Laparoscopic sleeve gastrectomy is a surgical procedure performed on obese patients. Staple line leak is its most life threatening complication. The use of covered, esophageal, selfexpandable metal stents has been supported by many authors. In detail Megastent®, recently merchandised, seems (for its structural features) the best option for the stenting treatment. Further studies based on larger series are needed to better evaluate patient outcome. Parole chiave: chirurgia bariatrica, fistola, obesità, sleeve gastrectomy, protesi endoscopiche, terapia Key words: bariatric surgery, leak, obesity, sleeve gastrectomy, endoscopic stent, therapy IF - Luca Magno Simona Ruggiero Teresa Russo Vincenzo Pilone Pietro Forestieri Giuseppe Galloro - - Dipartimento di Chirurgia Generale Geriatrica, Oncologica e Tecnologie Avanzate Servizio Centralizzato di Endoscopia Digestiva Operatoria Facoltà di Medicina e Chirurgia Università “Federico II” di Napoli Area Funzionale di Chirurgia Generale Oncologica Video-Assistita Università “Federico II” di Napoli Introduzione La sleeve gastrectomy laparoscopica (LSG), descritta per la prima volta da Gagner (1) nel 2003 rappresenta attualmente una ben standardizzata opzione terapeutica per il trattamento chirurgico di differenti gradi di obesità (2,3). L’intervento consiste, dopo aver effettuato la scheletrizzazione della grande curvatura gastrica, sezionando il legamento gastro-colico e gastro-splenico, in una resezione gastrica verticale "a manica" (sleeve) praticata lungo la grande curvatura. Sulla guida di una bugie, partendo da 6-8 cm dal piloro, si procede alla tubulizzazione dello stomaco utilizzando una suturatrice lineare laparoscopica con cui si asporta completamente il fondo gastrico e si ottiene uno stomaco residuo di 60-150 ml. Fin dalla sua introduzione la LSG ha ottenuto un crescente consenso sia per la semplicità tecnica che per risultati (4). Specifiche complicanze descritte compren- Giorn Ital End Dig 2012;35:327-330 La sleeve gastrectomy laparoscopica è una procedura chirurgica per il trattamento dell’obesità, la cui più temibile complicanza è la deiscenza della rima di sutura. La terapia con protesi esofagee ricoperte autoespansibili è stata proposta da diversi autori. In particolare il Megastent®, di recente commercializzazione, sembra rappresentare (per le sue caratteristiche strutturali) la migliore opzione nell’ambito dello stenting. Tuttavia saranno necessari studi su maggiori casistiche. Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Protesi metalliche autoespansibili nel trattamento endoscopico di deiscenze post sleeve gastrectomy: attuali conoscenze e nuovi orientamenti 327 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche dono il sanguinamento della linea di sutura e la stenosi, mentre la deiscenza della linea di sutura rappresenta l’evenienza più seria associata ad un alto tasso di morbilità e per il cui management sono stati proposti differenti approcci terapeutici (5-8). Il re-intervento è spesso necessario anche se gravato da un alto tasso di morbilità e mortalità. L’indicazione assoluta al trattamento chirurgico sono la presenza di una mediastinite o una peritonite, una persistente severa sepsi e la presenza di un’ampia deiscenza. Pazienti selezionati possono essere trattati con misure conservative che includono: nutrizione parenterale, somministrazione endovenosa di antibiotici a largo spettro e drenaggio interventistico. Negli ultimi anni alcune metodiche endoscopiche come l’utilizzo di protesi metalliche autoespansibili ricoperte, sono state maggiormente utilizzate per il trattamento delle deiscenze anastomotiche con lo scopo di ottenere una riparazione non chirurgica mini-invasiva (9,10). La deiscenza post LSG Luca Magno et al > Le C-SEMS nel trattamento endoscopico di deiscenze post LSG 328 La deiscenza della linea di sutura della sleeve gastrectomy presenta un’incidenza variabile dallo 0.5 al 7% (6,11,12) anche se il reale tasso è probabilmente sottostimato. Una dettagliata review dell’American Society for Bariatric and Metabolic Surgery riporta un tasso globale di complicanze dopo LSG variabile fra lo 0 ed il 24%, con una percentuale di deiscenze del 16-20% dei casi in diverse casistiche di chirurghi esperti (11). La giunzione esofago-gastrica e la porzione prossimale dello stomaco vicino all’angolo di His sono i punti dove più frequentemente si verifica la deiscenza (3,5,7,8); tuttavia il motivo di tale predominanza appare sconosciuto. Baker (13) ha suggerito che le deiscenze della linea di sutura sono secondarie ad un indebolimento del processo di cicatrizzazione che può avere diversi fattori di rischio (debolezza della linea di sutura, scarsa irrorazione