Le teorie evoluzioniste
La teoria dell’evoluzione in passato suscitò
molte discussioni tra gli scienziati più
autorevoli del tempo.
Prima dello sviluppo del pensiero
evoluzionistico era comune , tra molti
scienziati, l’idea che non fosse possibile
alcun cambiamento della specie.
La teoria del fissismo sosteneva che tutte le Specie
erano fisse e immutabili; i fissisti più rigidamente
fedeli alla tradizione biblica sostenevano la teoria
del creazionismo, secondo cui tutte le specie
avevano avuto origine da un atto creativo divino e
perciò perfetto e impossibile da modificare.
La teoria di Lamarck:
l’ereditarietà dei caratteri acquisiti
Il primo a sostenere idee evoluzioniste fu il naturalista
francese Jean-Baptiste de Lamarck (1744-1829),
che basò la sua teoria su tre idee guida.
1. La grande varietà dei viventi: poche specie primitive
si sono modificate e diversificate sotto la spinta
dei mutamenti ambientali.
2. L’uso e il non uso degli organi: animali e vegetali rispondono
alle modificazioni ambientali potenziando l’uso degli organi
particolarmente utili per la sopravvivenza e riducendo o
abbandonando l’uso di altri. Queste modificazioni
rappresentano l’adattamento degli individui alle condizioni
ambientali .
3. L’ereditarietà dei caratteri acquisiti: una specie si modifica
nel tempo perché anche i caratteri acquisiti vengono trasmessi
alla discendenza.
Una giraffa che si è sforzata di raggiungere le fronde più alte ha
sviluppato il carattere nuovo «collo più lungo». Essa trasmette
tale carattere acquisito ai discendenti.
La teoria evoluzionista di Darwin
Circa cinquant’anni dopo Lamarck, un altro studioso, Charles Darwin (1809-1882),
affrontò il problema dell’evoluzione in un mondo che, al suo tempo, apparve
rivoluzionario.
Nel 1831 Darwin si imbarcò come naturalista di bordo
sul brigantino della marina militare inglese Beagle verso
il Sudamerica. Durante il viaggio raccolse molti fossili e
registrò tutte le sue osservazioni sia geografiche che
biologiche. Al suo ritorno iniziò a studiare il materiale
raccolto .
La teoria dell’evoluzione per
selezione naturale
Tutte le osservazioni indussero Darwin a concludere che le specie
non sono fisse e immutabili , ma si trasformano lentamente nel
corso del tempo.
L’ ipotesi sui meccanismi dell’evoluzione fu da lui esposta nel
celebre saggio Sull’origine delle specie per selezione naturale.
Darwin fonda la sua teoria su alcuni presupposti.
1. La variabilità: tra individui
della stessa specie esistono
differenze ereditarie.
2. Il potenziale riproduttivo : se non ci fossero ostacoli dovuti
all’ambiente in cui vivono, gli individui di ogni specie vivente
aumenterebbero rapidamente di numero e non ci sarebbe cibo
sufficiente per tutti. Il potenziale riproduttivo, seppure diverso
da specie a specie, è per Darwin il motore dell’evoluzione.
La selezione naturale agisce in
Modo da contrastare il potenziale
Riproduttivo della specie.
Essi fanno sì che il numero degli
Individui di una specie si mantenga
Praticamente costante nel tempo.
3. La lotta per l’esistenza: poiché nascono più individui di quanti
ne possano sopravvivere, tra essi si svolge una forma di
competizione. Gli animali lottano per il cibo, per lo spazio, per il
riparo; le piante competono per la luce, per l’acqua, per i Sali
minerali ecc.
4. La selezione naturale e la sopravvivenza del più adatto: dalla lotta per l’esistenza
escono vincenti gli individui che possiedono qualche caratteristica vantaggiosa.
L’ accumulo di caratteri favorevoli da una generazione all’altra fa sì che alla fine gli
individui siano così diversi da quelli originari da costituire una nuova specie.
5. Le nuove specie discendono da specie preesistenti: perché le
differenze ereditarie all’interno di una specie originaria
possano dare origine a nuove specie, è essenziale che la specie
venga frazionata in diverse popolazioni isolate tra loro.
La più comune forma di isolamento è l’isolamento geografico,
cioè la separazione delle popolazioni di una stessa specie a causa
di barriere naturali , impedendone così gli incroci.
È quanto sta succedendo alle tartarughe
giganti Geochelone elephantopus delle
Galapagos: sulle varie isole dell’arcipelago
vivono diverse razze di questo rettile che
discendono da un’unica specie originaria.
Per Darwin una razza è una «specie nascente»
se l’isolamento geografico continuerà, ogni
razza accumulerà variazioni di generazione in
generazione e si trasformerà alla fine in una
nuova specie.
Vitale Sara 1°B
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