Duse Tratto dal romanzo di Sebastiano Vassalli, lo spettacolo ricostruisce un episodio storico che nel 1610 si svolse a Novara. La tragica vita di Antonia, un'orfana accusata di essere una strega che, sullo sfondo della Controriforma, dopo aver subito violenze e torture, venne condannata al rogo. Era l'11 settembre e la data evoca associazioni con più recenti guerre di religione. Dal 10 febbraio al 14 febbraio Il racconto di Chimera da Sebastiano Vassalli regia di Lucilla Giagnoni Per saperne di più leggere vedere ascoltare Il crogiuolo di Arthur Miller (Einaudi) Dies Irae (1943) di Carl Theodor Dreyer Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (Frassinelli) Il grande inquisitore (1968) di Michael Reeves Lunario di Settembre di Ivano Fossati Le streghe di Roald Dahl (Salani) Il settimo sigillo (1956) di Ingmar Bergman Witch Hunt dei Rush Abbandonata sulla ruota della Casa di carità di San Michele di NovaIl testo ra, Antonia viene allevata nella rigida disciplina del convento e della dottrina cattolica. Cresce e diventa sempre più bella. Le suore la puniscono e una com- pagna, Rosalina la educa ai segreti della vita. Affidata, all'età di dieci anni, a una coppia di contadini di Zardino, che l'allevano come se fosse una loro figlia legittima, Antonia apprende da un'amica la dura vita delle risaie e le credenze popolari del luogo. Passano gli anni e il comportamento fondamentalmente ingenuo di Antonia, in un mondo dominato dalla superstizione e dalla violenza, suscita nei suoi riguardi il sospetto di stregoneria. Su consiglio degli abitanti del villaggio, il prete la denuncia all'Inquisizione. Il processo degenera ben presto in violenze e torture, sotto le quali Antonia confessa anche tutto ciò che non ha commesso. Il 20 agosto 1610 si riunisce il collegio che condanna Antonia al rogo e l'11 settembre la sentenza viene eseguita. Una volta arsa Antonia, inizia la festa del paese, tanto attesa da tutti. Lo spettacolo Lucilla Giagnoni porta in scena una figura femminile di struggente bellezza e sensualità attraverso un monologo avvincente, che è quasi la condanna di un presente che continuiamo a vivere con dolore. «L'attrice – scrive dello spettacolo il "Corriere della Sera" – concilia l’umano troppo umano con la forza della natura, non traccia facili coordinate, si attiene ai fatti e ci mette la sua passione etica e civile in un crescendo da brivido, per ricordarci che la notte (del cuore, dell’intelligenza) è sempre buia e la carne tenera. La Storia non ha bisogno di ripetersi, é. Alla fine le luci si rivolgono verso la platea, come un dito puntato, minando il nostro benessere di spettatori». «Belli alcuni effetti di luci, come le ombre (mani che si proiettano sul suo corpo, la sua sagoma che si muove ingigantita sullo sfondo) che inquietanti accompagnano il racconto di una ragazza sfortunata, una “esposta” adottata da contadini, che nulla poterono per salvarla da una fine atroce» ("Giornale di Brescia"). «Il racconto ha un andamento corale e si anima di figure a cui l’attrice dà voce e carattere, ma contiene anche momenti lirici di descrizione della natura e del paesaggio» ("Brescia Oggi"). Nato a Genova nel 1941 da madre toscana e padre lombardo, L’autore Sebastiano Vassalli (morto nel luglio scorso) si trasferisce a pochi anni d'età a Novara. Laureato in Lettere a Milano, negli anni Sessanta e Settanta si dedica all'insegnamento e alla ricerca artistica della Neoavanguardia, partecipando al Gruppo 63. Successivamente si rivolge alla letteratura, in particolare alla narrazione e al romanzo storico, impegnandosi – come ebbe occasione di scrivere – in una «investigazione letteraria delle radici e dei segni di un passato che illumini l’inquietudine del presente e ricostruisca il carattere nazionale degli italiani». L'opera di Vassalli si distingue per il profondo lavoro di ricerca storica e i suoi romanzi sono prevalentemente ambientati in un determinato contesto storico: Medioevo, Controriforma, Ventennio fascista, Sessantotto italiano. Nelle opere di Vassalli è inoltre possibile trovare una forte componente territoriale: il Piemonte è spesso la cornice delle vicende narrate e in particolare la pianura novarese, come appunto accade in La Chimera, il cui titolo allude al Monte Rosa, come lo si vede da Novara, romanzo scritto nel 1990: finalista al Premio Campiello e vincitore del Premio Strega. produzione CTB Teatro Stabile di Brescia drammaturgia Lucilla Giagnoni interprete Lucilla Giagnoni scene e luci Lucio Diana Massimo Violato musiche originali Paolo Pizzimenti SOCI ISTITUZIONALI COMUNE DI GENOVA si ringrazia Liguria REGIONE LIGURIA