J.P. SARTRE
L’esistenzialismo
L'esistenzialismo (filosofia dell'esistenza) è
quella corrente di pensiero che nasce in
Europa a partire dal 1930 grazie all'apporto di
Heidegger (che non accettò comunque di
essere collocato entro il movimento), Jaspers
e Sartre, esponenti di spicco di un più vasto
movimento filosofico.
SIGNIFICATO DI ESISTENZA
L'esistenza di cui si occupa
l'esistenzialismo ha un significato
preciso: l'esistenza è il divenire, secondo
la definizione di Heidegger è ex-sistere
(non permanere), ovvero ciò che è
sottoposto a un continuo mutare e a un
continuo proiettarsi verso ciò che
ancora non è.
Cambiamento di prospettiva
Se nel corso della storia del pensiero l'esistenza
è stata intesa come luogo dell'essenza stabile
di cui è composto ogni uomo e ogni cosa, per
l'esistenzialismo il carattere proprio
dell'esistenza è quello di avere dentro di sé il
mutamento continuo delle sostanze che
compongono le cose e gli uomini.
Il divenire
L'esistenza è quindi per l'esistenzialismo la
condizione propria dell'uomo che vive il
dinamismo della realtà non solo nella propria
coscienza ma anche e soprattutto nel proprio
essere
(l'essere
è
infatti
lo
stesso dipanarsi dell'esistenza nel tempo).
Es : De profundis clamavi (Baudelaire) 
DE PROFUNDIS CLAMAVI
Charles Baudelaire
Imploro pietà da Te, l'unica che io ami, dal fondo dell'anima in cui è caduto
il mio cuore. È un universo tristissimo, dall'orizzonte plumbeo, e vi si
muovono, la notte, l'orrore e la bestemmia;un sole privo di calore si libra
sopra per sei mesi, gli altri se la notte copre la terra; è un paese più nudo
della terra polare: né bestie, né ruscelli, né verde di boschi!
Non v'è orrore al mondo che sorpassi la fredda crudeltà di questo sole di
ghiaccio e di questa immensa notte simile al vecchio Caos;
io invidio la sorte dei più vili animali, che possono
inabissarsi in uno stupido sonno, tanto lentamente si
dipana la matassa del tempo.
Esistenza e possibilità
Proprio in quanto priva di un essenza
immutabile, l'esistenza si configura così come
possibilità libera e aperta, il luogo entro il
quale può accadere ogni cosa senza possibilità
di previsione. L'esistenza è il divenire, e il
divenire è ciò che si oppone contro ogni
possibilità di concepire la realtà come un
insieme di fatti che possono essere
determinati da una qualsiasi legge.
I debiti dell’esistenzialismo
• Da Kierkegaard e da Nietzsche l'esistenzialismo
eredita l'affermazione che il divenire si mostra più di
ogni altro nell'individuo, nelle sue libere scelte come
nella sua volontà di creare da sé la propria esistenza
e i propri valori.
• Nell'esistenzialismo, l'esistenza assolve quindi il
compito di essere l'orizzonte - la radice, la condizione
- del divenire, l'orizzonte che da un lato rende
possibile il divenire e dall'altro gli conferisce quei
caratteri di radicale minaccia, insicurezza, instabilità,
problematicità, finitezza, labilità, contingenza, che
avvolgono la vita dell'uomo
Sartre e la coscienza
• Primato della coscienza sulla realtà
• Sartre avverte che è l'uomo a dare un senso e
un significato al mondo, e non viceversa. La
coscienza non può astenersi da dare un senso
al mondo, e questo senso gli è attribuito in
primo luogo dalle emozioni che l'uomo prova
intenzionalmente nei confronti della realtà, la
quale ne rimane inevitabilmente condizionata.
La nausea: la gratuità dell'esistenza
La nausea è un romanzo di Jean-Paul Sartre, scritto nel 1932, e pubblicato,
dopo numerose radicali revisioni, nel 1938.
I personaggi:
• Antoine Roquentin: circa trent'anni, studioso di storia, la sua
solitudine lo porta a comprendere che è l'uomo a dare costantemente
un senso nobile e alto alla propria esistenza. Questa consapevolezza lo
condurrà a sentirsi nauseato di sé stesso e del mondo che lo circonda.
• L'Autodidatta: studia in ordine alfabetico i libri della biblioteca, la
stessa frequentata da Roquentin. Viene però cacciato dalla biblioteca
per aver tentato di sedurre un adolescente. Ateo, socialista,
umanitarista e ottimista, è il simbolo dell'illusione della cultura;
• Anny: ex-fidanzata di Roquentin, è un'attrice trentenne ormai
mantenuta dall'amante di turno. Anche Anny giunge alla
consapevolezza della vanità dell'esistenza.
L’uomo gettato
L'uomo si trova come gettato nel mondo, indipendentemente
dalla sua volontà, e il mondo è la sua contingenza (forti le
analogie con il dasein di Heidegger).
L'uomo si trova dunque nello stato di non poter rifiutare la sua
esistenza, il mondo come contingenza significa infatti che
l'esistere nel mondo e il relazionarsi con esso rappresentano
una necessità che ciascun uomo non può eludere. L'uomo,
dunque, può anche pensare il nulla (la non esistenza del
mondo) ma il mondo non scompare, è sempre lì, nella sua
evidenza, e anche il pensiero del nulla rientra nell'insieme
delle cose esistenti.
