“HOWARD GARDNER E LA TEORIA DELLE INTELLIGENZE MULTIPLE - PARTE SECONDA” PROF. BARBARA DE CANALE Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda Indice 1 LE INADEGUATEZZE DELLA SCUOLA------------------------------------------------------------------------------- 3 2 IL PROGETTO SPECTRUM ----------------------------------------------------------------------------------------------- 5 3 TIRANDO LE SOMME ------------------------------------------------------------------------------------------------------ 8 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 9 Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda 1 Le inadeguatezze della scuola Ciascun bambino possiede, a parere di Gardner, innumerevoli potenzialità e competenze, connotate culturalmente, che vengono sovente sottostimate o non colte da una scuola caratterizzata da procedure di valutazione (i QI tests) e da metodi didattici che privilegiano esclusivamente gli studenti dotati di intelligenza linguistica e logico-matematica. Tale scuola si rivela, altresì, incapace di motivare ed entusiasmare gli allievi, di trasmettere loro il senso dell’impegno scolastico, di proporre apprendimenti connessi al mondo reale, di promuovere la padronanza di un ambito conoscitivo. Essa, pertanto, si accontenta del “compromesso delle risposte corrette”, ossia dell’esibizione, da parte dei suoi studenti, di “prestazioni meccaniche, ritualistiche e convenzionali”, che non garantiscono la presenza di una comprensione profonda né della capacità di applicare quanto appreso in contesti differenti. È proprio per tale ragione che, secondo l’autore, nel “discente scolastico”, sopravvive la mente incolta di un bambino di cinque anni con tutto il suo carico di teorie intuitive, di stereotipi, di concezioni errate che l’istruzione successiva non riesce ad estirpare in quanto ignora. La scuola, perciò, secondo Gardner, se vuole operare in vista del successo di tutti i suoi studenti, deve: - attivarsi per riconoscere le potenzialità ed i talenti di ciascuno, ed operare in vista di una loro valorizzazione e di un loro sapiente impiego ai fini dell’acquisizione delle conoscenze curricolari; - riconoscere, affrontare ed estirpare le concezioni errate, le false credenze e gli stereotipi acquisiti dal bambino; - preservare e valorizzare i poteri della mente infantile: la curiosità, il gusto per l’avventura, la creatività e l’immaginazione, la flessibilità e la generatività. Se tale discorso è valido per l’educazione nei Paesi occidentali, a maggior ragione resta valido in riferimento all’educazione nei Paesi aventi una cultura diversa, in cui si è in presenza di conoscenze, di stili di apprendimento, di attitudini, di valori che sono stati acquisiti, promossi e consolidati in contesti culturali caratterizzati da differenti tradizioni ed appare perciò improponibile un’educazione che non tenga conto del bagaglio già posseduto dal bambino nel momento in cui fa il Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 9 Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda suo ingresso a scuola e che non operi in direzione di una valorizzazione delle effettive potenzialità già presenti. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 9 Università Telematica Pegaso 2 Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda Il Progetto Spectrum Proprio ai fini dell’individuazione delle potenzialità dei bambini e di una loro valorizzazione, Gardner ha ideato nel 1984, assieme ad un gruppo di ricercatori della Harvard University e della Tufts University, il Progetto Spectrum, destinato ai bambini di età prescolare e volto a configurare la classe quale ambiente di apprendimento che offra una grande quantità di materiali e di attività legate alla vita reale e che punti a stimolare l’interesse per la scoperta, la costruzione di significati, la creazione di sistemi simbolici. Il Progetto Spectrum prevede anzitutto una vasta gamma di centri di apprendimento, dedicati ad otto aree: il linguaggio, la matematica, le scienze naturali, la meccanica e la costruzione, l’arte, la comprensione sociale, la musica, il movimento. In ciascun centro sono forniti materiali coinvolgenti, acquistati, fatti a mano o riciclati, che consentono le attività manuali, la partecipazione libera, le esperienze per piccoli gruppi. Ogni bambino è poi valutato