NIETZSCHE Come viene interpretato da Heidegger Alberto Barli Compendio di Martin Heidegger, Nietzsche HEIDEGGER Tra il 1936 e il 1942 elabora, in una serie di corsi e di seminari - pubblicati nel 1961 in due volumi dal titolo Nietzsche , una interpretazione di Nietzsche radicalmente divergente da quella "politica", fatta propria dai nazisti. Dopo la guerra il comando alleato proibisce ad Heidegger l'attività accademica, che può riprendere solo nel 1952 Nietzsche Si pone il problema dell’essere Tipico della tradizione Metafisica Occ. Interpretato come “volontà di potenza” ed “eterno ritorno dell’uguale” La metafisica è la verità dell'ente in quanto tale. Ciò che l'ente è in quanto tale(l’essentia, l’enticità) Heidegger Dopo “Essere e Tempo”, con la “Lettera sull’Umanismo”1947 Compie una svolta (kehre) Ripensa la storia della Metafisica Occ. Ripensa la storia della Metafisica Occ. per individuarne “l’errore” che la caratterizza Parte dunque dal problema dell’essenza della verità Fare la storia della verità, non significa solo ricostruire i diversi significati di una parola, ma ripensare la storia dello stesso essere e, quindi, la nostra storia Ciò avviene considerando alcune tappe fondamentali 1. Il Mondo Greco La parola verità indica “svelamento”, ciò implica una coappartenenza di verità e non-verità Ciò che la verità svela è la natura (physis), ossia l'essere nel suo originario manifestarsi. La verità, per i Greci, è dunque il manifestarsi dell'essere che, sottraendosi al nascondimento, si offre in visione. 2. Nel Platonismo Con Platone si assiste a un capovolgimento dell'essenza della verità che sarà decisivo per la storia dell'Occidente. Il vero diventa l' idéa, ciò che è "visibile", afferrabile con esattezza dal nostro intelletto La verità diventa qualcosa di relativo all'uomo, al suo saper "vedere" correttamente l'ente. La verità è diventata perfetta corrispondenza tra idea e cosa In questo passaggio, che riduce l'essere a oggetto di valutazione dell'uomo, Heidegger ha visto le premesse del dominio della tecnica. 3. In Aristotele e nel Medioevo Aristotele privilegia la concezione dell'essere come l’esistenza in atto Il Medioevo identifica l'essere in un ente supremo - il Dio della teologia cristiana, causa del mondo e fondamento di tutti gli enti - al quale vengono attribuite, oltre alla presenza, la capacità di fondazione e la causalità. 4) In Cartesio e nell'idealismo tedesco Con Cartesio, da cui prende avvio la scienza moderna, l'uomo si instaura come soggetto Si rende possibile la tecnicizzazione del mondo, la quale, dunque, si configura come il naturale sbocco del pensiero metafisico. L'idealismo, da Fichte a Hegel, ha proseguito sulla medesima via che riconduce l'essere delle cose all'io, e, dunque, alla volontà del soggetto. 5. In Nietzsche Heidegger vede Nietzsche come il pensatore del compimento della metafisica, in cui si attua "il massimo e più profondo raccoglimento, cioè il compimento di tutte le posizioni di fondo essenziali della filosofia occidentale da Platone in poi." In Nietzsche giunge al termine il platonismo, ossia la tradizione di pensiero caratterizzata dalla distinzione tra mondo vero e mondo apparente, che l'Occidente ha fatto propria grazie anche al cristianesimo. Il nichilismo, ossia il venir meno dei valori e il depotenziamento della vita, è connaturato con tale tradizione, che svaluta il mondo sensibile e la corporeità