Suore di Carità dell’Immacolata Concezione dette d’Ivrea Fondatrice Madre Antonia Maria Verna A te giovane che ami sognare con Dio 3 4 MADRE ANTONIA: donna umile e semplice Pasquaro: un piccolo gruppo di case nella fertile pianura del È sempre presente nella chiesa parrocchiale: segue con attenzione le omelie e partecipa alle lezioni di catechismo, poi insegna quello che ha appreso ai bambini che raccoglie a sé. Canavese irrigata dall’Orco (a pochi chilometri da Rivarolo – provincia di Torino), un luogo sconosciuto alla maggior parte degli uomini, ma non al Signore, che proprio lì sta preparando “qualcosa di grande”. E, come all’inizio della storia della salvezza, sempre Dio sceglie luoghi poveri, gente semplice e dal cuore umile per operare ciò che è prezioso ai suoi occhi. In una modesta famiglia di contadini, il 12 giugno 1773, nasce ANTONIA MARIA, secondogenita di Guglielmo Verna e Domenica Maria Vacheri; il medesimo giorno viene Battezzata. Antonia Maria nasce in una casa molto piccola, non sua, in un clima di ristrettezze e di povertà: vi è una sola stanza ed una stalla per decine di persone, ma fra nonni, genitori e zii c’è amore, aiuto reciproco e solidarietà, in una vita semplice. Tutto questo inciderà nella sua esistenza, in vista di quel Progetto che da sempre il Signore ha in cuore per lei. In quest’abitazione ella trascorre i primi anni della sua vita ed ha la sua prima formazione alla scuola dei genitori; sicuramente mamma Domenica è la sua prima catechista, colei che le insegna le prime preghiere e l’avvia ad una conoscenza sempre più profonda di quel Dio che l’ha scelta per qualcosa di grande e che, nel suo infinito amore di Padre nei confronti della sua creatura, aspetta fiducioso il suo Sì, libero, pieno e gioioso. 5 6 Tre devozioni sono particolarmente care ad Antonia fin dalla sua infanzia: Gesù Bambino, di cui ritrova l‛immagine nei piccoli che le vengono affidati; la Vergine Immacolata, alla quale si consacrerà e tanto influsso avrà nella fondazione del suo Istituto; S. Giuseppe, che eleggerà a suo speciale patrono. La grazia divina, aiutata dalla sua corrispondenza, opera in lei, giorno per giorno, preparandola alla grande missione. Gli anni trascorrono veloci…si avvicina il suo quindicesimo compleanno ed è sempre più forte in lei l’esigenza di comprendere pienamente il Progetto del Padre. I suoi genitori, che desidererebbero per lei un buon marito e le occasioni non mancano! – insistono perché prenda presto una decisione…ma il Signore non la sta chiamando sulla via del matrimonio e questo Antonia Maria l’ha già compreso nel suo cuore! È veramente un momento difficile della sua vita: come conciliare l’affetto per i genitori e la docilità alla voce di Dio che sente sempre più forte dentro di lei? L’ideale della famiglia a cui tutto intorno la invita e l’ideale della consacrazione a Dio nell’esercizio della carità: ecco le due vie che le si presentano davanti. 7 8 Antonia Maria lotta e soffre: nel suo cuore ha già compiuto la scelta, ma la sua giovane età ed il grande affetto verso i genitori la fanno tergiversare nella decisione. In questo tempo di “combattimento spirituale” trova molto aiuto e conforto nella preghiera: sente dentro di sé la forza del Signore che sempre le è accanto, la sostiene e la guida per sentieri noti soltanto a Lui, per quelle vie che la porteranno ad un dono continuo di sé, ad un amore “sino alla fine”. Dopo essersi lungamente consigliata con il suo confessore prende la decisione di consacrarsi interamente a Dio con il voto di perpetua verginità, l’espressione più autentica e più alta dell’amore. Non sappiamo con precisione dove Antonia Maria emette questo voto: forse nella Chiesa del suo paese nativo, oppure davanti ad una cappella dedicata alla Madonna della