individualmente in ogni ambito sulla base di due criteri: la competenza dimostrata in un’area, intesa nella forma di abilità chiave, e l’interesse manifestato, dedotto dalla frequenza di scelta di un centro di apprendimento e dal tempo di permanenza in esso trascorso. Una volta individuati i punti di forza dei bambini, l’insegnante può supportarli attraverso varie strategie: mantenendo aperto un centro e modificando spesso i materiali; incoraggiando il bambino ad effettuare esplorazioni ulteriori, invitandolo a sviluppare progetti o a condividere le proprie esperienze di apprendimento con gli altri; esortandolo a mostrare i suoi prodotti a compagni e genitori. I punti di forza dei bambini, infine, possono essere utilizzati per migliorare le prestazioni tradizionali; tale fase è definita bridging, ossia costruire ponti, e prevede due livelli: uno collettivo in cui le capacità degli allievi sono collegate ad altre aree di apprendimento sfruttando l’interazione tra pari, le attività di gruppo e il metodo dei progetti; e uno individuale in cui le attività educative sono adattate alle abilità, agli stili di lavoro, alla personalità del bambino 1. Ciascun allievo può essere sollecitato a mettersi in gioco in aree maggiormente competitive sfruttando il piacere provato nella sua area di forza, la motivazione, l’incremento dell’autostima, la sensazione di successo. Allo stesso modo, lo stile di apprendimento, il contenuto o le componenti 1 Cfr. J. CHEN, M. KRECHEVSKY, J. VIENS, E. ISBERG, Buildung on Children’s Strenghts, tr. it., P. NICOLINI, B. POJAGHI (a cura di), Cominciare a costruire dalle potenzialità dei bambini: L’esperienza del Progetto Spectrum, Junior, Bergamo 2001. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 9 Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda strutturali di un ambito di forza possono essere impiegati quali veicoli o strumenti per introdurre il bambino in altri settori2. In tutto ciò, l’insegnante assume il ruolo di allenatore e di facilitatore, guida che pone problemi e domande provocatorie, suggerisce ipotesi, invita alla verifica. Il Progetto Spectrum, inoltre, si avvale di due altre fondamentali risorse: il museo e il tutorato. Il museo per bambini, in particolare, rappresenta lo strumento e l’occasione per realizzare esperienze educative risonanti, ossia opportunità formative in cui i concetti fondamentali possano essere interiorizzati e compresi in modo più completo, grazie alla loro presentazione in contesti differenti. Materiali identici ed esperienze simili vengono incontrate dal bambino nell’ambiente formale della scuola ed in quello informale del museo, favorendo, in tal modo, la possibilità di realizzare processi di transfert dell’apprendimento. Fondamentale è il coinvolgimento e la partecipazione dei genitori, resi consapevoli del valore educativo delle visite al museo e considerati quali terzo polo nel triangolo della risonanza (scuola-museo-casa). I programmi di tutorato, invece, prevedono l’affiancamento del bambino da parte di un adulto competente e motivato appartenente alla comunità; quest’ultimo offre un modello di azioni e di valori in un particolare settore disciplinare e professionale, e rende possibili esperienze che richiamano le forme dell’apprendistato tradizionale. Tali programmi consentono di cogliere i legami tra l’apprendimento in classe ed il mondo reale, favoriscono lo sviluppo di strette relazioni personali e delle abilità sociali, rendono possibile la presa di coscienza delle proprie potenzialità e dei propri interessi, l’acquisizione di nuove competenze ed abilità in specifici domini, il rafforzamento delle abilità di base. Il Progetto Spectrum, pertanto, può rappresentare un valido modello da tenere in considerazione nelle proposte educative destinate ai Paesi i più svariati; e questo per una pluralità di sue caratteristiche: l’offerta di occasioni di apprendimento afferenti ai più svariati campi, stimolanti le varie intelligenze e connesse a situazioni di vita reale; la valorizzazione dei punti di forza posseduti da ciascuno; il sapiente impiego delle potenzialità individuate quali strumenti per l’acquisizione delle conoscenze curricolari; la stretta connessione tra l’ambiente formale della 2 Cfr. J. CHEN, E. ISBERG, M. KRECHEVSKY, Project Spectrum: Early Learning Activities. Teacher’s College, New York 1998, tr. it., P. NICOLINI, B. POJAGHI (a cura di), Project Spectrum: Prime attività di apprendimento, Junior, Bergamo 2002. