Ottava lezione Venerdì 26 febbraio 2010 dott.ssa A. Decataldo 1 Il pensiero filosofico e scientifico dominante negli Stati Uniti alla fine dell’800 è il Pragmatismo, che rappresenta un’interpretazione dell’empirismo diversa rispetto alla tradizione europea: il pragmatismo americano si pone il problema di come agire concretamente per dare risposta alle grandi questioni etiche e filosofiche. Tra i suoi maggiori esponenti vi sono: - Charles Sanders Peirce; - William James; - John Dewey. dott.ssa A. Decataldo 2 Secondo il Pragmatismo elaborato da Charles Sanders Peirce (1839-1914) nella scienza e nella vita in generale esistono solo idee che aiutano a superare le difficoltà: il compito della logica consiste nel mostrare come si possono rendere chiare queste idee. Infatti, Peirce considera la vita e la scienza come un complesso di abitudini che tendono a conservarsi e periodicamente vanno incontro a momenti di crisi, che necessitano di essere superati. A tal proposito egli elabora la teoria del circuito dubbio-credenza, in base alla quale la vita ci pone continuamente di fronte a situazioni di dubbio in cui dobbiamo fare una scelta perché dubitare vuol dire vivere una situazione intollerabile di disagio e incertezza. dott.ssa A. Decataldo 3 Per uscire da questa situazione dobbiamo prendere delle decisioni: la credenza aiuta a uscire dal disagio e fa acquisire tranquillità. Pierce sostiene che “il significato di un concetto è l’insieme degli effetti pratici”; pertanto, la determinazione del significato di un concetto può essere frutto di procedure osservazionali di laboratorio. L’assunto pragmatistico è considerato da Peirce esclusivamente come una teoria del significato e non come una teoria della verità: poiché le diverse conseguenze delle credenze servono a distinguere i loro diversi significati, il fatto che una credenza si riveli più efficace di altre, permettendo di uscire da una situazione di dubbio meglio di altre, non implica che essa sia anche la più vera. dott.ssa A. Decataldo 4 Le nostre conoscenze sono frutto di ricerche originate dal dubbio; il dubbio è “uno stato d’irrequietezza e insoddisfazione contro il quale lottiamo per liberarcene e passare allo stato della credenza”. La ricerca è un’attività specifica volta a risolvere una situazione di dubbio per passare alla credenza; il fine della ricerca è stabilire delle credenze in base alle quali sarà possibile agire. La credenza è una regola per l’azione, è “un avviso a noi stessi di come dobbiamo, all’occasione, agire nei riguardi di certe cose” dott.ssa A. Decataldo 5 Alla credenza si può giungere attraverso quattro diverse strade: la tenacia di chi si rifiuta di mettere in discussione le proprie idee; l’autorità che esclude le altre opinioni; il metodo a priori o metafisico che procede in base al puro ragionamento; il metodo scientifico che si basa sul procedimento sperimentale. dott.ssa A. Decataldo 6 Naturalmente, solo il metodo scientifico può essere considerato valido dal punto di vista della verità poiché è in grado di riconoscere i propri errori e di correggere se stesso (quanto detto mostra che Peirce ha una concezione fallibilista della scienza). La scienza avanza mediante un processo auto correttivo che lambisce asintoticamente la verità, senza mai raggiungerla. Essa consiste in un’impresa collettiva mediante la quale la comunità dei ricercatori e degli scienziati cerca di acquisire progressivamente nuove credenze. dott.ssa A. Decataldo 7 Interessato al problema della logica della scoperta, nel 1878 Peirce chiarisce la distinzione tra induzione e deduzione e il processo di formulazione delle ipotesi. Egli ritiene che tutti i ragionamenti possono essere di due tipi: esplicativi, ovvero analitici o deduttivi; amplificativi, ovvero sintetici. dott.ssa A. Decataldo 8 Nei ragionamenti agisce l’inferenza, che è un’operazione mentale attraverso la quale si passa da una proposizione considerata come vera ad un’altra proposizione. L’inferenza deduttiva o analitica trova la sua espressione più compiuta nel sillogismo: la regola è la premessa maggiore, la premessa minore afferma un caso che cade sotto quella regola e la conclusione, applicando la regola al caso, enuncia il risultato. Esempio: Regola: Tutti i fagioli di questo sacco sono bianchi Caso: Questi fagioli sono di questo sacco Risultato: Questi fagioli sono bianchi dott.ssa A. Decataldo 9 L’inferenza sintetica, invece, può essere di due tipi: 1) l’induzione, nella quale viene invertito l’ordine delle proposizioni contenute nel sillogismo. Esempio: Caso: Questi fagioli sono di questo sacco Risultato: Questi fagioli sono bianchi Regola: Tutti i fagioli di questo sacco sono