Provvidenza. Pilone “Madonna della provvidenza” 9 10 A causa di alcune insistenze per il matrimonio, Antonia Maria è costretta a lasciare Pasquaro per un periodo; non si sa di preciso quanto tempo abbia trascorso lontano dal paese e dove abbia trovato rifugio. Ti ringrazio Antonia Maria, fanciulla di Pasquaro tanto semplice eppure inconfondibile fra le tue coetanee. Ti ringrazio per aver accettato il disegno di Dio, per aver donato ciò che di più stupendo possiede il cuore: l’amore ai fratelli, alla gente della tua borgata, semplice e povera come te. Ti ringrazio per aver accolto, attraverso l’umile educazione dei tuoi genitori, il mistero profondo della presenza di Dio nel mondo, nel cuore di ogni persona, nel tuo cuore. La tua risposta d’amore ha ridato speranza al mondo, fiducia all’umanità che spesso si lascia andare, si inebria di falsa libertà e perde il significato dell’esistenza. Grazie al tuo Sì il sorriso di Dio è tornato nel mondo, che Egli attraversava attraverso te. Con te anche noi, qui ed ora, vogliamo dare fiducia all’umanità, credendo nella gente, in questa umanità che abbatte le frontiere, che paga di persona, che crede nell’amore come te, ieri, oggi e sempre in Gesù. Amen. 11 Papà Guglielmo e mamma Domenica, nel periodo in cui la figlia è lontana, sentono la sua mancanza e soffrono: vorrebbero cercarla per trattenerla con loro..sono felici quando ritorna, ma nel loro cuore intuiscono che Antonia Maria “è del Signore” e accettano con fede la volontà di Dio. Già da tempo Antonia Maria era rimasta colpita dall’affievolimento del senso religioso e dall’abbassamento del senso morale. Sono gli anni fra il 1789 ed il 1790: il tempo della proclamazione dei diritti dell’uomo. Il naturalismo ed il razionalismo del Rinascimento informano di nuovo il pensiero e la vita, il protestantesimo penetra nella vita degli uomini sotto varie forme, l’illuminismo, la filosofia, la massoneria nella pratica del vivere. Tutto il ‘700 è caratterizzato da libero pensiero e frivolezza: le condizioni della famiglia sono deplorevoli ed il popolo, a causa dell’ignoranza, non riesce più ad uscire da questa situazione. Antonia Maria, una di quelle persone straordinarie suscitate dalla Divina Provvidenza per far fronte al male, comprende che è giunto il momento di attuare quell’ideale di carità per cui il Signore l’ha prescelta. 12 Pur non avendo molta istruzione, per la sua singolare sensibilità, dono della grazia, si rende perfettamente conto della situazione dell’uomo del suo tempo, dei suoi bisogni e di quello che occorre fare. Così parla di lei il suo primo biografo Don Francesco Vallosio: Ella ben presto intuisce la causa del male del suo tempo: la mancanza di istruzione e di una prima educazione cristiana. “ E qui sorse in lei il generoso pensiero d’opporsi al rovinoso torrente, far argine al vizio imperversante, diradar le tenebre dell’ignoranza, informare la età giovanile alla virtù e, traviata, ricondurla a Dio” . Nel momento in cui chiama, il Signore ha già donato tutto a quella creatura! Dopo il voto di verginità emesso a 15 anni, la decisione di ritornare umilmente nei banchi di scuola (e di percorrere 8 Km. al giorno a piedi) per poter compiere meglio la missione che le affida il Signore, rappresenta il fatto più significativo della sicurezza della sua vocazione ed è prova della sua volontà e del suo spirito di intraprendenza. Antonia Maria, certa del sostegno del Signore, non si spaventa davanti alla grandezza del suo compito: preghiera e penitenza sono le sue armi ed il suo conforto; inizia così a svolgere il suo apostolato a Pasquaro, un apostolato pratico, senza pretese, ma efficacissimo, volgendo le sue cure ai grande come ai piccoli. “Con amore di Madre ammonisce, prega, scongiura chi disprezza cristiane: tutta