“INCIDENTALOMI” DELLA TIROIDE: SPESSO LE MALATTIE DELLA TIROIDE NON
DANNO SEGNO DI SE’
La tiroide, ghiandola di importanza fondamentale per l’intero equilibrio del nostro
organismo, è oggetto di particolare attenzione da parte dei nostri Specialisti in Endocrinologia
a cura del dr.Giovanni Santambrogio - Specialista in Endocrinologia
La tiroide è una piccola ghiandola endocrina a forma di farfalla, posta nella parte anteriore del collo.
Essa è in grado di sintetizzare e produrre l’ormone tiroideo sotto forma di Tiroxina (T4) e triiodotironina (T3).
Nel sangue però tali ormoni vengono trasportati ai tessuti legati a proteine, dalle quali poi si
liberano: sono proprio le frazioni libere, note come FT3 e FT4, ad essere biologicamente attive e
pertanto sono loro quelle dosate nel sangue.
Tali ormoni sono fondamentali nella regolazione di numerose funzioni organiche: la crescita, il
metabolismo, la frequenza cardiaca, il ciclo mestruale, il peso corporeo, i livelli di colesterolo e il
sistema nervoso centrale.
NODULI: la presenza di noduli tiroidei nella popolazione è elevata, intorno al 4-5 %, e spesso il
loro riscontro è del tutto casuale.
Infatti, uno o più noduli sono scoperti casualmente fino nel 50 per cento dei pazienti che eseguono
un’ecografia del collo per vari motivi: tale riscontro viene definito “incidentaloma” e può
coinvolgere anche altri distretti quali surrene, ipofisi.
Essi risultano sempre più facilmente rilevabili grazie all’utilizzo di precise tecniche di diagnostica
per immagini, quali Ecografia, TAC e RMN
Oltre il 95% dei noduli tiroidei sono benigni; nel restante 3-5% dei casi il nodulo tiroideo singolo o
prevalente in un gozzo multinodulare, è costituito da un tumore maligno.
I dati epidemiologici relativi alle lesioni nodulari tiroidee sono molto diversi, a seconda si usino
criteri clinici, indagini ecografiche o studi sistematici di materiale autoptico; il metodo utilizzato fa,
infatti, oscillare la presenza di noduli tiroidei isolati tra il 5% e il 50% dei soggetti studiati.
Una buona parte di questi noduli non viene rilevata in vita: la casistica
autoptica di Mortensen, della Mayo Clinic, dimostrò che il 35% dei noduli
tiroidei di 2 cm. di diametro rilevati all'autopsia non erano mai stati diagnosticati.
Attualmente i dati epidemiologici più condivisi sono:
- tra il 5% e il 10% della popolazione per il nodulo tiroideo
- dello 0.004% per il carcinoma della tiroide.
Un nodulo tiroideo avrebbe quindi una probabilità su 1250 di essere una neoplasia maligna o, in
altre parole, in 1250 noduli rilevati palpatoriamente si nasconde un solo carcinoma tiroideo.
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Può anche essere utile ricordare alcuni semplici concetti di patologia cellulare; la tiroide è composta
di gruppi cellulari (follicoli) inseriti in una componente di sostegno (“stromale”) relativamente poco
elastica, perciò ogni stimolo che determini la crescita dei follicoli comporterà un aspetto bozzoluto
e a più noduli della ghiandola, in altre parole formazione di pseudonoduli: questi ultimi non sono
mai di natura tumorale.
Il vero nodulo nasce invece dallo sviluppo anomalo di una cellula modificata, che dà origine a un
carcinoma (tumore maligno) o a un adenoma (tumore benigno).
Saranno l’anamnesi e l’esame obiettivo a guidare il successivo iter diagnostico, evidenziando
elementi di sospetto di neoplasia o di benignità.
In generale, l'incidenza del nodulo tiroideo singolo, neoplastico e non, appare
essere più frequente:
- nei soggetti con familiarità per patologia tiroidea
- negli invalidi portatori di sindrome di Down
- nel rarissimo caso di persone che abusino di cibi contenenti sostanze
gozzigene
- nei pazienti in trattamento con Litio
- nel periodo del post-partum
- in chi proviene da zone note per carenza iodica.
Molto importante sarà la ricerca sistematica dei fattori indicativi di
patologia nodulare benigna:
- una storia familiare di tiroidite di Hashimoto o di tiroidite cronica
autoimmune (ricordando che una patologia neoplastica non primitiva della
ghiandola - il raro linfoma tiroideo - è più frequente in queste malattie.)
- la presenza di noduli benigni o di gozzo nei parenti diretti
- sintomi di ipo od ipertiroidismo
- dolore associato al nodulo
- un nodulo soffice, liscio e mobile
- un gozzo multinodulare senza un nodulo dominante.
Il sospetto di malattia neoplastica può nascere da:
- familiarità per malattia o carcinoma tiroideo
- età inferiore ai 30 anni o superiore ai 60 anni.
- sesso maschile
- disfagia o raucedine associate al nodulo.
- nodulo duro, fisso e con superficie irregolare
- presenza di adenopatia latero-cervicale
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una storia di pregresso carcinoma tiroideo, ad esempio l'insorgenza di un
nodulo nel lobo residuo dopo emitiroidectomia per malattia neoplastica
- possibili pregresse irradiazioni della regione cervicale; la RT per malattie neoplastiche linfoidi o
del distretto cervico-facciale è frequente.
COSA FARE QUANDO VIENE SCOPERTO L’INCIDENTALOMA
Dopo aver raccolto una corretta storia anamnestica del paziente, l’esame obiettivo può fornire
ulteriori importanti elementi di valutazione: alla palpazione un nodulo sembra essere apprezzabile
per dimensioni tra 1 e 1.5 cm.; se anteriore sarà più facilmente obiettivabile. Si dovrà ricercare:
- se singolo o multiplo
- se, a un controllo successivo, sia aumentato di dimensioni o consistenza
- se fisso o mobile sui piani superficiali e profondi.
- se abbia una superficie regolare oppure bozzuta
- se dolente alla palpazione
- se sia presente adenopatia latero-cervicale e sopraclaverare.
I passi successivi sono rappresentati da:

dosaggio plasmatico di TSH e FT4 utile a escludere una condizione di ipo o ipertiroidismo
(insuff. o eccessiva presenza di ormoni tiroidei in circolo, rispettivamente.)

un esame non invasivo quale l’Ecografia tiroidea con studio Doppler fornirà alcune importanti
caratterische dei noduli (struttura solida o mista, margini regolari o sfrangiati, presenza o meno
di calcificazioni, vascolarizzazione assente, periferica o intralesionale.)
Infine il percorso diagnostico può arrivare a prevedere l’esecuzione di un Agoaspirato spesso
ecoguidato del nodulo: si tratta di un’indagine minimamente invasiva che permette l’analisi
citologica del materiale aspirato dalla lesione nodulare, consentendo, nella maggior parte dei casi,
una diagnosi affidabile della natura di un nodulo della tiroide.
Tuttavia va ribadito che la stragrande maggioranza dei noduli tiroidei è benigna: solo nel 3% è
presente un carcinoma della tiroide.
Tutte queste considerazioni sottolineano l’importanza di un adeguato screening effettuabile con
semplici accertamenti non invasivi o leggermente invasivi (dosaggio ormonale comprensivo della
valutazione degli anticorpi anti-tiroide; Ecografia, Agoaspirato), i quali consentono di individuare
alterazioni spesso misconosciute e di impostare cosi il più adeguato iter diagnostico-terapeutico.
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