sanguigna, infezione, scarsa ossigenazione con conseguente ischemia) ma che, in generale, possono essere suddivise in due principali categorie: cause ischemiche e cause meccaniche-tissutali. Alcuni autori affermano che molte fistole non sono dovute ad un errore o difetto della sutura meccanica quanto piuttosto ad un’ischemia della parete gastrica lungo la linea di sutura verosimilmente conseguente alla devascolarizzazione della giunzione gastro-esofagea durante la dissecazione e mobilizzazione della grande curva con l’utilizzo dei Ultracision® e LigaSure® system (14). Dall’altro lato, un effetto meccanico può essere invocato quando la pressione all’interno del tubulo gastrico, in associazione con una bassa compliance dello stesso, supera il grado di resistenza della linea di sutura meccanica, situazione che probabilmente si manifesta in particolare in pazienti con difficoltà di svuotamento gastrico a causa di una stenosi della porzione mediana o distale del tubulo (15). È stato a tal proposito anche consigliato di rinforzare con un sopraggitto la sutura meccanica lineare della sleeve gastrectomy, anche se non esistono evidenze scientifiche a supporto di tale soluzione (16). Inoltre, a prescindere dal meccanismo patogenetico (ischemico o meccanico) la fisiologia del tubulo gastrico normale deve essere meglio considerata. Studi che hanno valutato il volume e la pressione dopo LSG hanno chiaramente dimostrato che la porzione dello stomaco che viene rimossa (fondo e corpo) è certamente la più distensibile con un’importante funzione di serbatoio (15,17). Il volume del tubulo gastrico è meno del 10% del volume dell’intero stomaco e la pressione media all’interno del tubulo è più alta (43±8 mm Hg vs. 34±6 mm Hg, p<0.005). Inoltre, la funzione di valvola del cardias e del piloro persistono nel tubulo gastrico così come la funzione di pompa peristaltica dell’antro, meccanismi che aumentano entrambi ulteriormente la pressione all’interno dello stomaco residuo. Il trattamento endoscopico con protesi metalliche autoespansibili L’utilizzo di protesi metalliche ricoperte autoespansibili ricoperte (C-SEMS) nel trattamento delle deiscenze della linea di sutura della sleeve gastrectomy è stato proposto da diversi Autori negli ultimi anni (8-10,14). Gli stent costituiscono una barriera fisica tra la fistola ed il contenuto intraluminale favorendo la cicatrizzazione e la chiusura del difetto della parete consentendo allo stesso tempo la nutrizione per os. Tuttavia, i dati sull’efficacia di tale procedura sono limitati ed alcuni aspetti tecnici non risultano ancora ben definiti. Nel selezionare i candidati per questo trattamento devono essere rispettati i seguenti criteri: • ogni ascesso o raccolta intra-addominale deve essere preventivamente drenata (14) • le deiscenze localizzate nella porzione prossimale e media della linea di sutura del tubulo gastrico sono le uniche suscettibili al trattamento con stent (7,9,10) • le dimensioni della deiscenza non devono essere maggiori di 2 cm (9) • la scelta dello stent dovrebbe basarsi sulla stima del diametro del tubulo gastrico, utilizzando in caso di dubbio, uno stent di maggiori dimensioni per evitare la migrazione (9,10) • deiscenze tardive (oltre una settimana dall’intervento) presentano migliori risultati (8,18,19) • la maggior parte degli Autori raccomanda di mantenere lo stent in sede per un periodo di 6-8 settimane. IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche I risultati di tale metodica riportati in letteratura sono quanto mai variabili, anche se si tratta per lo più di case report o di piccole casistiche; pertanto allo stato attuale mancano ampi dati statisticamente attendibili. La migrazione dello stent rappresenta la complicanza più frequente, riportata nel 30% dei casi in alcuni lavori (9,10,18) e fino al 42-50% dei casi in altri (8,20). L’alta percentuale di migrazione può essere spiegata dai seguenti punti: figura. 1: controllo RX post-posizionamento del Megastent®: il corpo della protesi, più lungo di qualsiasi stent esofageo, permette l’apertura della campana prossimale a livello esofageo iuxtacardiale e di quella distale a livello del bulbo duodenale, tutorando l’intero tubulo gastrico. A tal proposito ci sembra importante riportare la nostra recente esperienza nel trattamento di una deiscenza della linea di sutura dopo LSG mediante l’utilizzo di un nuovo stent, completamente ricoperto, dedicato al trattamento delle deiscenze post LSG chiamato Megastent® (Taewoong Medical Industries). Il dispositivo, grazie alle sue specifiche caratteristiche, può risolvere alcune delle problematiche sopra riportate. L’estremità prossimale e distale della protesi leggermente svasate ed a profilo alto permettono