sconsigliatamente zelo e pazienza le pratiche l‛ignorante istruisce, il debole conforta, l‛afflitto consola, e con dolcezza ineffabile spezzando ai pargoli il pane Umanamente parlando è una follia: come può una ragazza di 17 o 18 anni, senza cultura e senza mezzi, operare cose tanto grandi? Ma la storia del cristianesimo è piena di queste follie, quando Dio chiama a compiere qualcosa di grande, dona anche le grazie per riuscirvi. dell‛intelletto, li istruisce nei primi rudimenti della 13 14 religione”. (Vallosio 1) Ben presto però Antonia Maria, incomincia a sentire troppo stretti i confini di Pasquaro…la Provvidenza la sta chiamando altrove! Dio la sostiene e le prepara nuove vie, per le quali avrebbe potuto diffondere ancora più ampiamente i tesori della sua carità. Si trasferisce a Rivarolo, molto probabilmente tra il 1796 ed il 1800. Sono questi anni duri e difficili, in quanto segnano il tempo delle campagne militari di Napoleone, inizia il lungo periodo della rivoluzione francese in Piemonte: la gente è sempre più povera, aumentano gli orfani e le Alla base del suo apostolato e del suo insegnamento pone l ’ Amore, il suo amore di madre, davanti alla cui forza nulla resiste! Incontra nel suo compito anche tante difficoltà e avversità ma piena di quell’amore di carità che Dio dona per chi più ama, queste non riescono a fermare la sua corsa. 15 persone sole. 16 Appena stabilita a Rivarolo, Antonia Maria, inizia subito a svolgere il suo apostolato: la sua abitazione è costituita da una sola stanza che le serve da “ tempio , cattedra e chiostro ” , qui impartisce un’istruzione che comprende l’insegnamento del catechismo e dei primi elementi del leggere e dello scrivere, qui santifica la sua solitudine con fervorose preghiere e con il lavoro delle sue mani. Dopo qualche tempo, non basta più da sola a compiere tutto quanto il lavoro (oltre la scuola dei bambini vi è anche l’assistenza dei malati a domicilio), si uniscono a lei le prime compagne. Nel 1800 – 1802 questa prima comunità è già costituita. Non sappiamo chi fossero e quante fossero, c’erano ed erano ben determinate a seguire Antonia, tanto che questa ampliò la sua ricerca vocazionale in un progetto comunitario: Rivarolo – Interno dell’Istituto “ Immacolata Concezione” 17 la fondazione di un Ritiro. 18 Fonda le Suore di CaritÀ dell’Immacolata Concezione La nascita di quella che è oggi la Congregazione delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione passa attraverso una serie di vicende, di ostacoli e di pratiche che misero a dura prova la tenacia, la pazienza e la forza di Antonia e dimostrano la fermezza e la continuità del suo progetto. Iniziò nel 1804, non si perse mai d’animo di fronte a incomprensioni, calunnie e ai mille ostacoli. Nel 1828 ottenne le Regie Patenti di approvazione dell’Istituto e riuscì a vestire l’abito religioso ma, dopo varie difficoltà e peripezie, solo nel 1835, il 27 novembre, poté ricevere la definitiva approvazione ecclesiastica. Questa approvazione diocesana è l”atto di nascita” della nostra famiglia nella Chiesa. 19 È un giorno di grandissima gioia per Madre Antonia: dopo trent’anni di attesa, di preghiera, di stenti, di speranze e di delusioni ecco l’approvazione tanto sospirata. Madre Antonia vede realizzati i suoi desideri, meglio, sente di aver portato a compimento sulla terra quel progetto particolare per cui da sempre il Padre l’aveva prescelta e preparata, donandole quella fortezza interiore, quel coraggio, quella fiducia senza limiti nella Provvidenza, indispensabili davanti a tante difficoltà; nella sua vita non troviamo mai un momento di tregua. Alla fine del 1838, proprio il 25 dicembre, quando celebriamo il miracolo della venuta del Verbo di Dio nel mondo, Madre Antonia lasciò la terra. La sua morte acquista così la soavità del presepio, il sapore e la gioia di una nascita. Gesù Bambino posto su una trave del pavimento originale della camera di Madre Antonia. 