Gratuità dell’esistenza
La considerazione fenomenologica che sta al fondamento
dell'esistenzialismo sartriano, non può che ammettere
che non esiste alcun essere necessario (non esiste alcun Dio)
in grado di garantire e di attribuire un preciso e determinato
significato al mondo, infatti l'esistenza è già di per sé
compiuta entro i suoi limiti,
l'esistenza è assolutamente gratuita,
senza scopi e senza fini che non siano quelli di rendere esistenti
(e contingenti) gli uomini. La condizione di chi si sente esistere
è già vissuta come realtà necessaria, seppure assurda perché
senza uno scopo apparente (viviamo per vivere e per morire).
La nausea di Roquentin
La nausea che prova Antoine Roquentin, il protagonista del
romanzo, proviene dalla consapevolezza di essere immerso in
questo condizione di sostanziale gratuità della vita, ovvero il
sentire la vita come priva di un senso necessario che in altre
epoche gli era stata attribuita da Dio.
La vita, secondo Roquentin, nel momento in cui ci appare come
un unico e inevitabile flusso di esperienze senza un senso
proprio, provoca la grande vertigine della nausea.
Per Sartre la realtà non ci indica alcun fine e alcun significato, e
tuttavia, questo significato, può essere ricercato
individualmente: questa possibilità aperta ad ogni soluzione è
per analogia simile al meccanismo che determina l'angoscia in
Kierkegaard, seppure egli avesse trovato la soluzione
nell'abbandono al puro atto di fede irrazionale.
Lo scacco dell’ubriaco…
L'uomo si rende conto anche che, in relazione al
proprio destino, ogni attività umana si equivale, nel
senso che…
"E’ la stessa cosa, in fondo, ubriacarsi in
solitudine o condurre i popoli. L’uomo è
una passione inutile". (L’essere e il nulla)
… in quanto la realtà lo conduce comunque allo scacco,
ovvero alla sconfitta inevitabile.
Progettarsi dio
• Sartre sostiene che l'uomo, per sfuggire all'equivalenza di
ogni azione e all'inutilità delle proprie attività, progetta
nientemeno di essere Dio, ovvero progetta di essere l'essere
assoluto, il centro e la causa del mondo, ma è inevitabile che
questo suo tentativo venga frustrato in un continuo desiderio
di raggiungere l'irraggiungibile.
• Inoltre questo tentativo eterno di porsi al centro dell'esistente
e farsi causa del mondo viene irrimediabilmente
ridimensionato dalla presenza degli altri uomini, che
perseguono lo stesso obiettivo, e per questo i rapporti umani
non possono che essere irrimediabilmente conflittuali (Lo
sguardo dell’altro mi nullifica)
• Forti analogie con > Schopenhauer
L'esistenzialismo come libertà di scelta
• Ne L'esistenzialismo è un umanismo Sartre corregge in
parte il suo pessimismo e promuove l'atteggiamento
esistenzialista a speranza.
• Per l'esistenzialismo l'esistenza viene prima
dell'essenza (ovvero precede l'eventualità di un
principio primo rappresentato da Dio), e questo è un
modo per mettere al centro della vita l'uomo e la sua
libertà di scegliere da sé quale significato darsi (la
realtà non può costringerci in un ruolo perché non ha
coscienza di sé, è l'uomo che decide quale significato
darle).
L'esistenzialismo è un umanismo (1946)
"Certo, molti uomini non sono angosciati, ma noi
affermiamo che essi celano a se stessi la
propria angoscia, che la fuggono: certo, molti
uomini credono, quando agiscono, di non
impegnare che se stessi e, quando si dice loro:
- Ma se tutti facessero così? -, alzano le spalle
e rispondono: non tutti fanno così. Ma in
verità, ci si deve sempre chiedere: che cosa
accadrebbe se tutti facessero altrettanto?“
J.P.Sartre (L’esistenzialismo è un umanismo: conferenza del 1945)
L’uomo è un progetto
• L'uomo ha dunque la possibilità decisiva di dare
significato e valore all'esistenza in assoluta libertà
rispetto a qualsiasi principio e in questo risiede
l'ottimismo di chi può decidere da sé il proprio
futuro e fare da sé le proprie scelte
• Chi rinnega la propria angoscia agisce in malafede. E
il fatto di mentire implica un valore universale
attribuito alla menzogna. Ma l’angoscia deve portare
a un’azione, non rassegnazione. L’uomo in quanto
tale ha una responsabilità e chi lo nega mente a se
stesso.
La vita
•
Sartre, esponente di spicco dell'esistenzialismo, nasce a Parigi e studia
alla Normale, dove conosce, tra gli altri, Husserl e Heidegger, rimanendo
influenzato dal loro pensiero. Nel 1929 conosce Simone de Beavour, cui si
legherà per tutta la vita. I primi lavori risentono dell'influenza della
fenomenologia, nel 1938 pubblica il suo più famoso romanzo, La nausea.
• Nel 1940, richiamato alle armi, venne fatto prigioniero dei tedeschi. Nel
1943 pubblica L'essere e il nulla, primo lavoro propriamente filosofico.
Nel dopoguerra si avvicina al pensiero marxista per poi abbandonarlo in
seguito alla repressione in Ungheria. Nel 1964 riceve il premio Nobel per
la letteratura, ma si rifiuta di ritirarlo.
• Dopo avere appoggiato il movimento studentesco ed espresso il suo
parere negativo sulla guerra del Vietnam, muore a Parigi nel 1980.
• Opere principali: La nausea (1938); Immagine e
coscienza (1940); L'essere e il nulla (1943); I cammini della libertà (194549);L'esistenzialismo è un umanismo (1946); Critica della ragione
dialettica (1960); Le parole (1963)
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Sartre