bianchi dott.ssa A. Decataldo 10 2) l’ipotesi, detta anche abduzione o retroduzione, che inizia con il supporre la regola, poi continua con la constatazione del risultato e finisce con l’inferenza del caso. La premessa maggiore dell’abduzione è certa, quella minore solo probabile e, quindi, la conclusione ha una certezza inferiore o uguale a quella della premessa minore. Esempio: Regola: Tutti i fagioli di questo sacco sono bianchi Risultato: Questi fagioli sono bianchi Caso: Questi fagioli sono di questo sacco L’ipotesi o abduzione consiste, quindi, nella supposizione che una data circostanza sia il caso di una regola generale. Questo tipo di inferenza sintetica, secondo Peirce, occupa un posto di alto rango nella ricerca scientifica. dott.ssa A. Decataldo 11 William James (1842-1910) assume il ruolo del divulgatore del Pragmatismo ed è un brillante accademico. Egli elabora la teoria genetico-funzionale della verità secondo la quale “le vere idee sono quelle che noi possiamo assimilare, convalidare, corroborare e verificare. Le idee false sono quelle per le quali non possiamo fare tutto ciò”. Per James vero è ciò che dà luogo a conseguenze pratiche soddisfacenti, quindi, un’idea è vera se aiuta a uscire da una situazione di dubbio. dott.ssa A. Decataldo 12 Poiché la verità non segue la logica vero/falso, un’idea è vera in ragione della capacità che ha di essere più o meno appropriata rispetto ad altre idee o ipotesi concorrenti. La verità è pertanto vista come funzione piuttosto che come caratteristica strutturale: la verità di un’idea coincide, infatti, con la sua efficacia pratica. A differenza di Peirce, James manifesta un orientamento di pensiero rivolto a un criterio di utilità personale o sociale della credenza, dell’azione e della verità, non privo di elementi di spiritualismo, anti-intelletualismo e potenziale irrazionalismo. dott.ssa A. Decataldo 13 John Dewey (1859-1952) dà un contributo originale al Pragmatismo attraverso lo Strumentalismo, che evidenzia un’interconnessione tra esperienza, pensiero e azione. Spostando la questione della corrispondenza tra concetto e oggetto dal piano puramente speculativo a quello metodologico, Dewey afferma un principio fondamentale: l’oggettività di un’indagine non va ricercata nella sua capacità di pieno adeguamento a una realtà certa e assoluta, bensì nella capacità di argomentare in forma pubblica, ripercorribile e controllabile i passi dell’indagine stessa. dott.ssa A. Decataldo 14 L’indagine è la “trasformazione controllata o diretta di una situazione indeterminata in altra che sia determinata, nelle distinzioni e relazioni che la costituiscono, in modo da convertire gli elementi della situazione originale in una totalità unificata”. “Il primo risultato del promuovere l’indagine è che la situazione viene riconosciuta come problematica. Avvertire che una situazione richiede un’indagine, è il primo passo dell’indagine stessa”. La ricerca inizia da una situazione problematica; il problema non preesiste al ricercatore, ma viene definito dal ricercatore. dott.ssa A. Decataldo 15 La situazione problematica è come una nuvola dai contorni irregolari, all’interno della quale si possono trovare diversi problemi. I problemi sono demarcazioni interne alla situazione problematica; il ricercatore isolando un’area problematica all’interno della situazione problematica costruisce il problema stesso. L’indagine deve concludersi con un’asserzione di giustificata asseribilità, che non rinvia a una condizione di verità, ma esclusivamente a un nesso delle asserzioni funzionale e strumentale rispetto al problema. dott.ssa A. Decataldo 16 I concetti che il ricercatore elabora nel corso dell’indagine o nella messa a punto di una teoria sono strumenti. Essi sono da valutare esclusivamente in relazione alla funzione che svolgono nell’indagine stessa, ovvero dal punto di vista del contributo che possono offrire alla soluzione di un problema. Con l’espressione naturalismo Dewey fa riferimento alla convinzione che esista una continuità fondamentale fra le operazioni di ricerca e quelle biologiche e fisiche, che cioè la ricerca stessa non sia che “la prosecuzione naturale del comportamento organico”. dott.ssa A. Decataldo 17 “La verità si identifica col successo pragmatico”: la verità non è data dall’efficacia di un’idea o di una credenza di un singolo individuo, ma dal riconoscimento unanime, ottenuto applicando una precisa sintassi logica e facendo ricorso finale all’esperimento, che determinate procedure sono in grado di risolvere determinati problemi. La nozione di oggettività della ricerca, pertanto, in Dewey è procedurale e non contenutistica. dott.ssa A. Decataldo 18