22 Antonia non lasciò un diario, non scrisse un’autobiografia, i suoi Il nostro carisma scritti a noi pervenuti sono pochi ed essenziali, nessuno dei suoi contemporanei pensò di annotare i suoi detti e i suoi pensieri. Il carisma di una congregazione è il dono datole dallo Spirito Santo per il compimento di una determinata Lo sviluppo del suo progetto lo possiamo solo dedurre dai documenti ufficiali e dalle pratiche burocratiche che scandirono questi anni della sua vita. Gli scritti di Madre Antonia sono “storia” della sua vita e della sua Congregazione; alzano il velo sulle pieghe del suo spirito, con spontaneità. Per questo sono preziosi per noi. Nei suoi scritti Madre Antonia vive, progetta, soffre, programma, chiede, insiste, si difende, rivendica diritti, missione nella Chiesa. In questo “dono” è compreso il mistero di Cristo che la congregazione è chiamata a vivere e a testimoniare. La persona a cui viene dato per primo questo “dono” è il Fondatore il quale lo vive anzitutto,lo esprime nella sua missione, lo trasmette ai suoi seguaci immediati e, per loro mezzo, a quelli che verranno dopo. L’ispirazione originaria di Madre Antonia e il nome che ci ha dato (Suore di Carità dell’Immacolata Concezione) definiscono la nostra missione nella Chiesa: s’impegna; detta norme di vita, con linearità, senza fronzoli. Questi, ad eccezione dell’ultima lettera (indirizzata ad un piena disponibilità all’opera della salvezza a immagine di Maria Immacolata.(cfr.R.d.V.1) sacerdote), riguardano tutti la fondazione dell’Istituto: tre testi di Regole; dieci domande o ricorsi alle autorità ecclesiastiche o governative; una petizione e due atti giuridici relativi alla casa del Ritiro. 23 24 La gratuità è uno degli aspetti più significativi del mistero della Immacolata Concezione. Si trova la gratuità da parte di Dio che “riempie” Maria di grazia; E si trova gratuità anche da parte di Maria che si dà a Dio “senza riserve” (RdV 2), si accoglie per quella che è ed agisce in conseguenza: tutta ricevuta e tutta data. La gratuità è una nota dominante e fondamentale nella vita di Madre Antonia. “ A gratis” fu pure la sintesi di tutta l’esistenza della nostra venerata Fondatrice. A questo mistero di Cristo e di Maria, che è l’Immacolata Concezione, si ispira il nostro essere di consacrate che in esso trova la spinta e i contenuti per la sua azione apostolica. 25 26 Riteniamo, perciò, nostro compito nella Chiesa viverlo anzitutto, e testimoniarlo, attraverso le prestazioni del nostro Guardiamo a Maria, come nostro modello e ispirazione, nel suo e ”nostro” atteggiamento di piena disposizione all’opera salvifica di Cristo, con sentimento di creatura che tutto ha ricevuto e tutto dona. “ ministero di Carità” , ai giovani, ai bambini, agli ammalati, agli anziani, alle persone sole e abbandonate, Il senso della gratuità caratterizza le nostre relazioni fraterne, che improntiamo ad uno stile di famiglia semplice e accogliente, nella comunità e con le persone con spirito gratuito, non escludendo alcuna categoria di persone, preferendo però, i più poveri, come i più indifesi ed esposti alle suggestioni del male. 27 con cui veniamo a contatto. E della gratuità di Dio ci facciamo testimoni e operatrici di grazia e di salvezza, come Maria Immacolata. 