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 9 Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda scuola e gli ambienti informali della comunità; l’apprendistato; il coinvolgimento dei membri del contesto di appartenenza; lo sviluppo delle relazioni interpersonali e delle abilità sociali. Si tratta di elementi che ben si adattano alla diversità delle culture e ad una valorizzazione di patrimoni e tradizioni che sovente restano inespressi o misconosciuti, comportando i sentimenti di alienazione e l’insuccesso scolastico di molti bambini. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 9 Università Telematica Pegaso 3 Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda Tirando le somme Nelle lezioni sin qui condotte si è sottolineato lo stretto ed inscindibile legame esistente tra individuo e contesto e si è messa in evidenza l’azione esercitata dalla cultura nel modellare lo sviluppo del bambino. Si tratta di acquisizioni importanti che, in riferimento alla progettazione e alla realizzazione di processi educativi, pongono in risalto la necessità di interrogarsi anzitutto sull’identità del destinatario e degli interlocutori. Danno, inoltre, consapevolezza che tale identità è il frutto di un processo di progressivo e reciproco adattamento tra la persona ed il suo ambiente di vita, laddove quest’ultimo non comprende soltanto le condizioni materiali e le situazioni immediate, ma tutto quel bagaglio di conoscenze, di credenze, di usanze, di comportamenti, di stili di vita che caratterizzano ciascun popolo e che sono tramandati di generazione in generazione. Con Vygotskij, si è sottolineato come l’apprendimento abbia una natura sociale specifica e sia un processo per mezzo del quale i bambini risveglino una varietà di processi evolutivi interni inserendosi nella vita intellettuale di chi li circonda e interagendo con le persone del loro ambiente. Con Bronfenbrenner, si è portata l’attenzione sulle relazioni interpersonali in cui è coinvolto il bambino ed in particolare sulla diade con le sue caratteristiche di reciprocità, equilibrio di potere, relazione affettiva. Grazie a Bruner, poi, si è presa conoscenza degli interrogativi che è necessario porsi nell’approcciarsi ai sistemi educativi di altre culture, indagando funzioni, ruoli, risorse, limiti e soprattutto concezioni esistenti riguardo la mente dell’allievo e le strategie didattiche reputate più opportune. Parimenti ci si è imbattuti nelle antinomie che oggi l’educazione deve affrontare per proiettarsi nel futuro. Infine con Gardner, sono stati appresi gli aspetti e le questioni educative che ricevono differenti soluzioni a seconda dei contesti e si è incontrato un valido modello di educazione prescolare passibile di essere applicato, per le sue caratteristiche, anche nei Paesi aventi una cultura altra. Arricchiti di tale bagaglio, si procederà, con le successive lezioni, focalizzando l’attenzione sul pensiero di vari autori che, avvalendosi dei risultati di ricerche condotte in altre culture, hanno Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 9 Università Telematica Pegaso Howard Gardner e la Teoria delle intelligenze multiple - Parte seconda elaborato importanti teorie o concetti che sottolineano la diversità degli esiti di sviluppo del bambino in ragione delle differenze esistenti tra una cultura e l’altra. Il riferimento va al concetto di Nicchia evolutiva di C. Super e S. Harkness, al modello delle daily routine di T. Weisner, al meccanismo culturale della prolessi di M. Cole ed alla nozione di sviluppo quale partecipazione dinamica a comunità culturali di B. Rogoff. Ciò che pare accomunare i vari contributi e che si vuole qui evidenziare, è la dipendenza dello sviluppo del bambino dalle modalità di allevamento e di cura messe in atto dai suoi genitori in ragione delle teorie esistenti, nel contesto culturale di appartenenza, circa l’idea di bambino ed i modelli di sviluppo e di educazione ritenuti auspicabili. Dalla proposta di ciascun autore, emergeranno innumerevoli dimensioni per mezzo delle quali osservare lo sviluppo del bambino all’interno della sua cultura. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 9