L’evoluzione
Teorie pre-evoluzioniste
Il concetto di evoluzione ha sempre suscitato molte discussioni tra i vari scienziati.
Inizialmente era comune a molti scienziati l’idea che non fosse possibile il
cambiamento nella specie.
La teoria del fissismo sosteneva che tutte le specie erano fisse e quindi immutabili.
I fissisti erano fedeli alla tradizione biblica e sostenevano il creazionismo, secondo cui
ogni specie aveva avuto origine da un atto divino.
Il naturalista svedese Carlo Linneo sosteneva che «le specie viventi sono tante quante
ne furono create all’inizio» e si sono conservate immutate nel tempo. Anche il
naturalista francese George Cuvier, fu sostenitore della fissità della specie.
Il concetto di evoluzione è stato presentato per la prima volta da Jean Baptiste de
Lamarck
Lamarck e l’evoluzione
Lamarck pensava che gli organismi, così come si presentavano, fossero il
risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la
pressione delle condizioni ambientali.
Si basò su tre idee:
-la grande varietà dei viventi: Lamarck riteneva che poche specie fossero
riuscite a rimanere immutate nel corso del tempo;
-l’uso e il non uso degli arti: secondo Lamarck le specie avevano sviluppato
gli organi che permettevano loro di sopravvivere. Ricorse all’esempio delle
giraffe: secondo lui inizialmente c’erano solo giraffe col collo corto, che per
lo sforzo fatto per arrivare ai rami più alti, avrebbero sviluppato il collo;
-l’ereditarietà dei caratteri acquisiti: Lamarck supponeva che le specie
tramandassero i caratteri acquisiti ai discendenti.
La teoria evoluzionista successiva ha abbandonato in parte la teoria di Lamarck per quanto riguarda
l'ereditarietà dei caratteri acquisiti: è ormai certo che le mutazioni del corpo non sono trasmissibili
perché esse non intervengono sul patrimonio genetico dell'individuo.
Charles Darwin
50 anni dopo Lamarck si occupò del
tema dell’evoluzione Charles
Darwin, naturalista inglese del XIX
secolo. Fu proprio Darwin a
rivoluzionare le idee della maggior
parte dei naturalisti del tempo
pubblicando nel 1859 un libro dal
titolo “L’origine delle specie per
selezione naturale”. Questo libro
legò indissolubilmente il nome del
suo autore con il concetto di
evoluzione. Darwin presentò diverse
prove a sostegno dell’idea di
evoluzione, secondo cui le specie
attualmente vivente discendono da
specie ancestrali.
Il viaggio sul Beagle
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Darwin scrisse il suo libro
sull’evoluzione dopo essere tornato da
suo viaggio sul Beagle che durò 5 anni.
Dalla partenza (27 dicembre 1831),
da Plymouth, le tappe furono varie:
6 gennaio 1832,Tenerife,Isole Canarie;
16 gennaio 1832,Isole di Capo Verde,
29 febbraio 1832, Bahia San Salvador,
Brasile;
15 settembre 1835, Isole Galapagos;
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21 dicembre 1835, Nuova Zelanda;
12 gennaio 1836, Australia;
1 aprile 1836, Isole Keeling,
9 maggio 1836, Capo di Buona
Speranza;
8 luglio 1836; Isola di Sant'Elena;
2 ottobre 1836, Falmouth
In particolare, nell’arcipelago
delle isole Galapagos, notò diverse
specie di fringuelli che si
distinguevano per la lunghezza della
coda, per la forma del corpo e
soprattutto per la struttura del
becco. Le forme dei becchi erano
adatte alle particolari abitudini
alimentari dovute alle diverse
risorse alimentari offerte
dall’isola. La somiglianza fra le varie
specie fece pensare a Darwin che
esse avessero un antenato in
comune, ma che poi ogni gruppo si
fosse adattato alle condizioni
ambientali dell’isola in cui viveva.
Teoria evoluzionistica di Darwin
Darwin è il sostenitore dell’evoluzione per
selezione naturale. La sue teoria si basa su tre
punti fondamentali:
-antenato comune;
-evoluzione;
-variabilità.
In particolare l’evoluzione è condizionata dalla selezione naturale: infatti, secondo Darwin, l’ambiente naturale
“seleziona” gli individui con i tratti migliori per sopravvivere.
Egli partiva da due osservazioni dalle quali si potevano dedurre due conseguenze:
oss.1) variabilità individuale;
oss.2) prole in eccesso: gli individui possono generare una prole più numerosa di quella che poi sopravviverà;
cons.1) diverso successo riproduttivo: individui diversi di una specie hanno diverse probabilità di riprodursi;
cons.2) progressivo accumulo di tratti vantaggiosi: generazione dopo generazione sempre più individui
presenteranno tratti vantaggiosi.
Darwin e Lamarck a confronto
Per Lamarck in tutti gli esseri viventi c’è una spinta interna verso il cambiamento,
che li fa diventare più complessi, che si manifesta attraverso l’uso più o meno
intenso di determinati organi, portandoli alloro sviluppo o alla loro regressione in
rapporto alle esigenze ambientali. I caratteri acquisiti in tale modo vengono
trasmessi ai discendenti. Gli esseri viventi cambiano, mirando ad un fine che
rappresenta sempre un miglioramento rispetto al passato. Per Lamarck, alla base
dell’evoluzione c’è la tendenza verso il progresso.
Per Darwin, invece, i caratteri si sviluppano indipendentemente
dall’ambiente, che non causa la loro comparsa, ma si limita a selezionarli:
sono trasmessi ereditariamente non perché acquisiti ma perché già
posseduti da chi viene selezionato.
Un esempio classico per confrontare le tesi di Darwin e
Lamarck è quello del collo delle giraffe.
LAMARCK
Gli antenati delle giraffe erano antilopi a collo corto e
brucavano l'erba dei prati. Ma alcuni di essi
desideravano mangiare le foglie degli alberi, perciò si
sono sforzati di allungare il collo per
raggiungerle.
Per effetto di questo desiderio il collo durante la vita si è
effettivamente allungato.
Questo allungamento del collo, avvenuto durante la vita,
si trasmette ai figli. L'allungamento del collo non si è
manifestato in tutti gli antenati. Così molti di essi
continuano a vivere
col collo corto fino a quando c'è abbastanza cibo.
DARWIN
Gli antenati delle giraffe erano antilopi a collo corto. Col crescere della popolazione i pascoli diventavano
insufficienti e la fame spinge gli erbivori ad una continua ricerca del cibo.
Un giorno nasce per caso un antilope col collo più lungo. Nella competizione per il cibo esso ha un
vantaggio, perché può mangiare le foglie più alte, lì dove gli altri non arrivano.
Nella selezione naturale il collo più lungo non viene eliminato, essendo esso un carattere vantaggioso,e si
trasmette ai figli.
Dalle antilopi si originano a poco a poco un gruppo con il collo lungo. Con l'aumento di essi si forma
una nuova specie.
L’evoluzione è il tema centrale della biologia, in
quanto è l’unico concetto in grado di spiegare ciò
che sappiamo della vita.
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