28 Madre Antonia: Non c’è chi l’aspetta: Qualcuno la chiama. donna della gratuità Anche in madre Antonia, come in Maria, la gratuità si riscontra nel duplice senso: da parte di Dio e da parte di lei. Senza toglierle nulla, ci possiamo domandare che cosa, umanamente, spiega che Dio l’abbia scelta per essere Fondatrice di una Congregazione Religiosa nella Chiesa: una fanciulla nata in un piccolo borgo di campagna, senza un peso sociale, senza doti di cultura o di censo. La prima approvazione ricevuta, nel 1817, era l’epilogo di un lungo desiderio. Madre Antonia non se ne fa un privilegio da custodire con gelosia, solo per sé. Richiesta, la condivide con un altro gruppo di giovani che ne erano prive; e avrà l’inatteso: quell’approvazione passerà ad altre, e lei dovrà incominciare tutto da capo. E quando, dopo aver camminato tanto, sperato, chiesto e richiesto, le viene finalmente l’approvazione per l’istituto, ella si consacra, pur non avendo ottenuto il titolo che desiderava ardentemente. È Figlia di carità. È semplice, generosa, ritirata, pia, benvoluta dai borghigiani; ma è tanto poco per una missione così importante nella Chiesa e fra il popolo di Dio: è un dono gratuito. Superiora per due anni soltanto. Viene deposta. La si manda a Montanaro: un ambiente non suo. A fare che cosa? Non c’è alcun indizio di resistenza. Và, e la “sua” Congregazione rimane in mano altrui. Una serie di risposte gratuite a Dio che chiama. E lei? Lei si offre, accetta, senza capire bene, certamente, quello che le viene chiesto. Dentro di lei rimane il desiderio inappagato che ogni volta le sfugge di mano, e che, alla fine, il Signore stesso le darà, di sua Da quel voto di verginità a quindici anni, senza una prospettiva di vita religiosa in un’istituzione già assodata, senza una qualsiasi difesa nella sua esistenza se non il suo proposito, incomincia la serie di offerte gratuite, di scelte fatte senza calcoli. iniziativa, gratuitamente, quando la Congregazione sarà finalmente dedicata alla Concezione Immacolata di Maria, per la voce della Chiesa. Come quando va a Rivarolo dopo la morte del padre: Rivarolo era una città di fronte a Pasquaro. Che cosa vi avrebbe fatto? 29 30 Prime regole dettate da Madre Antonia nell’aprile del 1823 Una vita di gratuità. “ A gratis” , stabilisce Madre Antonia in tre articoli delle sue prime regole; e se anche nel quarto articolo non esplicita a gratis, quello che vi propone è un capolavoro di gratuità. 1° D’assistere giorno e notte e soccorrere secondo le loro forze gli ammalati d’entrambi i sessi, presi da qualunque malattia, benché contagiosa o di lepra, e ciò a gratis , senza alcuna mercede, e ciò massime coi poveri. Non la gratuità che offre qualcosa, ma quella che si immedesima nell’altro e gli fa emergere ciò che l’altro stesso ha nel fondo del suo essere: “ un collocamento sicuro e vantaggioso, secondo la loro vocazione e 2° Di catechizzare le figlie Massime povere, tanto nel Ritiro, che nella Parrocchia, 3° e ciò massime nella quaresima, D’insegnare a leggere sempre a gratis . e scrivere a tutte le figlie indistintamente, massime alle povere a gratis. abilità “. E ciò farà “secondo le circostanze e forze del Ritiro”, cioè con i risparmi della tavola sbandita, delle vesti rattoppate, delle suppellettili che mancano nella casa; una casa che ha voluto grande per accogliere chi è nella necessità. 4° D’aver cura speciale di tutte le figlie, che sono e rimarranno orfane e abbandonate, massime di quelle che sono sprovviste affatto di beni di fortuna, per darle qualche collocamento sicuro e vantaggioso, secondo la loro vocazione ed abilità, dandole ancora quel soccorso pel mantenimento secondo le circostanze e forze del ritiro. 