L’esistenzialismo
Storia della filosofia
contemporanea
L’esistenzialismo
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Corrente di pensiero sfaccettata e articolata
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sviluppatasi negli anni del primo dopoguerra
Germania: Karl Jaspers, Martin Heidegger
Francia: Jean-Paul Sartre, Gabriel Marcel,
Albert Camus
Italia: Nicola Abbagnano, Luigi Pareyson
Russia: Lev Šestov, Nikolai Berdjaev
Il carattere finito e limitato
dell’esistenza
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Attenzione per gli aspetti limitativi o negativi della
condizione umana (finitudine dell’uomo)
Ragioni storiche della nascita dell’esistenzialismo
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Ritorno a Kierkegaard
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esperienza della prima guerra mondiale
crollo dell’ottimismo ottocentesco
importanza dei temi della scelta, dell’angoscia, della solitudine
del singolo
Importanza di Dostoevskij e Kafka
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enigmaticità e problematicità dell’esistere
L’esistenza
quale “modo d’essere” dell’uomo
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Riflessione sull’esistenza quale modo d’essere proprio
dell’uomo
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L’uomo non è un essere prefissato e predeterminato
L’uomo non “è”, ma “si fa” con le sue scelte e le sue decisioni
L’uomo è scelta, progetto, trascendenza
L’uomo è libero e responsabile delle sue scelte di vita
Concezione non-sostanzialistica dell’uomo
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L’esistenza precede l’essenza
Centralità del singolo quale essere
situato, ma libero di autoprogettarsi
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L’uomo dell’esistenzialismo
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Il singolo individuo è
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non è l’uomo in senso generico
ma il singolo individuato e irripetibile
biologicamente, storicamente, culturalmente, socialmente
situato
libero di autoprogettarsi
Contro la riduzione del singolo a cosa
Contro le filosofie totalizzanti (alla Hegel)
La scelta in Kierkegaard
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vita estetica (seduttore)
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vita etica (padre di famiglia)
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scegliere di non scegliere (non impegnarsi)
godere l’attimo isolato
mancanza di continuità e serietà
scegliere una forma di vita determinata
serietà e continuità dell’esistenza
vita religiosa: vivere, nella sequela di Cristo, in conflitto
col mondo (invece che conciliato col mondo)
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il cristianesimo: lotta e sofferenza
La scelta in Heidegger e Jaspers
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Heidegger:
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vita “inautentica”: adeguarsi ai criteri di giudizio e al modo di
vivere della maggioranza, vivendo quindi sotto il dominio del
“si” (opinione pubblica)
vita “autentica”: vivere in base alle proprie scelte e alle proprie
decisioni, senza più farsi condizionare
Jaspers:
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esser-ci: perseguire i propri interessi quotidiani
esistere: dare alla propria vita un contenuto e una direzione
precisi
La scelta in Sartre e Camus
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Sartre:
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accettazione disincantata della propria condizione di libertà
ingiustificata (senza certezze)
assunzione di un ben preciso ruolo sociale
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garantisce riconoscimento e sicurezza
libera dall’angoscia
Camus:
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rivolta contro l’assurdità dell’esistere (inevitabilità dello scacco)
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dare senso a una realtà senza senso (Sisifo)
suicidio intellettuale
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rifugiarsi in una fede religiosa
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