni morti e feriti. C’è qualcosa che non quadra … Bugie di propaganda ma forse anche drammatiche verità che accusano inesorabilmente il regime di Baku. Pagina 4 Biblioteca italiana sull’Artsakh Il primo testo in italiano interamente dedicato alla repubblica del nagorno karabakh; con una accurata ricostruzione storica ed una dettagliata cronaca del conflitto dal 1988 al 1994. La seconda parte del volume è dedicata all’analisi delle trattative di pace con la cronaca degli ultimi avvenimenti e le posizioni delle parti in causa. Chiude il libro una sezione descrittiva dell’assetto istituzionale ed amministrativo dello stato. ISBN: 9788865600009 Autore: Emanuele Aliprandi edizioni: &MyBook Pagine: 136 Prezzo: €12,00 Il prof. Hovhannisyan, dopo aver tracciato un profilo storico e geografico della regione, ripercorre schematicamente la storia del conflitto del Nagorno Karabakh e le sue motivazioni soffermandosi poi ad analizzare tutte le ipotesi di accordo che si sono sviluppate negli ultimi anni ed i possibili modelli di soluzione del contenzioso con una particolare attenzione agli aspetti giuridici del problema. ISBN: 9788896109311 Viaggio on the road a bordo in una motocicletta nel Nagorno Karabakh ad un paio di anni dalla fine del conflitto. Uno spaccato autentico di un paese che stava lentamente ritrovando la strada della normalità. Un viaggio alla ricerca dei monasteri nascosti e sopravvissuti al conflitto che è occasione per descrivere luoghi e persone dell’Artsakh. Con una introduzione del giornalista Ettore Mo. ISBN: 9788883354133 In lingua inglese e francese “ARTSAKH: GIARDINO DI ARTI E TRADIZIONI ARMENE” Segnaliamo questa interessante pubblicazione edita dalla rappresentanza francese dell’Alto KarabaKh (www.haut-karabagh.com) in occasione del ventesimo anniversario dell’indipendenza; realizzato con il contributo di importanti studiosi di prestigiose università europee e nord americane. Ricco di numeroso foto. Autore: Nikolai Hovhannisyan edizioni: Studio 12 Pagine: 174 Prezzo: €18,00 Autore: Pietro Kuciukian edizioni: Guerini & associati Pagine: 167 Prezzo: €13,00 Il volume è acquistabile direttamente sul sito (http://www.hautkarabagh.com/?p=192) al prezzo di € 45,00 compresa spedizione FA R E F U T U R O , N E G A R E PA S S AT O ? Pubblichiamo il testo della lettera che “Iniziativa italiana per il Karabakh” ha inviato alla fondazione “Fare Futuro” ed ai vertici del partito “Futuro e libertà” nelle scorse settimane e successiva risposta (francamente di dubbia interpretazione…). Ritorneremo in argomento! Egr. direttore Urso, «Iniziativa italiana per il Karabakh» è un gruppo di studio nato nel 2010 con l’intento di far conoscere all’opinione pubblica, al mondo accademico, alle istituzioni ed ai media italiani le ragioni, politiche e giuridiche, che sono alla base del principio di autodeterminazione della repubblica del Nagorno Karabakh –Artsakh raggiunta attraverso un percorso democratico e legale. Riteniamo, infatti, che la conoscenza e la consapevolezza del diritto e dei fatti possono (e debbono) essere uno strumento per far cessare quei venti di guerra che ciclicamente soffiano nel turbolento Caucaso. Dobbiamo purtroppo rilevare come l’ultimo numero di Charta Minuta, appena segnalatoci, ha affrontato la questione del contenzioso armeno-azero nel peggiore dei modi possibili: ossia, dando ad una sola delle parti in causa (quella azera) il compito di spiegare le proprie ragioni ed il contestuale torto del nemico; un monologo infarcito di inesattezze, errori e falsità storiche, politiche e giuridiche che sinceramente lascia perplessi. Come lascia alquanto perplessi il fatto che una pubblicazione espressione di una delle più prestigiose e conosciute think tank della politica italiana, legata al Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, abbia potuto con tale leggerezza e superficialità trattare un argomento che, se non altro per le recenti gravi violazioni del cessate il fuoco lungo la frontiera armena, avrebbe dovuto essere affrontato con quel tatto e saggezza che la diplomazia internazionale consigliano. Come peraltro il Presidente Fini, già ministro degli Affari Esteri, sicuramente apprezzerebbe. Non sta a noi giudicare i motivi per i quali la Sua pubblicazione (e crediamo anche la stessa Fondazione) si siano votati anima e corpo alla causa azera tralasciando completamente le ragioni degli armeni dell’Armenia e del Nagorno Karabakh, trasformando la rivista nell’organo ufficiale della famiglia Aliyev che, detto per inciso, soffia sul fuoco del nazionalismo bellico solo per non essere abbattuta (come nelle recenti rivolte del mondo arabo) dalla montante opposizione sociale e dalle accuse internazionali di violazione dei diritti umani e soppressione della libertà di pensiero. Ci dispiace che il pubblico dei qualificati lettori di C.M. abbia avuto una visione così distorta e falsata su ogni aspetto della vicenda karabakha. Contiamo che, nello spirito di una informazione corretta, voglia dar seguito all’argomento concedendo opportuno spazio, nei modi che riterrà più opportuni, alla rappresentazione dell’altra