un buon ancoraggio. Il corpo dello stent è più lungo di qualsiasi stent esofageo (15, 18 e 23 cm) consentendo l’apertura della campana prossimale a livello esofageo iuxtacardiale e di quella distale a livello del bulbo duodenale così da tutorare l’intero tubulo gastrico (figura 1) eliminando il gradiente pressorio e la condizione di alta pressione all’interno del tubulo stesso, favorendo la chiusura del difetto di parete. A nostro avviso questo aspetto rappresenta il maggior vantaggio del Megastent®. L’ampio diametro (24 o 28 mm) assicura un’ottima aderenza della protesi alla parete del tubulo gastrico anche nella porzione antrale esercitando un’adeguata forza radiale per dilatare una possibile stenosi. Inoltre, la perfetta adesione del Megastent® all’intero tubulo, consente di poter trattare anche deiscenze del segmento antrale (che prima costituiva una controindicazione allo stenting). La lunghezza ed il diametro, peraltro, limitano le possibilità di dislocazione del dispositivo. Lo stent è completamente ricoperto per prevenire l’inglobamen- to delle maglie nella parete gastrica a causa dalla formazione di tessuto di granulazione che può renderne difficoltosa la rimozione, mentre la flessibilità della rete metallica appare sufficiente per permettere l’adattamento dello stent alla conformazione anatomica del tubulo gastrico. Nel nostro caso abbiamo utilizzato un Megastent® della lunghezza di 23 cm con diametro di 24 mm, che è stato agevolmente rimosso dopo 60 gg dal posizionamento ottenendo la completa chiusura della deiscenza. Due problematiche relative al trattamento con tale dispositivo sono state, tuttavia, riscontrate: un reflusso esofageo biliare con vomito biliare durante l’intero trattamento (parzialmente ridotto con l’assunzione di Domperidone) ed una lesione erosiva del bulbo duodenale evidenziata dopo la rimozione dello stent, verosimilmente causata dal decubito del margine libero della campana distale. Giorn Ital End Dig 2012;35:327-330 • gli stent utilizzati sono disegnati per essere utilizzati nelle palliazioni di stenosi esofagee e pertanto in questo caso vengono adattati ad una differente sede e ad un diverso obiettivo • la ridotta aderibilità dello stent alla porzione distale del tubulo non consente un sufficiente ancoraggio della protesi • il rivestimento della protesi, indispensabile per ottenere la chiusura della fistola e per prevenite l’inglobamento delle maglie nella parete gastrica, riduce tuttavia la presa dello stent sulla superficie mucosa favorendone il dislocamento lungo il tubulo gastrico. 329 IF Iniziative Formative > Tecniche endoscopiche Conclusioni In conclusione, riteniamo che il trattamento dei pazienti con deiscenza post LSG richiede un approccio multidisciplinare che dovrebbe essere affidato a centri specializzati. Il posizionamento di stent metallici autoespansibili ricoperti, in pazienti appropriatamente selezionati, è un trattamento sicuro ed efficace per le deiscenze della linea di sutura dopo LSG. Consente infatti un trattamento mini-invasivo con un accettabile tasso di complicanze e con lieve disconfort per il paziente evitando il ricorso a procedure chirurgiche più invasive. Infine, sebbene i dati siano limitati, riteniamo che il Megastent®, grazie alle sue specifiche caratteristiche tecniche, rappresenti la migliore soluzione dell’opzione “stent” per il trattamento delle deiscenze post LSG. Ulteriori studi con più ampie casistiche sono tuttavia necessari per valutare i risultati in questi pazienti. Corrispondenza Luca Magno et al > Le C-SEMS nel trattamento endoscopico di deiscenze post LSG 330 Giuseppe Galloro Servizio di Endoscopia Digestiva Operatoria Università di Napoli "Federico II" Facoltà di Medicina e Chirurgia Via S. Pansini, 5 - 80131 Napoli Tel. + 39 081 746 20 46 Fax + 39 081 746 28 15 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Gagner M, Rogula T. Laparoscopic reoperative sleeve gastrectomy for poor weight loss after biliopancreatic diversion with duodenal switch. Obes Surg 2003;13:649-654. 2.Baltasar A, Serra C, Perez N et al. Laparoscopic sleeve gastrectomy: a multi-purpose bariatric operation. Obes Surg 2005;15:1124-1128. 3.Tucker ON, Szomstein S, Rosenthal RJ. Indications for sleeve gastrectomy as a primary procedure for weight loss in the morbidly obese. J Gastrointest Surg 2008;12:662-667. 4.Roa PE, Kaidar-Person O, Pinto D et al. Laparoscopic sleeve gastrectomy as treatment for morbid obesity: technique and short term outcome. Obes Surg. 2006;16:1323-1326. 5.Frezza EE, Reddy S, Gee LL et al. Complications after sleeve gastrectomy for morbid obesity. Obes Surg 2009;19:684-687. 6.Csendes A, Braghetto I, León P et al. 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