31 32 Testimonianza di Suor Faustina Mattacheo (una delle prime compagne di Madre Antonia) Pregata di mettere in carta ciò che ricordava di quei primissimi tempi, essa ha lasciato questa preziosa memoria: “ Sul principio ch‛io mi trovavo colà – a Rivarolo – si vestirono due suore: una la fecero cuciniera, l‛altra coltivava l‛orto e teneva una vacca, tutto ad uso della piccola comunità. La casa era poverissima; si mangiava il pane di segala, duro e mal lavorato; non avevamo sedie e quando eravamo stanche dal lavoro, ci sedevamo un poco alla meglio sulle tavole sporgenti dei letti, i quali consistevano in un semplice pagliericcio, due cavalletti e quattro tavole di legno. In una stanza avevamo una statuetta della Madonna in gesso con le braccia rotte; questa stanza ci serviva da Cappella per le nostre preghiere… Si lavorava d‛amore e d‛accordo e si viveva contente come regine “. (Pierotti pag. 204) Rivarolo – Madonna di Madre Antonia 33 34 Esemplificando in una sintesi eloquente possiamo dire: * Madre Antonia non ha cercato i suoi interessi ma quelli degli altri; * si è fatta povera, è vissuta nella povertà, ha stabilito la congregazione su basi di povertà vera, per gli altri; * Nella fondazione dell’istituto non ha privilegiato i suoi desideri; * quando ha voluto dare alla sua opera una “carta costituzionale” (1823) l’ha costellata di “a gratis” che è sintesi di una vita; * Dio ha permesso che, con i suoi “fallimenti” fosse strumento gratuito della nascita di altre Madre Antonia si è fatta carico della grazia salvifica di Cristo Fin dalla giovinezza Madre Antonia si è fatta carico della grazia salvifica di Cristo, ne ha sentito la responsabilità in maniera acuta, fino a farne la ragione della propria vita. Soffre del peccato, ma non si chiude in una sofferenza o in una preghiera solitaria; si propone di agire in conseguenza. Da quella prima illuminazione interiore, suo unico impegno diventa il modo di renderla operante nel breve tempo della sua esistenza; non solo: non avrà riposo sino a quando non vedrà assicurata alla Chiesa una famiglia religiosa che continui nel tempo l’attualizzazione del suo ideale. E non soltanto con le opere ella si fa cooperatrice del Salvatore: nella sua intuizione di “Amante”, ella si offre anzitutto come persona: fa voto di perpetua verginità; e l’intera sua esistenza, nel rapporto più profondo con Dio, si fa cooperazione al suo disegno salvifico su di lei e sull’umanità. La salvezza si compie nell’evento della Croce Morte e Risurrezione; ma questo non è che un epilogo finale. Tutta la vita di Cristo fu evento di salvezza in quanto compimento della volontà del Padre: dall’incarnazione, a Nazareth, alla vita pubblica. congregazione benemerite nella Chiesa e in Piemonte: vedi Orsoline di Rivarolo; vedi Figlie della Carità di Torino. 35 36 In Madre Antonia troviamo questi connotati: Si coopera alla salvezza nell’ oscurità della fede. Ella si lascia condurre dallo Spirito per la strada della fede, oscura e luminosa, la sua vita è tutta un’alternanza di croce e di risurrezione, di quella fede che fu l’apporto di Maria alla redenzione. luce e di ombre, di vittorie e di persecuzioni,di aiuti e di contrasti, di speranze e di sofferenza, fino allo spasimo della “morte”, quando vede la sua Congregazione nel pericolo di naufragare. Maria è colei che tutta data, tutta si dona, Colei che diventa, per gli uomini, la mediazione della grazia. Una mediazione inclusa, non contrapposta alla unicità della mediazione di Cristo. In tutto l’accompagna quella pace interiore e inalterabile che è propria di chi si è resa disponibile alla volontà misteriosa di Dio. In questo senso Maria è il nostro ideale: In nessuna occasione la troviamo risentita. Attiva, ma sempre conformata. Ne abbiamo uno spiraglio confidenziale dalla sua stessa parola, una tra le poche, ma preziosa, pronunciata in un momento di grande difficoltà e anche noi possiamo e dobbiamo farci mediatrici di grazia per i fratelli, realizzando quell’assimilazione a Cristo, che ha il suo analogo nella maternità divina e universale di Maria. persecuzione: “Io veggo in quest‛opera i segni della Superna Provvidenza “(1818). 37 38 europa asia africa america 39 40 41 42 43