realtà, ben diversa dalle fantasiose (e francamente imbarazzanti nel loro estremismo nazionalista) argomentazioni raccolte nelle decine di pagine di propaganda a cura dell’ambasciata dell’Azerbaigian. A lucro di tempo e per colmare quelle che appaiono, purtroppo, vistose lacune informative, ci pregiamo allegarle alcuni documenti relativi al diritto all’autodeterminazione della repubblica del Nagorno Karabakh, alla strage di Khojaly, a quella di Maragha ed ai pogrom di Sumgait del 1988. E, da ultimo, la recente dichiarazione dello stato USA di Rhode Island che dà pieno sostegno alla causa dell'Artsakh. Siamo certi che ne saprà e vorrà tenere conto emendando quello che, ci permetterà, consideriamo un clamoroso errore editoriale e sopratutto politico. La ringrazio molto per le informazioni che ci avete inviato che sicuramente sono state considerate anche durante il dibattito cha ha portato le Nazioni Unite ad approvare le risoluzioni in cui la comunità internazionale giustamente riflette nella speranza che vengano attuate. Cordiali saluti, Adolfo Urso giugno 2012 Pagina 5 NOTIZIE DALL’ARTSAKH DEMOGRAFIA 49 matrimoni e 226 nascite sono state registrati nell’Artsakh nel solo mese di maggio. Per al precisione 18 unioni sono state riportate nella capitale Stepanakert, nove nella provincia di Martuni e 7 in quella di Martakert. Quanto alle nascite il maggior numero di cicogne è volato a Stepanakert (105), Askeran (26) e Martakert (25). Sempre nel mese di maggio i decessi sono stati 107 (46 nella capitale) e pertanto con soddisfazione segnaliamo un saldo positivo di 119 unità. UNIVERSITÀ DELL’ARTSAKH Grazie anche ad una generosa donazione proveniente dagli Stati Uniti, gli alloggi per gli studenti dell’Università dell’Artsakh a Stepanakert sono stati completamente rinnovati e rammodernati. La cerimonia inaugurale si è tenuta il 9 maggio scorso. La residenza studentesca si sviluppa su cinque piani: tre sono già stati completati, gli ultimi due lo saranno nel corso dell’estate. LA MARCIA DELLA MEMORIA Tremilacinquecento ragazzi hanno marciato la sera del 23 aprile per le vie di Stepanakert ricordando i martiri del Genocidio armeno. Una imponente manifestazione con bandiere, striscioni, candele, che si è snodata fino al Memoriale della capitale dell’Artsakh. Richiedendo giustizia i ragazzi hanno sfilato compostamente nel triste ricordo del Metz Yeghern. La manifestazione è stata organizzata dall’associazione giovanile ARF. UN NUOVO VILLAGGIO NELLA REGIONE DI HADRUT Il primo ministro Haroutyunyan ha illustrato lo scorso mese di aprile il programma dei lavori per la fondazione di un nuovo villaggio nell’Artsakh meridionale (regione di Hadrut). Il nuovo insediamento, non lontano dal fiume Araks, ha già una quindicina di famiglie pronte a trasferii. Si tratta, per lo più, di armeni che sono stati costretti a fuggire dall’Azerbaigian. Fin tanto che non saranno pronte le nuove abitazioni i nuovi arrivati sono stati iscritti nel registro della comunità di Arajamough, altro villaggio fondato nel 2004 per iniziativa della Tufenkian Fondation e già popolato con oltre cento abitanti grazie anche alle iniziative di solidarietà che in questi ultimi anni hanno aiutato la piccola comunità a crescere. Nel programma di insediamento il costruendo nuovo villaggio sarà sviluppato per ospitare piccole e medie fattorie agricole che concorreranno al mantenimento delle famiglie ed all’incremento della produzione agricola nella repubblica. Sono in corso le operazioni per la costruzione delle nuove case, l’elettrificazione dell’area; le nuove aziende agricole saranno equipaggiate di tutto il necessario per avviare la propria attività. giugno 2012 TERRITORI OCCUPATI Il villaggio di Arajamugh. Negli ultimi anni è stato dotato di scuola, centro sociale e uffici amministrativi. Sotto altre immagini dell’insediamento. Pagina 6 iniziativa italiana per il Karabakh Sito web “www.karabakh.it” Viene lanciato on line un sito che raccoglie informazioni, cronaca, storia del Karabakh. Con la news letter ed una rassegna stampa dedicate esclusivamente all’Artsakh. Editoria sul Karabakh Il progetto vuole favorire lo sviluppo di editoria sul Nagorno Karabakh. Si comincia da “LE RAGIONI DEL KARABAKH”, primo volume in italiano sulla storia del Karabakh e sulla cronaca della guerra. Con informazioni sulla attuale Repubblica. Materiale multimediale Opuscoli e video sul Karabakh Conferenze ed incontri con il pubblico Costruiamo un’Europa di pace che si fondi sul diritto di tutti i popoli a vivere liberi e democratici. L’ARTSAKH DALL’ALTO Il bacino artificiale di Sarsang nella regione di Martakert (foto panarmenian.net) “OSSERVATORIO ARTSAKH” è un bollettino interno non periodico edito dal sito www.karabakh.it Per non riceverlo più invia una mail a [email protected] SERVIZIO INFORMAZIONI SUL NAGORNO KARABAKH Studenti e ricercatori che necessitassero di informazioni, materiale e riferimenti possono scriverci ([email protected]) w w w. k a r a b a k h . i t L ’ u n i c o N o t i z i e , s i t o i n i t a l i a n o s u l K a r a b a k h r a s s e g n a s t a m p a , s t o r i a , t u r i s m o